Disinnescare l'odio - relazione presentata al corso “LGBT+ e Media: corso pratico per una comunicazione inclusiva”, organizzato da Arcigay Palermo e Ordine dei giornalisti di Sicilia, dicembre 2020
1. Disinnescare l’odio
Daniela Tomasino, Arcigay Palermo
“LGBT+ e Media: corso pratico per una
comunicazione inclusiva”
Arcigay Palermo e Ordine dei giornalisti
di Sicilia, dicembre 2020
2. Ferma la violenza. USA LE PAROLE GIUSTE
Rete donne transfemminista di Arcigay:
“Le parole possono uccidere due volte e se
vogliamo fermare la violenza, è necessario
imparare a raccontarla con parole diverse.”
3. “Tic omofobici” dell’informazione
1) ESPERTI - consultare esperti o giornalisti che non
siano gay o lesbiche o transessuali/transgender,
invece delle persone direttamente interessate
4. “Tic omofobici” dell’informazione
2) INTERLOCUTORI - Quando un tema collegato
alle persone LGBT diventa di attualità, i giornalisti
spesso fanno intervenire persone note, celebrità che
fungono da mediatori, da interlocutori sul tema.
E le associazioni? gli attivisti?
...Manca l’abitudine a consultare le associazioni che
lavorano su questi temi.
5.
6. “Tic omofobici” dell’informazione
3) SPECIALISTI - La tendenza ad affidarsi a specialisti
come medici, sessuologi, psicologi o psicoanalisti sui
temi LGBTI+
Conseguenza: depoliticizzare le questioni inerenti i
diritti LGBT. Viene meno la riflessione pubblica/politica
su temi, che riguardano non solo le persone LGBT ma
tutta la società
7.
8. “Tic omofobici” dell’informazione
4) CONTRADDITTORIO - Quando si parla di
tematiche LGBT, è frequente che giornali e tv sentano il
bisogno di un contraddittorio: se c’è chi difende i diritti
delle persone LGBT si dovrà dare voce anche a chi è
contrario.
E’ una questione di scelta: inviteresti mai dei referenti
del Klu Klux Klan per parlare di razzismo e integrazione?
9. Cosa deve accadere affinché il contraddittorio tra favorevoli
e contrari ai diritti per le persone gay o lesbiche non sia più
necessario? Mettiamola così: quand’è che un tema non
richiede più il contraddittorio? Molti temi, per esempio il
divorzio, un tempo lo richiedevano ma oggi non più. Non
esiste una soglia di consenso prefissata, oggettiva, oltre la
quale diventa imprescindibile il contraddittorio.
La scelta è puramente politica. È una scelta di valore, e
di valori.
Tommaso Giartosio, scrittore
(da UNAR: Linee guida per un'informazione rispettosa delle
persone lgbt)
10. Lo scontro fa audience, la polemica fa clickbait
Murizio Gasparri, senatore, vs Marilena Grassadonia, presidente di Famiglie Arcobaleno (maggio 2016)
11. Le polemiche e gli insulti diventano l’argomento principale, offuscando e
sminuendo il tema di cui si discute
12. Le immagini: quando la scelta è
opinione politica e manipolazione
Cercando un’immagine del Palermo Pride….
15. Temi LGBTI+ “notiziabili”:
● dibattiti politici
● diritti civili
● trasformazioni socio-culturali
● omolesbobitransfobia
● discriminazioni
● mozioni, leggi regionali, leggi nazionali
● casi di cronaca
● etc.
...e le immagini?
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20. Immagini decontestualizzate, che distraggono e
de-politicizzano o de-problematizzano, che ritraggono
spesso:
● parate o altri momenti di esibizione pubblica di corpi,
nudità, identità;
● scene di intimità tra persone dello stesso sesso;
● spettacoli, feste, persone spensierate;
N.B.: Nel frattempo “i cristiani soffrono” e “le famiglie tradizionali sono
tartassate dalla crisi”
21. Qual è il rapporto tra fatturato, PIL e gay? In
che modo “gli omosessuali crescono in
continuazione”?
“C’è poco da stare allegri” per cosa?
22. Questo tipo di espressioni linguistiche partono dal presupposto
dell’omosessualità o della transessualità come condizione malsana.
“l’inconscia convinzione che il famigerato “ambiente gay” sia di per sé un
ambiente losco, avvezzo al crimine e a sfondo sessuale. Tale atteggiamento crea
ulteriori pregiudizi nella mente del lettore più ingenuo o con riferimenti culturali
meno solidi” (Dario Accolla)
“ambiente omosessuale”??!
23.
24. “matrimonio gay”
“Nozze gay”
“unioni gay”
“bacio saffico”
“relazione gay”
“adozioni gay”
No: non si tratta di istituti o situazioni a parte, differenti da
quelli “normali”/”regolari”/”tradizionali”
“matrimonio gay”??!
25. Si può dire “lesbica”?
Lesbica
non è un
insulto
26. Donne: tendono a sparire nel linguaggio a causa dell’uso del maschile in funzione
universale.
Allo stesso modo le LESBICHE scompaiono: l’identità lesbica resta spesso occultata
dietro il termine “gay” che in italiano è maschile, ma viene impiegato come neutro.
