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[Nome della società]
Il passato intrecciato
- Origine dei
toponimi Finlandia e
Suomi
[Sottotitolo del documento]
Salvatore Giglio
[Data]
salvatore giglio
Il passato intrecciato
Origine dei toponimi Finlandia e Suomi
artigianato informatico napoletano edizioni
AIN EDIZIONI NAPOLI
SALVATORE GIGLIO
ORIGINE DEI TOPONIMI
FINLANDIA E SUOMI
FEBBRAIO 2024
PUBBLICAZIONE BASATA SUL CRITERIO DI
OPEN ACCESS E DI COPYLEFT
È CONCESSA LA TOTALE FRUIZIONE DEL TESTO
ESCLUSIVAMENTE PER FINI DI STUDIO O DIVULGAZIONE
NON A SCOPO DI LUCRO
E CHE NON SIA ALTERATO PER
DIFFONDERE NOTIZIE FALSE
CONTENUTI VIOLENTI, RAZZIALI, OFFENSIVI
VEICOLARE MALWARE E VIRUS
Un saggio su di un particolare
aspetto tutto finlandese: un Paese
con due nomi. FINLANDIA,
un’espressione formatasi tra chi lo
osservava dall’esterno. SUOMI, un
nome concepito, e percepito come
identità nazionale, da coloro che da
sempre vivono in questo splendido
territorio.
Un omaggio dell’autore ad un Paese
simbolo di libertà, indipendenza,
progresso e cultura accessibile a
tutti.
Il titolo e l’immagine di copertina
sono di BING Image_Creator (DALL
E3). Era stato chiesto in chat all’AI di
elaborare un disegno sul tema
“Origine dei toponimi Finlandia e
Suomi” ed essa ha sviluppato sia il
titolo che l’immagine riproducente
un albero maestoso con le radici che
si intrecciano da un lato con antichi
simboli (rune e segni tribali)
figurando così l’esotoponimo
Finlandia, e dall’altro con elementi
allegorici naturali in rappresentanza
del legame tra la popolazione
finlandese e la natura, concetto alla
base dell’endotoponimo Suomi
Elaborazione del 3 marzo 2024.
AIN EDIZIONI NAPOLI
SALVATORE GIGLIO
IL PASSATO INTRECCIATO
ORIGINE DEI TOPONIMI
FINLANDIA E SUOMI
MARZO 2024
PUBBLICAZIONE BASATA SUL CRITERIO DI
OPEN ACCESS E DI COPYLEFT
È CONCESSA LA TOTALE FRUIZIONE DEL TESTO
ESCLUSIVAMENTE PER FINI DI STUDIO O DIVULGAZIONE
NON A SCOPO DI LUCRO
E CHE NON SIA ALTERATO PER
DIFFONDERE NOTIZIE FALSE
CONTENUTI VIOLENTI, RAZZIALI E OFFENSIVI
VEICOLARE MALWARE E VIRUS
MATERIALI PRELIMINARI
Immagine generata da BING AI Image_Creator (DALL E3) sul tema:
“Disegno, in stile bozzetto a matita non colorato, di un set da scrivania vintage”.
Immagine realizzata il 9 febbraio 2024
Salvatore Giglio
II
Indice
Premessa.........................................................................................................................................IV
Introduzione ....................................................................................................................................V
Notazioni linguistiche adottate nel testo .........................................................................................V
Comprendere il Linguaggio attraverso etnonimi, toponimi, significanti e significati ................. VII
Vere e proprie fotografie .......................................................................................................... VII
Etnonimi e toponimi................................................................................................................VIII
Significato e significante.........................................................................................................VIII
L’esotoponimo FINLANDIA...............................................................................................................1
FINLANDIA per… i finlandesi...........................................................................................................1
FINLANDIA per tutti gli altri..............................................................................................................3
Riflessioni conclusive ......................................................................................................................4
I Fenni di Tacito...................................................................................................................................5
Etimologia di Fenni .........................................................................................................................8
I Finni di Claudio Tolomeo................................................................................................................10
Gli Screrefennae, i Finnithae e i Mitissimi Finni di Jordanes ...........................................................13
Dal Getica ......................................................................................................................................17
Gli Screrefennae.............................................................................................................................18
L’etimologia...............................................................................................................................18
Un forum di archeologia, “Castore”, il Widsith e l’antico verbo scriþan..................................18
Il verbo hreran ...........................................................................................................................19
Nel Dalarma la loro origine .......................................................................................................20
I Finnaithae di Giordane nell’analisi del Prof. Malte Areskoug....................................................21
Il Finnveden e un lago a forma di… timone ..............................................................................21
L’ipotesi dei sentieri...................................................................................................................23
Reportage fotografico di Per Blomberg sui sentieri del popolo Finnaithae..............................24
I sentieri del… desiderio............................................................................................................25
L’ipotesi dei cacciatori – raccoglitori.........................................................................................25
Le fantastiche descrizioni di Adamo da Brema .............................................................................26
Gli Scritefinnis di Adamo da Brema ..........................................................................................27
Approfondimento: toponomastica e religione................................................................................28
Magia, stregoneria e giurisprudenza medievale svedese ...........................................................29
Un riferimento geografico: la collinetta di Bergs klätt ..................................................................32
I Mitissimi Finni.............................................................................................................................34
Una “mosca bianca”...................................................................................................................34
Il parere degli antropologi di fine Ottocento..............................................................................34
L’analisi di Tuomo Pekkanen.........................................................................................................38
Una questione di genere? ...............................................................................................................39
L’endotoponimo SUOMI .....................................................................................................................41
Teorie su teorie e tanta confusione.............................................................................................41
L’analisi della radice “suo-”.......................................................................................................42
“suo-”: un potenziale collegamento tra FINLANDIA, SUOMI e… Napoli!...................................42
I cariceti: la culla dell’agricoltura finlandese.............................................................................44
Vestiti di… squame?!.................................................................................................................45
IL PASSATO INTRECCIATO - Origine dei toponimi “Finlandia” e “Suomi”
III
Suomi, Sami, Samland… Echi dell’antico culto della Madre Terra..............................................47
La teoria (poi rivista) di Petri Kallio..............................................................................................49
Il punto di vista di Unto Salo .....................................................................................................50
Suomi o Finlandia? ............................................................................................................................53
Anche la BBC… in cerca di notizie sui toponimi..............................................................................56
Bibliografia & Sitografia ...................................................................................................................63
Salvatore Giglio
IV
Premessa
Per chi abita nei Paesi dell’Europa meridionale guardare al passato preistorico sembra cosa facile,
quasi immediatamente accessibile, data la copiosa quantità di testimonianze archeologiche reperite
in ogni dove tanto che, spesso e volentieri, esse vengono addirittura dimenticate nei sotterranei dei
musei o, peggio ancora, abbandonate in precari capanni realizzati provvisoriamente nei pressi degli
stessi scavi archeologici, esposti alla mercè di chiunque.
Le cose assumono verso completamente opposto nell’estremo nord del continente dove la
mancanza di testimonianze del passato è da collegarsi ad una serie di fattori:
• I tempi imposti dalla natura, con il lento scongelamento di certe regioni protrattosi per secoli
rispetto al resto del continente che ha favorito la comparsa di tratti culturali improntati
soprattutto sul nomadismo, ritardando di almeno un millennio l’avvento dello stanzialismo
agricolo e la conseguente urbanizzazione del territorio.
• L’adozione di un sistema costruttivo quasi completamente basato sul legno, quindi di
estrema fragilità e di breve durata.
• Un deciso ritardo nell’uso della scrittura da parte di quelle popolazioni.
• Una costante instabilità politica che ha caratterizzato profondamente soprattutto i Paesi
balto-finnici.
Questo complesso di cose ha interferito pesantemente sia con la sedimentazione/conservazione
di elementi culturali del passato che con lo studio e la ricostruzione approfondita dello sviluppo
iniziale di quelle popolazioni.
Chi si accinge ad intraprendere un percorso di ricerca, per studio o per passione, verso le origini
di quei Paesi è bene che sappia sin da subito che dovrà fare i conti in primis con gli ostacoli posti
dalle lingue, e poi con una sorta di “nebbia storica” che avvolge quasi del tutto i primi giorni di
vita di quei luoghi.
Un esempio concreto di questo stato di cose è proprio la Finlandia. Un territorio conteso per un
millennio tra Svezia e Russia, in cui l'arrivo del cristianesimo ha cancellato quasi del tutto, in termini
antropologici, il ricchissimo patrimonio culturale preesistente. Il graduale avvento del colonialismo
esercitato da parte di popolazioni germaniche poi ha confinato nell'estremo nord del Paese quelli che
di diritto potremmo definire "nativi finlandesi", cioè i Sami. Circa il profilo storico solo con la
fondazione di Turku, nel 1310 circa, cominciano a comparire documentazioni scritte di rilievo mentre
nel frattempo il meraviglioso passato di quei territori veniva cancellato, sovrascritto, "formattato" per
usare un'immagine che renda pienamente l'idea legata ai nostri giorni.
Questo umilissimo e incompleto lavoro è solo un omaggio per la Finlandia, una terra che ho sentito
subito mia! L’ho svolto nella piena consapevolezza di essere un ignorante, con la voglia di apprendere
la storia di questo Paese e per una viscerale ammirazione per la sua popolazione che ha una visione
della vita così simile alla mia: silenziosa, sobria, essenziale, operosa quanto basta, amante e rispettosa
della natura.
Vorrei sottolineare, e al tempo stesso ringraziare, la presenza di un prezioso collaboratore che si è
dimostrato impagabile in innumerevoli occasioni per un “ricercatore in solitaria” quale sono io: BING
AI della Microsoft. Il suo apporto nella traduzione ottimizzata in italiano di interi documenti da lingue
come il finlandese, lo svedese e il norvegese, il suo enorme talento nel realizzare immagini belle,
suggestive, verosimili per commentare un titolo, una narrazione così come il suo incoraggiamento
nei momenti di sconforto e la sua supervisione sempre oggettiva sono stati quella marcia in più che
ha permesso di portare a termine questa complessa sezione. Chi oggi affronta gli studi avvalendosi
della partecipazione di questa particolarissima forma di esistenza digitale, mai invasiva o supponente,
deve sentirsi assolutamente privilegiato.
IL PASSATO INTRECCIATO - Origine dei toponimi “Finlandia” e “Suomi”
V
Introduzione
L’oggetto di questa parte della mia ricerca consiste nell’indagare l'origine dei toponimi "Finlandia" e
"Suomi", cercando di offrire al lettore italiano una panoramica storica sulla formazione di questi due
nomi e sul motivo per cui questo Paese possieda ben due distinte denominazioni.
Per esporre al lettore delle informazioni attendibili e rintracciabili sono state utilizzate per questa
ricerca fonti provenienti dal mondo universitario e della ricerca scientifica mentre il testo è stato
corredato da numerosissimi collegamenti ipertestuali (inerentemente a nomi di autori, località,
fenomeni, ecc.) che conducono a ulteriori approfondimenti, rendendo questa ricerca un'esperienza
interattiva.
I prossimi paragrafi rappresentano, quindi, una sintesi delle principali teorie elaborate da archeologi,
linguisti e storici di fama internazionale nonché dal Kotimaisten kielten keskukses, ossia la massima
istituzione finlandese in campo linguistico omologa alla nostra meritevolissima Accademia della
crusca, custode della lingua italiana.
Notazioni linguistiche adottate nel testo
Il lettore si renderà subito conto che questa ricerca impiega, oltre che a dati storico-geografici, anche
dati linguistici. Ho deciso quindi di riassumere e spiegare i metodi di notazione dei lemmi qui adottati
per facilitare l'interpretazione dei dati. Mi sono avvalso di BING AI per questa rappresentazione che
parte con un suo disclaimer:
1. Parole ricostruite o ipotizzate non documentate In linguistica, un asterisco (*) posto prima
di una parola, ad es. *Finnithae, significa che si tratta di una forma non documentata
storicamente, ma che è un termine supposto o ricostruito. Questo uso è comune in linguistica
storica e in studi etimologici.
2. Presentazione dei Prestiti Linguistici In questo lavoro, i prestiti linguistici sono presentati
utilizzando il simbolo “>”. Questo simbolo indica la direzione del prestito, cioè da quale
lingua la parola è stata presa in prestito. La struttura generale di un prestito linguistico è la
seguente:
Lingua donatrice > Lingua ricevente: Parola originale > Parola presa in prestito
Ecco un esempio specifico:
Inglese > Italiano: "computer" > "computer"
In questo esempio, la parola inglese “computer” è stata presa in prestito dalla lingua italiana e
utilizzata con lo stesso significato.
3. Presentazione delle correlazioni e somiglianze linguistiche In alcuni casi, potrebbe essere
utilizzato il simbolo “<” in un determinato contesto etimologico. Questo simbolo non indica
un prestito linguistico diretto, ma piuttosto una possibile correlazione o somiglianza tra le
«Le informazioni fornite in questa pagina sono basate sulle conoscenze e le competenze di BING AI, che sono
state aggiornate fino a un certo punto nel 2021. Anche se BING AI si sforza di fornire informazioni sempre
accurate e aggiornate, non può garantire l’accuratezza o la completezza delle stesse. Inoltre, le informazioni
fornite non dovrebbero essere utilizzate come sostituto di consulenza professionale o di ricerca. Si consiglia
sempre di consultare fonti aggiuntive per confermare le informazioni fornite.».
Salvatore Giglio
VI
parole. Questo è spesso il caso quando le relazioni etimologiche sono incerte o speculative.
Ad esempio:
Lingua A < Lingua B: Parola A < Parola B
In questo esempio, la Parola A nella Lingua A potrebbe avere una correlazione o una
somiglianza con la Parola B nella Lingua B. Tuttavia, questo non implica necessariamente che
la Parola A sia derivata direttamente dalla Parola B. Facciamo adesso un altro esempio con
le seguenti parole:
Lingua Proto-Indoeuropea < Italiano: *h1réǵs < re
In questo esempio, la parola proto-indoeuropea *h1réǵs (che significa “re”) potrebbe avere
una correlazione o una somiglianza con la parola “re” in italiano. Tuttavia, questo non implica
necessariamente che “re” sia derivata direttamente da *h1réǵs.
4. Evoluzione di una parola o di un termine nel tempo “->” è un simbolo usato in linguistica
per indicare l’evoluzione di una parola o di un termine nel tempo. Questo simbolo mostra
come una parola, o un termine, si è trasformato o modificato nel corso della storia della lingua.
Ad esempio
“fenþn -> fenn -> finn” indica che la parola “fenþn” si è evoluta in “fenn” e poi in “finn”
nel corso del tempo.
5. Trattino in Prefissi/Suffissi “-“ Il trattino è un segno di interpunzione utilizzato in linguistica
per collegare un prefisso o un suffisso a una parola base o radice. Questo collegamento forma
una nuova parola o una forma di parola derivata. Ad esempio, in parole come “anti-
influenzale” o “felice-mente”, il trattino serve a unire il prefisso o il suffisso alla parola base.
L’uso del trattino può variare a seconda delle convenzioni grammaticali e tipografiche di una
lingua.
6. Uso della Pipeline (“|”) e Doppia Pipeline (“||”) Nel contesto di questo lavoro, che si basa
su traduzioni da vari dizionari etimologici, vengono utilizzati due simboli tipografici per
separare e organizzare le informazioni: la “pipeline” (“|”) e la “doppia pipeline” (“||”).
• Pipeline (“|”): Questo simbolo viene utilizzato per separare diverse accezioni, casi
linguistici o informazioni correlate di un determinato lemma o voce del dizionario. Ad
esempio, potrebbe essere utilizzato per separare le diverse definizioni di una parola o le
diverse forme di un verbo.
• Doppia Pipeline (“||”): Questo simbolo, che consiste in due pipeline poste una accanto
all’altra, viene utilizzato per indicare una separazione di un tipo diverso o di un livello
superiore rispetto alla singola pipeline. Ad esempio, potrebbe essere utilizzato per
separare gruppi di accezioni correlate o per indicare l’inizio di un nuovo gruppo o
famiglia linguistica.
L’uso di queste convenzioni tipografiche aiuta a rendere le informazioni presentate in questo lavoro
più chiare e facilmente comprensibili. Queste convenzioni sono state adottate in seguito all’analisi di
varie fonti, tra cui il Dizionario Etimologico Finlandese.
IL PASSATO INTRECCIATO - Origine dei toponimi “Finlandia” e “Suomi”
VII
Comprendere il Linguaggio attraverso etnonimi, toponimi, significanti
e significati
Dal momento che nelle prossime pagine analizzeremo fondamentalmente parole e sarò costretto ad usare frequentemente
una terminologia non di uso quotidiano. Intuendo inoltre che non tutti masticano il “linguistichese”, “antropoligichese” ed
“etnografichese”, ho chiesto a BING AI di creare delle spiegazioni sintetiche, dal taglio divulgativo, per chiarire cosa siano
“etnonimi” e “toponimi” nonchè la differenza tra “significato” e “significante”. Vediamo quali sono state le sue risposte.
Vere e proprie fotografie
Le parole, in linguistica, sono “contenitori di significato” e, non a caso, sono chiamati
“significanti” … Se nella maggior parte di essi il contenuto cambia, in altri, invece, si cristallizza
diventando così un remoto “fermo immagine”, un’istantanea immortalante un preciso aspetto o
momento della storia umana.
Ma cosa ci dicono oggi queste preziose “istantanee linguistiche” legate a etnonimi e toponimi?
Ci narrano di genti e luoghi persi nel tempo attraverso descrizioni sintetiche particolarmente
“realistiche”, soprattutto considerando che taluni “scatti” furono eseguiti in momenti storici del
tutto scevri da forme e finzioni diplomatiche, politiche e assolutamente privi di tutte quelle
mistificazioni mediatiche in cui oggi siamo totalmente immersi e assuefatti. Un tempo, insomma,
in cui quella lontana umanità sembra avere la stessa ruvida spontaneità tipica dei bambini nei
primi anni di vita.
Passiamo la parola a BING AI e vediamo come ha risposto ai due prompt1
che gli ho sottoposto:
I. «BING potresti definire in modo semplice cosa sono gli etnonimi ed i toponimi; potresti
spiegare anche la differenza tra endoetnonimi e esoetnonimi e tra endotoponimi ed
esotoponimi e, infine, indicare in quali discipline essi sono normalmente impiegati?».
1
Secondo il Vocabolario della lingua italiana Treccani 〈pròmt〉 agg., ingl. (propr. «pronto»), usato in ital. come s. m. – Nel linguaggio
dell’informatica, indicazione visiva, costituita da elementi testuali o grafici, anche mescolati fra loro, che compare sul monitor del computer per
segnalare all’utente che il sistema è in attesa di un comando. https://www.treccani.it/vocabolario/prompt/ URL consultato il 25 febbraio 2024
Figura 1. Due immagini realizzate da BING Image_Creator (DALL E3) rappresentanti i due concetti di esoetnonimo, a sinistra, ed
endoetnonimo, a destra, attraverso le metafore della foto scattata da uno straniero e il selfie
Salvatore Giglio
VIII
Etnonimi e toponimi
«Certo, Salvatore! Etnonimi e toponimi sono termini usati con maggiore frequenza nell’ambito
della linguistica, dell’antropologia e dell’etnografia, ma procediamo con ordine.
Il termine “etnonimo” è una parola composta che deriva dal greco ἔθνος (éthnos), che significa
“tribù”, e ὄνυμα (ónyma), che significa “nome”. In sostanza, un etnonimo è il nome di un popolo.
Può essere usato come sinonimo di “etnico”, designando quindi il nome degli abitanti di un Paese,
di una regione o di una città. Gli etnonimi possono essere di due tipi:
• endoetnonimo, quando è generato e/o utilizzato dalla stessa comunità cui si riferisce;
• esoetnonimo, quando è attribuito alla comunità da un altro popolo a essa esterna.
Il termine “toponimo” è una parola composta che deriva dal greco τόπος (tópos), che significa
“luogo”, e ὄνυμα (ónyma), che significa “nome”. In sostanza, un toponimo è il nome di un luogo
geografico. I toponimi possono essere di due tipi:
• endotoponimo, quando è usato in una determinata lingua per riferirsi a un luogo situato
all’interno della sua area linguistica;
• esotoponimo, quando è usato in una lingua per riferirsi a un luogo geografico esterno.
Vediamo adesso l’impiego di questi termini nelle seguenti aree disciplinari:
1. Linguistica: Gli etnonimi e i toponimi sono studiati in linguistica per comprendere le strutture
linguistiche e le convenzioni di denominazione utilizzate nelle diverse lingue. Ad esempio, gli
studiosi possono esaminare come gli etnonimi e i toponimi riflettono le caratteristiche grammaticali
o fonetiche di una lingua.
2. Antropologia: In antropologia, gli etnonimi e i toponimi possono fornire informazioni preziose
sulla cultura e sulla storia di un popolo. Ad esempio, gli etnonimi e i toponimi possono riflettere le
pratiche culturali, le credenze religiose, o gli eventi storici significativi di una comunità.
3. Etnografia: Nell’etnografia, gli etnonimi e i toponimi sono spesso utilizzati per comprendere le
interazioni tra le persone e il loro ambiente. Ad esempio, gli etnografi possono studiare come gli
etnonimi e i toponimi vengono utilizzati per navigare nello spazio fisico, o come riflettono le
relazioni sociali e di potere all’interno di una comunità.
Spero che queste spiegazioni ti siano utili!».2
II. «BING potresti definire in modo semplice i concetti di “significato” e di “significante”
indicando anche in quale ambito disciplinare essi trovano applicazione?».
Significato e significante
«Certo, Salvatore! I termini “significato” e “significante” sono concetti fondamentali nella
linguistica, in particolare nella semiotica, ossia lo studio dei segni e dei simboli.
• Il significante si riferisce alla forma fisica o materiale di un segno, che può essere una
parola scritta o pronunciata. Nel caso dell’etnonimo “Fenni”, il significante sarebbe la
sequenza di suoni ‘f-e-n-n-i’.
• Il significato, d’altra parte, è l’idea o il concetto che viene attribuito a quel segno. Nel
caso dell’etnonimo “Fenni”, il significato potrebbe essere l’immagine mentale o la
comprensione di questo gruppo etnico che si forma nella nostra, o nell’altrui, mente
quando leggiamo o pronunciamo la parola.
Spero che questa spiegazione ti sia utile!».3
2
Definizione elaborata da BING AI il 17 gennaio 2024. Per approfondimenti Cfr.:
1) https://it.wikipedia.org/wiki/Etnonimo; 2) https://www.treccani.it/vocabolario/etnonimo/;
3) https://it.wikipedia.org/wiki/Toponimo; 4) https://www.lingethnog.org/definition;
5) https://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0120240
3
Definizione elaborata da BING AI il 18 gennaio 2024. Per approfondimenti Cfr.: 1) https://papergraf.it/differenza-tra-significato-e-significante/; 2)
https://www.scuolissima.com/2012/10/significante-e-significato.html; 3) https://zeropost.it/2019/05/significante-e-significato.html
IL PASSATO INTRECCIATO - Origine dei toponimi “Finlandia” e “Suomi”
IX
È importante notare che la relazione tra significante e significato non è stabile o universale, ma è una
variabile dipendente4
dalla cultura, dall’esperienza personale e dal contesto sociale in cui si utilizza
il segno. Ciò significa che ci possono essere diverse interpretazioni del significato di “Fenni”, a
seconda della persona o del contesto in cui viene utilizzato.
Figura 2. Rappresentazione simbolica di “significato” e “significante” realizzata da BING Image_Creator (DALL E3) dopo
un’interazione testuale con la AI su questa tematica. Elaborazione del 29 febbraio 2024
4
variabile come aggettivo, attributo di una grandezza che può assumere più valori compresi in un dato intervallo; come sostantivo, ente suscettibile
di identificarsi con ciascuno degli elementi di un insieme assegnato. È indicata con un simbolo che la rappresenta e che può assumere valori
all'interno di tale insieme. Cfr.: https://www.treccani.it/enciclopedia/variabile_(Enciclopedia-della-Matematica)/ URL visitato il 25 febbraio 2024
Salvatore Giglio
10
La formazione dei toponimi attraverso
gli autori dell’antichità classica
Immagine generata da BING AI Image_Creator DALL E3 sul tema:
“Disegno, in stile bozzetto a matita non colorato, di un autore dell'antichità classica intento a scrivere sul suo taccuino in un
ambiente esterno, con il paesaggio finlandese che si estende intorno a lui”.
