Corso di formazione per neoassunti
Liceo Virgilio
Milano, 7 Maggio 2015
Prof. Francesco Lopez
Funzione Strumentale “Sviluppo informatico”
Esperto in NT
IIS Frisi, Milano
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
Dal PC al Piano Nazionale Scuola Digitale - Prof. Francesco Lopez
1. Dal pc al Piano
Nazionale Scuola
digitale
Corso di formazione per neoassunti
Liceo Virgilio
Milano, 7 Maggio 2015
Prof. Francesco Lopez
Funzione Strumentale “Sviluppo informatico”
Esperto in NT
IIS Frisi, Milano
6. Programma di Sviluppo delle Tecnologie Didattiche
Miur
• Il Programma ha allineato i dati sulla presenza di pc
nelle scuole ai parametri imposti dal quadro
internazionale (Accordi di Lisbona);
• Gli investimenti sono stati indirizzati in primo tempo a
sostenere l’acquisto di attrezzature, e
successivamente alla formazione dei docenti;
• Il Programma di Sviluppo delle Tecnologie Didattiche
(PSTD 97-2000) è stato finalizzato all’acquisto di
laboratori di informatica;
6
7. Piano nazionale ForTic
• Il Ministero, nel 2003/2004, ha puntato sulla formazione dei docenti con
il Progetto ForTic 1, che ha coinvolto quasi 250.000 insegnanti, più di
un quarto dell’intero corpo docente;
• Formazione sulle competenze informatiche e tecnologiche;
• Uso del computer nella didattica e nella gestione della scuola;
• Basato sulla piattaforma Puntoedu di INDIRE;
• Successivamente, nel 2005/2008, il Piano di Formazione ForTic 2
7
8. Piano Nazionale Scuola Digitale
• ll Miur ha lanciato nel 2007 il Piano Nazionale Scuola Digitale per diffondere l’uso
delle TIC nelle classi e utilizzare la tecnologia come catalizzatore dell’innovazione
didattica;
• lo scopo è stato quello di promuovere nuove pratiche di insegnamento, nuovi
modelli di organizzazione scolastica, nuovi prodotti e strumenti a sostegno della
qualità;
• Il piano nazionale comprendeva quattro iniziative;
• un finanziamento per attrezzare le classi con lavagne interattive multimediali (Piano
LIM);
• tre progetti di sperimentazione in cui alcune scuole pilota, selezionate tramite
bando aperto, sperimentano soluzioni TIC;
• Cl@sse 2.0;
• Scuol@ 2.0;
• Editoria digitale scolastica.
8
9. Progetto Scuola digitale LIM
• Con il Piano nazionale scuola digitale: processi di
innovazione e TIC, l’Ufficio V del MIUR ha puntato
tantissimo sulle nuove tecnologie (NT) applicate alla
didattica;
• Con il Piano di diffusione delle lavagne digitali - PIANO
LIM - è stato associato l’acquisto di nuove attrezzature
a progetti di formazione dei docenti coinvolti;
• Spostando così il focus dei corsi dalle competenze
informatiche alla didattica disciplinare integrata
dall’uso dei nuovi strumenti;
9
10. Progetto Scuola digitale LIM
• Inizialmente quasi tutti gli investimenti sono andati verso
la scuola media: diretta conseguenza degli esiti della
prima indagine OCSE PISA del 2006;
• Introduzione delle lavagne digitali nelle classi delle
scuole medie: con un investimento di 90 milioni di euro;
10
11. Progetto Scuola digitale LIM
Il progetto Scuola Digitale – LIM si e’ articolato in diversi interventi
formativi indirizzati ai vari ordini di scuola:
• due rivolti alle scuole statali secondarie di I grado (anno
scolastico 2009/2010 e anno scolastico 2011/2012);
• due rivolti alle scuole statali primarie e alle scuole statali
secondarie di II grado (anno scolastico 2010/2011 e anno
scolastico 20111/2012).
