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  6|2013 ∙ 77
STRUMENTI
INTRODUZIONE
Quanto costano effettivamente le
RSA e quali sono gli elementi de-
terminanti la spesa? I dati relativi a
questo settore di spesa pubblica e
privata sono pochi e non facilmen-
te comparabili per cui una analisi
rigorosa o qualche utile esercizio
di benchmarking sono difficili da
realizzare.
La procedura comparata di calco-
lo dei costi di produzione al fine di
definire i costi complessivi delle
RSA si scontra con le difficoltà di
disporre di contabilità analitica di
molte strutture pubbliche, ma an-
che con le diverse modalità di con-
tabilizzazione dei costi di sogget-
ti privati.
Quali sono le risultanze delle po-
che ricerche e studi che si sono re-
alizzati in materia? Abbiamo cer-
cato di sintetizzarli nelle pagine
che seguono al fine di verificare
la possibilità di trarne delle indica-
zioni convergenti o comunque uti-
li per interpretare la realtà attuale e
dare utili indicazioni a chi deve mi-
surarsi con la gestione delle RSA e
con la determinazione delle tariffe
di riferimento.
Per cercare di comprendere gli ele-
menti determinanti dei costi delle
RSA sono state raccolte 5 ricerche
sui costi analitici delle RSA (Pesa-
resi, 2013). Si tratta di una docu-
mentazione non del tutto omoge-
nea ma significativa dato che nel
complesso coinvolgono oltre 100
RSA per un totale di oltre 9.000
posti letto (cfr. tabella 1).
I COSTI DELLE RSA
Franco Pesaresi *
Qualche importante riflessione
in un settore dove la rilevazione
della spesa è molto eterogenea
*] Direttore Azienda servizi alla persona “Ambito 9” Jesi (AN), presidente Anoss.
Tabella 1 – Le ricerche sui costi analitici delle RSA prese in considerazione
Autore ricerca Anno dei dati Oggetto dell’indagine note
1. Tanzi (2009) 2008 20 RSA del Veneto
per un totale di 2.040 p.l.
La ricerca non ha tenuto conto dei costi
amministrativi e generali
2. Irer-Cergas (2007), Cantù et al. (2010) 2005 27 RSA della Lombardia
per un totale di 2.300 p.l.
3. Sebastiano et al. (2010) 2008 10 RSA di Piemonte, Lombardia, Veneto,
Emilia-Romagna e Toscana
per un totale di 1.400 p.l.
La ricerca non ha tenuto conto degli
ammortamenti e degli accantonamenti,
della gestione straordinaria ed accesso-
ria e delle imposte sul reddito
4. Brizioli, Masera (2011) 2010 50 RSA del gruppo Kos in Lombardia (18),
Piemonte (12), Liguria (9),
Veneto (3), Emilia-Romagna (3),
Toscana (1), Marche (4)
5. Peruzzi (2011) 2009 Dati Cooperativa Koinè che
gestisce 5 RSA in Toscana
78 ∙ 6|2013   STRUMENTI
La ricerca di Tanzi (2009) ha analiz-
zato i costi dei centri servizio anzia-
ni (CSA) pubblici e privati del Vene-
to1
. La ricerca ha un limite. Ha con-
siderato solo i costi socio-sanitari
e quelli alberghieri. I costi ammini-
strativi e generali non sono stati va-
lutati in quanto le RSA venete non
si sono ancora dotate di un siste-
ma contabile economico-patrimo-
niale in grado di rilevare le quote di
ammortamento delle immobilizza-
zioni materiali e immateriali.
La ricerca di Sebastiano ed al-
tri (2010) ha coinvolto 10 RSA di
5 Regioni (Piemonte, Lombardia,
Veneto, Emilia-Romagna e Tosca-
na) per un totale di 1.400 posti let-
to mentre i dati forniti da Brizioli e
Masera (2011) fanno riferimento a
50 RSA del gruppo Kos distribuite
in 7 diverse Regioni2
.
I dati forniti da Peruzzi (2011) so-
no elaborazioni della Cooperativa
Koiné di Arezzo su dati del 2009
relativi alla gestione diretta di 5
RSA in Toscana3
.
I COSTI DELLE RSA
Il materiale raccolto ci dice che il
valore medio del costo della gior-
nata di degenza è di 95,73 euro
(cfr. tabella 2). Questo dato non
va enfatizzato visto che la diso-
mogeneità dei dati non lo permet-
te ciononostante è utile per ave-
re un primo significativo punto di
riferimento. La differenza di circa
11,53 euro al giorno fra il Veneto e
la Lombardia sono solo apparenti
e in gran parte motivate dai diffe-
renti anni di riferimento. Se attua-
lizziamo il costo giornaliero delle
RSA lombarde al 2009 otteniamo
un costo giornaliero di 97,20 euro
al giorno molto vicino a quello re-
gistrato in Veneto.
Le ricerche evidenziano una ampia
diversità dei costi alberghieri. Que-
sti variano da un minimo di 15,90
euro al giorno ad un massimo di
21,52 euro. In questo caso i dif-
ferenti livelli assistenziali non do-
vrebbero incidere su questa parte.
