oggi si parla sempre più di sostenibilità andando ben oltre il “solo” consumo di CO2, includendo tutte le effettive sostanze rilasciate nell’aria. Per questa ragione, il raggiungimento dell’obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 entro il 2050 dovrà per forza includere interventi sulle strutture aeroportuali, responsabili per i restanti due terzi delle emissioni del settore.
Van Gogh e il “Buon Samaritano”: quando la compassione diventa solidarietà
Volare verso un futuro sostenibile: la trasformazione dei trasporti aerei
1. Andrea Mennillo
Volare verso un futuro sostenibile: la trasformazione dei trasporti aerei
Articolo
6 Marzo 2024
www.andreamennillo.org
2. Un Boeing 787 della Virgin Atlantic alimentato esclusivamente a carburante ecologico ha portato a termine,
per la prima volta nella storia per un volo commerciale a lungo raggio. Il 28 novembre 2023 il volo è partito
da Londra ed è arrivato a New York grazie a un carburante sostenibile (SAF - Sustainable Aviation Fuel),
composto principalmente da olio alimentare esausto e grasso animale di scarto.
Una notizia che forse non è paragonabile al primo volo del flyer dei fratelli Wright, ma è pur sempre una
svolta significativa per quanto riguarda l’aviazione e la sua transizione verso la sostenibilità. L’impatto
ambientale del settore aereo è un tema molto dibattuto, per cui viene naturale chiedersi quanto inquini
veramente il settore aereo. In realtà, solo un terzo delle emissioni totali del settore sono imputabili al
carburante, ambito che, peraltro, negli ultimi anni è migliorato tantissimo grazie a motori e soluzioni
all’avanguardia che hanno ridotto considerevolmente i consumi. Ad esempio, in trent’anni, cioè dal 1990 al
2020, si è stimato che l’adozione di motori sempre più efficienti abbiano permesso di ridurre le emissioni da
carburante del 43%, come emerge da uno studio dell’Associazione Tedesca per il Trasporto Aereo (BDL)1
.
Parallelamente, però, è cresciuta moltissimo la domanda di trasporto aereo e il numero dei voli è praticamente
triplicato, con una prospettiva di ulteriore crescita nei prossimi anni.
Teniamo presente che oggi si parla sempre più di sostenibilità andando ben oltre il “solo” consumo di CO2,
includendo tutte le effettive sostanze rilasciate nell’aria. Per questa ragione, il raggiungimento dell’obiettivo
di riduzione delle emissioni di CO2 entro il 2050 dovrà per forza includere interventi sulle strutture
aeroportuali, responsabili per i restanti due terzi delle emissioni del settore.
Pertanto, gli aeroporti, per adeguarsi ai nuovi standard sulle emissioni, dovranno sempre più investire in
ammodernamenti, in energia pulita (in particolare i pannelli fotovoltaici), in soluzioni di mobilità elettrica
interna e puntare su scelte che sfruttano l’economia circolare. In quest’ottica, nella ricerca di un futuro
sostenibile, vedo gli aeroporti più piccoli avvantaggiati rispetto ai grandi hub.
I “piccoli” scali, infatti, possono adeguarsi con costi e tempi sicuramente ridotti rispetto ai grandi hub, che
necessitano di interventi strutturali molto più impegnativi. Si tratta di un vantaggio importante anche alla luce
della mancata inclusione nel PNRR della mobilità aerea, scelta che fa mancare il supporto finanziario agli
interventi di efficientamento e rinnovamento delle strutture aeroportuali italiane, a prescindere dalla
dimensione.
Il PNRR è probabilmente un’occasione persa, ma l’urgenza degli adeguamenti non cambia. Anche la recente
COP28 che si è svolta a Dubai tra novembre e dicembre 2023 ha posto l’attenzione su questi temi, arrivando
a un accordo per la decarbonizzazione del trasporto aereo. Resta aperto il tema su come finanziare gli
interventi. Se mancano i capitali pubblici significa necessariamente che si può contare solo su capitali privati,
il che rende il processo un po’ più complicato. Infatti, la leva per ingaggiare potenziali investitori è quasi
esclusivamente quella del ritorno economico diretto del loro investimento, escludendo parametri di utilità
pubblica o di implementazione di politiche di sviluppo territoriale e nazionale, considerati invece negli
investimenti pubblici, al pari dei ritorni diretti. Però, laddove il potenziale di crescita è interessante, gli
1 fonte: https://www.bdl.aero/de/publikation/klimaschutzreport/
3. investitori privati potrebbero essere una soluzione molto positiva. Abbiamo hub medio-piccoli che hanno
avuto tassi di crescita di oltre il 100% nel 2022 rispetto ai numeri precedenti alla pandemia.
Sono realtà che potrebbero contribuire in misura rilevante alla crescita e allo sviluppo sostenibile di quei
territori che oggi sono ancora ai margini delle grandi direttrici di trasporto. Territori che tuttavia hanno un
potenziale turistico importante e, soprattutto, accolgono una buona parte delle piccole e medie imprese
presenti lungo la nostra penisola che, ricordiamolo, rappresentano oltre il 99% delle imprese italiane e pesano
per il 77% del valore aggiunto nazionale. [https://www.istat.it/storage/rapporti-
tematici/imprese2021/Rapportoimprese2021.pdf]
Andrea Mennillo
Fondatore e Direttore Generale, International Development Advisory
Presidente Fordham University London Centre Advisory Board
Presidente Riviera Airport