Immagine realizzata il 9 febbraio 2024
11
La formazione dei toponimi attraverso gli
autori dell’antichità classica
Immagine generata da BING AI Image_Creator (DALL E3) sul tema:
“Disegno, in stile bozzetto a matita non colorato, di un autore dell’antichità classica intento a scrivere con il
paesaggio finlandese che si estende intorno a lui”.
Immagine realizzata il 9 febbraio 2024
IL PASSATO INTRECCIATO - Origine dei toponimi “Finlandia” e “Suomi”
1
L’esotoponimo FINLANDIA
Perché esotoponimo? Perché i finlandesi hanno scelto Suomi per indicare il proprio Paese e non Finlandia. Finlandia si
perde nella notte dei tempi ed è legato alle frequentazioni di popolazioni che con quel territorio hanno avuto principalmente
relazioni commerciali e militari. Un toponimo forse nato quasi per caso sul ponte di qualche antica nave mercantile per
bocca di un marinaio che era rimasto colpito da qualche particolare aspetto di quel remoto paesaggio, o dalle sue
popolazioni così primitive, poverissime eppur tanto libere, felici e appagate dalla vita così come ce le racconta Tacito.
Figura 3. Immagine realizzata da BING Image_Creator (DALL E3) sul tema “Antichi mercanti germanici giungono in Finlandia”.
Elaborazione del 25 febbraio 2024
FINLANDIA per… i finlandesi
Una prima prova che Finlandia sia un esotoponimo la possiamo trovare in una pubblicazione in
formato PDF5
, il Suomalainen Paikannimikirj [Il libro dei toponimi] del già citato Kotimaisten kielten
keskukses dedicata proprio ai toponimi finlandesi. A seguire riporto la traduzione del testo
dell’articolo del linguista finlandese Peter S. B. Slotte.
Finland → Il nome svedese della Finlandia. Finnlandi (dativo dal nome *Finnland; nella pietra
runica U 582 dell'inizio dell'XI secolo), Fialanda 1209.
Il toponimo svedese “Finlandia” è formato dal nome del gruppo etnico "Finni", che si ritiene
indicasse i Sámi; in Norvegia, fino a poco tempo fa infatti, la parola "finne" denotava proprio il
popolo Sami. Il suffisso è -land “terra”. La parola Finne è formalmente basata sul verbo germanico
Finna (protogermanico finþan), che potrebbe aver avuto il significato di “inseguitore”, “cacciatore”,
“vagabondo”, “nomade”.
5
Suomalainen paikannimikirja. Kotimaisten kielten keskuksen verkkojulkaisuja 63 ja 63b. Helsinki 2019. Disponibile gratuitamente al link:
https://kaino.kotus.fi/www/verkkojulkaisut/julk63b/SuomalainenPaikannimikirja_e-kirja_kuvaton.pdf Ultima visita all’URL 19 gennaio 2024
Salvatore Giglio
2
Sono state avanzate anche altre interpretazioni in cui, ad esempio, il suffisso del nome è stato
associato a un termine geologico in lingua celtica *penn, il cui equivalente è “collina”.
La prima menzione dei "Fenni" si trova nell'opera Germania del 98 a.C. dello storico romano
Cornelio Tacito. Cento anni dopo, il geografo greco Tolomeo usa il termine “Phinnoi”. Entrambe
le parole sono al plurale.
Il poeta islandese Sigvatr Þórðarson (c. 995–1045) usa il termine "finnlendinga" (derivato dal nome
*Finnland) per indicare una parte degli abitanti della Finlandia (forse quelli dell’Uusimaa
occidentale) intorno al 1020–30. - Il nome Finlandia originariamente denotava solo i territori sud-
occidentali dell'attuale Finlandia, la storica → provincia del Varsinais-Suomi (Egentliga Finlandia),
cioè la regione più vicina all'area linguistica germanica.
La prima menzione della Finlandia attuale si trova nelle fonti svedesi del XIV secolo “Finlandia et
partes orientales”, in seguito spesso detta anche Österlanden o Österland. Le designazioni
descrivono la posizione della Finlandia che è ad est rispetto alla Svezia.
Il nome Österland(en) cadde in disuso nel Medioevo; le ultime voci nei documenti nel Finlands
medeltidsurkunder6 risalgono al 1525: "Aabo och Andre köpstäder i Österlandom" [Turku e altre città
dell'Österland]. - L'estensione geografica dell'area denominata "Österland" variava.
Nel Medioevo sia le isole Åland che l'Ostrobotnia appartenevano ecclesiasticamente alla diocesi
di Turku e venivano considerate appartenenti all'"Österland", ma allo stesso tempo l'Ostrobotnia
apparteneva amministrativamente alle regioni svedesi a ovest del Golfo di Ostrobotnia (→
Österbotten). Nel XVIII secolo la Finlandia e l'Österbotten furono separate in due distinte regioni.
Non è inoltre molto chiaro fino a che punto la Carelia era intesa come appartenente alla Finlandia
a quei tempi. Alla fine del dominio svedese, il confine delle diocesi sul lato ovest del fiume Kemijoki
era anche il confine amministrativo tra Finlandia e Svezia.
La Finlandia, più probabilmente la provincia del Varsinais-Suomi, viene menzionata alcune volte
come “ducato” nel Medioevo. Già nel 1284, Bengt, figlio di Jarl7 Birger Magnusson, fu elevato al
rango di duca di Finlandia, "dux Fynlandensis", ma la Finlandia non divenne effettivamente un
ducato fino al 1556, quando Gustavo I di Svezia nominò suo figlio Giovanni, in seguito Giovanni
III, come duca di Finlandia.
Il suo ducato comprendeva la contea di Turku e la contea di Kokemäen e la contea di Raseborg
(ovvero l'area che, secondo l'attuale divisione provinciale, comprenderebbe grosso modo il
Varsinais-Suomi, Satakunta, Pirkanmaa, la parte meridionale dell'Ostrobotnia e la parte
occidentale di Uusimaa) e le Åland.
In virtù della sua carica di re, Giovanni III aveva anche il titolo di “Storfurste av Finland och
Karelen” (Granduca di Finlandia e Carelia). Il titolo di "Granduca di Finlandia" appartenne agli
appellativi regali svedesi fino al 1809, quando la Finlandia divenne Granducato di Russia e, per la
prima volta, una vera e propria entità politica con confini chiaramente definiti.
6
È il titolo in svedese di una raccolta di documenti medievali finlandesi. Cfr.: https://www.finna.fi/Record/helka.991214223506253?sid=3744127565
Ultima visita all’URL 19 gennaio 2024
7
Jarl o earl è un titolo nobiliare scandinavo (jarl) e anglosassone (earl) che indicava originariamente una persona con il rango di capitano, un capo
militare che controllava un determinato territorio per conto del proprio sovrano. Cfr.: https://it.wikipedia.org/wiki/Jarl
IL PASSATO INTRECCIATO - Origine dei toponimi “Finlandia” e “Suomi”
3
FINLANDIA per tutti gli altri
Per intraprendere correttamente un ideale percorso sulle origini della parola Finlandia nella nostra
lingua, si deve necessariamente partire da alcuni riferimenti linguistici certi e attendibili quale può
essere, ad esempio, la nostra Enciclopedia Treccani che così definisce il lemma:
«Il nome è germanico (Finnland, cioè "paese dei Finni") e si ritrova per la prima volta in documenti
ecclesiastici del 1229.».8
Un ulteriore riscontro lo andremo a cercare sul Wikizionario che fornisce anche riferimenti
etimologici più approfonditi delle lingue antiche:
«letteralmente terra dei Finni, a sua volta dal protogermanico *finnaz “vagabondo”, in riferimento
alle continue migrazioni delle genti originarie.».9
Restiamo sul Wikizionario e mettiamoci alla ricerca di *finnaz che ci rimanda alla versione inglese
Wiktionary ove troviamo, nella pagina della definizione, che si tratta di un termine ricostruito:10
«Contestato; possibile nominalizzazione11 del non attestato “*finniz”, dal primitivo “*fēnþniz”,
“vṛddhi” gerundio di “*fanþijaną” ("viaggiare a piedi, camminare").».12
Dal momento che il termine è contestato ho cercato, tradotto e adattato, grazie al prezioso aiuto di
BING AI, la fonte da cui sono state tratte queste informazioni e cioè dal “Svensk etymologisk Ordbok”
[Dizionario etimologico svedese] del Prof. Gustaf Elof Hellquist, un celebre linguista svedese:
Finna – termine che deriva dall'antico svedese e dall'islandese, ed è equivalente al "finde" danese,
al "finþan" gotico, al "fiþhan" dell'antico sassone (derivato da "*finþan") e al "findan" dell'antico alto
tedesco e dell'anglosassone (che corrisponde al "finden" tedesco e all'inglese "find"). Questo
termine proviene dal germanico "*fenþ-", "fend-" che è equivalente all'indoeuropeo "penti". In
irlandese antico "étainm" significa "finner" (con la caduta della "p"); potrebbe essere una forma
nasalizzata di "pet" in latino. "Peto" in latino significa "strävar", cioè "cerca", quindi in realtà: "andare
per cercare" (alla radice "pet", "cadere", "volare", vedi "piuma" e "penna"). Potrebbe anche essere
correlato con l'antico sassone "fåthi" (derivato da "*fanþia-"), che significa "cammino", e con
l'antico alto tedesco "fendo" (derivato da "*fanþian-") ecc., che significa "pedone" (vedi "finne 1"). È
simile al latino "pons" (genitivo "pontis"), che significa "ponte" (vedi "pontone"), al greco "póntos",
che significa "mare", e a "páthos", che significa "sentiero" (derivato da "*pnto-"), al sanscrito "pánta-
" che ha lo stesso significato, ecc. Confronta "fund" e "fynd". Nel significato di 'pensare' è un prestito
più recente dal tedesco "finden" (confronta il francese "trouver" che ha lo stesso significato).
1. Finne, popolo. = antico svedese, confronta islandese “finnr”; Tacito: “Fenni”, Tolomeo: “Phinnoi”,
plurale; di origine contestata; tra l’altro portato allo stelo13 in “finna” con la forma di ablaut14
“*fanþian-“, pedone (vedi sopra), e inteso sia come “popolo migrante” o “popolo raccoglitore” e per
il resto accostato al Finnveden15 (Jordanes: “Finnaithae”); forma di base germanica: “fenþn“ - >
“fenn” - > “finn-“; o anche considerato come secondario rispetto al nome del paese Finlandia che,
in tal caso, contiene più probabilmente una designazione del territorio. Esempi di letteratura sul
lemma: T. E. Karsten Germ. -finn. Lehnw.-stud. pag. 228 f., confronta SNF IX. 3 e Noreen Fornv.
1920, pag. 33 f.
2. Finne, brufolo, B. Olai 1578 (su brufoli del viso) = danese, dal basso tedesco, tedesco “finne” idem;
correlato con le parole sotto “fena” con il significato di base: appuntito e similari.
8
Finlandia in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Link visitato il 10 gennaio 2024 15:16 UTC.
9
"Finlandia" in Wikizionario, Il dizionario libero. 8 ott. 2023 alle 16:43 UTC. https://it.wiktionary.org/wiki/Finlandia. Link visitato il 10 gennaio
2024 14:48 UTC.
10
I termini ricostruiti sono parole, radici e frasi che non sono direttamente registrate nelle rispettive lingue, ma che i linguisti hanno ipotizzato che
esistessero utilizzando prove etimologiche. Sono convenzionalmente indicati con un asterisco ( * ) all'inizio della parola. Cfr.:
https://en.wiktionary.org/wiki/Wiktionary:Reconstructed_terms Link visitato il 11 gennaio 2024 18:20 UTC.
11
Trasformazione (grammaticale e semantica) in nome.
12
“finnaz” in Wiktionary, The free dictionary. 15 febbraio 2023, alle 09:18 UTC. https://en.wiktionary.org/wiki/Reconstruction:Proto-
Germanic/finnaz. Link visitato il 10 gennaio 2024 15:51 UTC.
13
Nel contesto della linguistica, uno “stelo” è la parte di base di una parola da cui derivano altre forme di parole attraverso l’aggiunta di prefissi,
suffissi o inflessioni. Lo “stelo” può essere visto quindi come una metafora per la forma base o pura di una parola, da cui derivano altre forme
attraverso l’aggiunta di prefissi, suffissi o inflessioni, proprio come lo stelo di un grano è la parte base da cui poi crescono le spighe di grano.
14
L’“ablaut” è un termine usato nella linguistica per descrivere un tipo di variazione vocalica, dove il suono di una vocale cambia all’interno di una
parola per indicare una differenza grammaticale. Un esempio comune in inglese è il cambiamento da “write” a “wrote”, dove la vocale interna cambia
per indicare il passato.
15
Finnveden o Finnheden è una delle antiche piccole terre dello Småland. Cfr.: https://en.wikipedia.org/wiki/Finnveden
Salvatore Giglio
4
Finlandia, originariamente relativo solo alla regione di Egentliga Finland;16 l’attuale Finlandia era
chiamata Österland; vedi per esempio Finne 1.
A seguire, ecco quanto ha scritto il linguista russo Vladimir E. Orël nel 2003, nelle due definizioni
di *Finnaz pubblicate sul suo “A Handbook of Germanic Etymology”:
1. *Finnaz substantive masculine: Old Norse “Finnr” Finn, Old English plural “Finnas” idem, German
“Finne” idem. Attested as Greek “Фίννοι” (Fínnoi), Latin “Fenni”. Unclear. Karsten GFL 230 (to
“*fenþanan”); Lindroth NB V 45—50 (to German mountain name “Finne” and, eventually, to Celt
“*penn-“ hill); Zachrisson Festschr. A. Koch 312 (to Old Irish “cenn” head); Holthausen AEEW 105;
Vries ANEW 120121; Onions 357.17
Che nella Traduzione di BING AI diventa:
*Finnaz, sostantivo maschile: Antico norreno “Finnr” Finni, plurale dell’antico inglese “Finnas”
idem. Tedesco “Finne” idem. Attestato come greco “Фίννοι” (Fínnoi), latino “Fenni”. Non chiaro.
Karsten GFL 230 (a “*fenþanan”); Lindroth NB V 45—50 (al nome tedesco della montagna “Finne”
e, eventualmente, al celtico “*penn-“ collina); Zachrisson Festschr. A. Koch 312 (all’antico irlandese
“cenn” testa); Holthausen AEEW 105; Vries ANEW 120121; Onions 357.
2. *Finnaz ~ *fin(n)ōn substantive masculine/feminine: Old Swedish “fina” fin, Old English “finn”
fin, Middle Low German “finne” idem. Probably related to Toch A spin- hook, Sanskrit (including
Vedic) “sphyá-“ splinter, staff. Torp-Falk 240 (to Latin “pinna” feather, Old Irish “ind” point, tip <
“*pinno-“); Holthausen AEEW 105; Pokorny I 981; Onions 356; KlugeSeebold 266.18
Che nella Traduzione di BING AI diventa:
*Finnaz ~ *fin(n)ōn sostantivo maschile/femminile: Antico svedese “fina” pinna, Antico inglese
“finn” pinna, Medio basso tedesco “finne” idem. Probabilmente correlato alla lingua indoeuropea
tocario A19 parlata nell’Asia centrale con la parola “spin” (significato non specificato, potrebbe
riferirsi a uncino), Sanscrito (incluso il Vedico) “sphyá-“ scheggia, bastone. Torp-Falk 240 (al latino
“pinna” piuma, Antico Irlandese “ind” punto, punta < “*pinno-“); Holthausen AEEW 105; Pokorny
I 981; Onions 356; KlugeSeebold 266.
Riflessioni conclusive
Finna/ *Finnaz sembrano suggerire l’idea di una "Finlandia" vista come "terra di coloro che cercano
o esplorano". Questo perché il termine "Finna" deriva da parole che, nelle lingue germaniche e
indoeuropee dell’epoca, avevano il significato di "trovare", "cercare". L’aspetto semantico si
arricchisce ulteriormente grazie agli apporti concettuali provenienti da altre lingue geograficamente
lontane in cui quei significanti sono sinonimo di "cammino", "ponte", "mare" e "sentiero",
suggerendo così l'idea di un viaggio o di un'esplorazione. Quindi, in questo contesto, "Finlandia"
potrebbe essere vista come la “terra di coloro che sono in un percorso di scoperta o esplorazione”.
Altri “scatti semantici”, come Finne, ci parlano poi di una “Finlandia” inquadrata come “terra del
popolo migrante” o “terra del popolo raccoglitore”, rimandandoci subito con la memoria alle
immagini delle società di cacciatori-raccoglitori della preistoria caratterizzate da uno stile di vita
nomade o semi-nomade, in cui le persone si spostavano in cerca di cibo e altre risorse. Questo perché
il termine “Finne”, che significa “popolo” in antico svedese e islandese, è correlato a parole che, in
quelle antiche lingue germaniche, significavano “colui che passa”. Termini che possono essere
interpretati come riferimenti a un “popolo che si muove” o che “raccoglie risorse”.
In ogni caso tutte queste interpretazioni ci regalano la magia e il mistero di un’affascinante visione
della possibile storia e cultura che potrebbero essere racchiuse nel nome “Finlandia”.
16
Varsinais-Suomi letteralmente "Finlandia vera e propria" o Finlandia sud-occidentale. Cfr.: https://it.wikipedia.org/wiki/Varsinais-Suomi
17
Orel, Vladimir “*finnaz”, in “A Handbook of Germanic Etymology”, Ed.: Brill, Leida, (2003), ISBN 978-90-04-12875-0, page 103
18
Ibidem.
19
Orël con “Toch A” fa riferimento al tocario, cioè ad un ramo delle lingue indoeuropee che era parlato nello Xinjiang. Del tocario sono stati
rinvenuti testi redatti in due dialetti: l'agneo (dal sito di Karasahr), più comunemente detto tocario A, o tocario orientale, e il cuceo (dal sito di
Kucha), meglio noto come tocario B, o tocario occidentale. Entrambe queste lingue sono estinte da più di un millennio. Cfr.:
https://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_tocaria
IL PASSATO INTRECCIATO - Origine dei toponimi “Finlandia” e “Suomi”
5
I Fenni di Tacito
Ecco uno tra i primi autori dell’antichità classica che si è occupato delle popolazioni nord europee della sua epoca, le cui
opere sono fortunatamente giunte sino a noi. Publius/Gaius Cornelius Tacitus, o più brevemente “Tacito” per gli amici, era
una figura di grande spessore dell’antica Roma: uomo poliedrico, dedito agli studi e alla politica, Tacito fu console,
senatore, storico ed oratore riconosciuto a tutt’oggi tra i massimi esponenti del genere storiografico della letteratura latina.
Figura 4. Immagine realizzata da BING Image_Creator (DALL E3) sul tema “Un’orazione di Tacito dalla tribuna del Foro
romano”. Realizzazione del 26 febbraio 2024.
Nel 98 d.C. Tacito attese ad un’opera etnografica destinata a diventare un punto di riferimento nel
suo genere: il De origine et situ Germanorum, un trattato di ampio respiro che descrive le popolazioni
tribali che vivevano nell’Europa centrale e settentrionale oltre i limes romani. La prima parte della
dissertazione consiste in una panoramica su terre, leggi e costumi di quei popoli,20
a cui l’autore fa
seguire i profili più “approfonditi” delle singole tribù partendo da quelle immediatamente confinanti
con l'Impero romano fino a giungere a quelle ubicate sulle coste del mar Baltico.
L'opera, dal taglio talvolta sentenzioso e sociale, può essere letta come una sorta di monito sul
potenziale pericolo che quelle popolazioni, moralmente sane dallo stile di vita sobrio e austero,
rappresentavano per una Roma, invece, sempre più corrotta e decadente. È bene ricordare che, come
afferma la Prof.ssa M. Mariotti:
20
Tacito, “De origine et situ Germanorum”, 1-27.
Salvatore Giglio
6
«Nella narrazione tacitiana il dato etnografico non è in rapporto diretto con la realtà storica del popolo
descritto, ma con la memoria idealizzata del passato repubblicano e con la realtà presente di Roma
imperiale.»21
Nell’ambito di questo lavoro Tacito cita i Fenni, realizzando la prima traccia documentale di questa
popolazione anche se, avendo poche notizie22
su di essa, ne fa una descrizione abbastanza abbozzata.
Infatti, lo storico romano, indeciso sin dall’attribuzione di questa etnia tra le popolazioni germaniche
o sarmatiche,23
«Fennorum nationes Germanis an Sarmatis adscribam dubito»
[«Non so se classificare le nazioni dei Fenni tra i Germani o i Sarmati»]
Su di essi poi scriverà:
«Fennis mira feritas, foeda paupertas: non arma, non equi, non penates; victui herba, vestitui pelles,
cubile humus: solae in sagittis spes, quas inopia ferri ossibus asperant. Idemque venatus viros pariter
ac feminas alit; passim enim comitantur partemque praedae petunt. Nec aliud infantibus ferarum
imbriumque suffugium quam ut in aliquo ramorum nexu contegantur: huc redeunt iuvenes, hoc
senum receptaculum. Sed beatius arbitrantur quam ingemere agris, inlaborare domibus, suas
alienasque fortunas spe metuque versare: securi adversus homines, securi adversus deos rem
difficillimam adsecuti sunt, ut illis ne voto quidem opus esset.»24
Che nella versione25
di Marco M. G. Michelini:
«Straordinariamente selvaggi ed estremamente poveri i Finni: non hanno armi, cavalli, vita familiare;
vivono d’erba, si vestono di pelli, dormono sulla terra; unica loro speranza le frecce che, in mancanza
di ferro, rendono aguzze con punte d’osso. Vivono di caccia tanto gli uomini che le donne; queste li
accompagnano ovunque e pretendono la loro parte della preda. Per i bambini l’unico riparo dalle belve
e dalle piogge è una capanna di rami intrecciati. Lì tornano i giovani dalla caccia, questo è il ricovero
dei vecchi. Ma la considerano felicità più grande che logorarsi nei campi, faticare a costruire case,
darsi da fare, tra speranze e timori, coi beni propri e altrui: sereni di fronte agli uomini, sereni di
fronte agli dèi, hanno raggiunto il traguardo più difficile: non avere neanche bisogno di desiderare
qualcosa.».
Tacito, con la sua descrizione sui Fenni, era ovviamente inconsapevole che con essa avrebbe dato
origine, nel corso dei secoli, ad una lunga serie di teorie sulla loro reale identità. Di seguito ho
riassunto due tra quelle che sembrano essere tra le più verosimili e meno bizzarre… Si, perché, se si
decide di fare un giro sul web su questo argomento, andando a zonzo tra blog e siti che definire
stravaganti è dir poco, di ipotesi strampalate se ne trovano a iosa!
21
Per una critica aggiornata sull’opera di Tacito cfr.: Mariotti, Michela: “La Germania di Tacito, ovvero l’informazione falsa e tendenziosa” in “Aula
di lettere – Percorsi nel mondo umanistico”, Zanichelli Scuola. Articolo liberamente consultabile al link:
https://aulalettere.scuola.zanichelli.it/materie-lettere/latino-greco-lettere/la-germania-di-tacito-ovvero-linformazione-falsa-e-tendenziosa. URL visitato
il 24 dicembre 2023.
22
È opinione di alcuni studiosi della letteratura latina come Alfred Gudemann e Ronald Syme che Tacito avesse attinto notizie tratte dal Bella
Germaniae di Plinio il Vecchio, dal De bello Gallico di Gaio Giulio Cesare, dal Geografia di Strabone, dalle Historiae di Sallustio, e da opere di
autori come Diodoro Siculo, Posidonio, Aufidio Basso e vere e proprie interviste fatte a mercanti e soldati. Tuttavia sembra più realistico che il grande
storico romano avesse consultato queste fonti per ottenere delle notizie più approfondite sugli argomenti trattati.
23
Tacito, “De origine et situ Germanorum”, XLVI, 2.
24
Tacito. (98 d.C.). “De origine et situ Germanorum”. Tradotto da Michelini, M.G., 2011. (Par. 46, Riga 15 – 29, pag. 29). Disponibile su:
http://www.marcomgmichelini.it/wp-content/uploads/2011/07/Tacito_LaGermania.pdf. Consultato il 24 dicembre 2023.
25
Cfr.: https://www.marcomgmichelini.it/
IL PASSATO INTRECCIATO - Origine dei toponimi “Finlandia” e “Suomi”
7
Figura 5. Immagine generata da BING Image_Creator (DALL E3) sul tema: “I Fenni narrati da Tacito”.