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12. Piano nazionale Scuola digitale - Cl@ssi 2.0
• Cl@ssi 2.0 - (2009 - 2010);
• Servizi e strumenti a supporto dell’apprendimento;
• Questi infatti si presentano come applicazioni di facile
uso che non richiedono specifiche competenze e
rendendo quindi indipendente l’utente;
• Tra queste tecnologie rientrano anche le Lavagne
Interattive la cui rapida diffusione ha dimostrato l’alto
potenziale delle ICT nel guidare il cambiamento degli
ambienti di apprendimento.
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13. Cl@ssi 2.0
• Per diminuire il divario tra adolescenti informatizzati e
adulti tagliati fuori dal mondo delle tecnologie, compresi
spesso genitori e insegnanti, (“digital disconnect”);
• Tutto questo per percorrere nuovi processi di
apprendimento, per dialogare con i nativi digitali
insieme: insegnanti e genitori. Per ridurre la
separazione tra Paesi all’interno del circuito delle
informazioni e dei saperi e quelli esclusi, (“digital
divide”).
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14. Cl@ssi 2.0
• Le NT bisogna usarle in aula e non nel laboratorio di
informatica. Bisogna scardinare il modello organizzativo
e cambiare l’architettura scolastica creando un nuovo
setting d'aula. Le tecnologie vanno pensate per
l’innovazione didattica reale.
• “Nel momento in cui riuscite a modernizzare l’aula,
riuscite anche a modernizzare l’insegnante”
sources: Les Techniques Freinet de l'École moderne (1964; Le mie tecniche).
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15. Livello internazionale di
C@sse 2.0
“Progetti Gemelli”
• in Spagna il progetto ESCUELA 2.0;
• in Inghilterra il Progetto CAPITAL;
• e in Francia ECOLE 2.0.
• sources: http://educalab.es/intef#p_39_INSTANCE_SdFYsrYVCJV2
• sources: http://www.sero.co.uk/capital.html#_blank
15
16. Nuovi modelli imposti dalla diffusione delle NT
Lo stile comunicativo è centrato su:
• interazione
• produzione collaborativa dei contenuti
• condivisione
Bisogna evitare che si crei un gap tra studenti (i “nativi digitali”) e adulti (gli
“immigrati digitali”)
La facilità di accesso all’informazione e la libertà esplorativa del navigare nel
Web danno agli studenti una sensazione di padronanza e di autonomia che la “scuola
della trasmissione” non prevedeva.
16
17. Integrare i nuovi strumenti nella
scuola
Per dirla con Cristiano Radaelli
“Tablet e nuovi strumenti tecnologici sono dei bellissimi
gadget, ma sono investimenti inutili se non vengono investiti
in un processo formativo completamente rivisitato [...]. in
questo quadro, il ruolo del professore è quello naturalmente
di spiegare il contenuto della lezione, ma anche quello di
gestire la ricerca delle informazioni e lo scambio di
opinioni tra i ragazzi della propria classe e quelli delle classi
che collaborano alla costruzione del tema specifico”
_____
sources: www.agendadigitale.eu/competenze-digitali/275_il-tablet-non-basta-verso-un-nuovo-ruolo-del-
docente.htm
17
18. L’indagine “EU Digital Agenda, Marzo 2010, 2020 Vision”
Tendenze in atto nei modelli didattici europei
• Estensione dello spazio classe con ambienti di
apprendimento virtuale (VLE) e sistemi di gestione dei
contenuti, LMS (Learning Management System), a cui si sono
associati strumenti del Web 2.0;
• Contenuti didattici digitali: si rileva la produzione di contenuti
autoprodotti dall’utente (come il docente);
• La grande diffusione delle lavagne Interattive Multimediali ha
avviato l’ampliamento del numero di device tecnologici
(tablet, netbook, ebook…) che orienteranno l’attività didattica
sempre più verso la collaborazione;
18
19. L’indagine “EU Digital Agenda, Marzo 2010, 2020 Vision”
• I modelli pedagogici, costruttivista e socio-costruttivista,
considerano le ICT strumenti utili per potenziare la
didattica tradizionale e per privilegiare un approccio attivo;
• Il ruolo dell’insegnante che si configura come il punto chiave
nel processo di trasformazione delle azioni di
apprendimento;
• Necessità di identificare nuovi modelli di formazione, sia
metodologica che tecnologica, continua adeguati alle
esigenze della popolazione insegnante.
