L’identità è ciò che ci definisce, di fronte allo sguardo altrui non meno che di fronte al nostro stesso sguardo. Non è facile darne una definizione che ne catturi la natura elusiva: Stefano Rodotà parla di un “pozzo profondissimo”, nel quale molti evitano di sporgersi, benché lo sporgersi sia ineludibile. Anche perché l’età digitale, che è il nostro tempo, dell’identità sconvolge così tanto i confini e l’estensione da dar luogo a un vero e proprio scatto evolutivo, a una metamorfosi della specie uomo. Non siamo più soltanto corpo, psiche, tempo vissuto, relazioni: siamo anche entità digitali immerse in una infosfera, come insegna Luciano Floridi. È il caso di spaventarsi? No, certo. Ma l’inquietudine, come sempre, possiamo vincerla soltanto a patto di non rinunciare a riflettere su ciò che ci sta accadendo.
4. Della sapienza, poi, tu procuri ai tuoi discepoli
l'apparenza e non la verità: infatti essi, divenendo
per mezzo tuo uditori di molte cose senza
insegnamento, crederanno di essere conoscitori
di molte cose, mentre come accade per lo più, in
realtà, non le sapranno; e sarà ben difficile
discorrere con essi, perché sono diventati
portatori di opinioni invece che sapienti.
— Platone, Fedro, ca. 370 a. C.
5. In effetti tutte le società sono state sempre
società dell’informazione, nel senso ovvio che
non ci può essere società o cultura (e,
aggiungerei, nemmeno vita) se non sulla base di
un costante scambio di informazioni più o meno
elaborate e strutturate. La novità di oggi consiste
semmai nel fatto che la tecnologia
dell’informazione ha reso molto esplicito il
fenomeno, ponendoci sotto gli occhi tutte le sue
variegate manifestazioni con un’evidenza senza
precedenti.
— Giuseppe O. Longo, Il nuovo Golem, 2003
6. Il senso di disorientamento e di catastrofe
incombente è acuito dalla velocità con cui le
tecnologie stanno stravolgendo il mondo
conosciuto. Il sistema politico liberale è stato
modellato durante l’era industriale per gestire un
mondo fatto di motori a vapore, raffinerie di
petrolio e studi televisivi. Si trova perciò in
difficoltà a mettersi in relazione con le rivoluzioni
in corso nei campi delle tecnologie informatiche e
biologiche.
— Yuval Noah Harari, 21 lezioni per il XXI secolo,
2018
7. Se cambiamo le condizioni sociali in cui viviamo,
mutiamo la rete di relazioni e il flusso di
informazioni di cui godiamo e ridisegniamo natura
e novero dei limiti e delle possibilità che regolano
come ci presentiamo al mondo e indirettamente a
noi stessi, allora il nostro sé sociale può essere
radicalmente aggiornato, avendo una ricaduta
sulla concezione che abbiamo di noi, che finisce
per conformare la nostra identità personale.
— Luciano Floridi, La quarta rivoluzione: Come
l'infosfera sta trasformando il mondo, 2014
9. In assenza di un sistema di segni linguistici o di altro
genere, il solo tipo di comunicazione possibile è il
più primitivo e limitato. Quest’ultimo, che si
manifesta attraverso movimenti espressivi, osservati
fondamentalmente tra gli animali, non è tanto
comunicazione quanto espressione di affetto.
— Lev Semënovič Vygotskij, Pensiero e linguaggio,
1934
10. Grazie ai nuovi strumenti, stiamo letteralmente
ipertestualizzando, ed esteriorizzando, i nostri
processi mentali in una cognizione connettiva e
condivisa.
— Derrick de Kerckhove, La mente accresciuta,
2010
11. Prenderemo in esame l’intelligenza artificiale,
l’emulazione globale del cervello, la cognizione
biologica e le interfacce cervello-computer, oltre a
reti e organizzazioni, valutandone i diversi gradi di
plausibilità come vie per arrivare alla
superintelligenza. L’esistenza di molte vie fa
crescere la probabilità che la meta possa essere
raggiunta attraverso almeno una di esse.
