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Etica della comunicazione,
      seconda parte


       Dott. Paolo Lattanzio

    paolo.lattanzio@gmail.com
    paololattanzio.blogspot.com
er e
              nd
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Pier Cesare Rivoltella:
la ME è quel particolare ambito delle
scienze dell’educazione e del lavoro
educativo che consiste nel produrre
riflessione e strategie operative in ordine
ai media intesi come risorsa integrale per
l’intervento formativo.
La Media Education è il processo di insegnamento
e apprendimento centrato sui media.

              SCOPO = è quello di sviluppare una
              competenza che comprenda le immagini e i
              suoni e sviluppi le potenzialità critiche degli
              studenti, per renderli capaci di dare giudizi
              consapevoli in qualità di fruitori dei media.

              E di abilitarli alla comunicazione
              mediatica!!!!
Peculiarità della ME:
- accento posto sulla comprensione del sistema
  dei media e sui processi, piuttosto che
  «sull’accumulo laborioso di dati»;
- incoraggiamento dato alle attività pratiche come
  «strumento di esplorazione e rafforzamento della
  comprensione concettuale»;
- «promozione del pensiero autonomo, piuttosto
  che riproduzione da parte degli studenti di idee
  degli insegnanti», e dei modelli comunicativi.
L'intervento di media education trasmette
                           conoscenze/competenze relative a:
1. le istituzioni dei media                             chi comunica e perché, secondo
                                                               quali strategie si orienta, quali
                                                               intenzioni comunicative persegue
2. le categorie dei media                                      di che tipo/genere di testo si tratta


3. le tecnologie dei media                                     come viene realizzato, distribuito,
                                                               fruito il messaggio

4. il linguaggio dei media                                     linguaggio, architetture narrative,
                                                               costruzione dei personaggi e della
                                                               trama, figure retoriche…
5. il pubblico dei media                                       a chi è indirizzato il messaggio,
                                                               come ne fruisce, quali significati gli
                                                               attribuisce
6. media e rappresentazione                                    come il testo presenta il suo
                                                               oggetto, quali stereotipi mette in
                                                               campo
                                                le categorie sono riprese dal Curriculum Statement del B.F.I.,
L'intervento di media education
                 trasmette
   conoscenze/competenze relative a:
Le istituzioni dei media




Chi comunica e perché,
secondo quali strategie si
orienta, quali intenzioni
comunicative persegue
L'intervento di media education
                trasmette
   conoscenze/competenze relative a:
Le categorie dei media




            Di che tipo/genere di testo si tratta
L'intervento di media education
                 trasmette
    conoscenze/competenze relative a:
Le tecnologie dei media




   Come viene realizzato, distribuito, fruito il messaggio
L'intervento di media education
                     trasmette
        conoscenze/competenze relative a:
  Il linguaggio dei media




Linguaggio, architetture narrative, costruzione dei
personaggi e della trama, figure retoriche…
L'intervento di media education
                   trasmette
      conoscenze/competenze relative a:
  Il pubblico dei media




A chi è indirizzato il messaggio, come ne
fruisce, quali significati gli attribuisce
L'intervento di media education
               trasmette
  conoscenze/competenze relative a:
Media e rappresentazione




Come il testo presenta il suo oggetto,
quali stereotipi mette in campo
Obiettivi della Media Education

- Alfabetizzazione ai media;
 - «Promozione del pensiero critico e di autonomia
   critica»
 - «Sviluppo della comprensione e dell’analisi dei
   testi mediatici»
- «Preparazione degli studenti in funzione della
   partecipazione nella società democratica»
         Media Education and Media Literacy: experts’ opinions
                                                      (Fedorov 2003)
MEDIA EDUCATION A SCUOLA


       ↓                                ↓
come prospettiva                come disciplina
  trasversale                     curricolare

