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Guida CulturaleTuristica 2020/2021
Supplemento aTeramo Nostra N.2 Giugno-Dicembre
2019 - Anno 12 - Aut.Tribunale diTeramo Registrazione
n. 575 del 7 Agosto 2007
Direttore Responsabile: Cosima Assunta Pagano
Progettazione
Marketing & Comunicazione
di Patrizia Manente
Via Luigi Longo, 21 -Teramo
Testi
Emilio G. Di Nicola, Patrizia Manente,Valerio Negro
Foto
Sergio Calandrini, Massimo Di Dionisio,
Paola Manente, Patrizia Manente,Vito Pavone,
Sandra Pica,Alice Ruggieri,Antonio Santangelo,
Elisabetta Scaloni
Marketing e Pubblicità
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Coordinamento Patrizia Manente
Graphic design Imago Comunicazione
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guide culturali
turistiche
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Le foto all’interno della copertina sono di
Antonio Santangelo
Questa guida è sfogliabile on-line all’indirizzo:
https://www.lelcomunicazione.it/blog/guida-
culturale-turistica-teramo-2020/
SOMMARIO
LA GUIDA Patrizia Manente  3
TERAMO 4
MAGIA DELLA TAVOLA 22
ALBA ADRIATICA 24
ATRI 26
BASCIANO 28
CAMPLI 30
CASTELLI 34
CIVITELLA DEL TRONTO 36
COLONNELLA 39
GIULIANOVA 40
ISOLA DEL GRAN SASSO 46
MOSCIANO S. ANGELO 48
ROSETO 54
PENNA SANT'ANDREA 58
TORTORETO 60
PARCO NAZIONALE DEL GRAN SASSO 64
E MONTI DELLA LAGA
Fascino e Tesori
dell’Abruzzo Teramano
culturale e turistica
è ricco di terre fertilissime, che producono eccellenti
prodotti: olii, vini, formaggi, salumi di ogni genere. Un
posto a parte merita la ricchissima tradizione della
cucina che vanta piatti davvero prelibati.
Per concludere, un grazie a tutti gli inserzionisti
che, nonostante il difficile momento, hanno contribui-
to con il loro preziosissimo sostegno, permetten-
do la realizzazione del progetto con sensibilità e
lungimiranza. E un invito a tutti coloro che sfo-
glieranno la guida: osservatela con il cuore, pri-
ma ancora che con gli occhi. Tanta bellezza, che
è attorno a voi, vi appartiene. È anche vostra.
Uno strumento al servizio
degli amici turisti
D
a sempre ho sentito un profondo attaccamen-
to alla mia terra e alle bellezze paesaggistiche
che offre. La mia città, Teramo, senza essere
una grande metropoli, ha però una posizione davvero
invidiabile. Pochi chilometri dal mare e in poco tempo
si arriva in montagna. Senza dire che è circondata da
bellissime colline. Siamo in una posizione strategica.
Cosa si può volere di più? Ricordo che mio padre Ma-
rio era solito dire con orgoglio: “Tereme sta mezz’
nà pizze de furmaggie” (Teramo si trova in mez-
zo a una pizza di formaggio). Aveva perfettamente
ragione. Dunque, la passione e l’amore che ho nei
confronti del mio territorio l’ho ereditata da mio pa-
dre. Non a caso da anni sono sostenitrice del FAI
per la difesa e valorizzazione del nostro patrimonio
artistico e ambientale. Questa Guida, perciò, vuole
essere una illustrazione di ciò che abbiamo e soprat-
tutto uno strumento per i tanti turisti che arrivano.
Alla scoperta dei tanti e bellissimi luoghi da vedere
e ammirare. Senza dire, inoltre, delle tradizioni eno-
gastronomiche locali.Visto che il territorio teramano
La Guida
Patrizia Manente
3
Piazza Martiri della Libertà
i primi insediamenti risalirebbero all’età del bronzo
e del ferro. I Pretuziani, popolazione di origine
sabina, dalla quale il nome “Abruzzo”, sarebbero
stati i fondatori di Interamnes. Conquistata dai Ro-
mani, fu chiamata Teramne, divenendo un munici-
pio; con l’arrivo di popolazioni dalle regioni vicine
fu trasformata in colonia. Più volte distrutta nel pe-
riodo delle invasioni barbariche, nelVI secolo mutò
il nome da Pretutium in Aprutium. Nel XII
secolo si trasformò in Teramum. Annessa al Duca-
to longobardo di Spoleto, nel 1078 fu conquistata
dai Normanni; in seguito passò al Ducato di
Puglia. Distrutta dalle truppe di Roberto di
Loretello tra il 1155 ed il 1156, fu ricostruita dal
vescovo locale Guido II con la nuova cattedrale
di stile gotico-romanico con abside.Tra il 1438 ed
S
u uno sperone argilloso-calcareo sopraeleva-
to, alla confluenza del torrente Vezzola con
il fiume Tordino, sorge Teramo (l’antica
Interamnes Urbs, città tra i due fiumi, trascrit-
ta Interamnia), capoluogo della provincia aprutina
di circa 60 mila abitanti. Abitata fin dalla preisto-
ria come testimoniato dagli scavi archeologici nel
quartiere della Cona (resti di un villaggio neolitico);
Teramo
Città fra antico
e moderno
il 1443 feudo di Francesco Sforza che redis-
se gli Statuti Teramani, più tardi al regno di Napoli.
Nel 1798 fu occupata dai francesi che proclama-
rono la repubblica; nel 1814 si ribellò a Gioac-
chino Murat, ritornando al re Ferdinando I
di Borbone. Il 15 ottobre 1860 accolse trionfal-
mente Vittorio Emanuele II che si recava a
Giulianova. È diocesi con Atri e sede universitaria.
In ottima posizione, a metà strada tra il Gran Sasso
d’Italia e l’Adriatico. Tra i personaggi illustri: An-
Fontana dei due leoni I portici
5
Cattedrale Santa Maria Assunta e San Berardo
6
7
Borgo medioevale - Castello della Monica Villa comunale
tonio Zaccaria (XVI sec.), musicista; Giusep-
pe Bonolis (1800-1851), pittore; Vincenzo
Cerulli (1859-1927), astronomo; Melchiorre
De Filippis Delfico (1825-1895), caricaturi-
sta; Melchiorre Delfico, storico, letterato, pe-
dagogista, fondatore della Carboneria teramana;
Gennaro Della Monica (1836-1917), pittore;
Carlo Forti (1766-1845), ingegnere; Giannina
Milli (1825-1888), poetessa; Ivan Graziani,
cantautore; Berardo Taraschi, costruttore di
auto da corsa.
monumenti
N
umerosi i monumenti ed i palazzi antichi.
Tra le chiese: la romanico-gotica Catte-
drale di S. Maria Assunta e S. Be-
rardo (vescovo e patrono di Teramo e diocesi),
iniziata nel 1158, ingrandita tra il 1317 ed il 1335
(Polittico di Jacobello del Fiore del XV sec., cam-
panile di Antonio da Lodi del 1493, Paliotto
di Nicola da Guardiagrele del XV secolo, Crocifisso
ligneo tre-quattrocentesco, statua di S. Maria Apru-
8
Casina antica del Dazio
Casa del Mutilato
tina del XIV secolo e tele di Sebastiano Majewsky
in sacrestia). S. Anna (S. Getulio), unico resto
dell’antica cattedrale (affreschi dei secoli XII, XIV e
XV, statua in cartapesta leccese della titolare, simu-
lacro di S. Vito, una Madonna del Latte tra le SS.
Apollonia e Lucia dipinta nell’abside). S. Antonio
(S. Francesco), eretta nel 1227, trasformata in
epoca barocca e annessa un tempo ad un conven-
to francescano, ospita opere settecentesche diVin-
cenzo Baldati, una tela della Madonna del Soccorso
(proveniente dall’omonima chiesa sconsacrata) di
Gennaro Della Monica ed un organo restaurato
(1862) di Vitale De Luca di Notaresco. La cappella
del santo titolare, posta dietro l’altare maggiore, è
in stile barocco con abside, affreschi, tele e cupola
(Gloria di S. Antonio). La Chiesetta di S. Ca-
terina (privata) è meta di devozione durante il
triduo dedicato alla santa (23-25 novembre): i fe-
deli si recano a girare la ruota dentata della titolare
(simbolo del suo martirio) per trarne fortuna per
l’annata o per trovare un coniuge. La Cappella
di S. Luca esistente già nel 1372. Il Santuario
della Madonna delle Grazie, dedicato alla
compatrona, accorpato ad un convento francesca-
no, con artistica statua lignea della Vergine con il
Bambino di Silvestro de L’Aquila (XV
sec.), urna del B. Battista da Firenze, chiostro rina-
scimentale, diverse opere d’arte in chiesa e nell’in-
tero complesso e cupola affrescata da Cesare Ma-
riani. La Chiesa della Madonna del
Carmine ospita una statua in stucco dellaVergine
attribuita alla scuola ascolana di Lazzaro Giosafatti,
un coro ligneo del 1780, un organo del 1850 dell’a-
scolano Frate Felice Morganti, pregevoli tele dei
sec. XVII-XVIII) ed un Crocifisso ligneo. E ancora: la
piccola S. Bartolomeo (S. Gabriele) nei
pressi dell’Anfiteatro. La barocca SS. Annun-
9
10
Antica Cattedrale S.Anna
Largo Antonio Tancredi
ziata (sede dell’Adorazione Eucaristica quotidia-
na) è un vero scrigno di tesori; la facciata è ispirata
alla romana S. Pantaleo.Al suo interno si segnalano:
l’altare maggiore barocco dorato (già nella Cappel-
la del Suffragio), un Crocifisso ligneo (XV- XVI sec.)
simile a quelli del Duomo e del Carmine, una ma-
iolica castellana (Madonna con il Bambino e Anime
Purganti) datata 1699 posta all’ingresso della sacre-
11
12
stia e le cappelle Palma e di S. Rita. Questo luogo di
culto è caro ai teramani perché custodisce le pre-
gevoli statue del Cristo Morto e dell’Addolorata
portate in processione nel pomeriggio del Venerdì
Santo. La Chiesa dello Spirito Santo, esi-
stente già nel 1277, con portale degli ascolani Gio-
safatti; era un tempo annessa ad un ospedale e ad
una confraternita gemellata con quella di S. Spirito
in Sassia di Roma, che provvedeva alla sepoltura
dei carcerati e dei condannati a morte. L’unica
grande chiesa gotica è S. Domenico, annessa ad
un ex convento domenicano, in parte adibito ad
Archivio di Stato. Eretta nel XIV secolo, custodisce
interessanti affreschi di varie epoche, la cappella del
S. Rosario con stucchi settecenteschi del ticinese
Michele Clerici e piccolo chiostro. La Chiesa di
S. Agostino, esistente dal 1362 (già S. Giacomo),
Santuario Madonna delle Grazie
Affresco di C. Mariani
(Santuario Madonna delle Grazie)
13
un tempo adiacente ad un convento agostiniano
(ora Archivio di Stato). La Chiesa dei Cap-
puccini (S. Benedetto), preceduta da scalina-
ta, anteriore al Mille e trasformata nel 1573, con-
serva un altare maggiore ligneo di Fra’ Giovanni
Palombieri e pregevoli tele. Inoltre le chiese: del
Sacro Cuore; del Cuore Immacolato di
Maria; di S. Berardo; della Madonna della
Cona e della Madonna di Cartecchio del
1512, presso il cimitero, con statua seicentesca del-
la Vergine. Edifici civili: Palazzo Municipale;
Palazzo Vescovile (metà del XIV sec.); Casa
Urbani; Casa Francese; Casa Muzi (Pa-
lazzo Castelli); Casa Corradi (Capuani);
Casa Coltellacci; Casa Zaccagnini; Casa
Chiostro Santuario Madonna delle Grazie
di Via Getulio; Casa Di Egidio; Casa Fioc-
co, Casa Napolitani. Del periodo rinascimen-
tale: Casa Delfico; Casa Cingoli, Casa For-
ti. Seicenteschi: l’ex Ospedale Psichiatrico
(con la cappella di S. Antonio Abate); Pa-
lazzo Delfico (Biblioteca Provinciale); Casa
Caraciotti, Casa Palma. Del periodo liberty
e del XIX secolo: Villa Blandina e il suggestivo
falso borgo medioevale attorno al Castello
Della Monica. Ancora: il bel Parco Fluviale
che circonda la città; la Stazione Ferroviaria,
inaugurata nel 1883; la medioevale Fonte della
Noce; Porta Melatina; Palazzo Savini. An-
che: il Chiostro di S. Giovanni (Istituto Musi-
cale “G. Braga”); la Fontana dei Leoni; Pa-
Affresco “Cristo vendemmiatore” (Santuario Madonna delle Grazie)
14
Liceo Classico Melchiorre Delfico
15
Chiesa S. Domenico
lazzo Pompetti; Casa Catenacci (XIV sec.);
la statua romana di “Sor Paolo” (“Gnore
Paule” in dialetto, sorta di Pasquino teramano che
in passato era utilizzato per proteste contro i go-
vernanti ed il malcostume); Casa del Mutilato
(ex chiesa della Madonna della Misericordia), del
1348; Casina del Dazio; Villa Comunale.
Inoltre: l’Anfiteatro Romano; il Teatro Ro-
mano; la “Domus del Leone”. I siti arche-
ologici di Torre Bruciata e della Madonna
delle Grazie; la Domus di Vico delle Nin-
fe; la Necropoli di Ponte Messato. Il Mu-
seo Civico Archeologico “Francesco Sa-
vini”;il Museo Civico e Pinacoteca Civica;
il Museo delle Tradizioni Popolari (con-
trada Villa Pavone); l’Osservatorio Astrono-
mico di Collurania “Vincenzo Cerulli”. In
Via Porta Carrese sono stati rinvenuti numerosi
intonaci dipinti appartenenti forse a due abita-
zioni di epoca romana. Nella vicina Via dei
Mille, sotto un’abitazione privata, sono stati ripor-
tati alla luce resti di una domus romana (I sec.
a. C.); tra questi, un mosaico con il volto di Bacco
incoronato da pampini. Alla fine del Viale dei
Tigli (Giardini Carino Gambacorta) il
Monumento ai Caduti di tutte le guerre
(1960-1968), opera bronzea di Venanzio Cro-
cetti, con al centro la statua del Giovane Cavaliere
della Pace. La piccola Chiesa di S. Giuseppe
(XVI-XVII sec.), oggi in stato di abbandono, custo-
disce un altare ligneo barocco del teramano Do-
menico Aviotto, abbellito da tele seicentesche del
16
polacco Sebastiano Majewsky (quella centrale del
1630), rappresentanti Scene della Vita del santo ti-
tolare. Nel quartiere Gammarana, presso l’area ex
Gavini, l’interessante Parco della Scienza;
comprende il Museo della Fisica e dell’A-
strofisica “Galileum”, gestito dall’Istituto Na-
zionale di Fisica Nucleare e dall’Istituto Nazionale
di Astrofisica, la Ludoteca Tecnico-scienti-
fica e un Auditorium di 600 posti a sedere.
Nel museo sono esposte opere dell’artista terama-
no Italo Rodomonti; possibilità di percorsi guidati
per bambini e ragazzi alla scoperta della scienza e
dei misteri dell’universo. Casa Bonolis (più volte
rimaneggiata) è nota per aver dato i natali al pitto-
re locale Giuseppe Bonolis. Il Convitto Nazio-
nale “Melchiorre Delfico” e il Liceo Clas-
sico sono le più antiche istituzioni scolastiche
Villa Blandina
17
Anfiteatro romano
Particolari Palazzo Castelli
17
18
Interno Chiesa S.Antonio (già Convento S. Francesco)
della città (in precedenza costituivano il Real Colle-
gio); l’edificio mostra ancora una certa imponenza,
dominando l’antistante Piazza Dante. Sulla parete
di una vecchia abitazione del quartiere di Porta
Romana posta nei pressi della Piazzetta del Sole, si
trova una nicchia (poco conosciuta) votiva. Ospita
una piccola tempera ottocentesca raffigurante S.
Emidio, l’unica immagine del santo esistente in città.
Emidio, primo vescovo, martire e patrono della vi-
cina Ascoli Piceno, è invocato dal 1703 (anno di un
terribile sisma che distrusse L’Aquila e sconvolse
gran parte dell’Italia centrale) come protettore
universale contro i terremoti. La devozione è mol-
to diffusa in diverse parti del mondo. In passato in
agosto, nella ricorrenza del santo (il 5 del mese), Corso De Michetti (a sinistra Portale Chiesa S.Antonio)
19
Palazzo storico teramano
Palazzo Melatino Finestra bifora - Palazzo Melatino
Particolari interni Chiesa barocca S.S.Annunziata
20
era celebrato con particolare culto dalla famiglia
che lo aveva apposto.La Casa dei Melatino (XIII
sec.), dal nome dell’antica famiglia locale, è oggi sede
della Fondazione Cassa di Risparmio diTeramo (Ter-
cas). L’interno (visitabile a richiesta), custodisce testi-
monianze del suo glorioso passato medioevale con
ricche e preziose collezioni di maioliche di Castelli,
frutto di donazioni. I Melatino sono famosi per la
cosiddetta Lapide delle “male lingue” (bassorilievo
del XV secolo); raffigura due volti di profilo che si
fronteggiano con le lingue trapassate da un grande
compasso.Al di sopra, il motto della famiglia: “A lo
parlare agi mesura” (Misura le parole). Fa rife-
rimento ad un episodio relativo ai nemici del casato
e serve come monito per chiunque.