19
20. L’indagine “EU Digital Agenda, Marzo 2010, 2020 Vision”
• La differenziazione dei modelli di apprendimento è stata
orientata prevalentemente alla collaborazione tra
studenti e alla personalizzazione dei
contenuti/percorsi
• Sia nel modello classe tradizionale
• Sia in modelli diversi, con supporto di ICT
(classe diffusa).
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21. Scuola diffusa
• Le modalità di fruizione delle informazioni, di
apprendimento e di applicazione pratica mal
sopportano i muri e i limiti di un unico luogo deputato.
• In realtà, luogo dell’apprendere potrebbe essere
realmente la città tutta e il territorio. L’aula sarebbe
aperta al mondo e composta da mille stanze diverse e
“dedicate”, dall’universo fisico a quello virtuale del web.
21
22. L’indagine “EU Digital Agenda, Marzo 2010, 2020 Vision”
• Ingresso in aula di device tecnologici quali tablet,
netbook, ebook, che stimoleranno nuovi approcci
didattici e metodi di studio;
• Valorizzare i momenti “di apprendimento informale”;
• La presenza diffusa delle nuove tecnologie, sia in forma
di strumenti hardware sia in forma di applicazioni web
2.0 (wiki, blog, contenuti digitali o altro).
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23. Ipotesi di Progetto presentate “Idea 2.0”
• LIM e netbook
• LIM e piattaforma moodle
• Altri strumenti web 2.0
• LIM, ebook
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24. La Piattaforma Moodle
Una piattaforma è un luogo
“CHIUSO dove è possibile gestire:
• Aspetti comunicativi (forum- chat etc)
• Aspetti di produzione materiali didattici, risorse varie, attività
• Aspetti di percorsi (lezioni, workshop)
• Aspetti di assessment (quiz e valutazioni)
• Amministrazione studenti ed attività
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25. Attività degli studenti su Moodle
• GLOSSARIO;
• FORUM;
• CHAT;
• LEZIONI;
• QUIZ (Moodle e hot potatoes);
• COMPITI;
• WIKI;
• SONDAGGIO;
• PODCAST.
25
27. La strategia del Progetto: andare oltre…
• Oltre l’uso di LMS e degli Ambienti di apprendimento;
• Orientarsi verso la creazione di ambienti di
apprendimento personali e personalizzati;
• Ambienti creati dai soggetti coinvolti attraverso l’uso di
servizi on line.
27
28. La barra di GOOGLE
• Ricerca, condivisione e collaborazione in rete
28
34. • Scuol@ 2.0 si tratta di
un’azione ambiziosa che
prevede il coinvolgimento di
un intero Istituto scolastico,
una linea avanzata di
innovazione che punta ad
una trasformazione radicale
di alcune dimensioni
tradizionali del fare scuola.
• Il paradigma su cui si basa
l'intero piano scuola digitale
può essere sintetizzato
nella massima ''portare il
laboratorio in classe e
non la classe in
laboratorio".
34
35. Cos’è la Scuola 2.0
L’obiettivo è quello di modificare l’ambiente di
apprendimento, ove per ambiente non si intende più
esclusivamente l’aula, ma l’istituzione scolastica
nella sua interezza, in modo che le attività didattiche,
curriculari ed extra-curriculari, consentano un
apprendimento distribuito e focalizzato sullo studente.
35
36. Scuol@ 2.0
• Si tende a mutare
profondamente il modo di
“fare scuola” e il “tempo-
scuola”, realizzando uno spazio
collettivo di apprendimento
che si estenda anche oltre i
confini fisici dell’edificio e
permetta la creazione di
percorsi formativi personalizzati
e costruiti dai docenti assieme
agli studenti.