                      Finalità:
alfabetizzazione ai media, miglioramento delle
capacità relazionali ed espressive, uso critico dei
media
Concetti chiave della Media
       Educacation
Produzione
• Si tratta di analizzare gli aspetti economici dei media, le istituzioni
   che sono in gioco. Due logiche contrastanti le comandano: la
   logica del “servizio pubblico” oppure la logica “commerciale” .
• Studiare la “produzione” significa scoprire i target a cui è rivolta.
Alcune domande per avviare l’analisi degli studenti:
• tecnologie: quali tecnologie sono impiegate? quale influsso hanno?
• pratica dei professionisti: chi ha realizzato i testi? lavoro
   individuale?
• industria dei media: proprietari dei media?
• regolamentazione: esistono leggi o codici? vengono osservati?
• circolazione e distribuzione: in che modo si raggiunge il pubblico?
   in che misura il pubblico ha possibilità di controllo e di scelta?
• accesso e partecipazione: a quali argomenti e pareri i media
   danno spazio? quali sono esclusi e perché?
Linguaggio
• Ogni medium usa una particolare combinazione di linguaggi per comunicare
  dei significati.
• La comprensione del linguaggio dei media non si ottiene solo attraverso
  l’analisi. L’esperienza della produzione dei testi offre nuove e più dirette
  intuizioni.
Domande da rivolgere agli studenti per approfondire il linguaggio dei
  media:
• significati: come le differenti forme di linguaggio comunicano idee e
  significati?
• convenzioni: in che modo i linguaggi divengono familiari e accettati?
• codici: quali regole grammaticali e sintattiche governano il linguaggio dei
  media? cosa capita quando vengono infrante?
• generi: come i codici e le convenzioni vengono usate in differenti media texts?
• scelte: quali effetti produce una scelta linguistica?
• combinazioni: come i media creano significati attraverso il montaggio?
• tecnologia: in quale misura la tecnologia scelta influisce sul significato?
Rappresentazione
• Media non sono una “finestra trasparente sul mondo”; offrono una
  visione “mediata” del mondo. Inevitabilmente danno una versione
  “costruita” della realtà. Tuttavia, non necessariamente i media
  ingannano il pubblico. Infatti il pubblico non assorbe ciecamente i
  messaggi dei media. Piuttosto li interpreta alla luce della propria
  esperienza e del proprio background socioculturale.
Domande:
• realismo: il testo intende essere realistico o si tratta di una fiction?
• presenza e assenza: che cosa viene incluso o escluso nella
  rappresentazione?
• parzialità e obiettività: i media sostengono particolari visioni del
  mondo? trasmettono valori etici e politici? sono obiettivi o di parte?
• stereotipi: come i media rappresentano particolari gruppi sociali?
• influenze: le rappresentazioni dei media hanno influito a creare la
  nostra cultura corrente?
Pubblico - Audience
• Il pubblico è molto più critico e diversificato di quello che è astrattamente
  ritenuto.
• Il rapporto del pubblico con i media non si esaurisce nella fruizione e
  interpretazione dei testi; è fatto anche di pratiche sociali, di usi familiari, di
  routines, ecc.
• Lo studio del “pubblico” fa parte della media education.
Domande:
• target: come i media si rivolgono a un determinato pubblico, come lo
  attirano?
• circolazione: in che modo il pubblico viene a conoscenza della proposta dei
  media?
• fruizione: in che modo i media sono utilizzati nella vita quotidiana? abitudini
  e usi?
• godimento: in che modo il pubblico ottiene “piacere” dai media? cosa
  piace?
• dare senso: come il pubblico interpreta i media? quale significato
  attribuisce loro?
• differenze sociali: che influsso hanno genere, classe, età, etnia e cultura
  nel rapporto media e pubblico?
Strumenti
ANALISI DEI TESTI