2121
Parco Fluviale
T
utta da scoprire la cucina tradizionale diTera-
mo, giustamente considerata la “Capitale
della gastronomia abruzzese” per la
varietà e ricchezza dell’offerta.A tavola imbarazzo della
scelta.Vale la pena visitare gli innumerevoli e caratteri-
stici locali lungo il litorale e non solo. Basta percorrere
poche decine di chilometri per trovarsi alle prese con un
fumante e gustoso risotto alla marinara o con il piatto clas-
sico e famoso dei “maccheroni alla chitarra”. Piatto-emble-
ma della cucina teramana di una volta (apprezzatissimo persino dal
re Faruk d’Egitto negli anni del suo esilio in Italia), che sempre attira e
seduce i palati più esigenti.Tra le classiche specialità locali, non vanno
dimenticati gli altri appetitosi primi, che rendono varia e attraente la
mensa dei teramani. Dai cannelloni al timballo di scrippelle,
ai ravioli dolci di ricotta e alle ceppe. Da “li maccarun
a la mulènare” alle rinomate “virtù” (piatto forte del primo
maggio). Per non dire delle famose e delicate “scrippelle in
brodo”, come delle più robuste pappardelle al sugo di
papera. Né sono da meno i secondi piatti. Fra i più gettonati dai
buongustai: la pecora alla callara, il coniglio alla cac-
ciatora, le mazzarelle, i peperoni ripieni, la ‘ndocca
‘ndocca, il baccalà, la squisita porchetta, gli arrosticini,
il tacchino alla canzanese, la galantina, il formag-
gio fritto. Senza, naturalmente, dimenticare i dolci con la
pizza dolce tradizionale, i bocconotti, i calgionetti, le
sfogliatelle, i pepatelli (tipiche specialità natalizie per
eccellenza). Capitolo a parte, la croccante di mandor-
le. Maestosa e ricca l’offerta generosa di salumi d’ogni
genere con salsicce, ventricina, lonze e cotechi-
ni. Ma in una dispensa ben fornita non possono mancare
formaggi e pecorini dei monti abruzzesi, i pregiatissimi vini
delle colline teramane, olio extravergine di oliva, miele
millefiori, d’acacia, castagno e via degustando.
Fra piatti rinomati
e specialità teramane
Magia della
Tavola
di Patrizia Manente
Lenticchie
e patate
Pecora
alla
callara
Gnocchi
gallucci
e noci
Foto di:
Annarita Di Domenico
ACCADEMIA DELLA
CUCINA TERAMANA
Q
uesti sono i piatti di Annarita Di Domenico,
figlia di pastori, innamorata dei suoi monti,
della loro storia e delle loro tradizioni.
23
Alba Adriatica
Spiaggia d’argento
C
ittadina moderna e dinamica, è una delle lo-
calità adriatiche della costa teramana cono-
sciuta come “le Sette Sorelle”, in riferi-
mento ad un’antica leggenda popolare. Per la bellezza
dell’ampio litorale sabbioso di 4 km, è stata definita
“Spiaggia d’Argento”. È attraversata dal Corridoio
Verde Adriatico, pista ciclabile di circa 20 km che
congiunge Porto d’Ascoli con Roseto degli Abruz-
zi. Dal 2003 più volte Bandiera Blu d’Europa, ospita
spesso importanti eventi culturali. Il 14 luglio 2006
ha festeggiato il suo primo cinquantenario come co-
mune autonomo. Molto praticata la pesca costiera.
Il toponimo significherebbe “altura” o “bianco” (co-
mune radice indoeuropea). Diversi ritrovamenti ar-
cheologici neolitici nel territorio circostante. Agli inizi
del XX secolo sorsero le prime dimore signorili: le
ville, Gialluca, Tonelli, Ranalli, Ricci e Cre-
scenzi.Tra il 1920 ed il 1930 furono inaugurati i viali
della Vittoria e Margherita. Con Regio Decreto del
25 ottobre 1919 fu nominato primo parroco della
nascente cittadina Don Giuseppe Moretti. La nuova
chiesa fu eretta negli anni Trenta e nel 1937 fu resa
autonoma dalla “Marina”. Con Decreto Ministeriale
del 30 aprile 1930 la sede comunale fu trasferita a
Tortoreto Stazione. Con Decreto del Prefetto di Te-
ramo del 30 agosto 1946, Giovanni Ranzati venne
nominato Commissario Prefettizio. Il 29 maggio 1956
la frazione divenne autonoma e prese il nome di Alba
24
Adriatica, ufficializzato con Decreto del Presidente
della Repubblica. È gemellata con Miranda (Isernia).
Personalità: lo chef Aldo Zilli e il motociclista Ivan
Palazzese (1962-1989).
monumenti
D
a visitare: la Rotonda Nilo, piccola piaz-
za nelle vicinanze del Parco Giochi di
Bambinopoli. In contrada Basciani la
Chiesetta di S. Vincenzo Ferreri, fatta co-
struire dai Guidobaldi di Nereto. La semplice facciata
presenta timpano, lunetta e campanile a vela. Il por-
tale è affiancato da due piccole finestre. La località è
detta “Casasanta” (in dialetto Casò) perché si ritiene
che qui abbia sostato la S. Casa prima di giungere a
Loreto. Il Lungomare Marconi, di circa 2,5 km,
ricco di palme e pioppi, è luogo di svago e passeg-
giate. Un ponte di legno sulla foce del Vibrata
collega Alba alla vicinaVilla Rosa di Martinsicuro. Inol-
tre: il Palazzo Comunale degli anni Venti, sito in
Piazza IV Novembre dove sorgono il Monumento
ai Caduti della Grande Guerra e la Chie-
sa parrocchiale della patrona S. Eufemia.
A Villa Fiore la Chiesa di S. Maria. La Chiesa
dell’Immacolata, in contrada Basciani, conserva
un bell’organo di 2.600 canne della ditta Bevilacqua
diTorre de’ Nolfi. Ed ancora: Villa Ranalli (detta
“la Favorita”); Villa Gianluca Palma; Villa
Chiarugi; Villa Zannoni; Villa Moscarini e la
massiccia Torre del Vibrata (1547). Villa Fla-
iani, circondata da un parco, ospita la Biblioteca Co-
munale ed è diventata centro culturale polivalente di
primo piano. In contrada Basciani, Via del Vecchio
Forte, così nominata perché forse conduceva alla
fortezza di Civitella delTronto.
Torrione di Carlo V
25
Piscina Hotel Astor
Chiesa patrona S. Eufemia
S
i sviluppa su tre colli affacciati sul mare e sui “ca-
lanchi” (“scremoni”, in dialetto): intere colline
erose da fenomeni millenari, come una serie di
picchi e balzi digradanti verso la vallata sottostante.
Alcuni storici fanno derivare Hatria dall’imperatore
Adriano. Atri contende con Adria l’aver dato il nome
all’Adriatico. Nel XII secolo fu feudo principale della
Contea d’Apruzio. Nel 1251 ottenne da papa Inno-
cenzo IV l’istituzione dell’antica diocesi di Atri-Penne e
l’autonomia comunale.
monumenti
L
a Riserva Naturale dei “Calanchi”; l’inte-
ressante complesso della romanica Cattedrale
di S. Maria Assunta (affreschi quattrocente-
schi di Andrea De Litio nel coro, una delle poche ope-
re rinascimentali tra le più note di tutto l’Abruzzo) con
annessi Museo Capitolare,campanile di Antonio da
Lodi, chiostro e la Vasca Limaria (affreschi del XV
sec.). La Chiesa di S. Reparata; il Teatro Co-
munale con annesso Archivio-Museo “Anto-
nio Di Jorio”; S. Agostino (Madonna delle Grazie
e santi di Andrea De Litio). Palazzo Illuminati; S.
Francesco;la rinascimentale Casa Paolini.Palaz-
zo Vecchioni; la piccola Chiesa neo-romanica
di S. Liberatore (Cappella dei Caduti); il Pa-
lazzo dei Duchi d’Acquaviva. La Chiesa di S.
Nicola (affresco Madonna di Loreto tra i SS. Rocco e
Sebastiano di Andrea De Litio); S. Spirito (Santuario
di S. Rita); la Rocca d’Atri (resti dei bastioni). Il Bel-
vedere con sculture contemporanee; il Complesso
Conventuale di S. Chiara (con annesso convento
delle Clarisse) iniziato nel 1260;il portale trecente-
sco di S. Andrea. Il duecentesco ex Convento
Domenicano con la Chiesa di S. Domenico
(S. Giovanni Battista); Porta S. Domenico; i resti
di un teatro romano (Via Cicada); la Cappella
della SS. Trinità (S. Rocco). Inoltre: il Museo Ar-
cheologico Civico Capitolare “De Galatiis-
Teatro Comunale
Affreschi e Chiostro Cattedrale di Santa Maria Assunta
Atri
Scrigno di tesori e
Città Ducale
26
Affreschi Cattedrale di Santa Maria Assunta
De Albentiis-Tascini”. Il Museo Civico Et-
nografico; le “Grotte” (“li muri”), vani utilizzati per
conservare le acque filtranti;la Fonte Canale;antiche
Fontane Archeologiche; la Chiesa della Ma-
donna delle Grazie; il Museo Didattico degli
Strumenti Musicali Medioevali e Rinasci-
mentali; il Parco Comunale (su un precedente
convento dei Cappuccini).
27
I
l territorio di Basciano è stato abitato fin dalla prei-
storia: le prime scoperte archeologiche risalgono
all’età del ferro e testimoniano la presenza di inse-
diamenti abitativi fin dal IX secolo a. C. Nella piana
lungo il Mavone sono state scavate tre necropoli, che
hanno restituito varie sepolture con reperti in ferro
e in bronzo. Nella stessa piana, in località S. Rustico,
fioriva in epoca italica e poi romana un “vicus”, im-
portante centro commerciale situato lungo la “Via
Salaria”, di cui abbiamo notevoli testimonianze epi-
grafiche ed archeologiche. Il “vicus” fu abbandonato
intorno alVI secolo d. C, forse a causa di un incendio,
come tramanda l’antica leggenda del “cane nero”.
L’insediamento sulla collina di Basciano risale all’epoca
longobarda, come attesta la struttura muraria della
“Rocca”. Sul feudo di Basciano si cominciano ad avere
notizie a partire dalla metà del secolo XII, quando fi-
gura tra i possedimenti di Oderisio di Collepie-
tro, potente esponente della famiglia dei signori di
Pagliara. Si assiste poi alla frammentazione del posse-
dimento che ritroviamo, nella seconda metà del ‘300,
nelle mani della famiglia Acquaviva. Agli Ac-
quaviva succederanno, dal 1536, i coniugi napoletani
Camillo de Scorciatis e Margherita Carac-
ciolo.“I de Scorciatis - scrive lo storico Berar-
do Pio – conserveranno l’utile dominio di Basciano
fino alla fine del secolo XVII e vi stabiliranno la loro
dimora trasformando l’antico castello, ormai inutile
in funzione militare, in palazzo signorile e residenza
confortevole”. Inoltre la chiesa del castello (S.
Flaviano), restaurata nel 1582, ospiterà la cappella
sepolcrale della famiglia baronale, mentre nella chie-
sa di S. Maria sarà realizzato un pregevole altare
ligneo barocco, sovrastato dallo stemma di famiglia.
Sul finire del secolo XVII i de Scorciatis, scossi da una
pesante crisi economica, persero il feudo che, dopo
essere passato nelle mani del barone Ludovico
Cerasa, nel 1701 venne posto all’asta dalla Re-
gia Curia ed aggiudicato al napoletano Placido
Basciano
la sua storia,
la sua arte
Torre dell’Orologio
Affresco Chiesa S. Flaviano
28
Avellone. Anche questa seconda famiglia parteno-
pea stabilì la propria dimora in Basciano e mantenne
la sua cappella cimiteriale all’interno della chiesa di
S. Flaviano, come testimonia una lapide sepolcrale.
Ignazio Avellone, morto nel 1775, non avendo
eredi diretti lasciò il feudo al nipote Nicola Bar-
ra Salone Caracciolo, che gli sopravvisse per
soli due anni e lasciò a sua volta il feudo al figlio pri-
mogenito Placido. I Barra Salone Caracciolo
furono gli ultimi signori di Basciano, di cui ebbero ri-
conosciuto anche il titolo nobiliare: essi tuttavia man-
tennero la loro dimora a Napoli.
monumenti
L’
antico borgo con la porta d’ingresso al recinto
murario detta Porta dell’Orologio o di S.
Michele, che presenta un arco a tutto sesto
(XIV-XV sec.), la sovrastante torre campanaria, con
orologio inserito, risale al settecento; la chiesa di S.
Flaviano (XV secolo), con affreschi rinascimentali
e impreziosita di recente da un portale con altori-
lievi bronzei, incastonato nella cornice rinascimenta-
le in travertino decorato da modanature e rosette;
il “Castello baronale”, ora abitazione privata,
che conserva le vecchie cantine e i ruderi della torre
di guardia; la chiesa medievale di S. Giacomo (XII
secolo) con le originarie finestre gotiche; la chiesa di
Sant’Agostino nella frazione omonima, la cui fac-
ciata reca lo stemma dei monaci Camaldolesi
con la data 1631, e che all’interno conserva la gran-
de tela seicentesca “Madonna con Bambino
e Santi”; la chiesa rurale della Madonna delle
Grazie del 1600, con una originale “conocchia”
della Vergine; la chiesa romanica di S. Maria a
“Porto Lungo” (XIII secolo), nella frazione omo-
nima, con affreschi, soffitto maiolicato e
splendido altare ligneo barocco del 1646.Madonna delle Grazie
Particolari interni Chiesa Santa Maria di Basciano
29
C
himble, in dialetto. Insediamenti piceni a
Campovalano: tombe circolari a cappuccina.
Nel 1300 Nocella e Castelnuovo costituirono
un unico centro. Nel XV secolo nacque il convento
di S. Bernardino, eretto da S. Giovanni da Capestrano.
Nel 1538 fu data in dote da CarloV di Spagna alla fi-
glia Margherita d’Austria sposa di Ottavio Farnese.Nel
1600 con bolla di papa ClementeVIII, ricevette il titolo
di “Città”, diventando sede diocesana unita ad Orto-
na, soppressa nel 1818. Nel 1776 con bolla di papa
Clemente XIV ebbe il privilegio della Scala Santa.
Nota è la gustosa porchetta locale. Tra i personaggi
illustri: Giacomo da Campli (1420-1492), pittore;
Giovanni Battista Boncori (1643-1699), pitto-
re; Nicola da Campli (XVI sec.), scultore; Nico-
la Palma (1777-1840), canonico e storico; Primo
Riccitelli (1875-1941), musicista e compositore.
Collegiata S. Maria in Platea e particolari della Cripta
Campli
Città dei Farnese e della
Scala Santa
30
monumenti
C
ase Porticate; Palazzo Farnese;
Collegiata di S. Maria in Platea (af-
freschi di stile giottesco nella cripta e soffitto
ligneo settecentesco con Storie del patrono S. Pan-
crazio); Porta Angioina (XIV sec.); S. Giovan-
ni Battista a Castelnuovo (tele del ravennate
Giovan Battista Ragazzini ed affreschi del XV sec. di
Giacomo da Campli). Convento celestino di S.
Onofrio (affreschi quattrocenteschi nel refettorio);
Madonna della Misericordia; S. Francesco
con affreschi trecenteschi; Casa dello Spezia-
le (XVI sec.) e Casa del Medico. Convento
francescano di S. Bernardino (affreschi sei-
centeschi del polacco Sebastiano Majewsky); San-
tuario della Scala Santa (XVIII sec.) con 28
gradini in legno da salire inginocchiati; Museo Ar-
cheologico Nazionale d’Abruzzo. Cappel-
la della Madonna delle Piane (affresco della
Madonna col Bambino di Giacomo da Campli); S.
Pietro e Necropoli picena a Campovalano. A
Nocella, Torre dei Melatino e Chiesa dei SS.
Mariano e Giacomo; Santuario della SS.
Trinità a Morge; Convento dei Cappuccini
(S. Giacomo) aTrinità.
31
Scala Santa e particolari
32
Campagna di Campovalano
Chiesa e particolari di San Pietro Apostolo a Campovalano
33
“C
ittà della ceramica” (li Castìlle, in dialetto),
uno dei “Borghi più belli d’Italia”. Fa-
mosi i maestri ceramisti che servirono le più
importanti famiglie principesche romane e i sovrani del
Regno di Napoli. I monaci benedettini della vicina ab-
bazia di S. Salvatore insegnarono i rudimenti dell’arte
ceramica agli abitanti, favoriti dalla ricchezza di acqua e
di argilla. Nel Medioevo appartenne ai conti di Pagliara.
Feudo del marchese Ferrante Mendoza y Alarçon.Tra le
personalità: Silvio Antoniano (XVI sec.), cardinale, poeta,
filosofo e letterato, precettore di S. Carlo Borromeo; Fe-
lice Barnabei (1842-1922), archeologo e fondatore dei
musei romani delleTerme di Diocleziano e diVilla Giulia;
Fedele Cappelletti (XVII sec.), ceramista; Gesualdo Fuina
(1755-1822), ceramista; Carmine Gentile (XVII sec.), ce-
ramista; Carlantonio Grue (1655-1723), ceramista; Fran-
cesco Saverio Grue (1686-1746), ceramista; Concezio
Rosa (XIX sec.), archeologo e autore di una monogra-
fia sull’arte ceramica castellana; Francescantonio Grue
(XVII-XVIII sec.), ceramista; Orazio Pompei, ceramista.
monumenti
I
l Museo delle Ceramiche, nell’ex Convento
Francescano di S. Maria di Costantinopo-
li (chiostro, affreschi di autore ignoto e pozzo; anti-
che maioliche dei Grue, Pompei, Fuina ed altri). Resti
dell’Abbazia benedettina di S. Salvatore;
Istituto Statale d’Arte “F. A. Grue”; rac-
colta internazionale di Ceramica d’Arte
Castelli
Patria dei ceramisti
Interni Chiesa di San Giovanni Battista
34
moderna; Presepe Monumentale in cera-
mica (1965-1975).Parrocchiale di S. Giovanni
Battista con portale seicentesco e resti dell’ambone
della badia di S. Salvatore; all’interno: statua lignea di S.