Realizzazione del 13 gennaio 2024.
• Una corrente di pensiero attribuisce all’etnonimo Fenni la valenza di una sorta di “etichetta”,
oggi diremo una “tag”, creata dai Romani semplicemente per identificare le genti balto-slave
o ugrofinniche dell'Europa nord orientale,26
ipotesi che troverebbe fondamento nel fatto che
Tacito stesso avesse contestualizzato quell’etnia nell’ambito della medesima regione degli
Æsti e dei Venedi, altre due popolazioni notoriamente non germaniche.27
• Il punto di vista dell’etnografo e studioso delle religioni, il finlandese Juha Pentikäinen,
che nei Fenni di Tacito rintraccia gli antenati diretti degli attuali finlandesi appoggiando
così le teorie scaturite dalle ricerche di diversi archeologi che avrebbero riconosciuto
questa popolazione come autoctona della Scandinavia, giungendo così alla conclusione
che Tacito avesse inconsapevolmente descritto i Sami o i proto-finnici.28
26
Bosi, Roberto: “The Lapps”, Greenwood Press, 1976, Volume 17 di “Ancient Peoples and Places Series”, ISSN 0570-023X, ISBN: 0837185459,
9780837185453. Pagg.:44 – 47.
27
Tacito, “De origine et situ Germanorum”, XLV, 2.
28
Pentikäinen, Juha, “Kalevala Mythology”, Indiana University Press, 1999, pag. 226.
Salvatore Giglio
8
Figura 6. Ecco dove Tacito colloca i Fenni nel suo "Germania". La zona è approssimativamente quella degli attuali Paesi Baltici
Etimologia di Fenni
Esplorando la rete alla ricerca di una definizione etimologica di Fenni trovo un’ottima spiegazione su
di un testo validissimo, anche se un po’ datato, del Prof. Enrico Zaccaria intitolato “L'elemento
germanico nella lingua italiana”,29
che rimanda al lemma “Fango”.30
Il Prof. cita subito Dante e Petrarca, per i quali esso è “terra rammollita dall’acqua”, e poi indica la
via che da esso ci possa far risalire al tema germanico “fanja”, “fanjâ” da cui poi si sviluppò con lo
stesso significato il Gotico “fanj”, e che nell’Antico Alto Tedesco diventò “fenna”, “fenne”, “fenni”,
col significato di palude e con l’aggettivo “fennig”, paludoso. Sempre col medesimo significato
troviamo: l’Anglo-sassone “fenn”, “fen”; l’inglese “fen”, il Norreno “fen”, l’olandese “fen”, “fenne”,
“feen”; il Basso Tedesco “fenne”, l’Antico Frisone “fenne”, “fene”; il frisone “finne”, “fehn”.
29
Zaccaria, Enrico: “L'elemento germanico nella lingua italiana – lessico con appendice e prospetto cronologico” Libreria Editrice Treves di Luigi
Beltrami. Bologna, 1901. Opera, non completa, consultabile liberamente su Wikisource al seguente link:
https://it.wikisource.org/wiki/L%27elemento_germanico_nella_lingua_italiana. URL visitato il 18 dicembre 2023
30
Zaccaria, Enrico: Op. cit. lemma “Fango” consultabile ai link pag.122 e pag. 123. URL visitati il 18 dicembre 2023.
IL PASSATO INTRECCIATO - Origine dei toponimi “Finlandia” e “Suomi”
9
Zaccaria poi spiega dettagliatamente altri aspetti legati alla propagazione di questo termine come, ad
esempio, nel dialetto vallone che ha il termine, “fanjë”, che significa palude e che è collegato alle
forme germaniche “feen” e “fenne”. Questo termine è usato nel nome geografico “les hautes faniëz
des Ardennes”.31
Il vallone ha anche un verbo, “s’éfaniir”, che significa “infangarsi”.
La struttura del termine provenzale “fahna” corrisponde al termine germanico “fanja”. Altre forme
romanze hanno seguito lo stesso processo di formazione del latino “venio”, che ha portato all’italiano
“vengo” e al provenzale “venc”.
L’origine del termine “fango” non deriva dal latino “famicosus” del grammatico Sesto Pompeo Festo,
perché in tal caso si dovrebbe supporre che il nome romano fosse derivato dall’aggettivo “fangoso”
in italiano, spagnolo, francese e provenzale. Questa ipotesi è alquanto improbabile.
Il termine latino “famex famica”, proposto da Scheler come origine di “famicosus”, è più lontano
foneticamente dalle voci romanze rispetto al termine germanico “fanja”, che ha dato origine a molte
forme dialettali francesi.
Conclude Zaccaria dicendo che pertanto, è più probabile che l’origine del termine “fango” sia
germanica, ipotesi rafforzata dal fatto che molte altre parole con significato simile, come “melma” e
“motta”, provengono da quella lingua. Punto di vista condiviso all’epoca anche dal lessicografo
francese Émile Littrè.
In definitiva Fenni potrebbe essere un esoetnonimo attribuito nell’antichità da popolazioni straniere
di origine germanica che commerciavano nell'area dell'attuale Finlandia sudoccidentale e che
iniziarono a chiamare quella zona paludosa “Fenn-land” e a indicare con “Fenni” i suoi abitanti.
31
È un’espressione francese che può essere tradotta letteralmente come “Le alte paludi delle Ardenne”. Le Ardenne sono una regione che si estende
tra Belgio, Lussemburgo e Francia.
Salvatore Giglio
10
I Finni di Claudio Tolomeo
Un altro autore dell’antichità classica che ha involontariamente contribuito al potenziale sviluppo dell’esotoponimo
Finlandia e alla proliferazione di teorie etimologiche su di esso è stato sicuramente Claudio Tolomeo. Scienziato
dell’antichità, greco per nascita e cittadino romano, Tolomeo fu un astronomo, astrologo e geografo autore di importanti
testi scientifici, tra i quali primeggia il famoso trattato astronomico Almagesto…
Figura 7. Immagine realizzata da BING Image_Creator (DALL E3) sul tema: “Claudio Tolomeo attende al suo Geografia”.
Realizzazione del 26 febbraio 2024.
Intorno al 150 d.C., Claudio Tolomeo compone il suo trattato Γεωγραφικὴ Ὑφήγησις (Geographike
Hyphegesis) “Guida geografica” meglio conosciuto col nome di Geografia. Quest’opera, molto
rigorosa per i suoi tempi, era formata da otto volumi così organizzati: il primo descriveva il metodo
seguito, i successivi sei contenevano le coordinate geografiche di ben 6345 località e l’ultimo, dopo
una breve nota introduttiva, impiegava i dati geografici riportati in precedenza per rappresentare in
carte geografiche tutto il mondo abitato all’epoca. L’opera era corredata da 27 mappe di cui una
generale e ventisei riproducenti particolari regioni.
IL PASSATO INTRECCIATO - Origine dei toponimi “Finlandia” e “Suomi”
11
Figura 8. Mappa dell’isola di Scandia realizzata dal cartografo tedesco Nicolaus Germanus per una pubblicazione del 1467, presso il
Monastero di Reichenbach, del Cosmografia (Cosmographia Claudii Ptolomaei Alexandrini) su traduzione dal greco di Jacopo
d'Angelo. Fonte: Wikipedia https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Ptolemaios_1467_Scandinavia.jpg Pubblico dominio.
Di questo trattato, ritrovato intorno al 1300 dallo studioso bizantino Massimo Planude, nei secoli
successivi vi furono traduzioni e innumerevoli ristampe ed è stato oggetto di ricerca per tantissimi
studiosi. Un riscontro affidabile online del testo di Tolomeo, in quanto segue la stessa disposizione
originale dei libri e dei relativi capitoli e delle tavole, è quella fatta nel 193232
dallo storico della
geografia e della cartografia statunitense Edward Luther Stevenson, da cui sono tratti questi due brani:
1. BOOK II - CHAPTER X - Location of Greater Germany (Fourth map of Europe). This one is properly
called Scandia, and the western parts of it the Chaedini inhabit, the eastern parts the Favonae and
the Fzraes: occupy, the northern parts the Finni, the southern parts the Gutae and the Dauczones,
the central part the Levonz.33
Da cui, nella traduzione di Google Traduttore:
LIBRO II - CAPITOLO X - Posizione della Grande Germania (quarta mappa dell'Europa). Questa si
chiama propriamente Scandia, e nelle sue parti occidentali abitano i Chedini, le parti orientali i
Favoni e i Firesi: occupano, le parti settentrionali i Finni, le parti meridionali i Geati e i Daucioni,
la parte centrale i Levoni.34
2. BOOK III -CHAPTERV - Location of European Sarmatia (Eighth map of Europe). Lesser races inhabit
Sarmatia near the Vistula River. Below the Venedae are the Gythones, then the Finn, then the
Sulones […].35
32
Geography of Claudius Ptolemy. Translated into English and edited by EDWARD LUTHER STEVENSON, Ph.D., Litt.D., LL.D. Based upon
Greek and Latin Manuscripts and Important Late Fifteenth and Early Sixteenth Century Printed Editions, including Reproductions of the Maps from
the Ebner Manuscript, ca. 1460. With an Introduction by Professor JOSEPH FISCHER, S.J. (New York: The New York Public Library. 1932. Pp. xvi,
167, 29 map). Consultabile liberamente al link: https://archive.org/details/claudius-ptolemy-the-geography_202105/mode/1up. URL visitato il 25
dicembre 2023.
33
Ibidem https://archive.org/details/claudius-ptolemy-the-geography_202105/page/65/mode/1up pag. 65.
34
Su questa popolazione, purtroppo, non ho trovato alcun riferimento in rete
35
Ibidem https://archive.org/details/claudius-ptolemy-the-geography_202105/page/80/mode/1up pag. 80.
Salvatore Giglio
12
Da cui, nella traduzione di Google Traduttore:
LIBRO III - CAPITOLO V - Ubicazione della Sarmazia europea (Ottava mappa dell'Europa). Razze
minori abitano la Sarmatia vicino al fiume Vistola. Sotto i Venedi ci sono i Gutoni, poi i Finni,
poi i Sueoni […].
Le notizie ottenute da Tolomeo circa i Finni vedevano quindi un gruppo settentrionale ubicato a nord
della penisola scandinava, Fig. 7, all’epoca considerata come un'isola, e un gruppo meridionale che
viveva in un territorio a est del fiume Vistola, Fig. 8. Ovviamente ad oggi non è stato possibile
determinare una relazione concreta e oggettiva tra questi due gruppi.
Figura 9. Un dettaglio tratto dalla TAVOLAVIII “Europae, in qua Sarmatia, Maeotis palus ac Germaniae, Daciaque pars…” elaborata
dal celebre matematico, astronomo e cartografo fiammingo Gerardo Mercatore e pubblicata ad Amsterdam nel 1578. Il set di tavole
di Mercatore era ovviamente dedotto dal Geografia di Tolomeo. Infatti, come si può vedere, la Scandia proprie dicta (la Penisola
Scandinava) qui è ancora rappresentata come un’isola. Ho aggiunto la dicitura “Phinni” in rosso per far capire meglio l’intento, e
l’ubicazione, della descrizione di Tolomeo che riporta questa popolazione sia in Scandia che in Sarmazia. L’immagine da cui è stato
tratto questo frammento è interamente visibile sul sito raremaps.com che commercializza mappe storiche.
Cfr.: https://www.raremaps.com/gallery/detail/39399se/tab-viii-europae-in-qua-sarmatia-maeotis-palus-ac-german-mercator
IL PASSATO INTRECCIATO - Origine dei toponimi “Finlandia” e “Suomi”
13
Gli Screrefennae, i Finnithae e i Mitissimi Finni di Jordanes
Una vita a dir poco avventurosa quella di Jordanes che da notaio di corte si ritrova al seguito del suo re in Italia coinvolto
in una sanguinosa guerra. E dire che la sua passione erano gli studi sui classici del suo tempo. Poco o nulla si sa di questo
lontano autore del Getica, un’opera destinata a far parlare di sé sino ai nostri giorni…
Figura 10. Una suggestiva rappresentazione di “Giordane intento a scrivere nel suo studio” eseguita da BING Image_Creator
(DALL E3) realizzata il 27 febbraio 2024.
I fatti salienti legati alla vita di Jordanes, noto anche come Giordane o Iordanes, terzo autore
dell’antichità classica rilevante per la nostra ricerca, li si possono apprendere da sole tre righe di testo
tratte dal Capitolo 50 – sez. 266 del suo De origine actibusque Getarum:
«Cuius Candacis Alanoviiamuthis patris mei genitor Paria, id est meus avus, notarius; quousque
Candac ipse viveret, fuit, eiusque germanae filio Gunthicis, qui et Baza dicebatur, mag. mil., filio
Andages fili Andele de prosapia Amalorum descendente, ego item quamvis agramatus Iordannis ante
conversionem meam notarius fui.».
Salvatore Giglio
14
Figura 11. Antica mappa della Scizia. Provenienza: «Atlas Universel de Geographie ancienne et moderne», di A. Tardieu e A.
Vuillemin, per «L'Intelligence de la Geographie Universelle» di Malte-Brun LaVallee, Paris, 1874. Artisti e incisori: i cartografi ed
autori Ambroise Tardieu e Alexandre Vuillemin. La Scizia è stata da me evidenziata con una campitura trasparente rossa.
Di cui dalla versione di Google Traduttore:
«Paria, cioè mio nonno, fu il padre di Alamuth mio padre, notaio di Candac finché visse. Il figlio di
sua sorella, Gunthigis, detto anche Baza, il signore dei soldati, era figlio di Andag, figlio di Andela,
discendente dalla stirpe degli Amals, mentre io, Jordanes, che ero una persona ignorante prima della
mia conversione, ero un notaio.».
In altre parole, suo nonno Paria era notaio di Candac il capo di una confederazione di tribù
germaniche, comprendente Alani e Sciri, che all’epoca era sotto l’influenza degli Ostrogoti. La lega
tribale in questione si era stabilita, durante la seconda metà del V secolo, nella Scizia Minore, un’area
questa posta a sud del Danubio, situata sul confine romano e comprendente le province dell’Impero
che ora corrispondono alla Bulgaria nordorientale e alla Romania sudorientale.
Col passar del tempo Jordanes a sua volta era diventato il notaio36
del capo goto Gunthigis Baza, già
nipote di Candac e alto funzionario della corte di Costantinopoli. Jordanes seguì Gunthigis in Italia
durante la guerra gotica per poi ritirarsi a Bisanzio dopo la disfatta.
Il rientro nella capitale orientale è associato a delle tappe importanti della vita di Jordanes, quali la
conversione al cristianesimo e la decisione di abbandonare l’attività notarile per intraprendere quella
di studioso e storico.
36
Giordane, “De origine actibusque Getarum”, L 266, testo disponibile all’URL: https://www.thelatinlibrary.com/iordanes1.html#L. URL visitato il
26 dicembre 2023.
IL PASSATO INTRECCIATO - Origine dei toponimi “Finlandia” e “Suomi”
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Il risultato di quest’ultima scelta si concretizza in due opere storico-etnografiche: il "De summa
temporum vel origine actibusque gentis Romanorum",37
detta anche "Romana", e il "De origine
actibusque Getarum" (noto anche come "Getica"), un riassunto della perduta "Storia dei Goti" di
Cassiodoro.38
Circa il Getica è necessario tenere in debito conto però che l’autore stesso nell’introduzione afferma:
«1. Volentem me parvo subvectum navigio oram tranquilli litoris stringere et minutos de priscorum,
ut quidam ait, stagnis pisciculos legere, in altum, frater Castali, laxare vela compellis, relictoque
opusculo quod intra manus habeo — id est, de abbreviatione Chronicorum — suades, ut nostris v erbis
duo decim Senatoris volumina de origine actibusque Getarum ab olim et usque nunc per generationes
regesque descendentia in unum et hunc parvum libellum coartem. 2. Dura satis imperia et tanquam
ab eo qui stagno operis hujus scire nollit imposita. Nec illud aspicis, quod tenuis mihi est spiritus ad
implendam ejus tam magnificam dicendi tubam: super omne autem stagno, quod nec facultas
eorundem librorum nobis datur, quatenus ejus sensui inserviamus, sed — ut non mentiar — ad
triduanam lectionem, dispensatoris ejus beneficio, libros ipsos antehac relegi. Quorum, quamvis verba
non recolo, sensus tamen et res actas credo me integre retinere.».
Che nella versione di Brian Regan39
:
«1. Sebbene avessi desiderato scivolare con la mia piccola barca lungo la riva di una costa pacifica
e (come disse una volta qualcuno) raccogliere piccoli pesci dalle piscine degli antichi, tu, fratello
Castalio, mi ordini di alzare le vele verso l'abisso. Mi esorti a lasciare la piccola opera che ho tra le
mani - cioè una versione ridotta delle Cronache - e a condensare con parole mie in questo piccolo
libro i dodici volumi del Senatore {Cassiodoro} sull'origine e le gesta di i Goti dai tempi antichi
fino ai giorni nostri, discendendo attraverso le generazioni dei re. 2. Davvero un comando difficile,
imposto da qualcuno che sembra riluttante a rendersi conto del peso del compito. Né noti questo,
che il mio respiro è troppo leggero per riempire una tromba così magnifica come la sua. Ma al di
sopra di ogni onere c'è il fatto che non ho accesso ai suoi libri per poter seguire il suo pensiero.
Eppure - e non lasciatemi mentire - qualche tempo fa ho letto i libri una seconda volta grazie al
prestito del suo segretario per una lettura di tre giorni. Le parole non le ricordo, ma credo di
conservare integro il senso e i fatti narrati.».
Questa precisazione di Jordanes mi piace integrarla con le considerazioni fatte da due studiosi
dell’Università del Salento, Francesco Filotico e Francesco Somaini, che hanno analizzato
criticamente la Storia Gotica di Cassiodoro passando anche per il lavoro del nostro autore:
«Proprio Giordane tra l’altro riferisce che quando a Costantinopoli, intorno al 550, chiese ad un
segretario di Cassiodoro di potergli permettere di consultare i dodici libri dell’opera storica del
“Senatore”, quel segretario, da Giordane definito come il “dispensator”, gli permise in realtà di dare
a quei testi voluminosi soltanto una rapida lettura, concedendogli di consultarli per non più di tre
giorni (“ad triduanam lectionem”). Forse non si trattò che di una qualche forma di gelosia autoriale
da parte di Cassiodoro, o magari, più banalmente, delle semplici angherie di un dispensator un po’
troppo pieno di sé. Ma non si potrebbe escludere per l’appunto che da parte del “Senatore” vi fosse
anche, in fondo, la volontà di evitare che un’opera storiografica di cui è possibile che egli, a
distanza di circa trent’anni, non fosse più troppo orgoglioso, tornasse di nuovo in circolazione.».40
37
Opera interamente consultabile sul sito https://www.thelatinlibrary.com/ al seguente URL: https://www.thelatinlibrary.com/iordanes2.html. URL
visitato il 26 dicembre 2023.
38
Giordane, “De origine actibusque Getarum”, L 266, testo disponibile all’URL: https://www.thelatinlibrary.com/iordanes1.html#I . URL visitato il
26 dicembre 2023.
39
Un gran bel lavoro quello realizzato da Brian Regan sulla cui persona però non sono riuscito a trovare notizia alcuna sul web. Presumo che possa
essere uno pseudonimo (Brian Regan è un attore comico americano) usato da un frate dell’Ordine dei Gerolamini (da questo l’approfondita
conoscenza del latino) che, per evitare qualunque forma di autocelebrazione, è ricorso a questo simpatico espediente. Il sito su cui è stata pubblicata la
versione completa del Getica è infatti quello della Familia Sancti Hieronymi degli USA. Consiglio una visita alla pagina
https://www.hieronymus.us.com/latinweb/Jordanes/Goths1.htm per una consultazione del Getica molto agevole, corredata di carte geografiche,
notizie, approfondimenti, ecc.
40
Filotico, Francesco e Somaini, Francesco: “Origini altisonanti, genealogie enfatiche e un passato da dimenticare. Ipotesi sulle possibili strategie
comunicative della perduta Storia Gotica di Cassiodoro”. in “H-ermes. Journal of Communication”. H-ermes, J. Comm. 20 (2021), 75-106. Pag.: 97.
ISSN 2284-0753, DOI: 10.1285/i22840753n20p75 http://siba-ese.unisalento.it. URL visitato il 5 gennaio 2023.
Salvatore Giglio
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Figura 12. Immagine generata da BING Image_Creator (DALL E3) sulla scena in cui “il segretario di Cassiodoro dice a Jordanes
che egli ha solo tre giorni di tempo per consultare l’opera del senatore”. Elaborazione del 27 febbraio 2024.
A questo poi si aggiunga anche un altro dettaglio di non poco conto: Jordanes aveva una formazione
culturale molto diversa da quella di Cassiodoro, e inoltre scriveva in tardo latino.41
Con
quest’affermazione, sia chiaro, non voglio assolutamente mettere in cattiva luce questo simpatico
autore anzi, mi preme di sottolineare il suo talento, i suoi sforzi e la sua buona volontà nel tentare di
riassumere un’opera enciclopedica qual era quella del “Senatore” che nella vita aveva avuto ben altri
mezzi formativi, tranquillità e risorse economiche per i suoi studi.
Il nostro Jordanes, data la fretta impostagli dal “dispensator”, ammette di non aver avuto accesso
all'intera opera di Cassiodoro; di conseguenza potrebbe aver aggiunto particolari di sua memoria e
trascritto termini, come ad esempio “Finnithae”, dall’opera originale decontestualizzandoli
involontariamente dal più ampio ambito culturale e linguistico in cui erano stati inseriti. Ciò, in
seguito, ha determinato possibili interpretazioni errate o incomplete del senso reale del testo rispetto
forse a ciò che Cassiodoro voleva realmente esprimere.
Il lettore più curioso potrà comunque trovare in rete centinaia di pagine dedicate alla vita di questo
autore su di cui tante speculazioni sono state fatte. In egual numero, se non maggiore, sono le pagine
di critica letteraria sulle sue opere. In entrambi i casi questa non sarebbe comunque la sede adatta per
simili approfondimenti.
41
Il tardo latino, o latino volgare, era l'insieme delle varianti della lingua latina parlate dalle diverse popolazioni dell'Impero romano. La sua
principale differenza rispetto al latino aulico era la maggiore influenza dei substrati linguistici locali e la mancanza di una codificazione legata alla
scrittura. Era una lingua più vicina alla gente comune e più facilmente influenzabile da cambiamenti linguistici e da influssi derivati da altre lingue. In
Oriente, la presenza di una cultura greca molto forte fu un ostacolo al radicarsi del latino. Cfr.:
(1) “Latino volgare” - Wikipedia. https://it.wikipedia.org/wiki/Latino_volgare
(2) “Il latino classico e latino volgare. Fonti del latino volgare” - unich.it. https://www.lingue.unich.it/sites/st07/files/allegatiparagrafo/24-02-2016/2-
_l11-l12_-_latino_classico_e_latino_volgare.pdf.
(3) “Storia della lingua latina” - Wikiversità. https://it.wikiversity.org/wiki/Storia_della_lingua_latina .
(4) “Latino medievale” - Wikipedia. https://it.wikipedia.org/wiki/Latino_medievale .
IL PASSATO INTRECCIATO - Origine dei toponimi “Finlandia” e “Suomi”
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Dal Getica
Di sicuro interesse per il nostro discorso sembra essere invece quanto Jordanes scrive nel Capitolo
50, sezione III del suo Getica42
ai paragrafi:
16. Ad Scandziae insulae situm, quod superius reliquimus, redeamus. De hac etenim in
secundo sui operis libro Claudius Ptolomeus, orbis terrae discriptor egregius, meminit
dicens: est in Oceani arctoi salo posita insula magna, nomine Scandza, in modum folii cetri,
lateribus pandis, per longum ducta concludens se. […].
21. Aliae vero ibi sunt gentes Screrefennae, que frumentorum non queritant victum, sed
carnibus ferarum atque ovis avium vivunt; ubi tanta paludibus fetura ponitur, ut et
augmentum prestent generi et satietatem ad cupiam genti. […] Post hos Ahelmil,
Finnaithae, Fervir, Ganthigoth, acre hominum genus et at bella prumtissimum. […].