— Nick Bostrom, Superintelligenza. Tendenze,
pericoli, strategie, 2014
12. Passare dal “quanto” al “perché” significa
sostituire al government, ovvero alla
regolamentazione dei dispositivi
dell’enhancement, la governance, ovvero
l’apertura di spazi pubblici tesi a orientare il
progresso verso quello che definiamo sviluppo,
verso un bene comune intorno al quale ordinare
priorità e urgenze;
— Paolo Benanti, Postumano, troppo postumano:
Neurotecnologie e human enhancement, 2015
14. Per favorire la diffusione di servizi in rete e
agevolare l’accesso agli stessi da parte di cittadini
e imprese, anche in mobilità, è istituito, a cura
dell’Agenzia per l’Italia digitale, il sistema pubblico
per la gestione dell’identità digitale di cittadini e
imprese.
— Codice dell’Amministrazione Digitale, art. 64
15. I principi e le norme a tutela delle persone fisiche
con riguardo al trattamento dei dati di carattere
personale (“dati personali”) dovrebbero
rispettarne i diritti e le libertà fondamentali, in
particolare il diritto alla protezione dei dati
personali, a prescindere dalla loro nazionalità o
dalla loro residenza.
— Regolamento Generale sulla Protezione dei
Dati (GDPR), 27 aprile 2016
16. Si torna così a dare rilevanza, in modo nuovo, al
corpo, che diventa fonte di nuove informazioni,
oggetto di un continuo data mining, davvero una
miniera a cielo aperto dalla quale attingere dati
ininterrottamente. Il corpo in sé sta diventando
una password: la fisicità prende il posto delle
astratte parole chiave. Impronte digitali,
geometria della mano o delle dita o dell’orecchio,
iride, retina, tratti del volto, odori, voce, firma,
modalità d’uso di una tastiera, andatura, Dna.
— Stefano Rodotà, Vivere la democrazia, 2013
17. La dignità impone di non ridurre le persone alle
loro caratteristiche genetiche e di rispettare
l’unicità e la diversità di ciascuno.
— Dichiarazione universale sul genoma umano,
1998
19. I ‘nuovi media’, inoltre, hanno permesso a
esperienze locali e sociali periferiche di
connettersi, al di fuori del controllo ‘verticale’ dei
soggetti politici e dei media tradizionali. Hanno,
inoltre, favorito il coinvolgimento e l’intervento
diretto, a livello soggettivo, di un’area ampia di
persone. Per questo, la Rete ha costituito il
riferimento per un modello diverso e alternativo
di partecipazione politica. Ma anche di
democrazia. In nome della dis-intermediazione.
Contro i ‘corpi intermedi’.
— Ilvo Diamanti, Marc Lazar, Popolocrazia, 2018
20. Quel meccanismo mostruoso del web e dei social
che se lo chiami “meccanismo mostruoso” e dici
che spegni tutto e non ti ci vuoi sottoporre più, fai
un figurone, ma in realtà sei come il bambino che
va via dalla partita di calcio senza neanche riuscire
a portare via il pallone: infatti la partita continua a
svolgersi tranquillamente.
— Bruno Mastroianni, Facebook post,
25/11/2018
21. Questo verdetto può spaventare, ma se invece lo
si accoglie con una certa lucidità, traccia un
campo da gioco affascinante e vorrei dire
abbastanza geniale. Dice che se io ci tengo alle
mie idee, e ai miei fatti, devo essere capace di dar
loro un profilo aerodinamico, devo lavorare duro
fino a quando non hanno un profilo che penetra
nell’aria della sensibilità collettiva, devo
continuare a capirle meglio fino a quando non
riesco a ricondurle a una figura capace di rotolare
nel Game.
— Alessandro Baricco, The Game, 2018
22. La cittadinanza digitale promuove la sostituzione
del soggetto politico aristotelico (zôon politikòn)
con l’infoviduo: rete intelligente complessa, né
soggetto né oggetto ma forma connettiva, aperta
e mutante.
— Manifesto per la cittadinanza digitale,
https://www.cittadinanzadigitale.com.br/