Ciò che può giustificare una diver-
sità della spesa sono soprattutto i
diversi contratti di lavoro applica-
ti, i diversi livelli di esternalizzazio-
ne, elementi questi che da soli pe-
rò non sono in grado di giustificare
totalmente queste differenze.
Più difficile la comparazione fra i
costi amministrativi e generali vi-
sto che non tutti hanno considera-
to gli ammortamenti/locazioni de-
gli immobili utilizzati. È presumibile
che il costo medio si aggiri sui 19-
20 euro giornalieri circa. C’è però
da chiedersi quale debba essere
la percentuale tollerabile dei costi
amministrativi e generali per non
appesantire troppo il costo dell’in-
tera prestazione. Da questo punto
di vista appare non efficiente quel
sistema che registra un costo della
degenza in RSA costituito per oltre
il 30% da costi amministrativi e ge-
nerali (cfr. tabella 2).
La ripartizione percentuale dei co-
sti attesta una grande lontanan-
za dalla ripartizione dei costi al
50% fra sanità ed utente stabilita
dal decreto 27 novembre 2001 sui
LEA. Se si ripartiscono i costi am-
ministrativi e generali fra quelli so-
cio sanitari e quelli alberghieri la
percentuale di costi socio-sanita-
ri è dovunque sensibilmente supe-
riore al 50% (cfr. tabella 3).
Se si ripartiscono i costi ammini-
strativi in modo proporzionale alla
dimensione dei costi socio-sanita-
ri ed alberghieri si ottiene una me-
dia pari al 74% di costi socio-sa-
nitari e al 26% di costi alberghie-
Tabella 2 – Costi giornalieri (in euro) per posto letto di RSA nelle diverse ricerche
*] La ricerca relativa al Veneto non ha tenuto conto dei costi amministrativi; per questo, per comparare i costi abbiamo ipotizzato il costo medio regi-
strato negli altri studi (21,73).
**] La ricerca di Sebastiano et al. (2010) non ha tenuto conto degli ammortamenti, degli accantonamenti, della gestione straordinaria ed accessoria
e delle imposte sul reddito.
Fonte: Tanzi (2009); Irer-Cergas (2007); Cantù et al. (2010); Sebastiano et al. (2010); Brizioli, Masera (2010); Peruzzi (2009)
Sedi delle RSA
Costi
socio-sanitari
Costi
alberghieri
Costi amministrativi
e generali
Totale
1. Veneto 2008 58,40 21,50 21,73* 101,63
2. Lombardia 2005 52,20 15,90 22,00 90,10
3. Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna 2008 57,90 17,50 16,60** 92,01
4. Lombardia, Piemonte, Liguria,Veneto, Emilia-Romagna,
Toscana, Marche 2010
47,81 20,45 30,02 98,28
5. Toscana 2009 59,81 21,52 18,30 99,63
  6|2013 ∙ 79
STRUMENTI
ri. Questi dati non sono estrema-
mente precisi ma sicuramente in-
dicano una tendenza di cui occor-
re tener conto.
Il costo del personale
La risorsa umana è quella che pe-
sa di più nei costi delle RSA. In
Lombardia, il suo peso raggiunge
il 64,4% di tutti i costi (Irer-Cergas,
2007) mentre nelle RSA toscane
gestite da cooperative raggiunge
il 75%.
Anche in Francia, la maggior parte
della spesa di una struttura è de-
terminata dal personale necessa-
rio per il suo funzionamento, che
spesso rappresenta circa il 75%
delle spese totali (KPMG, 2012).
In Germania, uno studio ha rileva-
to che il costo delle nursing homes
è assorbito dalle spese per il per-
sonale in percentuali che variano
fra il 70% e il 90% del totale del-
le spese.
Occorre inoltre segnalare che in
molte strutture si registra una do-
tazione di personale assistenzia-
le che supera significativamente
quello minimo richiesto dalla Re-
gione. Questo accade per esem-
pio in Lombardia. La ricerca realiz-
zata da Cantù et al. (2010) eviden-
zia infatti un sovra-standard rispet-
to ai minuti assistenziali garantiti
settimanalmente pari al 26% con
maggiori costi del personale del
18% e un maggior costo stima-
to pari a 8,7 euro al giorno. Guai-
ta (2005), sempre a proposito della
Lombardia, ipotizza un sovrastan-
dard del 15% in media.
Il fenomeno del sovra-standard
si registra anche in Veneto; i CSA
hanno organizzato i propri servi-
zi prevedendo degli standard as-
sistenziali superiori a quelli previ-
sti dalla normativa regionale. At-
tualmente la presenza di infermie-
ri è superiore del 28% e quella de-
gli OSS del 18% rispetto agli stan-
dard regionali e questo produce un
maggior onere di circa 10,30 euro/
die (Tanzi, 2009). Anche in altre re-
gioni le strutture garantiscono de-
gli standard assistenziali più ele-
vati di quelli minimi indicati dagli
standard regionali.
I costi orari delle figure professio-
nali variano in modo significativo a
causa dei diversi assetti proprieta-
ri delle singole strutture e dal tipo
di contratto di lavoro applicato. La
differenza maggiore si registra tra
le Aziende di servizi alla persona
(ASP) e le cooperative sociali.
Per quel che riguarda i costi so-
cio-sanitari, nonostante le figura
dell’OSS sia largamente prevalen-
te (su 4 figure, 3 sono OSS), i co-
sti sono influenzati soprattutto dal-
la presenza di figure sanitarie co-
me gli infermieri e i medici (Cantù
et al., 2010).
