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La Sicilia normanna
sabato 21 aprile 12
Premesse
                  Durante il processo di consolidamento del ducato di Normandia, i Normanni avevano
                  pienamente acquisito e rafforzato alcune caratteristiche strutturali e culturali propriamente
                  franche. In particolare il carattere di subordinazione al potere centrale, basato sul
                  vincolo di fedeltà feudale con il duca e del duca con il re

                  Da tale vincolo discendeva la particolare concezione dell’autorità e del potere dei
                  singoli ufficiali pubblici e, di conseguenza, del possesso della terra: entrambe
                  apparivano concesse per delega regia, sulla base del riconoscimento reciproco
                  dell’autorità regia stessa e dell’efficienza del servizio a lui prestato dai funzionari. In questo
                  modo il re appariva il proprietario di tutta la terra del ducato, la quale veniva concessa, di
                  generazione in generazione, alle famiglie dei suoi funzionari.

                  Una tale concezione piramidale della società fu l’elemento nuovo che venne
                  impiantato nelle terre di nuova migrazione, portando alla costituzione del regno inglese e
                  del regno dell’Italia meridionale, il quale si strutturò - a differenza di quanto avveniva nel
                  resto d’Italia - secondo i parametri di funzionamento delle monarchie europee.




sabato 21 aprile 12
Il dominio dell’Italia meridionale

               Le campagne normanne condussero nel corso di pochi decenni allo stabilimento di un
               potere unitario in tutto il Sud della penisola e in Sicilia al posto della
               frammentazione nei diversi potentati bizantini e longobardi nella penisola e al dominio
               musulmano nell'isola
               Esito: omogeneizzazione dell'area mediterranea dell'Italia con la società
               europea dei secoli centrali del medioevo. Radicale dislocamento del Mezzogiorno
               dall'area di civiltà orientale delle grandi potenze bizantina e musulmana a quella
               dell'Europa di derivazione romano-germanica e franca
               Il passato diverso condizionò comunque le forme della vita associata e del potere per
               secoli, conferendo alle regioni meridionali e alla Sicilia dei caratteri originali
               nell'ambito della civiltà medievale europea
               Ruolo importante nel complessivo rovesciamento dei rapporti di forza che
               l'Occidente attuò nei confronti dell'egemonia orientale - bizantina e musulmana - nel
               quadro mediterraneo




sabato 21 aprile 12
Il legame col Papato

               Uno strettissimo legame si instaurò immediatamente dopo il primo insediamento dei
               capi normanni fra la contestazione delle pretese imperiali da parte del Papa romano,
               l'occidentalizzazione della comunità cristiana meridionale, l'affermazione della ierocrazia
               pontificia e la crescita del potere territoriale dei nuovi signori del Mezzogiorno. Senza questo
               riferimento, l'intera vicenda normanna non avrebbe superato probabilmente i confini
               dell'impianto di alcune modeste signorie nelle terre meridionali, non dissimili da quelle di
               derivazione bizantina e longobarda esistenti nell'XI secolo (P. Corrao)
               Dopo l'iniziale contrapposizione del papa, prevalsero alla curia papale le tendenze dei
               riformatori, che vedevano con favore l'eliminazione del dominio degli
               "scismatici" bizantini sulle terre del Mezzogiorno. Dopo la sconfitta militare subita dal
               Papa (Civita, 1053), un accordo (Melfi, 1059) conferiva al Guiscardo il titolo di duca di
               Puglia e Calabria.
               L'investitura della contea di Sicilia data da Papa Nicola II a Melfi: dalla sottrazione di quella
               terra ai "nemici della fede" sarebbe derivata la maggiore fortuna degli Altavilla. A
               differenza dell'insediamento originario nel Mezzogiorno peninsulare, la penetrazione in
               Sicilia avveniva in un territorio che, una volta occupato, costituiva interamente bottino di
               guerra, disponibile per il titolare della conquista.

sabato 21 aprile 12
La conquista della Sicilia
                  Quando la dominazione normanna si volse verso la conquista della Sicilia lo fece per
                  liberare dalla dominazione musulmana «li Christiani et li Catholici»:
               sul piano simbolico l'impresa siciliana attribuiva ai Normanni un ruolo di difensori
               della fede cristiana che anticipava la figura del crociato (1063 conquista di Cerami,
               Ruggero ottiene il vessillo di San Pietro); posizione di eminenza incontestabile fra i
               cavalieri normanni; imprese presentate dalla propaganda cronachistica come lotte contro
               gli infedeli.
               difficoltà per la spartizione delle terre tra i nuovi venuti e la necessità di reclutare la
               propria classe dirigente (sia laica, sia ecclesiastica) tra gli esponenti di gruppi etnici
               diversi dai Normanni.
               il numero dei Normanni che si erano stabilmente insediati sull’isola era infatti
               estremamente esiguo e articolato in gruppi di varia origine e provenienza, con mentalità e
               abitudini diverse.
               L’unione formale dei domini continentali e della Sicilia avvenne soltanto nel 1128,
               attraverso l’investitura concessa da papa Onorio II a Ruggero II d’ Altavilla, il quale,
               l’anno successivo, costrinse i signori di Puglia e di Calabria a giurare fedeltà a lui e ai suoi
               due figli.



sabato 21 aprile 12
Apparato ideologico e mito

                      Nell’apparato politico ideologico della monarchia normanna vi sono richiami alle
                      tradizioni di governo bizantine e musulmane.
                      Mito che si è sedimentato nella storiografia e anche nella cultura comune
                      siciliana di un multiculturalità e sincretismo che sarebbero stati le cifre
                      caratteristiche della monarchia normanna. Questo imposterebbe la società
                      normanna come una società in cui si realizzerebbe una convivenza di più culture che
                      trovano punti di raccordo e di assimilazione reciproca Sono miti profondamente
                      radicati che invece vanno rivisti.
                      Prodotti della cultura alta (di corte) il sincretismo si riscontra indubbiamente ma non
                      va dimenticata che lo spirito della conquista è uno spirito di crociata, di
                      “reconquista”, fortemente presente nell’intera esperienza normanna
                      Non possiamo fermarci alla dicotomia assimilazione/integrazione: il problema è
                      molto più complesso dato che l’esperienza normanna la possiamo vedere come una
                      lunga marcia verso una piena immissione nella cultura latina e cristiana
                      romana (è passato da poco lo scisma), ad esempio nei costanti tentativi di ricerca di
                      consenso e di alleanza col papato romano


sabato 21 aprile 12
L’incoronazione di Ruggero II

                      Passo definitivo verso la promozione della dinastia d’Altavilla alla carica regia
                      conferita da papa Anacleto II a Ruggero e ai suoi discendenti

                      nella notte di Natale del 1130 Ruggero venne solennemente unto con l’olio santo e
                      ricevette la corona regia del principe di Capua.

