2. Premesse
Durante il processo di consolidamento del ducato di Normandia, i Normanni avevano
pienamente acquisito e rafforzato alcune caratteristiche strutturali e culturali propriamente
franche. In particolare il carattere di subordinazione al potere centrale, basato sul
vincolo di fedeltà feudale con il duca e del duca con il re
Da tale vincolo discendeva la particolare concezione dell’autorità e del potere dei
singoli ufficiali pubblici e, di conseguenza, del possesso della terra: entrambe
apparivano concesse per delega regia, sulla base del riconoscimento reciproco
dell’autorità regia stessa e dell’efficienza del servizio a lui prestato dai funzionari. In questo
modo il re appariva il proprietario di tutta la terra del ducato, la quale veniva concessa, di
generazione in generazione, alle famiglie dei suoi funzionari.
Una tale concezione piramidale della società fu l’elemento nuovo che venne
impiantato nelle terre di nuova migrazione, portando alla costituzione del regno inglese e
del regno dell’Italia meridionale, il quale si strutturò - a differenza di quanto avveniva nel
resto d’Italia - secondo i parametri di funzionamento delle monarchie europee.
sabato 21 aprile 12
3. Il dominio dell’Italia meridionale
Le campagne normanne condussero nel corso di pochi decenni allo stabilimento di un
potere unitario in tutto il Sud della penisola e in Sicilia al posto della
frammentazione nei diversi potentati bizantini e longobardi nella penisola e al dominio
musulmano nell'isola
Esito: omogeneizzazione dell'area mediterranea dell'Italia con la società
europea dei secoli centrali del medioevo. Radicale dislocamento del Mezzogiorno
dall'area di civiltà orientale delle grandi potenze bizantina e musulmana a quella
dell'Europa di derivazione romano-germanica e franca
Il passato diverso condizionò comunque le forme della vita associata e del potere per
secoli, conferendo alle regioni meridionali e alla Sicilia dei caratteri originali
nell'ambito della civiltà medievale europea
Ruolo importante nel complessivo rovesciamento dei rapporti di forza che
l'Occidente attuò nei confronti dell'egemonia orientale - bizantina e musulmana - nel
quadro mediterraneo
sabato 21 aprile 12
4. Il legame col Papato
Uno strettissimo legame si instaurò immediatamente dopo il primo insediamento dei
capi normanni fra la contestazione delle pretese imperiali da parte del Papa romano,
l'occidentalizzazione della comunità cristiana meridionale, l'affermazione della ierocrazia
pontificia e la crescita del potere territoriale dei nuovi signori del Mezzogiorno. Senza questo
riferimento, l'intera vicenda normanna non avrebbe superato probabilmente i confini
dell'impianto di alcune modeste signorie nelle terre meridionali, non dissimili da quelle di
derivazione bizantina e longobarda esistenti nell'XI secolo (P. Corrao)
Dopo l'iniziale contrapposizione del papa, prevalsero alla curia papale le tendenze dei
riformatori, che vedevano con favore l'eliminazione del dominio degli
"scismatici" bizantini sulle terre del Mezzogiorno. Dopo la sconfitta militare subita dal
Papa (Civita, 1053), un accordo (Melfi, 1059) conferiva al Guiscardo il titolo di duca di
Puglia e Calabria.
L'investitura della contea di Sicilia data da Papa Nicola II a Melfi: dalla sottrazione di quella
terra ai "nemici della fede" sarebbe derivata la maggiore fortuna degli Altavilla. A
differenza dell'insediamento originario nel Mezzogiorno peninsulare, la penetrazione in
Sicilia avveniva in un territorio che, una volta occupato, costituiva interamente bottino di
guerra, disponibile per il titolare della conquista.
sabato 21 aprile 12
5. La conquista della Sicilia
Quando la dominazione normanna si volse verso la conquista della Sicilia lo fece per
liberare dalla dominazione musulmana «li Christiani et li Catholici»:
sul piano simbolico l'impresa siciliana attribuiva ai Normanni un ruolo di difensori
della fede cristiana che anticipava la figura del crociato (1063 conquista di Cerami,
Ruggero ottiene il vessillo di San Pietro); posizione di eminenza incontestabile fra i
cavalieri normanni; imprese presentate dalla propaganda cronachistica come lotte contro
gli infedeli.
difficoltà per la spartizione delle terre tra i nuovi venuti e la necessità di reclutare la
propria classe dirigente (sia laica, sia ecclesiastica) tra gli esponenti di gruppi etnici
diversi dai Normanni.
il numero dei Normanni che si erano stabilmente insediati sull’isola era infatti
estremamente esiguo e articolato in gruppi di varia origine e provenienza, con mentalità e
abitudini diverse.
