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BOTTA E RISPOSTA
Paolo, studente universitario, mi pone delle domande interessanti a proposito della
didattica dei mondi virtuali. Ne viene fuori una piccola intervista che forse può servire
anche ad altri che come lui, intendono fare una tesi sul valore educativo del 3d.




                        Immagine della Galleria XYZ di Scuola3d

- Qual è il valore aggiunto degli ambienti 3D che vengono utilizzati nel campo
educativo?
Gli ambienti 3d hanno il loro valore aggiunto nella “realtà” che questi mediano.
Dal momento in cui i bambini iniziano a leggere, tutto è mediato dal testo scritto: si
perde così sempre più quel riferimento al concreto e al “fare” per imparare, anche con
prove, tentativi ed errori, che è necessario invece per raggiungere apprendimenti
significativi e non superficiali.
Nel periodo della scuola primaria i bambini affrontano la fase del pensiero concreto-
operatorio ma di solito si trovano di fronte a spiegazioni frontali, interrogazioni,
compiti scritti che niente hanno a che vedere col loro bisogno di “fare” davvero. La
maggior parte del tempo scolastico, la passano seduti dietro un banco ad ascoltare.
E’ statisticamente provato inoltre, che più dell’80% delle parole dette a scuola, sono
dell’insegnante: ciò vuol dire che neppure alle discussioni importanti che riguardano
le sue acquisizioni, l’alunno è chiamato a partecipare. Al massimo possono fare
riferimento alle immagini, quelle dei libri di testo. Nei casi più fortunati, gli insegnanti
utilizzano filmati e anche internet. Ma di solito solo per mostrare e fare vedere, mai per
fare qualcosa in prima persona.
Quindi sembra proprio che non vi sia spazio per rendere l’alunno protagonista.
Coi mondi virtuali si dà la possibilità agli scolari, di riappropriasi del loro processo
educativo e di crescita consapevole nel modo che è più consono per loro: facendo, cioè
costruendo nel mondo virtuale le conoscenze in via di acquisizione.




Nicoletta Farmeschi   nicomarti0@gmail.com          http://lnx.martinifrancesco.net/wordpress/
Uno degli autoritratti digitali della Galleria XYZ
                      di Scuola3d. Là tutto è in movimento, come
                                        la vita vera.


- Qual è la valenza didattica che volete perseguire?
Una didattica di valore, che abbia un significato costruttivo nel percoso di
apprendimento dalla materna fino alle superiori.

- A quali bisogni formativi può rispondere il 3D?
E’ possibile “vedere” un’idea? Come è possibile rappresentarla? Quale e quanto spazio
può servire? Quanto tempo potrà occorrere?
Una vera sfida rappresentare i concetti insiti nell’apprendimento in modo che si
possano vedere e quasi “toccare”, passarci nel mezzo. Dovranno avere delle
coordinate spaziali, quindi dimensioni giuste, le forme opportune, fasi di lavorazione
degli oggetti successive (prima questo e poi quello). Eppure è questo che si vuole
perseguire: rispondere alla necessità di capire le cose attraverso una ricostruzione , una
rappresentazione 3d, quindi piuttosto reale(*) che implica concetti di spazio, tempo e
prevede fasi e successive modifiche.
(*) Il concetto di realtà dei mondi virtuali va sempre considerato come quella “illusione
persistente” di cui parla Einstein : “La realtà è pura illusione, sebbene una illusione
persistente”. L’affermazione infatti sembra calzare a pennello per imondi 3d. La realtà
dei mondi virtuali può essere definita anche “realtà aumentata” intendendola come una
estenzione della mente molto complessa, che simula ciò che vedono i nostri occhi,
rielaborato, reinventato e rivisitato dalla nostra mente e dal nostro personale modo di
vivere la realtà, sia quella concreta, che quella simulata.

- Quali sono gli aspetti negativi e positivi degli ambienti 3D?