36
37. Altre iniziative
• Generazione Web Lombardia - in cofinanziamento con le
Regioni - 2012/2013;
• Formazione insegnanti Generazione web Lombardia
2013/2014;
• Generazione Web Lombardia;
• Formazione Insegnanti generazione Web 2014/15 e
2015/2016;
• Scuole wifi;
• Poli Regionali di Formazione.
37
38. I risultati
• Le Cl@ssi 2.0 fin qui attivate sono 1.300;
• Le Scuole 2.0 sono 30;
• Molto meglio quando si parla di Lim, presenti nelle
scuole nel 32,2% dei casi, per un totale di 71.800
lavagne multimediali.
38
41. Dati forniti dall'Osservatorio Tecnologico del Miur
• Le scuole connesse ad internet oggi sono l’82%;
• Il 10,5% delle scuole di primo grado avrebbe una
connessione veloce (superiore a 30 Mbps)
• Il 23,1% nel caso delle superiori;
• Mentre in totale più del 46% delle aule sono
completamente disconesse;
• Elementari e medie, da sempre le più
deboli dal punto di vista delle infrastrutture
di rete;
41
42. Dati forniti dall'Osservatorio Tecnologico del Miur
• Dopo la connettività, il secondo grande scoglio rimane
quello della formazione;
• Saper accendere e spegnere un computer - abilità
condivisa peraltro solo dal 56% degli italiani secondo
l'Agenzia per L'Italia Digitale - non basta a svolgere una
lezione 2.0;
• Per insegnare in modalità digitale servono
competenze specifiche, che esulano dalla formazione
base della maggior parte dei docenti.
42
43. OCSE
• Al Piano nazionale scuola digitale sono stati destinati
finanziamenti corrispondenti allo 0,1 della spesa
pubblica per l’istruzione;
• 15 anni il ritardo rispetto a Paesi più convinti
dell’importanza delle tecnologie, come la Gran
Bretagna;
• Mentre la Commissione europea ha sottolineato che il
nostro Paese ha la più bassa disponibilità di accesso
alla banda larga della Ue.
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44. Il Programma Horizon 2020
Il Programma Quadro Europeo per la Ricerca e
l'Innovazione (2014 - 2020)
• Mostra particolare attenzione allo sviluppo di tecnologie innovative
per la didattica;
• Le NT strumentali alla costruzione di una progettualità innovativa
che coinvolga tutti gli altri attori del sistema d’istruzione, ovvero gli
insegnanti e i dirigenti scolastici, i pedagogisti, i genitori e gli studenti,
fino a giungere al coinvolgimento di privati e fornitori attivi nel settore
dell’hi-tech e dell’editoria;
• Horizon 2020 mira a un forte coinvolgimento delle aziende
impegnate nello studio di tecnologie innovative per la scuola,
destinando a tale linea finanziamenti importanti: più di 17 miliardi sui
70 disponibili
• Interesse della UE nel sostenere maggiori investimenti in
tecnologie chiave tra cui, appunto, quelle promosse per l’istruzione.
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45. LO SCENARIO ITALIANO
• Rendere la scuola “un laboratorio dove sperimentare
l’avanzamento digitale e l’innovazione tecnologica”
• Valorizzare le competenze, seguire le raccomandazioni e le
direttive europee, che ci indicano nella didattica per competenze la
nuova via di sviluppo del sistema scolastico europeo;
• Promuovere nuovi strumenti tecnologici che non contrastino ma
anzi si integrino e trasformino i metodi attuali d’insegnamento,
fino a giungere al coinvolgimento diretto degli alunni e loro famiglie;
• E’ necessario investire nella loro formazione continua;
• Mettere in rete le buone pratiche
45
46. Dalla classe tradizionale alla classe
rovesciata “Flipped classroom”
• La flipped classroom è un sistema che,
attraverso l’uso delle tecnologie didattiche,
inverte il tradizionale schema di
insegnamento/apprendimento ed il
conseguente rapporto docente/discente
• La classe non è più il luogo di
trasmissione delle nozioni ma lo spazio di
lavoro e discussione dove si impara ad
utilizzarle nel confronto con i pari e con
l’insegnante.