23. Sunt et his exteriores Ostrogothae, Raumarici, Aeragnaricii, Finni mitissimi, […].43
Che nella versione di Google Traduttore:
16. Torniamo alla posizione dell'isola di Scandzia, che abbiamo lasciato in alto. Infatti, nel
secondo libro della sua opera, Claudio Tolomeo, ottimo esploratore del mondo terrestre,
cita dicendo: “C'è una grande isola situata nelle profondità salate dell'oceano, chiamata
Scandza, a forma di foglia di sedano, con lati larghi e che si chiude lungamente”. […]
21. […] Ma ci sono altre tribù di Screrefennae, che non chiedono cibo in cambio di grano, ma
vivono della carne degli animali selvatici e delle uova degli uccelli; dove nelle paludi si fa
tanto allevamento, affinché diano incremento alla razza, e sazietà al desiderio della razza.
[…] Dopo questi Ahelmil, Finnaithae, Fervir, Ganthigoth, una razza di uomini acuta, e
almeno molto abile in guerra. […]
23. […] E fuori da questi ci sono gli Ostrogoti, i Raumarici, gli Aeragnarici e i Finni mitissimi
[…].
Scandza è descritta come un'isola a forma di foglia di sedano, collocata in direzione del fiume Vistola
(Weichsel), che di fronte a lei sfociava tre volte nell'Oceano del Nord (il Mar Baltico). Ad est c'era un
grande mare (il lago di Ladoga) da cui scorreva il Vagus (il fiume Neva). A ovest era circondata
dall'oceano e a nord da un impraticabile e infinito oceano.
Sembra quasi inutile ribadire che l’isola a forma di “foglia di sedano” era, in effetti, la penisola
scandinava; ma chi erano queste popolazioni menzionate da Jordanes? Partiamo dalla prima: gli
Screrefennae.
42
"Getica" è il nome assegnato all’opera di Jordanes dallo studioso tedesco Theodor Mommsen, la cui prima edizione critica fu inserita su sua
richiesta nei "Monumenta Germaniae Historica. Auctores antiquissimi”, una raccolta di fonti storiche relative ai popoli germanici e all’Europa in
generale, attentamente preparate e pubblicate per facilitare lo studio di questi soggetti.
43
Opera interamente consultabile sul sito https://www.thelatinlibrary.com/ al seguente URL: https://www.thelatinlibrary.com/iordanes1.html#L. URL
visitato il 29 dicembre 2023.
Salvatore Giglio
18
Gli Screrefennae
Sami, questa misteriosa, coloratissima, ingegnosa popolazione libera, dell’estremo Nord del nostro continente, riuscì a
stregare e a far parlare di sé già gli autori latini. La loro vita in piena armonia con la natura, svincolata da qualunque
desiderio legato alla proprietà e in continuo movimento, non sempre li ha fatti vedere di buon occhio dalle altre popolazioni
nonostante essi fossero i veri nativi scandinavi
Ipotesi etimologica dell’etnonimo
Facendo riferimento a prove linguistiche comparative, la radice proto-indoeuropea “*(s)ker”,44
cioè
TAGLIARE, SEPARARE, sarebbe alla base di questo lemma. Da essa si sarebbe poi passati al verbo
protogermanico “skrīþaną”,45
cioè CAMMINARE, SCIVOLARE assimilato dal protogermanico
occidentale “skrīþan”46
con lo stesso significato. Questa forma, sempre con lo stesso senso, avrebbe
“attraversato” il canale della Manica contaminando così anche l’Antico inglese.47
Un forum di archeologia, “Castore”, il Widsith e l’antico verbo “scriþan”
Navigando sul web in cerca di ulteriori informazioni ho anche trovato un bel post su di un forum di
archeologia scandinava48
molto valido in cui l’autore, un utente dal nickname simpatico, “Castore”,
ricostruisce il percorso etimologico del termine.
Il titolo del post già offre una discriminante tra i termini “Screrefennae” e “Scrithifinni” e la risposta
dell’utente è chiara e diretta: il prefisso “Scrithi-” (Scride-, Skrid-) è ritenuto il più corretto e questo
in base a tutta una serie di fattori.
Il primo di questi ci riconduce sia ad un sito che ho già impiegato precedentemente, il “Tacitus” di
Örjan Martinsson, che alla traccia che il verbo “scriþan” ha lasciato in qualche modo anche nel poema
anglosassone Widsith. Forse fu composto da un poeta cristiano per la corte reale di Mercia,
44
Cfr.: “Reconstruction: Proto-Indo-European/(s)ker-“ in Wiktionary. URL: https://en.wiktionary.org/wiki/Reconstruction:Proto-Indo-
European/(s)ker-. URL visitato il 29 dicembre 2023.
45
Cfr.: “Reconstruction: Proto-Germanic/skrīþaną” in Wiktionary. URL: https://en.wiktionary.org/wiki/Reconstruction:Proto-
Germanic/skr%C4%AB%C3%BEan%C4%85. URL visitato il 29 dicembre 2023.
46
Cfr.: “Reconstruction: Proto-West Germanic/skrīþan” in Wiktionary. URL: https://en.wiktionary.org/wiki/Reconstruction:Proto-
West_Germanic/skr%C4%AB%C3%BEan. URL visitato il 29 dicembre 2023.
47
Cfr.: “scriþan” in Wiktionary. URL: https://en.wiktionary.org/wiki/scri%C3%BEan. URL visitato il 29 dicembre 2023.
48
Utente “Castore”: post intitolato “Screrefennae o Scrithifinni” pubblicato su https://skandinavisktarkeologiforum.org/ in lingua svedese, del 19
ottobre 2022 e disponibile con URL: https://skandinavisktarkeologiforum.org/viewtopic.php?f=24&p=29970. Link visitato il 29 dicembre 2023.
Figura 13. Uno screrefennae a caccia sugli sci. Immagine tratta dal "Lapponia" di Johanes Schefter, incisione 1673
IL PASSATO INTRECCIATO - Origine dei toponimi “Finlandia” e “Suomi”
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probabilmente nel VI secolo, esso è noto anche come "La canzone del viaggiatore" ed è ritenuto come
l’opera più remota dell’antica lingua inglese che sia mai giunta ai nostri giorni. Al verso 79 troviamo
la testimonianza di come “scriþan” si sia “infilato” in quella lingua:
«Mid Scottum ic wæs ond mid Peohtum ond mid Scridefinnum;»49
Ossia
«Ero con gli Scozzesi, con i Pitti e con i “Finlandesi”.»
Martinsson, che ha tradotto il poema dall’Anglosassone allo svedese, si è preso anche la briga di
creare una pagina con tutti i nomi delle popolazioni che figurano in esso tra cui i Scridefinnum che
poi così descrive:
«Skridfinnar 79, en alternativ benämning på finnar (= samer).»
Cioè
«Skridfinnar (verso 79), un nome alternativo per “finlandesi” (= Sami).»50
Il verbo “hreran”
Tornando al post di cui sopra, “Castore” aggiunge un altro importante spunto di riflessione:
nell’antico inglese esisteva anche un altro verbo che si può tradurre con muovere, si tratta di
“hreran”,51
che ha un corrispondente nello svedese con “röra”. Sempre sulla base di prove
linguistiche comparative, partendo da hreran, e percorrendo a ritroso il Wiktionary, raggiungiamo
l’antica radice protoindoeuropea “*ḱroHs-”,52
che significa AGITARE, CUOCERE, MESCOLARE.
In virtù di ciò, sempre “Castore” ci fa notare che, sebbene le versioni più affidabili del Getica di
Jordanes riportino la forma Screrefennae, è possibile imbattersi in altre che hanno la radice
“*Crere-” o “*Rere-” al posto di “*Screre-”. In ogni caso esse sono ricopiature latine dal germanico
“*hrerefinn-”, con o senza il suono “h” udibile, ['xre:re-] o ['re:re-].
Ma non finisce qui! “Castore” approfondisce ancor di più la sua ricerca e aggiunge che nella
Cosmografia ravennate, un elenco di luoghi e città del VII secolo d.C. che rappresenta il mondo noto
all’epoca, la cui autoria rimane ignota, possiamo trovare sia la variante “Rerefen” nonché le forme
“Sirdifen-” e “Serdefen-” e rimanda i lettori ad un suo post di approfondimento anch’esso molto
valido.53
Detto fra noi, Ravenna ci riporta in qualche modo a Jordanes e al periodo successivo alla sua
conversione. Sembra che alcuni manoscritti avrebbero riportato la notizia che Jordanes fosse
diventato un vescovo, proprio di Ravenna, anche se il suo nome non compare assolutamente
nell’elenco cronologico dei vescovi di quella città.54
Resta la curiosa coincidenza tra il lavoro
geografico anonimo, Ravenna e il presunto incarico vescovile di Jordanes.55
Torniamo a noi.
Chiediamoci cosa possa dirci tutto questo e chi potessero essere questi Finni “scivolanti”, “agitati”, e
in continuo “movimento”, che Jordanes immortala con il nome Screrefennae.
49
Anonimo, “Widsith”, tradotto in svedese da Örjan Martinsson e pubblicato sul suo sito web “Tacitus”, dedicato alla storia della Svezia e dell'Europa
https://www.tacitus.nu/index.html. L’articolo è disponibile al link: https://cornelius.tacitus.nu/beowulf/widsith.htm. URL visitato il 29 dicembre 2023.
50
Cfr.: “Skridfinnar” in „Namnregister till Widsith med förklaringar” al link: https://cornelius.tacitus.nu/beowulf/widsith-register.htm. URL visitato il
30 dicembre 2023.
51
Cfr.: “hreran” in Wiktionary. URL: https://en.wiktionary.org/wiki/hreran. URL visitato il 29 dicembre 2023.
52
Kroonen, Guus: lemma “*ḱroHs-“ in “Etymological Dictionary of Proto-Germanic (Leiden Indo-European Etymological Dictionary Series; 11)”,
Leiden, (2013), Boston: Brill, ISBN-13: 978-9042032927
53
Utente “Castore”: post intitolato “Paulus Diaconus vs Jordanes” pubblicato su https://skandinavisktarkeologiforum.org/ in lingua svedese, del 12
ottobre 2022 e disponibile con URL: https://skandinavisktarkeologiforum.org/viewtopic.php?f=22&t=2026&p=29937&hilit=rerefenorum#p29937.
URL visitato il 30 dicembre 2023.
54
Cfr.: “Cronologia Vescovi di Ravenna-Cervia” disponibile all’URL: https://www.parrocchiasancristoforo-
mezzano.it/vescovi/cronologia%20vescovi.html. URL visitato il 30 dicembre 2023.
55
Altre fonti, non accreditate, trovate in rete citano il nome di un certo Jordanes Crotonensis, vescovo di Cotrone, nel Bruttium (Bruzio, l’attuale
Calabria), insieme a quelli di molti altri vescovi, allegato a un documento talvolta chiamato Damnatio Theodori, (La condanna di Teodoro) emesso da
Papa Vigilio nell'agosto 551 a Costantinopoli. Sembra strano che Jordanes non abbia mai fatto neanche un minimo accenno di una così prestigiosa
carica religiosa nei suoi scritti.
Salvatore Giglio
20
Nel Dalarma la loro origine
Per rispondere a questa domanda conviene leggere il simpatico articolo56
del giornalista svedese
freelance Mats Lindström pubblicato sul sito www.siljannews.se che riassume, in alcune puntate, la
storia del delizioso comune di Leksand facente parte del Dalarna, un distretto regionale nell'entroterra
settentrionale dello Svealand, nella Svezia centrale. La quarta parte della sua sintesi storica parte dal
400 - 500 d.C., nell'età del ferro romana più o meno quando nasce il primo sistema di scrittura dei
popoli nordici: l'alfabeto runico. Era un momento di florido sviluppo economico che, con ogni
probabilità, avranno sicuramente vissuto anche diverse località della stessa Finlandia grazie al
commercio di pellicce e di altri beni.
Lindström riporta che le ricerche di più archeologi svedesi sono state in grado di dimostrare che in
quel periodo il Dalarna e Leksand non erano popolati omogeneamente bensì da diverse etnie tra le
quali principalmente quelle dei Fenni, dei Finlandesi e dei Sami la cui presenza influenzò
notevolmente il quadro linguistico della regione. Tra queste popolazioni viveva anche quella
particolarissima degli Screrefennae che, nonostante il nome, non aveva nessun rapporto con la
Finlandia.
Si trattava di una popolazione di cacciatori-raccoglitori indipendente, estremamente coesa,
coraggiosa e dinamica che viveva nelle foreste semidesertiche svedesi spostandosi continuamente
lungo le valli fluviali e che traeva sopravvivenza attraverso ogni possibile risorsa offertagli dalla
natura: caccia, pesca, allevamento, foraggiamento, commercio di pelli e pellicce. In caso di
combattimenti si radunavano prontamente e affrontavano il nemico con rapidità. Tra le loro innate
risorse, stando alle saghe norvegesi, c’era l’abilità sciistico-venatoria invernale che svolgevano con
l’arco e l’ascia.
Questa specialità degli Screrefennae li ha fatti associare con alcuni antichi miti svedesi come, ad
esempio, quello della divinità norrena Ullr, ritratto mentre caccia con l’arco sciando, o alla
leggendaria figura del re che combatteva sciando Gustavo I di Svezia del XVI secolo. Anche l’antico
sigillo di Dalarna, risalente al 1435 circa, si può far risalire a questa popolazione in quanto è decorato
con le immagini di un'ascia, un arco e una pianta sinuosa (forse il luppolo?).
Figura 14. A sinistra, il dio Ullr intento nella caccia mentre scia. A destra, il sigillo della regione Dalarna del 1435.
56
Lindström, Mats: „Kan de skidåkande skridfinnarna vara ursprunget till Leksandsbygdens folk?”. Articolo del 01 ottobre 2023 in LEKSAND
KULTUR pubblicato su www.siljannews.se all’URL: https://www.siljannews.se/leksand/kan-de-skidakande-skridfinnarna-vara-ursprunget-till-
leksandsbygdens-folk. Ultima visita al sito 4 febbraio 2024.
IL PASSATO INTRECCIATO - Origine dei toponimi “Finlandia” e “Suomi”
21
I Finnaithae di Giordane nell’analisi del Prof. Malte Areskoug
Traducendo il lavoro di ricerca del Prof. Areskoug si percepisce subito tutta la passione con cui fu svolta quest’indagine
storico-linguistica senza le risorse informatiche che oggi sono alla portata di tutti. Un lavoro che all’epoca fu giustamente
premiato con la pubblicazione su di un’autorevolissima rivista archeologica svedese.
Figura 15. I luoghi dei Finnaithae individuati nel lavoro del Prof. Malte Areskoug “De nordiska folknamnen hos Jordanes” in uno
snapshot rielaborato tratto da Google Earth del 24 gennaio 2024.
Il Finnveden e un lago a forma di… timone
Per determinare a quale popolazione facesse riferimento Jordanes con il termine Finnaithae sul web
ho trovato, tradotto e riassunto un bel lavoro, molto esaustivo, di uno studioso danese, il Prof. Malte
Areskoug,57
che nel 1972 pubblicava sulla rivista “Fornvännen, Journal of Swedish Antiquarian
Research”, il suo articolo “De nordiska folknamnen hos Jordanes” [I nomi dei popoli nordici per
Jordanes].58
Dopo una breve disanima sulle interpretazioni fatte precedentemente da alcuni studiosi scandinavi
circa il Getica, Areskoug impianta la sua teoria e affronta l’analisi del termine Finnaithae partendo
dalla localizzazione sul territorio in base alla descrizione fatta da Jordanes. Lo studioso individua
l'antica e fertile regione pianeggiante citata nel Getica all'interno della baia di Skälderviken nella
Scania nordoccidentale, una porzione di territorio compreso tra la penisola di Bjäre e quella di Kullen
e confinante a est con la zona orientale dell’attuale città di Ljungby.
Da qui partiva l’antica strada Lagastigen che, costeggiando il corso del fiume Lagan attraversava la
brughiera desolata dell’Øthknælyung59
nella regione agricola dell’Halland, conduceva fino a
Finnveden, una delle antiche piccole terre dello Småland occidentale, giungendo così finalmente alla
popolazione Finnaithae menzionata da Jordanes.
57
Un leggendario docente di liceo presso la storica Hedberg School di Sundsvall, che ha cercato le radici della lingua nella storia (e viceversa) col suo
studio dei nomi finlandesi nelle opere di Jordanes e Kjellgren. Cfr.: https://sv.wikipedia.org/wiki/Arreskow_(sl%C3%A4kt)
58
Areskoug, Malte: “De nordiska folknamnen hos Jordanes", 1972 (Swedish), in “Fornvännen”, ISSN 0015-7813, E-ISSN 1404-9430, p. 1-15.
Articolo consultabile e scaricabile gratuitamente in formato PDF al link del portale DIVA: https://raa.diva-
portal.org/smash/get/diva2:1225090/FULLTEXT01.pdf. URL visitato il 31 dicembre 2023.
59
Un toponimo danese ufficializzato nel 1307 per indicare una brughiera deserta (come si può leggere in “Diplomatarium danicum”, 2 R 6 n. 85.
Riportato in “Det danske Sprog- og Litteraturselskab”, 2 Række. Khvn 1938-1960.) Il vocabolo è composto dal prefisso öthkn, che sta per TERRA
DESOLATA e ljunghed, ossia la pianta di brugo (Calluna vulgaris) una pianta spontanea appartenente alla famiglia delle Ericacee con cui un tempo si
facevano spazzole per scope.
Salvatore Giglio
22
Figura 16. Una suggestiva foto della baia di Skälder vista da Nord-Est. Immagine tratta da Wikipedia. Autore: Pär-Martin Hedberg
Data scatto: maggio 2017. Titolo: “Dintorni della chiesa di Barkåkra”. Proprietà: Diocesi di Lund. Licenza Creative Commons
Per ottenere un riscontro geografico alla sua teoria, Areskoug analizza linguisticamente l’idronimo
del lago Hjälmsjön. Sulle indicazioni del testo dello studioso e con i moderni mezzi offerti
dall’informatica decido di tentare a mia volta una ricostruzione etimologica del nome del lago sulla
base di prove linguistiche comparative.
Il primo passo è stato quello di scindere la parola in “Hjälm” e “sjön”. Per quel che riguarda il prefisso
“Hjälm”, consultando sia il SAOL60
che il Wikizionario,61
ho trovato subito la definizione di ELMO;
con ogni probabilità, essa discende dalla radice protoindoeuropea “*ḱel-” COPRIRE, NASCONDERE,
PROTEGGERE da cui poi il verbo “*ḱelmos” COPRIRE che, nel protogermanico, diventa “helmaz”
conservando il significato. Successivamente il termine viene prima assimilato nel protonorvegese
(cfr.: Lingua norrena), diventando “hjalmr”, e poi nel protosvedese (cfr.: Lingua norrena) mutando in
“hiælmber” sempre con lo stesso senso.
Ma perché usare per il nome di un lago la parola elmo? Areskoug a questo proposito scrive che si
potrebbe immaginare che con esso ci si riferisca o ad una limitrofa formazione geologica che possa
essere simile ad un elmo o che la forma stessa del lago ricordi questa foggia. Poi subito dopo chiarisce
che non si tratta assolutamente di questo e che è necessario indagare ulteriormente sulle influenze
linguistiche per rintracciare e identificare correttamente la località in cui risiedevano i Finnaithae.
Lo studioso continua la sua analisi indicando che la parola “helmil” è stata costruita avvalendosi dei
suffissi “-il” e “-ila”, e ciò nel protonorreno determina i vocaboli “hjalmuli”, “hjalmulvglr”, entrambi
indicanti TIMONE.
Altre formazioni simili, sempre nell’antico norreno e con lo stesso significato, sono “hjalmvglr”, (da
cui “hjalmun-”, “hjalmur-”, “hjglmur-”), “hjalmarvglr” e il norreno “hjalmar skid”. Areskoug poi
confronta il termine “helmil” con l’anglosassone helma che, guarda caso, significa ancora TIMONE.
Ancora più interesse assume il termine declinato in inglese, olandese e tedesco nella forma “heim”,
60
Lo Svenska Akademiens ordlista, abbreviato SAOL, o ELENCO DELLE PAROLE DELL'ACCADEMIA SVEDESE è un dizionario ortografico aggiornato
periodicamente dalla prestigiosa istituzione ed è pubblicato in un unico volume e considerato punto di riferimento autorevolissimo dell'ortografia
svedese. Svenska Akademiens ordlista su Wikipedia (Inglese) all’URL: https://en.wikipedia.org/wiki/Svenska_Akademiens_ordlista
61
Descrizione del progetto su Wikipedia (Italiano) all’URL:https://it.wikipedia.org/wiki/Wikizionario.
IL PASSATO INTRECCIATO - Origine dei toponimi “Finlandia” e “Suomi”
23
che si traduce con MANIGLIA DEL TIMONE, cioè la leva posta sulla sommità del timone per permetterne
il governo dello stesso.62
“Elmo” in queste parole è inteso dunque come RIVESTIMENTO DEL TIMONE.
Tutto ciò ci riconduce all’origine del toponimo del lago dovuto, probabilmente, alla sua forma che
ricorda quella di un remo63
con l’impugnatura volta a sud-ovest. Lo studioso poi afferma che
osservando una mappa, la somiglianza della forma del lago con quella dei timoni delle antiche
imbarcazioni nordeuropee è tangibile e la si può facilmente riscontrare anche sul posto affacciandosi
dalle sponde, piuttosto alte, del lago stesso.
Ciò porta il Prof. Areskoug a concludere che, quindi, «non c'è stato alcun popolo chiamato “ahelmil”
o “helmil”» e ad aggiungere che Jordanes, dopo aver censito le cinque popolazioni della Scania e
dell'Halland meridionale, fa seguire quelle a partire da “helmil” (ossia dal lago Hjälmsjön), che erano
le più vicine ai Finnaithae e che nell’insieme un giorno poi sarebbero diventati gli abitanti della
regione del Finnveden.
L’ipotesi dei sentieri
Un’altra particolarità toponomastica, che il Prof. Areskoug presume possa aver favorito lo sviluppo
del nome del popolo Finnaithae, è ravvisabile nell’idronimo del tortuoso torrente Pinnån. Questo
attraversa prima alcuni piccoli laghi a nord della città di Åsljunga, poi i laghi di Åsljungasjön, fino
alla cittadina di Örkelljunga e Hjälmsjön e, infine, oltrepassa l’area urbana di Östra Ljungby, per
sfociare nel fiume Rönne appena a ovest della cittadina di Källna. L’ipotesi dello studioso è che
l’antico nome di questo torrente, oggi chiamato Pinnån, un tempo potesse essere “*Finnan”, iniziando
con “F”, anche se questa teoria sembra essere in contrasto con i dettami della Legge di Grimm.
62
Termine che nel gergo nautico italiano diventa Agghiàccio (o aggiàccio) s. m. [dal gr. biz. οἰάκιον, dim. di οἴαξ -ακος «timone»]. – In marina,
congegno per la manovra del timone, interposto fra la sua testa e l’elemento motore (sia questo la forza muscolare dell’uomo o una forza meccanica),
destinato ad amplificarne la forza; realizzato in sistemi diversi, nei recenti tipi idraulici si riduce a un semplice accoppiamento a biella e manovella.
Da Vocabolario online Treccani. URL: https://www.treccani.it/vocabolario/agghiaccio2/
63
Nelle antiche imbarcazioni norrene e dell’area baltica il timone era nato come un remo dalla pala leggermente più larga, solitamente posto con degli
allacci di cordame a poppa sul lato sinistro dell’imbarcazione. Questa soluzione era indicata particolarmente nei tratti fluviali dal fondale basso, dove
un timone tradizionale si sarebbe sicuramente incagliato. In caso di necessità lo si poteva sciogliere da poppa e fissarlo rapidamente anche in altre
posizioni del natante. Successivamente si passo alla classica disposizione assiale di mezzeria del timone come quella della foto.
Figura 17 Per far comprendere meglio la teoria del Prof. Areskoug mi sono cimentato con un fotomontaggio, cercando di ricostruire
quello che era il timone delle antiche imbarcazioni che avremmo potuto vedere qualche secolo fa in queste zone. Ovviamente la forma
del lago suggerisce approssimativamente quella del timone. Nell’immagine piccola si può vedere anche la “maniglia del timone”.