L’esternalizzazione del personale
I livelli di esternalizzazione del per-
sonale sono elevati nelle RSA. In
Veneto raggiungono, in media, il
39% della forza lavoro mentre gli
infermieri non dipendenti sono or-
mai in maggioranza (56%).
Leggermente più ridotta sembre-
rebbe essere l’esternalizzazione
nelle RSA lombarde dove la quo-
ta di forza lavoro esternalizzata si
ferma al 33% ma occorre precisa-
re che in questo caso ci si riferisce
solo al personale assistenziale. Il
dato però è confermato dal con-
fronto con l’esternalizzazione de-
gli infermieri (al 46%) e degli OSS
(23%).
La relazione fra costi di gestione
ed esternalizzazione non sembra
essere fortissima per cui è proba-
Tabella 3 – Ripartizione percentuale dei costi giornalieri per posto letto di RSA nelle diverse ricerche
*] La ricerca relativa al Veneto non ha tenuto conto dei costi amministrativi; per questo, per comparare i costi abbiamo ipotizzato il costo medio regi-
strato negli altri studi (22,80).
**] La ricerca di Sebastiano et al. (2010) non ha tenuto conto degli ammortamenti, degli accantonamenti, della gestione straordinaria ed accessoria
e delle imposte sul reddito.
Fonte: Tanzi (2009); Irer-Cergas (2007); Cantù et al. (2010); Sebastiano et al. (2010); Brizioli, Masera (2011); Peruzzi (2011)
Sedi delle RSA
Costi
socio-sanitari
Costi
alberghieri
Costi amministrativi
e generali
Totale
1. Veneto 2008 56,4% 20,8% 22,8*% 100%
2. Lombardia 2005 57,9% 17,7% 24,4% 100%
3. Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna 2008 62,9% 19,0% 18,1**% 100%
4. Lombardia, Piemonte, Liguria,Veneto, Emilia-Romagna,
Toscana, Marche 2010
48,6% 20,1% 30,5% 100%
5. Toscana 2009 60,0% 21,6% 18,4% 100%
80 ∙ 6|2013   STRUMENTI
bile che l’esternalizzazione del la-
voro socio-sanitario non sia tan-
to determinata dalla convenien-
za economica, quanto piuttosto
dall’esigenza di rendere flessibile
il processo produttivo e di trasfe-
rire sul fornitore l’onere di sostitu-
zione del personale in caso di as-
senza e/o l’adeguamento dei livel-
li assistenziali ai variabili profili so-
cio-assistenziali degli ospiti accol-
ti in struttura (Cantù et al., 2010).
RSA pubbliche e RSA private
I confronti fra i costi delle struttu-
re pubbliche e quelle private so-
no stati fatti solo nello studio rela-
tivo alle strutture venete. In Veneto,
non ci sono differenze fra struttu-
re pubbliche e private per quel che
riguarda i costi alberghieri mentre
i costi socio-sanitari sono legger-
mente più alti nelle strutture priva-
te (+3,20 euro/die per ospite) (Tan-
zi, 2009). Non si hanno invece in-
formazioni sui costi amministrati-
vi e generali.
Costo in relazione all’intensità dell’as-
sistenza
L’intensità dell’assistenza incide
sul livello dei costi delle RSA. Il da-
to è confermato da due studi.
In Veneto, nelle strutture a bas-
sa intensità il costo socio-sanita-
rio è di 52,60 euro/die e quello al-
berghiero di 22,00 euro/die mentre
nelle strutture ad alta complessità
sono rispettivamente di 86,20 e di
20,80 euro (Tanzi, 2009).
In Lombardia, le strutture ad alta
intensità assistenziale hanno un
costo che è superiore di 6 euro a
giornata rispetto a quelle a bassa
intensità, ma 3,70 euro sono dovu-
ti a maggiori oneri amministrativi e
generali (Irer-Cergas, 2007).
Un recente studio della Regio-
ne Lombardia sul costo standard
delle RSA realizzato su 26 struttu-
re campione non conferma invece
quello che sembrava un corollario
delle righe precedenti e cioè che
la più elevata complessità dei ca-
si trattati comporterebbe un loro
costo giornaliero più elevato. Dal-
lo studio risulta che i pazienti più
gravi non comportano necessa-
riamente costi proporzionalmente
più alti per la struttura, il che si tra-
duce in un grado di copertura del-
la tariffa sul costo pieno a giornata
erogata mediamente più alto per le
strutture che ospitano pazienti più
gravi (SOSIA 1-2) (Albonetti, 2012).
Dimensione delle strutture
Uno studio sulle RSA lombarde
del 2012 ha rilevato che i costi per
l’amministrazione generale soste-
nuti dalle aziende con meno di 50
posti letto risultano circa il 15% più
alti di quelli sopportati dalle RSA
più grandi, con oltre 100 posti letto
(Montemurro et al., 2012). La ricer-
ca di Sebastiano et al. (2011) con-
ferma che nel triennio 2007-2009
le performance peggiori dal pun-
to di vista economico sono state
registrate nelle strutture con me-
no di 60 posti letto mentre quelle
più soddisfacenti sono relative al-
le RSA con più di 120 posti letto.