                      Nel mosaico della chiesa Martorana, Ruggero è raffigurato con l’abito imperiale
                      bizantino, mentre riceve le insegne regie direttamente da Cristo (in realtà delegato
                      pontificio dell’antipapa Anacleto).

                      A partire da questa data, la Sicilia diventa, sia dal punto di vista simbolico, sia da
                      quello politico e amministrativo, il vero e proprio centro organizzatore della
                      monarchia normanna.




sabato 21 aprile 12
Incoronazione di Ruggero II
   Non si tratta di una auto-rappresentazione ufficiale
   di Ruggero, ma di un’immagine che rispecchia il
   modo in cui vedeva il suo re un alto personaggio
   della corte: il “primo ministro” Giorgio di
   Antiochia, intriso di cultura greca. L’ideologia
   espressa nel mosaico era stata comunque
   probabilmente concordata con Ruggero.
      “re Ruggero” è scritto in greco
       porta il costume da cerimonia dell’imperatore
      bizantino, con il loros: la sciarpa che cinge le
      spalle, i fianchi e l’avambraccio sinistro.
      Ruggero è fermo in un atteggiamento di
      preghiera.
       L’immagine più alta di Cristo pone sul capo del
      re una corona a pendenti di tipo bizantino.                                                          !

      I volti di Cristo e del re sono simili: entrambi   S. Maria dell' Ammiraglio (Martorana, Palermo)
                                                         Inizio degli anni quaranta del XII sec. Mosaico
      derivano da un modello bizantino.

sabato 21 aprile 12
Mantello di Ruggero II 1133-1134

                                                                                                  Kunsthistorisches
                                                                                                  Museum Vienna.




                                                                                                  !
                Mantello da parata confezionato nella manifattura reale di Palermo. In seta rossa, è
                ricamato a fili d'oro, smalto e perle. Ai lati di un palmizio stilizzato sono rappresentati due
                leoni trionfanti, che sottomettono un cammello in atto di devozione. La figura del leone
                che soggioga un animale è spesso associata alla rappresentazione della Fede vittoriosa. Il
                trattamento iconografico qui è nettamente orientaleggiante. Lungo l'orlo un’iscrizione
                ricamata in caratteri cufici glorifica il Re: ‹‹Questa fu fatta nell’officina reale (tiraz) per la
                buona fortuna e l’onore supremo e la perfezione e la forza e il meglio e la capacità e la
                prosperità e la custodia e la difesa e la protezione e la buona fortuna e la salvezza e la
                vittoria e l’abilità. Nella capitale della Sicilia nell’anno 528 (dell’Egira)  (1133-1134)››


sabato 21 aprile 12
La lingua
                      La popolazione conquistata dai Normanni è effettivamente una popolazione
                      multilingue, e la stessa classe dirigente normanna è multilingue: greca, araba,
                      latina. Esiste poi anche l’etnia ebraica che normalmente si esprime in arabo o
                      comunque usa l’alfabeto arabo.

                      In una situazione di questo genere l’uso di una molteplicità di lingue per
                      l’amministrazione e il governo è indispensabile.

                      L’arabo è la lingua del Dīwān dell'amministrazione, della finanza e della fiscalità dei
                      defetari, ossia dei registri dove viene registrata minuziosamente la proprietà demaniale
                      e signorile

                      Il greco è una lingua colta del clero almeno nella prima fase della monarchia e di
                      parte della corte e del governo. Le molte iscrizioni trilingue che si trovano in tutti i
                      palazzi del potere indicano quest’uso multilingue nell’affermazione e nella pratica di
                      governo




sabato 21 aprile 12
Monete, lingua e potere
         Quarto di denaro o tarì coniata in Sicilia per ordine del "Duca
         Roberto, illustre Signore di Sicilia" secondo l'iscrizione in arabo che
         compare nel campo, sul diritto della moneta. La legenda circolare sul
         bordo fornisce, sempre in arabo, un’indicazione di luogo e data "... in
                                                                                                                  !
         Sicilia, nell’anno 464", del calendario islamico, corrispondente al 1072,   Tarì di Roberto il Guiscardo
         anno della presa di Palermo. L'iscrizione nel campo, sul rovescio, é        1072 d. C. 464 dell'Egira
         un’invocazione ad Allah e al suo profeta e la legenda circolare
         contiene un versetto di una sura coranica.
         Quarto di denaro o tarì battuta all’inizio del regno di Ruggero II.
         Le dimensioni e il peso sono identici a quelli dei tarì precedenti, ma si
         osserva un’evoluzione nella battitura dei simboli. A rovescio, la "T" é
                                                                                                            !
         sostituita da una croce latina che suddivide il campo in quattro parti e
         recante l’iscrizione in lingua greca "Gesù Cristo Vince". Sul diritto, il
         testo in caratteri arabi attribuisce al re Ruggero due titoli, uno di
         tradizione occidentale ma anche musulmana: "l’Immaginifico", l’altro
         islamico: "l'Esaltato di Dio". La legenda sulle due facce menziona per                             !
         la prima volta il nome con cui la città di Palermo era nota nel             Tarì di Ruggero II
         mediterraneo arabo: "Mâdina Siquillyya" (la Medina di Sicilia).             1130- 1140 d. C. 525 - 535
                                                                                     dell'Egira



sabato 21 aprile 12
Le scritte onorifiche

                                                                                                Iscrizione nel
                                                                                                Palazzo
                                                                                                Abatellis,
                                                                                                Palermo
                                                                                           !