Esiste un linguaggio apertamente ostile al lesbismo, che utilizza – anche nei discorsi
politici – la parola lesbica come insulto. Per questo motivo, anche nei media, lesbica
è percepita erroneamente come una parola offensiva, e viene evitata o usata come
insulto
N.B.:“Lesbo”? Solo se si parla di porno.
Visibilità e “oscenità” delle lesbiche
27. Gli organi di informazione svolgono un ruolo importante nella diffusione di
messaggi di intolleranza ed hate speech.
Come?
❏ pubblicando editoriali, titoli, commenti provocatori e offensivi
❏ riportando dichiarazioni di politici, leader religiosi o altre figure pubbliche
offensive o falsate
POLEMICHE=NOTIZIABILITÀ
Riportando acriticamente dichiarazioni piene di falsità e odio i giornalisti
contribuiscono a diffonderli, dando ad esse risonanza e credibilità.
Hate speech e il dilemma etico
del giornalismo*
*HATE SPEECH: A Dilemma for Journalists the World Over, by
Ethical journalism network
28. Informazione e responsabilità
giornalistica: il caso Trump
Le tv statunitensi interrompono il discorso alla nazione di Trump
dopo la vittoria di Biden: "Quello che sta dicendo Trump è falso”
29. Ogni volta che i media, anche inavvertitamente, si prestano alla
manipolazione da parte di politici e altre figure in nome della difesa del
paese, della cultura, della religione e della razza, possono provocare dei
danni nella società. La scarsa comprensione del potenziale impatto delle
parole e delle immagini possono portare a contenuti giornalistici che
incoraggiano l'odio e la violenza.
È responsabilità dei giornalisti fare sì che ogni persona possa esprimere
il proprio parere, ma avere libertà di parola – un diritto garantito a tutti,
compresi politici e personaggi pubblici – non significa dare carta bianca
per mentire o diffondere calunnie o incoraggiare ostilità e violenza
contro un qualsiasi gruppo specifico.
(Valigia Blu)
Hate speech e il dilemma etico
del giornalismo
30. EJN ha elaborato un test a cui i giornalisti dovrebbero rispondere prima
di pubblicare affermazioni
1. Chi parla? Status, contesto, motivazioni, reputazione
2. Che portata hanno/avranno le affermazioni?
3. Valutare gli obiettivi delle affermazioni
4. Valutare contenuti e stile delle affermazioni: invita alla violenza?
5. Valutare il clima economico, sociale e politico
Il test di Ethical journalism network
31.
32. ● Può essere offensiva, ma innanzitutto è una notizia? È mediaticamente
rilevante?
● Qual è l'intenzione di chi parla?
● Quale sarà l'impatto se la pubblico?
● C’è il rischio di agitare gli animi e incitare alla violenza?
● Le affermazioni riportate sono basate sui fatti e sono state verificate?
● Abbiamo evitato il ricorso a cliché e stereotipi?
● Abbiamo fatto tutte le domande pertinenti e necessarie?
Check list
33. ● Siamo stati sensibili verso il nostro pubblico?
● Siamo stati attenti al linguaggio che abbiamo utilizzato?
● Le foto raccontano la storia senza ricorrere alla violenza e al
voyeurismo?
● Abbiamo utilizzato diverse fonti e incluso le voci delle minoranze
pertinenti alla storia raccontata?
● Quanto scritto è conforme agli standard stabiliti dai codici editoriali ed
etici?
Check list/2
34. ● virgolettare le citazioni di personalità pubbliche che incitano all’odio contro
le persone LGBT, usando particolare attenzione nella titolazione;
● ricercare fonti e dati che contestualizzino e forniscano informazioni
attendibili e verificabili sui temi e gli argomenti delle dichiarazioni;
● riferirsi se necessario alle corrette definizioni dei termini (per esempio tra
omosessualità e transessualità);
● fare attenzione nella scelta delle immagini, affinché non rafforzino gli
stereotipi negativi veicolati dai discorsi pubblici riportati nell’articolo;
● avere una lista di risorse informative a livello nazionale e locale – esperti di
tematiche LGBT, rappresentanti di associazioni e coordinamenti – da
utilizzare per avere in tempi rapidi dichiarazioni che permettano una
composizione bilanciata del servizio
(Linee guida per un'informazione rispettosa delle persone lgbt, UNAR)
Come riportare i discorsi d’odio?
37. ❏ LGBTQ media in the US - Statistics & Facts
❏ GLAAD Media Reference Guide - 10th Edition)
❏ he Health of Lesbian, Gay, Bisexual, and Transgender People: Building a
Foundation for Better Understanding.
❏ f Mappatura delle principali metodologie italiane ed europee di contronarrativa
per il contrasto degli “hate speech online”
❏ Contro-narrative e narrative alternative: una ricerca di approfondimento
❏ Un'Unione dell'uguaglianza: la Commissione presenta la prima strategia dell'UE
per l'uguaglianza delle persone LGBTIQ
❏ Il contrasto dell’odio online: possibili rimedi
❏ L’odio non è un’opinione
❏ https://www.valigiablu.it/hate-speech-giornalismo/
❏ Fabbricare il nemico: una “storia unica” a scuola?
❏ Gary Hicks, “Mass Media and the LGBT Community”, in Cross-Cultural
Journalism and Strategic Communication (pp.139-163), Routledge
❏ Un manuale pratico per educare a contrastare il discorso d’odio
❏ Lesbica non è un insulto. Stereotipi, pornofantasie e repressione
sitografia + manuali