2. In che termini discuteremo di Packaging?
Nel più ampio senso possibile:
non solo il pacco regalo
ma PACKAGING come veicolo di
comunicazione commerciale
packaging di un arCcolo
packaging del negozio
3. PACKAGING
LE SUE ORIGINI RISALGONO ALLA FINE DEL 700
CON LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
CON IL TERMINE “PACKAGING” SI DEFINISCE LA
CONFEZIONE DI UN PRODOTTO
4. PACKAGING
E’ L’ARTE DELLA PRESENTAZIONE
DELLA COMUNICAZIONE:
UN’AZIONE DI MARKETING
LA SUA FUNZIONE E’ DI
CONTENERE
CONSERVARE
PROTEGGERE
5. IL PACKAGING “PERSONALIZZATO”
(O “ARTISTICO”)
E’ SEPARATO
DAL VALORE EFFETTIVO DELL’OGGETTO
HA UN’INFLUENZA EMOZIONALE
SU CHI LO RICEVE
16. IL PACKAGING E’ UNA PRESENTAZIONE
…UNA VETRINA…
TRASMETTE DELLE SENSAZIONI
In senso molto ampio consideriamo PACKAGING
non solo la scatola o la confezione,
ma l’aspe)o visivo generale
che il cliente ha quando entra
nel nostro negozio (o sito)
20. Quale delle 2 immagini vi colpisce di più ? Perché ?
21. La prima impressione è EMOZIONALE,
non razionale
Prima acquistiamo emotivamente,
poi giustifichiamo razionalmente
Sono importanti in questa fase gli aspetti:
- visivo
- uditivo
- olfattivo
22. Per quanto attiene all’IMPATTO VISIVO
Il PACKAGING
riveste una notevole importanza
25. L’ATTENZIONE IN FASE D’ACQUISTO
la nostra decisione dipende dal nostro
inconscio
La prima impressione
resta indelebile nella mente inconscia
del cliente
26. APenzione visiva
in 3 livelli
1- ATTENZIONE
SPAZIALE
aSvata dalla
disposizione spaziale
degli oggeS
31. DA COSA VIENE INFLUENZATO IL CLIENTE
QUANDO ENTRA NEL NOSTRO NEGOZIO ?
sCle
colore
dimensioni
illuminazione
…………….
32.
33.
34.
35.
36.
37. Breve storia del PACKAGING
Nasce nel 1700 con la rivoluzione industriale
Il primo prodoPo ad essere confezionato fu il sapone
Prima veniva venduto a peso,
poi Benjamin BabbiP (1809-1889)
ebbe l’idea di venderne pezzi già tagliaW
e avvolW con una carta stampata:
era nata la saponePa… era nato il packaging
39. L’idea all’origine del packaging
fu di proporre la merce come
fosse un dono
Si era cominciato
a stampare sulla la0a
Bara0oli, scatole di tè e bisco6
comunicano un senso
di qualità o0ocentesca
41. Il packaging non riguarda solo
i prodotti in scatola,
ma in generale
è il modo in cui le cose
si presentano
ai nostri occhi
42. Il GRADO ZERO del packaging è il piccolo
adesivo su banane e pompelmi
43. IL GRADO PIU’ ALTO è …
quando è assente:
esempio la CARNE
(le lampade hanno una
componente verde, facendo
sembrare la carne più rossa)
Il PACKAGING è fatto anche
con l’illuminotecnica
44. Il packaging dà forma
alle merci
ma anche alla loro
promozione:
è già PUBBLICITA’
46. La grafica delle merendine
richiama lo sWle dei cartoni animaW
47. BOROTALCO, OLIO SASSO, IDROLITINA, STREGA…
parlano ai più anziani
hanno riferimenW grafici vintage
(emblemi e medaglie dorate)
evocano epoche in cui il mondo
era un posto migliore
48.
49. BRAND
Deriva dal francese “brennan” e significa bruciare
(con riferimento alla praWca di marchiare a fuoco il
besWame per idenWficarne la proprietà)
Il BRAND non è la merce
ma la sua idea psicologica
50.
51. FOREIGN BRANDING
è una tecnica di marketing
con cui si suggerisce
l’appartenenza di un prodotto ad
un’origine fasulla
52. Neuromarketing
aiuta a capire i meccanismi cerebrali attivati:
dal packaging del prodotto
dalla forma
dai colori che lo compongono
dagli odori
dalla sua posizione sugli scaffali
Lo stesso vale per un sito web
53. Le armi del NEURO MARKETING sono:
- Eye Tracking
- Risonanza Magnetica (fMRI)
- Elettroencefalogramma (EEG)
63. BIBLIOGRAFIA
CROMORAMA di Riccardo Falcinelli
NEUROMARKETING E SCIENZE COGNITIVE di Andrea Saletti
il modello Emotional Journey
CRITICA PORTATILE AL VISUAL DESIGN di Riccardo Falcinelli
Da Gutenberg ai Social Network