Anna con Maria Bambina (XIII sec.), pala maiolicata di
Francescantonio Grue (1647) e croce processionale
argentea di scuola sulmonese. “Cona” della Ma-
donna delle Lacrime (1541) con affresco miraco-
loso della Vergine, di Andrea De Litio. Casa Natale
di Orazio Pompei e Palazzo Antoniano, Nei
dintorni: “Cona” di S. Donato detta “Cappella
Sistina della Maiolica italiana”: soffitto ligneo
con 780 mattoni in ceramica (1615-1617).
Volta maiolicata (Chiesa San Donato)
Chiesa San Donato e particolari interni
35
C
onosciuta per la Fortezza, ultimo baluar-
do borbonico prima dell’Unità d’Italia, sorge
all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e
dei Monti della Laga. Il nome deriva dal toponimo “Ci-
vita” (località di origini arcaiche); ritrovamenti
dalla preistoria al periodo longobardo, nelle Gole del
Salinello. I Longobardi la annessero al Ducato
di Spoleto. Citata per la prima volta in un antico
documento medioevale del 1001 come “Tibidel-
la”, borgo incastellato. Nel 1231 fu inclusa nel
“Mandatum de Riparacione Castrorum Im-
perialum”, riguardante i castelli di nomina imperiale.
monumenti
P
asseggiando attraverso le strette e tortuose “viuz-
ze” del medioevale e rinascimentale centro stori-
co, si scoprono numerosi tesori nascosti: Porta
S. Antonio, Porta Napoli (XIII sec.), Porta
delle Vigne, e resti delle mura angioine. La Colle-
giata di S. Lorenzo (antico protettore del paese),
di origini duecentesche e un tempo posta fuori le mura,
fu trasformata in stile barocco nel 1777. Proseguendo
lungo Via Roma si incontra Palazzo Ronchi, di ori-
gini cinquecentesche, con portale a bugnato di gusto
ascolano. La Chiesa di S. Francesco (inizialmente
dedicata a S.Ludovico IX di Francia) fu edificata con l’ex
convento francescano (ora Municipio) tra il XIII e XIV
secolo, da Fra’ Guglielmo De Savola da Civitella. Il Pa-
lazzo del Governatore (XIV-XV sec.), Palazzo
Ferretti (in passato sede municipale) presenta fine-
stre con cornici in pietra con paraste scanalate;nell’atrio,
un pozzo ottagonale.A poca distanza, la piccola Chie-
sa di S. Maria degli Angeli, detta anche “della
Scopa o delle Laudi” (XV-XVI sec.), con origini
duecentesche. Palazzo Scesi, con portale in traver-
tino, il settecentesco Palazzo Procaccini-Savi
e Palazzo Graziani (fine XVI sec.). Nei pressi, la
piccola Fontana di “S. Maria Parvula”. Nume-
rosi i portali rinascimentali e medioevali. La Fortez-
za (1564-1576), costruita durante il dominio spagnolo
in forma ellittica, domina l’intera cittadina. Il percorso
si snoda attraverso tre camminamenti coperti, grandi
piazze d’armi, cisterne, camminamenti di ronda, resti del
Palazzo del Governatore, la cappella di S.
Giacomo e gli alloggi dei soldati.Al suo interno merita
una visita il Museo storico delle Armi e Map-
pe Antiche. In Corso Mazzini il “Nact”, Nina
Museo delle Arti Creative Tessili. Tra i vicoli
del centro, la Ruetta, la via più stretta d’Italia. Fuori le
mura: la Fontana degli Amanti (1863), lungo la
circonvallazione panoramica. Il Santuario della Ma-
donna dei Lumi con annesso convento francescano
(1466) è così denominato per le varie apparizioni di
fiammelle misteriose nel XVII secolo attorno al com-
plesso. A poca distanza da Civitella, l’Abbazia di S.
Maria di Montesanto. Meritano una visita: la Ri-
Civitella
del Tronto
Dove abita la storia
Santuario S. Maria dei Lumi
36
37
Fortezza
Chiesa S. Maria degli Angeli e particolari interni
serva Naturale delle Gole del Salinello con
grotte ed eremi (S. Angelo a Ripe, S. Maria del-
le Scalelle, S. Marco e Salomone).
S
orse nell’VIII secolo dopo la distruzione nel 739
da parte dei Longobardi di una cittadina edificata
sui resti dell’antica Truentum. Sono stati rinvenuti
reperti risalenti al neolitico e al periodo romano (cister-
ne). Il nome forse deriverebbe dalla baronia di Guil-
lelmus Colonnellus (Guglielmo Colonnello).
LA QUALITÀ PREMIA
il senso di un’emozione
Società Agricola F.lli Biagi vinibiagi.com
monumenti
S
i accede alla parte alta dell’abitato attraverso una
lunga e panoramica scalinata (inizio XX sec.),al cui
fianco si trovano una fontana e un antico lavatoio.
Conserva ancora la forma dell’incastellamento medioe-
vale dominato dallaTorre dell’orologio. La parrocchiale
dei SS. Cipriano e Giustina, costruita in laterizio
tra il 1795 e il 1815, custodisce: statue del patrono S.
Michele Arcangelo, della Madonna del Suffragio, di
scuola napoletana (XVIII sec.), antico coro ligneo, tela
con i SS. Cipriano e Giustina, tela con l’Adorazione
del SS. Sacramento, altari marmorei e un prezio-
so organo del 1833 di Quirino Gennari di Lancia-
no. Numerosi gli edifici civili: i palazzi Volpi, Mar-
zi, Pardi, Crescenzi, Grilli (XVII-XVIII secolo) e
il Palazzo Municipale del 1841. Il centro storico
è caratterizzato da piazzette e strette “rue”. Inoltre: la
Fonte vecchia,in contrada Giardino,forse di origine
romana; in contrada S. Martino l’antica Fonte Otto-
ne, costruita probabilmente su un sito romano.
Colonnella
Antica Signora
39
C
ittadina rivierasca con forte vocazione com-
merciale e turistica, Giulianova (Giglije, in
dialetto) è una delle località balneari più co-
nosciute e frequentate del litorale teramano, divisa in
due parti: il Paese e il Lido. La parte Alta sorge in
collina a ridosso del mare, con notevoli monumenti. Il
Lido moderno, con strutture ricettive, si è sviluppato
nell’ultimo secolo. Abitata già nel periodo neolitico,
come testimoniato da ritrovamenti archeologici, le
origini risalirebbero ai Romani, che nel III sec. a. C. fon-
darono la colonia Castrum Novum (o Castrum
Novum Piceni), molto frequentata nell’età imperiale
per i bagni termali. Le continue incursioni barbariche
provocarono lo spopolamento; nel Medioevo prese il
nome di Castrum Sancti Flaviani (o S. Flavia-
no), in onore del santo patrono.
Giulianova
la “Posillipo degli Abruzzi”
tra cultura e turismo
40
Cupola di San Flaviano Cappella gentilizia De Bartolomeis
monumenti
I
n Paese, il Duomo di S. Flaviano (1472-1478)
è tra i più importanti ed interessanti edifici rinasci-
mentali abruzzesi; braccio reliquiario di S. Biagio del
Quattrocento, statua della Madonna con il Bambino
e Crocefisso, opere bronzee (XX sec.) di Venanzio
Crocetti. Sempre a Giulianova Alta: la Chiesa di S.
Antonio del 1566, con affresco deteriorato della
Pietà (XVII sec.); all’interno: dieci bassorilievi, due gran-
di tele seicentesche, acquasantiera romanica e lapide
tombale di un nobile della famiglia De Bartolomeis. La
Chiesa della Madonna della Misericordia,
forse quattrocentesca, rifatta nel XVIII secolo. A poca
distanza è la Chiesa di S. Anna,con altare barocco.
E ancora: in Piazza della Libertà il Belvedere,
luogo di ritrovo per l’incantevole panorama sul Lido e
sull’Adriatico; Palazzo De Bartolomeis del 1876;
Palazzo Montebello; l’ottocentesca Cappella
gentilizia De Bartolomeis; la Sala “R. Pa-
gliaccetti”, piccola gipsoteca con opere e bozzetti
dell’artista giuliese, ed il Monumento a re Vit-
torio Emanuele II, di Raffaello Pagliaccetti inau-
gurato nel 1894. In Corso Garibaldi: la Pinacoteca
e Biblioteca Civica “V. Bindi”, con interessanti
opere della scuola napoletana dell’Ottocento ed arre-
damento del XIX secolo; la Casa Museo di Gae-
tano Braga, con ricordi del musicista locale. Inoltre:
i resti delle fortificazioni cinquecentesche,
volute da Giulio Antonio d’Acquaviva; degli otto ba-
luardi originari resta Torrione “Il Bianco”, adibi-
to a sede del Museo Archeologico, con reperti
romani e la Casa Museo di Vincenzo Cermi-
gnani, con testimonianze del pittore giuliese. In Viale
Gramsci: la Biblioteca del Centro Culturale
“S. Francesco” e la Pinacoteca (opere d’arte
contemporanea) annesse alla Piccola Opera Chari-
tas, voluta dal frate cappuccino Serafino Colangeli nel
1983; la Casa “Maria Immacolata”, con eleganti
merli ottocenteschi e ampio giardino; Palazzo Cia-
fardoni del 1885, con affreschi napoletani attribuiti al
Paliotti; il Monastero del Volto Santo, già dimo-
ra gentilizia con giardino. Ancora: l’ex Palazzo Du-
cale e la bella Villa della Montagnola, storica di-
mora degli Acquaviva; Villa Cerulli-Ranzato, con
belvedere e decorazioni ispirate al XVI secolo. Lungo
Viale dello Splendore sorgono due eleganti villini li-
berty: Villa Castelli-Montano (1910-1918) con
ampi finestroni, decorazioni floreali, elegante e slan-
ciata torretta; Villa ex De Santis (1923-1928). A
poca distanza dal Paese, su un’amena e silenziosa col-
CERAMICHE DI CASTELLI DEL PONTILE DI GIULIANOVA
41
Opera dipinta a mano da 15 Maestri Artigiani dell’Associazione
Ceramisti di Castelli.Riproduce le immagini del soffitto della Chie-
sa di San Donato (1615-1617). Rappresenta una grande storia, la
sapienza antica e l’unità delle nostre comunità.Voluta e realizzata
da Ente Porto di Giulianova e Camera di Commercio di Teramo.
Caliscendi
42
La salita Montegrappa
lina, l’interessante Santuario di Maria SS. dello
Splendore, protettrice di Giulianova, importante e
frequentato luogo di culto mariano. L’origine è legata
all’apparizione della Vergine (22 aprile 1557), avvolta
da una gran luce, su un ulivo, all’umile taglialegna Ber-
tolino, chiedendo la costruzione di una chiesa in suo
onore, facendo sgorgare una fonte di acqua pura ai
piedi dell’albero. L’intero complesso raggruppa: la bel-
la chiesa, con la venerata statua della Madonna con
il Bambino inserita in una raggiera dorata, antiche tele
in sacrestia, statue lignee di santi e moderni mosaici,
una monumentale Via Crucis in bronzo, dell’artista
marchigiano Ubaldo Ferretti, allievo di Pericle Fazzini,
le fontane dell’acqua miracolosa, con mosaici,
le statue bronzee di Bertolino, due angeli (Preghie-
ra e Silenzio) e dei SS. Francesco d’Assisi e Michele
Arcangelo, la Biblioteca “Padre Candido Do-
natelli”, il MAS (Museo d’Arte dello Splen-
dore) con opere di arte contemporanea. Nell’ampio
piazzale antistante, un’alta croce sormontata
Santuario di Maria SS. dello Splendore - Mosaici esterni
43
dalla statua della Vergine ed il bel Porti-
co del Rosario della Scuola del Mosaico
di Ravenna. Lungo la strada che porta al mare il
Monumento a Gaetano Braga. A Giulianova
Lido: la Chiesa della Natività di Maria, sorta
nei primi del ‘900, antica parrocchia del Borgo Mari-
na; la moderna Chiesa di S. Pietro Apostolo
(1974); il Parco della Rimembranza (giardini
pubblici); l’elegante Villino Paris-Costantini,
in stile liberty (1904), con ampio giardino e piccola
torretta;Villa Gasbarrini;il Kursaal (1913-1929),
opera dell’ingegnere teramano Giuseppe Marcozzi,
con decorazioni liberty, come sala convegni e mostre
espositive.Ancora: il Lungomare Monumentale
del 1936 di Giuseppe Meo; l’ex Colonia Marina
“Rosa Maltoni Mussolini” (1936-1937); il Mu-
44
seo della Marineria, presso la sede del Circolo “Il
Nautico”; la foce del torrente Salinello, con ponte in
legno che unisce Giulianova da Tortoreto; la Torre
del Salinello del XVI secolo. Il Lido è attraversato
dal “Corridoio Verde Adriatico”, pista ciclabile
di oltre 20 km, che congiunge Porto d’Ascoli a Roseto
degli Abruzzi. Il porto è diviso in molo Sud e
molo Nord; il primo ospita una serie di traboc-
chi (casupole in legno adibite alla pesca con rete), in
dialetto “li caliscinne”. Infine la Chiesa di S. Maria
a Mare (SS. Annunziata), dei secoli X-XI: faccia-
ta dal bel portale con 18 rappresentazioni allegoriche,
scene simboliche, animali, statua della Madonna
con il Bambino e due piccoli leoni; all’interno: mo-
derna immagine della Vergine e la piccola cameretta
abitata da S. Gabriele dell’Addolorata prima
di essere trasferito al convento di Isola del Gran Sasso
d’Italia nel 1858.
Chiesa di S. Maria a Mare (SS.Annunziata) con particolare del magnifico portale
45
I
n passato era un’isola (Insula) circondata dai fiumi
Ruzzo e Mavone. Nel 1173, contea dei da Paglia-
ra, fu chiamata Isola di Penne. Nel 1526 Carlo V di
Spagna la donò al conte Ferrante Mendoza y Alarçon.
Dopo l’Unità d’Italia fu interessata da fenomeni di bri-
gantaggio. Nel 1863 prese l’attuale nome.Tra le perso-
nalità: S. Berardo di Pagliara (XI-XII sec.), vesco-
vo aprutino, patrono di Teramo e diocesi; Giovanni
Parrozzani (1844-1922), chimico; Pietro Tesau-
ri, vescovo; Niccolò dell’Isola (1230-1284).
monumenti
S
oprannominata “Paese dei Motti”: diversi
architravi e finestre con iscrizioni in latino. Da vi-
sitare: Parrocchiale di S. Massimo (portale
Santuario S. Gabriele dell’Addolorata
di Matteo da Napoli, battistero rinascimentale, affreschi
sulla volta, maiolica di Andrea Pompei, ostensorio quat-
trocentesco, statua del patrono). Ancora: Cona di S.
Sebastiano con affreschi di Andrea De Litio;
resti delle fortificazioni del “Castello d’Insula; porte del
Torrione e della Cannavina. Inoltre: Chiesa (Cona) di
S. Leonardo; Palazzo baronale Henrici-De
Angelis; ruderi della Chiesa di S.Antonio. Nei dintorni:
Cappella di S. Lucia con portale del 1450 e affreschi
cinquecenteschi; mulini della Marchesa, Pranzella e
S. Valentino.A Casale S. Nicola, Eremo di S. Ni-
cola a Corno,Tra Isola e Cerchiara, rovine della Chie-
sa di S. Valentino. Sul Monte Infornace: Eremo di
S. Colomba. Poco distante, rovine del Castello di
Pagliara; Chiesetta di S. Maria di Pagliara (XII sec.);
S. Giovanni ad Insulam (XII-XIII secolo). Vicino
Pretara, l’Eremo di Fratta Grande. Il Santuario di
S. Gabriele dell’Addolorata, tra i più visitati del
mondo. Nella vecchia basilica primitiva tomba del santo
e affreschi di Ugo Scaramucci. Nel convento: vecchio
coro, sala dei ricordi, cameretta del transito e museo
degli ex voto. Nel nuovo tempio mosaici, bronzi, vetrate
e ceramiche. Moderno campanile con concerto di 14
campane. Nel piazzale, sede dell’Eco di S. Gabriele;Via
Crucis (2006-2007) e presepe artistico. La nuova basi-
lica ospita la Biennale di Arte Sacra ed il Museo
“Stauròs” d’Arte Sacra Contemporanea.
Passeggiate lungo i sentieri del Parco Nazionale del Gran
Sasso e Monti della Laga e ai piccoli borghi montani.
Isola del
Gran Sasso
Paese dei Motti
Particolari Chiesa San Giovanni ad Insulam
46
Cascata (Isola del Gran Sasso)
Chiesa San Giovanni ad Insulam
S
orge su una collina panoramica nella vallata del
fiumeTordino. Sarebbe stata fondata nell’897 dai
Benedettini, che vi eressero un’abbazia dedi-
cata a S. Michele Arcangelo, oggi parrocchiale,
attorno alla quale si costituì l’antico nucleo della cit-
tadina. Nel marzo dello stesso anno i messi imperia-
li Leuderico e Gisone stabilirono che i beni di
“Musiano” spettassero al vescovo di Teramo Giovan-
ni. L’8 marzo 1059 il papa Niccolò II confermò
all’abate Desiderio di Montecassino il possesso del
monastero dei SS. Sette Fratelli (Madonna degli
Angeli o S. Maria del Casale). Nel 1318 il vescovo
aprutino Niccolò degli Arcioni ottenne dal re Ro-
berto d’Angiò la conferma del feudo di Montone
(frazione). Il 6 maggio 1393 venne acquistata insieme
al restante distretto di Teramo da Antonio Acquaviva
conte di S. Flaviano (Giulianova) e Montorio alVoma-
no. Nel 1397 frate Matteo di Angelo di Morro
(d’Oro), preposito della chiesa di S. Michele, fece eri-
gere il campanile (Torre Acquaviva). Nel maggio
del 1415 si arrese dopo 37 giorni di assedio al conte
di CarraraViceré d’Abruzzo. Il 12 luglio del 1438 ven-
ne saccheggiata da Francesco Sforza. Nel novembre
del 1461 fu occupata e sottratta da Matteo da Ca-
pua Viceré d’Abruzzo a Giosia Acquaviva.