Nicoletta Farmeschi   nicomarti0@gmail.com           http://lnx.martinifrancesco.net/wordpress/
Elementi positivi
   ● Realizzare delle rappresentazioni che hanno un valore cognitivo, cioè
     costruzione delle conoscenze
   ● Possibilità di interagire e collaborare, all’interno del gruppo classe promuovendo
     la socialità
   ● Interazione fra alunni e insegnanti di luoghi diversi con proficui scambi di
     conoscenze e metodologie diverse
   ● Visitare luoghi, che per le loro particolarità di spazio e tempo non sarebbe
     possibile visitare nella vita reale.
   ● Simulare situazioni complesse che qui possono essere rese esplicite senza
     troppa fatica
   ● Assunzione da parte del docente del ruolo di facilitatore, di colui che indirizza alla
     scoperta

Elementi negativi
   ● Impossibilità di improvvisare: il docente deve avere ben chiara la progressione
     delle conoscenze e le modalità di presentazione graduale
   ● Rischio di dispersione delle risorse in assenza di una incisiva metodologia
   ● Perdita del ruolo totalizzante del docente

- Con quali criteri vengono scelti gli elementi e i contenuti da trasmettere
attraverso gli ambienti 3D?
La programmazione di classe è alla base di ogni possibile scelta: il lavoro in 3d non
esula dagli obiettivi comuni, ma li integra e li compenetra a volte precedendo gli
apprendimenti, oppure accompagnandoli o anche consentendo una rivisitazione in
momenti successivi. Vediamo alcuni casi di carattare pratico.
    1. Classe prima elementare: i concetti spazio temporali vengono acquisiti
       facilmente in ambiente 3d e poi riproposti in una rappresentazione di tipo
       cartografico ma solo dopo l’esperienza realizzata con l’avatar: vedi ad esempio il
       lavoro di ricostruzione della Scuola Elementare di Casteldelpiano (Noi su Italcity)




Nicoletta Farmeschi   nicomarti0@gmail.com          http://lnx.martinifrancesco.net/wordpress/
La ricostruzione della nostra scuola elementare a Italcity

   2. Classe quinta elementare: gli astrusi concetti relativi alla grammatica vengono
      accompagnati da un lavoro di costruzione denominato appunto “Il paese di
      Grammatica”, dove ogni parte del discorso viene “vista” come una via o una
      casa che raccoglie gli elementi presi in esame. Il lavoro accompagna i bambini
      nell’analisi grammaticale facendo continuo riferimento alle costruzioni che essi
      possono “vedere” solo dopo averle costruite in 3d, nella loro mente (Il paese di
      Grammatica).




                La casa degli articoli nel paese di Grammatica, a Scuola3d
   3. Classe terza elementare: la geografia locale viene prima costruita in 3d, poi
      visitata nella realtà corretta e integrata di informazioni, quasi fosse un libro di
      studio costruito collettivamente. L’ambiente 3d accompagnerà poi gli alunni
      anche nell’apprendimento della storia locale tutorati da alunni più grandi di un
      istituto superiore. E’”L’ecomuseo virtuale dell’Amiata” (pass: amiata).




Nicoletta Farmeschi   nicomarti0@gmail.com          http://lnx.martinifrancesco.net/wordpress/
4. Classe seconda elementare: la drammatizzazione prevede la scelta di ambienti
      e personaggi o avatar adatti a raccontare una storia; nell’ambiente 3d, in cui i
      bambini hanno vagato liberamente per alcune lezioni, si segnalano i luoghi adatti
      alla scenografia, così come si scelgono gli avatar più adatti a rappresentare
      i personaggi della narrazione. Quindi si registra nello schermo la storia, i
      personaggi parlano con le voci dei bambini, gli avatar si muovono per mano di
      altri bambini....E’ la storia di Anna e lo scambio.

- Fino a che punto questi ambienti vengono considerati formativi?
Fino al punto di non illudersi mai: mai cioè pensare che un ambiente 3d possa essere
completamente formativo: è sempre una possibilità in più, uno strumento che facilita
al momento opportuno, ma che non è neppure unico. E’ un mezzo a disposizione dei
docenti. Può essere quindi come tutti gli strumenti utilizzato nel modo corretto o no.
Tutto dipende dagli insegnanti che se ne “impadroniscono”.

- Quali sono le difficoltà degli alunni nell’approccio iniziale con questi mondi
virtuali?
Le difficoltà inizialmente sono più legate all’aggiornamento del docente piuttosto che
degli alunni, che a questo punto, sono tutti nativi digitali e fra poco anche postdigitali:
essi scoprono in fretta l’uso dello strumento e hanno bisogno solo di un po’ di tempo
in più per quanto riguarda le modalità di costruzione più complesse delle piattaforme
derivanti da SecondLife.