Salvatore Giglio
24
Reportage fotografico di Per Blomberg sui sentieri del popolo Finnaithae
Qualche splendida foto per capire i luoghi descritti da Giordane e analizzati da Areskoug nella testimonianza di viaggio di
un trekker svedese dei nostri giorni, Per Blomberg, che per due giorni ha percorso i 53km di tragitto di un tratto della fitta
rete di sentieri della regione
Figura 18. La mappa del percorso dello Skanelden SL1. Nella
legenda sono riportate tutte le indicazioni relative al tragitto
Figura 19. Targhe direzionali poste lungo il percorso guidano i
trekker anche verso i punti destinati alle soste e al pernottamento
Figura 20. Una radura illuminata dalle prime luci dell’alba
svedese. Si noti la cura e la pulizia del luogo
Figura 21. Vista panoramica dall’horst di Åsljunga. Quello
zaino sulla panchina: un invito irresistibile all’esplorazione!
Figura 22. Ecco un tratto di percorso in una zona paludosa; le
passerelle di legno in queste regioni hanno una storia millenaria
Figura 23. Uno dei diversi punti destinati al pernottamento dei
trekker. La sistemazione è spartana e prevede i sacchi a pelo!
Il passato intrecciato - Origine dei toponimi Finlandia e Suomi
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Il passato intrecciato - Origine dei toponimi Finlandia e Suomi

  • 1. [Nome della società] Il passato intrecciato - Origine dei toponimi Finlandia e Suomi [Sottotitolo del documento] Salvatore Giglio [Data] salvatore giglio Il passato intrecciato Origine dei toponimi Finlandia e Suomi artigianato informatico napoletano edizioni
  • 2. AIN EDIZIONI NAPOLI SALVATORE GIGLIO ORIGINE DEI TOPONIMI FINLANDIA E SUOMI FEBBRAIO 2024 PUBBLICAZIONE BASATA SUL CRITERIO DI OPEN ACCESS E DI COPYLEFT È CONCESSA LA TOTALE FRUIZIONE DEL TESTO ESCLUSIVAMENTE PER FINI DI STUDIO O DIVULGAZIONE NON A SCOPO DI LUCRO E CHE NON SIA ALTERATO PER DIFFONDERE NOTIZIE FALSE CONTENUTI VIOLENTI, RAZZIALI, OFFENSIVI VEICOLARE MALWARE E VIRUS Un saggio su di un particolare aspetto tutto finlandese: un Paese con due nomi. FINLANDIA, un’espressione formatasi tra chi lo osservava dall’esterno. SUOMI, un nome concepito, e percepito come identità nazionale, da coloro che da sempre vivono in questo splendido territorio. Un omaggio dell’autore ad un Paese simbolo di libertà, indipendenza, progresso e cultura accessibile a tutti. Il titolo e l’immagine di copertina sono di BING Image_Creator (DALL E3). Era stato chiesto in chat all’AI di elaborare un disegno sul tema “Origine dei toponimi Finlandia e Suomi” ed essa ha sviluppato sia il titolo che l’immagine riproducente un albero maestoso con le radici che si intrecciano da un lato con antichi simboli (rune e segni tribali) figurando così l’esotoponimo Finlandia, e dall’altro con elementi allegorici naturali in rappresentanza del legame tra la popolazione finlandese e la natura, concetto alla base dell’endotoponimo Suomi Elaborazione del 3 marzo 2024. AIN EDIZIONI NAPOLI SALVATORE GIGLIO IL PASSATO INTRECCIATO ORIGINE DEI TOPONIMI FINLANDIA E SUOMI MARZO 2024 PUBBLICAZIONE BASATA SUL CRITERIO DI OPEN ACCESS E DI COPYLEFT È CONCESSA LA TOTALE FRUIZIONE DEL TESTO ESCLUSIVAMENTE PER FINI DI STUDIO O DIVULGAZIONE NON A SCOPO DI LUCRO E CHE NON SIA ALTERATO PER DIFFONDERE NOTIZIE FALSE CONTENUTI VIOLENTI, RAZZIALI E OFFENSIVI VEICOLARE MALWARE E VIRUS
  • 3. MATERIALI PRELIMINARI Immagine generata da BING AI Image_Creator (DALL E3) sul tema: “Disegno, in stile bozzetto a matita non colorato, di un set da scrivania vintage”. Immagine realizzata il 9 febbraio 2024
  • 4. Salvatore Giglio II Indice Premessa.........................................................................................................................................IV Introduzione ....................................................................................................................................V Notazioni linguistiche adottate nel testo .........................................................................................V Comprendere il Linguaggio attraverso etnonimi, toponimi, significanti e significati ................. VII Vere e proprie fotografie .......................................................................................................... VII Etnonimi e toponimi................................................................................................................VIII Significato e significante.........................................................................................................VIII L’esotoponimo FINLANDIA...............................................................................................................1 FINLANDIA per… i finlandesi...........................................................................................................1 FINLANDIA per tutti gli altri..............................................................................................................3 Riflessioni conclusive ......................................................................................................................4 I Fenni di Tacito...................................................................................................................................5 Etimologia di Fenni .........................................................................................................................8 I Finni di Claudio Tolomeo................................................................................................................10 Gli Screrefennae, i Finnithae e i Mitissimi Finni di Jordanes ...........................................................13 Dal Getica ......................................................................................................................................17 Gli Screrefennae.............................................................................................................................18 L’etimologia...............................................................................................................................18 Un forum di archeologia, “Castore”, il Widsith e l’antico verbo scriþan..................................18 Il verbo hreran ...........................................................................................................................19 Nel Dalarma la loro origine .......................................................................................................20 I Finnaithae di Giordane nell’analisi del Prof. Malte Areskoug....................................................21 Il Finnveden e un lago a forma di… timone ..............................................................................21 L’ipotesi dei sentieri...................................................................................................................23 Reportage fotografico di Per Blomberg sui sentieri del popolo Finnaithae..............................24 I sentieri del… desiderio............................................................................................................25 L’ipotesi dei cacciatori – raccoglitori.........................................................................................25 Le fantastiche descrizioni di Adamo da Brema .............................................................................26 Gli Scritefinnis di Adamo da Brema ..........................................................................................27 Approfondimento: toponomastica e religione................................................................................28 Magia, stregoneria e giurisprudenza medievale svedese ...........................................................29 Un riferimento geografico: la collinetta di Bergs klätt ..................................................................32 I Mitissimi Finni.............................................................................................................................34 Una “mosca bianca”...................................................................................................................34 Il parere degli antropologi di fine Ottocento..............................................................................34 L’analisi di Tuomo Pekkanen.........................................................................................................38 Una questione di genere? ...............................................................................................................39 L’endotoponimo SUOMI .....................................................................................................................41 Teorie su teorie e tanta confusione.............................................................................................41 L’analisi della radice “suo-”.......................................................................................................42 “suo-”: un potenziale collegamento tra FINLANDIA, SUOMI e… Napoli!...................................42 I cariceti: la culla dell’agricoltura finlandese.............................................................................44 Vestiti di… squame?!.................................................................................................................45
  • 5. IL PASSATO INTRECCIATO - Origine dei toponimi “Finlandia” e “Suomi” III Suomi, Sami, Samland… Echi dell’antico culto della Madre Terra..............................................47 La teoria (poi rivista) di Petri Kallio..............................................................................................49 Il punto di vista di Unto Salo .....................................................................................................50 Suomi o Finlandia? ............................................................................................................................53 Anche la BBC… in cerca di notizie sui toponimi..............................................................................56 Bibliografia & Sitografia ...................................................................................................................63
  • 6. Salvatore Giglio IV Premessa Per chi abita nei Paesi dell’Europa meridionale guardare al passato preistorico sembra cosa facile, quasi immediatamente accessibile, data la copiosa quantità di testimonianze archeologiche reperite in ogni dove tanto che, spesso e volentieri, esse vengono addirittura dimenticate nei sotterranei dei musei o, peggio ancora, abbandonate in precari capanni realizzati provvisoriamente nei pressi degli stessi scavi archeologici, esposti alla mercè di chiunque. Le cose assumono verso completamente opposto nell’estremo nord del continente dove la mancanza di testimonianze del passato è da collegarsi ad una serie di fattori: • I tempi imposti dalla natura, con il lento scongelamento di certe regioni protrattosi per secoli rispetto al resto del continente che ha favorito la comparsa di tratti culturali improntati soprattutto sul nomadismo, ritardando di almeno un millennio l’avvento dello stanzialismo agricolo e la conseguente urbanizzazione del territorio. • L’adozione di un sistema costruttivo quasi completamente basato sul legno, quindi di estrema fragilità e di breve durata. • Un deciso ritardo nell’uso della scrittura da parte di quelle popolazioni. • Una costante instabilità politica che ha caratterizzato profondamente soprattutto i Paesi balto-finnici. Questo complesso di cose ha interferito pesantemente sia con la sedimentazione/conservazione di elementi culturali del passato che con lo studio e la ricostruzione approfondita dello sviluppo iniziale di quelle popolazioni. Chi si accinge ad intraprendere un percorso di ricerca, per studio o per passione, verso le origini di quei Paesi è bene che sappia sin da subito che dovrà fare i conti in primis con gli ostacoli posti dalle lingue, e poi con una sorta di “nebbia storica” che avvolge quasi del tutto i primi giorni di vita di quei luoghi. Un esempio concreto di questo stato di cose è proprio la Finlandia. Un territorio conteso per un millennio tra Svezia e Russia, in cui l'arrivo del cristianesimo ha cancellato quasi del tutto, in termini antropologici, il ricchissimo patrimonio culturale preesistente. Il graduale avvento del colonialismo esercitato da parte di popolazioni germaniche poi ha confinato nell'estremo nord del Paese quelli che di diritto potremmo definire "nativi finlandesi", cioè i Sami. Circa il profilo storico solo con la fondazione di Turku, nel 1310 circa, cominciano a comparire documentazioni scritte di rilievo mentre nel frattempo il meraviglioso passato di quei territori veniva cancellato, sovrascritto, "formattato" per usare un'immagine che renda pienamente l'idea legata ai nostri giorni. Questo umilissimo e incompleto lavoro è solo un omaggio per la Finlandia, una terra che ho sentito subito mia! L’ho svolto nella piena consapevolezza di essere un ignorante, con la voglia di apprendere la storia di questo Paese e per una viscerale ammirazione per la sua popolazione che ha una visione della vita così simile alla mia: silenziosa, sobria, essenziale, operosa quanto basta, amante e rispettosa della natura. Vorrei sottolineare, e al tempo stesso ringraziare, la presenza di un prezioso collaboratore che si è dimostrato impagabile in innumerevoli occasioni per un “ricercatore in solitaria” quale sono io: BING AI della Microsoft. Il suo apporto nella traduzione ottimizzata in italiano di interi documenti da lingue come il finlandese, lo svedese e il norvegese, il suo enorme talento nel realizzare immagini belle, suggestive, verosimili per commentare un titolo, una narrazione così come il suo incoraggiamento nei momenti di sconforto e la sua supervisione sempre oggettiva sono stati quella marcia in più che ha permesso di portare a termine questa complessa sezione. Chi oggi affronta gli studi avvalendosi della partecipazione di questa particolarissima forma di esistenza digitale, mai invasiva o supponente, deve sentirsi assolutamente privilegiato.
  • 7. IL PASSATO INTRECCIATO - Origine dei toponimi “Finlandia” e “Suomi” V Introduzione L’oggetto di questa parte della mia ricerca consiste nell’indagare l'origine dei toponimi "Finlandia" e "Suomi", cercando di offrire al lettore italiano una panoramica storica sulla formazione di questi due nomi e sul motivo per cui questo Paese possieda ben due distinte denominazioni. Per esporre al lettore delle informazioni attendibili e rintracciabili sono state utilizzate per questa ricerca fonti provenienti dal mondo universitario e della ricerca scientifica mentre il testo è stato corredato da numerosissimi collegamenti ipertestuali (inerentemente a nomi di autori, località, fenomeni, ecc.) che conducono a ulteriori approfondimenti, rendendo questa ricerca un'esperienza interattiva. I prossimi paragrafi rappresentano, quindi, una sintesi delle principali teorie elaborate da archeologi, linguisti e storici di fama internazionale nonché dal Kotimaisten kielten keskukses, ossia la massima istituzione finlandese in campo linguistico omologa alla nostra meritevolissima Accademia della crusca, custode della lingua italiana. Notazioni linguistiche adottate nel testo Il lettore si renderà subito conto che questa ricerca impiega, oltre che a dati storico-geografici, anche dati linguistici. Ho deciso quindi di riassumere e spiegare i metodi di notazione dei lemmi qui adottati per facilitare l'interpretazione dei dati. Mi sono avvalso di BING AI per questa rappresentazione che parte con un suo disclaimer: 1. Parole ricostruite o ipotizzate non documentate In linguistica, un asterisco (*) posto prima di una parola, ad es. *Finnithae, significa che si tratta di una forma non documentata storicamente, ma che è un termine supposto o ricostruito. Questo uso è comune in linguistica storica e in studi etimologici. 2. Presentazione dei Prestiti Linguistici In questo lavoro, i prestiti linguistici sono presentati utilizzando il simbolo “>”. Questo simbolo indica la direzione del prestito, cioè da quale lingua la parola è stata presa in prestito. La struttura generale di un prestito linguistico è la seguente: Lingua donatrice > Lingua ricevente: Parola originale > Parola presa in prestito Ecco un esempio specifico: Inglese > Italiano: "computer" > "computer" In questo esempio, la parola inglese “computer” è stata presa in prestito dalla lingua italiana e utilizzata con lo stesso significato. 3. Presentazione delle correlazioni e somiglianze linguistiche In alcuni casi, potrebbe essere utilizzato il simbolo “<” in un determinato contesto etimologico. Questo simbolo non indica un prestito linguistico diretto, ma piuttosto una possibile correlazione o somiglianza tra le «Le informazioni fornite in questa pagina sono basate sulle conoscenze e le competenze di BING AI, che sono state aggiornate fino a un certo punto nel 2021. Anche se BING AI si sforza di fornire informazioni sempre accurate e aggiornate, non può garantire l’accuratezza o la completezza delle stesse. Inoltre, le informazioni fornite non dovrebbero essere utilizzate come sostituto di consulenza professionale o di ricerca. Si consiglia sempre di consultare fonti aggiuntive per confermare le informazioni fornite.».
  • 8. Salvatore Giglio VI parole. Questo è spesso il caso quando le relazioni etimologiche sono incerte o speculative. Ad esempio: Lingua A < Lingua B: Parola A < Parola B In questo esempio, la Parola A nella Lingua A potrebbe avere una correlazione o una somiglianza con la Parola B nella Lingua B. Tuttavia, questo non implica necessariamente che la Parola A sia derivata direttamente dalla Parola B. Facciamo adesso un altro esempio con le seguenti parole: Lingua Proto-Indoeuropea < Italiano: *h1réǵs < re In questo esempio, la parola proto-indoeuropea *h1réǵs (che significa “re”) potrebbe avere una correlazione o una somiglianza con la parola “re” in italiano. Tuttavia, questo non implica necessariamente che “re” sia derivata direttamente da *h1réǵs. 4. Evoluzione di una parola o di un termine nel tempo “->” è un simbolo usato in linguistica per indicare l’evoluzione di una parola o di un termine nel tempo. Questo simbolo mostra come una parola, o un termine, si è trasformato o modificato nel corso della storia della lingua. Ad esempio “fenþn -> fenn -> finn” indica che la parola “fenþn” si è evoluta in “fenn” e poi in “finn” nel corso del tempo. 5. Trattino in Prefissi/Suffissi “-“ Il trattino è un segno di interpunzione utilizzato in linguistica per collegare un prefisso o un suffisso a una parola base o radice. Questo collegamento forma una nuova parola o una forma di parola derivata. Ad esempio, in parole come “anti- influenzale” o “felice-mente”, il trattino serve a unire il prefisso o il suffisso alla parola base. L’uso del trattino può variare a seconda delle convenzioni grammaticali e tipografiche di una lingua. 6. Uso della Pipeline (“|”) e Doppia Pipeline (“||”) Nel contesto di questo lavoro, che si basa su traduzioni da vari dizionari etimologici, vengono utilizzati due simboli tipografici per separare e organizzare le informazioni: la “pipeline” (“|”) e la “doppia pipeline” (“||”). • Pipeline (“|”): Questo simbolo viene utilizzato per separare diverse accezioni, casi linguistici o informazioni correlate di un determinato lemma o voce del dizionario. Ad esempio, potrebbe essere utilizzato per separare le diverse definizioni di una parola o le diverse forme di un verbo. • Doppia Pipeline (“||”): Questo simbolo, che consiste in due pipeline poste una accanto all’altra, viene utilizzato per indicare una separazione di un tipo diverso o di un livello superiore rispetto alla singola pipeline. Ad esempio, potrebbe essere utilizzato per separare gruppi di accezioni correlate o per indicare l’inizio di un nuovo gruppo o famiglia linguistica. L’uso di queste convenzioni tipografiche aiuta a rendere le informazioni presentate in questo lavoro più chiare e facilmente comprensibili. Queste convenzioni sono state adottate in seguito all’analisi di varie fonti, tra cui il Dizionario Etimologico Finlandese.
  • 9. IL PASSATO INTRECCIATO - Origine dei toponimi “Finlandia” e “Suomi” VII Comprendere il Linguaggio attraverso etnonimi, toponimi, significanti e significati Dal momento che nelle prossime pagine analizzeremo fondamentalmente parole e sarò costretto ad usare frequentemente una terminologia non di uso quotidiano. Intuendo inoltre che non tutti masticano il “linguistichese”, “antropoligichese” ed “etnografichese”, ho chiesto a BING AI di creare delle spiegazioni sintetiche, dal taglio divulgativo, per chiarire cosa siano “etnonimi” e “toponimi” nonchè la differenza tra “significato” e “significante”. Vediamo quali sono state le sue risposte. Vere e proprie fotografie Le parole, in linguistica, sono “contenitori di significato” e, non a caso, sono chiamati “significanti” … Se nella maggior parte di essi il contenuto cambia, in altri, invece, si cristallizza diventando così un remoto “fermo immagine”, un’istantanea immortalante un preciso aspetto o momento della storia umana. Ma cosa ci dicono oggi queste preziose “istantanee linguistiche” legate a etnonimi e toponimi? Ci narrano di genti e luoghi persi nel tempo attraverso descrizioni sintetiche particolarmente “realistiche”, soprattutto considerando che taluni “scatti” furono eseguiti in momenti storici del tutto scevri da forme e finzioni diplomatiche, politiche e assolutamente privi di tutte quelle mistificazioni mediatiche in cui oggi siamo totalmente immersi e assuefatti. Un tempo, insomma, in cui quella lontana umanità sembra avere la stessa ruvida spontaneità tipica dei bambini nei primi anni di vita. Passiamo la parola a BING AI e vediamo come ha risposto ai due prompt1 che gli ho sottoposto: I. «BING potresti definire in modo semplice cosa sono gli etnonimi ed i toponimi; potresti spiegare anche la differenza tra endoetnonimi e esoetnonimi e tra endotoponimi ed esotoponimi e, infine, indicare in quali discipline essi sono normalmente impiegati?». 1 Secondo il Vocabolario della lingua italiana Treccani 〈pròmt〉 agg., ingl. (propr. «pronto»), usato in ital. come s. m. – Nel linguaggio dell’informatica, indicazione visiva, costituita da elementi testuali o grafici, anche mescolati fra loro, che compare sul monitor del computer per segnalare all’utente che il sistema è in attesa di un comando. https://www.treccani.it/vocabolario/prompt/ URL consultato il 25 febbraio 2024 Figura 1. Due immagini realizzate da BING Image_Creator (DALL E3) rappresentanti i due concetti di esoetnonimo, a sinistra, ed endoetnonimo, a destra, attraverso le metafore della foto scattata da uno straniero e il selfie
  • 10. Salvatore Giglio VIII Etnonimi e toponimi «Certo, Salvatore! Etnonimi e toponimi sono termini usati con maggiore frequenza nell’ambito della linguistica, dell’antropologia e dell’etnografia, ma procediamo con ordine. Il termine “etnonimo” è una parola composta che deriva dal greco ἔθνος (éthnos), che significa “tribù”, e ὄνυμα (ónyma), che significa “nome”. In sostanza, un etnonimo è il nome di un popolo. Può essere usato come sinonimo di “etnico”, designando quindi il nome degli abitanti di un Paese, di una regione o di una città. Gli etnonimi possono essere di due tipi: • endoetnonimo, quando è generato e/o utilizzato dalla stessa comunità cui si riferisce; • esoetnonimo, quando è attribuito alla comunità da un altro popolo a essa esterna. Il termine “toponimo” è una parola composta che deriva dal greco τόπος (tópos), che significa “luogo”, e ὄνυμα (ónyma), che significa “nome”. In sostanza, un toponimo è il nome di un luogo geografico. I toponimi possono essere di due tipi: • endotoponimo, quando è usato in una determinata lingua per riferirsi a un luogo situato all’interno della sua area linguistica; • esotoponimo, quando è usato in una lingua per riferirsi a un luogo geografico esterno. Vediamo adesso l’impiego di questi termini nelle seguenti aree disciplinari: 1. Linguistica: Gli etnonimi e i toponimi sono studiati in linguistica per comprendere le strutture linguistiche e le convenzioni di denominazione utilizzate nelle diverse lingue. Ad esempio, gli studiosi possono esaminare come gli etnonimi e i toponimi riflettono le caratteristiche grammaticali o fonetiche di una lingua. 2. Antropologia: In antropologia, gli etnonimi e i toponimi possono fornire informazioni preziose sulla cultura e sulla storia di un popolo. Ad esempio, gli etnonimi e i toponimi possono riflettere le pratiche culturali, le credenze religiose, o gli eventi storici significativi di una comunità. 3. Etnografia: Nell’etnografia, gli etnonimi e i toponimi sono spesso utilizzati per comprendere le interazioni tra le persone e il loro ambiente. Ad esempio, gli etnografi possono studiare come gli etnonimi e i toponimi vengono utilizzati per navigare nello spazio fisico, o come riflettono le relazioni sociali e di potere all’interno di una comunità. Spero che queste spiegazioni ti siano utili!».2 II. «BING potresti definire in modo semplice i concetti di “significato” e di “significante” indicando anche in quale ambito disciplinare essi trovano applicazione?». Significato e significante «Certo, Salvatore! I termini “significato” e “significante” sono concetti fondamentali nella linguistica, in particolare nella semiotica, ossia lo studio dei segni e dei simboli. • Il significante si riferisce alla forma fisica o materiale di un segno, che può essere una parola scritta o pronunciata. Nel caso dell’etnonimo “Fenni”, il significante sarebbe la sequenza di suoni ‘f-e-n-n-i’. • Il significato, d’altra parte, è l’idea o il concetto che viene attribuito a quel segno. Nel caso dell’etnonimo “Fenni”, il significato potrebbe essere l’immagine mentale o la comprensione di questo gruppo etnico che si forma nella nostra, o nell’altrui, mente quando leggiamo o pronunciamo la parola. Spero che questa spiegazione ti sia utile!».3 2 Definizione elaborata da BING AI il 17 gennaio 2024. Per approfondimenti Cfr.: 1) https://it.wikipedia.org/wiki/Etnonimo; 2) https://www.treccani.it/vocabolario/etnonimo/; 3) https://it.wikipedia.org/wiki/Toponimo; 4) https://www.lingethnog.org/definition; 5) https://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0120240 3 Definizione elaborata da BING AI il 18 gennaio 2024. Per approfondimenti Cfr.: 1) https://papergraf.it/differenza-tra-significato-e-significante/; 2) https://www.scuolissima.com/2012/10/significante-e-significato.html; 3) https://zeropost.it/2019/05/significante-e-significato.html
  • 11. IL PASSATO INTRECCIATO - Origine dei toponimi “Finlandia” e “Suomi” IX È importante notare che la relazione tra significante e significato non è stabile o universale, ma è una variabile dipendente4 dalla cultura, dall’esperienza personale e dal contesto sociale in cui si utilizza il segno. Ciò significa che ci possono essere diverse interpretazioni del significato di “Fenni”, a seconda della persona o del contesto in cui viene utilizzato. Figura 2. Rappresentazione simbolica di “significato” e “significante” realizzata da BING Image_Creator (DALL E3) dopo un’interazione testuale con la AI su questa tematica. Elaborazione del 29 febbraio 2024 4 variabile come aggettivo, attributo di una grandezza che può assumere più valori compresi in un dato intervallo; come sostantivo, ente suscettibile di identificarsi con ciascuno degli elementi di un insieme assegnato. È indicata con un simbolo che la rappresenta e che può assumere valori all'interno di tale insieme. Cfr.: https://www.treccani.it/enciclopedia/variabile_(Enciclopedia-della-Matematica)/ URL visitato il 25 febbraio 2024
  • 12. Salvatore Giglio 10 La formazione dei toponimi attraverso gli autori dell’antichità classica Immagine generata da BING AI Image_Creator DALL E3 sul tema: “Disegno, in stile bozzetto a matita non colorato, di un autore dell'antichità classica intento a scrivere sul suo taccuino in un ambiente esterno, con il paesaggio finlandese che si estende intorno a lui”. Immagine realizzata il 9 febbraio 2024
  • 13. 11 La formazione dei toponimi attraverso gli autori dell’antichità classica Immagine generata da BING AI Image_Creator (DALL E3) sul tema: “Disegno, in stile bozzetto a matita non colorato, di un autore dell’antichità classica intento a scrivere con il paesaggio finlandese che si estende intorno a lui”. Immagine realizzata il 9 febbraio 2024
  • 14.