Tra il 1611 ed il 1614 vennero istituite a Montone
Municipio
Mosciano
S. Angelo
Musiano, borgo delle
torri e del mobile
48
le confraternite del SS. Sacramento e del
SS. Rosario ed eretti un convento dei Celestini
e una prepositura. Nel 1649 il cenobio celestino, in
quanto grancia, venne accorpato al monastero giu-
liese di S. Maria dello Splendore (santuario), elevato
a Priorato. Nel 1694 la parrocchiale di S. Giaco-
mo di Montone, tolta ai Celestini, appartenne alla
basilica romana di S. Giovanni in Laterano. Nel 1736
Troiano Acquaviva, cardinale e ministro
del re, venne nominato abate commendatario per-
49
petuo dell’abbazia di “S. Angelo in Musiano”
(parrocchiale). Nel 1750 subentrò Pasquale Acquavi-
va. Durante il Rinascimento l’abitato si estese anche
fuori le mura; nel Risorgimento fu importante sede
di patrioti impegnati nella causa dell’Unità d’Italia.Tra
le varie personalità locali:Don Gaetano Cardelli
(1880-1948);Domenico Del Zoppo,garibaldino;
Francesco Patella (1880-1964), pittore; Aure-
lio Saliceti (1804-1862), nato a Ripattoni (all’epo-
ca nel comune di Mosciano), e Francesco Savini.
La banda musicale, tra le più antiche d’Abruzzo, ven-
ne fondata nel 1815. Conosciuta per i suoi mobilifici;
fu denominata la “Cantù” d’Abruzzo.
monumenti
C
onserva tratti del tessuto urbano medioevale:
restano otto torri di difesa e avvistamento.Nei
pressi di Piazza IV novembre la Chiesa del
SS. Rosario,eretta dall’omonima confraternita con
Regio decreto di Ferdinando II, tra il 1853 e il 1876.
L’interno conserva affreschi dell’artista locale France-
sco Patella, altare maggiore in finto stile rinascimenta-
le e statua lignea dellaVergine. La Parrocchiale di
S. Michele Arcangelo è affiancata dalla merlata
e slanciataTorre Acquaviva trasformata in campanile.
Chiesa S. Maria Assunta di Montone e particolari
50
Al suo interno: pitture di Francesco Patella. Nelle nic-
chie sopra il portale e nella lunetta il Patella dipinse
i SS. Michele Arcangelo (patrono del paese), Rita da
Cascia, Francesco d’Assisi, Gabriele dell’Addolorata,
Teresa del Bambin Gesù e l’Immacolata. La neoclas-
sica Chiesa dell’Addolorata, situata lungo una
discesa, nelle vicinanze di Piazza Saliceti, fu iniziata nel
1828 su autorizzazione di re Ferdinando I di Bor-
bone. Ospita due tele del teramano Gennaro Della
Monica; negli anni 1888-1889 venne decorata da Fi-
lippo Fiorentino e Salvatore Giorgi. Del 1894 l’affre-
sco absidale di Prospero Piatti raffigurante l’Adora-
zione della Croce.Tra gli edifici civili: Villa Ventilj
e Villa Savini (in campagna), entrambe con ampio
parco. Inoltre: il Cinema Teatro Acquaviva, il
Belvedere e l’Osservatorio Astronomico
di Colle Leone con gli interessanti Museo di
Scienze Naturali e Planetario di Scienze
della Terra. In località Convento il Santuario di
S. Maria del Casale (SS. Sette Fratelli) con
annesso convento francescano. L’interno della chiesa,
mostra un soffitto ligneo (Madonna in gloria con SS.
Francescani, S. Felicita di Roma e Sette Figli Martiri) e
quattro altari barocchi ricchi di stucchi e sculture di
angeli. In una nicchia sopra l’altare maggiore il vene-
rato e antico simulacro ligneo della Madonna degli
Angeli, protettrice di Mosciano. Nel chiostro affreschi
narranti laVita di S. Francesco d’Assisi. Nella frazione
di Montone, le torri medioevali e le Chiese
della Madonna Assunta, di S. Anna e di
S. Antonio Abate (con ex convento dei
Celestini), che custodisce il sarcofago trecentesco
di Bucciarello Jacopo di Bartolomeo da Montone.
52
Chiesa di San Michele Arcangelo e particolari
I
mportante centro balneare, posta tra la foce del Vo-
mano e del Tordino, è uno dei comuni più grandi
del Teramano e fa parte delle sette località adriatiche
della costa aprutina. Molto frequentata durante la sta-
gione estiva, è nota anche come “Lido delle Rose”.
Offre vari divertimenti,occasioni di praticare sport o rilas-
sarsi in spiaggia,numerosi campings,alberghi e stabilimenti
balneari, diversi eventi culturali ed artistici. È attraversata
dal Corridoio Verde Adriatico,pista ciclabile di cir-
ca 30 km che la congiunge a Porto d’Ascoli. Il bel litorale
sabbioso si estende per oltre 10 km. Negli ultimi decenni
ha avuto un notevole incremento demografico, special-
mente nel quartiere del Borsacchio, dove si trova l’o-
monima pineta, nella frazione di Voltarrosto e nelle
località S. Giovanni e Campo a Mare. Dal 1999 è
Bandiera Blu d’Europa. La presenza umana nel territorio
sembra risalire all’epoca romana e longobarda, come at-
testato da numerosi ritrovamenti archeologici. Di origine
romana anche la frazione di Cologna Paese, più volte
citata in numerosi documenti medioevali,in relazione con
il monastero benedettino di S. Salvatore a Bozzino. Nella
Roseto degli
Abruzzi
Da Montepagano
a Rosburgo
Pasquale Celommi
54
“Marina” il clero della Chiesa Ricettizia di Monte-
pagano (ente morale dell’Italia meridionale composto
da corporazioni di chierici che si occupavano della cura
delle anime e del culto divino, con patrimonio comune e
senza prebende) possedeva un fondo. Il 30 luglio 1857 il
Capitolo, riunitosi nell’oratorio della parrocchiale, stu-
diò e creò un progetto per concedere il suddetto terreno
in perpetuo diritto di enfiteusi a coloro che si sarebbero
stabiliti nella sottostante zona costiera di proprietà comu-
nale. Il progetto fu redatto da Serafino De Nigris di
Canzano, Regio Agrimensore; egli si interessò di
stabilirne la quota ed il valore. Il fondo venne così suddi-
viso in 12“quote”(lotti di terra) e il 22 maggio 1860,con
regolare rogito del notaio Angelo Garrani di Moscia-
no Sant’Angelo, venne assegnato ad altrettante famiglie.
A ricordo, fu murata una lapide (ancora esistente) nella
sacrestia della chiesa della SS. Annunziata. Il primo
agglomerato urbano, futuro nucleo della cittadina, prese
il nome di “Le Quote”; da qui il soprannome dispre-
giativo di “cutaroli”, in contrapposizione agli abitanti
del paese detti “paganesi”. Il toponimo scelto non
piacque tuttavia al patriota Ciro Romualdi che per
primo,nell’estate del 1861,chiamò il nuovo abitato “Ro-
sburgo” (ispirato forse dai roseti un tempo esistenti nei
pressi delle case dei pescatori), facendolo incidere su una
meridiana disegnata dal prof. Donaggio,insegnante di
liceo aTeramo. Nel 1863 fu inaugurata la stazione ferro-
viaria. Nel 1877 fu effettuata la seconda “quotizzazione”
da Domenico Ponno,che mise in vendita un terreno
di circa 600 are (proseguimento di quello già messo a
disposizione dal clero) per l’edificazione di numerose ville
e case. Il 12 luglio 1886 il Romualdi morì senza vedere
realizzato il sogno di chiamare la cittadina rivierasca con
il nome da lui proposto. Il consigliere Giammichele
Thaulero fece convocare con urgenza il Consiglio co-
munale per cercare di risolvere la faccenda. Finalmente,
il 14 ottobre dello stesso anno, considerato il notevole
incremento della popolazione della borgata marinara,
il Comune stabilì che la località mutasse il toponimo in
“Rosburgo”.Tale delibera fu approvata il 22 maggio 1887
55
con articolo unico dal re d’Italia Umberto I. Il tu-
rismo si sviluppò grazie all’ospitalità dei pescatori locali
che, ai primi del XX secolo, cominciarono a mettere a
disposizione le proprie abitazioni per i forestieri: ciò servì
a trasformare la ridente località in una spiaggia ospitale e
tra le più frequentate dell’Adriatico, ricca di luoghi di sva-
go e divertimento. Nel 1909 fu aperto un ufficio anagra-
fico. Una terza “quotizzazione” fu effettuata per volontà
del barone Luigi Bernardi Patrizii nell’agosto del
1913, per dare la possibilità a quanti abitavano nella valla-
ta delVomano di costruirsi una casa al mare. Nell’estate
del 1920 ospitò varie personalità: il generale Pietro
Badoglio, Raffaele Paolucci ed il filosofo Gio-
vanni Gentile. Il Regio Decreto del 3 aprile 1924
trasferì la sede municipale da Montepagano alla fra-
zione di Rosburgo,come richiesto dal Consiglio comu-
nale con delibera del 15 dicembre 1923. Primo sindaco
fu il ceramista Giuseppe Di Blasio. Con Regio De-
creto del re Vittorio Emanuele III del 20 febbraio
1927 la borgata prese il toponimo di “Roseto degli
Abruzzi”,trasferendo la frazione nell’antico borgo col-
linare. Montepagano, ridente paese collinare a circa
6 km da Roseto, borgo medioevale incastellato (Castel
Pagano), sarebbe sorto tra l’XI-XII secolo. Gli abitanti
si stabilirono su un cucuzzolo per sfuggire alle ripetute
invasioni dei pirati turchi e saraceni, protrattesi nei secoli
successivi. Nel 1065 l’imperatore Enrico III nomi-
nò vassallo (“milite”) il vescovo di Teramo Pagano; da
lui forse deriverebbe il toponimo (“Castelpagano” o
“Castellum Mons Paganus”).
Scorci di Montepagano
Lungomare
56
57
Riserva naturalistica del Borsacchio
P
enna Sant’Andrea (dal latino Pinna = pinna-
colo, aguzzo) sorge in collina, in posizione do-
minante da sud la valle delVomano. In dialetto: la
Pònne.Fu compresa nel territorio dei Sabini adriatici e
della colonia romana di Hatria (Atri). In località Troiano
sono stati riportati alla luce resti di una piccola necro-
poli (VI-IV sec. a. C.) e stele funerarie dell’Età del Fer-
ro. Il paese sarebbe sorto tra l’VIII e il IX secolo: infatti,
un documento medioevale del XII secolo cita la chiesa
Sancti Andree di Pinna (della quale non rimangono
resti, ad esclusione del colle omonimo). Dalla fine del
secoloVIII al X fu feudo dell’abbazia benedettina molisa-
na di S.Vincenzo alVolturno: dell’antico incastellamento
rimangono i due centri di PennaVecchia e Penna Nuova,
poi unificati. Più tardi fu possedimento di varie famiglie
locali e nel 1446 divenne dominio degli Acquaviva, du-
chi di Atri. In passato era famosa per la fabbricazione di
campane (ora cessata). Oggi particolarmente nota per
la manifestazione folcloristica del “Laccio d’Amore”, in
costumi tipici.
monumenti
N
ell’abitato si possono visitare: la chiesa parroc-
chiale di S. Maria del Soccorso (XVII sec.),
con contrafforti esterni e campanile settecente-
sco, pregevoli altari lignei barocchi, tabernacolo ligneo e
statua seicentesca di S. Giacomo. Nella romanica chiesa
di S. Giusta (sconsacrata), fuori il paese, si trovavano
alcuni arredi liturgici ora nella parrocchiale;sarebbe stata
eretta sui resti di un tempio pagano. Nei pressi del ci-
mitero, la chiesa di origine medioevale di S. Maria di
Podio (“Ad Vallem Podii”): monofora gotica con
archetto trilobato e acquasantiera con la raffigurazione
di una ranocchia nel bacino. In area suburbana: la chie-
sa della SS. Trinità, di origine trecentesca (tela con
l’Incoronazione della Vergine) e la Fonte Vecchia
(XV sec.) con pozzo e lavatoio. Interessante anche la
Riserva naturale regionale Castel Cerreto.
Penna
Sant’Andrea
Pinna
58
Interno Chiesa S. Giusta e particolari
costiera con la costruzione della ferrovia (1863).
Negli ultimi decenni si è verificato un grande svi-
luppo balneare; dal 1992 al 2014 è Bandiera Blu
d’Europa. Al Lido alcune aziende di pelletteria e
mobilifici. Tra le varie personalità: Nicola De
Fabritiis (1887-1968), musicista e compositore;
Emidio Piermarini, bibliotecario della Biblio-
teca Nazionale di Napoli, poeta e scrittore, il più
grande epigrammista del’900, secondo il giudizio di
Giovanni Gentile e di Benedetto Croce;
Padre Natale Cavatassi, biblista e poeta; Al-
berto Capanna, direttore generale della Finsi-
der e poi presidente.
I
l paese si articola in due zone distinte tra loro:
una più antica, in collina, Tortoreto Alto, borgo
medioevale fortificato, con tre quartieri (Terra-
vecchia, Terranova, Borgo), l’altra moderna,
Tortoreto Lido, stazione balneare. Numerosi sono
i ritrovamenti preistorici: resti di capanne circolari
o ellittiche nei pressi del torrente Salinello; dopo il
V sec. a. C. si insediarono i Piceni, successivamente
i Romani. Durante il periodo romano il territorio
era compreso nell’ager Palmensis (dal nome
della città di Palma, importante centro piceno).
In collina sorgeva Castrum Salini, in pianura
i villaggi di Servium e di Salinum. I superstiti
della devastazione gotica si rifugiarono sulla colli-
na di Castrum, fondando il nuovo nucleo urbano.
Nell’867, Tortoreto venne donata dall’imperatore
Ludovico II a Bertario abate di Montecas-
sino, citata in un documento col nome di “Turturi-
tus”. L’attuale borgo deriva da “tortora” (raffigurata
nello stemma comunale), zona un tempo ricca di
boschi abitati da tortore. Nel 1282 divenne feu-
do degli Acquaviva, duchi di Atri, fino al 1733.
Nel 1860 fu annessa al Regno d’Italia. Nel XIX
secolo ci furono i primi insediamenti nella zona
Tortoreto
Il mare
e la collina
60
monumenti
T
ortoreto Alto mantiene l’aspetto di borgo
medioevale incastellato, con strette viuzze,
passaggi e panorami. La seicentesca Chiesa
di S. Agostino, annessa ad un ex convento ago-
stiniano del ‘500 (chiostro in stile romanico e poz-
zo). Fino al 1973 vi era custodita la preziosa tela di
Mattia Preti raffigurante il Battesimo di S. Agostino
(ricollocata dal 2007 nella sua sede antica splendi-
damente restaurata). In sagrestia è in allestimento
un piccolo museo di arte sacra. In Piazza Garibaldi
la Torre dell’Orologio, in origine antico mastio
difensivo e porta di Terravecchia. La Cappella
della Madonna della Misericordia, eretta
dopo l’epidemia di peste del 1348, un tempo an-
nessa ad un ospedale conserva il prezioso ciclo di
affreschi raffiguranti la Passione di Cristo, del 1526,
di Giacomo Bonfini da Patrignone di Montalto Mar-
che, allievo del Pintoricchio; nell’abside Crocifissio-
ne con veduta cinquecentesca del paese. A poca
distanza la Chiesa del patrono S. Nicola di
Bari, ricostruita nel 1534 (organo del 1842 di
Vincenzo Paci, statua argentea della Madonna della
Neve del 1925, cappella del santo protettore del
1873). Ed ancora: il Belvedere, dall’ampio pano-
61
Affreschi Cappella Madonna della Misericordia
62
rama; l’ex chiesa del 1529 della Madonna del
Carmine; la porta urbana settentrionale;
la cinta muraria; il settecentesco Palazzo Comu-
nale (De Fabritiis); la Fortezza, in mattoni,
con una bella torre cilindrica degli Acquaviva e il
suggestivo porticato ricavato sotto piazza Garibaldi
nell’avvallamento che separava originariamente i tre
quartieri antichi. Nel territorio c’erano numerose
“pinciare” o “pinciaie”, case rurali costruite
a secco con paglia e fango. Lungo la strada che sale
dal mare a Tortoreto Alto, in località “Muracche”
sono stati rinvenuti i resti di una villa rusti-
ca romana con pavimento musivo e vasche per
il deposito dell’olio o del mosto. Scendendo dal
paese verso nord l’Oasi Naturalistica delle
Fonti del Vascello, in località “Fontanelle” (zona
ricca di polle d’acqua con animali, piante e laghetto).
A Cavatassi un interessante Museo dell’Arte
Contadina. Al Lido: Museo della Cultura
Marinara, la moderna Chiesa parrocchiale
di S. Maria Assunta. Parallelo al Lungoma-
re Sirena il Corridoio Verde “Adriatico”,
pista ciclabile di oltre 20 km, che congiunge Porto
d’Ascoli a Roseto degli Abruzzi e i 3,5 km di spiaggia
dalla sabbia fine e dorata, priva di scogli.
Opera di Mattia Preti - Chiesa S.Agostino
63
Particolari interni Chiesa S.Agostino
I
stituito nel 1991 è situato tra Abruzzo (province di
Teramo, L’Aquila e Pescara), Lazio (provincia di Rieti) e
Marche (provincia di Ascoli Piceno). Si estende su un
territorio prevalentemente montuoso, tra il massiccio del
Gran Sasso d’Italia e la catena dei Monti della Laga; è sud-
diviso in 11 distretti. Il parco offre ai visitatori la possibilità
di interessanti escursioni, immersi nella bellezza della na-
tura e dell’arte: cascate, boschi, antichi tratturi e abbazie
benedettine. Molto frequentate le sue località sciistiche.