Risultanze di segno opposto emer-
gono invece da studi del decen-
nio precedente realizzati sempre in
Lombardia che hanno rilevato un
minor costo complessivo (8,9 euro
giornalieri) nelle strutture più picco-
le (meno di 60 posti letto) dovuto so-
prattutto ai costi di gestione ammi-
nistrativi e generali (5,3 euro al gior-
no) e in misura minore ai costi alber-
ghieri (3,1 euro al giorno) (Irer-Cer-
gas, 2007). Questo aspetto è con-
fermato anche da Guaita (2005) che
rileva le rette più elevate proprio nel-
le strutture più grandi e da Guerri-
ni (2011) che registra, sempre nelle
strutture con oltre 60 posti letto un
maggior tasso di disavanzo nel risul-
tato di gestione.
La mancata coerenza dei dati rac-
colti richiede pertanto un ulterio-
re approfondimento tenuto con-
to che la letteratura internazionale
in materia rafforza l’ipotesi di costi
per giornata di degenza più bas-
si nelle strutture più grandi (Pesa-
resi, 2013).
LE DIVERSE TIPOLOGIE
DEI COSTI
La letteratura è convergente nel ri-
tenere che per interpretare la dina-
mica e i determinanti dei costi oc-
corra riclassificare i costi in tre aree
gestionali (Cantù et al., 2010; Tan-
zi, 2009):
• i costi socio-sanitari: personale
dipendente e non (medici, infer-
mieri, terapisti, ASA/OSS/OTA,
educatori e animatori); servi-
zi sanitari; farmaci, prodotti per
incontinenza e altri beni sanitari;
• i costi alberghieri: personale di-
pendente; acquisto beni per vit-
to, lavanderia e pulizie, acquisto
di servizi per vitto, altri servizi al-
berghieri;
• i costi amministrativi e generali:
personale amministrativo; uten-
ze, assicurazioni, ammortamen-
ti e manutenzione degli stabili,
ecc.
I costi socio-sanitari
La quota di gran lunga principale
dei costi socio-sanitari è data dal
personale dedicato all’assistenza
socio-sanitaria. Qui una compa-
razione dei costi è poco indicati-
va perché è fortemente influenzata
dai diversi standard assistenziali
stabiliti dalle diverse regioni. Den-
tro questa area di costi sono com-
presi anche quelli per i medicinali.
Il lavoro di Sebastiano (2010) rile-
va un costo farmaceutico per gior-
  6|2013 ∙ 81
STRUMENTI
nata di degenza di 0,91 euro men-
tre Brizioli e Masera (2011) un co-
sto di 0,42 euro. C’è però da di-
re che l’ampia differenza potreb-
be essere giustificata dal diverso
regime di fornitura e contabilizza-
zione dei farmaci. In diverse regio-
ni infatti i farmaci alle RSA, com-
prese quelle private, sono forni-
ti direttamente dalle ASL di com-
petenza.
Più ridotte sono le differenze che
si registrano per i costi dei presi-
di sanitari e del materiale di con-
sumo sanitario. Il lavoro di Peruz-
zi (2011) rileva un costo per gior-
nata di degenza di 1,99 euro, Se-
bastiano (2010) di 1,88 euro men-
tre Brizioli e Masera (2011) un co-
sto di 1,45 euro.
I costi alberghieri
L’area dei costi alberghieri rag-
gruppa al suo interno tre distin-
te categorie di costo: i costi di la-
vanderia e stireria, i costi di puli-
zia e sanificazione degli ambien-
ti ed i costi di ristorazione. I servi-
zi di questa area per il fatto di es-
sere standardizzabili sono spesso
esternalizzati in tutto o in parte.
La metà circa dei costi alberghie-
ri sono dovuti ai costi di ristora-
zione. Colpisce che sia la ricer-
ca di Sebastiano (2010) che quel-
la di Brizioli e Masera (2011) arri-
vino ad un valore medio dei co-
sti di ristorazione per giornata di
degenza addirittura identici (9,19
euro e 9,20 euro) anche se la va-
riabilità all’interno delle varie strut-
ture rimane ampia (del 30% nel-
lo studio di Sebastiano, 2010, va-
lore minimo 8,10, valore massi-
mo 11,55). Un costo più eleva-
to (12,69 euro) si registra invece
in alcune RSA toscane gestite da
cooperative (Peruzzi, 2011). I co-
sti medi indicati nei vari studi non
sono molto dissimili da quelli rile-
vati in Francia per le EHPAD (assi-
milabili alle RSA) che nel 2010 re-
gistravano un costo medio per pa-
sto esternalizzato pari a 4,69 euro
(KPMG, 2012).
La ricerca di Sebastiano (2010) cer-
ca di comprendere quale sia la so-
luzione più efficiente fra la gestio-
ne diretta o l’esternalizzazione nel-
la gestione del servizio di ristorazio-
ne senza però giungere ad una con-
clusione vuoi per il basso numero di
strutture analizzate vuoi per la con-
traddittorietà dei singoli risultati. È
risultato infatti che delle 4 strutture
che gestiscono internamente il ser-
vizio di ristorazione con proprio per-
sonale, due sono risultate più effi-
cienti mentre le altre due hanno re-
gistrato il costo maggiore.