- I docenti/formatori sono in genere interessati ad un apprendimento attraverso i
mondi virtuali?
Sicuramente uno dei primi Istituti che si è mostrato interessato seriamente alla didattica
dei mondi virtuali è stato l’Istituto Pedagogico di Bolzano, che già nel 2005 pensò di
acquistare una piattaforma da Active World per creare Scuola3d: un mondo 3d legato
ad un progetto ben preciso, coordinato da Luisanna Fiorini e con la supervisione di


Nicoletta Farmeschi    nicomarti0@gmail.com          http://lnx.martinifrancesco.net/wordpress/
Derrick de Kerckhove. Iniziò subito una formazione on-line dei docenti che prendevano
parte al progetto direttamente in piattaforma, cioè a Scuola3d.
Ho notato che l’interesse è progredito negli ultimi anni, ma in modo molto cauto. Per
la prima volta l’Ansas ha parlato di formazione dei docenti nei mondi virtuali soltanto
nell’anno scolastico 2008-2009, appoggiandosi però a Second Life, piattaforma più
recente rispetto ad Active Worlds, più stabile e graficamente meno pretenziosa.
L’anno successivo Andrea Benassi, ricercatore dell’Ansas di Firenze ha fatto partire
una piattaforma basata su tecnologia simile a Second Life, una opensim denominata
Second Learning World che è stata sperimentata fra problemi vari da un gruppo ristretto
di docenti nell’anno scolastico 2009-2010, aperta ad alcune classi solo a maggio 2010.
La recente notizia di Rosedale che ha deciso di chiudere la Teen Grid per i ragazzi fra
i 14 e i 17 anni (in pratica il mondo Second Life realizzato per i minorenni delle scuole
Superiori) non ho sortito effetto in Italia, nessuno ne ha parlato, mentre all’estero molti
istituti scolastici che avevano investito le loro risorse didattiche lì, si sono risentiti,
perché evidentemente ci lavorano coi loro studenti.
A livello europeo l’interesse per la didattica 3d è evidente nel progetto Avatar.
Nel frattempo anche associazioni per docenti, come Anitel si è presa la briga di
organizzare la formazione dei docenti per vari temi proprio a Second Life, incaricando
alcuni formatori per un aggiornamento online a distanza gratuitamente in modalità
riconosciute dal ministero. Ed è già al secondo o terzo anno di lavoro...
In Second Life inoltre ci sono molte comunità di docenti o formatori di varie agenzie che
gratuitament forniscono insegnamenti di vario tipo: dal build, alle lingue straniere, fino
alla psicologia...
Infine la Garamond, piccola ma esuberante casa editrice esordisce nell’ottobre 2009
proponendo una serie di interessanti corsi di formazione ancora per docenti, uno dei
quali ha proprio per oggetto i mondi virtuali: Insegnare ed apprendere con Second
Life /AW, quanto migliora la comprensione di un concetto immergendosi nella sua
rappresentazione virtuale? Il corso viene riproposto proprio in questo periodo per
ottobre, novembre e dicembre prossimi.
L’interesse va quindi aumentando.


- Quali sono i principali vantaggi/svantaggi dell’educazione/formazione in
ambienti 3D?
Il vantaggio è che crea quell’illusione persistente di una realtà che possiamo modificare
a nostro piacimento e secondo il nostro volere.
Lo svantaggio sta nel fatto che è non è in ogni caso una realtà vera, ma pur sempre
virtuale, quindi è necessario che questo sia chiarito fin dall’inizio, proprio come quando
si insegna ai più piccoli, la differenza fra la fiaba e la vita.


- Gli studenti le hanno dato dei feedback circa il loro coinvolgimento in questo


Nicoletta Farmeschi   nicomarti0@gmail.com          http://lnx.martinifrancesco.net/wordpress/
tipo di attività?