L’unione formale dei domini continentali e della Sicilia avvenne soltanto nel 1128,
attraverso l’investitura concessa da papa Onorio II a Ruggero II d’ Altavilla, il quale,
l’anno successivo, costrinse i signori di Puglia e di Calabria a giurare fedeltà a lui e ai suoi
due figli.
sabato 21 aprile 12
6. Apparato ideologico e mito
Nell’apparato politico ideologico della monarchia normanna vi sono richiami alle
tradizioni di governo bizantine e musulmane.
Mito che si è sedimentato nella storiografia e anche nella cultura comune
siciliana di un multiculturalità e sincretismo che sarebbero stati le cifre
caratteristiche della monarchia normanna. Questo imposterebbe la società
normanna come una società in cui si realizzerebbe una convivenza di più culture che
trovano punti di raccordo e di assimilazione reciproca Sono miti profondamente
radicati che invece vanno rivisti.
Prodotti della cultura alta (di corte) il sincretismo si riscontra indubbiamente ma non
va dimenticata che lo spirito della conquista è uno spirito di crociata, di
“reconquista”, fortemente presente nell’intera esperienza normanna
Non possiamo fermarci alla dicotomia assimilazione/integrazione: il problema è
molto più complesso dato che l’esperienza normanna la possiamo vedere come una
lunga marcia verso una piena immissione nella cultura latina e cristiana
romana (è passato da poco lo scisma), ad esempio nei costanti tentativi di ricerca di
consenso e di alleanza col papato romano
sabato 21 aprile 12
7. L’incoronazione di Ruggero II
Passo definitivo verso la promozione della dinastia d’Altavilla alla carica regia
conferita da papa Anacleto II a Ruggero e ai suoi discendenti
nella notte di Natale del 1130 Ruggero venne solennemente unto con l’olio santo e
ricevette la corona regia del principe di Capua.
Nel mosaico della chiesa Martorana, Ruggero è raffigurato con l’abito imperiale
bizantino, mentre riceve le insegne regie direttamente da Cristo (in realtà delegato
pontificio dell’antipapa Anacleto).
A partire da questa data, la Sicilia diventa, sia dal punto di vista simbolico, sia da
quello politico e amministrativo, il vero e proprio centro organizzatore della
monarchia normanna.
sabato 21 aprile 12
8. Incoronazione di Ruggero II
Non si tratta di una auto-rappresentazione ufficiale
di Ruggero, ma di un’immagine che rispecchia il
modo in cui vedeva il suo re un alto personaggio
della corte: il “primo ministro” Giorgio di
Antiochia, intriso di cultura greca. L’ideologia
espressa nel mosaico era stata comunque
probabilmente concordata con Ruggero.
“re Ruggero” è scritto in greco
porta il costume da cerimonia dell’imperatore
bizantino, con il loros: la sciarpa che cinge le
spalle, i fianchi e l’avambraccio sinistro.
Ruggero è fermo in un atteggiamento di
preghiera.
L’immagine più alta di Cristo pone sul capo del
re una corona a pendenti di tipo bizantino. !
I volti di Cristo e del re sono simili: entrambi S. Maria dell' Ammiraglio (Martorana, Palermo)
Inizio degli anni quaranta del XII sec. Mosaico
derivano da un modello bizantino.
sabato 21 aprile 12
9. Mantello di Ruggero II 1133-1134
Kunsthistorisches
Museum Vienna.
!