46
sources: http://www.slideshare.net/lantichi/laura-antichi?qid=cc314389-8536-47e1-
8028-d3b73c7f7d3d&v=default&b=&from_search=1
48. FLIPPED CLASSROOM
• Questa metodologia didattica ha origine nel mondo
anglosassone
• Questa idea della classe “capovolta” (da to flip,
capovolgere), oltre che negli USA sta acquistando
sempre maggiore popolarità e credibilità anche negli
ambienti educativi europei in particolare nel Nord
Europa
• metodo del problem solving cooperativo
• metodologia dell’apprendere attraverso il fare (learning
by doing).
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49. Flipped classroom
• Disegnando all’interno dell’ambiente virtuale di
apprendimento percorsi didattici specifici per singoli o
gruppi con bisogni o esigenze particolari;
• L’inversione del setting didattico;
• L’utilizzo di ambienti web di apprendimento
cooperativo, permettono di spostare “fuori dall’aula in
presenza” una serie di attività di tipo nozionistico;
• Trasformare la classe in un piccola “comunità di
ricerca”.
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50. Nuovo ruolo del docente nella
Flipped classroom
• Una figura che integra più competenze, ovviamente
quelle disciplinari, ma anche quelle di esperto di
tecnologie digitali, così come quelle di tutoraggio,
coaching e mentoring (in presenza e on-line) dei suoi
studenti;
• Per gli studenti non si tratta di una novità: sono nativi
digitali;
• La sfida è quella di declinare le abilità e le competenze
tecnologiche di cui sono già portatori, mettendole al
servizio della didattica e dell’apprendimento.
50
51. Coding
• L’implementazione nelle scuole del progetto internazionale
Code.org, che aiuterà i bambini, già dalle elementari, a
sviluppare la logica, imparare cos’è un algoritmo, risolvere
problemi complessi, e magari programmare semplici app o
videogiochi;
• E anche nelle secondarie l’obiettivo è promuovere
l’informatica per ogni indirizzo scolastico, dando a ogni studenti
l’opportunità di «acquisire consapevolezza digitale»;
• Usare in maniera critica social network e open data, usare
materiale multimediale per raccontare una storia o costruire
un’inchiesta, gestire le dimensione della sicurezza e della
riservatezza in rete, o stampare in 3D.
51
54. Social network a scuola.
Da Facebook a Twitter
• Il New Jersey è diventato il primo stato americano – ed
il primo stato del pianeta – in cui la formazione sui social
media sia sancita dalla legge;
• Con l’obbligo di fornire ai ragazzi indicazioni per un
“uso responsabile” dei social media;
• Si tratta di una disposizione sopratutto a tutela dei
minori, che prevede per gli studenti tra gli 11 e i 14 anni
corsi di formazione su quali sono le principali
piattaforme social, le opportunità offerte, come utilizzare
i social in maniera sicura e quali siano le eventuali
conseguenze di un uso sbagliato.
sources: http://www.cittadiniditwitter.it/news/social-network-scuola-facebook-twitter-linee-guida-per-gli-insegnanti/
54
55. Social network a scuola:
Facebook
• Il colosso Facebook ha negli ultimi mesi implementato una
vera e propria area tematica all’interno del sito, dedicata
esclusivamente alla sicurezza dei minori, con riferimento anche
al contesto scolastico;
• La sezione si chiama “Centro per la sicurezza delle famiglie”
(https://www.facebook.com/safety) e mette a disposizione degli
utenti una vasta serie di risorse e strumenti sul tema della
sicurezza nell’utilizzo di Facebook, sulla base di diverse
categorie di pubblici. Tra queste anche gli insegnanti, il cui
ruolo viene descritto come “fondamentale nella
salvaguardia della sicurezza dei ragazzi“;
sources: http://www.cittadiniditwitter.it/news/social-network-scuola-facebook-twitter-linee-guida-per-gli-insegnanti/
55
56. Social network a scuola:
Facebook
• “Facebook per gli insegnanti”, realizzata da esperti di Facebook e da
psicologi della Pepperdine e della Stanford University.
