2. LA RICERCA
•Approfondire il concetto di socialità connesso al
social networking e alla comunicazione mobile.
•Capire il reale utilizzo del cellulare, per arrivarne
a definire l’identità, il valore simbolico.
•Raccogliere e sistematizzare nuovi dati.
3. ALCUNI DATI STATISTICI
• Monitoraggio classico attraverso un questionario.
• Età 11-18.
• 618 questionari restituiti.
• Un “open day” al quale sono stati invitati 200 ragazzi.
4. ALCUNI DATI STATISTICI
• L’etàmedia del primo cellulare è 11 anni, con un chiaro
trend di abbassamento della soglia di accesso, per
molti coincidente con la fine delle scuole primarie.
• Laspesa mensile, però, diminuisce: quasi la metà del
campione spende meno di 10€ al mese. Ma il fenomeno
può essere attribuibile alla diminuzione dei costi, non ad
una minore utilizzo.
6. SMS
• I dati confermano l’ampio utilizzo degli SMS da parte
dei giovani. Quasi la metà del campione invia almeno 4
SMS al giorno, il 17,6% ne invia più di 10.
• Gli SMS si utilizzano prevalentemente con gli amici,
mentre nella comunicazione con i genitori continua a
prevalere l’utilizzo della chiamata vocale.
• Si riscontra una netta differenziazione di genere: le
femmine usano gli SMS molto più dei maschi.
8. HEAVY USERS
•Per molti giovani il cellulare è un lettore mp3 e una
macchina fotografica, prima ancora che un telefono:
prevale un utilizzo “povero” del cellulare.
•Una significativa minoranza di Heavy Users, tuttavia, fa
un uso molto più ricco dello strumento.
11. SPAZI REALI/DIGITALI
Cellulare come:
•Canale di comunicazione sotterraneo, non solo a
distanza ma anche in presenza.
•Strumento capace di generare e sostenere ambienti di
comunicazione on demand, in primo luogo integrando
altri media.
13. LIBERTA’/CONTROLLO
•Scarsa consapevolezza della caratterizzazione
ambivalente delle nuove tecnologie (rischi connessi alla
privacy, alla tracciabilità, alla centralizzazione dei flussi
comunicativi, alle forme di controllo sociale).
•Per molti assume una connotazione “neutra”, per altri,
però:
➡ è uno strumento importante ma va utilizzato in maniera
moderata, altrimenti se ne diventa schiavi (M,13);
➡ non deve essere utilizzato in continuazione, altrimenti
diventa un’ossessione (M, 14).
14. CHI CONTROLLA CHI?
RAPPORTI CON GENITORI E GRUPPO DEI PARI
• Il controllo da parte dei genitori si attenua facendosi
virtuale. Si hanno forme di controllo da parte del gruppo
dei pari, il cui potere di influenza sul singolo si dilata
dall’ambito scolastico e ricreativo all’intera esperienza
sociale.
• Il giovane è posto direttamente in comunicazione con la
rete amicale (e quindi con le regole e i vincoli imposti dal
gruppo), anche dentro le mura domestiche. Ad esempio,
vi è una sorta di obbligo morale di rispondere agli SMS
ricevuti entro 10-15 minuti.
15. DIPENDENZA E COMPULSIVITA’
• Si sviluppano forme di dipendenza oltre che di
compulsività.
• Senza cellulare ci si sente incompleti, si prova ansia, si
teme di perdere comunicazioni importanti.
• Le forme di controllo sono intrinseche allo strumento. Ai
gesti e alle ritualità che vi sono associate.
➡Trascorro troppo tempo al cellulare dopo che ho comprato lo
smartphone, è un’ azione spontanea che non vorrei che accadesse F, 15
16. PERCORSI DI SOCIAZIONE
E IDENTIFICAZIONE
•Il cellulare non amplia, in sé, le reti sociali e gli spazi
comunicativi: asseconda (e favorisce) un naturale
percorso di allargamento delle reti sociali dalla “socialità
ristretta” verso forme di socialità più ampia, di tipo
universalistico e specialistico.
•A 10 anni sono I genitori che vogliono che i figli utilizzino
il cellulare; dopo pochi anni il cellulare diventa canale di
comunicazione con gli amici e terrendo di conflitto con I
genitori.
17. DAI GENITORI AL GRUPPO DEI
PARI ALLA RETE
• Non utilizzo molto il cellulare, è una cosa della quale potrei fare a
meno. Ovviamente è comodo, ma non vitale, e lo utilizzo
soprattutto per non far preoccupare mia mamma (F, 13).
• Fino alla seconda media il cellulare per me era inutile, dal
momento che me lo hanno regalato i miei lo considero troppo
comodo (F, 15).
• Io utilizzo il cellulare per amministrare la mia pagina di Facebook
insieme a un’amica che ho conosciuto sui Social Network (non è
di qui, è di Milano). Grazie alla pagina mi sento di avere più amici
e questo mi fa sentire più sicura e apprezzata dagli altri (F, 15).
18. COMUNICAZIONE DIRETTA E
INDIRETTA
• Il cellulare permette di comunicare, ma esso stesso, tramite la
personalizzazione (con covers, suonerie, sfondi, ecc.) comunica l’identità del
proprietario.
• Il cellulare integra la dimensione dell’identificazione (ciò che segna
l’appartenenza a un gruppo, con cui si condivide atteggiamenti, valori, segni e
codici) la dimensione dell’individuazione, ovvero ciò che distingue dagli altri e
che rende “unico”, nonché la dimensione della comunicazione di tali
dinamiche di identità/alterità.
• Il risultato è che esso stesso diventa “un amico”:
➡Il cellulare per me è un amico (F, 12); Il telefono è come una seconda
sorella, io il telefono lo uso sempre (M, 13); Ringrazio chi ha inventato il
cellulare perché io sono innamorato del mio telefono persino da chiamarlo
Mourinho (F, 13).
19. CONCLUSIONI
• Uso intenso, ma in prevalenza "povero"/significativa presenza di heavy users.
• Cellulare come multimedium: strumento di comunicazione, di produzione e di
riproduzione di contenuti.
• Strumento personale e interfaccia comunicativa per eccellenza, in grado di
creare ambienti sociali, reti e connessioni.
• Da strumento di approfondimento a strumento di allargamento delle reti
sociali.
• Monitoraggio sull'effettivo comportamento comunicativo dei giovani, anche ai
fini della progettazione di contenuti di tipo formativo.