                              Analisi delle strutture narrative del testo



    Analisi dei contenuti


                               Analisi delle iscrizioni economiche e ideologiche



        Analisi del consumo


                               Analisi dei codici e delle strategie comunicative
Percorso applicativo - Esempio
Per l’analisi di un TESTO COMUNICATIVO:
• Priorità tematiche
• Linguaggio e modalità narrative
• Spettacolarizzazione
• Messa in scena della realtà
• Cosa non viene detto
• Strategie di coinvolgimento
• Esplicitazione del punto di vista
Competenze mediali
• Communicative Skills
• Partecipazione al mondo moderno
• Differenza di linguaggi e registri della
  comunicazione.
I metodi della Media Education
• gli studenti non sono tabula rasa in
  fatto di media. Il media educator parte
  necessariamente da ciò che gli studenti
  già conoscono sui media, per farli
  passare da una conoscenza
  “spontanea” e acritica sui media a
  quella riflessa e “scientifica”
Analisi del testo
• L’analisi del testo è probabilmente l’aspetto più
  noto della media education soprattutto per gli
  insegnanti che hanno fatto esperienze di lettura di
  testi letterari o artistici. Si distingue l’analisi del
  testo da quella contenuto.
• Vengono proposti tre livelli di analisi del testo:
• descrizione (livello denotativo);
• significato (livello connotativo);
• giudizio complessivo sul testo.
Analisi del contesto e case
                studies
• I testi vengono esaminati nel loro “contesto” di produzione
  e fruizione. Si raccomanda di prestare attenzione ad
  aspetti generalmente poco considerati: le sigle di testa e
  di coda dei film e dei programmi televisivi; le informazioni
  sulla vendita e distribuzione dei prodotti; le recensioni che
  vengono pubblicate su giornali e riviste, ecc.
• Quando questo esercizio ha come oggetto lo studio
  approfondito su un singolo caso, l’analisi del contesto
  assume la forma di un “case study” (per esempio lo
  studio del fenomeno dei blog, del successo di una star
  della musica, un film, , ecc.).
Trasposizione
• La trasposizione o “translation” ha a che
  fare con le questioni riguardanti il
  linguaggio e la rappresentazione dei
  media. Questa comporta la
  trasformazione di un testo da un genere a
  un altro (dal romanzo al telefilm), da un
  medium a un altro (da un testo per la
  radio a un altro per la tv). Si dovranno
  tener presenti le caratteristiche del
  linguaggio, le possibilità e i “confini” del
  mezzo, ecc.
Simulazione
• E’ una forma di role-playng in cui gli studenti vengono
  messi nella situazione di simulare, ad esempio, il ruolo di
  una redazione di giornale, la proposta che un immaginario
  autore di film fa a un produttore, la preparazione di un
  palinsesto televisivo nella redazione di una tv locale, ecc.
  L’insegnante fornirà indicazioni concrete sugli elementi
  richiesti da questo particolare “gioco dei ruoli”: ad
  esempio, il budget, la location, come affrontare la
  concorrenza, ecc.
• Con queste attività si trasmettono ai ragazzi in modo
  operativo nozioni che sarebbe difficile spiegare in modo
  astratto.
Produzione
• L’aspetto “produzione” è stato presente nelle strategie
  descritte sopra; ma c’è una produzione che ha tutte le
  caratteristiche del lavoro creativo e concreto, simile a
  quello dei professionisti dei media. Questa è la
  produzione che attrae i ragazzi e li entusiasma.
• I vantaggi di questa attività sono noti alla didattica: gli
  alunni “imparano facendo” (John Dewey), sono motivati,
  diventano creativi, ecc.. Nel nostro caso, imparano che
  cosa sono i codici, i generi, i linguaggi dei media, le
  riprese e il montaggio... Imparano a lavorare in gruppo, a
  collaborare; a porsi obiettivi concreti e scadenze di lavoro;
  imparano a socializzare e a valutare; imparano come
  comunicare a diversi target. Faranno anche esperienza di
  come il pubblico può reagire in modo imprevisto al loro
  prodotto.
• Socializzazione (ad esempio, presentando il
  video prodotto ad altre classi della scuola) e
  valutazione, sono parti essenziali del processo di
  produzione.
• Durante la produzione gli alunni fanno esperienza
  anche dell’aspetto ludico e gioioso del lavoro con
  i media. Questo è un aspetto importante della
  media education.
• Il lavoro di produzione è oggi facilitato dalle nuove
  tecnologie che sono meno costose e di più facile
  utilizzazione.
Analisi dei testi
La competenza etica
L’ Etica dei media ha varie declinazioni:

•   Etica dell’emittenza
•   Etica della ricezione
•   Etica della testualità
•   (Etica delle istituzioni)
L’etica della ricezione
• Se, da un lato, l’individuo è continuamente
  bombardato da messaggi di ogni tipo,
  dall’altro egli ha la possibilità di costruirsi
          una competenza che gli consenta un
  rapporto più critico e distaccato rispetto ai
  media.
• Lo spettatore “ingenuo e sprovveduto” non
  esiste più…
L’etica della ricezione
• L’agire comunicativo è quello del destinatario
  nell’atto di interpretare i messaggi
• La riflessione etica riguarda gli atteggiamenti e
  i comportamenti di consumo prevalenti
• Per esempio, si potrebbero esaminare la
  quantità di tempo e le motivazioni di tale
  consumo (ludico, interessato, distratto,
  sostitutivo di relazioni interpersonali…)
Ricezione o fruizione?
• Necessario un cambio di prospettiva:
   – dall’etica della ricezione
   – all’etica della fruizione
• Fruire (lat. frui, radice di frux, “frutto”): usare
  qualcosa traendone giovamento
• Da recettore a fruitore: dal fatalismo
  deterministico di chi si sente soltanto passivo
  target all’uso eticamente orientato dei mezzi
L’etica della fruizione

Responsabilità dei fruitori:
• capacità di fare un uso critico dei media
• possibilità di influenzare la produzione
  mediatica
• Manifestazione di un orizzonte di attese
  orientato a valori positivi in grado di
  determinare il comportamento comunicativo
  degli emittenti
La comunicazione
Differenza fra..
• Informazione      • Comunicazione
Comunicare
• Significa dischiudere uno spazio comune
  di relazione fra interlocutori.
• Alcune caratteristiche: feedback,
  bidirezionalità, alternanza dei ruoli,
  simultaneità, sincronia, pervasività.
Media e sistema
• Cosa sono i media

• Cosa sono i mass media

• Importanza del sistema
Etica della comunicazione
Etica della comunicazione
• Nasce come etica applicata.
• Ricomprende però l’etica generale in virtù
  della centralità dei processi comunicativi.
• Non prevede doveri e sanzioni (queste
  sono prerogative della deontologia).
• Fonda in termini filosofici ciò che può
  essere detto buono in un senso morale e
  motiva all’adozione di comportamenti che
  lo promuovano.
• L’etica della comunicazione è quella
  disciplina che individua, approfondisce e
  giustifica quelle nozioni morali e quei
  principi di comportamento che sono
  all’opera nell’agire comunicativo, e che
  motiva l’assunzione dei comportamenti da
  essa stabiliti.
• Modello etico della comunicaizone si
  basa sulle idee di cooperazione e
  comunità.

