La nuova Politica Agricola Comune (PAC). I perché della riforma. Pac come simbolo dell'integrazione europea. Le novità più importanti: aiuti diretti e sviluppo rurale. Le risorse assegnate
2. La nuova Politica Agricola Comune (PAC)
Il 20 novembre 2013 il Parlamento Europeo approva in via
definitiva i Regolamenti della nuova Politica Agricola
Comune (PAC), in vigore per il settennio 2014-2020.
È la prima volta che la PAC è approvata con la procedura di
codecisione, dal Parlamento Europeo e dal Consiglio dell’UE.
È stata il frutto di trattative lunghe due anni, iniziate a ottobre
2011, quando la Commissione Europea ha presentato le
proposte dei nuovi Regolamenti.
3. Perché la riforma?
! Per adeguare la PAC a una UE allargata a 28 Stati
Membri e per rispondere alle nuove sfide
dell’agricoltura: salvaguardia dell’ambiente, sicurezza
alimentare, innovatività e competitività sui mercati
mondiali.
! Per allineare la PAC al Quadro Finanziario Pluriennale
UE 2014-2020 e alle nuove esigenze di bilancio.
4. La PAC, simbolo dell’integrazione europea
! Era presente già nei Trattati istitutivi della Comunità
Economica Europea (CEE) del 1957.
! È stato il primo settore comunitarizzato, di
competenza esclusiva delle Istituzioni UE.
! È costituita da Regolamenti, direttamente applicabili in
tutta l’UE.
La sua portata va al di là dell’Agricoltura, poiché
coinvolge diversi settori correlati: salubrità e qualità
degli alimenti, cura del paesaggio e salvaguardia
dell’ambiente, tutela delle comunità eccetera.
5. 1957
! Incrementare la
produttività dell’agricoltura
e la sua redditività, per un
tenore di vita equo degli
agricoltori.
! Stabilizzare i mercati e
garantire la sicurezza degli
approvvigionamenti.
! Garantire prezzi ragionevoli
per i consumatori.
Gli obiettivi
Oggi
! Sicurezza alimentare,
per rispondere alle esigenze
di una popolazione
mondiale che toccherà
quota 9 miliardi nel 2050.
! Sostenibilità della
agricoltura e capacità di
far fronte alle sfide del
cambiamento climatico.
! Tutela delle zone rurali
e mantenimento delle
economie agricole.
6. 1962 Nasce la PAC
Obiettivo: tutelare il mercato.
Per questo sono istituite le
Organizzazioni Comuni dei Mercati
(OCM) che garantiscono, in tutta
Europa, prezzi unitari e protetti
dalla concorrenza mondiale, tramite
dazi e sostegno alle esportazioni.
Limiti: l’atteggiamento protezionista
e l’isolamento del mercato europeo
dalla concorrenza mondiale frenano
l’ammodernamento delle aziende
agricole, con danno ai consumatori.
PAC: una panoramica storica
Anni ’80 Primi aggiustamenti
Non una riforma organica, ma
una serie di provvedimenti
per risolvere le criticità più
evidenti, prima tra tutte quella
delle eccedenze alimentari.
7. Cambia l’impostazione: non più sostegno al mercato ma agli
agricoltori.
Punti principali
! Riduzione dei prezzi agricoli garantiti e compensazione degli
agricoltori con pagamenti per ettaro (non legati a quanto
producono, ma a cosa producono).
! Sostegno agli agricoltori che rispettano l’ambiente >
comincia ad affermarsi l’importanza della sostenibilità della
produzione agricola.
Questioni aperte
! Insostenibilità finanziaria della PAC.
! Mancanza di equilibrio tra sostegno al mercato e misure per
l’ambiente.
1992: la riforma Mac Sharry
8. ! Disaccoppiamento degli aiuti: i finanziamenti PAC sono
indipendenti dalle quantità prodotte e legati al numero di
ettari coltivati.
! Il sostegno è indipendente dalla produzione: gli
agricoltori possono decidere se e cosa produrre, adattando
l’offerta alla domanda.