Personalmente ho sempre visto reazioni estremamente positive degli alunni nei
confronti dei mondi virtuali, sono sempre attentissimi e spesso mostrano capacità
insospettate. A volte ho cercato di quantificare i miglioramenti del loro apprendimento
paragonando la mia classe a precedenti classi con le quali non avevo usato la didattica
dei mondi virtuali.
Proprio in questo periodo sto cercando di realizzare un progetto che coinvolga
professionisti, come psicologi, ...che mi aiutino a “quantificare” il fedddback degli alunni
e soprattutto le capacità di apprendimento (**). Secondo me infatti la didattica dei mondi
virtuali ha proprio un significato nel miglioramento della capacità di “apprendere per
apprendere”, quindi non in una materia o in un’altra, quanto piuttosto nel facilitare la
capacità di acquisire nuovi concetti mettendosi subito nell’idea di una rappresentazione
mentale di fronte ad ogni nuova attività.
(**)Vedi La valutazione e la verifica del progetto Leggere a 6 anni, il progetto per intero
Vedi La valutazione e la verifica del progetto Imparare a scrivere con proprietà
(costruzione del gioco dell’oca delle difficoltà ortografiche in 3 d)




- Secondo lei, si può considerare diverso il ruolo degli educatori/formatori con
l’avvento di queste nuove forme di apprendimento?




Nicoletta Farmeschi   nicomarti0@gmail.com          http://lnx.martinifrancesco.net/wordpress/
Con l’avvento di queste nuove forme di apprendimento, quindi intendendo anche altre
strumenti tipici del web2.0 di cui da più parti si sperimenta l’uso, sicuramente il ruolo
degli educatori/formatori sarà diverso, sempre molto importante nei processi di crescita
e maturazione dei giovani, ma non più al centro dell’apprendimento. Quel “centro” si
sposta invece naturalmente verso la personalità degli studenti in formazione. L’asse
dell’insegnamento - apprendimento si sposta quindi verso l’acquisizione vera e propria
che sta non nella memorizzazione dei contenuti, quanto in una formazione personale,
per cui tutto si può ricostruire anche a distanza di tempo. Una volta ho letto che il vero
apprendimento è quello che rimane quando tutto è stato dimenticato. In questo caso
sono convinta che gli apprendimenti mediati dalla realtà virtuale coinvolgono talmente
gli alunni che saranno poi impossibili da dimenticare.




Nicoletta Farmeschi   nicomarti0@gmail.com          http://lnx.martinifrancesco.net/wordpress/

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Didattica dei mondi virtuali: botta e risposta