Differenze più ampie si registrano in-
vece relativamente ai costi sostenu-
ti per la pulizia e la sanificazione de-
gli ambienti di lavoro; Peruzzi (2011)
rileva una spesa media per giorna-
ta di degenza di 5,39 euro mentre
Brizioli & Masera (2011) di 3,56 eu-
ro (cfr. tabella 4). Inoltre, molto am-
pie sono anche le differenze fra una
struttura e l’altra (min. 3,25 euro;
max 7,25 euro) (Sebastiano, 2010),
nonostante sia decisamente preva-
lente l’esternalizzazione del servizio
(tutte le strutture analizzate da Se-
bastiano, 2010).
Per quanto concerne le modalità
di gestione del servizio di lavan-
deria e stireria, prevale largamen-
te l’esternalizzazione della lavan-
deria piana e la gestione interna
della lavanderia minuta. I costi per
giornata di degenza variano mol-
to anche in questo caso. Peruzzi
(2011) ha rilevato un costo medio
per giornata di degenza di 3,43 eu-
ro mentre Brizioli & Masera (2011)
di 2,40 euro nelle 50 RSA private.
La variabilità rimane molto alta an-
che fra le singole strutture; Seba-
stiano (2010) ha rilevato costi mi-
nimi a giornata di degenza di 2,38
euro in linea con quelli di Brizioli
(2011) ma anche costi massimi di
4,50 euro (Pesaresi, 2013).
I costi amministrativi e generali
I valori dei costi amministrativi e
generali sono quelli che presenta-
Tabella 4 – Costi alberghieri in euro per giornata di degenza
Fonte: Sebastiano et al., 2010; Brizioli e Masera, (2011); Peruzzi (2011)
Valori medi in euro per giornata
Elenco costi Sebastiano et al. Brizioli e Masera Peruzzi
Anno di riferimento 2008 2010 2009
Costo lavanderia e stireria 3,29 2,40 3,43
Costo pulizia e sanificazione ambiente 5,00 3,56 5,39
Costo servizio ristorazione 9,19 9,20 12,69
82 ∙ 6|2013   STRUMENTI
no la variabilità più ampia (cfr. ta-
bella 5). Questo dipende soprattut-
to dalle quote di locazione o am-
mortamento che vengono conta-
bilizzate dalle società di capitali e
dalle cooperative ma non dalle ex
Ipab e dagli enti religiosi che han-
no ereditato dal passato la proprie-
tà degli immobili.
In Lombardia, per esempio, i cano-
ni di locazione pesano in modo si-
gnificativo sul costo della degen-
za; costo che raggiunge i 13,6 euro
al giorno in cooperativa e i 17,6 eu-
ro al giorno nelle società di capita-
li (Cantù et al., 2010). Conseguen-
temente i costi di gestione ammi-
nistrativa sono sensibilmente su-
periori nelle strutture più orientate
al modello imprenditoriale (società
di capitali e cooperative sociali) ri-
spetto ad altre forme giuridiche di
proprietà e le rette più elevate fini-
scono per coincidere con le strut-
ture che hanno i costi amministra-
tivi e generali più elevati della me-
dia (Irer-Cergas, 2007).
Il nodo principale dell’area dei co-
sti amministrativi e generali è rap-
presentato dalla valutazione o me-
no dei costi relativi alla disponibili-
tà dell’immobile. Le situazioni, co-
me è noto, sono diverse. Per fare
qualche esempio, ci sono strutture
storiche che hanno patrimoni con
origini antiche, che da tempo sono
stati ammortizzati e non figurano
più tra i costi del servizio. All’op-
posto, molti gestori pagano degli
affitti rilevanti o sostengono degli
ammortamenti significativi per le
dotazioni infrastrutturali, che ren-
dono il confronto dei costi impari
(Longo, 2010).
In ognuna di queste situazioni i si-
stemi di contabilizzazione posso-
no essere molto diversi e questo
rende molto difficile la possibilità
di comparare e può rendere mol-
to complessa anche la possibilità
di definire una retta uguale per tut-
ti (pubblici e privati).
Occorre trovare un criterio applica-
bile a tutti che senza soddisfare le
necessità di ognuno permetta co-
munque alle strutture di rinnovare il
patrimonio edilizio senza appesan-
tire eccessivamente le tariffe. Non
sarebbe accettabile definire due
tariffe una per il settore pubblico,
Tabella 5 – Costi amministrativi e generali per giornata di degenza
Note: La ricerca di Sebastiano et al. (2010) non ha valutato gli ammortamenti (salvo rare eccezioni) e gli accantonamenti, la gestione straordinaria ed
accessoria e le imposte sul reddito.
Fonte: Sebastiano et al., 2010; Brizioli, Masera (2011), Peruzzi (2011)
Valori medi in euro per giornata
Elenco costi Sebastiano et al. Brizioli e Masera Peruzzi
Anno di riferimento 2008 2010 2009
Costo utenze 4,18 4,31 4,45
Costo smaltimento rifiuti 0,36 0,24 (rifiuti speciali) 0,14
Costi manutenzione e assistenza 3,26 1,80 0,37
Costi amministrativi 7,35
Altri costi del personale 0,28
Oneri finanziari 1,37
Ammortamento immobile/canone locazione 18,20 4,95
Ammortamento arredi attrezzature 3,21
Tasse locali 0,75
Assicurazioni 0,55 0,21
Formazione e aggiornamento personale 0,45
Gestione certificazione qualità 0,29
Rotazione arredi e attrezzi 0,37
Voci diverse 1,69
  6|2013 ∙ 83
STRUMENTI
senza valutazione del patrimonio
immobiliare utilizzato, ed una per il
privato in cui tale valutazione vie-
ne inserita.