• Rischio rottura contratto fiduciario.

• Non possiamo non comunicare.
Nei media etica stratificata
• La questione di grande peso è: individuare e
  analizzare sia la linguisticità dell'ethos (dunque il
  carattere linguistico-comunicativo delle abitudini
  condivise, dei doveri, degli affetti e delle passioni
  -> veicolo) che l'eticità del linguaggio (dunque le
  implicazioni morali insite in qualsiasi
  enunciazione, anche in quelle soltanto descrittive
  -> etica della comunicazione -> veicolato).
• Espressione e Contenuto
Etica della comunicazione
• Sia in fase di analisi, quindi etica rispetto
  alla comunciazione
• Sia quando ne prendiamo parte: etica
  entro la comunicazione
•  Etica della comunciazione rischia di passare da
   etica applicata ad etica generale perché:
2. Comunicare è agire
3. Comunicazione è sempre più aspetto chiave,
   centrale e specie specifico dell’uomo
• Viene meno subordinazione del particolare al
   generale: le dinamiche comunicative sono
   fondanti la stessa filosofia.
Anche nella comunciazione ci sono
    principi morali (K.O.Apel)
• Giustizia
• Solidarietà
• Co-responsabilità

• Questi criteri sono insiti alla comunità,
  non come una necessità ma come
  possibilità.
• Si passa da potenza a realizzazione.
Regole della conversazione - Grice
• Le regole della conversazione sono state riunite da Grice in
  quattro massime fondamentali:
  1.  massima della quantità, che recita espressamente: “fornisci
  l’informazione necessaria, né più, nè meno.” Il contributo che viene
  dato da ciascun partecipante alla conversazione deve essere
  informativo quanto richiesto.
  2.  massima della qualità, che recita espressamente: “sii
  sincero, fornisci informazione veritiera, secondo quanto sai.” Non
  si dovrebbe dire ciò che si ritiene falso, o ciò di cui non si hanno
  prove.
  3.  massima di relazione, che recita espressamente: “sii
  pertinente.” Il contributo informativo di un enunciato dovrebbe
  essere pertinente con la conversazione.
  4.  massima di modalità, che recita espressamente: “sii chiaro.”
• L’enunciato dovrebbe essere chiaro, poco ambiguo, breve e
  ordinato. Questa massima si riferisce al modo in cui questo viene
  esposto.
L’etica nei media cambia con
•   Evoluzione dei media stessi.
•   Passaggio ai new media.
•   Evoluzione della programmazione.
•   Differenziazione dell’offerta.
•   Moltiplicazione del pubblico.
Etica dei media
Etica dei media
• Situazione attuale dei media: necessità di
  adeguata decodifica
• Rischio di sottomissione ad istanze e
  poteri esterni condizionanti.
L’ETICA DELLA COMUNICAZIONE
            DALL’IM PEGNO PERSONALE AI CODICI DI COM PORTAM ENTO



Comunicare non è un mestiere qualsiasi: il comunicatore deve, più di altri,
porre l’etica al centro della professione perché con il suo lavoro crea cultura,
modifica atteggiamenti, condiziona il modo di pensare e di fare


 L’impegno personale
L’etica è una scelta prima di tutto personale. Indirizza il comportamento, è
frutto del percorso formativo e lavorativo di ognuno, anche se è condizionata
da fattori esterni


 L’impegno condiviso
Il controllo, la “peer pressure”, da parte della categoria di appartenenza ha
creato strumenti di autoregolamentazione che hanno anche l’obiettivo di far
conoscere all’esterno l’impegno etico dei comunicatori. Dalla Carta di Treviso
(per la difesa dei minori) al Codice di Autodisciplina (dei pubblicatari)
L’etica è rappresentata da un codice di norme con il quale
il giornalista, giorno per giorno, deve confrontarsi


Dell’etica sono proprie due finalità:

   Assumere il ruolo di bussola morale che ci informa su quanto
   ci stiamo allontanando dalla rotta prevista
   Porsi come guida per la produzione di un giornalismo sicuro e
   credibile




