Esiste una famosa incisione realizzata da Albrecht Dürer nel 1514 che associa in modo singolare i temi classici di raffigurazione della Malinconia a dei simboli prettamente alchemici. Ciò non deve stupire, infatti, con la sua tradizione millenaria e il suo ricco simbolismo, l’Alchimia fornisce delle preziose indicazioni sui processi dinamici che avvengono in Natura e per analogia nell'uomo.
2. La Melanconia e l’immaginario alchemico.
di Elio Occhipinti
Esiste una famosa incisione realizzata da Albrecht Dürer nel 1514 che associa in modo
singolare i temi classici di raffigurazione della Malinconia a dei simboli prettamente
alchemici. Ciò non deve stupire, infatti, con la sua tradizione millenaria e il suo ricco
simbolismo, l’Alchimia fornisce delle preziose indicazioni sui processi dinamici che
avvengono in Natura e per analogia nell’uomo.
L’artista, che ha ben chiare la concezione medievale della Malinconia soggetta agli influssi
del pianeta Saturno, pone nel filatterio, retto da un pipistrello, la parola melencolia.
Ciò che è più interessante notare è la presenza di due personaggi: in primo piano una
figura grande, alata, dai tratti femminili, che impersonifica l’uomo nella sua vera essenza,
quella alla quale la sua anima tende. Il volto è scuro, accigliato, forse sta pensando a un
problema che non riesce a risolvere, forse un problema di proporzioni dal momento che ha
un compasso in mano, le proporzioni per uscire da una certa situazione. Il secondo
personaggio è piccolo, anch’esso con le ali, seduto su una macina. È attivo, sta scrivendo,
non si è fermato. La macina sulla quale siede fa pensare che forse qualcosa è stato
triturato, rotto, non c’è più nella sua forma grossolana.
Forse il problema da risolvere potrebbe essere collegato al cosiddetto quadrato di Giove,
le cui cifre sommate in orizzontale verticale e obliquo danno sempre 34 (l’artista è riuscito
anche a mettere uno accanto all’altro i numeri 15 e 14, così da dare l’indicazione dell’anno
in cui la stampa è stata realizzata). La non risoluzione di questo problema potrebbe
indicare la difficoltà di passare definitivamente dallo stato saturnino della malinconia allo
stato d’animo sotto gli influssi di Giove (diventare “gioviale”), simboleggiato dall’aurora che
sta arrivando con la sua luminosità.
Questa tavola ha poi dei simboli che possono essere letti in modo alchemico: il crogiolo su
un fuoco molto vivo, l’unico degli strumenti in funzione, che indica un’operazione ancora in
corso, mentre gli altri strumenti sono stati abbandonati e giacciono confusamente per
terra; il poliedro è una pietra, ma non ancora perfetta; il cane acciambellato che ricorda
l’ourobos, il serpente che si morde la coda, simbolo dell’eterno ritorno e della natura che si
rinnova incessantemente; la sfera che indica la perfezione del cosmo; la scala a sette pioli,
simbolo classico dell’ascesa; la bilancia con cui si cercano e si studiano le giuste
proporzioni; la clessidra simbolo del tempo, unità importante nel regno di Saturno.
C’è ancora qualcuno che crede che in occidente non ci siano abbastanza stimoli per una
meditazione profonda sull’uomo e la sua essenza?
Elio Occhipinti: www.occhipintielio.it