                      Probabilmente faceva parte in origine della cornice di una porta nella Cappella
                      Palatina o nel Palazzo Regio. Sembra che i versi si riferiscano a un atto di omaggio
                      rivolto a re Ruggero.
                      Nel contenuto dell’iscrizione si rileva un riferimento esplicito ad un elemento del
                      rituale del pellegrinaggio alla Mecca (il bacio alla pietra nera incastrata nell’angolo
                      orientale) « ...graziosamente e ti affretterai a baciarlo e salutarlo /Ruggero ha
                      gareggiato con.... »
                      I musulmani Sunniti probabilmente si sarebbero scandalizzati di quest’uso sacrilego
                      del rito. Non così i sovrani fatimidi d’Egitto che incoraggiavano i loro sudditi ad
                      adorarli come autentici imam (discendenza da Fatima figlia di Muhammad). Da qui
                      l’ipotesi fondata che Ruggero si sia ispirato ai califfi egiziani per definire alcune
                      caratteristiche dei rituali di corte e dell’immagine stessa della monarchia.

sabato 21 aprile 12
Architettura
                                                                          Monastero basiliano dei SS. Pietro e Paolo
                                                                          fondato dal Gran Conte Ruggero (1116)
                                                                          rinnovato dal protomaestro Gerardo il Franco
                                                                          nel 1172.
                                                                          Esempio di commistione stilistica nella Sicilia
                                                                          normanna
                                                                          Elementi greci: pianta basilicale a tre navate,
                                                                          in asse con le absidi,composta da quattro
                                                                          moduli centrici bizantini (due cupolati) lungo
                                                                          l'asse longitudinale senza transetto con bracci
                                                                          sporgenti.
                                                                          Elementi islamici: i raccordi angolari delle
                                                                          strutture ottagonali richiamano le muqarnas
                                                                          Elementi normanni: all'esterno decorazioni
                                                                          policrome, le merlature, le paraste con funzione
                                                                      !   di contrafforti e le torricelle.

         SS. Pietro e Paolo, Casalvecchio (Vallata di Agrò) Messina
         Tra 1116 e 1172

sabato 21 aprile 12
La Zisa
                                                   al-‘Azīza “la splendida”


              Celeberrimo palazzo palermitano ai margini della città
              all’interno in una grande riserva regia: grande palazzo
              residenza modellato secondo i canoni dell’architettura
              islamica siciliana e non solo, con giochi d’acqua e con un
              rapporto esterno/interno e rappresentazione della
              regalità che non mancò di suscitare scandalo presso i
              viaggiatori cristiani
              Fondazione nel 1165 sotto il regno di Guglielmo I (detto
              "Il Malo"); termine sotto il suo successore Guglielmo II
              (detto "Il Buono") (1172-1184)
              Guglielmo II rappresentato come "re cristianissimo" ma
              anche partecipe del permanere di abitudini musulmane
              nella Corte: sempre più evidente il contrasto fra le
              diverse tradizioni ideologiche e le diverse opzioni
              culturali che avevano convissuto nella strutturazione del
              regno e dei suoi apparati.

sabato 21 aprile 12
L'unico ciclo
                      pittorico su scala
                      monumentale del
                      periodo fatimide
                      che sia
                      sopravvissuto
                      integralmente nel
                      bacino del
                      Mediterraneo.




                                               Palermo
                                           Cappella Palatina
                                            Soffitto ligneo
                                              1131-1140




sabato 21 aprile 12
Influenza musulmana e regalità

                      Un apparato ideologico potente viene mobilitato dai Normanni a favore della
                      “regalità” che viene in gran parte mutuato (con formule e titoli) dalle analoghe forme
                      dell’Egitto fatimide.
                      Non si tratta quindi di formule e titoli che fanno parte della tradizione araba della
                      Sicilia, ma che di uno stato come quello egiziano tra i più avanzati dell’ambito
                      mediterraneo
                      I vari potentati islamici siculi che erano stati spazzati via dall’avanzata normanna non
                      avevano elaborato una concezione della regalità che fosse adeguata al ruolo che la
                      monarchia normanna intendeva costruirsi e legittimare
                      mentre lo stato fatimide, con la sua aspirazione a contrapporsi al califfato di Bagdad,
                      aveva elaborato un apparato ideologico fortemente caratterizzato dal senso della piena
                      sovranità e della esaltazione della regalità;
                      da qui la mutuazione di titoli, epigrafi, formule nella documentazione e scritte
                      sulle monete




sabato 21 aprile 12
Regalità normanna

                      Concezione piramidale del potere di impianto feudale (normanna)

                      Tradizione imperiale bizantina

                      Concezione occidentale e cristiana del re incaricato della difesa della pace, della
                      giustizia, della Chiesa

                      Caratterizzazione sacrale derivata dal possesso di prerogative ecclesiastiche in
                      relazione al ruolo di legato apostolico

                      Forte influsso delle suggestioni provenienti dai coevi sviluppi del califfato fatimide
                      d'Egitto




sabato 21 aprile 12
Dīwān e Dohana

                      Dīwān: in origine il registro del soldo delle milizie arabe e delle pensioni di Stato, poi il
                      termine designò qualsiasi pubblico ufficio amministrativo (nell’Impero Ottomano fu
                      sinonimo di consiglio). In Africa settentrionale e in Spagna aveva anche, nel XII sec., il
                      significato anche di ufficio e magazzino della ‘dogana’ (dall’arredo degli uffici orientali
                      costituiti soprattutto da sofà nacque il nostro ‘divano’).o

                      A Palermo la Dohana, termine ricalcato sull'arabo Dīwān, era un ufficio finanziario
                      dipendente dalla Gran Secrezia; era retta dai magistri Dohane, custodiva i libri divisarum e
                      aveva funzione di tesoreria regia; per operare sul territorio si serviva di funzionari
                      periferici, quali i baiuli e forse anche i forestarii.

                      L’apparato finanziario e fiscale funziona con la registrazione minuziosa e accurata delle
                      proprietà sia quella feudale sia quella del demanio. I Normanni lo derivano
                      direttamente dall’ufficio della Sicilia musulmana

                      La lingua della dohana è l’arabo, quella che si ritrova nei quaternioles, i registri dove viene
                      registrata minuziosamente la proprietà demaniale e signorile, strumento indispensabile
                      per la monarchia

sabato 21 aprile 12
Influenza greca
             Un veicolo di questa importazione è il ceto dirigente in particolare quello ecclesiastico. Le
             famiglie egemoni, gli Altavilla, hanno un particolare favore per il clero e le fondazioni
             ecclesiastiche greche.