In Francia, l’ammortamento/affit-
to dell’immobile pesa nella retta
dell’assistito in modo molto varia-
bile, si va da 4 a 13 euro al gior-
no ma la media è di circa 9 euro al
giorno (Branchu, 2009) mentre negli
USA pesa per il 10-15% della tariffa
complessiva (Grabowski, 2010). La
variabilità può dipendere evidente-
mente da molteplici aspetti: la lo-
calizzazione geografica, l’esistenza
o meno di un costo di acquisizione
dell’area edificabile, dai costi di co-
struzione, dalla data di costruzione,
gli standard edilizi, ecc.
A questo fine potrebbe essere uti-
le applicare a tutte le strutture (im-
mobili in proprietà o in affitto), tra
i costi amministrativi e generali,
una unica voce comprensiva di fit-
ti e ammortamenti che si potreb-
be chiamare “fitti figurativi” su cui
calcolare un costo standard d’u-
so dell’immobile applicabile a tut-
te le realtà. Naturalmente, si tratta
di trovare un valore intermedio in
grado compensare in buona parte
gli oneri sostenuti da chi gestisce
le RSA e la necessità di non appe-
santire eccessivamente le rette de-
gli assistiti (Pesaresi, 2013).
1] Per comprendere appieno i dati della Regione
Veneto occorre sapere che i minuti di assisten-
za giornaliera sono in media pari a 162. Un dato
piuttosto omogeneo nelle strutture. Il tasso di oc-
cupazione dei posti letto è al 99%.
2] I risultati delle diverse RSA sono stati stan-
dardizzati dagli autori assumendo come punto
di riferimento una RSA di 60 posti letto che ero-
ga 120 minuti di assistenza (33,3% infermieri;
66,7% OSS).
3] Gli standard assistenziali della Regione Tosca-
na prevedono per una RSA di base (che abbiamo
assunto come punto di riferimento) l’erogazione
quotidiana di 177 minuti di assistenza (di cui 134
OSS/OSA/OTA e 27 infermieristici). I dati si riferi-
scono ad una RSA tipo di 40 posti letto.
Bibliografia
Albonetti R., La riforma del welfare in regione Lombardia: le regole di siste-
ma del 2013, comunicazione al convegno di Milano del 6 dicembre 2012. Si-
to web: http://www.liuc.it/ricerca/ossrsa/cm/upload/ROBERTO_ALBONETTI_
PRIMA_PARTE.pdf
Branchu C., Voisin J., Guedj J., Lacaze D., Paul S., Etat des lieux rela-
tif à la composition des couts mis à la charge des résidents des établisse-
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tion générale des affaires sociale Republique Francaise, 2009.
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delle RSA lombarde, in Longo F., Tanzi E. (a cura di), I costi della vecchiaia,
Egea, Milano, 2010.
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penditures and payment methods, Office of disability aging and long-term ca-
re policy, U.S. Department of health and human services, 2010.
Guaita A., La residenzialità per anziani, in Gori C. (a cura di), Politiche sociali
di centro-destra, Carocci, Roma, 2005.
Guerrini G., I servizi residenziali, in Gori C. (a cura di), Come cambia il welfa-
re lombardo, Maggioli, Rimini, 2011.
Irer-Cergas Bocconi, I costi della lungoassistenza. Costruzione di un siste-
ma di monitoraggio permanente dell’evoluzione dei costi delle RSA, Report
di ricerca, sintesi, 2007.
KPMG, Observatoire des Ehpad, Paris, 2012.
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ni, in Longo F., Tanzi E. (a cura di), I costi della vecchiaia, Egea, Milano, 2010.
Peruzzi P. (a cura di), Non autosufficienza e territorio, Maggioli, Rimini, 2011.
Pesaresi F., RSA: Costi, tariffe e compartecipazione dell’utenza, Maggioli, Ri-
mini, 2013.
Sebastiano A., Pigni R., Porazzi E., Petrillo M., Il benchmarking economico
tra RSA: evidenze empiriche da un progetto inter-regionale, in “Sanità pubbli-
ca e privata”, n. 4/2010.
Sebastiano A., Pigni R., Croce D., Petrillo M., Le performance economi-
che delle RSA, in “Welfare Oggi”, n. 6/2011.
Tanzi E., Le performance economiche dei venti CSA analizzati, in Tanzi E.,
Masiero N., Vallese P. (a cura di), Le strutture residenziali per anziani nel Ve-
neto: un’indagine tra misure economiche e di qualità, Ires Veneto, 2009.