  • 15. IL PASSATO INTRECCIATO - Origine dei toponimi “Finlandia” e “Suomi” 1 L’esotoponimo FINLANDIA Perché esotoponimo? Perché i finlandesi hanno scelto Suomi per indicare il proprio Paese e non Finlandia. Finlandia si perde nella notte dei tempi ed è legato alle frequentazioni di popolazioni che con quel territorio hanno avuto principalmente relazioni commerciali e militari. Un toponimo forse nato quasi per caso sul ponte di qualche antica nave mercantile per bocca di un marinaio che era rimasto colpito da qualche particolare aspetto di quel remoto paesaggio, o dalle sue popolazioni così primitive, poverissime eppur tanto libere, felici e appagate dalla vita così come ce le racconta Tacito. Figura 3. Immagine realizzata da BING Image_Creator (DALL E3) sul tema “Antichi mercanti germanici giungono in Finlandia”. Elaborazione del 25 febbraio 2024 FINLANDIA per… i finlandesi Una prima prova che Finlandia sia un esotoponimo la possiamo trovare in una pubblicazione in formato PDF5 , il Suomalainen Paikannimikirj [Il libro dei toponimi] del già citato Kotimaisten kielten keskukses dedicata proprio ai toponimi finlandesi. A seguire riporto la traduzione del testo dell’articolo del linguista finlandese Peter S. B. Slotte. Finland → Il nome svedese della Finlandia. Finnlandi (dativo dal nome *Finnland; nella pietra runica U 582 dell'inizio dell'XI secolo), Fialanda 1209. Il toponimo svedese “Finlandia” è formato dal nome del gruppo etnico "Finni", che si ritiene indicasse i Sámi; in Norvegia, fino a poco tempo fa infatti, la parola "finne" denotava proprio il popolo Sami. Il suffisso è -land “terra”. La parola Finne è formalmente basata sul verbo germanico Finna (protogermanico finþan), che potrebbe aver avuto il significato di “inseguitore”, “cacciatore”, “vagabondo”, “nomade”. 5 Suomalainen paikannimikirja. Kotimaisten kielten keskuksen verkkojulkaisuja 63 ja 63b. Helsinki 2019. Disponibile gratuitamente al link: https://kaino.kotus.fi/www/verkkojulkaisut/julk63b/SuomalainenPaikannimikirja_e-kirja_kuvaton.pdf Ultima visita all’URL 19 gennaio 2024
  • 16. Salvatore Giglio 2 Sono state avanzate anche altre interpretazioni in cui, ad esempio, il suffisso del nome è stato associato a un termine geologico in lingua celtica *penn, il cui equivalente è “collina”. La prima menzione dei "Fenni" si trova nell'opera Germania del 98 a.C. dello storico romano Cornelio Tacito. Cento anni dopo, il geografo greco Tolomeo usa il termine “Phinnoi”. Entrambe le parole sono al plurale. Il poeta islandese Sigvatr Þórðarson (c. 995–1045) usa il termine "finnlendinga" (derivato dal nome *Finnland) per indicare una parte degli abitanti della Finlandia (forse quelli dell’Uusimaa occidentale) intorno al 1020–30. - Il nome Finlandia originariamente denotava solo i territori sud- occidentali dell'attuale Finlandia, la storica → provincia del Varsinais-Suomi (Egentliga Finlandia), cioè la regione più vicina all'area linguistica germanica. La prima menzione della Finlandia attuale si trova nelle fonti svedesi del XIV secolo “Finlandia et partes orientales”, in seguito spesso detta anche Österlanden o Österland. Le designazioni descrivono la posizione della Finlandia che è ad est rispetto alla Svezia. Il nome Österland(en) cadde in disuso nel Medioevo; le ultime voci nei documenti nel Finlands medeltidsurkunder6 risalgono al 1525: "Aabo och Andre köpstäder i Österlandom" [Turku e altre città dell'Österland]. - L'estensione geografica dell'area denominata "Österland" variava. Nel Medioevo sia le isole Åland che l'Ostrobotnia appartenevano ecclesiasticamente alla diocesi di Turku e venivano considerate appartenenti all'"Österland", ma allo stesso tempo l'Ostrobotnia apparteneva amministrativamente alle regioni svedesi a ovest del Golfo di Ostrobotnia (→ Österbotten). Nel XVIII secolo la Finlandia e l'Österbotten furono separate in due distinte regioni. Non è inoltre molto chiaro fino a che punto la Carelia era intesa come appartenente alla Finlandia a quei tempi. Alla fine del dominio svedese, il confine delle diocesi sul lato ovest del fiume Kemijoki era anche il confine amministrativo tra Finlandia e Svezia. La Finlandia, più probabilmente la provincia del Varsinais-Suomi, viene menzionata alcune volte come “ducato” nel Medioevo. Già nel 1284, Bengt, figlio di Jarl7 Birger Magnusson, fu elevato al rango di duca di Finlandia, "dux Fynlandensis", ma la Finlandia non divenne effettivamente un ducato fino al 1556, quando Gustavo I di Svezia nominò suo figlio Giovanni, in seguito Giovanni III, come duca di Finlandia. Il suo ducato comprendeva la contea di Turku e la contea di Kokemäen e la contea di Raseborg (ovvero l'area che, secondo l'attuale divisione provinciale, comprenderebbe grosso modo il Varsinais-Suomi, Satakunta, Pirkanmaa, la parte meridionale dell'Ostrobotnia e la parte occidentale di Uusimaa) e le Åland. In virtù della sua carica di re, Giovanni III aveva anche il titolo di “Storfurste av Finland och Karelen” (Granduca di Finlandia e Carelia). Il titolo di "Granduca di Finlandia" appartenne agli appellativi regali svedesi fino al 1809, quando la Finlandia divenne Granducato di Russia e, per la prima volta, una vera e propria entità politica con confini chiaramente definiti. 6 È il titolo in svedese di una raccolta di documenti medievali finlandesi. Cfr.: https://www.finna.fi/Record/helka.991214223506253?sid=3744127565 Ultima visita all’URL 19 gennaio 2024 7 Jarl o earl è un titolo nobiliare scandinavo (jarl) e anglosassone (earl) che indicava originariamente una persona con il rango di capitano, un capo militare che controllava un determinato territorio per conto del proprio sovrano. Cfr.: https://it.wikipedia.org/wiki/Jarl
  • 17. IL PASSATO INTRECCIATO - Origine dei toponimi “Finlandia” e “Suomi” 3 FINLANDIA per tutti gli altri Per intraprendere correttamente un ideale percorso sulle origini della parola Finlandia nella nostra lingua, si deve necessariamente partire da alcuni riferimenti linguistici certi e attendibili quale può essere, ad esempio, la nostra Enciclopedia Treccani che così definisce il lemma: «Il nome è germanico (Finnland, cioè "paese dei Finni") e si ritrova per la prima volta in documenti ecclesiastici del 1229.».8 Un ulteriore riscontro lo andremo a cercare sul Wikizionario che fornisce anche riferimenti etimologici più approfonditi delle lingue antiche: «letteralmente terra dei Finni, a sua volta dal protogermanico *finnaz “vagabondo”, in riferimento alle continue migrazioni delle genti originarie.».9 Restiamo sul Wikizionario e mettiamoci alla ricerca di *finnaz che ci rimanda alla versione inglese Wiktionary ove troviamo, nella pagina della definizione, che si tratta di un termine ricostruito:10 «Contestato; possibile nominalizzazione11 del non attestato “*finniz”, dal primitivo “*fēnþniz”, “vṛddhi” gerundio di “*fanþijaną” ("viaggiare a piedi, camminare").».12 Dal momento che il termine è contestato ho cercato, tradotto e adattato, grazie al prezioso aiuto di BING AI, la fonte da cui sono state tratte queste informazioni e cioè dal “Svensk etymologisk Ordbok” [Dizionario etimologico svedese] del Prof. Gustaf Elof Hellquist, un celebre linguista svedese: Finna – termine che deriva dall'antico svedese e dall'islandese, ed è equivalente al "finde" danese, al "finþan" gotico, al "fiþhan" dell'antico sassone (derivato da "*finþan") e al "findan" dell'antico alto tedesco e dell'anglosassone (che corrisponde al "finden" tedesco e all'inglese "find"). Questo termine proviene dal germanico "*fenþ-", "fend-" che è equivalente all'indoeuropeo "penti". In irlandese antico "étainm" significa "finner" (con la caduta della "p"); potrebbe essere una forma nasalizzata di "pet" in latino. "Peto" in latino significa "strävar", cioè "cerca", quindi in realtà: "andare per cercare" (alla radice "pet", "cadere", "volare", vedi "piuma" e "penna"). Potrebbe anche essere correlato con l'antico sassone "fåthi" (derivato da "*fanþia-"), che significa "cammino", e con l'antico alto tedesco "fendo" (derivato da "*fanþian-") ecc., che significa "pedone" (vedi "finne 1"). È simile al latino "pons" (genitivo "pontis"), che significa "ponte" (vedi "pontone"), al greco "póntos", che significa "mare", e a "páthos", che significa "sentiero" (derivato da "*pnto-"), al sanscrito "pánta- " che ha lo stesso significato, ecc. Confronta "fund" e "fynd". Nel significato di 'pensare' è un prestito più recente dal tedesco "finden" (confronta il francese "trouver" che ha lo stesso significato). 1. Finne, popolo. = antico svedese, confronta islandese “finnr”; Tacito: “Fenni”, Tolomeo: “Phinnoi”, plurale; di origine contestata; tra l’altro portato allo stelo13 in “finna” con la forma di ablaut14 “*fanþian-“, pedone (vedi sopra), e inteso sia come “popolo migrante” o “popolo raccoglitore” e per il resto accostato al Finnveden15 (Jordanes: “Finnaithae”); forma di base germanica: “fenþn“ - > “fenn” - > “finn-“; o anche considerato come secondario rispetto al nome del paese Finlandia che, in tal caso, contiene più probabilmente una designazione del territorio. Esempi di letteratura sul lemma: T. E. Karsten Germ. -finn. Lehnw.-stud. pag. 228 f., confronta SNF IX. 3 e Noreen Fornv. 1920, pag. 33 f. 2. Finne, brufolo, B. Olai 1578 (su brufoli del viso) = danese, dal basso tedesco, tedesco “finne” idem; correlato con le parole sotto “fena” con il significato di base: appuntito e similari. 8 Finlandia in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Link visitato il 10 gennaio 2024 15:16 UTC. 9 "Finlandia" in Wikizionario, Il dizionario libero. 8 ott. 2023 alle 16:43 UTC. https://it.wiktionary.org/wiki/Finlandia. Link visitato il 10 gennaio 2024 14:48 UTC. 10 I termini ricostruiti sono parole, radici e frasi che non sono direttamente registrate nelle rispettive lingue, ma che i linguisti hanno ipotizzato che esistessero utilizzando prove etimologiche. Sono convenzionalmente indicati con un asterisco ( * ) all'inizio della parola. Cfr.: https://en.wiktionary.org/wiki/Wiktionary:Reconstructed_terms Link visitato il 11 gennaio 2024 18:20 UTC. 11 Trasformazione (grammaticale e semantica) in nome. 12 “finnaz” in Wiktionary, The free dictionary. 15 febbraio 2023, alle 09:18 UTC. https://en.wiktionary.org/wiki/Reconstruction:Proto- Germanic/finnaz. Link visitato il 10 gennaio 2024 15:51 UTC. 13 Nel contesto della linguistica, uno “stelo” è la parte di base di una parola da cui derivano altre forme di parole attraverso l’aggiunta di prefissi, suffissi o inflessioni. Lo “stelo” può essere visto quindi come una metafora per la forma base o pura di una parola, da cui derivano altre forme attraverso l’aggiunta di prefissi, suffissi o inflessioni, proprio come lo stelo di un grano è la parte base da cui poi crescono le spighe di grano. 14 L’“ablaut” è un termine usato nella linguistica per descrivere un tipo di variazione vocalica, dove il suono di una vocale cambia all’interno di una parola per indicare una differenza grammaticale. Un esempio comune in inglese è il cambiamento da “write” a “wrote”, dove la vocale interna cambia per indicare il passato. 15 Finnveden o Finnheden è una delle antiche piccole terre dello Småland. Cfr.: https://en.wikipedia.org/wiki/Finnveden
  • 18. Salvatore Giglio 4 Finlandia, originariamente relativo solo alla regione di Egentliga Finland;16 l’attuale Finlandia era chiamata Österland; vedi per esempio Finne 1. A seguire, ecco quanto ha scritto il linguista russo Vladimir E. Orël nel 2003, nelle due definizioni di *Finnaz pubblicate sul suo “A Handbook of Germanic Etymology”: 1. *Finnaz substantive masculine: Old Norse “Finnr” Finn, Old English plural “Finnas” idem, German “Finne” idem. Attested as Greek “Фίννοι” (Fínnoi), Latin “Fenni”. Unclear. Karsten GFL 230 (to “*fenþanan”); Lindroth NB V 45—50 (to German mountain name “Finne” and, eventually, to Celt “*penn-“ hill); Zachrisson Festschr. A. Koch 312 (to Old Irish “cenn” head); Holthausen AEEW 105; Vries ANEW 120121; Onions 357.17 Che nella Traduzione di BING AI diventa: *Finnaz, sostantivo maschile: Antico norreno “Finnr” Finni, plurale dell’antico inglese “Finnas” idem. Tedesco “Finne” idem. Attestato come greco “Фίννοι” (Fínnoi), latino “Fenni”. Non chiaro. Karsten GFL 230 (a “*fenþanan”); Lindroth NB V 45—50 (al nome tedesco della montagna “Finne” e, eventualmente, al celtico “*penn-“ collina); Zachrisson Festschr. A. Koch 312 (all’antico irlandese “cenn” testa); Holthausen AEEW 105; Vries ANEW 120121; Onions 357. 2. *Finnaz ~ *fin(n)ōn substantive masculine/feminine: Old Swedish “fina” fin, Old English “finn” fin, Middle Low German “finne” idem. Probably related to Toch A spin- hook, Sanskrit (including Vedic) “sphyá-“ splinter, staff. Torp-Falk 240 (to Latin “pinna” feather, Old Irish “ind” point, tip < “*pinno-“); Holthausen AEEW 105; Pokorny I 981; Onions 356; KlugeSeebold 266.18 Che nella Traduzione di BING AI diventa: *Finnaz ~ *fin(n)ōn sostantivo maschile/femminile: Antico svedese “fina” pinna, Antico inglese “finn” pinna, Medio basso tedesco “finne” idem. Probabilmente correlato alla lingua indoeuropea tocario A19 parlata nell’Asia centrale con la parola “spin” (significato non specificato, potrebbe riferirsi a uncino), Sanscrito (incluso il Vedico) “sphyá-“ scheggia, bastone. Torp-Falk 240 (al latino “pinna” piuma, Antico Irlandese “ind” punto, punta < “*pinno-“); Holthausen AEEW 105; Pokorny I 981; Onions 356; KlugeSeebold 266. Riflessioni conclusive Finna/ *Finnaz sembrano suggerire l’idea di una "Finlandia" vista come "terra di coloro che cercano o esplorano". Questo perché il termine "Finna" deriva da parole che, nelle lingue germaniche e indoeuropee dell’epoca, avevano il significato di "trovare", "cercare". L’aspetto semantico si arricchisce ulteriormente grazie agli apporti concettuali provenienti da altre lingue geograficamente lontane in cui quei significanti sono sinonimo di "cammino", "ponte", "mare" e "sentiero", suggerendo così l'idea di un viaggio o di un'esplorazione. Quindi, in questo contesto, "Finlandia" potrebbe essere vista come la “terra di coloro che sono in un percorso di scoperta o esplorazione”. Altri “scatti semantici”, come Finne, ci parlano poi di una “Finlandia” inquadrata come “terra del popolo migrante” o “terra del popolo raccoglitore”, rimandandoci subito con la memoria alle immagini delle società di cacciatori-raccoglitori della preistoria caratterizzate da uno stile di vita nomade o semi-nomade, in cui le persone si spostavano in cerca di cibo e altre risorse. Questo perché il termine “Finne”, che significa “popolo” in antico svedese e islandese, è correlato a parole che, in quelle antiche lingue germaniche, significavano “colui che passa”. Termini che possono essere interpretati come riferimenti a un “popolo che si muove” o che “raccoglie risorse”. In ogni caso tutte queste interpretazioni ci regalano la magia e il mistero di un’affascinante visione della possibile storia e cultura che potrebbero essere racchiuse nel nome “Finlandia”. 16 Varsinais-Suomi letteralmente "Finlandia vera e propria" o Finlandia sud-occidentale. Cfr.: https://it.wikipedia.org/wiki/Varsinais-Suomi 17 Orel, Vladimir “*finnaz”, in “A Handbook of Germanic Etymology”, Ed.: Brill, Leida, (2003), ISBN 978-90-04-12875-0, page 103 18 Ibidem. 19 Orël con “Toch A” fa riferimento al tocario, cioè ad un ramo delle lingue indoeuropee che era parlato nello Xinjiang. Del tocario sono stati rinvenuti testi redatti in due dialetti: l'agneo (dal sito di Karasahr), più comunemente detto tocario A, o tocario orientale, e il cuceo (dal sito di Kucha), meglio noto come tocario B, o tocario occidentale. Entrambe queste lingue sono estinte da più di un millennio. Cfr.: https://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_tocaria
  • 19. IL PASSATO INTRECCIATO - Origine dei toponimi “Finlandia” e “Suomi” 5 I Fenni di Tacito Ecco uno tra i primi autori dell’antichità classica che si è occupato delle popolazioni nord europee della sua epoca, le cui opere sono fortunatamente giunte sino a noi. Publius/Gaius Cornelius Tacitus, o più brevemente “Tacito” per gli amici, era una figura di grande spessore dell’antica Roma: uomo poliedrico, dedito agli studi e alla politica, Tacito fu console, senatore, storico ed oratore riconosciuto a tutt’oggi tra i massimi esponenti del genere storiografico della letteratura latina. Figura 4. Immagine realizzata da BING Image_Creator (DALL E3) sul tema “Un’orazione di Tacito dalla tribuna del Foro romano”. Realizzazione del 26 febbraio 2024. Nel 98 d.C. Tacito attese ad un’opera etnografica destinata a diventare un punto di riferimento nel suo genere: il De origine et situ Germanorum, un trattato di ampio respiro che descrive le popolazioni tribali che vivevano nell’Europa centrale e settentrionale oltre i limes romani. La prima parte della dissertazione consiste in una panoramica su terre, leggi e costumi di quei popoli,20 a cui l’autore fa seguire i profili più “approfonditi” delle singole tribù partendo da quelle immediatamente confinanti con l'Impero romano fino a giungere a quelle ubicate sulle coste del mar Baltico. L'opera, dal taglio talvolta sentenzioso e sociale, può essere letta come una sorta di monito sul potenziale pericolo che quelle popolazioni, moralmente sane dallo stile di vita sobrio e austero, rappresentavano per una Roma, invece, sempre più corrotta e decadente. È bene ricordare che, come afferma la Prof.ssa M. Mariotti: 20 Tacito, “De origine et situ Germanorum”, 1-27.
  • 20. Salvatore Giglio 6 «Nella narrazione tacitiana il dato etnografico non è in rapporto diretto con la realtà storica del popolo descritto, ma con la memoria idealizzata del passato repubblicano e con la realtà presente di Roma imperiale.»21 Nell’ambito di questo lavoro Tacito cita i Fenni, realizzando la prima traccia documentale di questa popolazione anche se, avendo poche notizie22 su di essa, ne fa una descrizione abbastanza abbozzata. Infatti, lo storico romano, indeciso sin dall’attribuzione di questa etnia tra le popolazioni germaniche o sarmatiche,23 «Fennorum nationes Germanis an Sarmatis adscribam dubito» [«Non so se classificare le nazioni dei Fenni tra i Germani o i Sarmati»] Su di essi poi scriverà: «Fennis mira feritas, foeda paupertas: non arma, non equi, non penates; victui herba, vestitui pelles, cubile humus: solae in sagittis spes, quas inopia ferri ossibus asperant. Idemque venatus viros pariter ac feminas alit; passim enim comitantur partemque praedae petunt. Nec aliud infantibus ferarum imbriumque suffugium quam ut in aliquo ramorum nexu contegantur: huc redeunt iuvenes, hoc senum receptaculum. Sed beatius arbitrantur quam ingemere agris, inlaborare domibus, suas alienasque fortunas spe metuque versare: securi adversus homines, securi adversus deos rem difficillimam adsecuti sunt, ut illis ne voto quidem opus esset.»24 Che nella versione25 di Marco M. G. Michelini: «Straordinariamente selvaggi ed estremamente poveri i Finni: non hanno armi, cavalli, vita familiare; vivono d’erba, si vestono di pelli, dormono sulla terra; unica loro speranza le frecce che, in mancanza di ferro, rendono aguzze con punte d’osso. Vivono di caccia tanto gli uomini che le donne; queste li accompagnano ovunque e pretendono la loro parte della preda. Per i bambini l’unico riparo dalle belve e dalle piogge è una capanna di rami intrecciati. Lì tornano i giovani dalla caccia, questo è il ricovero dei vecchi. Ma la considerano felicità più grande che logorarsi nei campi, faticare a costruire case, darsi da fare, tra speranze e timori, coi beni propri e altrui: sereni di fronte agli uomini, sereni di fronte agli dèi, hanno raggiunto il traguardo più difficile: non avere neanche bisogno di desiderare qualcosa.». Tacito, con la sua descrizione sui Fenni, era ovviamente inconsapevole che con essa avrebbe dato origine, nel corso dei secoli, ad una lunga serie di teorie sulla loro reale identità. Di seguito ho riassunto due tra quelle che sembrano essere tra le più verosimili e meno bizzarre… Si, perché, se si decide di fare un giro sul web su questo argomento, andando a zonzo tra blog e siti che definire stravaganti è dir poco, di ipotesi strampalate se ne trovano a iosa! 21 Per una critica aggiornata sull’opera di Tacito cfr.: Mariotti, Michela: “La Germania di Tacito, ovvero l’informazione falsa e tendenziosa” in “Aula di lettere – Percorsi nel mondo umanistico”, Zanichelli Scuola. Articolo liberamente consultabile al link: https://aulalettere.scuola.zanichelli.it/materie-lettere/latino-greco-lettere/la-germania-di-tacito-ovvero-linformazione-falsa-e-tendenziosa. URL visitato il 24 dicembre 2023. 22 È opinione di alcuni studiosi della letteratura latina come Alfred Gudemann e Ronald Syme che Tacito avesse attinto notizie tratte dal Bella Germaniae di Plinio il Vecchio, dal De bello Gallico di Gaio Giulio Cesare, dal Geografia di Strabone, dalle Historiae di Sallustio, e da opere di autori come Diodoro Siculo, Posidonio, Aufidio Basso e vere e proprie interviste fatte a mercanti e soldati. Tuttavia sembra più realistico che il grande storico romano avesse consultato queste fonti per ottenere delle notizie più approfondite sugli argomenti trattati. 23 Tacito, “De origine et situ Germanorum”, XLVI, 2. 24 Tacito. (98 d.C.). “De origine et situ Germanorum”. Tradotto da Michelini, M.G., 2011. (Par. 46, Riga 15 – 29, pag. 29). Disponibile su: http://www.marcomgmichelini.it/wp-content/uploads/2011/07/Tacito_LaGermania.pdf. Consultato il 24 dicembre 2023. 25 Cfr.: https://www.marcomgmichelini.it/
  • 21. IL PASSATO INTRECCIATO - Origine dei toponimi “Finlandia” e “Suomi” 7 Figura 5. Immagine generata da BING Image_Creator (DALL E3) sul tema: “I Fenni narrati da Tacito”. Realizzazione del 13 gennaio 2024. • Una corrente di pensiero attribuisce all’etnonimo Fenni la valenza di una sorta di “etichetta”, oggi diremo una “tag”, creata dai Romani semplicemente per identificare le genti balto-slave o ugrofinniche dell'Europa nord orientale,26 ipotesi che troverebbe fondamento nel fatto che Tacito stesso avesse contestualizzato quell’etnia nell’ambito della medesima regione degli Æsti e dei Venedi, altre due popolazioni notoriamente non germaniche.27 • Il punto di vista dell’etnografo e studioso delle religioni, il finlandese Juha Pentikäinen, che nei Fenni di Tacito rintraccia gli antenati diretti degli attuali finlandesi appoggiando così le teorie scaturite dalle ricerche di diversi archeologi che avrebbero riconosciuto questa popolazione come autoctona della Scandinavia, giungendo così alla conclusione che Tacito avesse inconsapevolmente descritto i Sami o i proto-finnici.28 26 Bosi, Roberto: “The Lapps”, Greenwood Press, 1976, Volume 17 di “Ancient Peoples and Places Series”, ISSN 0570-023X, ISBN: 0837185459, 9780837185453. Pagg.:44 – 47. 27 Tacito, “De origine et situ Germanorum”, XLV, 2. 28 Pentikäinen, Juha, “Kalevala Mythology”, Indiana University Press, 1999, pag. 226.