             Non dobbiamo però pensare che questo attesti una sorta di continuità rispetto all’antica
             dominazione della Sicilia, perché il dominio musulmano aveva completamente
             scompaginato e modificato le cose. Si tratta invece di importazioni dalle conquiste
             peninsulari dei capi normanni: dall’Italia peninsulare gli Altavilla importano nell’isola
             abitudini di governo e personale influenzato dalla presenza greca nel Meridione

             Nonostante il forte influsso del clero bizantino (es. Giorgio di Antiochia) nella prima fase
             della monarchia, si registra nel tempo una sempre più decisa sostituzione, un deciso
             orientamento della curia reale verso il clero latino.

             Avendo il titolo di Legato Apostolico, Ruggero (I) aveva facoltà di nominare i vescovi
             dell'isola e di indossare l'abito ecclesiastico: motore dell'acculturazione cristiana delle genti
             musulmane della Sicilia

             Al favore verso chiese e abbazie di tipo greco si sostituisce quello verso vescovadi, abbazie e
             monasteri di tipo latino

sabato 21 aprile 12
Giorgio di Antiochia
       Un greco-melchita, di Antiochia, andò al servizio del
       sultano ziride Tamīm ibn Muˁizz. Scontratosi con il
       figlio di Tamīm cercò rifugiò nella Sicilia cristiana e
       trovò impiego presso il conte normanno Ruggero.
       Fu impiegato come ambasciatore in missioni presso la
       corte fatimide egiziana. Guadagnò il titolo di familiaris
       della corte e, nel 1123, divenne il secondo in comando
       della flotta di Christodulus. Dal 1127 sostituì
       Chrisotodulus nella posizione di Emiro (comandante)
       di Palermo.
       Ruolo importante per la piena sottomissione della
       Puglia e della Calabria, tendenzialmente autonome
       rispetto al potere di Palermo dopo la successione di
       Ruggero. Sottomissione di Amalfi. Nel 1132 gli fu
       concesso il titolo di amiratus amiratorum, probabilmente Emiro degli Emiri, ossia "Comandante dei
       Comandanti".
       Ruoli di comando nell'attacco all'Impero bizantino e nella conquista dell'Ifrīqiya



sabato 21 aprile 12
Sicilia - Penisola iberica


                  Situazione opposta.
                  Nell’esperienza iberica: a corte non c’è nessun sincretismo mentre nel tessuto del
                  regno le comunità abitative musulmane coesistono effettivamente con i
                  dominatori, i signori e le città di fondazione cristiana o ripopolate dai cristiani.
                  In Sicilia il sincretismo è riconoscibile solo nell’ambiente di corte. Nella stessa
                  composizione e personale di governo: forte presenza nel personale sia musulmana sia
                  bizantina Se usciamo dalla corte, e andiamo nel regno: subordinazione dei villani,
                  coltivatori saraceni, non c’è una politica di convivenza e di integrazione, ma se mai una
                  politica di dominio e tendenza di distruzione della presenza musulmana stessa e alla
                  acculturazione forzata




sabato 21 aprile 12
Insediamento

              La fondazione di vescovadi dotati di beni territoriali costituiva il primo inquadramento
              del territorio e degli uomini della terra appena conquistata
              Costituzione di alcune estese signorie laiche affidate a esponenti dell'aristocrazia
              imparentati o vicini agli Altavilla e di altri insediamenti di minore entità di lignaggi militari
              legati al conte da vincoli vassallatici.
              Favore accordato a gruppi di immigrati provenienti sia dal Mezzogiorno ancora
              profondamente greco e longobardo ma ormai sottoposto al potere normanno, sia da aree
              dominate da poteri signorili legati agli Altavilla. Quest'ultima componente della
              colonizzazione - i cosiddetti "lombardi" - si insediava nei centri urbani della fascia centrale
              dell'isola e costituiva un elemento che si sarebbe mostrato decisivo nello sviluppare decise e
              violente iniziative di spossessamento dei proprietari e dei coltivatori musulmani
              Negli anni 1160 iniziarono i pogrom "longobardi" contro i musulmani che in Sicilia furono
              sempre più separati dai cristiani. La maggior parte delle comunità musulmane dell'isola fu
              confinata oltre una frontiera interna che divideva la metà sud-occidentale dell'isola dal cristiano
              nord-est. I musulmani siciliani erano una popolazione sottomessa, che dipendeva dalla
              benevolenza dei padroni cristiani e in ultima analisi, dalla protezione reale.


sabato 21 aprile 12
Evoluzione

                      Gli abitati musulmani sono i casali: strutture abitative aperte dove non esiste un
                      tessuto difensivo, se non nei momenti di crisi finale della monarchia normanna
                      quando la popolazione musulmana si ribella
                      La maggior parte della popolazione rurale musulmana, in genere ridotta alla
                      condizione di villani, era minaccia dalla colonizzazione latina e cristiana.
                      Nei centri urbani invece il ceto dei proprietari musulmani spesso mantiene condizioni
                      privilegiate, dato che i funzionari musulmani venivano arruolati nei quadri
                      dell'amministrazione comitale
                      A ogni rottura degli equilibri di corte, a ogni crisi dinastica politica, quando
                      l’elemento della corte (quello che ha interesse al sincretismo e alla coesistenza) va in
                      crisi, si scatenano le forze dei colonizzatori cristiani con distruzioni massicce,
                      massacri, rioccupazioni di terre e di abitati




sabato 21 aprile 12
dis-Equilibri mediterranei

                      Stretti legami politici e culturali stabilitisi tra Ruggero II e il califfato fatimide:
                      corrispondenza epistolare con il califfo al-Hafiz; frequenti scambi di doni; presenza di
                      esperti diplomatici egiziani presso la corte palermitana
                      Dal 1117 dalla Sicilia ripetute spedizioni militari avevano stabilito un rapporto
                      egemonico con la Tunisia, ponendo capisaldi normanni in territorio africano
                      Post 1130 rapida accelerazione:nel 1135 veniva conquistata Gerba, mentre nel
                      1147-48 era la volta di Tripoli, Susa, Sfax.
                      Ripresa di un orientamento aggressivo nei confronti dei territori dell'Impero
                      d'Oriente. La flotta siciliana rispondeva all'offensiva bizantina su Antiochia - che
                      Ruggero rivendicava - attaccando e prendendo Corfù, per poi stabilire basi di
                      scorrerie presso Corinto e Tebe (1137), minacciando anche la sicurezza dei traffici
                      veneziani.
                      Gli orientamenti anti-bizantini del nuovo re di Sicilia rispondevano anche alla
                      realizzazione di un accordo fra i due Imperi in funzione anti-normanna