È gestito dall’omonimo Ente parco con sede ad
Assergi, nell’Aquilano.Tra le numerose specie di flora e
fauna presenti, ricordiamo: pini neri, abeti, betulle, cornioli,
genziane, faggi, prataioli, porcini, camoscio d’Abruz-
zo, cervo nobile, capriolo, lupo appenninico, orso bruno
marsicano, aquila reale. I comuni delTeramano che ne fan-
no parte sono: Arsita, Campli, Castelli, Civitella
del Tronto, Cortino, Crognaleto, Fano Adria-
no, Isola del Gran Sasso d’Italia, Montorio al
Vomano, Pietracamela, Rocca Santa Maria,
Torricella Sicura, Tossicia e Valle Castellana.
Parco Nazionale
Del Gran Sasso e
Monti della Laga
Cento Fonti
64
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Guida Culturale Turistica Teramo 2020

  • 1.
  • 2.
  • 3. Guida CulturaleTuristica 2020/2021 Supplemento aTeramo Nostra N.2 Giugno-Dicembre 2019 - Anno 12 - Aut.Tribunale diTeramo Registrazione n. 575 del 7 Agosto 2007 Direttore Responsabile: Cosima Assunta Pagano Progettazione Marketing & Comunicazione di Patrizia Manente Via Luigi Longo, 21 -Teramo Testi Emilio G. Di Nicola, Patrizia Manente,Valerio Negro Foto Sergio Calandrini, Massimo Di Dionisio, Paola Manente, Patrizia Manente,Vito Pavone, Sandra Pica,Alice Ruggieri,Antonio Santangelo, Elisabetta Scaloni Marketing e Pubblicità Paola Manente, Patrizia Manente Coordinamento Patrizia Manente Graphic design Imago Comunicazione Stampa EditPress - Castellalto (TE) Copyright © Marketing & Comunicazione di Patrizia Manente Tutti i diritti riservati di Patrizia Manente Tel. 339.5653704 · 338.3972169 mail patrizia.marketing@gmail.com magazine guide culturali turistiche brochures cataloghi fotografia campagne pubblicitarie Le foto all’interno della copertina sono di Antonio Santangelo Questa guida è sfogliabile on-line all’indirizzo: https://www.lelcomunicazione.it/blog/guida- culturale-turistica-teramo-2020/ SOMMARIO LA GUIDA Patrizia Manente 3 TERAMO 4 MAGIA DELLA TAVOLA 22 ALBA ADRIATICA 24 ATRI 26 BASCIANO 28 CAMPLI 30 CASTELLI 34 CIVITELLA DEL TRONTO 36 COLONNELLA 39 GIULIANOVA 40 ISOLA DEL GRAN SASSO 46 MOSCIANO S. ANGELO 48 ROSETO 54 PENNA SANT'ANDREA 58 TORTORETO 60 PARCO NAZIONALE DEL GRAN SASSO 64 E MONTI DELLA LAGA Fascino e Tesori dell’Abruzzo Teramano culturale e turistica
  • 4.
  • 5. è ricco di terre fertilissime, che producono eccellenti prodotti: olii, vini, formaggi, salumi di ogni genere. Un posto a parte merita la ricchissima tradizione della cucina che vanta piatti davvero prelibati. Per concludere, un grazie a tutti gli inserzionisti che, nonostante il difficile momento, hanno contribui- to con il loro preziosissimo sostegno, permetten- do la realizzazione del progetto con sensibilità e lungimiranza. E un invito a tutti coloro che sfo- glieranno la guida: osservatela con il cuore, pri- ma ancora che con gli occhi. Tanta bellezza, che è attorno a voi, vi appartiene. È anche vostra. Uno strumento al servizio degli amici turisti D a sempre ho sentito un profondo attaccamen- to alla mia terra e alle bellezze paesaggistiche che offre. La mia città, Teramo, senza essere una grande metropoli, ha però una posizione davvero invidiabile. Pochi chilometri dal mare e in poco tempo si arriva in montagna. Senza dire che è circondata da bellissime colline. Siamo in una posizione strategica. Cosa si può volere di più? Ricordo che mio padre Ma- rio era solito dire con orgoglio: “Tereme sta mezz’ nà pizze de furmaggie” (Teramo si trova in mez- zo a una pizza di formaggio). Aveva perfettamente ragione. Dunque, la passione e l’amore che ho nei confronti del mio territorio l’ho ereditata da mio pa- dre. Non a caso da anni sono sostenitrice del FAI per la difesa e valorizzazione del nostro patrimonio artistico e ambientale. Questa Guida, perciò, vuole essere una illustrazione di ciò che abbiamo e soprat- tutto uno strumento per i tanti turisti che arrivano. Alla scoperta dei tanti e bellissimi luoghi da vedere e ammirare. Senza dire, inoltre, delle tradizioni eno- gastronomiche locali.Visto che il territorio teramano La Guida Patrizia Manente 3
  • 6. Piazza Martiri della Libertà i primi insediamenti risalirebbero all’età del bronzo e del ferro. I Pretuziani, popolazione di origine sabina, dalla quale il nome “Abruzzo”, sarebbero stati i fondatori di Interamnes. Conquistata dai Ro- mani, fu chiamata Teramne, divenendo un munici- pio; con l’arrivo di popolazioni dalle regioni vicine fu trasformata in colonia. Più volte distrutta nel pe- riodo delle invasioni barbariche, nelVI secolo mutò il nome da Pretutium in Aprutium. Nel XII secolo si trasformò in Teramum. Annessa al Duca- to longobardo di Spoleto, nel 1078 fu conquistata dai Normanni; in seguito passò al Ducato di Puglia. Distrutta dalle truppe di Roberto di Loretello tra il 1155 ed il 1156, fu ricostruita dal vescovo locale Guido II con la nuova cattedrale di stile gotico-romanico con abside.Tra il 1438 ed S u uno sperone argilloso-calcareo sopraeleva- to, alla confluenza del torrente Vezzola con il fiume Tordino, sorge Teramo (l’antica Interamnes Urbs, città tra i due fiumi, trascrit- ta Interamnia), capoluogo della provincia aprutina di circa 60 mila abitanti. Abitata fin dalla preisto- ria come testimoniato dagli scavi archeologici nel quartiere della Cona (resti di un villaggio neolitico); Teramo Città fra antico e moderno
  • 7. il 1443 feudo di Francesco Sforza che redis- se gli Statuti Teramani, più tardi al regno di Napoli. Nel 1798 fu occupata dai francesi che proclama- rono la repubblica; nel 1814 si ribellò a Gioac- chino Murat, ritornando al re Ferdinando I di Borbone. Il 15 ottobre 1860 accolse trionfal- mente Vittorio Emanuele II che si recava a Giulianova. È diocesi con Atri e sede universitaria. In ottima posizione, a metà strada tra il Gran Sasso d’Italia e l’Adriatico. Tra i personaggi illustri: An- Fontana dei due leoni I portici 5
  • 8. Cattedrale Santa Maria Assunta e San Berardo 6
  • 9. 7 Borgo medioevale - Castello della Monica Villa comunale tonio Zaccaria (XVI sec.), musicista; Giusep- pe Bonolis (1800-1851), pittore; Vincenzo Cerulli (1859-1927), astronomo; Melchiorre De Filippis Delfico (1825-1895), caricaturi- sta; Melchiorre Delfico, storico, letterato, pe- dagogista, fondatore della Carboneria teramana; Gennaro Della Monica (1836-1917), pittore; Carlo Forti (1766-1845), ingegnere; Giannina Milli (1825-1888), poetessa; Ivan Graziani, cantautore; Berardo Taraschi, costruttore di auto da corsa. monumenti N umerosi i monumenti ed i palazzi antichi. Tra le chiese: la romanico-gotica Catte- drale di S. Maria Assunta e S. Be- rardo (vescovo e patrono di Teramo e diocesi), iniziata nel 1158, ingrandita tra il 1317 ed il 1335 (Polittico di Jacobello del Fiore del XV sec., cam- panile di Antonio da Lodi del 1493, Paliotto di Nicola da Guardiagrele del XV secolo, Crocifisso ligneo tre-quattrocentesco, statua di S. Maria Apru-
  • 10. 8 Casina antica del Dazio Casa del Mutilato tina del XIV secolo e tele di Sebastiano Majewsky in sacrestia). S. Anna (S. Getulio), unico resto dell’antica cattedrale (affreschi dei secoli XII, XIV e XV, statua in cartapesta leccese della titolare, simu- lacro di S. Vito, una Madonna del Latte tra le SS. Apollonia e Lucia dipinta nell’abside). S. Antonio (S. Francesco), eretta nel 1227, trasformata in epoca barocca e annessa un tempo ad un conven- to francescano, ospita opere settecentesche diVin- cenzo Baldati, una tela della Madonna del Soccorso (proveniente dall’omonima chiesa sconsacrata) di Gennaro Della Monica ed un organo restaurato (1862) di Vitale De Luca di Notaresco. La cappella del santo titolare, posta dietro l’altare maggiore, è in stile barocco con abside, affreschi, tele e cupola (Gloria di S. Antonio). La Chiesetta di S. Ca- terina (privata) è meta di devozione durante il triduo dedicato alla santa (23-25 novembre): i fe- deli si recano a girare la ruota dentata della titolare (simbolo del suo martirio) per trarne fortuna per l’annata o per trovare un coniuge. La Cappella di S. Luca esistente già nel 1372. Il Santuario della Madonna delle Grazie, dedicato alla compatrona, accorpato ad un convento francesca- no, con artistica statua lignea della Vergine con il Bambino di Silvestro de L’Aquila (XV sec.), urna del B. Battista da Firenze, chiostro rina- scimentale, diverse opere d’arte in chiesa e nell’in- tero complesso e cupola affrescata da Cesare Ma- riani. La Chiesa della Madonna del Carmine ospita una statua in stucco dellaVergine attribuita alla scuola ascolana di Lazzaro Giosafatti, un coro ligneo del 1780, un organo del 1850 dell’a- scolano Frate Felice Morganti, pregevoli tele dei sec. XVII-XVIII) ed un Crocifisso ligneo. E ancora: la piccola S. Bartolomeo (S. Gabriele) nei pressi dell’Anfiteatro. La barocca SS. Annun-
  • 11. 9
  • 13. Largo Antonio Tancredi ziata (sede dell’Adorazione Eucaristica quotidia- na) è un vero scrigno di tesori; la facciata è ispirata alla romana S. Pantaleo.Al suo interno si segnalano: l’altare maggiore barocco dorato (già nella Cappel- la del Suffragio), un Crocifisso ligneo (XV- XVI sec.) simile a quelli del Duomo e del Carmine, una ma- iolica castellana (Madonna con il Bambino e Anime Purganti) datata 1699 posta all’ingresso della sacre- 11
  • 14. 12 stia e le cappelle Palma e di S. Rita. Questo luogo di culto è caro ai teramani perché custodisce le pre- gevoli statue del Cristo Morto e dell’Addolorata portate in processione nel pomeriggio del Venerdì Santo. La Chiesa dello Spirito Santo, esi- stente già nel 1277, con portale degli ascolani Gio- safatti; era un tempo annessa ad un ospedale e ad una confraternita gemellata con quella di S. Spirito in Sassia di Roma, che provvedeva alla sepoltura dei carcerati e dei condannati a morte. L’unica grande chiesa gotica è S. Domenico, annessa ad un ex convento domenicano, in parte adibito ad Archivio di Stato. Eretta nel XIV secolo, custodisce interessanti affreschi di varie epoche, la cappella del S. Rosario con stucchi settecenteschi del ticinese Michele Clerici e piccolo chiostro. La Chiesa di S. Agostino, esistente dal 1362 (già S. Giacomo), Santuario Madonna delle Grazie Affresco di C. Mariani (Santuario Madonna delle Grazie)
  • 15. 13 un tempo adiacente ad un convento agostiniano (ora Archivio di Stato). La Chiesa dei Cap- puccini (S. Benedetto), preceduta da scalina- ta, anteriore al Mille e trasformata nel 1573, con- serva un altare maggiore ligneo di Fra’ Giovanni Palombieri e pregevoli tele. Inoltre le chiese: del Sacro Cuore; del Cuore Immacolato di Maria; di S. Berardo; della Madonna della Cona e della Madonna di Cartecchio del 1512, presso il cimitero, con statua seicentesca del- la Vergine. Edifici civili: Palazzo Municipale; Palazzo Vescovile (metà del XIV sec.); Casa Urbani; Casa Francese; Casa Muzi (Pa- lazzo Castelli); Casa Corradi (Capuani); Casa Coltellacci; Casa Zaccagnini; Casa Chiostro Santuario Madonna delle Grazie di Via Getulio; Casa Di Egidio; Casa Fioc- co, Casa Napolitani. Del periodo rinascimen- tale: Casa Delfico; Casa Cingoli, Casa For- ti. Seicenteschi: l’ex Ospedale Psichiatrico (con la cappella di S. Antonio Abate); Pa- lazzo Delfico (Biblioteca Provinciale); Casa Caraciotti, Casa Palma. Del periodo liberty e del XIX secolo: Villa Blandina e il suggestivo falso borgo medioevale attorno al Castello Della Monica. Ancora: il bel Parco Fluviale che circonda la città; la Stazione Ferroviaria, inaugurata nel 1883; la medioevale Fonte della Noce; Porta Melatina; Palazzo Savini. An- che: il Chiostro di S. Giovanni (Istituto Musi- cale “G. Braga”); la Fontana dei Leoni; Pa- Affresco “Cristo vendemmiatore” (Santuario Madonna delle Grazie)
  • 17. 15 Chiesa S. Domenico lazzo Pompetti; Casa Catenacci (XIV sec.); la statua romana di “Sor Paolo” (“Gnore Paule” in dialetto, sorta di Pasquino teramano che in passato era utilizzato per proteste contro i go- vernanti ed il malcostume); Casa del Mutilato (ex chiesa della Madonna della Misericordia), del 1348; Casina del Dazio; Villa Comunale. Inoltre: l’Anfiteatro Romano; il Teatro Ro- mano; la “Domus del Leone”. I siti arche- ologici di Torre Bruciata e della Madonna delle Grazie; la Domus di Vico delle Nin- fe; la Necropoli di Ponte Messato. Il Mu- seo Civico Archeologico “Francesco Sa- vini”;il Museo Civico e Pinacoteca Civica; il Museo delle Tradizioni Popolari (con- trada Villa Pavone); l’Osservatorio Astrono- mico di Collurania “Vincenzo Cerulli”. In Via Porta Carrese sono stati rinvenuti numerosi intonaci dipinti appartenenti forse a due abita- zioni di epoca romana. Nella vicina Via dei Mille, sotto un’abitazione privata, sono stati ripor- tati alla luce resti di una domus romana (I sec. a. C.); tra questi, un mosaico con il volto di Bacco incoronato da pampini. Alla fine del Viale dei Tigli (Giardini Carino Gambacorta) il Monumento ai Caduti di tutte le guerre (1960-1968), opera bronzea di Venanzio Cro- cetti, con al centro la statua del Giovane Cavaliere della Pace. La piccola Chiesa di S. Giuseppe (XVI-XVII sec.), oggi in stato di abbandono, custo- disce un altare ligneo barocco del teramano Do- menico Aviotto, abbellito da tele seicentesche del
  • 18. 16 polacco Sebastiano Majewsky (quella centrale del 1630), rappresentanti Scene della Vita del santo ti- tolare. Nel quartiere Gammarana, presso l’area ex Gavini, l’interessante Parco della Scienza; comprende il Museo della Fisica e dell’A- strofisica “Galileum”, gestito dall’Istituto Na- zionale di Fisica Nucleare e dall’Istituto Nazionale di Astrofisica, la Ludoteca Tecnico-scienti- fica e un Auditorium di 600 posti a sedere. Nel museo sono esposte opere dell’artista terama- no Italo Rodomonti; possibilità di percorsi guidati per bambini e ragazzi alla scoperta della scienza e dei misteri dell’universo. Casa Bonolis (più volte rimaneggiata) è nota per aver dato i natali al pitto- re locale Giuseppe Bonolis. Il Convitto Nazio- nale “Melchiorre Delfico” e il Liceo Clas- sico sono le più antiche istituzioni scolastiche Villa Blandina
  • 20. 18 Interno Chiesa S.Antonio (già Convento S. Francesco) della città (in precedenza costituivano il Real Colle- gio); l’edificio mostra ancora una certa imponenza, dominando l’antistante Piazza Dante. Sulla parete di una vecchia abitazione del quartiere di Porta Romana posta nei pressi della Piazzetta del Sole, si trova una nicchia (poco conosciuta) votiva. Ospita una piccola tempera ottocentesca raffigurante S. Emidio, l’unica immagine del santo esistente in città. Emidio, primo vescovo, martire e patrono della vi- cina Ascoli Piceno, è invocato dal 1703 (anno di un terribile sisma che distrusse L’Aquila e sconvolse gran parte dell’Italia centrale) come protettore universale contro i terremoti. La devozione è mol- to diffusa in diverse parti del mondo. In passato in agosto, nella ricorrenza del santo (il 5 del mese), Corso De Michetti (a sinistra Portale Chiesa S.Antonio)
  • 21. 19 Palazzo storico teramano Palazzo Melatino Finestra bifora - Palazzo Melatino
  • 22. Particolari interni Chiesa barocca S.S.Annunziata 20 era celebrato con particolare culto dalla famiglia che lo aveva apposto.La Casa dei Melatino (XIII sec.), dal nome dell’antica famiglia locale, è oggi sede della Fondazione Cassa di Risparmio diTeramo (Ter- cas). L’interno (visitabile a richiesta), custodisce testi- monianze del suo glorioso passato medioevale con ricche e preziose collezioni di maioliche di Castelli, frutto di donazioni. I Melatino sono famosi per la cosiddetta Lapide delle “male lingue” (bassorilievo del XV secolo); raffigura due volti di profilo che si fronteggiano con le lingue trapassate da un grande compasso.Al di sopra, il motto della famiglia: “A lo parlare agi mesura” (Misura le parole). Fa rife- rimento ad un episodio relativo ai nemici del casato e serve come monito per chiunque.