  • 1. BOTTA E RISPOSTA Paolo, studente universitario, mi pone delle domande interessanti a proposito della didattica dei mondi virtuali. Ne viene fuori una piccola intervista che forse può servire anche ad altri che come lui, intendono fare una tesi sul valore educativo del 3d. Immagine della Galleria XYZ di Scuola3d - Qual è il valore aggiunto degli ambienti 3D che vengono utilizzati nel campo educativo? Gli ambienti 3d hanno il loro valore aggiunto nella “realtà” che questi mediano. Dal momento in cui i bambini iniziano a leggere, tutto è mediato dal testo scritto: si perde così sempre più quel riferimento al concreto e al “fare” per imparare, anche con prove, tentativi ed errori, che è necessario invece per raggiungere apprendimenti significativi e non superficiali. Nel periodo della scuola primaria i bambini affrontano la fase del pensiero concreto- operatorio ma di solito si trovano di fronte a spiegazioni frontali, interrogazioni, compiti scritti che niente hanno a che vedere col loro bisogno di “fare” davvero. La maggior parte del tempo scolastico, la passano seduti dietro un banco ad ascoltare. E’ statisticamente provato inoltre, che più dell’80% delle parole dette a scuola, sono dell’insegnante: ciò vuol dire che neppure alle discussioni importanti che riguardano le sue acquisizioni, l’alunno è chiamato a partecipare. Al massimo possono fare riferimento alle immagini, quelle dei libri di testo. Nei casi più fortunati, gli insegnanti utilizzano filmati e anche internet. Ma di solito solo per mostrare e fare vedere, mai per fare qualcosa in prima persona. Quindi sembra proprio che non vi sia spazio per rendere l’alunno protagonista. Coi mondi virtuali si dà la possibilità agli scolari, di riappropriasi del loro processo educativo e di crescita consapevole nel modo che è più consono per loro: facendo, cioè costruendo nel mondo virtuale le conoscenze in via di acquisizione. Nicoletta Farmeschi nicomarti0@gmail.com http://lnx.martinifrancesco.net/wordpress/
  • 2. Uno degli autoritratti digitali della Galleria XYZ di Scuola3d. Là tutto è in movimento, come la vita vera. - Qual è la valenza didattica che volete perseguire? Una didattica di valore, che abbia un significato costruttivo nel percoso di apprendimento dalla materna fino alle superiori. - A quali bisogni formativi può rispondere il 3D? E’ possibile “vedere” un’idea? Come è possibile rappresentarla? Quale e quanto spazio può servire? Quanto tempo potrà occorrere? Una vera sfida rappresentare i concetti insiti nell’apprendimento in modo che si possano vedere e quasi “toccare”, passarci nel mezzo. Dovranno avere delle coordinate spaziali, quindi dimensioni giuste, le forme opportune, fasi di lavorazione degli oggetti successive (prima questo e poi quello). Eppure è questo che si vuole perseguire: rispondere alla necessità di capire le cose attraverso una ricostruzione , una rappresentazione 3d, quindi piuttosto reale(*) che implica concetti di spazio, tempo e prevede fasi e successive modifiche. (*) Il concetto di realtà dei mondi virtuali va sempre considerato come quella “illusione persistente” di cui parla Einstein : “La realtà è pura illusione, sebbene una illusione persistente”. L’affermazione infatti sembra calzare a pennello per imondi 3d. La realtà dei mondi virtuali può essere definita anche “realtà aumentata” intendendola come una estenzione della mente molto complessa, che simula ciò che vedono i nostri occhi, rielaborato, reinventato e rivisitato dalla nostra mente e dal nostro personale modo di vivere la realtà, sia quella concreta, che quella simulata. - Quali sono gli aspetti negativi e positivi degli ambienti 3D? Nicoletta Farmeschi nicomarti0@gmail.com http://lnx.martinifrancesco.net/wordpress/
  • 3. Elementi positivi ● Realizzare delle rappresentazioni che hanno un valore cognitivo, cioè costruzione delle conoscenze ● Possibilità di interagire e collaborare, all’interno del gruppo classe promuovendo la socialità ● Interazione fra alunni e insegnanti di luoghi diversi con proficui scambi di conoscenze e metodologie diverse ● Visitare luoghi, che per le loro particolarità di spazio e tempo non sarebbe possibile visitare nella vita reale. ● Simulare situazioni complesse che qui possono essere rese esplicite senza troppa fatica ● Assunzione da parte del docente del ruolo di facilitatore, di colui che indirizza alla scoperta Elementi negativi ● Impossibilità di improvvisare: il docente deve avere ben chiara la progressione delle conoscenze e le modalità di presentazione graduale ● Rischio di dispersione delle risorse in assenza di una incisiva metodologia ● Perdita del ruolo totalizzante del docente - Con quali criteri vengono scelti gli elementi e i contenuti da trasmettere attraverso gli ambienti 3D? La programmazione di classe è alla base di ogni possibile scelta: il lavoro in 3d non esula dagli obiettivi comuni, ma li integra e li compenetra a volte precedendo gli apprendimenti, oppure accompagnandoli o anche consentendo una rivisitazione in momenti successivi. Vediamo alcuni casi di carattare pratico. 