   Ciò permette di avere nei confronti dei lettori o ascoltatori
   un comportamento basato su sensibilità umana e lontano
   dal calcolo commerciale
• Quando si parla di etica, morale e verità
  bisogna fare molta attenzione perchè su
  larga scala questi termini possono dare
  luogo a fraintendimenti: anche un
  kamikaze agisce secondo una propria
  etica.
La deontologia
• La deontologia professionale è l’etica che
  è insita negli stessi processi comunicativi
• Rimanda ad un dovere, a ciò che si deve
  fare, nella misura in cui è prescritto da
  un’istanza riconosicuta come normativa
• Prevede una regolamentazione ed un
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• Con i codici deontologici si cerca di
  fornire soluzioni giuridiche a problemi
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Etica della comunicazione - Lezione 2

  • 1. Etica della comunicazione, seconda parte Dott. Paolo Lattanzio paolo.lattanzio@gmail.com paololattanzio.blogspot.com
  • 2. er e nd pr e Fru om ir C e ME P rodur re
  • 3. Pier Cesare Rivoltella: la ME è quel particolare ambito delle scienze dell’educazione e del lavoro educativo che consiste nel produrre riflessione e strategie operative in ordine ai media intesi come risorsa integrale per l’intervento formativo.
  • 4. La Media Education è il processo di insegnamento e apprendimento centrato sui media. SCOPO = è quello di sviluppare una competenza che comprenda le immagini e i suoni e sviluppi le potenzialità critiche degli studenti, per renderli capaci di dare giudizi consapevoli in qualità di fruitori dei media. E di abilitarli alla comunicazione mediatica!!!!
  • 5. Peculiarità della ME: - accento posto sulla comprensione del sistema dei media e sui processi, piuttosto che «sull’accumulo laborioso di dati»; - incoraggiamento dato alle attività pratiche come «strumento di esplorazione e rafforzamento della comprensione concettuale»; - «promozione del pensiero autonomo, piuttosto che riproduzione da parte degli studenti di idee degli insegnanti», e dei modelli comunicativi.
  • 6. L'intervento di media education trasmette conoscenze/competenze relative a: 1. le istituzioni dei media chi comunica e perché, secondo quali strategie si orienta, quali intenzioni comunicative persegue 2. le categorie dei media di che tipo/genere di testo si tratta 3. le tecnologie dei media come viene realizzato, distribuito, fruito il messaggio 4. il linguaggio dei media linguaggio, architetture narrative, costruzione dei personaggi e della trama, figure retoriche… 5. il pubblico dei media a chi è indirizzato il messaggio, come ne fruisce, quali significati gli attribuisce 6. media e rappresentazione come il testo presenta il suo oggetto, quali stereotipi mette in campo le categorie sono riprese dal Curriculum Statement del B.F.I.,
  • 7. L'intervento di media education trasmette conoscenze/competenze relative a: Le istituzioni dei media Chi comunica e perché, secondo quali strategie si orienta, quali intenzioni comunicative persegue
  • 8. L'intervento di media education trasmette conoscenze/competenze relative a: Le categorie dei media Di che tipo/genere di testo si tratta
  • 9. L'intervento di media education trasmette conoscenze/competenze relative a: Le tecnologie dei media Come viene realizzato, distribuito, fruito il messaggio
  • 10. L'intervento di media education trasmette conoscenze/competenze relative a: Il linguaggio dei media Linguaggio, architetture narrative, costruzione dei personaggi e della trama, figure retoriche…
  • 11. L'intervento di media education trasmette conoscenze/competenze relative a: Il pubblico dei media A chi è indirizzato il messaggio, come ne fruisce, quali significati gli attribuisce
  • 12. L'intervento di media education trasmette conoscenze/competenze relative a: Media e rappresentazione Come il testo presenta il suo oggetto, quali stereotipi mette in campo
  • 13. Obiettivi della Media Education - Alfabetizzazione ai media; - «Promozione del pensiero critico e di autonomia critica» - «Sviluppo della comprensione e dell’analisi dei testi mediatici» - «Preparazione degli studenti in funzione della partecipazione nella società democratica» Media Education and Media Literacy: experts’ opinions (Fedorov 2003)
  • 14. MEDIA EDUCATION A SCUOLA ↓ ↓ come prospettiva come disciplina trasversale curricolare Finalità: alfabetizzazione ai media, miglioramento delle capacità relazionali ed espressive, uso critico dei media
  • 15. Concetti chiave della Media Educacation