Mantello da parata confezionato nella manifattura reale di Palermo. In seta rossa, è
ricamato a fili d'oro, smalto e perle. Ai lati di un palmizio stilizzato sono rappresentati due
leoni trionfanti, che sottomettono un cammello in atto di devozione. La figura del leone
che soggioga un animale è spesso associata alla rappresentazione della Fede vittoriosa. Il
trattamento iconografico qui è nettamente orientaleggiante. Lungo l'orlo un’iscrizione
ricamata in caratteri cufici glorifica il Re: ‹‹Questa fu fatta nell’officina reale (tiraz) per la
buona fortuna e l’onore supremo e la perfezione e la forza e il meglio e la capacità e la
prosperità e la custodia e la difesa e la protezione e la buona fortuna e la salvezza e la
vittoria e l’abilità. Nella capitale della Sicilia nell’anno 528 (dell’Egira) (1133-1134)››
sabato 21 aprile 12
10. La lingua
La popolazione conquistata dai Normanni è effettivamente una popolazione
multilingue, e la stessa classe dirigente normanna è multilingue: greca, araba,
latina. Esiste poi anche l’etnia ebraica che normalmente si esprime in arabo o
comunque usa l’alfabeto arabo.
In una situazione di questo genere l’uso di una molteplicità di lingue per
l’amministrazione e il governo è indispensabile.
L’arabo è la lingua del Dīwān dell'amministrazione, della finanza e della fiscalità dei
defetari, ossia dei registri dove viene registrata minuziosamente la proprietà demaniale
e signorile
Il greco è una lingua colta del clero almeno nella prima fase della monarchia e di
parte della corte e del governo. Le molte iscrizioni trilingue che si trovano in tutti i
palazzi del potere indicano quest’uso multilingue nell’affermazione e nella pratica di
governo
sabato 21 aprile 12
11. Monete, lingua e potere
Quarto di denaro o tarì coniata in Sicilia per ordine del "Duca
Roberto, illustre Signore di Sicilia" secondo l'iscrizione in arabo che
compare nel campo, sul diritto della moneta. La legenda circolare sul
bordo fornisce, sempre in arabo, un’indicazione di luogo e data "... in
!
Sicilia, nell’anno 464", del calendario islamico, corrispondente al 1072, Tarì di Roberto il Guiscardo
anno della presa di Palermo. L'iscrizione nel campo, sul rovescio, é 1072 d. C. 464 dell'Egira
un’invocazione ad Allah e al suo profeta e la legenda circolare
contiene un versetto di una sura coranica.
Quarto di denaro o tarì battuta all’inizio del regno di Ruggero II.
Le dimensioni e il peso sono identici a quelli dei tarì precedenti, ma si
osserva un’evoluzione nella battitura dei simboli. A rovescio, la "T" é
!
sostituita da una croce latina che suddivide il campo in quattro parti e
recante l’iscrizione in lingua greca "Gesù Cristo Vince". Sul diritto, il
testo in caratteri arabi attribuisce al re Ruggero due titoli, uno di
tradizione occidentale ma anche musulmana: "l’Immaginifico", l’altro
islamico: "l'Esaltato di Dio". La legenda sulle due facce menziona per !
la prima volta il nome con cui la città di Palermo era nota nel Tarì di Ruggero II
mediterraneo arabo: "Mâdina Siquillyya" (la Medina di Sicilia). 1130- 1140 d. C. 525 - 535
dell'Egira
sabato 21 aprile 12
12. Le scritte onorifiche
Iscrizione nel
Palazzo
Abatellis,
Palermo
!
Probabilmente faceva parte in origine della cornice di una porta nella Cappella
Palatina o nel Palazzo Regio. Sembra che i versi si riferiscano a un atto di omaggio
rivolto a re Ruggero.
Nel contenuto dell’iscrizione si rileva un riferimento esplicito ad un elemento del
rituale del pellegrinaggio alla Mecca (il bacio alla pietra nera incastrata nell’angolo
orientale) « ...graziosamente e ti affretterai a baciarlo e salutarlo /Ruggero ha
gareggiato con.... »
I musulmani Sunniti probabilmente si sarebbero scandalizzati di quest’uso sacrilego
del rito. Non così i sovrani fatimidi d’Egitto che incoraggiavano i loro sudditi ad
adorarli come autentici imam (discendenza da Fatima figlia di Muhammad). Da qui
l’ipotesi fondata che Ruggero si sia ispirato ai califfi egiziani per definire alcune
caratteristiche dei rituali di corte e dell’immagine stessa della monarchia.
sabato 21 aprile 12
13. Architettura
Monastero basiliano dei SS. Pietro e Paolo
fondato dal Gran Conte Ruggero (1116)
rinnovato dal protomaestro Gerardo il Franco
nel 1172.
