4. Fu presente alla lapidazione del diacono Stefano, sorvegliando i mantelli di coloro i quali lo lapidavano e approvando la sua morte. Quel giorno si scatenò una forte persecuzione contro la Chiesa di Gerusalemme e molti si dispersero per le regioni di Giudea e Samaria, ad eccezione degli Apostoli (cfr. At 7,58. 8,1-2) Nonostante la persecuzione i seguaci di Gesù erano in aumento.
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12. Dopo un viaggio accidentato, Paolo arrivò a Roma nell’anno 61. Lì, in attesa del giudizio, rimase due anni in libertà vigilata. Viveva in una casa che aveva preso in affitto. In essa annunciava il Vangelo con forza e senza alcun disturbo (At 28,30). Nell’anno 63 fu liberato e probabilmente realizzò il suo proposito di arrivare fino in Spagna (cfr. Rm 15,24.28)
13. Nell’anno 64, Nerone accusò i cristiani di essere gli autori dell’incendio di Roma e scatenò una terribile persecuzione contro di essi. Paolo fu arrestato e morì martire a Roma, nell’anno 64 o 67 essendo decapitato per mezzo della spada sulla via Ostiense. I suoi resti riposano sotto l’altare nella Basilica Romana di San Paolo Fuori le Mura.
14. Nel suo apostolato Paolo, per amore di Cristo, sopportò numerosi pericoli e sofferenze. In una delle sue lettere dice: “ Tre volte tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta sono stato lapidato, tre volte ho fatto naufragio, ho trascorso un giorno e una notte in balìa delle onde. Viaggi innumerevoli, pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nella città, pericoli nel deserto, pericoli sul mare, pericoli da parte di falsi fratelli; fatica e travaglio, veglie senza numero, fame e sete, frequenti digiuni, freddo e nudità. E oltre a tutto questo, il mio assillo quotidiano, la preoccupazione per tutte le Chiese”. (2Cor 11, 23-28).