1. Classe prima elementare: i concetti spazio temporali vengono acquisiti facilmente in ambiente 3d e poi riproposti in una rappresentazione di tipo cartografico ma solo dopo l’esperienza realizzata con l’avatar: vedi ad esempio il lavoro di ricostruzione della Scuola Elementare di Casteldelpiano (Noi su Italcity) Nicoletta Farmeschi nicomarti0@gmail.com http://lnx.martinifrancesco.net/wordpress/
  • 4. La ricostruzione della nostra scuola elementare a Italcity 2. Classe quinta elementare: gli astrusi concetti relativi alla grammatica vengono accompagnati da un lavoro di costruzione denominato appunto “Il paese di Grammatica”, dove ogni parte del discorso viene “vista” come una via o una casa che raccoglie gli elementi presi in esame. Il lavoro accompagna i bambini nell’analisi grammaticale facendo continuo riferimento alle costruzioni che essi possono “vedere” solo dopo averle costruite in 3d, nella loro mente (Il paese di Grammatica). La casa degli articoli nel paese di Grammatica, a Scuola3d 3. Classe terza elementare: la geografia locale viene prima costruita in 3d, poi visitata nella realtà corretta e integrata di informazioni, quasi fosse un libro di studio costruito collettivamente. L’ambiente 3d accompagnerà poi gli alunni anche nell’apprendimento della storia locale tutorati da alunni più grandi di un istituto superiore. E’”L’ecomuseo virtuale dell’Amiata” (pass: amiata). Nicoletta Farmeschi nicomarti0@gmail.com http://lnx.martinifrancesco.net/wordpress/
  • 5. 4. Classe seconda elementare: la drammatizzazione prevede la scelta di ambienti e personaggi o avatar adatti a raccontare una storia; nell’ambiente 3d, in cui i bambini hanno vagato liberamente per alcune lezioni, si segnalano i luoghi adatti alla scenografia, così come si scelgono gli avatar più adatti a rappresentare i personaggi della narrazione. Quindi si registra nello schermo la storia, i personaggi parlano con le voci dei bambini, gli avatar si muovono per mano di altri bambini....E’ la storia di Anna e lo scambio. - Fino a che punto questi ambienti vengono considerati formativi? Fino al punto di non illudersi mai: mai cioè pensare che un ambiente 3d possa essere completamente formativo: è sempre una possibilità in più, uno strumento che facilita al momento opportuno, ma che non è neppure unico. E’ un mezzo a disposizione dei docenti. Può essere quindi come tutti gli strumenti utilizzato nel modo corretto o no. Tutto dipende dagli insegnanti che se ne “impadroniscono”. - Quali sono le difficoltà degli alunni nell’approccio iniziale con questi mondi virtuali? Le difficoltà inizialmente sono più legate all’aggiornamento del docente piuttosto che degli alunni, che a questo punto, sono tutti nativi digitali e fra poco anche postdigitali: essi scoprono in fretta l’uso dello strumento e hanno bisogno solo di un po’ di tempo in più per quanto riguarda le modalità di costruzione più complesse delle piattaforme derivanti da SecondLife. - I docenti/formatori sono in genere interessati ad un apprendimento attraverso i mondi virtuali? Sicuramente uno dei primi Istituti che si è mostrato interessato seriamente alla didattica dei mondi virtuali è stato l’Istituto Pedagogico di Bolzano, che già nel 2005 pensò di acquistare una piattaforma da Active World per creare Scuola3d: un mondo 3d legato ad un progetto ben preciso, coordinato da Luisanna Fiorini e con la supervisione di Nicoletta Farmeschi nicomarti0@gmail.com http://lnx.martinifrancesco.net/wordpress/
  • 6. Derrick de Kerckhove. Iniziò subito una formazione on-line dei docenti che prendevano parte al progetto direttamente in piattaforma, cioè a Scuola3d. Ho notato che l’interesse è progredito negli ultimi anni, ma in modo molto cauto. Per la prima volta l’Ansas ha parlato di formazione dei docenti nei mondi virtuali soltanto nell’anno scolastico 2008-2009, appoggiandosi però a Second Life, piattaforma più recente rispetto ad Active Worlds, più stabile e graficamente meno pretenziosa. L’anno successivo Andrea Benassi, ricercatore dell’Ansas di Firenze ha fatto partire una piattaforma basata su tecnologia simile a Second Life, una opensim denominata Second Learning World che è stata sperimentata fra problemi vari da un gruppo