sabato 21 aprile 12
dis-Equilibri mediterranei

                      fra 1158 e 1160 i domini africani non resistettero alla riconquista musulmana
                      spedizioni in Egitto (a Damietta e Alessandria) si rivelarono successi effimeri di fronte
                      alla rinnovata potenza del Saladino, che nel 1176 bloccava ogni iniziativa militare
                      normanna in quell'area.
                      Altri insuccessi sul fronte bizantino, pochi anni dopo, evidenziavano le difficoltà
                      crescenti della macchina bellica siciliana, e conducevano alla stipula di una tregua
                      con l'Impero orientale (1189).
                      Contemporaneamente si concedevano forti privilegi doganali a Genova e Venezia che
                      inserivano pienamente il Mezzogiorno nei circuiti commerciali occidentali, offrendo
                      alle economie settentrionali piazze operative estremamente vantaggiose. L’orbita
                      commerciale e culturale è ormai quella occidentale.
                      Tendenza a inserire l'aggressività del regno del Mezzogiorno in un quadro più vicino
                      a quello ormai stabilizzato del confronto con l'Oriente musulmano proprio della
                      cristianità occidentale




sabato 21 aprile 12

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Storia Medievale II - quindicesima lezione

  • 2. Premesse Durante il processo di consolidamento del ducato di Normandia, i Normanni avevano pienamente acquisito e rafforzato alcune caratteristiche strutturali e culturali propriamente franche. In particolare il carattere di subordinazione al potere centrale, basato sul vincolo di fedeltà feudale con il duca e del duca con il re Da tale vincolo discendeva la particolare concezione dell’autorità e del potere dei singoli ufficiali pubblici e, di conseguenza, del possesso della terra: entrambe apparivano concesse per delega regia, sulla base del riconoscimento reciproco dell’autorità regia stessa e dell’efficienza del servizio a lui prestato dai funzionari. In questo modo il re appariva il proprietario di tutta la terra del ducato, la quale veniva concessa, di generazione in generazione, alle famiglie dei suoi funzionari. Una tale concezione piramidale della società fu l’elemento nuovo che venne impiantato nelle terre di nuova migrazione, portando alla costituzione del regno inglese e del regno dell’Italia meridionale, il quale si strutturò - a differenza di quanto avveniva nel resto d’Italia - secondo i parametri di funzionamento delle monarchie europee. sabato 21 aprile 12
  • 3. Il dominio dell’Italia meridionale Le campagne normanne condussero nel corso di pochi decenni allo stabilimento di un potere unitario in tutto il Sud della penisola e in Sicilia al posto della frammentazione nei diversi potentati bizantini e longobardi nella penisola e al dominio musulmano nell'isola Esito: omogeneizzazione dell'area mediterranea dell'Italia con la società europea dei secoli centrali del medioevo. Radicale dislocamento del Mezzogiorno dall'area di civiltà orientale delle grandi potenze bizantina e musulmana a quella dell'Europa di derivazione romano-germanica e franca Il passato diverso condizionò comunque le forme della vita associata e del potere per secoli, conferendo alle regioni meridionali e alla Sicilia dei caratteri originali nell'ambito della civiltà medievale europea Ruolo importante nel complessivo rovesciamento dei rapporti di forza che l'Occidente attuò nei confronti dell'egemonia orientale - bizantina e musulmana - nel quadro mediterraneo sabato 21 aprile 12
  • 4. Il legame col Papato Uno strettissimo legame si instaurò immediatamente dopo il primo insediamento dei capi normanni fra la contestazione delle pretese imperiali da parte del Papa romano, l'occidentalizzazione della comunità cristiana meridionale, l'affermazione della ierocrazia pontificia e la crescita del potere territoriale dei nuovi signori del Mezzogiorno. Senza questo riferimento, l'intera vicenda normanna non avrebbe superato probabilmente i confini dell'impianto di alcune modeste signorie nelle terre meridionali, non dissimili da quelle di derivazione bizantina e longobarda esistenti nell'XI secolo (P. Corrao) Dopo l'iniziale contrapposizione del papa, prevalsero alla curia papale le tendenze dei riformatori, che vedevano con favore l'eliminazione del dominio degli "scismatici" bizantini sulle terre del Mezzogiorno. Dopo la sconfitta militare subita dal Papa (Civita, 1053), un accordo (Melfi, 1059) conferiva al Guiscardo il titolo di duca di Puglia e Calabria. L'investitura della contea di Sicilia data da Papa Nicola II a Melfi: dalla sottrazione di quella terra ai "nemici della fede" sarebbe derivata la maggiore fortuna degli Altavilla. A differenza dell'insediamento originario nel Mezzogiorno peninsulare, la penetrazione in Sicilia avveniva in un territorio che, una volta occupato, costituiva interamente bottino di guerra, disponibile per il titolare della conquista. sabato 21 aprile 12
  • 5. La conquista della Sicilia Quando la dominazione normanna si volse verso la conquista della Sicilia lo fece per liberare dalla dominazione musulmana «li Christiani et li Catholici»: sul piano simbolico l'impresa siciliana attribuiva ai Normanni un ruolo di difensori della fede cristiana che anticipava la figura del crociato (1063 conquista di Cerami, Ruggero ottiene il vessillo di San Pietro); posizione di eminenza incontestabile fra i cavalieri normanni; imprese presentate dalla propaganda cronachistica come lotte contro gli infedeli. difficoltà per la spartizione delle terre tra i nuovi venuti e la necessità di reclutare la propria classe dirigente (sia laica, sia ecclesiastica) tra gli esponenti di gruppi etnici diversi dai Normanni. il numero dei Normanni che si erano stabilmente insediati sull’isola era infatti estremamente esiguo e articolato in gruppi di varia origine e provenienza, con mentalità e abitudini diverse. L’unione formale dei domini continentali e della Sicilia avvenne soltanto nel 1128, attraverso l’investitura concessa da papa Onorio II a Ruggero II d’ Altavilla, il quale, l’anno successivo, costrinse i signori di Puglia e di Calabria a giurare fedeltà a lui e ai suoi due figli. sabato 21 aprile 12