  • 16. Produzione • Si tratta di analizzare gli aspetti economici dei media, le istituzioni che sono in gioco. Due logiche contrastanti le comandano: la logica del “servizio pubblico” oppure la logica “commerciale” . • Studiare la “produzione” significa scoprire i target a cui è rivolta. Alcune domande per avviare l’analisi degli studenti: • tecnologie: quali tecnologie sono impiegate? quale influsso hanno? • pratica dei professionisti: chi ha realizzato i testi? lavoro individuale? • industria dei media: proprietari dei media? • regolamentazione: esistono leggi o codici? vengono osservati? • circolazione e distribuzione: in che modo si raggiunge il pubblico? in che misura il pubblico ha possibilità di controllo e di scelta? • accesso e partecipazione: a quali argomenti e pareri i media danno spazio? quali sono esclusi e perché?
  • 17. Linguaggio • Ogni medium usa una particolare combinazione di linguaggi per comunicare dei significati. • La comprensione del linguaggio dei media non si ottiene solo attraverso l’analisi. L’esperienza della produzione dei testi offre nuove e più dirette intuizioni. Domande da rivolgere agli studenti per approfondire il linguaggio dei media: • significati: come le differenti forme di linguaggio comunicano idee e significati? • convenzioni: in che modo i linguaggi divengono familiari e accettati? • codici: quali regole grammaticali e sintattiche governano il linguaggio dei media? cosa capita quando vengono infrante? • generi: come i codici e le convenzioni vengono usate in differenti media texts? • scelte: quali effetti produce una scelta linguistica? • combinazioni: come i media creano significati attraverso il montaggio? • tecnologia: in quale misura la tecnologia scelta influisce sul significato?
  • 18. Rappresentazione • Media non sono una “finestra trasparente sul mondo”; offrono una visione “mediata” del mondo. Inevitabilmente danno una versione “costruita” della realtà. Tuttavia, non necessariamente i media ingannano il pubblico. Infatti il pubblico non assorbe ciecamente i messaggi dei media. Piuttosto li interpreta alla luce della propria esperienza e del proprio background socioculturale. Domande: • realismo: il testo intende essere realistico o si tratta di una fiction? • presenza e assenza: che cosa viene incluso o escluso nella rappresentazione? • parzialità e obiettività: i media sostengono particolari visioni del mondo? trasmettono valori etici e politici? sono obiettivi o di parte? • stereotipi: come i media rappresentano particolari gruppi sociali? • influenze: le rappresentazioni dei media hanno influito a creare la nostra cultura corrente?
  • 19. Pubblico - Audience • Il pubblico è molto più critico e diversificato di quello che è astrattamente ritenuto. • Il rapporto del pubblico con i media non si esaurisce nella fruizione e interpretazione dei testi; è fatto anche di pratiche sociali, di usi familiari, di routines, ecc. • Lo studio del “pubblico” fa parte della media education. Domande: • target: come i media si rivolgono a un determinato pubblico, come lo attirano? • circolazione: in che modo il pubblico viene a conoscenza della proposta dei media? • fruizione: in che modo i media sono utilizzati nella vita quotidiana? abitudini e usi? • godimento: in che modo il pubblico ottiene “piacere” dai media? cosa piace? • dare senso: come il pubblico interpreta i media? quale significato attribuisce loro? • differenze sociali: che influsso hanno genere, classe, età, etnia e cultura nel rapporto media e pubblico?
  • 20. Strumenti ANALISI DEI TESTI Analisi delle strutture narrative del testo Analisi dei contenuti Analisi delle iscrizioni economiche e ideologiche Analisi del consumo Analisi dei codici e delle strategie comunicative
  • 21. Percorso applicativo - Esempio Per l’analisi di un TESTO COMUNICATIVO: • Priorità tematiche • Linguaggio e modalità narrative • Spettacolarizzazione • Messa in scena della realtà • Cosa non viene detto • Strategie di coinvolgimento • Esplicitazione del punto di vista
  • 22. Competenze mediali • Communicative Skills • Partecipazione al mondo moderno • Differenza di linguaggi e registri della comunicazione.
  • 23. I metodi della Media Education • gli studenti non sono tabula rasa in fatto di media. Il media educator parte necessariamente da ciò che gli studenti già conoscono sui media, per farli passare da una conoscenza “spontanea” e acritica sui media a quella riflessa e “scientifica”
  • 24. Analisi del testo • L’analisi del testo è probabilmente l’aspetto più noto della media education soprattutto per gli insegnanti che hanno fatto esperienze di lettura di testi letterari o artistici. Si distingue l’analisi del testo da quella contenuto. • Vengono proposti tre livelli di analisi del testo: • descrizione (livello denotativo); • significato (livello connotativo); • giudizio complessivo sul testo.