  • 24. T utta da scoprire la cucina tradizionale diTera- mo, giustamente considerata la “Capitale della gastronomia abruzzese” per la varietà e ricchezza dell’offerta.A tavola imbarazzo della scelta.Vale la pena visitare gli innumerevoli e caratteri- stici locali lungo il litorale e non solo. Basta percorrere poche decine di chilometri per trovarsi alle prese con un fumante e gustoso risotto alla marinara o con il piatto clas- sico e famoso dei “maccheroni alla chitarra”. Piatto-emble- ma della cucina teramana di una volta (apprezzatissimo persino dal re Faruk d’Egitto negli anni del suo esilio in Italia), che sempre attira e seduce i palati più esigenti.Tra le classiche specialità locali, non vanno dimenticati gli altri appetitosi primi, che rendono varia e attraente la mensa dei teramani. Dai cannelloni al timballo di scrippelle, ai ravioli dolci di ricotta e alle ceppe. Da “li maccarun a la mulènare” alle rinomate “virtù” (piatto forte del primo maggio). Per non dire delle famose e delicate “scrippelle in brodo”, come delle più robuste pappardelle al sugo di papera. Né sono da meno i secondi piatti. Fra i più gettonati dai buongustai: la pecora alla callara, il coniglio alla cac- ciatora, le mazzarelle, i peperoni ripieni, la ‘ndocca ‘ndocca, il baccalà, la squisita porchetta, gli arrosticini, il tacchino alla canzanese, la galantina, il formag- gio fritto. Senza, naturalmente, dimenticare i dolci con la pizza dolce tradizionale, i bocconotti, i calgionetti, le sfogliatelle, i pepatelli (tipiche specialità natalizie per eccellenza). Capitolo a parte, la croccante di mandor- le. Maestosa e ricca l’offerta generosa di salumi d’ogni genere con salsicce, ventricina, lonze e cotechi- ni. Ma in una dispensa ben fornita non possono mancare formaggi e pecorini dei monti abruzzesi, i pregiatissimi vini delle colline teramane, olio extravergine di oliva, miele millefiori, d’acacia, castagno e via degustando. Fra piatti rinomati e specialità teramane Magia della Tavola di Patrizia Manente
  • 25. Lenticchie e patate Pecora alla callara Gnocchi gallucci e noci Foto di: Annarita Di Domenico ACCADEMIA DELLA CUCINA TERAMANA Q uesti sono i piatti di Annarita Di Domenico, figlia di pastori, innamorata dei suoi monti, della loro storia e delle loro tradizioni. 23
  • 26. Alba Adriatica Spiaggia d’argento C ittadina moderna e dinamica, è una delle lo- calità adriatiche della costa teramana cono- sciuta come “le Sette Sorelle”, in riferi- mento ad un’antica leggenda popolare. Per la bellezza dell’ampio litorale sabbioso di 4 km, è stata definita “Spiaggia d’Argento”. È attraversata dal Corridoio Verde Adriatico, pista ciclabile di circa 20 km che congiunge Porto d’Ascoli con Roseto degli Abruz- zi. Dal 2003 più volte Bandiera Blu d’Europa, ospita spesso importanti eventi culturali. Il 14 luglio 2006 ha festeggiato il suo primo cinquantenario come co- mune autonomo. Molto praticata la pesca costiera. Il toponimo significherebbe “altura” o “bianco” (co- mune radice indoeuropea). Diversi ritrovamenti ar- cheologici neolitici nel territorio circostante. Agli inizi del XX secolo sorsero le prime dimore signorili: le ville, Gialluca, Tonelli, Ranalli, Ricci e Cre- scenzi.Tra il 1920 ed il 1930 furono inaugurati i viali della Vittoria e Margherita. Con Regio Decreto del 25 ottobre 1919 fu nominato primo parroco della nascente cittadina Don Giuseppe Moretti. La nuova chiesa fu eretta negli anni Trenta e nel 1937 fu resa autonoma dalla “Marina”. Con Decreto Ministeriale del 30 aprile 1930 la sede comunale fu trasferita a Tortoreto Stazione. Con Decreto del Prefetto di Te- ramo del 30 agosto 1946, Giovanni Ranzati venne nominato Commissario Prefettizio. Il 29 maggio 1956 la frazione divenne autonoma e prese il nome di Alba 24
  • 27. Adriatica, ufficializzato con Decreto del Presidente della Repubblica. È gemellata con Miranda (Isernia). Personalità: lo chef Aldo Zilli e il motociclista Ivan Palazzese (1962-1989). monumenti D a visitare: la Rotonda Nilo, piccola piaz- za nelle vicinanze del Parco Giochi di Bambinopoli. In contrada Basciani la Chiesetta di S. Vincenzo Ferreri, fatta co- struire dai Guidobaldi di Nereto. La semplice facciata presenta timpano, lunetta e campanile a vela. Il por- tale è affiancato da due piccole finestre. La località è detta “Casasanta” (in dialetto Casò) perché si ritiene che qui abbia sostato la S. Casa prima di giungere a Loreto. Il Lungomare Marconi, di circa 2,5 km, ricco di palme e pioppi, è luogo di svago e passeg- giate. Un ponte di legno sulla foce del Vibrata collega Alba alla vicinaVilla Rosa di Martinsicuro. Inol- tre: il Palazzo Comunale degli anni Venti, sito in Piazza IV Novembre dove sorgono il Monumento ai Caduti della Grande Guerra e la Chie- sa parrocchiale della patrona S. Eufemia. A Villa Fiore la Chiesa di S. Maria. La Chiesa dell’Immacolata, in contrada Basciani, conserva un bell’organo di 2.600 canne della ditta Bevilacqua diTorre de’ Nolfi. Ed ancora: Villa Ranalli (detta “la Favorita”); Villa Gianluca Palma; Villa Chiarugi; Villa Zannoni; Villa Moscarini e la massiccia Torre del Vibrata (1547). Villa Fla- iani, circondata da un parco, ospita la Biblioteca Co- munale ed è diventata centro culturale polivalente di primo piano. In contrada Basciani, Via del Vecchio Forte, così nominata perché forse conduceva alla fortezza di Civitella delTronto. Torrione di Carlo V 25 Piscina Hotel Astor Chiesa patrona S. Eufemia
  • 28. S i sviluppa su tre colli affacciati sul mare e sui “ca- lanchi” (“scremoni”, in dialetto): intere colline erose da fenomeni millenari, come una serie di picchi e balzi digradanti verso la vallata sottostante. Alcuni storici fanno derivare Hatria dall’imperatore Adriano. Atri contende con Adria l’aver dato il nome all’Adriatico. Nel XII secolo fu feudo principale della Contea d’Apruzio. Nel 1251 ottenne da papa Inno- cenzo IV l’istituzione dell’antica diocesi di Atri-Penne e l’autonomia comunale. monumenti L a Riserva Naturale dei “Calanchi”; l’inte- ressante complesso della romanica Cattedrale di S. Maria Assunta (affreschi quattrocente- schi di Andrea De Litio nel coro, una delle poche ope- re rinascimentali tra le più note di tutto l’Abruzzo) con annessi Museo Capitolare,campanile di Antonio da Lodi, chiostro e la Vasca Limaria (affreschi del XV sec.). La Chiesa di S. Reparata; il Teatro Co- munale con annesso Archivio-Museo “Anto- nio Di Jorio”; S. Agostino (Madonna delle Grazie e santi di Andrea De Litio). Palazzo Illuminati; S. Francesco;la rinascimentale Casa Paolini.Palaz- zo Vecchioni; la piccola Chiesa neo-romanica di S. Liberatore (Cappella dei Caduti); il Pa- lazzo dei Duchi d’Acquaviva. La Chiesa di S. Nicola (affresco Madonna di Loreto tra i SS. Rocco e Sebastiano di Andrea De Litio); S. Spirito (Santuario di S. Rita); la Rocca d’Atri (resti dei bastioni). Il Bel- vedere con sculture contemporanee; il Complesso Conventuale di S. Chiara (con annesso convento delle Clarisse) iniziato nel 1260;il portale trecente- sco di S. Andrea. Il duecentesco ex Convento Domenicano con la Chiesa di S. Domenico (S. Giovanni Battista); Porta S. Domenico; i resti di un teatro romano (Via Cicada); la Cappella della SS. Trinità (S. Rocco). Inoltre: il Museo Ar- cheologico Civico Capitolare “De Galatiis- Teatro Comunale Affreschi e Chiostro Cattedrale di Santa Maria Assunta Atri Scrigno di tesori e Città Ducale 26
  • 29. Affreschi Cattedrale di Santa Maria Assunta De Albentiis-Tascini”. Il Museo Civico Et- nografico; le “Grotte” (“li muri”), vani utilizzati per conservare le acque filtranti;la Fonte Canale;antiche Fontane Archeologiche; la Chiesa della Ma- donna delle Grazie; il Museo Didattico degli Strumenti Musicali Medioevali e Rinasci- mentali; il Parco Comunale (su un precedente convento dei Cappuccini). 27
  • 30. I l territorio di Basciano è stato abitato fin dalla prei- storia: le prime scoperte archeologiche risalgono all’età del ferro e testimoniano la presenza di inse- diamenti abitativi fin dal IX secolo a. C. Nella piana lungo il Mavone sono state scavate tre necropoli, che hanno restituito varie sepolture con reperti in ferro e in bronzo. Nella stessa piana, in località S. Rustico, fioriva in epoca italica e poi romana un “vicus”, im- portante centro commerciale situato lungo la “Via Salaria”, di cui abbiamo notevoli testimonianze epi- grafiche ed archeologiche. Il “vicus” fu abbandonato intorno alVI secolo d. C, forse a causa di un incendio, come tramanda l’antica leggenda del “cane nero”. L’insediamento sulla collina di Basciano risale all’epoca longobarda, come attesta la struttura muraria della “Rocca”. Sul feudo di Basciano si cominciano ad avere notizie a partire dalla metà del secolo XII, quando fi- gura tra i possedimenti di Oderisio di Collepie- tro, potente esponente della famiglia dei signori di Pagliara. Si assiste poi alla frammentazione del posse- dimento che ritroviamo, nella seconda metà del ‘300, nelle mani della famiglia Acquaviva. Agli Ac- quaviva succederanno, dal 1536, i coniugi napoletani Camillo de Scorciatis e Margherita Carac- ciolo.“I de Scorciatis - scrive lo storico Berar- do Pio – conserveranno l’utile dominio di Basciano fino alla fine del secolo XVII e vi stabiliranno la loro dimora trasformando l’antico castello, ormai inutile in funzione militare, in palazzo signorile e residenza confortevole”. Inoltre la chiesa del castello (S. Flaviano), restaurata nel 1582, ospiterà la cappella sepolcrale della famiglia baronale, mentre nella chie- sa di S. Maria sarà realizzato un pregevole altare ligneo barocco, sovrastato dallo stemma di famiglia. Sul finire del secolo XVII i de Scorciatis, scossi da una pesante crisi economica, persero il feudo che, dopo essere passato nelle mani del barone Ludovico Cerasa, nel 1701 venne posto all’asta dalla Re- gia Curia ed aggiudicato al napoletano Placido Basciano la sua storia, la sua arte Torre dell’Orologio Affresco Chiesa S. Flaviano 28
  • 31. Avellone. Anche questa seconda famiglia parteno- pea stabilì la propria dimora in Basciano e mantenne la sua cappella cimiteriale all’interno della chiesa di S. Flaviano, come testimonia una lapide sepolcrale. Ignazio Avellone, morto nel 1775, non avendo eredi diretti lasciò il feudo al nipote Nicola Bar- ra Salone Caracciolo, che gli sopravvisse per soli due anni e lasciò a sua volta il feudo al figlio pri- mogenito Placido. I Barra Salone Caracciolo furono gli ultimi signori di Basciano, di cui ebbero ri- conosciuto anche il titolo nobiliare: essi tuttavia man- tennero la loro dimora a Napoli. monumenti L’ antico borgo con la porta d’ingresso al recinto murario detta Porta dell’Orologio o di S. Michele, che presenta un arco a tutto sesto (XIV-XV sec.), la sovrastante torre campanaria, con orologio inserito, risale al settecento; la chiesa di S. Flaviano (XV secolo), con affreschi rinascimentali e impreziosita di recente da un portale con altori- lievi bronzei, incastonato nella cornice rinascimenta- le in travertino decorato da modanature e rosette; il “Castello baronale”, ora abitazione privata, che conserva le vecchie cantine e i ruderi della torre di guardia; la chiesa medievale di S. Giacomo (XII secolo) con le originarie finestre gotiche; la chiesa di Sant’Agostino nella frazione omonima, la cui fac- ciata reca lo stemma dei monaci Camaldolesi con la data 1631, e che all’interno conserva la gran- de tela seicentesca “Madonna con Bambino e Santi”; la chiesa rurale della Madonna delle Grazie del 1600, con una originale “conocchia” della Vergine; la chiesa romanica di S. Maria a “Porto Lungo” (XIII secolo), nella frazione omo- nima, con affreschi, soffitto maiolicato e splendido altare ligneo barocco del 1646.Madonna delle Grazie Particolari interni Chiesa Santa Maria di Basciano 29
  • 32. C himble, in dialetto. Insediamenti piceni a Campovalano: tombe circolari a cappuccina. Nel 1300 Nocella e Castelnuovo costituirono un unico centro. Nel XV secolo nacque il convento di S. Bernardino, eretto da S. Giovanni da Capestrano. Nel 1538 fu data in dote da CarloV di Spagna alla fi- glia Margherita d’Austria sposa di Ottavio Farnese.Nel 1600 con bolla di papa ClementeVIII, ricevette il titolo di “Città”, diventando sede diocesana unita ad Orto- na, soppressa nel 1818. Nel 1776 con bolla di papa Clemente XIV ebbe il privilegio della Scala Santa. Nota è la gustosa porchetta locale. Tra i personaggi illustri: Giacomo da Campli (1420-1492), pittore; Giovanni Battista Boncori (1643-1699), pitto- re; Nicola da Campli (XVI sec.), scultore; Nico- la Palma (1777-1840), canonico e storico; Primo Riccitelli (1875-1941), musicista e compositore. Collegiata S. Maria in Platea e particolari della Cripta Campli Città dei Farnese e della Scala Santa 30
  • 33. monumenti C ase Porticate; Palazzo Farnese; Collegiata di S. Maria in Platea (af- freschi di stile giottesco nella cripta e soffitto ligneo settecentesco con Storie del patrono S. Pan- crazio); Porta Angioina (XIV sec.); S. Giovan- ni Battista a Castelnuovo (tele del ravennate Giovan Battista Ragazzini ed affreschi del XV sec. di Giacomo da Campli). Convento celestino di S. Onofrio (affreschi quattrocenteschi nel refettorio); Madonna della Misericordia; S. Francesco con affreschi trecenteschi; Casa dello Spezia- le (XVI sec.) e Casa del Medico. Convento francescano di S. Bernardino (affreschi sei- centeschi del polacco Sebastiano Majewsky); San- tuario della Scala Santa (XVIII sec.) con 28 gradini in legno da salire inginocchiati; Museo Ar- cheologico Nazionale d’Abruzzo. Cappel- la della Madonna delle Piane (affresco della Madonna col Bambino di Giacomo da Campli); S. Pietro e Necropoli picena a Campovalano. A Nocella, Torre dei Melatino e Chiesa dei SS. Mariano e Giacomo; Santuario della SS. Trinità a Morge; Convento dei Cappuccini (S. Giacomo) aTrinità. 31
  • 34. Scala Santa e particolari 32
  • 35. Campagna di Campovalano Chiesa e particolari di San Pietro Apostolo a Campovalano 33
  • 36. “C ittà della ceramica” (li Castìlle, in dialetto), uno dei “Borghi più belli d’Italia”. Fa- mosi i maestri ceramisti che servirono le più importanti famiglie principesche romane e i sovrani del Regno di Napoli. I monaci benedettini della vicina ab- bazia di S. Salvatore insegnarono i rudimenti dell’arte ceramica agli abitanti, favoriti dalla ricchezza di acqua e di argilla. Nel Medioevo appartenne ai conti di Pagliara. Feudo del marchese Ferrante Mendoza y Alarçon.Tra le personalità: Silvio Antoniano (XVI sec.), cardinale, poeta, filosofo e letterato, precettore di S. Carlo Borromeo; Fe- lice Barnabei (1842-1922), archeologo e fondatore dei musei romani delleTerme di Diocleziano e diVilla Giulia; Fedele Cappelletti (XVII sec.), ceramista; Gesualdo Fuina (1755-1822), ceramista; Carmine Gentile (XVII sec.), ce- ramista; Carlantonio Grue (1655-1723), ceramista; Fran- cesco Saverio Grue (1686-1746), ceramista; Concezio Rosa (XIX sec.), archeologo e autore di una monogra- fia sull’arte ceramica castellana; Francescantonio Grue (XVII-XVIII sec.), ceramista; Orazio Pompei, ceramista. monumenti I l Museo delle Ceramiche, nell’ex Convento Francescano di S. Maria di Costantinopo- li (chiostro, affreschi di autore ignoto e pozzo; anti- che maioliche dei Grue, Pompei, Fuina ed altri). Resti dell’Abbazia benedettina di S. Salvatore; Istituto Statale d’Arte “F. A. Grue”; rac- colta internazionale di Ceramica d’Arte Castelli Patria dei ceramisti Interni Chiesa di San Giovanni Battista 34
  • 37. moderna; Presepe Monumentale in cera- mica (1965-1975).Parrocchiale di S. Giovanni Battista con portale seicentesco e resti dell’ambone della badia di S. Salvatore; all’interno: statua lignea di S. Anna con Maria Bambina (XIII sec.), pala maiolicata di Francescantonio Grue (1647) e croce processionale argentea di scuola sulmonese. “Cona” della Ma- donna delle Lacrime (1541) con affresco miraco- loso della Vergine, di Andrea De Litio. Casa Natale di Orazio Pompei e Palazzo Antoniano, Nei dintorni: “Cona” di S. Donato detta “Cappella Sistina della Maiolica italiana”: soffitto ligneo con 780 mattoni in ceramica (1615-1617). Volta maiolicata (Chiesa San Donato) Chiesa San Donato e particolari interni 35
  • 38. C onosciuta per la Fortezza, ultimo baluar- do borbonico prima dell’Unità d’Italia, sorge all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga. Il nome deriva dal toponimo “Ci- vita” (località di origini arcaiche); ritrovamenti dalla preistoria al periodo longobardo, nelle Gole del Salinello. I Longobardi la annessero al Ducato di Spoleto. Citata per la prima volta in un antico documento medioevale del 1001 come “Tibidel- la”, borgo incastellato. Nel 1231 fu inclusa nel “Mandatum de Riparacione Castrorum Im- perialum”, riguardante i castelli di nomina imperiale. monumenti P asseggiando attraverso le strette e tortuose “viuz- ze” del medioevale e rinascimentale centro stori- co, si scoprono numerosi tesori nascosti: Porta S. Antonio, Porta Napoli (XIII sec.), Porta delle Vigne, e resti delle mura angioine. La Colle- giata di S. Lorenzo (antico protettore del paese), di origini duecentesche e un tempo posta fuori le mura, fu trasformata in stile barocco nel 1777. Proseguendo lungo Via Roma si incontra Palazzo Ronchi, di ori- gini cinquecentesche, con portale a bugnato di gusto ascolano. La Chiesa di S. Francesco (inizialmente dedicata a S.Ludovico IX di Francia) fu edificata con l’ex convento francescano (ora Municipio) tra il XIII e XIV secolo, da Fra’ Guglielmo De Savola da Civitella. Il Pa- lazzo del Governatore (XIV-XV sec.), Palazzo Ferretti (in passato sede municipale) presenta fine- stre con cornici in pietra con paraste scanalate;nell’atrio, un pozzo ottagonale.A poca distanza, la piccola Chie- sa di S. Maria degli Angeli, detta anche “della Scopa o delle Laudi” (XV-XVI sec.), con origini duecentesche. Palazzo Scesi, con portale in traver- tino, il settecentesco Palazzo Procaccini-Savi e Palazzo Graziani (fine XVI sec.). Nei pressi, la piccola Fontana di “S. Maria Parvula”. Nume- rosi i portali rinascimentali e medioevali. La Fortez- za (1564-1576), costruita durante il dominio spagnolo in forma ellittica, domina l’intera cittadina. Il percorso si snoda attraverso tre camminamenti coperti, grandi piazze d’armi, cisterne, camminamenti di ronda, resti del Palazzo del Governatore, la cappella di S. Giacomo e gli alloggi dei soldati.Al suo interno merita una visita il Museo storico delle Armi e Map- pe Antiche. In Corso Mazzini il “Nact”, Nina Museo delle Arti Creative Tessili. Tra i vicoli del centro, la Ruetta, la via più stretta d’Italia. Fuori le mura: la Fontana degli Amanti (1863), lungo la circonvallazione panoramica. Il Santuario della Ma- donna dei Lumi con annesso convento francescano (1466) è così denominato per le varie apparizioni di fiammelle misteriose nel XVII secolo attorno al com- plesso. A poca distanza da Civitella, l’Abbazia di S. Maria di Montesanto. Meritano una visita: la Ri- Civitella del Tronto Dove abita la storia Santuario S. Maria dei Lumi 36
  • 39. 37 Fortezza Chiesa S. Maria degli Angeli e particolari interni serva Naturale delle Gole del Salinello con grotte ed eremi (S. Angelo a Ripe, S. Maria del- le Scalelle, S. Marco e Salomone).