PAC > da sostegno al prodotto
a sostegno al reddito dei produttori.
! Agli Stati Membri è lasciata ampia discrezionalità per
adattare la PAC alle condizioni specifiche del territorio.
! La Politica di Sviluppo Rurale, introdotta qualche anno
prima con Agenda 2000, diviene una parte importante della
PAC. Obiettivi: qualità degli alimenti, tutela dell’ambiente,
benessere degli animali e supporto ai giovani agricoltori.
2003: la riforma Fischler, un punto di svolta
9. Fattori interni
! Gli aiuti diretti (I pilastro) disaccoppiati hanno
corretto alcune distorsioni dei mercati agricoli, ma si
sono create forti diseguaglianze nella distribuzione.
! La Politica di Sviluppo Rurale (II pilastro) deve
essere migliorata, soprattutto negli aspetti applicativi.
2010-2011: perché un’altra riforma?
10. 2010-2011: perché un’altra riforma?
Fattori esterni
! La riforma del Quadro Finanziario Pluriennale
dell’UE: la PAC copre circa il 40% delle risorse UE > la
revisione del bilancio UE deve rivedere i meccanismi di
finanziamento dell’agricoltura.
! UE a 28 Stati: nell’Europa allargata i modelli di
agricoltura e i loro livelli di sviluppo sono molto
differenti. Bisognava introdurre aggiustamenti affinché
la PAC si adeguasse alle specificità nazionali.
! Il cambiamento climatico.
! L’emergenza della Sicurezza alimentare.
11. PAC 2014 - 2020: un lungo iter legislativo
12 ottobre
2011
La Commissione Europea presenta il Progetto di
riforma della PAC, basato sulla Comunicazione del
2010 “La PAC verso il 2020” e sugli esiti della
Consultazione pubblica. La proposta è legata alla
riforma Quadro Finanziario Pluriennale UE
2014-2020. Per la prima volta, inizia l’iter di
approvazione tra Parlamento Europeo, Consiglio UE e
Commissione Europea (cd. Triloghi). Le questioni
sulle quali gli Stati UE esprimono posizioni divergenti
sono diverse e le trattative divengono complicate
perché devono svolgersi contemporaneamente e
coerentemente a quelle del Bilancio UE.
Il negoziato si è concluso il 26 giugno. Qualche
piccolo aggiustamento ancora a settembre e il 20
novembre i 7 Regolamenti della nuova PAC sono
stati approvati dal Parlamento UE in prima lettura.
2013
13. Aiuti diretti (I pilastro)
! Sostegno solo agli agricoltori attivi (coloro che
praticano l’attività agricola). L’UE ha dato una definizione
per difetto, escludendo ad esempio società sportive,
campi da golf, società immobiliari, aeroporti e stazioni
ferroviarie. Gli Stati UE sono liberi di restringere il campo
dei beneficiari.
! Stop agli aiuti disaccoppiati: sono sostituiti da un
nuovo sistema di pagamenti diretti, con una soglia
minima di aiuto agli agricoltori, per una distribuzione più
uniforme delle risorse sulla superficie agricola di ciascuno
Stato Membro/Regione.
! L’agricoltura deve essere produttrice di beni
pubblici, soprattutto ambientali: i beneficiari devono
adottare pratiche agricole in linea con la tutela
dell’ambiente e del clima.
14. Aiuti diretti (I pilastro)
! Convergenza: entro il 2019 gli Stati Membri elargiranno
aiuti uniformi (flat rate) a livello nazionale o regionale su
tutte le superfici agricole.
Per non penalizzare le produzioni specializzate, che
richiedono maggiori risorse e investimenti, è stato
introdotto un meccanismo di flessibilità per gli Stati
Membri: possono arrivare al flat rate gradualmente
prevedendo, al 2019, un pagamento minimo
obbligatorio per ettaro pari al 60% della media nazionale
o regionale, ma con la possibilità per lo Stato Membro di
limitare le perdite per ogni azienda al 30% del valore
iniziale.