  • 25. Analisi del contesto e case studies • I testi vengono esaminati nel loro “contesto” di produzione e fruizione. Si raccomanda di prestare attenzione ad aspetti generalmente poco considerati: le sigle di testa e di coda dei film e dei programmi televisivi; le informazioni sulla vendita e distribuzione dei prodotti; le recensioni che vengono pubblicate su giornali e riviste, ecc. • Quando questo esercizio ha come oggetto lo studio approfondito su un singolo caso, l’analisi del contesto assume la forma di un “case study” (per esempio lo studio del fenomeno dei blog, del successo di una star della musica, un film, , ecc.).
  • 26. Trasposizione • La trasposizione o “translation” ha a che fare con le questioni riguardanti il linguaggio e la rappresentazione dei media. Questa comporta la trasformazione di un testo da un genere a un altro (dal romanzo al telefilm), da un medium a un altro (da un testo per la radio a un altro per la tv). Si dovranno tener presenti le caratteristiche del linguaggio, le possibilità e i “confini” del mezzo, ecc.
  • 27. Simulazione • E’ una forma di role-playng in cui gli studenti vengono messi nella situazione di simulare, ad esempio, il ruolo di una redazione di giornale, la proposta che un immaginario autore di film fa a un produttore, la preparazione di un palinsesto televisivo nella redazione di una tv locale, ecc. L’insegnante fornirà indicazioni concrete sugli elementi richiesti da questo particolare “gioco dei ruoli”: ad esempio, il budget, la location, come affrontare la concorrenza, ecc. • Con queste attività si trasmettono ai ragazzi in modo operativo nozioni che sarebbe difficile spiegare in modo astratto.
  • 28. Produzione • L’aspetto “produzione” è stato presente nelle strategie descritte sopra; ma c’è una produzione che ha tutte le caratteristiche del lavoro creativo e concreto, simile a quello dei professionisti dei media. Questa è la produzione che attrae i ragazzi e li entusiasma. • I vantaggi di questa attività sono noti alla didattica: gli alunni “imparano facendo” (John Dewey), sono motivati, diventano creativi, ecc.. Nel nostro caso, imparano che cosa sono i codici, i generi, i linguaggi dei media, le riprese e il montaggio... Imparano a lavorare in gruppo, a collaborare; a porsi obiettivi concreti e scadenze di lavoro; imparano a socializzare e a valutare; imparano come comunicare a diversi target. Faranno anche esperienza di come il pubblico può reagire in modo imprevisto al loro prodotto.
  • 29. • Socializzazione (ad esempio, presentando il video prodotto ad altre classi della scuola) e valutazione, sono parti essenziali del processo di produzione. • Durante la produzione gli alunni fanno esperienza anche dell’aspetto ludico e gioioso del lavoro con i media. Questo è un aspetto importante della media education. • Il lavoro di produzione è oggi facilitato dalle nuove tecnologie che sono meno costose e di più facile utilizzazione.
  • 31. La competenza etica L’ Etica dei media ha varie declinazioni: • Etica dell’emittenza • Etica della ricezione • Etica della testualità • (Etica delle istituzioni)
  • 32. L’etica della ricezione • Se, da un lato, l’individuo è continuamente bombardato da messaggi di ogni tipo, dall’altro egli ha la possibilità di costruirsi una competenza che gli consenta un rapporto più critico e distaccato rispetto ai media. • Lo spettatore “ingenuo e sprovveduto” non esiste più…
  • 33. L’etica della ricezione • L’agire comunicativo è quello del destinatario nell’atto di interpretare i messaggi • La riflessione etica riguarda gli atteggiamenti e i comportamenti di consumo prevalenti • Per esempio, si potrebbero esaminare la quantità di tempo e le motivazioni di tale consumo (ludico, interessato, distratto, sostitutivo di relazioni interpersonali…)
  • 34. Ricezione o fruizione? • Necessario un cambio di prospettiva: – dall’etica della ricezione – all’etica della fruizione • Fruire (lat. frui, radice di frux, “frutto”): usare qualcosa traendone giovamento • Da recettore a fruitore: dal fatalismo deterministico di chi si sente soltanto passivo target all’uso eticamente orientato dei mezzi
  • 35. L’etica della fruizione Responsabilità dei fruitori: • capacità di fare un uso critico dei media • possibilità di influenzare la produzione mediatica • Manifestazione di un orizzonte di attese orientato a valori positivi in grado di determinare il comportamento comunicativo degli emittenti
  • 38. Comunicare • Significa dischiudere uno spazio comune di relazione fra interlocutori. • Alcune caratteristiche: feedback, bidirezionalità, alternanza dei ruoli, simultaneità, sincronia, pervasività.
  • 39. Media e sistema • Cosa sono i media • Cosa sono i mass media • Importanza del sistema
  • 41. Etica della comunicazione • Nasce come etica applicata. • Ricomprende però l’etica generale in virtù della centralità dei processi comunicativi. • Non prevede doveri e sanzioni (queste sono prerogative della deontologia). • Fonda in termini filosofici ciò che può essere detto buono in un senso morale e motiva all’adozione di comportamenti che lo promuovano.