  • 40.
  • 41. S orse nell’VIII secolo dopo la distruzione nel 739 da parte dei Longobardi di una cittadina edificata sui resti dell’antica Truentum. Sono stati rinvenuti reperti risalenti al neolitico e al periodo romano (cister- ne). Il nome forse deriverebbe dalla baronia di Guil- lelmus Colonnellus (Guglielmo Colonnello). LA QUALITÀ PREMIA il senso di un’emozione Società Agricola F.lli Biagi vinibiagi.com monumenti S i accede alla parte alta dell’abitato attraverso una lunga e panoramica scalinata (inizio XX sec.),al cui fianco si trovano una fontana e un antico lavatoio. Conserva ancora la forma dell’incastellamento medioe- vale dominato dallaTorre dell’orologio. La parrocchiale dei SS. Cipriano e Giustina, costruita in laterizio tra il 1795 e il 1815, custodisce: statue del patrono S. Michele Arcangelo, della Madonna del Suffragio, di scuola napoletana (XVIII sec.), antico coro ligneo, tela con i SS. Cipriano e Giustina, tela con l’Adorazione del SS. Sacramento, altari marmorei e un prezio- so organo del 1833 di Quirino Gennari di Lancia- no. Numerosi gli edifici civili: i palazzi Volpi, Mar- zi, Pardi, Crescenzi, Grilli (XVII-XVIII secolo) e il Palazzo Municipale del 1841. Il centro storico è caratterizzato da piazzette e strette “rue”. Inoltre: la Fonte vecchia,in contrada Giardino,forse di origine romana; in contrada S. Martino l’antica Fonte Otto- ne, costruita probabilmente su un sito romano. Colonnella Antica Signora 39
  • 42. C ittadina rivierasca con forte vocazione com- merciale e turistica, Giulianova (Giglije, in dialetto) è una delle località balneari più co- nosciute e frequentate del litorale teramano, divisa in due parti: il Paese e il Lido. La parte Alta sorge in collina a ridosso del mare, con notevoli monumenti. Il Lido moderno, con strutture ricettive, si è sviluppato nell’ultimo secolo. Abitata già nel periodo neolitico, come testimoniato da ritrovamenti archeologici, le origini risalirebbero ai Romani, che nel III sec. a. C. fon- darono la colonia Castrum Novum (o Castrum Novum Piceni), molto frequentata nell’età imperiale per i bagni termali. Le continue incursioni barbariche provocarono lo spopolamento; nel Medioevo prese il nome di Castrum Sancti Flaviani (o S. Flavia- no), in onore del santo patrono. Giulianova la “Posillipo degli Abruzzi” tra cultura e turismo 40 Cupola di San Flaviano Cappella gentilizia De Bartolomeis
  • 43. monumenti I n Paese, il Duomo di S. Flaviano (1472-1478) è tra i più importanti ed interessanti edifici rinasci- mentali abruzzesi; braccio reliquiario di S. Biagio del Quattrocento, statua della Madonna con il Bambino e Crocefisso, opere bronzee (XX sec.) di Venanzio Crocetti. Sempre a Giulianova Alta: la Chiesa di S. Antonio del 1566, con affresco deteriorato della Pietà (XVII sec.); all’interno: dieci bassorilievi, due gran- di tele seicentesche, acquasantiera romanica e lapide tombale di un nobile della famiglia De Bartolomeis. La Chiesa della Madonna della Misericordia, forse quattrocentesca, rifatta nel XVIII secolo. A poca distanza è la Chiesa di S. Anna,con altare barocco. E ancora: in Piazza della Libertà il Belvedere, luogo di ritrovo per l’incantevole panorama sul Lido e sull’Adriatico; Palazzo De Bartolomeis del 1876; Palazzo Montebello; l’ottocentesca Cappella gentilizia De Bartolomeis; la Sala “R. Pa- gliaccetti”, piccola gipsoteca con opere e bozzetti dell’artista giuliese, ed il Monumento a re Vit- torio Emanuele II, di Raffaello Pagliaccetti inau- gurato nel 1894. In Corso Garibaldi: la Pinacoteca e Biblioteca Civica “V. Bindi”, con interessanti opere della scuola napoletana dell’Ottocento ed arre- damento del XIX secolo; la Casa Museo di Gae- tano Braga, con ricordi del musicista locale. Inoltre: i resti delle fortificazioni cinquecentesche, volute da Giulio Antonio d’Acquaviva; degli otto ba- luardi originari resta Torrione “Il Bianco”, adibi- to a sede del Museo Archeologico, con reperti romani e la Casa Museo di Vincenzo Cermi- gnani, con testimonianze del pittore giuliese. In Viale Gramsci: la Biblioteca del Centro Culturale “S. Francesco” e la Pinacoteca (opere d’arte contemporanea) annesse alla Piccola Opera Chari- tas, voluta dal frate cappuccino Serafino Colangeli nel 1983; la Casa “Maria Immacolata”, con eleganti merli ottocenteschi e ampio giardino; Palazzo Cia- fardoni del 1885, con affreschi napoletani attribuiti al Paliotti; il Monastero del Volto Santo, già dimo- ra gentilizia con giardino. Ancora: l’ex Palazzo Du- cale e la bella Villa della Montagnola, storica di- mora degli Acquaviva; Villa Cerulli-Ranzato, con belvedere e decorazioni ispirate al XVI secolo. Lungo Viale dello Splendore sorgono due eleganti villini li- berty: Villa Castelli-Montano (1910-1918) con ampi finestroni, decorazioni floreali, elegante e slan- ciata torretta; Villa ex De Santis (1923-1928). A poca distanza dal Paese, su un’amena e silenziosa col- CERAMICHE DI CASTELLI DEL PONTILE DI GIULIANOVA 41 Opera dipinta a mano da 15 Maestri Artigiani dell’Associazione Ceramisti di Castelli.Riproduce le immagini del soffitto della Chie- sa di San Donato (1615-1617). Rappresenta una grande storia, la sapienza antica e l’unità delle nostre comunità.Voluta e realizzata da Ente Porto di Giulianova e Camera di Commercio di Teramo.
  • 45. lina, l’interessante Santuario di Maria SS. dello Splendore, protettrice di Giulianova, importante e frequentato luogo di culto mariano. L’origine è legata all’apparizione della Vergine (22 aprile 1557), avvolta da una gran luce, su un ulivo, all’umile taglialegna Ber- tolino, chiedendo la costruzione di una chiesa in suo onore, facendo sgorgare una fonte di acqua pura ai piedi dell’albero. L’intero complesso raggruppa: la bel- la chiesa, con la venerata statua della Madonna con il Bambino inserita in una raggiera dorata, antiche tele in sacrestia, statue lignee di santi e moderni mosaici, una monumentale Via Crucis in bronzo, dell’artista marchigiano Ubaldo Ferretti, allievo di Pericle Fazzini, le fontane dell’acqua miracolosa, con mosaici, le statue bronzee di Bertolino, due angeli (Preghie- ra e Silenzio) e dei SS. Francesco d’Assisi e Michele Arcangelo, la Biblioteca “Padre Candido Do- natelli”, il MAS (Museo d’Arte dello Splen- dore) con opere di arte contemporanea. Nell’ampio piazzale antistante, un’alta croce sormontata Santuario di Maria SS. dello Splendore - Mosaici esterni 43
  • 46. dalla statua della Vergine ed il bel Porti- co del Rosario della Scuola del Mosaico di Ravenna. Lungo la strada che porta al mare il Monumento a Gaetano Braga. A Giulianova Lido: la Chiesa della Natività di Maria, sorta nei primi del ‘900, antica parrocchia del Borgo Mari- na; la moderna Chiesa di S. Pietro Apostolo (1974); il Parco della Rimembranza (giardini pubblici); l’elegante Villino Paris-Costantini, in stile liberty (1904), con ampio giardino e piccola torretta;Villa Gasbarrini;il Kursaal (1913-1929), opera dell’ingegnere teramano Giuseppe Marcozzi, con decorazioni liberty, come sala convegni e mostre espositive.Ancora: il Lungomare Monumentale del 1936 di Giuseppe Meo; l’ex Colonia Marina “Rosa Maltoni Mussolini” (1936-1937); il Mu- 44
  • 47. seo della Marineria, presso la sede del Circolo “Il Nautico”; la foce del torrente Salinello, con ponte in legno che unisce Giulianova da Tortoreto; la Torre del Salinello del XVI secolo. Il Lido è attraversato dal “Corridoio Verde Adriatico”, pista ciclabile di oltre 20 km, che congiunge Porto d’Ascoli a Roseto degli Abruzzi. Il porto è diviso in molo Sud e molo Nord; il primo ospita una serie di traboc- chi (casupole in legno adibite alla pesca con rete), in dialetto “li caliscinne”. Infine la Chiesa di S. Maria a Mare (SS. Annunziata), dei secoli X-XI: faccia- ta dal bel portale con 18 rappresentazioni allegoriche, scene simboliche, animali, statua della Madonna con il Bambino e due piccoli leoni; all’interno: mo- derna immagine della Vergine e la piccola cameretta abitata da S. Gabriele dell’Addolorata prima di essere trasferito al convento di Isola del Gran Sasso d’Italia nel 1858. Chiesa di S. Maria a Mare (SS.Annunziata) con particolare del magnifico portale 45
  • 48. I n passato era un’isola (Insula) circondata dai fiumi Ruzzo e Mavone. Nel 1173, contea dei da Paglia- ra, fu chiamata Isola di Penne. Nel 1526 Carlo V di Spagna la donò al conte Ferrante Mendoza y Alarçon. Dopo l’Unità d’Italia fu interessata da fenomeni di bri- gantaggio. Nel 1863 prese l’attuale nome.Tra le perso- nalità: S. Berardo di Pagliara (XI-XII sec.), vesco- vo aprutino, patrono di Teramo e diocesi; Giovanni Parrozzani (1844-1922), chimico; Pietro Tesau- ri, vescovo; Niccolò dell’Isola (1230-1284). monumenti S oprannominata “Paese dei Motti”: diversi architravi e finestre con iscrizioni in latino. Da vi- sitare: Parrocchiale di S. Massimo (portale Santuario S. Gabriele dell’Addolorata di Matteo da Napoli, battistero rinascimentale, affreschi sulla volta, maiolica di Andrea Pompei, ostensorio quat- trocentesco, statua del patrono). Ancora: Cona di S. Sebastiano con affreschi di Andrea De Litio; resti delle fortificazioni del “Castello d’Insula; porte del Torrione e della Cannavina. Inoltre: Chiesa (Cona) di S. Leonardo; Palazzo baronale Henrici-De Angelis; ruderi della Chiesa di S.Antonio. Nei dintorni: Cappella di S. Lucia con portale del 1450 e affreschi cinquecenteschi; mulini della Marchesa, Pranzella e S. Valentino.A Casale S. Nicola, Eremo di S. Ni- cola a Corno,Tra Isola e Cerchiara, rovine della Chie- sa di S. Valentino. Sul Monte Infornace: Eremo di S. Colomba. Poco distante, rovine del Castello di Pagliara; Chiesetta di S. Maria di Pagliara (XII sec.); S. Giovanni ad Insulam (XII-XIII secolo). Vicino Pretara, l’Eremo di Fratta Grande. Il Santuario di S. Gabriele dell’Addolorata, tra i più visitati del mondo. Nella vecchia basilica primitiva tomba del santo e affreschi di Ugo Scaramucci. Nel convento: vecchio coro, sala dei ricordi, cameretta del transito e museo degli ex voto. Nel nuovo tempio mosaici, bronzi, vetrate e ceramiche. Moderno campanile con concerto di 14 campane. Nel piazzale, sede dell’Eco di S. Gabriele;Via Crucis (2006-2007) e presepe artistico. La nuova basi- lica ospita la Biennale di Arte Sacra ed il Museo “Stauròs” d’Arte Sacra Contemporanea. Passeggiate lungo i sentieri del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e ai piccoli borghi montani. Isola del Gran Sasso Paese dei Motti Particolari Chiesa San Giovanni ad Insulam 46
  • 49. Cascata (Isola del Gran Sasso) Chiesa San Giovanni ad Insulam
  • 50. S orge su una collina panoramica nella vallata del fiumeTordino. Sarebbe stata fondata nell’897 dai Benedettini, che vi eressero un’abbazia dedi- cata a S. Michele Arcangelo, oggi parrocchiale, attorno alla quale si costituì l’antico nucleo della cit- tadina. Nel marzo dello stesso anno i messi imperia- li Leuderico e Gisone stabilirono che i beni di “Musiano” spettassero al vescovo di Teramo Giovan- ni. L’8 marzo 1059 il papa Niccolò II confermò all’abate Desiderio di Montecassino il possesso del monastero dei SS. Sette Fratelli (Madonna degli Angeli o S. Maria del Casale). Nel 1318 il vescovo aprutino Niccolò degli Arcioni ottenne dal re Ro- berto d’Angiò la conferma del feudo di Montone (frazione). Il 6 maggio 1393 venne acquistata insieme al restante distretto di Teramo da Antonio Acquaviva conte di S. Flaviano (Giulianova) e Montorio alVoma- no. Nel 1397 frate Matteo di Angelo di Morro (d’Oro), preposito della chiesa di S. Michele, fece eri- gere il campanile (Torre Acquaviva). Nel maggio del 1415 si arrese dopo 37 giorni di assedio al conte di CarraraViceré d’Abruzzo. Il 12 luglio del 1438 ven- ne saccheggiata da Francesco Sforza. Nel novembre del 1461 fu occupata e sottratta da Matteo da Ca- pua Viceré d’Abruzzo a Giosia Acquaviva. Tra il 1611 ed il 1614 vennero istituite a Montone Municipio Mosciano S. Angelo Musiano, borgo delle torri e del mobile 48
  • 51. le confraternite del SS. Sacramento e del SS. Rosario ed eretti un convento dei Celestini e una prepositura. Nel 1649 il cenobio celestino, in quanto grancia, venne accorpato al monastero giu- liese di S. Maria dello Splendore (santuario), elevato a Priorato. Nel 1694 la parrocchiale di S. Giaco- mo di Montone, tolta ai Celestini, appartenne alla basilica romana di S. Giovanni in Laterano. Nel 1736 Troiano Acquaviva, cardinale e ministro del re, venne nominato abate commendatario per- 49 petuo dell’abbazia di “S. Angelo in Musiano” (parrocchiale). Nel 1750 subentrò Pasquale Acquavi- va. Durante il Rinascimento l’abitato si estese anche fuori le mura; nel Risorgimento fu importante sede di patrioti impegnati nella causa dell’Unità d’Italia.Tra le varie personalità locali:Don Gaetano Cardelli (1880-1948);Domenico Del Zoppo,garibaldino; Francesco Patella (1880-1964), pittore; Aure- lio Saliceti (1804-1862), nato a Ripattoni (all’epo- ca nel comune di Mosciano), e Francesco Savini.