  • 6. Apparato ideologico e mito Nell’apparato politico ideologico della monarchia normanna vi sono richiami alle tradizioni di governo bizantine e musulmane. Mito che si è sedimentato nella storiografia e anche nella cultura comune siciliana di un multiculturalità e sincretismo che sarebbero stati le cifre caratteristiche della monarchia normanna. Questo imposterebbe la società normanna come una società in cui si realizzerebbe una convivenza di più culture che trovano punti di raccordo e di assimilazione reciproca Sono miti profondamente radicati che invece vanno rivisti. Prodotti della cultura alta (di corte) il sincretismo si riscontra indubbiamente ma non va dimenticata che lo spirito della conquista è uno spirito di crociata, di “reconquista”, fortemente presente nell’intera esperienza normanna Non possiamo fermarci alla dicotomia assimilazione/integrazione: il problema è molto più complesso dato che l’esperienza normanna la possiamo vedere come una lunga marcia verso una piena immissione nella cultura latina e cristiana romana (è passato da poco lo scisma), ad esempio nei costanti tentativi di ricerca di consenso e di alleanza col papato romano sabato 21 aprile 12
  • 7. L’incoronazione di Ruggero II Passo definitivo verso la promozione della dinastia d’Altavilla alla carica regia conferita da papa Anacleto II a Ruggero e ai suoi discendenti nella notte di Natale del 1130 Ruggero venne solennemente unto con l’olio santo e ricevette la corona regia del principe di Capua. Nel mosaico della chiesa Martorana, Ruggero è raffigurato con l’abito imperiale bizantino, mentre riceve le insegne regie direttamente da Cristo (in realtà delegato pontificio dell’antipapa Anacleto). A partire da questa data, la Sicilia diventa, sia dal punto di vista simbolico, sia da quello politico e amministrativo, il vero e proprio centro organizzatore della monarchia normanna. sabato 21 aprile 12
  • 8. Incoronazione di Ruggero II Non si tratta di una auto-rappresentazione ufficiale di Ruggero, ma di un’immagine che rispecchia il modo in cui vedeva il suo re un alto personaggio della corte: il “primo ministro” Giorgio di Antiochia, intriso di cultura greca. L’ideologia espressa nel mosaico era stata comunque probabilmente concordata con Ruggero. “re Ruggero” è scritto in greco porta il costume da cerimonia dell’imperatore bizantino, con il loros: la sciarpa che cinge le spalle, i fianchi e l’avambraccio sinistro. Ruggero è fermo in un atteggiamento di preghiera. L’immagine più alta di Cristo pone sul capo del re una corona a pendenti di tipo bizantino. ! I volti di Cristo e del re sono simili: entrambi S. Maria dell' Ammiraglio (Martorana, Palermo) Inizio degli anni quaranta del XII sec. Mosaico derivano da un modello bizantino. sabato 21 aprile 12
  • 9. Mantello di Ruggero II 1133-1134 Kunsthistorisches Museum Vienna. ! Mantello da parata confezionato nella manifattura reale di Palermo. In seta rossa, è ricamato a fili d'oro, smalto e perle. Ai lati di un palmizio stilizzato sono rappresentati due leoni trionfanti, che sottomettono un cammello in atto di devozione. La figura del leone che soggioga un animale è spesso associata alla rappresentazione della Fede vittoriosa. Il trattamento iconografico qui è nettamente orientaleggiante. Lungo l'orlo un’iscrizione ricamata in caratteri cufici glorifica il Re: ‹‹Questa fu fatta nell’officina reale (tiraz) per la buona fortuna e l’onore supremo e la perfezione e la forza e il meglio e la capacità e la prosperità e la custodia e la difesa e la protezione e la buona fortuna e la salvezza e la vittoria e l’abilità. Nella capitale della Sicilia nell’anno 528 (dell’Egira)  (1133-1134)›› sabato 21 aprile 12
  • 10. La lingua La popolazione conquistata dai Normanni è effettivamente una popolazione multilingue, e la stessa classe dirigente normanna è multilingue: greca, araba, latina. Esiste poi anche l’etnia ebraica che normalmente si esprime in arabo o comunque usa l’alfabeto arabo. In una situazione di questo genere l’uso di una molteplicità di lingue per l’amministrazione e il governo è indispensabile. L’arabo è la lingua del Dīwān dell'amministrazione, della finanza e della fiscalità dei defetari, ossia dei registri dove viene registrata minuziosamente la proprietà demaniale e signorile Il greco è una lingua colta del clero almeno nella prima fase della monarchia e di parte della corte e del governo. Le molte iscrizioni trilingue che si trovano in tutti i palazzi del potere indicano quest’uso multilingue nell’affermazione e nella pratica di governo sabato 21 aprile 12
  • 11. Monete, lingua e potere Quarto di denaro o tarì coniata in Sicilia per ordine del "Duca Roberto, illustre Signore di Sicilia" secondo l'iscrizione in arabo che compare nel campo, sul diritto della moneta. La legenda circolare sul bordo fornisce, sempre in arabo, un’indicazione di luogo e data "... in ! Sicilia, nell’anno 464", del calendario islamico, corrispondente al 1072, Tarì di Roberto il Guiscardo anno della presa di Palermo. L'iscrizione nel campo, sul rovescio, é 1072 d. C. 464 dell'Egira un’invocazione ad Allah e al suo profeta e la legenda circolare contiene un versetto di una sura coranica. Quarto di denaro o tarì battuta all’inizio del regno di Ruggero II. Le dimensioni e il peso sono identici a quelli dei tarì precedenti, ma si osserva un’evoluzione nella battitura dei simboli. A rovescio, la "T" é ! sostituita da una croce latina che suddivide il campo in quattro parti e recante l’iscrizione in lingua greca "Gesù Cristo Vince". Sul diritto, il testo in caratteri arabi attribuisce al re Ruggero due titoli, uno di tradizione occidentale ma anche musulmana: "l’Immaginifico", l’altro islamico: "l'Esaltato di Dio". La legenda sulle due facce menziona per ! la prima volta il nome con cui la città di Palermo era nota nel Tarì di Ruggero II mediterraneo arabo: "Mâdina Siquillyya" (la Medina di Sicilia). 1130- 1140 d. C. 525 - 535 dell'Egira sabato 21 aprile 12