  • 42. • L’etica della comunicazione è quella disciplina che individua, approfondisce e giustifica quelle nozioni morali e quei principi di comportamento che sono all’opera nell’agire comunicativo, e che motiva l’assunzione dei comportamenti da essa stabiliti.
  • 43. • Modello etico della comunicaizone si basa sulle idee di cooperazione e comunità. • Rischio rottura contratto fiduciario. • Non possiamo non comunicare.
  • 44. Nei media etica stratificata
  • 45. • La questione di grande peso è: individuare e analizzare sia la linguisticità dell'ethos (dunque il carattere linguistico-comunicativo delle abitudini condivise, dei doveri, degli affetti e delle passioni -> veicolo) che l'eticità del linguaggio (dunque le implicazioni morali insite in qualsiasi enunciazione, anche in quelle soltanto descrittive -> etica della comunicazione -> veicolato). • Espressione e Contenuto
  • 46. Etica della comunicazione • Sia in fase di analisi, quindi etica rispetto alla comunciazione • Sia quando ne prendiamo parte: etica entro la comunicazione
  • 47. • Etica della comunciazione rischia di passare da etica applicata ad etica generale perché: 2. Comunicare è agire 3. Comunicazione è sempre più aspetto chiave, centrale e specie specifico dell’uomo • Viene meno subordinazione del particolare al generale: le dinamiche comunicative sono fondanti la stessa filosofia.
  • 48. Anche nella comunciazione ci sono principi morali (K.O.Apel) • Giustizia • Solidarietà • Co-responsabilità • Questi criteri sono insiti alla comunità, non come una necessità ma come possibilità. • Si passa da potenza a realizzazione.
  • 49. Regole della conversazione - Grice • Le regole della conversazione sono state riunite da Grice in quattro massime fondamentali: 1.  massima della quantità, che recita espressamente: “fornisci l’informazione necessaria, né più, nè meno.” Il contributo che viene dato da ciascun partecipante alla conversazione deve essere informativo quanto richiesto. 2.  massima della qualità, che recita espressamente: “sii sincero, fornisci informazione veritiera, secondo quanto sai.” Non si dovrebbe dire ciò che si ritiene falso, o ciò di cui non si hanno prove. 3.  massima di relazione, che recita espressamente: “sii pertinente.” Il contributo informativo di un enunciato dovrebbe essere pertinente con la conversazione. 4.  massima di modalità, che recita espressamente: “sii chiaro.” • L’enunciato dovrebbe essere chiaro, poco ambiguo, breve e ordinato. Questa massima si riferisce al modo in cui questo viene esposto.
  • 50. L’etica nei media cambia con • Evoluzione dei media stessi. • Passaggio ai new media. • Evoluzione della programmazione. • Differenziazione dell’offerta. • Moltiplicazione del pubblico.
  • 52. Etica dei media • Situazione attuale dei media: necessità di adeguata decodifica • Rischio di sottomissione ad istanze e poteri esterni condizionanti.
  • 53. L’ETICA DELLA COMUNICAZIONE DALL’IM PEGNO PERSONALE AI CODICI DI COM PORTAM ENTO Comunicare non è un mestiere qualsiasi: il comunicatore deve, più di altri, porre l’etica al centro della professione perché con il suo lavoro crea cultura, modifica atteggiamenti, condiziona il modo di pensare e di fare  L’impegno personale L’etica è una scelta prima di tutto personale. Indirizza il comportamento, è frutto del percorso formativo e lavorativo di ognuno, anche se è condizionata da fattori esterni  L’impegno condiviso Il controllo, la “peer pressure”, da parte della categoria di appartenenza ha creato strumenti di autoregolamentazione che hanno anche l’obiettivo di far conoscere all’esterno l’impegno etico dei comunicatori. Dalla Carta di Treviso (per la difesa dei minori) al Codice di Autodisciplina (dei pubblicatari)
  • 54. L’etica è rappresentata da un codice di norme con il quale il giornalista, giorno per giorno, deve confrontarsi Dell’etica sono proprie due finalità: Assumere il ruolo di bussola morale che ci informa su quanto ci stiamo allontanando dalla rotta prevista Porsi come guida per la produzione di un giornalismo sicuro e credibile Ciò permette di avere nei confronti dei lettori o ascoltatori un comportamento basato su sensibilità umana e lontano dal calcolo commerciale
  • 55. • Quando si parla di etica, morale e verità bisogna fare molta attenzione perchè su larga scala questi termini possono dare luogo a fraintendimenti: anche un kamikaze agisce secondo una propria etica.
  • 56. La deontologia • La deontologia professionale è l’etica che è insita negli stessi processi comunicativi • Rimanda ad un dovere, a ciò che si deve fare, nella misura in cui è prescritto da un’istanza riconosicuta come normativa • Prevede una regolamentazione ed un accordo di accettazione
  • 57. • Con i codici deontologici si cerca di fornire soluzioni giuridiche a problemi filosofici • Problema della responsabilità