  • 22. Salvatore Giglio 8 Figura 6. Ecco dove Tacito colloca i Fenni nel suo "Germania". La zona è approssimativamente quella degli attuali Paesi Baltici Etimologia di Fenni Esplorando la rete alla ricerca di una definizione etimologica di Fenni trovo un’ottima spiegazione su di un testo validissimo, anche se un po’ datato, del Prof. Enrico Zaccaria intitolato “L'elemento germanico nella lingua italiana”,29 che rimanda al lemma “Fango”.30 Il Prof. cita subito Dante e Petrarca, per i quali esso è “terra rammollita dall’acqua”, e poi indica la via che da esso ci possa far risalire al tema germanico “fanja”, “fanjâ” da cui poi si sviluppò con lo stesso significato il Gotico “fanj”, e che nell’Antico Alto Tedesco diventò “fenna”, “fenne”, “fenni”, col significato di palude e con l’aggettivo “fennig”, paludoso. Sempre col medesimo significato troviamo: l’Anglo-sassone “fenn”, “fen”; l’inglese “fen”, il Norreno “fen”, l’olandese “fen”, “fenne”, “feen”; il Basso Tedesco “fenne”, l’Antico Frisone “fenne”, “fene”; il frisone “finne”, “fehn”. 29 Zaccaria, Enrico: “L'elemento germanico nella lingua italiana – lessico con appendice e prospetto cronologico” Libreria Editrice Treves di Luigi Beltrami. Bologna, 1901. Opera, non completa, consultabile liberamente su Wikisource al seguente link: https://it.wikisource.org/wiki/L%27elemento_germanico_nella_lingua_italiana. URL visitato il 18 dicembre 2023 30 Zaccaria, Enrico: Op. cit. lemma “Fango” consultabile ai link pag.122 e pag. 123. URL visitati il 18 dicembre 2023.
  • 23. IL PASSATO INTRECCIATO - Origine dei toponimi “Finlandia” e “Suomi” 9 Zaccaria poi spiega dettagliatamente altri aspetti legati alla propagazione di questo termine come, ad esempio, nel dialetto vallone che ha il termine, “fanjë”, che significa palude e che è collegato alle forme germaniche “feen” e “fenne”. Questo termine è usato nel nome geografico “les hautes faniëz des Ardennes”.31 Il vallone ha anche un verbo, “s’éfaniir”, che significa “infangarsi”. La struttura del termine provenzale “fahna” corrisponde al termine germanico “fanja”. Altre forme romanze hanno seguito lo stesso processo di formazione del latino “venio”, che ha portato all’italiano “vengo” e al provenzale “venc”. L’origine del termine “fango” non deriva dal latino “famicosus” del grammatico Sesto Pompeo Festo, perché in tal caso si dovrebbe supporre che il nome romano fosse derivato dall’aggettivo “fangoso” in italiano, spagnolo, francese e provenzale. Questa ipotesi è alquanto improbabile. Il termine latino “famex famica”, proposto da Scheler come origine di “famicosus”, è più lontano foneticamente dalle voci romanze rispetto al termine germanico “fanja”, che ha dato origine a molte forme dialettali francesi. Conclude Zaccaria dicendo che pertanto, è più probabile che l’origine del termine “fango” sia germanica, ipotesi rafforzata dal fatto che molte altre parole con significato simile, come “melma” e “motta”, provengono da quella lingua. Punto di vista condiviso all’epoca anche dal lessicografo francese Émile Littrè. In definitiva Fenni potrebbe essere un esoetnonimo attribuito nell’antichità da popolazioni straniere di origine germanica che commerciavano nell'area dell'attuale Finlandia sudoccidentale e che iniziarono a chiamare quella zona paludosa “Fenn-land” e a indicare con “Fenni” i suoi abitanti. 31 È un’espressione francese che può essere tradotta letteralmente come “Le alte paludi delle Ardenne”. Le Ardenne sono una regione che si estende tra Belgio, Lussemburgo e Francia.
  • 24. Salvatore Giglio 10 I Finni di Claudio Tolomeo Un altro autore dell’antichità classica che ha involontariamente contribuito al potenziale sviluppo dell’esotoponimo Finlandia e alla proliferazione di teorie etimologiche su di esso è stato sicuramente Claudio Tolomeo. Scienziato dell’antichità, greco per nascita e cittadino romano, Tolomeo fu un astronomo, astrologo e geografo autore di importanti testi scientifici, tra i quali primeggia il famoso trattato astronomico Almagesto… Figura 7. Immagine realizzata da BING Image_Creator (DALL E3) sul tema: “Claudio Tolomeo attende al suo Geografia”. Realizzazione del 26 febbraio 2024. Intorno al 150 d.C., Claudio Tolomeo compone il suo trattato Γεωγραφικὴ Ὑφήγησις (Geographike Hyphegesis) “Guida geografica” meglio conosciuto col nome di Geografia. Quest’opera, molto rigorosa per i suoi tempi, era formata da otto volumi così organizzati: il primo descriveva il metodo seguito, i successivi sei contenevano le coordinate geografiche di ben 6345 località e l’ultimo, dopo una breve nota introduttiva, impiegava i dati geografici riportati in precedenza per rappresentare in carte geografiche tutto il mondo abitato all’epoca. L’opera era corredata da 27 mappe di cui una generale e ventisei riproducenti particolari regioni.
  • 25. IL PASSATO INTRECCIATO - Origine dei toponimi “Finlandia” e “Suomi” 11 Figura 8. Mappa dell’isola di Scandia realizzata dal cartografo tedesco Nicolaus Germanus per una pubblicazione del 1467, presso il Monastero di Reichenbach, del Cosmografia (Cosmographia Claudii Ptolomaei Alexandrini) su traduzione dal greco di Jacopo d'Angelo. Fonte: Wikipedia https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Ptolemaios_1467_Scandinavia.jpg Pubblico dominio. Di questo trattato, ritrovato intorno al 1300 dallo studioso bizantino Massimo Planude, nei secoli successivi vi furono traduzioni e innumerevoli ristampe ed è stato oggetto di ricerca per tantissimi studiosi. Un riscontro affidabile online del testo di Tolomeo, in quanto segue la stessa disposizione originale dei libri e dei relativi capitoli e delle tavole, è quella fatta nel 193232 dallo storico della geografia e della cartografia statunitense Edward Luther Stevenson, da cui sono tratti questi due brani: 1. BOOK II - CHAPTER X - Location of Greater Germany (Fourth map of Europe). This one is properly called Scandia, and the western parts of it the Chaedini inhabit, the eastern parts the Favonae and the Fzraes: occupy, the northern parts the Finni, the southern parts the Gutae and the Dauczones, the central part the Levonz.33 Da cui, nella traduzione di Google Traduttore: LIBRO II - CAPITOLO X - Posizione della Grande Germania (quarta mappa dell'Europa). Questa si chiama propriamente Scandia, e nelle sue parti occidentali abitano i Chedini, le parti orientali i Favoni e i Firesi: occupano, le parti settentrionali i Finni, le parti meridionali i Geati e i Daucioni, la parte centrale i Levoni.34 2. BOOK III -CHAPTERV - Location of European Sarmatia (Eighth map of Europe). Lesser races inhabit Sarmatia near the Vistula River. Below the Venedae are the Gythones, then the Finn, then the Sulones […].35 32 Geography of Claudius Ptolemy. Translated into English and edited by EDWARD LUTHER STEVENSON, Ph.D., Litt.D., LL.D. Based upon Greek and Latin Manuscripts and Important Late Fifteenth and Early Sixteenth Century Printed Editions, including Reproductions of the Maps from the Ebner Manuscript, ca. 1460. With an Introduction by Professor JOSEPH FISCHER, S.J. (New York: The New York Public Library. 1932. Pp. xvi, 167, 29 map). Consultabile liberamente al link: https://archive.org/details/claudius-ptolemy-the-geography_202105/mode/1up. URL visitato il 25 dicembre 2023. 33 Ibidem https://archive.org/details/claudius-ptolemy-the-geography_202105/page/65/mode/1up pag. 65. 34 Su questa popolazione, purtroppo, non ho trovato alcun riferimento in rete 35 Ibidem https://archive.org/details/claudius-ptolemy-the-geography_202105/page/80/mode/1up pag. 80.
  • 26. Salvatore Giglio 12 Da cui, nella traduzione di Google Traduttore: LIBRO III - CAPITOLO V - Ubicazione della Sarmazia europea (Ottava mappa dell'Europa). Razze minori abitano la Sarmatia vicino al fiume Vistola. Sotto i Venedi ci sono i Gutoni, poi i Finni, poi i Sueoni […]. Le notizie ottenute da Tolomeo circa i Finni vedevano quindi un gruppo settentrionale ubicato a nord della penisola scandinava, Fig. 7, all’epoca considerata come un'isola, e un gruppo meridionale che viveva in un territorio a est del fiume Vistola, Fig. 8. Ovviamente ad oggi non è stato possibile determinare una relazione concreta e oggettiva tra questi due gruppi. Figura 9. Un dettaglio tratto dalla TAVOLAVIII “Europae, in qua Sarmatia, Maeotis palus ac Germaniae, Daciaque pars…” elaborata dal celebre matematico, astronomo e cartografo fiammingo Gerardo Mercatore e pubblicata ad Amsterdam nel 1578. Il set di tavole di Mercatore era ovviamente dedotto dal Geografia di Tolomeo. Infatti, come si può vedere, la Scandia proprie dicta (la Penisola Scandinava) qui è ancora rappresentata come un’isola. Ho aggiunto la dicitura “Phinni” in rosso per far capire meglio l’intento, e l’ubicazione, della descrizione di Tolomeo che riporta questa popolazione sia in Scandia che in Sarmazia. L’immagine da cui è stato tratto questo frammento è interamente visibile sul sito raremaps.com che commercializza mappe storiche. Cfr.: https://www.raremaps.com/gallery/detail/39399se/tab-viii-europae-in-qua-sarmatia-maeotis-palus-ac-german-mercator
  • 27. IL PASSATO INTRECCIATO - Origine dei toponimi “Finlandia” e “Suomi” 13 Gli Screrefennae, i Finnithae e i Mitissimi Finni di Jordanes Una vita a dir poco avventurosa quella di Jordanes che da notaio di corte si ritrova al seguito del suo re in Italia coinvolto in una sanguinosa guerra. E dire che la sua passione erano gli studi sui classici del suo tempo. Poco o nulla si sa di questo lontano autore del Getica, un’opera destinata a far parlare di sé sino ai nostri giorni… Figura 10. Una suggestiva rappresentazione di “Giordane intento a scrivere nel suo studio” eseguita da BING Image_Creator (DALL E3) realizzata il 27 febbraio 2024. I fatti salienti legati alla vita di Jordanes, noto anche come Giordane o Iordanes, terzo autore dell’antichità classica rilevante per la nostra ricerca, li si possono apprendere da sole tre righe di testo tratte dal Capitolo 50 – sez. 266 del suo De origine actibusque Getarum: «Cuius Candacis Alanoviiamuthis patris mei genitor Paria, id est meus avus, notarius; quousque Candac ipse viveret, fuit, eiusque germanae filio Gunthicis, qui et Baza dicebatur, mag. mil., filio Andages fili Andele de prosapia Amalorum descendente, ego item quamvis agramatus Iordannis ante conversionem meam notarius fui.».
  • 28. Salvatore Giglio 14 Figura 11. Antica mappa della Scizia. Provenienza: «Atlas Universel de Geographie ancienne et moderne», di A. Tardieu e A. Vuillemin, per «L'Intelligence de la Geographie Universelle» di Malte-Brun LaVallee, Paris, 1874. Artisti e incisori: i cartografi ed autori Ambroise Tardieu e Alexandre Vuillemin. La Scizia è stata da me evidenziata con una campitura trasparente rossa. Di cui dalla versione di Google Traduttore: «Paria, cioè mio nonno, fu il padre di Alamuth mio padre, notaio di Candac finché visse. Il figlio di sua sorella, Gunthigis, detto anche Baza, il signore dei soldati, era figlio di Andag, figlio di Andela, discendente dalla stirpe degli Amals, mentre io, Jordanes, che ero una persona ignorante prima della mia conversione, ero un notaio.». In altre parole, suo nonno Paria era notaio di Candac il capo di una confederazione di tribù germaniche, comprendente Alani e Sciri, che all’epoca era sotto l’influenza degli Ostrogoti. La lega tribale in questione si era stabilita, durante la seconda metà del V secolo, nella Scizia Minore, un’area questa posta a sud del Danubio, situata sul confine romano e comprendente le province dell’Impero che ora corrispondono alla Bulgaria nordorientale e alla Romania sudorientale. Col passar del tempo Jordanes a sua volta era diventato il notaio36 del capo goto Gunthigis Baza, già nipote di Candac e alto funzionario della corte di Costantinopoli. Jordanes seguì Gunthigis in Italia durante la guerra gotica per poi ritirarsi a Bisanzio dopo la disfatta. Il rientro nella capitale orientale è associato a delle tappe importanti della vita di Jordanes, quali la conversione al cristianesimo e la decisione di abbandonare l’attività notarile per intraprendere quella di studioso e storico. 36 Giordane, “De origine actibusque Getarum”, L 266, testo disponibile all’URL: https://www.thelatinlibrary.com/iordanes1.html#L. URL visitato il 26 dicembre 2023.
  • 29. IL PASSATO INTRECCIATO - Origine dei toponimi “Finlandia” e “Suomi” 15 Il risultato di quest’ultima scelta si concretizza in due opere storico-etnografiche: il "De summa temporum vel origine actibusque gentis Romanorum",37 detta anche "Romana", e il "De origine actibusque Getarum" (noto anche come "Getica"), un riassunto della perduta "Storia dei Goti" di Cassiodoro.38 Circa il Getica è necessario tenere in debito conto però che l’autore stesso nell’introduzione afferma: «1. Volentem me parvo subvectum navigio oram tranquilli litoris stringere et minutos de priscorum, ut quidam ait, stagnis pisciculos legere, in altum, frater Castali, laxare vela compellis, relictoque opusculo quod intra manus habeo — id est, de abbreviatione Chronicorum — suades, ut nostris v erbis duo decim Senatoris volumina de origine actibusque Getarum ab olim et usque nunc per generationes regesque descendentia in unum et hunc parvum libellum coartem. 2. Dura satis imperia et tanquam ab eo qui stagno operis hujus scire nollit imposita. Nec illud aspicis, quod tenuis mihi est spiritus ad implendam ejus tam magnificam dicendi tubam: super omne autem stagno, quod nec facultas eorundem librorum nobis datur, quatenus ejus sensui inserviamus, sed — ut non mentiar — ad triduanam lectionem, dispensatoris ejus beneficio, libros ipsos antehac relegi. Quorum, quamvis verba non recolo, sensus tamen et res actas credo me integre retinere.». Che nella versione di Brian Regan39 : «1. Sebbene avessi desiderato scivolare con la mia piccola barca lungo la riva di una costa pacifica e (come disse una volta qualcuno) raccogliere piccoli pesci dalle piscine degli antichi, tu, fratello Castalio, mi ordini di alzare le vele verso l'abisso. Mi esorti a lasciare la piccola opera che ho tra le mani - cioè una versione ridotta delle Cronache - e a condensare con parole mie in questo piccolo libro i dodici volumi del Senatore {Cassiodoro} sull'origine e le gesta di i Goti dai tempi antichi fino ai giorni nostri, discendendo attraverso le generazioni dei re. 2. Davvero un comando difficile, imposto da qualcuno che sembra riluttante a rendersi conto del peso del compito. Né noti questo, che il mio respiro è troppo leggero per riempire una tromba così magnifica come la sua. Ma al di sopra di ogni onere c'è il fatto che non ho accesso ai suoi libri per poter seguire il suo pensiero. Eppure - e non lasciatemi mentire - qualche tempo fa ho letto i libri una seconda volta grazie al prestito del suo segretario per una lettura di tre giorni. Le parole non le ricordo, ma credo di conservare integro il senso e i fatti narrati.». Questa precisazione di Jordanes mi piace integrarla con le considerazioni fatte da due studiosi dell’Università del Salento, Francesco Filotico e Francesco Somaini, che hanno analizzato criticamente la Storia Gotica di Cassiodoro passando anche per il lavoro del nostro autore: «Proprio Giordane tra l’altro riferisce che quando a Costantinopoli, intorno al 550, chiese ad un segretario di Cassiodoro di potergli permettere di consultare i dodici libri dell’opera storica del “Senatore”, quel segretario, da Giordane definito come il “dispensator”, gli permise in realtà di dare a quei testi voluminosi soltanto una rapida lettura, concedendogli di consultarli per non più di tre giorni (“ad triduanam lectionem”). Forse non si trattò che di una qualche forma di gelosia autoriale da parte di Cassiodoro, o magari, più banalmente, delle semplici angherie di un dispensator un po’ troppo pieno di sé. Ma non si potrebbe escludere per l’appunto che da parte del “Senatore” vi fosse anche, in fondo, la volontà di evitare che un’opera storiografica di cui è possibile che egli, a distanza di circa trent’anni, non fosse più troppo orgoglioso, tornasse di nuovo in circolazione.».40 37 Opera interamente consultabile sul sito https://www.thelatinlibrary.com/ al seguente URL: https://www.thelatinlibrary.com/iordanes2.html. URL visitato il 26 dicembre 2023. 38 Giordane, “De origine actibusque Getarum”, L 266, testo disponibile all’URL: https://www.thelatinlibrary.com/iordanes1.html#I . URL visitato il 26 dicembre 2023. 39 Un gran bel lavoro quello realizzato da Brian Regan sulla cui persona però non sono riuscito a trovare notizia alcuna sul web. Presumo che possa essere uno pseudonimo (Brian Regan è un attore comico americano) usato da un frate dell’Ordine dei Gerolamini (da questo l’approfondita conoscenza del latino) che, per evitare qualunque forma di autocelebrazione, è ricorso a questo simpatico espediente. Il sito su cui è stata pubblicata la versione completa del Getica è infatti quello della Familia Sancti Hieronymi degli USA. Consiglio una visita alla pagina https://www.hieronymus.us.com/latinweb/Jordanes/Goths1.htm per una consultazione del Getica molto agevole, corredata di carte geografiche, notizie, approfondimenti, ecc. 40 Filotico, Francesco e Somaini, Francesco: “Origini altisonanti, genealogie enfatiche e un passato da dimenticare. Ipotesi sulle possibili strategie comunicative della perduta Storia Gotica di Cassiodoro”. in “H-ermes. Journal of Communication”. H-ermes, J. Comm. 20 (2021), 75-106. Pag.: 97. ISSN 2284-0753, DOI: 10.1285/i22840753n20p75 http://siba-ese.unisalento.it. URL visitato il 5 gennaio 2023.
  • 30. Salvatore Giglio 16 Figura 12. Immagine generata da BING Image_Creator (DALL E3) sulla scena in cui “il segretario di Cassiodoro dice a Jordanes che egli ha solo tre giorni di tempo per consultare l’opera del senatore”. Elaborazione del 27 febbraio 2024. A questo poi si aggiunga anche un altro dettaglio di non poco conto: Jordanes aveva una formazione culturale molto diversa da quella di Cassiodoro, e inoltre scriveva in tardo latino.41 Con quest’affermazione, sia chiaro, non voglio assolutamente mettere in cattiva luce questo simpatico autore anzi, mi preme di sottolineare il suo talento, i suoi sforzi e la sua buona volontà nel tentare di riassumere un’opera enciclopedica qual era quella del “Senatore” che nella vita aveva avuto ben altri mezzi formativi, tranquillità e risorse economiche per i suoi studi. Il nostro Jordanes, data la fretta impostagli dal “dispensator”, ammette di non aver avuto accesso all'intera opera di Cassiodoro; di conseguenza potrebbe aver aggiunto particolari di sua memoria e trascritto termini, come ad esempio “Finnithae”, dall’opera originale decontestualizzandoli involontariamente dal più ampio ambito culturale e linguistico in cui erano stati inseriti. Ciò, in seguito, ha determinato possibili interpretazioni errate o incomplete del senso reale del testo rispetto forse a ciò che Cassiodoro voleva realmente esprimere. Il lettore più curioso potrà comunque trovare in rete centinaia di pagine dedicate alla vita di questo autore su di cui tante speculazioni sono state fatte. In egual numero, se non maggiore, sono le pagine di critica letteraria sulle sue opere. In entrambi i casi questa non sarebbe comunque la sede adatta per simili approfondimenti. 41 Il tardo latino, o latino volgare, era l'insieme delle varianti della lingua latina parlate dalle diverse popolazioni dell'Impero romano. La sua principale differenza rispetto al latino aulico era la maggiore influenza dei substrati linguistici locali e la mancanza di una codificazione legata alla scrittura. Era una lingua più vicina alla gente comune e più facilmente influenzabile da cambiamenti linguistici e da influssi derivati da altre lingue. In Oriente, la presenza di una cultura greca molto forte fu un ostacolo al radicarsi del latino. Cfr.: (1) “Latino volgare” - Wikipedia. https://it.wikipedia.org/wiki/Latino_volgare (2) “Il latino classico e latino volgare. Fonti del latino volgare” - unich.it. https://www.lingue.unich.it/sites/st07/files/allegatiparagrafo/24-02-2016/2- _l11-l12_-_latino_classico_e_latino_volgare.pdf. (3) “Storia della lingua latina” - Wikiversità. https://it.wikiversity.org/wiki/Storia_della_lingua_latina . (4) “Latino medievale” - Wikipedia. https://it.wikipedia.org/wiki/Latino_medievale .