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I COSTI DELLE RSA

  • 1.   6|2013 ∙ 77 STRUMENTI INTRODUZIONE Quanto costano effettivamente le RSA e quali sono gli elementi de- terminanti la spesa? I dati relativi a questo settore di spesa pubblica e privata sono pochi e non facilmen- te comparabili per cui una analisi rigorosa o qualche utile esercizio di benchmarking sono difficili da realizzare. La procedura comparata di calco- lo dei costi di produzione al fine di definire i costi complessivi delle RSA si scontra con le difficoltà di disporre di contabilità analitica di molte strutture pubbliche, ma an- che con le diverse modalità di con- tabilizzazione dei costi di sogget- ti privati. Quali sono le risultanze delle po- che ricerche e studi che si sono re- alizzati in materia? Abbiamo cer- cato di sintetizzarli nelle pagine che seguono al fine di verificare la possibilità di trarne delle indica- zioni convergenti o comunque uti- li per interpretare la realtà attuale e dare utili indicazioni a chi deve mi- surarsi con la gestione delle RSA e con la determinazione delle tariffe di riferimento. Per cercare di comprendere gli ele- menti determinanti dei costi delle RSA sono state raccolte 5 ricerche sui costi analitici delle RSA (Pesa- resi, 2013). Si tratta di una docu- mentazione non del tutto omoge- nea ma significativa dato che nel complesso coinvolgono oltre 100 RSA per un totale di oltre 9.000 posti letto (cfr. tabella 1). I COSTI DELLE RSA Franco Pesaresi * Qualche importante riflessione in un settore dove la rilevazione della spesa è molto eterogenea *] Direttore Azienda servizi alla persona “Ambito 9” Jesi (AN), presidente Anoss. Tabella 1 – Le ricerche sui costi analitici delle RSA prese in considerazione Autore ricerca Anno dei dati Oggetto dell’indagine note 1. Tanzi (2009) 2008 20 RSA del Veneto per un totale di 2.040 p.l. La ricerca non ha tenuto conto dei costi amministrativi e generali 2. Irer-Cergas (2007), Cantù et al. (2010) 2005 27 RSA della Lombardia per un totale di 2.300 p.l. 3. Sebastiano et al. (2010) 2008 10 RSA di Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Toscana per un totale di 1.400 p.l. La ricerca non ha tenuto conto degli ammortamenti e degli accantonamenti, della gestione straordinaria ed accesso- ria e delle imposte sul reddito 4. Brizioli, Masera (2011) 2010 50 RSA del gruppo Kos in Lombardia (18), Piemonte (12), Liguria (9), Veneto (3), Emilia-Romagna (3), Toscana (1), Marche (4) 5. Peruzzi (2011) 2009 Dati Cooperativa Koinè che gestisce 5 RSA in Toscana
  • 2. 78 ∙ 6|2013   STRUMENTI La ricerca di Tanzi (2009) ha analiz- zato i costi dei centri servizio anzia- ni (CSA) pubblici e privati del Vene- to1 . La ricerca ha un limite. Ha con- siderato solo i costi socio-sanitari e quelli alberghieri. I costi ammini- strativi e generali non sono stati va- lutati in quanto le RSA venete non si sono ancora dotate di un siste- ma contabile economico-patrimo- niale in grado di rilevare le quote di ammortamento delle immobilizza- zioni materiali e immateriali. La ricerca di Sebastiano ed al- tri (2010) ha coinvolto 10 RSA di 5 Regioni (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Tosca- na) per un totale di 1.400 posti let- to mentre i dati forniti da Brizioli e Masera (2011) fanno riferimento a 50 RSA del gruppo Kos distribuite in 7 diverse Regioni2 . I dati forniti da Peruzzi (2011) so- no elaborazioni della Cooperativa Koiné di Arezzo su dati del 2009 relativi alla gestione diretta di 5 RSA in Toscana3 . I COSTI DELLE RSA Il materiale raccolto ci dice che il valore medio del costo della gior- nata di degenza è di 95,73 euro (cfr. tabella 2). Questo dato non va enfatizzato visto che la diso- mogeneità dei dati non lo permet- te ciononostante è utile per ave- re un primo significativo punto di riferimento. La differenza di circa 11,53 euro al giorno fra il Veneto e la Lombardia sono solo apparenti e in gran parte motivate dai diffe- renti anni di riferimento. Se attua- lizziamo il costo giornaliero delle RSA lombarde al 2009 otteniamo un costo giornaliero di 97,20 euro al giorno molto vicino a quello re- gistrato in Veneto. Le ricerche evidenziano una ampia diversità dei costi alberghieri. Que- sti variano da un minimo di 15,90 euro al giorno ad un massimo di 21,52 euro. In questo caso i dif- ferenti livelli assistenziali non do- vrebbero incidere su questa parte. Ciò che può giustificare una diver- sità della spesa sono soprattutto i diversi contratti di lavoro applica- ti, i diversi livelli di esternalizzazio- ne, elementi questi che da soli pe- rò non sono in grado di giustificare totalmente queste differenze. Più difficile la comparazione fra i costi amministrativi e generali vi- sto che non tutti hanno considera- to gli ammortamenti/locazioni de- gli immobili utilizzati. È presumibile che il costo medio si aggiri sui 19- 20 euro giornalieri circa. C’è però da chiedersi quale debba essere la percentuale tollerabile dei costi amministrativi e generali per non appesantire troppo il costo dell’in- tera