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ECONOMIA E IMPRESE Il Sole 24 Ore 01 SETTEMBRE 2020
Progetto per riempire gli stabilimenti produttivi dismessi in 1.300
aree industriali della provincia e per offrire nuovi servizi a imprese
e dipendenti: farmacie, spazi per il tempo libero e punti di prelievo
degli acquisti online
l’Inchiesta Confindustria Vicenza
Vicenza trova 2.100 capannoni per
il welfare aziendale
Barbara Ganz
ADOBESTOCKIl progetto di riconversione. Sono stati mappati i percorsi di acce
immobili dismessi o sottoutilizzati e grazie al lavoro fatto si conosce lo stato di
capannone, lo stato di manutenzione, la dimensione.
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Riempire gli stabilimenti produttivi dismessi – oltre 2.100
capannoni in 1.300 aree industriali della provincia - per
offrire nuovi servizi a imprese e dipendenti: farmacie e punti
prelievo, ma anche palestre e spazi per il tempo libero.
L’idea nasce dal lavoro di Confindustria Vicenza, con il
coordinamento di Federico Della Puppa, e il supporto della
Camera di commercio; il risultato è uno studio sulla
situazione esistente e dove si è formalizzato anche un
esempio di prima possibile applicazione.
Vuoti produttivi come spazi da destinare al benessere, in una
provincia – la seconda in Italia per export pro capite – dove il
welfare aziendale sperimenta sempre nuove formule, dal
portale per consentire anche alle aziende più piccole di
strutturare piani su misura delle esigenze dei dipendenti, a
check up e diete portati direttamente in fabbrica, con due
effetti immediati: la riconversione del patrimonio
immobiliare dismesso e la riqualificazione del territorio,
rafforzando con una sola azione sia l’aspetto produttivo che
quello sociale.
Un’operazione innovativa che inizia con la mappatura delle
aziende iscritte all’associazione industriali e ubicate nelle
zone produttive della provincia berica – ne risultano 1.398 -
dei servizi esistenti nelle medesime zone (dalle piste ciclabili,
agli uffici postali, dagli asili nido alle farmacie, ecc.) e degli
edifici dismessi qui collocati. Il settore prevalente (34,3%) è
la meccanica, con oltre 33mila addetti, seguito da costruzioni
e servizi innovativi e tecnologici. Di ogni area produttiva
sono state mappate in modo interattivo (basta selezionare
sulla mappa per ottenere le informazioni specifiche) facilità
di accesso e modalità prescelta (auto, bici, mezzi pubblici) e
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anche le criticità, viste sia dal punto di vista delle imprese
che dei dipendenti (come la presenza o meno di servizi utili
per la conciliazione vita lavoro o salva tempo) e che
potrebbero aprire la strada a riconversioni di spazi dismessi.
Un lavoro minuzioso e basato su 1.267 questionari che hanno
rilevato le necessità di chi lavora. Dal punto di vista di operai
e impiegati le criticità sono il traffico e la scarsa sicurezza dei
percorsi ciclabili, i miglioramenti possibili (ad esempio bus
più frequenti e orari modificati, con la possibilità di metodi
alternativi come car sharing e pooling). La vita di chi lavora
potrebbe migliorare con la vicinanza di una farmacia e di un
punto prelievi, così come di luoghi di consegna e ritiro
spedizioni. Le imprese dal canto loro pensano a punti di
stoccaggio rifiuti, servizi di vigilanza condivisi e spazi,
sempre condivisi, per iniziative di formazione.
Dalle imprese sono arrivate anche proposte concrete di
riconversione: palestre e attività di doposcuola potrebbero
trovare spazio dove attualmente non c’è nulla.
Il passo successivo è stato scegliere due aree campione:
Arzignano, cuore del distretto della concia, la cui area
produttiva oggetto di studio consta di 640 imprese e oltre
12mila addetti, e Thiene, la cui area produttiva considerata
registra la presenza di 229 imprese per 2.368 addetti.
Sono stati mappati i percorsi di accesso, gli immobili
dismessi o sottoutilizzati (sono 11 dismessi, di cui 5 sul
mercato e 18 sottoutilizzati, di cui 10 sul mercato) a Thiene;
ad Arzignano 18 dismessi (5 sul mercato) e 3 sottoutilizzati.
Grazie al lavoro fatto si conosce lo stato di ciascun
capannone, lo stato di manutenzione, la dimensione.
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La conclusione del lavoro sono due ipotesi di riconversione:
un polo sanitario per Arzignano, con medici di base, farmacia
e specialisti, mentre a Thiene le richieste di chi lavora
puntano su servizi che facilitano la vita come punti per la
spesa che potrebbero essere gestiti da cooperative e gruppi di
acquisto, ma anche spazi per bar e caffetterie. La prospettiva
è quella di coinvolgere soggetti pubblici e privati:
cooperative per i punti spedizione e ritiro, o la gestione di bar
e spazi ricreativi, con tariffe agevolate per chi si associa, in
modo da arrivare a una sostenibilità anche economica. Fra i
privati, oltre alle aziende, potrebbero entrare in gioco la
Regione, i Comuni, le Ulss, associazioni di categoria e anche
investitori esterni che potrebbero cogliere l’opportunità di
intervenire colmando spazi vuoti. Non solo: l’enorme
database costruito può servire per operazioni di marketing
territoriale – rendendo i territori più appetibili per potenziali
investitori - e per tarare meglio i servizi esistenti, e grazie
alla collaborazione con i Comuni interessati si possono
mettere a punto metodi e strategie di intervento per la
riconversione di aree pilota.
«È dato di comune esperienza il crescente interesse e il
conseguente impegno delle imprese sul fronte del welfare
aziendale, sempre più oggetto di diffusa sensibilità da parte
degli imprenditori, di aspettativa da parte dei loro dipendenti,
di attenzione e disciplina da parte della contrattazione
collettiva di lavoro e, inevitabilmente, da parte del fisco –
spiega il presidente di Confindustria Vicenza Luciano
Vescovi - Tradizionalmente i luoghi della produzione sono
stati oggetto di considerazione e di disciplina da parte degli
strumenti urbanistici nelle rispettive scale d'intervento, da