15. Aiuti diretti (I pilastro)
Pagamenti verdi - Greening
È la seconda voce più
importante del massimale
nazionale della PAC.
Incide per il 30% del totale
delle risorse nazionali
disponibili.
Sono tre i criteri in base ai
quali vengono dati gli aiuti
verdi:
! diversificazione delle
colture;
! mantenimento dei prati e
pascoli permanenti
esistenti;
! aree di interesse ecologico.
Giovani agricoltori
È un pagamento annuale
supplementare della durata
massima di 5 anni, al quale
gli Stati Membri non possono
derogare.
Spetta ai titolari di aziende
agricole con meno di 40
anni, con la possibilità per
gli Stati UE di introdurre
criteri ulteriori di
ammissibilità.
16. Aiuti diretti (I pilastro)
Altri pagamenti facoltativi
I Governi nazionali possono dedicare parte del proprio
massimale nazionale al finanziamento specifico di altre attività:
! Piccoli agricoltori: pagamento forfettario, tra i 500 e i 1250
euro, che sostituisce i pagamenti diretti (aiuti di base e altri
correlati), con l’obiettivo di semplificare l’accesso agli aiuti per
le aziende agricole di minori dimensioni (minimo 1 ettaro).
! Aree con vincoli naturali: aiuto annuale per le aziende
agricole che si trovano, in tutto o in parte, in zone
sottoposte a vincoli ambientali. Lo Stato può destinare fino
al 5% del massimale nazionale e scegliere di supportare
solo alcune Regioni e/o zone con caratteristiche specifiche.
! Sostegno accoppiato volontario: aiuto supplementare a
coltivazioni che gli Stati considerano strategiche per ragioni
economiche, sociali e/o ambientali o che stanno
affrontando particolari difficoltà (cereali, lino, canapa, riso,
prodotti lattiero-caseari, olio d’oliva eccetera).
17. Sviluppo rurale (II pilastro)
È finanziato tramite il Fondo Europeo Agricolo per lo
Sviluppo Rurale (FEASR), con la compartecipazione degli Stati
Membri, per una percentuale minima del 20%.
La riforma PAC 2014-2020 ha inoltre introdotto il principio
della flessibilità tra pilastri, dando la possibilità agli Stati
Membri di trasferire allo Sviluppo Rurale fino al 15% delle
risorse annuali destinate agli aiuti diretti.
18. Sviluppo rurale (II pilastro)
Sei priorità
1. Promuovere il trasferimento
di conoscenze e innovazione.
2. Promuovere la competitività
in agricoltura e la redditività
delle aziende agricole.
3. Promuovere l’organizzazione
della filiera agroalimentare
e la gestione del rischio.
4. Preservare gli ecosistemi
dipendenti dall’agricoltura e
dalle foreste.
5. Incoraggiare l’uso efficiente
delle risorse e un’economia a
bassa emissione di carbonio.
6. Incentivare l’inclusione
sociale.
Tre obiettivi
1. Competitività del settore
agricolo.
2. Gestione sostenibile delle
risorse nazionali e azione
per il clima.
3. Sviluppo territoriale
equilibrato delle zone
rurali.
19. Riprende l’impostazione della programmazione precedente
(2007-2013). Gli Stati Membri e le Regioni elaborano le
proprie strategie e i propri Programmi di Sviluppo Rurale
(PSR), per adattare questa politica alle caratteristiche
specifiche dei territori.
Due novità
! La Politica di Sviluppo Rurale deve contribuire anche a
realizzare gli obiettivi degli altri fondi strutturali UE, in
particolare il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR)
e il Fondo Sociale Europeo (FSE), che sono gestiti in un
unico Quadro Strategico Comune (QSC).
! È possibile presentare alcuni Sottoprogrammi tematici
a sostegno, per esempio, delle filiere corte, delle zone
montante eccetera.
Programmazione dello Sviluppo rurale (II pilastro)