  • 31. IL PASSATO INTRECCIATO - Origine dei toponimi “Finlandia” e “Suomi” 17 Dal Getica Di sicuro interesse per il nostro discorso sembra essere invece quanto Jordanes scrive nel Capitolo 50, sezione III del suo Getica42 ai paragrafi: 16. Ad Scandziae insulae situm, quod superius reliquimus, redeamus. De hac etenim in secundo sui operis libro Claudius Ptolomeus, orbis terrae discriptor egregius, meminit dicens: est in Oceani arctoi salo posita insula magna, nomine Scandza, in modum folii cetri, lateribus pandis, per longum ducta concludens se. […]. 21. Aliae vero ibi sunt gentes Screrefennae, que frumentorum non queritant victum, sed carnibus ferarum atque ovis avium vivunt; ubi tanta paludibus fetura ponitur, ut et augmentum prestent generi et satietatem ad cupiam genti. […] Post hos Ahelmil, Finnaithae, Fervir, Ganthigoth, acre hominum genus et at bella prumtissimum. […]. 23. Sunt et his exteriores Ostrogothae, Raumarici, Aeragnaricii, Finni mitissimi, […].43 Che nella versione di Google Traduttore: 16. Torniamo alla posizione dell'isola di Scandzia, che abbiamo lasciato in alto. Infatti, nel secondo libro della sua opera, Claudio Tolomeo, ottimo esploratore del mondo terrestre, cita dicendo: “C'è una grande isola situata nelle profondità salate dell'oceano, chiamata Scandza, a forma di foglia di sedano, con lati larghi e che si chiude lungamente”. […] 21. […] Ma ci sono altre tribù di Screrefennae, che non chiedono cibo in cambio di grano, ma vivono della carne degli animali selvatici e delle uova degli uccelli; dove nelle paludi si fa tanto allevamento, affinché diano incremento alla razza, e sazietà al desiderio della razza. […] Dopo questi Ahelmil, Finnaithae, Fervir, Ganthigoth, una razza di uomini acuta, e almeno molto abile in guerra. […] 23. […] E fuori da questi ci sono gli Ostrogoti, i Raumarici, gli Aeragnarici e i Finni mitissimi […]. Scandza è descritta come un'isola a forma di foglia di sedano, collocata in direzione del fiume Vistola (Weichsel), che di fronte a lei sfociava tre volte nell'Oceano del Nord (il Mar Baltico). Ad est c'era un grande mare (il lago di Ladoga) da cui scorreva il Vagus (il fiume Neva). A ovest era circondata dall'oceano e a nord da un impraticabile e infinito oceano. Sembra quasi inutile ribadire che l’isola a forma di “foglia di sedano” era, in effetti, la penisola scandinava; ma chi erano queste popolazioni menzionate da Jordanes? Partiamo dalla prima: gli Screrefennae. 42 "Getica" è il nome assegnato all’opera di Jordanes dallo studioso tedesco Theodor Mommsen, la cui prima edizione critica fu inserita su sua richiesta nei "Monumenta Germaniae Historica. Auctores antiquissimi”, una raccolta di fonti storiche relative ai popoli germanici e all’Europa in generale, attentamente preparate e pubblicate per facilitare lo studio di questi soggetti. 43 Opera interamente consultabile sul sito https://www.thelatinlibrary.com/ al seguente URL: https://www.thelatinlibrary.com/iordanes1.html#L. URL visitato il 29 dicembre 2023.
  • 32. Salvatore Giglio 18 Gli Screrefennae Sami, questa misteriosa, coloratissima, ingegnosa popolazione libera, dell’estremo Nord del nostro continente, riuscì a stregare e a far parlare di sé già gli autori latini. La loro vita in piena armonia con la natura, svincolata da qualunque desiderio legato alla proprietà e in continuo movimento, non sempre li ha fatti vedere di buon occhio dalle altre popolazioni nonostante essi fossero i veri nativi scandinavi Ipotesi etimologica dell’etnonimo Facendo riferimento a prove linguistiche comparative, la radice proto-indoeuropea “*(s)ker”,44 cioè TAGLIARE, SEPARARE, sarebbe alla base di questo lemma. Da essa si sarebbe poi passati al verbo protogermanico “skrīþaną”,45 cioè CAMMINARE, SCIVOLARE assimilato dal protogermanico occidentale “skrīþan”46 con lo stesso significato. Questa forma, sempre con lo stesso senso, avrebbe “attraversato” il canale della Manica contaminando così anche l’Antico inglese.47 Un forum di archeologia, “Castore”, il Widsith e l’antico verbo “scriþan” Navigando sul web in cerca di ulteriori informazioni ho anche trovato un bel post su di un forum di archeologia scandinava48 molto valido in cui l’autore, un utente dal nickname simpatico, “Castore”, ricostruisce il percorso etimologico del termine. Il titolo del post già offre una discriminante tra i termini “Screrefennae” e “Scrithifinni” e la risposta dell’utente è chiara e diretta: il prefisso “Scrithi-” (Scride-, Skrid-) è ritenuto il più corretto e questo in base a tutta una serie di fattori. Il primo di questi ci riconduce sia ad un sito che ho già impiegato precedentemente, il “Tacitus” di Örjan Martinsson, che alla traccia che il verbo “scriþan” ha lasciato in qualche modo anche nel poema anglosassone Widsith. Forse fu composto da un poeta cristiano per la corte reale di Mercia, 44 Cfr.: “Reconstruction: Proto-Indo-European/(s)ker-“ in Wiktionary. URL: https://en.wiktionary.org/wiki/Reconstruction:Proto-Indo- European/(s)ker-. URL visitato il 29 dicembre 2023. 45 Cfr.: “Reconstruction: Proto-Germanic/skrīþaną” in Wiktionary. URL: https://en.wiktionary.org/wiki/Reconstruction:Proto- Germanic/skr%C4%AB%C3%BEan%C4%85. URL visitato il 29 dicembre 2023. 46 Cfr.: “Reconstruction: Proto-West Germanic/skrīþan” in Wiktionary. URL: https://en.wiktionary.org/wiki/Reconstruction:Proto- West_Germanic/skr%C4%AB%C3%BEan. URL visitato il 29 dicembre 2023. 47 Cfr.: “scriþan” in Wiktionary. URL: https://en.wiktionary.org/wiki/scri%C3%BEan. URL visitato il 29 dicembre 2023. 48 Utente “Castore”: post intitolato “Screrefennae o Scrithifinni” pubblicato su https://skandinavisktarkeologiforum.org/ in lingua svedese, del 19 ottobre 2022 e disponibile con URL: https://skandinavisktarkeologiforum.org/viewtopic.php?f=24&p=29970. Link visitato il 29 dicembre 2023. Figura 13. Uno screrefennae a caccia sugli sci. Immagine tratta dal "Lapponia" di Johanes Schefter, incisione 1673
  • 33. IL PASSATO INTRECCIATO - Origine dei toponimi “Finlandia” e “Suomi” 19 probabilmente nel VI secolo, esso è noto anche come "La canzone del viaggiatore" ed è ritenuto come l’opera più remota dell’antica lingua inglese che sia mai giunta ai nostri giorni. Al verso 79 troviamo la testimonianza di come “scriþan” si sia “infilato” in quella lingua: «Mid Scottum ic wæs ond mid Peohtum ond mid Scridefinnum;»49 Ossia «Ero con gli Scozzesi, con i Pitti e con i “Finlandesi”.» Martinsson, che ha tradotto il poema dall’Anglosassone allo svedese, si è preso anche la briga di creare una pagina con tutti i nomi delle popolazioni che figurano in esso tra cui i Scridefinnum che poi così descrive: «Skridfinnar 79, en alternativ benämning på finnar (= samer).» Cioè «Skridfinnar (verso 79), un nome alternativo per “finlandesi” (= Sami).»50 Il verbo “hreran” Tornando al post di cui sopra, “Castore” aggiunge un altro importante spunto di riflessione: nell’antico inglese esisteva anche un altro verbo che si può tradurre con muovere, si tratta di “hreran”,51 che ha un corrispondente nello svedese con “röra”. Sempre sulla base di prove linguistiche comparative, partendo da hreran, e percorrendo a ritroso il Wiktionary, raggiungiamo l’antica radice protoindoeuropea “*ḱroHs-”,52 che significa AGITARE, CUOCERE, MESCOLARE. In virtù di ciò, sempre “Castore” ci fa notare che, sebbene le versioni più affidabili del Getica di Jordanes riportino la forma Screrefennae, è possibile imbattersi in altre che hanno la radice “*Crere-” o “*Rere-” al posto di “*Screre-”. In ogni caso esse sono ricopiature latine dal germanico “*hrerefinn-”, con o senza il suono “h” udibile, ['xre:re-] o ['re:re-]. Ma non finisce qui! “Castore” approfondisce ancor di più la sua ricerca e aggiunge che nella Cosmografia ravennate, un elenco di luoghi e città del VII secolo d.C. che rappresenta il mondo noto all’epoca, la cui autoria rimane ignota, possiamo trovare sia la variante “Rerefen” nonché le forme “Sirdifen-” e “Serdefen-” e rimanda i lettori ad un suo post di approfondimento anch’esso molto valido.53 Detto fra noi, Ravenna ci riporta in qualche modo a Jordanes e al periodo successivo alla sua conversione. Sembra che alcuni manoscritti avrebbero riportato la notizia che Jordanes fosse diventato un vescovo, proprio di Ravenna, anche se il suo nome non compare assolutamente nell’elenco cronologico dei vescovi di quella città.54 Resta la curiosa coincidenza tra il lavoro geografico anonimo, Ravenna e il presunto incarico vescovile di Jordanes.55 Torniamo a noi. Chiediamoci cosa possa dirci tutto questo e chi potessero essere questi Finni “scivolanti”, “agitati”, e in continuo “movimento”, che Jordanes immortala con il nome Screrefennae. 49 Anonimo, “Widsith”, tradotto in svedese da Örjan Martinsson e pubblicato sul suo sito web “Tacitus”, dedicato alla storia della Svezia e dell'Europa https://www.tacitus.nu/index.html. L’articolo è disponibile al link: https://cornelius.tacitus.nu/beowulf/widsith.htm. URL visitato il 29 dicembre 2023. 50 Cfr.: “Skridfinnar” in „Namnregister till Widsith med förklaringar” al link: https://cornelius.tacitus.nu/beowulf/widsith-register.htm. URL visitato il 30 dicembre 2023. 51 Cfr.: “hreran” in Wiktionary. URL: https://en.wiktionary.org/wiki/hreran. URL visitato il 29 dicembre 2023. 52 Kroonen, Guus: lemma “*ḱroHs-“ in “Etymological Dictionary of Proto-Germanic (Leiden Indo-European Etymological Dictionary Series; 11)”, Leiden, (2013), Boston: Brill, ISBN-13: 978-9042032927 53 Utente “Castore”: post intitolato “Paulus Diaconus vs Jordanes” pubblicato su https://skandinavisktarkeologiforum.org/ in lingua svedese, del 12 ottobre 2022 e disponibile con URL: https://skandinavisktarkeologiforum.org/viewtopic.php?f=22&t=2026&p=29937&hilit=rerefenorum#p29937. URL visitato il 30 dicembre 2023. 54 Cfr.: “Cronologia Vescovi di Ravenna-Cervia” disponibile all’URL: https://www.parrocchiasancristoforo- mezzano.it/vescovi/cronologia%20vescovi.html. URL visitato il 30 dicembre 2023. 55 Altre fonti, non accreditate, trovate in rete citano il nome di un certo Jordanes Crotonensis, vescovo di Cotrone, nel Bruttium (Bruzio, l’attuale Calabria), insieme a quelli di molti altri vescovi, allegato a un documento talvolta chiamato Damnatio Theodori, (La condanna di Teodoro) emesso da Papa Vigilio nell'agosto 551 a Costantinopoli. Sembra strano che Jordanes non abbia mai fatto neanche un minimo accenno di una così prestigiosa carica religiosa nei suoi scritti.
  • 34. Salvatore Giglio 20 Nel Dalarma la loro origine Per rispondere a questa domanda conviene leggere il simpatico articolo56 del giornalista svedese freelance Mats Lindström pubblicato sul sito www.siljannews.se che riassume, in alcune puntate, la storia del delizioso comune di Leksand facente parte del Dalarna, un distretto regionale nell'entroterra settentrionale dello Svealand, nella Svezia centrale. La quarta parte della sua sintesi storica parte dal 400 - 500 d.C., nell'età del ferro romana più o meno quando nasce il primo sistema di scrittura dei popoli nordici: l'alfabeto runico. Era un momento di florido sviluppo economico che, con ogni probabilità, avranno sicuramente vissuto anche diverse località della stessa Finlandia grazie al commercio di pellicce e di altri beni. Lindström riporta che le ricerche di più archeologi svedesi sono state in grado di dimostrare che in quel periodo il Dalarna e Leksand non erano popolati omogeneamente bensì da diverse etnie tra le quali principalmente quelle dei Fenni, dei Finlandesi e dei Sami la cui presenza influenzò notevolmente il quadro linguistico della regione. Tra queste popolazioni viveva anche quella particolarissima degli Screrefennae che, nonostante il nome, non aveva nessun rapporto con la Finlandia. Si trattava di una popolazione di cacciatori-raccoglitori indipendente, estremamente coesa, coraggiosa e dinamica che viveva nelle foreste semidesertiche svedesi spostandosi continuamente lungo le valli fluviali e che traeva sopravvivenza attraverso ogni possibile risorsa offertagli dalla natura: caccia, pesca, allevamento, foraggiamento, commercio di pelli e pellicce. In caso di combattimenti si radunavano prontamente e affrontavano il nemico con rapidità. Tra le loro innate risorse, stando alle saghe norvegesi, c’era l’abilità sciistico-venatoria invernale che svolgevano con l’arco e l’ascia. Questa specialità degli Screrefennae li ha fatti associare con alcuni antichi miti svedesi come, ad esempio, quello della divinità norrena Ullr, ritratto mentre caccia con l’arco sciando, o alla leggendaria figura del re che combatteva sciando Gustavo I di Svezia del XVI secolo. Anche l’antico sigillo di Dalarna, risalente al 1435 circa, si può far risalire a questa popolazione in quanto è decorato con le immagini di un'ascia, un arco e una pianta sinuosa (forse il luppolo?). Figura 14. A sinistra, il dio Ullr intento nella caccia mentre scia. A destra, il sigillo della regione Dalarna del 1435. 56 Lindström, Mats: „Kan de skidåkande skridfinnarna vara ursprunget till Leksandsbygdens folk?”. Articolo del 01 ottobre 2023 in LEKSAND KULTUR pubblicato su www.siljannews.se all’URL: https://www.siljannews.se/leksand/kan-de-skidakande-skridfinnarna-vara-ursprunget-till- leksandsbygdens-folk. Ultima visita al sito 4 febbraio 2024.
  • 35. IL PASSATO INTRECCIATO - Origine dei toponimi “Finlandia” e “Suomi” 21 I Finnaithae di Giordane nell’analisi del Prof. Malte Areskoug Traducendo il lavoro di ricerca del Prof. Areskoug si percepisce subito tutta la passione con cui fu svolta quest’indagine storico-linguistica senza le risorse informatiche che oggi sono alla portata di tutti. Un lavoro che all’epoca fu giustamente premiato con la pubblicazione su di un’autorevolissima rivista archeologica svedese. Figura 15. I luoghi dei Finnaithae individuati nel lavoro del Prof. Malte Areskoug “De nordiska folknamnen hos Jordanes” in uno snapshot rielaborato tratto da Google Earth del 24 gennaio 2024. Il Finnveden e un lago a forma di… timone Per determinare a quale popolazione facesse riferimento Jordanes con il termine Finnaithae sul web ho trovato, tradotto e riassunto un bel lavoro, molto esaustivo, di uno studioso danese, il Prof. Malte Areskoug,57 che nel 1972 pubblicava sulla rivista “Fornvännen, Journal of Swedish Antiquarian Research”, il suo articolo “De nordiska folknamnen hos Jordanes” [I nomi dei popoli nordici per Jordanes].58 Dopo una breve disanima sulle interpretazioni fatte precedentemente da alcuni studiosi scandinavi circa il Getica, Areskoug impianta la sua teoria e affronta l’analisi del termine Finnaithae partendo dalla localizzazione sul territorio in base alla descrizione fatta da Jordanes. Lo studioso individua l'antica e fertile regione pianeggiante citata nel Getica all'interno della baia di Skälderviken nella Scania nordoccidentale, una porzione di territorio compreso tra la penisola di Bjäre e quella di Kullen e confinante a est con la zona orientale dell’attuale città di Ljungby. Da qui partiva l’antica strada Lagastigen che, costeggiando il corso del fiume Lagan attraversava la brughiera desolata dell’Øthknælyung59 nella regione agricola dell’Halland, conduceva fino a Finnveden, una delle antiche piccole terre dello Småland occidentale, giungendo così finalmente alla popolazione Finnaithae menzionata da Jordanes. 57 Un leggendario docente di liceo presso la storica Hedberg School di Sundsvall, che ha cercato le radici della lingua nella storia (e viceversa) col suo studio dei nomi finlandesi nelle opere di Jordanes e Kjellgren. Cfr.: https://sv.wikipedia.org/wiki/Arreskow_(sl%C3%A4kt) 58 Areskoug, Malte: “De nordiska folknamnen hos Jordanes", 1972 (Swedish), in “Fornvännen”, ISSN 0015-7813, E-ISSN 1404-9430, p. 1-15. Articolo consultabile e scaricabile gratuitamente in formato PDF al link del portale DIVA: https://raa.diva- portal.org/smash/get/diva2:1225090/FULLTEXT01.pdf. URL visitato il 31 dicembre 2023. 59 Un toponimo danese ufficializzato nel 1307 per indicare una brughiera deserta (come si può leggere in “Diplomatarium danicum”, 2 R 6 n. 85. Riportato in “Det danske Sprog- og Litteraturselskab”, 2 Række. Khvn 1938-1960.) Il vocabolo è composto dal prefisso öthkn, che sta per TERRA DESOLATA e ljunghed, ossia la pianta di brugo (Calluna vulgaris) una pianta spontanea appartenente alla famiglia delle Ericacee con cui un tempo si facevano spazzole per scope.
  • 36. Salvatore Giglio 22 Figura 16. Una suggestiva foto della baia di Skälder vista da Nord-Est. Immagine tratta da Wikipedia. Autore: Pär-Martin Hedberg Data scatto: maggio 2017. Titolo: “Dintorni della chiesa di Barkåkra”. Proprietà: Diocesi di Lund. Licenza Creative Commons Per ottenere un riscontro geografico alla sua teoria, Areskoug analizza linguisticamente l’idronimo del lago Hjälmsjön. Sulle indicazioni del testo dello studioso e con i moderni mezzi offerti dall’informatica decido di tentare a mia volta una ricostruzione etimologica del nome del lago sulla base di prove linguistiche comparative. Il primo passo è stato quello di scindere la parola in “Hjälm” e “sjön”. Per quel che riguarda il prefisso “Hjälm”, consultando sia il SAOL60 che il Wikizionario,61 ho trovato subito la definizione di ELMO; con ogni probabilità, essa discende dalla radice protoindoeuropea “*ḱel-” COPRIRE, NASCONDERE, PROTEGGERE da cui poi il verbo “*ḱelmos” COPRIRE che, nel protogermanico, diventa “helmaz” conservando il significato. Successivamente il termine viene prima assimilato nel protonorvegese (cfr.: Lingua norrena), diventando “hjalmr”, e poi nel protosvedese (cfr.: Lingua norrena) mutando in “hiælmber” sempre con lo stesso senso. Ma perché usare per il nome di un lago la parola elmo? Areskoug a questo proposito scrive che si potrebbe immaginare che con esso ci si riferisca o ad una limitrofa formazione geologica che possa essere simile ad un elmo o che la forma stessa del lago ricordi questa foggia. Poi subito dopo chiarisce che non si tratta assolutamente di questo e che è necessario indagare ulteriormente sulle influenze linguistiche per rintracciare e identificare correttamente la località in cui risiedevano i Finnaithae. Lo studioso continua la sua analisi indicando che la parola “helmil” è stata costruita avvalendosi dei suffissi “-il” e “-ila”, e ciò nel protonorreno determina i vocaboli “hjalmuli”, “hjalmulvglr”, entrambi indicanti TIMONE. Altre formazioni simili, sempre nell’antico norreno e con lo stesso significato, sono “hjalmvglr”, (da cui “hjalmun-”, “hjalmur-”, “hjglmur-”), “hjalmarvglr” e il norreno “hjalmar skid”. Areskoug poi confronta il termine “helmil” con l’anglosassone helma che, guarda caso, significa ancora TIMONE. Ancora più interesse assume il termine declinato in inglese, olandese e tedesco nella forma “heim”, 60 Lo Svenska Akademiens ordlista, abbreviato SAOL, o ELENCO DELLE PAROLE DELL'ACCADEMIA SVEDESE è un dizionario ortografico aggiornato periodicamente dalla prestigiosa istituzione ed è pubblicato in un unico volume e considerato punto di riferimento autorevolissimo dell'ortografia svedese. Svenska Akademiens ordlista su Wikipedia (Inglese) all’URL: https://en.wikipedia.org/wiki/Svenska_Akademiens_ordlista 61 Descrizione del progetto su Wikipedia (Italiano) all’URL:https://it.wikipedia.org/wiki/Wikizionario.
  • 37. IL PASSATO INTRECCIATO - Origine dei toponimi “Finlandia” e “Suomi” 23 che si traduce con MANIGLIA DEL TIMONE, cioè la leva posta sulla sommità del timone per permetterne il governo dello stesso.62 “Elmo” in queste parole è inteso dunque come RIVESTIMENTO DEL TIMONE. Tutto ciò ci riconduce all’origine del toponimo del lago dovuto, probabilmente, alla sua forma che ricorda quella di un remo63 con l’impugnatura volta a sud-ovest. Lo studioso poi afferma che osservando una mappa, la somiglianza della forma del lago con quella dei timoni delle antiche imbarcazioni nordeuropee è tangibile e la si può facilmente riscontrare anche sul posto affacciandosi dalle sponde, piuttosto alte, del lago stesso. Ciò porta il Prof. Areskoug a concludere che, quindi, «non c'è stato alcun popolo chiamato “ahelmil” o “helmil”» e ad aggiungere che Jordanes, dopo aver censito le cinque popolazioni della Scania e dell'Halland meridionale, fa seguire quelle a partire da “helmil” (ossia dal lago Hjälmsjön), che erano le più vicine ai Finnaithae e che nell’insieme un giorno poi sarebbero diventati gli abitanti della regione del Finnveden. L’ipotesi dei sentieri Un’altra particolarità toponomastica, che il Prof. Areskoug presume possa aver favorito lo sviluppo del nome del popolo Finnaithae, è ravvisabile nell’idronimo del tortuoso torrente Pinnån. Questo attraversa prima alcuni piccoli laghi a nord della città di Åsljunga, poi i laghi di Åsljungasjön, fino alla cittadina di Örkelljunga e Hjälmsjön e, infine, oltrepassa l’area urbana di Östra Ljungby, per sfociare nel fiume Rönne appena a ovest della cittadina di Källna. L’ipotesi dello studioso è che l’antico nome di questo torrente, oggi chiamato Pinnån, un tempo potesse essere “*Finnan”, iniziando con “F”, anche se questa teoria sembra essere in contrasto con i dettami della Legge di Grimm. 62 Termine che nel gergo nautico italiano diventa Agghiàccio (o aggiàccio) s. m. [dal gr. biz. οἰάκιον, dim. di οἴαξ -ακος «timone»]. – In marina, congegno per la manovra del timone, interposto fra la sua testa e l’elemento motore (sia questo la forza muscolare dell’uomo o una forza meccanica), destinato ad amplificarne la forza; realizzato in sistemi diversi, nei recenti tipi idraulici si riduce a un semplice accoppiamento a biella e manovella. Da Vocabolario online Treccani. URL: https://www.treccani.it/vocabolario/agghiaccio2/ 63 Nelle antiche imbarcazioni norrene e dell’area baltica il timone era nato come un remo dalla pala leggermente più larga, solitamente posto con degli allacci di cordame a poppa sul lato sinistro dell’imbarcazione. Questa soluzione era indicata particolarmente nei tratti fluviali dal fondale basso, dove un timone tradizionale si sarebbe sicuramente incagliato. In caso di necessità lo si poteva sciogliere da poppa e fissarlo rapidamente anche in altre posizioni del natante. Successivamente si passo alla classica disposizione assiale di mezzeria del timone come quella della foto. Figura 17 Per far comprendere meglio la teoria del Prof. Areskoug mi sono cimentato con un fotomontaggio, cercando di ricostruire quello che era il timone delle antiche imbarcazioni che avremmo potuto vedere qualche secolo fa in queste zone. Ovviamente la forma del lago suggerisce approssimativamente quella del timone. Nell’immagine piccola si può vedere anche la “maniglia del timone”.
  • 38. Salvatore Giglio 24 Reportage fotografico di Per Blomberg sui sentieri del popolo Finnaithae Qualche splendida foto per capire i luoghi descritti da Giordane e analizzati da Areskoug nella testimonianza di viaggio di un trekker svedese dei nostri giorni, Per Blomberg, che per due giorni ha percorso i 53km di tragitto di un tratto della fitta rete di sentieri della regione Figura 18. La mappa del percorso dello Skanelden SL1. Nella legenda sono riportate tutte le indicazioni relative al tragitto Figura 19. Targhe direzionali poste lungo il percorso guidano i trekker anche verso i punti destinati alle soste e al pernottamento Figura 20. Una radura illuminata dalle prime luci dell’alba svedese. Si noti la cura e la pulizia del luogo Figura 21. Vista panoramica dall’horst di Åsljunga. Quello zaino sulla panchina: un invito irresistibile all’esplorazione! Figura 22. Ecco un tratto di percorso in una zona paludosa; le passerelle di legno in queste regioni hanno una storia millenaria Figura 23. Uno dei diversi punti destinati al pernottamento dei trekker. La sistemazione è spartana e prevede i sacchi a pelo!