ristretto di docenti nell’anno scolastico 2009-2010, aperta ad alcune classi solo a maggio 2010. La recente notizia di Rosedale che ha deciso di chiudere la Teen Grid per i ragazzi fra i 14 e i 17 anni (in pratica il mondo Second Life realizzato per i minorenni delle scuole Superiori) non ho sortito effetto in Italia, nessuno ne ha parlato, mentre all’estero molti istituti scolastici che avevano investito le loro risorse didattiche lì, si sono risentiti, perché evidentemente ci lavorano coi loro studenti. A livello europeo l’interesse per la didattica 3d è evidente nel progetto Avatar. Nel frattempo anche associazioni per docenti, come Anitel si è presa la briga di organizzare la formazione dei docenti per vari temi proprio a Second Life, incaricando alcuni formatori per un aggiornamento online a distanza gratuitamente in modalità riconosciute dal ministero. Ed è già al secondo o terzo anno di lavoro... In Second Life inoltre ci sono molte comunità di docenti o formatori di varie agenzie che gratuitament forniscono insegnamenti di vario tipo: dal build, alle lingue straniere, fino alla psicologia... Infine la Garamond, piccola ma esuberante casa editrice esordisce nell’ottobre 2009 proponendo una serie di interessanti corsi di formazione ancora per docenti, uno dei quali ha proprio per oggetto i mondi virtuali: Insegnare ed apprendere con Second Life /AW, quanto migliora la comprensione di un concetto immergendosi nella sua rappresentazione virtuale? Il corso viene riproposto proprio in questo periodo per ottobre, novembre e dicembre prossimi. L’interesse va quindi aumentando. - Quali sono i principali vantaggi/svantaggi dell’educazione/formazione in ambienti 3D? Il vantaggio è che crea quell’illusione persistente di una realtà che possiamo modificare a nostro piacimento e secondo il nostro volere. Lo svantaggio sta nel fatto che è non è in ogni caso una realtà vera, ma pur sempre virtuale, quindi è necessario che questo sia chiarito fin dall’inizio, proprio come quando si insegna ai più piccoli, la differenza fra la fiaba e la vita. - Gli studenti le hanno dato dei feedback circa il loro coinvolgimento in questo Nicoletta Farmeschi nicomarti0@gmail.com http://lnx.martinifrancesco.net/wordpress/
  • 7. tipo di attività? Personalmente ho sempre visto reazioni estremamente positive degli alunni nei confronti dei mondi virtuali, sono sempre attentissimi e spesso mostrano capacità insospettate. A volte ho cercato di quantificare i miglioramenti del loro apprendimento paragonando la mia classe a precedenti classi con le quali non avevo usato la didattica dei mondi virtuali. Proprio in questo periodo sto cercando di realizzare un progetto che coinvolga professionisti, come psicologi, ...che mi aiutino a “quantificare” il fedddback degli alunni e soprattutto le capacità di apprendimento (**). Secondo me infatti la didattica dei mondi virtuali ha proprio un significato nel miglioramento della capacità di “apprendere per apprendere”, quindi non in una materia o in un’altra, quanto piuttosto nel facilitare la capacità di acquisire nuovi concetti mettendosi subito nell’idea di una rappresentazione mentale di fronte ad ogni nuova attività. (**)Vedi La valutazione e la verifica del progetto Leggere a 6 anni, il progetto per intero Vedi La valutazione e la verifica del progetto Imparare a scrivere con proprietà (costruzione del gioco dell’oca delle difficoltà ortografiche in 3 d) - Secondo lei, si può considerare diverso il ruolo degli educatori/formatori con l’avvento di queste nuove forme di apprendimento? Nicoletta Farmeschi nicomarti0@gmail.com http://lnx.martinifrancesco.net/wordpress/
  • 8. Con l’avvento di queste nuove forme di apprendimento, quindi intendendo anche altre strumenti tipici del web2.0 di cui da più parti si sperimenta l’uso, sicuramente il ruolo degli educatori/formatori sarà diverso, sempre molto importante nei processi di crescita e maturazione dei giovani, ma non più al centro dell’apprendimento. Quel “centro” si sposta invece naturalmente verso la personalità degli studenti in formazione. L’asse dell’insegnamento - apprendimento si sposta quindi verso l’acquisizione vera e propria che sta non nella memorizzazione dei contenuti, quanto in una formazione personale, per cui tutto si può ricostruire anche a distanza di tempo. Una volta ho letto che il vero apprendimento è quello che rimane quando tutto è stato dimenticato. In questo caso sono convinta che gli apprendimenti mediati dalla realtà virtuale coinvolgono talmente gli alunni che saranno poi impossibili da dimenticare. Nicoletta Farmeschi nicomarti0@gmail.com http://lnx.martinifrancesco.net/wordpress/