• Sono presenti consigli approfonditi su come poterlo utilizzare a scuola,
sulla base di sette modalità.
1. Aiutare a sviluppare e rispettare la politica della scuola relativa a
Facebook
2. Incoraggiare gli studenti ad attenersi alle linee guida di Facebook
3. Restare aggiornati sulle impostazioni di sicurezza e sulla privacy di
Facebook
4. Promuovere una buona cittadinanza nel mondo digitale
5. Usare le funzioni Pagine e gruppi di Facebook per comunicare con gli
studenti e i genitori
6. Abbracciare gli stili di apprendimento digitali, sociali, mobili e “sempre
online” degli studenti del 21° secolo
7. Usare Facebook come risorsa di sviluppo professionale
sources: http://www.cittadiniditwitter.it/news/social-network-scuola-facebook-twitter-linee-guida-per-gli-insegnanti/
56
57. Social network a scuola:
Twitter
• Come per Facebook anche Twitter considera il ruolo
del docente “fondamentale per fornire agli studenti linee
guida sulla sicurezza online”.
• L’area “Suggerimenti sulla sicurezza per gli
insegnanti” del sito, riporta una serie di suggerimenti
su problemi o situazioni che potrebbero verificarsi con
l’uso di Twitter.
___________
sources: http://www.cittadiniditwitter.it/news/social-network-scuola-facebook-twitter-linee-guida-per-gli-insegnanti/
57
58. Prendiamo Twitter ed
il caso di TwLetteratura
• Il caso di TwLetteratura, dove potrete trovare, tra gli
altri, lo spassoso caso di #TwSposi: venti scuole medie
e superiori hanno letto, commentato e riscritto a suon di
tweet il romanzo italiano per antonomasia.
• Oppure date un occhiata al progetto Twitti@amo, curato
da Luca Piergiovanni (su Twitter @chocolat3b)
selezionato da Microsoft come uno dei tre migliori
docenti italiani per partecipare, lo scorso Marzo, al
Microsoft in Education Global Forum
sources: http://ischool.startupitalia.eu/18652/ischool-2/7-falsi-miti-dei-social-network-a-scuola/
58
59. Prendiamo Twitter ed
il caso di TwLetteratura
• Twitteratura è il gruppo, lanciato da tre intellettuali, che promuove la
letteratura con una comunità di utenti di Twitter;
• Con il progetto “Twitti@mo”
• L’obiettivo è stato quello di avvicinare gli studenti delle scuole medie
(ma anche più grandi) alla lettura, con lo strumento di un social
network come Twitter. Nell’ambito di un’iniziativa lanciata da
Twitteratura rivolta all’intera “community” e incentrata sulle celebrazioni
del centenario della Prima guerra mondiale. In pratica è stata proposta la
lettura di un romanzo, poi commentato dai lettori con un tweet per
capitolo e pubblicati i migliori.
• sources: http://www.laprovinciadicomo.it/stories/Cronaca/dal-libro-al-cinguettio-twittimo-la-
letteratura_1045776_11/ 59
60. Prendiamo Twitter ed
il caso di TwLetteratura
• La maestra della scuola elementare Lante della Rovere di Roma che
ha lanciato un # (hashtag) per invitare i bambini a riscrivere le favole
di Gianni Rodari, creando un account della scuola, @LanteRM_4D, e
seguendo con loro l’evoluzione della storia insieme ai propri follower.
• «Oggi alcune di queste favole stanno pian piano prendendo corpo in
forma di storie interattive: con l’aiuto di Scratch – il software di
programmazione e il relativo ambiente di sviluppo gratuiti realizzati dal
MIT Media Lab di Boston - rielaboriamo le favole di Rodari secondo il
nostro gusto e diamo ai personaggi il nostro stile», spiega la maestra
Agnese Addone.