  • 52. La banda musicale, tra le più antiche d’Abruzzo, ven- ne fondata nel 1815. Conosciuta per i suoi mobilifici; fu denominata la “Cantù” d’Abruzzo. monumenti C onserva tratti del tessuto urbano medioevale: restano otto torri di difesa e avvistamento.Nei pressi di Piazza IV novembre la Chiesa del SS. Rosario,eretta dall’omonima confraternita con Regio decreto di Ferdinando II, tra il 1853 e il 1876. L’interno conserva affreschi dell’artista locale France- sco Patella, altare maggiore in finto stile rinascimenta- le e statua lignea dellaVergine. La Parrocchiale di S. Michele Arcangelo è affiancata dalla merlata e slanciataTorre Acquaviva trasformata in campanile. Chiesa S. Maria Assunta di Montone e particolari 50 Al suo interno: pitture di Francesco Patella. Nelle nic- chie sopra il portale e nella lunetta il Patella dipinse i SS. Michele Arcangelo (patrono del paese), Rita da Cascia, Francesco d’Assisi, Gabriele dell’Addolorata, Teresa del Bambin Gesù e l’Immacolata. La neoclas- sica Chiesa dell’Addolorata, situata lungo una discesa, nelle vicinanze di Piazza Saliceti, fu iniziata nel 1828 su autorizzazione di re Ferdinando I di Bor- bone. Ospita due tele del teramano Gennaro Della Monica; negli anni 1888-1889 venne decorata da Fi- lippo Fiorentino e Salvatore Giorgi. Del 1894 l’affre- sco absidale di Prospero Piatti raffigurante l’Adora- zione della Croce.Tra gli edifici civili: Villa Ventilj e Villa Savini (in campagna), entrambe con ampio parco. Inoltre: il Cinema Teatro Acquaviva, il Belvedere e l’Osservatorio Astronomico di Colle Leone con gli interessanti Museo di Scienze Naturali e Planetario di Scienze della Terra. In località Convento il Santuario di S. Maria del Casale (SS. Sette Fratelli) con
  • 53.
  • 54. annesso convento francescano. L’interno della chiesa, mostra un soffitto ligneo (Madonna in gloria con SS. Francescani, S. Felicita di Roma e Sette Figli Martiri) e quattro altari barocchi ricchi di stucchi e sculture di angeli. In una nicchia sopra l’altare maggiore il vene- rato e antico simulacro ligneo della Madonna degli Angeli, protettrice di Mosciano. Nel chiostro affreschi narranti laVita di S. Francesco d’Assisi. Nella frazione di Montone, le torri medioevali e le Chiese della Madonna Assunta, di S. Anna e di S. Antonio Abate (con ex convento dei Celestini), che custodisce il sarcofago trecentesco di Bucciarello Jacopo di Bartolomeo da Montone. 52 Chiesa di San Michele Arcangelo e particolari
  • 55.
  • 56. I mportante centro balneare, posta tra la foce del Vo- mano e del Tordino, è uno dei comuni più grandi del Teramano e fa parte delle sette località adriatiche della costa aprutina. Molto frequentata durante la sta- gione estiva, è nota anche come “Lido delle Rose”. Offre vari divertimenti,occasioni di praticare sport o rilas- sarsi in spiaggia,numerosi campings,alberghi e stabilimenti balneari, diversi eventi culturali ed artistici. È attraversata dal Corridoio Verde Adriatico,pista ciclabile di cir- ca 30 km che la congiunge a Porto d’Ascoli. Il bel litorale sabbioso si estende per oltre 10 km. Negli ultimi decenni ha avuto un notevole incremento demografico, special- mente nel quartiere del Borsacchio, dove si trova l’o- monima pineta, nella frazione di Voltarrosto e nelle località S. Giovanni e Campo a Mare. Dal 1999 è Bandiera Blu d’Europa. La presenza umana nel territorio sembra risalire all’epoca romana e longobarda, come at- testato da numerosi ritrovamenti archeologici. Di origine romana anche la frazione di Cologna Paese, più volte citata in numerosi documenti medioevali,in relazione con il monastero benedettino di S. Salvatore a Bozzino. Nella Roseto degli Abruzzi Da Montepagano a Rosburgo Pasquale Celommi 54
  • 57. “Marina” il clero della Chiesa Ricettizia di Monte- pagano (ente morale dell’Italia meridionale composto da corporazioni di chierici che si occupavano della cura delle anime e del culto divino, con patrimonio comune e senza prebende) possedeva un fondo. Il 30 luglio 1857 il Capitolo, riunitosi nell’oratorio della parrocchiale, stu- diò e creò un progetto per concedere il suddetto terreno in perpetuo diritto di enfiteusi a coloro che si sarebbero stabiliti nella sottostante zona costiera di proprietà comu- nale. Il progetto fu redatto da Serafino De Nigris di Canzano, Regio Agrimensore; egli si interessò di stabilirne la quota ed il valore. Il fondo venne così suddi- viso in 12“quote”(lotti di terra) e il 22 maggio 1860,con regolare rogito del notaio Angelo Garrani di Moscia- no Sant’Angelo, venne assegnato ad altrettante famiglie. A ricordo, fu murata una lapide (ancora esistente) nella sacrestia della chiesa della SS. Annunziata. Il primo agglomerato urbano, futuro nucleo della cittadina, prese il nome di “Le Quote”; da qui il soprannome dispre- giativo di “cutaroli”, in contrapposizione agli abitanti del paese detti “paganesi”. Il toponimo scelto non piacque tuttavia al patriota Ciro Romualdi che per primo,nell’estate del 1861,chiamò il nuovo abitato “Ro- sburgo” (ispirato forse dai roseti un tempo esistenti nei pressi delle case dei pescatori), facendolo incidere su una meridiana disegnata dal prof. Donaggio,insegnante di liceo aTeramo. Nel 1863 fu inaugurata la stazione ferro- viaria. Nel 1877 fu effettuata la seconda “quotizzazione” da Domenico Ponno,che mise in vendita un terreno di circa 600 are (proseguimento di quello già messo a disposizione dal clero) per l’edificazione di numerose ville e case. Il 12 luglio 1886 il Romualdi morì senza vedere realizzato il sogno di chiamare la cittadina rivierasca con il nome da lui proposto. Il consigliere Giammichele Thaulero fece convocare con urgenza il Consiglio co- munale per cercare di risolvere la faccenda. Finalmente, il 14 ottobre dello stesso anno, considerato il notevole incremento della popolazione della borgata marinara, il Comune stabilì che la località mutasse il toponimo in “Rosburgo”.Tale delibera fu approvata il 22 maggio 1887 55
  • 58. con articolo unico dal re d’Italia Umberto I. Il tu- rismo si sviluppò grazie all’ospitalità dei pescatori locali che, ai primi del XX secolo, cominciarono a mettere a disposizione le proprie abitazioni per i forestieri: ciò servì a trasformare la ridente località in una spiaggia ospitale e tra le più frequentate dell’Adriatico, ricca di luoghi di sva- go e divertimento. Nel 1909 fu aperto un ufficio anagra- fico. Una terza “quotizzazione” fu effettuata per volontà del barone Luigi Bernardi Patrizii nell’agosto del 1913, per dare la possibilità a quanti abitavano nella valla- ta delVomano di costruirsi una casa al mare. Nell’estate del 1920 ospitò varie personalità: il generale Pietro Badoglio, Raffaele Paolucci ed il filosofo Gio- vanni Gentile. Il Regio Decreto del 3 aprile 1924 trasferì la sede municipale da Montepagano alla fra- zione di Rosburgo,come richiesto dal Consiglio comu- nale con delibera del 15 dicembre 1923. Primo sindaco fu il ceramista Giuseppe Di Blasio. Con Regio De- creto del re Vittorio Emanuele III del 20 febbraio 1927 la borgata prese il toponimo di “Roseto degli Abruzzi”,trasferendo la frazione nell’antico borgo col- linare. Montepagano, ridente paese collinare a circa 6 km da Roseto, borgo medioevale incastellato (Castel Pagano), sarebbe sorto tra l’XI-XII secolo. Gli abitanti si stabilirono su un cucuzzolo per sfuggire alle ripetute invasioni dei pirati turchi e saraceni, protrattesi nei secoli successivi. Nel 1065 l’imperatore Enrico III nomi- nò vassallo (“milite”) il vescovo di Teramo Pagano; da lui forse deriverebbe il toponimo (“Castelpagano” o “Castellum Mons Paganus”). Scorci di Montepagano Lungomare 56
  • 60. P enna Sant’Andrea (dal latino Pinna = pinna- colo, aguzzo) sorge in collina, in posizione do- minante da sud la valle delVomano. In dialetto: la Pònne.Fu compresa nel territorio dei Sabini adriatici e della colonia romana di Hatria (Atri). In località Troiano sono stati riportati alla luce resti di una piccola necro- poli (VI-IV sec. a. C.) e stele funerarie dell’Età del Fer- ro. Il paese sarebbe sorto tra l’VIII e il IX secolo: infatti, un documento medioevale del XII secolo cita la chiesa Sancti Andree di Pinna (della quale non rimangono resti, ad esclusione del colle omonimo). Dalla fine del secoloVIII al X fu feudo dell’abbazia benedettina molisa- na di S.Vincenzo alVolturno: dell’antico incastellamento rimangono i due centri di PennaVecchia e Penna Nuova, poi unificati. Più tardi fu possedimento di varie famiglie locali e nel 1446 divenne dominio degli Acquaviva, du- chi di Atri. In passato era famosa per la fabbricazione di campane (ora cessata). Oggi particolarmente nota per la manifestazione folcloristica del “Laccio d’Amore”, in costumi tipici. monumenti N ell’abitato si possono visitare: la chiesa parroc- chiale di S. Maria del Soccorso (XVII sec.), con contrafforti esterni e campanile settecente- sco, pregevoli altari lignei barocchi, tabernacolo ligneo e statua seicentesca di S. Giacomo. Nella romanica chiesa di S. Giusta (sconsacrata), fuori il paese, si trovavano alcuni arredi liturgici ora nella parrocchiale;sarebbe stata eretta sui resti di un tempio pagano. Nei pressi del ci- mitero, la chiesa di origine medioevale di S. Maria di Podio (“Ad Vallem Podii”): monofora gotica con archetto trilobato e acquasantiera con la raffigurazione di una ranocchia nel bacino. In area suburbana: la chie- sa della SS. Trinità, di origine trecentesca (tela con l’Incoronazione della Vergine) e la Fonte Vecchia (XV sec.) con pozzo e lavatoio. Interessante anche la Riserva naturale regionale Castel Cerreto. Penna Sant’Andrea Pinna 58 Interno Chiesa S. Giusta e particolari
  • 61.
  • 62. costiera con la costruzione della ferrovia (1863). Negli ultimi decenni si è verificato un grande svi- luppo balneare; dal 1992 al 2014 è Bandiera Blu d’Europa. Al Lido alcune aziende di pelletteria e mobilifici. Tra le varie personalità: Nicola De Fabritiis (1887-1968), musicista e compositore; Emidio Piermarini, bibliotecario della Biblio- teca Nazionale di Napoli, poeta e scrittore, il più grande epigrammista del’900, secondo il giudizio di Giovanni Gentile e di Benedetto Croce; Padre Natale Cavatassi, biblista e poeta; Al- berto Capanna, direttore generale della Finsi- der e poi presidente. I l paese si articola in due zone distinte tra loro: una più antica, in collina, Tortoreto Alto, borgo medioevale fortificato, con tre quartieri (Terra- vecchia, Terranova, Borgo), l’altra moderna, Tortoreto Lido, stazione balneare. Numerosi sono i ritrovamenti preistorici: resti di capanne circolari o ellittiche nei pressi del torrente Salinello; dopo il V sec. a. C. si insediarono i Piceni, successivamente i Romani. Durante il periodo romano il territorio era compreso nell’ager Palmensis (dal nome della città di Palma, importante centro piceno). In collina sorgeva Castrum Salini, in pianura i villaggi di Servium e di Salinum. I superstiti della devastazione gotica si rifugiarono sulla colli- na di Castrum, fondando il nuovo nucleo urbano. Nell’867, Tortoreto venne donata dall’imperatore Ludovico II a Bertario abate di Montecas- sino, citata in un documento col nome di “Turturi- tus”. L’attuale borgo deriva da “tortora” (raffigurata nello stemma comunale), zona un tempo ricca di boschi abitati da tortore. Nel 1282 divenne feu- do degli Acquaviva, duchi di Atri, fino al 1733. Nel 1860 fu annessa al Regno d’Italia. Nel XIX secolo ci furono i primi insediamenti nella zona Tortoreto Il mare e la collina 60
  • 63. monumenti T ortoreto Alto mantiene l’aspetto di borgo medioevale incastellato, con strette viuzze, passaggi e panorami. La seicentesca Chiesa di S. Agostino, annessa ad un ex convento ago- stiniano del ‘500 (chiostro in stile romanico e poz- zo). Fino al 1973 vi era custodita la preziosa tela di Mattia Preti raffigurante il Battesimo di S. Agostino (ricollocata dal 2007 nella sua sede antica splendi- damente restaurata). In sagrestia è in allestimento un piccolo museo di arte sacra. In Piazza Garibaldi la Torre dell’Orologio, in origine antico mastio difensivo e porta di Terravecchia. La Cappella della Madonna della Misericordia, eretta dopo l’epidemia di peste del 1348, un tempo an- nessa ad un ospedale conserva il prezioso ciclo di affreschi raffiguranti la Passione di Cristo, del 1526, di Giacomo Bonfini da Patrignone di Montalto Mar- che, allievo del Pintoricchio; nell’abside Crocifissio- ne con veduta cinquecentesca del paese. A poca distanza la Chiesa del patrono S. Nicola di Bari, ricostruita nel 1534 (organo del 1842 di Vincenzo Paci, statua argentea della Madonna della Neve del 1925, cappella del santo protettore del 1873). Ed ancora: il Belvedere, dall’ampio pano- 61
  • 64. Affreschi Cappella Madonna della Misericordia 62
  • 65. rama; l’ex chiesa del 1529 della Madonna del Carmine; la porta urbana settentrionale; la cinta muraria; il settecentesco Palazzo Comu- nale (De Fabritiis); la Fortezza, in mattoni, con una bella torre cilindrica degli Acquaviva e il suggestivo porticato ricavato sotto piazza Garibaldi nell’avvallamento che separava originariamente i tre quartieri antichi. Nel territorio c’erano numerose “pinciare” o “pinciaie”, case rurali costruite a secco con paglia e fango. Lungo la strada che sale dal mare a Tortoreto Alto, in località “Muracche” sono stati rinvenuti i resti di una villa rusti- ca romana con pavimento musivo e vasche per il deposito dell’olio o del mosto. Scendendo dal paese verso nord l’Oasi Naturalistica delle Fonti del Vascello, in località “Fontanelle” (zona ricca di polle d’acqua con animali, piante e laghetto). A Cavatassi un interessante Museo dell’Arte Contadina. Al Lido: Museo della Cultura Marinara, la moderna Chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta. Parallelo al Lungoma- re Sirena il Corridoio Verde “Adriatico”, pista ciclabile di oltre 20 km, che congiunge Porto d’Ascoli a Roseto degli Abruzzi e i 3,5 km di spiaggia dalla sabbia fine e dorata, priva di scogli. Opera di Mattia Preti - Chiesa S.Agostino 63 Particolari interni Chiesa S.Agostino
  • 66. I stituito nel 1991 è situato tra Abruzzo (province di Teramo, L’Aquila e Pescara), Lazio (provincia di Rieti) e Marche (provincia di Ascoli Piceno). Si estende su un territorio prevalentemente montuoso, tra il massiccio del Gran Sasso d’Italia e la catena dei Monti della Laga; è sud- diviso in 11 distretti. Il parco offre ai visitatori la possibilità di interessanti escursioni, immersi nella bellezza della na- tura e dell’arte: cascate, boschi, antichi tratturi e abbazie benedettine. Molto frequentate le sue località sciistiche. È gestito dall’omonimo Ente parco con sede ad Assergi, nell’Aquilano.Tra le numerose specie di flora e fauna presenti, ricordiamo: pini neri, abeti, betulle, cornioli, genziane, faggi, prataioli, porcini, camoscio d’Abruz- zo, cervo nobile, capriolo, lupo appenninico, orso bruno marsicano, aquila reale. I comuni delTeramano che ne fan- no parte sono: Arsita, Campli, Castelli, Civitella del Tronto, Cortino, Crognaleto, Fano Adria- no, Isola del Gran Sasso d’Italia, Montorio al Vomano, Pietracamela, Rocca Santa Maria, Torricella Sicura, Tossicia e Valle Castellana. Parco Nazionale Del Gran Sasso e Monti della Laga Cento Fonti 64