  • 12. Le scritte onorifiche Iscrizione nel Palazzo Abatellis, Palermo ! Probabilmente faceva parte in origine della cornice di una porta nella Cappella Palatina o nel Palazzo Regio. Sembra che i versi si riferiscano a un atto di omaggio rivolto a re Ruggero. Nel contenuto dell’iscrizione si rileva un riferimento esplicito ad un elemento del rituale del pellegrinaggio alla Mecca (il bacio alla pietra nera incastrata nell’angolo orientale) « ...graziosamente e ti affretterai a baciarlo e salutarlo /Ruggero ha gareggiato con.... » I musulmani Sunniti probabilmente si sarebbero scandalizzati di quest’uso sacrilego del rito. Non così i sovrani fatimidi d’Egitto che incoraggiavano i loro sudditi ad adorarli come autentici imam (discendenza da Fatima figlia di Muhammad). Da qui l’ipotesi fondata che Ruggero si sia ispirato ai califfi egiziani per definire alcune caratteristiche dei rituali di corte e dell’immagine stessa della monarchia. sabato 21 aprile 12
  • 13. Architettura Monastero basiliano dei SS. Pietro e Paolo fondato dal Gran Conte Ruggero (1116) rinnovato dal protomaestro Gerardo il Franco nel 1172. Esempio di commistione stilistica nella Sicilia normanna Elementi greci: pianta basilicale a tre navate, in asse con le absidi,composta da quattro moduli centrici bizantini (due cupolati) lungo l'asse longitudinale senza transetto con bracci sporgenti. Elementi islamici: i raccordi angolari delle strutture ottagonali richiamano le muqarnas Elementi normanni: all'esterno decorazioni policrome, le merlature, le paraste con funzione ! di contrafforti e le torricelle. SS. Pietro e Paolo, Casalvecchio (Vallata di Agrò) Messina Tra 1116 e 1172 sabato 21 aprile 12
  • 14. La Zisa al-‘Azīza “la splendida” Celeberrimo palazzo palermitano ai margini della città all’interno in una grande riserva regia: grande palazzo residenza modellato secondo i canoni dell’architettura islamica siciliana e non solo, con giochi d’acqua e con un rapporto esterno/interno e rappresentazione della regalità che non mancò di suscitare scandalo presso i viaggiatori cristiani Fondazione nel 1165 sotto il regno di Guglielmo I (detto "Il Malo"); termine sotto il suo successore Guglielmo II (detto "Il Buono") (1172-1184) Guglielmo II rappresentato come "re cristianissimo" ma anche partecipe del permanere di abitudini musulmane nella Corte: sempre più evidente il contrasto fra le diverse tradizioni ideologiche e le diverse opzioni culturali che avevano convissuto nella strutturazione del regno e dei suoi apparati. sabato 21 aprile 12
  • 15. L'unico ciclo pittorico su scala monumentale del periodo fatimide che sia sopravvissuto integralmente nel bacino del Mediterraneo. Palermo Cappella Palatina Soffitto ligneo 1131-1140 sabato 21 aprile 12
  • 16. Influenza musulmana e regalità Un apparato ideologico potente viene mobilitato dai Normanni a favore della “regalità” che viene in gran parte mutuato (con formule e titoli) dalle analoghe forme dell’Egitto fatimide. Non si tratta quindi di formule e titoli che fanno parte della tradizione araba della Sicilia, ma che di uno stato come quello egiziano tra i più avanzati dell’ambito mediterraneo I vari potentati islamici siculi che erano stati spazzati via dall’avanzata normanna non avevano elaborato una concezione della regalità che fosse adeguata al ruolo che la monarchia normanna intendeva costruirsi e legittimare mentre lo stato fatimide, con la sua aspirazione a contrapporsi al califfato di Bagdad, aveva elaborato un apparato ideologico fortemente caratterizzato dal senso della piena sovranità e della esaltazione della regalità; da qui la mutuazione di titoli, epigrafi, formule nella documentazione e scritte sulle monete sabato 21 aprile 12
  • 17. Regalità normanna Concezione piramidale del potere di impianto feudale (normanna) Tradizione imperiale bizantina Concezione occidentale e cristiana del re incaricato della difesa della pace, della giustizia, della Chiesa Caratterizzazione sacrale derivata dal possesso di prerogative ecclesiastiche in relazione al ruolo di legato apostolico Forte influsso delle suggestioni provenienti dai coevi sviluppi del califfato fatimide d'Egitto sabato 21 aprile 12
  • 18. Dīwān e Dohana Dīwān: in origine il registro del soldo delle milizie arabe e delle pensioni di Stato, poi il termine designò qualsiasi pubblico ufficio amministrativo (nell’Impero Ottomano fu sinonimo di consiglio). In Africa settentrionale e in Spagna aveva anche, nel XII sec., il significato anche di ufficio e magazzino della ‘dogana’ (dall’arredo degli uffici orientali costituiti soprattutto da sofà nacque il nostro ‘divano’).o A Palermo la Dohana, termine ricalcato sull'arabo Dīwān, era un ufficio finanziario dipendente dalla Gran Secrezia; era retta dai magistri Dohane, custodiva i libri divisarum e aveva funzione di tesoreria regia; per operare sul territorio si serviva di funzionari periferici, quali i baiuli e forse anche i forestarii. L’apparato finanziario e fiscale funziona con la registrazione minuziosa e accurata delle proprietà sia quella feudale sia quella del demanio. I Normanni lo derivano direttamente dall’ufficio della Sicilia musulmana La lingua della dohana è l’arabo, quella che si ritrova nei quaternioles, i registri dove viene registrata minuziosamente la proprietà demaniale e signorile, strumento indispensabile per la monarchia sabato 21 aprile 12
  • 19. Influenza greca Un veicolo di questa importazione è il ceto dirigente in particolare quello ecclesiastico. Le famiglie egemoni, gli Altavilla, hanno un particolare favore per il clero e le fondazioni ecclesiastiche greche. Non dobbiamo però pensare che questo attesti una sorta di continuità rispetto all’antica dominazione della Sicilia, perché il dominio musulmano aveva completamente scompaginato e modificato le cose. Si tratta invece di importazioni dalle conquiste peninsulari dei capi normanni: dall’Italia peninsulare gli Altavilla importano nell’isola abitudini di governo e personale influenzato dalla presenza greca nel Meridione Nonostante il forte influsso del clero bizantino (es. Giorgio di Antiochia) nella prima fase della monarchia, si registra nel tempo una sempre più decisa sostituzione, un deciso orientamento della curia reale verso il clero latino. Avendo il titolo di Legato Apostolico, Ruggero (I) aveva facoltà di nominare i vescovi dell'isola e di indossare l'abito ecclesiastico: motore dell'acculturazione cristiana delle genti musulmane della Sicilia Al favore verso chiese e abbazie di tipo greco si sostituisce quello verso vescovadi, abbazie e monasteri di tipo latino sabato 21 aprile 12