Esempio di commistione stilistica nella Sicilia
normanna
Elementi greci: pianta basilicale a tre navate,
in asse con le absidi,composta da quattro
moduli centrici bizantini (due cupolati) lungo
l'asse longitudinale senza transetto con bracci
sporgenti.
Elementi islamici: i raccordi angolari delle
strutture ottagonali richiamano le muqarnas
Elementi normanni: all'esterno decorazioni
policrome, le merlature, le paraste con funzione
! di contrafforti e le torricelle.
SS. Pietro e Paolo, Casalvecchio (Vallata di Agrò) Messina
Tra 1116 e 1172
sabato 21 aprile 12
14. La Zisa
al-‘Azīza “la splendida”
Celeberrimo palazzo palermitano ai margini della città
all’interno in una grande riserva regia: grande palazzo
residenza modellato secondo i canoni dell’architettura
islamica siciliana e non solo, con giochi d’acqua e con un
rapporto esterno/interno e rappresentazione della
regalità che non mancò di suscitare scandalo presso i
viaggiatori cristiani
Fondazione nel 1165 sotto il regno di Guglielmo I (detto
"Il Malo"); termine sotto il suo successore Guglielmo II
(detto "Il Buono") (1172-1184)
Guglielmo II rappresentato come "re cristianissimo" ma
anche partecipe del permanere di abitudini musulmane
nella Corte: sempre più evidente il contrasto fra le
diverse tradizioni ideologiche e le diverse opzioni
culturali che avevano convissuto nella strutturazione del
regno e dei suoi apparati.
sabato 21 aprile 12
15. L'unico ciclo
pittorico su scala
monumentale del
periodo fatimide
che sia
sopravvissuto
integralmente nel
bacino del
Mediterraneo.
Palermo
Cappella Palatina
Soffitto ligneo
1131-1140
sabato 21 aprile 12
16. Influenza musulmana e regalità
Un apparato ideologico potente viene mobilitato dai Normanni a favore della
“regalità” che viene in gran parte mutuato (con formule e titoli) dalle analoghe forme
dell’Egitto fatimide.
Non si tratta quindi di formule e titoli che fanno parte della tradizione araba della
Sicilia, ma che di uno stato come quello egiziano tra i più avanzati dell’ambito
mediterraneo
I vari potentati islamici siculi che erano stati spazzati via dall’avanzata normanna non
avevano elaborato una concezione della regalità che fosse adeguata al ruolo che la
monarchia normanna intendeva costruirsi e legittimare
mentre lo stato fatimide, con la sua aspirazione a contrapporsi al califfato di Bagdad,
aveva elaborato un apparato ideologico fortemente caratterizzato dal senso della piena
sovranità e della esaltazione della regalità;
da qui la mutuazione di titoli, epigrafi, formule nella documentazione e scritte
sulle monete
sabato 21 aprile 12
17. Regalità normanna
Concezione piramidale del potere di impianto feudale (normanna)
Tradizione imperiale bizantina
Concezione occidentale e cristiana del re incaricato della difesa della pace, della
giustizia, della Chiesa
Caratterizzazione sacrale derivata dal possesso di prerogative ecclesiastiche in
relazione al ruolo di legato apostolico
Forte influsso delle suggestioni provenienti dai coevi sviluppi del califfato fatimide
d'Egitto
sabato 21 aprile 12
18. Dīwān e Dohana
Dīwān: in origine il registro del soldo delle milizie arabe e delle pensioni di Stato, poi il
termine designò qualsiasi pubblico ufficio amministrativo (nell’Impero Ottomano fu
sinonimo di consiglio). In Africa settentrionale e in Spagna aveva anche, nel XII sec., il
significato anche di ufficio e magazzino della ‘dogana’ (dall’arredo degli uffici orientali
costituiti soprattutto da sofà nacque il nostro ‘divano’).o
A Palermo la Dohana, termine ricalcato sull'arabo Dīwān, era un ufficio finanziario
dipendente dalla Gran Secrezia; era retta dai magistri Dohane, custodiva i libri divisarum e
aveva funzione di tesoreria regia; per operare sul territorio si serviva di funzionari
periferici, quali i baiuli e forse anche i forestarii.