• sources: http://www.corriere.it/notizie/social-network-arrivo-anche-italia-l-educazione-digitale-50574906-c15d-11e3-9f36-c28ea30209b6.shtml
• sources: https://ltaonline.wordpress.com/2014/03/17/twifavola-una-scuola-primaria-gioca-con-rodari-in-140-caratteri/
60
65. TRANNE CHE PER QUALCHE PROGETTO
SPECIFICO, I SOCIAL NETWORK NON
SERVONO A MOLTO: FALSO
• Popolare i siti che i nostri alunni vivono
costantemente ogni giorno ci permette di capire e
prevenire dinamiche errate, se non pericolose
• Come quella delle neknominations (bevute folli),
che ha mietuto anche giovani vittime online, o come
quella del cyberbullismo
• Esserci, ed essere d’esempio nell’utilizzo positivo
dei social è una delle cose migliori che un
insegnante possa fare in termini di educazione alla
cittadinanza digitale.
• sources: http://ischool.startupitalia.eu/18652/ischool-2/7-falsi-miti-dei-social-network-a-scuola/ 65
66. Social media policy d’Istituto (SMP)
• E’ data dalle linee guida (“netiquette”) da tenere negli spazi
attivati dalla scuola nei social media network (SMN);
• Rappresenta un decalogo che viene redatto in conformità a
quanto disposto dalle “Linee Guida per i siti web della PA –
Vademecum Pubblica Amministrazione e social media” del
Ministero della Funzione Pubblica;
• I principali social network della scuola devono essere utilizzati
nel rispetto dei vari Regolamenti e codici d’Istituto, delle
altre disposizioni amministrative e delle norme di legge;
• Le indicazioni hanno lo scopo di fornire alle componenti
scolastiche indicazioni per un “uso critico, consapevole e
responsabile” dei social media.
sources: http://www.techeconomy.it/2012/08/28/instagram-la-photo-map-e-la-cultura-della-privacy-che-non-ce/
66
67. Social media policy d’Istituto (SMP)
• Le linee guida hanno come destinatari i soggetti appartenenti
all’Istituzione scolastica che si relazionano tra loro in rete e che
aderiscono liberamente alle stesse;
• L’Istituzione scolastica invitando gli utenti a una conversazione
educata, pertinente e rispettosa si impegna a gestire spazi di
comunicazione e dialogo all’interno dei propri profili, nei diversi social
network, chiedendo alle componenti scolastiche il rispetto di alcune
regole d’uso;
• Ognuno è responsabile dei contenuti che pubblica e delle opinioni
che esprime. Nei casi estremi si possono configurare profili di reato;
• Non saranno tollerati insulti, volgarità, offese, minacce e, in
generale, atteggiamenti violenti che ledano la dignità delle persone e il
decoro delle Istituzioni, i diritti delle minoranze e dei minori, i principi di
libertà e uguaglianza.
______
sources: http://www.techeconomy.it/2012/08/28/instagram-la-photo-map-e-la-cultura-della-privacy-che-non-ce/
67
70. Francesco Lopez
• Insegna Discipline economico aziendali nei corsi pomeridiani e serali per adulti
dell’I.I.S. Paolo Frisi di Milano.
• Responsabile del Progetto Pilota “Progettazione e sperimentazione di percorsi
di formazione a distanza (FAD) con l’utilizzo delle piattaforme tecnologiche per
l’e-learning (DOKEOS) e (MOODLE)”.
• Facilitatore e Amministratore della Piattaforma per l’e-learning “Moodle” - Paolo
Frisi di Milano -
• E-Tutor (Esperto in progettazioni di U.d.a. on line rivolte all’E.d.a.).
• Progettista e formatore nei Corsi: “Multimedialità e Web 2.0 – risorse e
strategie utilizzabili nella didattica” - “LIM – IPAD - MAC MINI” organizzati
dall’I.I.S. Paolo Frisi di Milano - aa.ss.. 2011-2012 - 2012-2013 - 2014-2015
• Coordinatore del Progetto Cl@sse 2.0.
• Coordinatore del Progetto “Generazione Web Lombardia”.
• Coordinatore del progetto “Scuole wifi”.
• Coordinatore per la Rete Frisi (Scuola capofila) nel Progetto “Formazione
insegnanti Generazione Web a.s. 2013/2014”.
70
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