  • 20. Giorgio di Antiochia Un greco-melchita, di Antiochia, andò al servizio del sultano ziride Tamīm ibn Muˁizz. Scontratosi con il figlio di Tamīm cercò rifugiò nella Sicilia cristiana e trovò impiego presso il conte normanno Ruggero. Fu impiegato come ambasciatore in missioni presso la corte fatimide egiziana. Guadagnò il titolo di familiaris della corte e, nel 1123, divenne il secondo in comando della flotta di Christodulus. Dal 1127 sostituì Chrisotodulus nella posizione di Emiro (comandante) di Palermo. Ruolo importante per la piena sottomissione della Puglia e della Calabria, tendenzialmente autonome rispetto al potere di Palermo dopo la successione di Ruggero. Sottomissione di Amalfi. Nel 1132 gli fu concesso il titolo di amiratus amiratorum, probabilmente Emiro degli Emiri, ossia "Comandante dei Comandanti". Ruoli di comando nell'attacco all'Impero bizantino e nella conquista dell'Ifrīqiya sabato 21 aprile 12
  • 21. Sicilia - Penisola iberica Situazione opposta. Nell’esperienza iberica: a corte non c’è nessun sincretismo mentre nel tessuto del regno le comunità abitative musulmane coesistono effettivamente con i dominatori, i signori e le città di fondazione cristiana o ripopolate dai cristiani. In Sicilia il sincretismo è riconoscibile solo nell’ambiente di corte. Nella stessa composizione e personale di governo: forte presenza nel personale sia musulmana sia bizantina Se usciamo dalla corte, e andiamo nel regno: subordinazione dei villani, coltivatori saraceni, non c’è una politica di convivenza e di integrazione, ma se mai una politica di dominio e tendenza di distruzione della presenza musulmana stessa e alla acculturazione forzata sabato 21 aprile 12
  • 22. Insediamento La fondazione di vescovadi dotati di beni territoriali costituiva il primo inquadramento del territorio e degli uomini della terra appena conquistata Costituzione di alcune estese signorie laiche affidate a esponenti dell'aristocrazia imparentati o vicini agli Altavilla e di altri insediamenti di minore entità di lignaggi militari legati al conte da vincoli vassallatici. Favore accordato a gruppi di immigrati provenienti sia dal Mezzogiorno ancora profondamente greco e longobardo ma ormai sottoposto al potere normanno, sia da aree dominate da poteri signorili legati agli Altavilla. Quest'ultima componente della colonizzazione - i cosiddetti "lombardi" - si insediava nei centri urbani della fascia centrale dell'isola e costituiva un elemento che si sarebbe mostrato decisivo nello sviluppare decise e violente iniziative di spossessamento dei proprietari e dei coltivatori musulmani Negli anni 1160 iniziarono i pogrom "longobardi" contro i musulmani che in Sicilia furono sempre più separati dai cristiani. La maggior parte delle comunità musulmane dell'isola fu confinata oltre una frontiera interna che divideva la metà sud-occidentale dell'isola dal cristiano nord-est. I musulmani siciliani erano una popolazione sottomessa, che dipendeva dalla benevolenza dei padroni cristiani e in ultima analisi, dalla protezione reale. sabato 21 aprile 12
  • 23. Evoluzione Gli abitati musulmani sono i casali: strutture abitative aperte dove non esiste un tessuto difensivo, se non nei momenti di crisi finale della monarchia normanna quando la popolazione musulmana si ribella La maggior parte della popolazione rurale musulmana, in genere ridotta alla condizione di villani, era minaccia dalla colonizzazione latina e cristiana. Nei centri urbani invece il ceto dei proprietari musulmani spesso mantiene condizioni privilegiate, dato che i funzionari musulmani venivano arruolati nei quadri dell'amministrazione comitale A ogni rottura degli equilibri di corte, a ogni crisi dinastica politica, quando l’elemento della corte (quello che ha interesse al sincretismo e alla coesistenza) va in crisi, si scatenano le forze dei colonizzatori cristiani con distruzioni massicce, massacri, rioccupazioni di terre e di abitati sabato 21 aprile 12
  • 24. dis-Equilibri mediterranei Stretti legami politici e culturali stabilitisi tra Ruggero II e il califfato fatimide: corrispondenza epistolare con il califfo al-Hafiz; frequenti scambi di doni; presenza di esperti diplomatici egiziani presso la corte palermitana Dal 1117 dalla Sicilia ripetute spedizioni militari avevano stabilito un rapporto egemonico con la Tunisia, ponendo capisaldi normanni in territorio africano Post 1130 rapida accelerazione:nel 1135 veniva conquistata Gerba, mentre nel 1147-48 era la volta di Tripoli, Susa, Sfax. Ripresa di un orientamento aggressivo nei confronti dei territori dell'Impero d'Oriente. La flotta siciliana rispondeva all'offensiva bizantina su Antiochia - che Ruggero rivendicava - attaccando e prendendo Corfù, per poi stabilire basi di scorrerie presso Corinto e Tebe (1137), minacciando anche la sicurezza dei traffici veneziani. Gli orientamenti anti-bizantini del nuovo re di Sicilia rispondevano anche alla realizzazione di un accordo fra i due Imperi in funzione anti-normanna sabato 21 aprile 12
  • 25. dis-Equilibri mediterranei fra 1158 e 1160 i domini africani non resistettero alla riconquista musulmana spedizioni in Egitto (a Damietta e Alessandria) si rivelarono successi effimeri di fronte alla rinnovata potenza del Saladino, che nel 1176 bloccava ogni iniziativa militare normanna in quell'area. Altri insuccessi sul fronte bizantino, pochi anni dopo, evidenziavano le difficoltà crescenti della macchina bellica siciliana, e conducevano alla stipula di una tregua con l'Impero orientale (1189). Contemporaneamente si concedevano forti privilegi doganali a Genova e Venezia che inserivano pienamente il Mezzogiorno nei circuiti commerciali occidentali, offrendo alle economie settentrionali piazze operative estremamente vantaggiose. L’orbita commerciale e culturale è ormai quella occidentale. Tendenza a inserire l'aggressività del regno del Mezzogiorno in un quadro più vicino a quello ormai stabilizzato del confronto con l'Oriente musulmano proprio della cristianità occidentale sabato 21 aprile 12