L’apparato finanziario e fiscale funziona con la registrazione minuziosa e accurata delle
proprietà sia quella feudale sia quella del demanio. I Normanni lo derivano
direttamente dall’ufficio della Sicilia musulmana
La lingua della dohana è l’arabo, quella che si ritrova nei quaternioles, i registri dove viene
registrata minuziosamente la proprietà demaniale e signorile, strumento indispensabile
per la monarchia
sabato 21 aprile 12
19. Influenza greca
Un veicolo di questa importazione è il ceto dirigente in particolare quello ecclesiastico. Le
famiglie egemoni, gli Altavilla, hanno un particolare favore per il clero e le fondazioni
ecclesiastiche greche.
Non dobbiamo però pensare che questo attesti una sorta di continuità rispetto all’antica
dominazione della Sicilia, perché il dominio musulmano aveva completamente
scompaginato e modificato le cose. Si tratta invece di importazioni dalle conquiste
peninsulari dei capi normanni: dall’Italia peninsulare gli Altavilla importano nell’isola
abitudini di governo e personale influenzato dalla presenza greca nel Meridione
Nonostante il forte influsso del clero bizantino (es. Giorgio di Antiochia) nella prima fase
della monarchia, si registra nel tempo una sempre più decisa sostituzione, un deciso
orientamento della curia reale verso il clero latino.
Avendo il titolo di Legato Apostolico, Ruggero (I) aveva facoltà di nominare i vescovi
dell'isola e di indossare l'abito ecclesiastico: motore dell'acculturazione cristiana delle genti
musulmane della Sicilia
Al favore verso chiese e abbazie di tipo greco si sostituisce quello verso vescovadi, abbazie e
monasteri di tipo latino
sabato 21 aprile 12
20. Giorgio di Antiochia
Un greco-melchita, di Antiochia, andò al servizio del
sultano ziride Tamīm ibn Muˁizz. Scontratosi con il
figlio di Tamīm cercò rifugiò nella Sicilia cristiana e
trovò impiego presso il conte normanno Ruggero.
Fu impiegato come ambasciatore in missioni presso la
corte fatimide egiziana. Guadagnò il titolo di familiaris
della corte e, nel 1123, divenne il secondo in comando
della flotta di Christodulus. Dal 1127 sostituì
Chrisotodulus nella posizione di Emiro (comandante)
di Palermo.
Ruolo importante per la piena sottomissione della
Puglia e della Calabria, tendenzialmente autonome
rispetto al potere di Palermo dopo la successione di
Ruggero. Sottomissione di Amalfi. Nel 1132 gli fu
concesso il titolo di amiratus amiratorum, probabilmente Emiro degli Emiri, ossia "Comandante dei
Comandanti".
Ruoli di comando nell'attacco all'Impero bizantino e nella conquista dell'Ifrīqiya
sabato 21 aprile 12
21. Sicilia - Penisola iberica
Situazione opposta.
Nell’esperienza iberica: a corte non c’è nessun sincretismo mentre nel tessuto del
regno le comunità abitative musulmane coesistono effettivamente con i
dominatori, i signori e le città di fondazione cristiana o ripopolate dai cristiani.
In Sicilia il sincretismo è riconoscibile solo nell’ambiente di corte. Nella stessa
composizione e personale di governo: forte presenza nel personale sia musulmana sia
bizantina Se usciamo dalla corte, e andiamo nel regno: subordinazione dei villani,
coltivatori saraceni, non c’è una politica di convivenza e di integrazione, ma se mai una
politica di dominio e tendenza di distruzione della presenza musulmana stessa e alla
acculturazione forzata
sabato 21 aprile 12
22. Insediamento
La fondazione di vescovadi dotati di beni territoriali costituiva il primo inquadramento
del territorio e degli uomini della terra appena conquistata
Costituzione di alcune estese signorie laiche affidate a esponenti dell'aristocrazia
imparentati o vicini agli Altavilla e di altri insediamenti di minore entità di lignaggi militari
legati al conte da vincoli vassallatici.
Favore accordato a gruppi di immigrati provenienti sia dal Mezzogiorno ancora
profondamente greco e longobardo ma ormai sottoposto al potere normanno, sia da aree
dominate da poteri signorili legati agli Altavilla. Quest'ultima componente della
colonizzazione - i cosiddetti "lombardi" - si insediava nei centri urbani della fascia centrale
dell'isola e costituiva un elemento che si sarebbe mostrato decisivo nello sviluppare decise e
violente iniziative di spossessamento dei proprietari e dei coltivatori musulmani
Negli anni 1160 iniziarono i pogrom "longobardi" contro i musulmani che in Sicilia furono
sempre più separati dai cristiani. La maggior parte delle comunità musulmane dell'isola fu
confinata oltre una frontiera interna che divideva la metà sud-occidentale dell'isola dal cristiano
nord-est. I musulmani siciliani erano una popolazione sottomessa, che dipendeva dalla
benevolenza dei padroni cristiani e in ultima analisi, dalla protezione reale.
sabato 21 aprile 12
23. Evoluzione
Gli abitati musulmani sono i casali: strutture abitative aperte dove non esiste un
tessuto difensivo, se non nei momenti di crisi finale della monarchia normanna
quando la popolazione musulmana si ribella
La maggior parte della popolazione rurale musulmana, in genere ridotta alla
condizione di villani, era minaccia dalla colonizzazione latina e cristiana.
Nei centri urbani invece il ceto dei proprietari musulmani spesso mantiene condizioni
privilegiate, dato che i funzionari musulmani venivano arruolati nei quadri
dell'amministrazione comitale
A ogni rottura degli equilibri di corte, a ogni crisi dinastica politica, quando
l’elemento della corte (quello che ha interesse al sincretismo e alla coesistenza) va in
crisi, si scatenano le forze dei colonizzatori cristiani con distruzioni massicce,
massacri, rioccupazioni di terre e di abitati
sabato 21 aprile 12
24. dis-Equilibri mediterranei
Stretti legami politici e culturali stabilitisi tra Ruggero II e il califfato fatimide:
corrispondenza epistolare con il califfo al-Hafiz; frequenti scambi di doni; presenza di
esperti diplomatici egiziani presso la corte palermitana
Dal 1117 dalla Sicilia ripetute spedizioni militari avevano stabilito un rapporto
egemonico con la Tunisia, ponendo capisaldi normanni in territorio africano
Post 1130 rapida accelerazione:nel 1135 veniva conquistata Gerba, mentre nel
1147-48 era la volta di Tripoli, Susa, Sfax.
Ripresa di un orientamento aggressivo nei confronti dei territori dell'Impero
d'Oriente. La flotta siciliana rispondeva all'offensiva bizantina su Antiochia - che
Ruggero rivendicava - attaccando e prendendo Corfù, per poi stabilire basi di
scorrerie presso Corinto e Tebe (1137), minacciando anche la sicurezza dei traffici
veneziani.
Gli orientamenti anti-bizantini del nuovo re di Sicilia rispondevano anche alla
realizzazione di un accordo fra i due Imperi in funzione anti-normanna
sabato 21 aprile 12
25. dis-Equilibri mediterranei
fra 1158 e 1160 i domini africani non resistettero alla riconquista musulmana
spedizioni in Egitto (a Damietta e Alessandria) si rivelarono successi effimeri di fronte
alla rinnovata potenza del Saladino, che nel 1176 bloccava ogni iniziativa militare
normanna in quell'area.
Altri insuccessi sul fronte bizantino, pochi anni dopo, evidenziavano le difficoltà
crescenti della macchina bellica siciliana, e conducevano alla stipula di una tregua
con l'Impero orientale (1189).
Contemporaneamente si concedevano forti privilegi doganali a Genova e Venezia che
inserivano pienamente il Mezzogiorno nei circuiti commerciali occidentali, offrendo
alle economie settentrionali piazze operative estremamente vantaggiose. L’orbita
commerciale e culturale è ormai quella occidentale.
Tendenza a inserire l'aggressività del regno del Mezzogiorno in un quadro più vicino
a quello ormai stabilizzato del confronto con l'Oriente musulmano proprio della
cristianità occidentale
sabato 21 aprile 12