prestazione. Da questo punto di vista appare non efficiente quel sistema che registra un costo della degenza in RSA costituito per oltre il 30% da costi amministrativi e ge- nerali (cfr. tabella 2). La ripartizione percentuale dei co- sti attesta una grande lontanan- za dalla ripartizione dei costi al 50% fra sanità ed utente stabilita dal decreto 27 novembre 2001 sui LEA. Se si ripartiscono i costi am- ministrativi e generali fra quelli so- cio sanitari e quelli alberghieri la percentuale di costi socio-sanita- ri è dovunque sensibilmente supe- riore al 50% (cfr. tabella 3). Se si ripartiscono i costi ammini- strativi in modo proporzionale alla dimensione dei costi socio-sanita- ri ed alberghieri si ottiene una me- dia pari al 74% di costi socio-sa- nitari e al 26% di costi alberghie- Tabella 2 – Costi giornalieri (in euro) per posto letto di RSA nelle diverse ricerche *] La ricerca relativa al Veneto non ha tenuto conto dei costi amministrativi; per questo, per comparare i costi abbiamo ipotizzato il costo medio regi- strato negli altri studi (21,73). **] La ricerca di Sebastiano et al. (2010) non ha tenuto conto degli ammortamenti, degli accantonamenti, della gestione straordinaria ed accessoria e delle imposte sul reddito. Fonte: Tanzi (2009); Irer-Cergas (2007); Cantù et al. (2010); Sebastiano et al. (2010); Brizioli, Masera (2010); Peruzzi (2009) Sedi delle RSA Costi socio-sanitari Costi alberghieri Costi amministrativi e generali Totale 1. Veneto 2008 58,40 21,50 21,73* 101,63 2. Lombardia 2005 52,20 15,90 22,00 90,10 3. Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna 2008 57,90 17,50 16,60** 92,01 4. Lombardia, Piemonte, Liguria,Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Marche 2010 47,81 20,45 30,02 98,28 5. Toscana 2009 59,81 21,52 18,30 99,63
  • 3.   6|2013 ∙ 79 STRUMENTI ri. Questi dati non sono estrema- mente precisi ma sicuramente in- dicano una tendenza di cui occor- re tener conto. Il costo del personale La risorsa umana è quella che pe- sa di più nei costi delle RSA. In Lombardia, il suo peso raggiunge il 64,4% di tutti i costi (Irer-Cergas, 2007) mentre nelle RSA toscane gestite da cooperative raggiunge il 75%. Anche in Francia, la maggior parte della spesa di una struttura è de- terminata dal personale necessa- rio per il suo funzionamento, che spesso rappresenta circa il 75% delle spese totali (KPMG, 2012). In Germania, uno studio ha rileva- to che il costo delle nursing homes è assorbito dalle spese per il per- sonale in percentuali che variano fra il 70% e il 90% del totale del- le spese. Occorre inoltre segnalare che in molte strutture si registra una do- tazione di personale assistenzia- le che supera significativamente quello minimo richiesto dalla Re- gione. Questo accade per esem- pio in Lombardia. La ricerca realiz- zata da Cantù et al. (2010) eviden- zia infatti un sovra-standard rispet- to ai minuti assistenziali garantiti settimanalmente pari al 26% con maggiori costi del personale del 18% e un maggior costo stima- to pari a 8,7 euro al giorno. Guai- ta (2005), sempre a proposito della Lombardia, ipotizza un sovrastan- dard del 15% in media. Il fenomeno del sovra-standard si registra anche in Veneto; i CSA hanno organizzato i propri servi- zi prevedendo degli standard as- sistenziali superiori a quelli previ- sti dalla normativa regionale. At- tualmente la presenza di infermie- ri è superiore del 28% e quella de- gli OSS del 18% rispetto agli stan- dard regionali e questo produce un maggior onere di circa 10,30 euro/ die (Tanzi, 2009). Anche in altre re- gioni le strutture garantiscono de- gli standard assistenziali più ele- vati di quelli minimi indicati dagli standard regionali. I costi orari delle figure professio- nali variano in modo significativo a causa dei diversi assetti proprieta- ri delle singole strutture e dal tipo di contratto di lavoro applicato. La differenza maggiore si registra tra le Aziende di servizi alla persona (ASP) e le cooperative sociali. Per quel che riguarda i costi so- cio-sanitari, nonostante le figura dell’OSS sia largamente prevalen- te (su 4 figure, 3 sono OSS), i co- sti sono influenzati soprattutto dal- la presenza di figure sanitarie co- me gli infermieri e i medici (Cantù et al., 2010). L’esternalizzazione del personale I livelli di esternalizzazione del per- sonale sono elevati nelle RSA. In Veneto raggiungono, in media, il 39% della forza lavoro mentre gli infermieri non dipendenti sono or- mai in maggioranza (56%). Leggermente più ridotta sembre- rebbe essere l’esternalizzazione nelle RSA lombarde dove la quo- ta di forza lavoro esternalizzata si ferma al 33% ma occorre precisa- re che in questo caso ci si riferisce solo al personale assistenziale. Il dato però è confermato dal con- fronto con l’esternalizzazione de- gli infermieri (al 46%) e degli OSS (23%). La relazione fra costi di gestione ed esternalizzazione non sembra essere fortissima per cui è proba- Tabella 3 – Ripartizione percentuale dei costi giornalieri per posto letto di RSA nelle diverse ricerche *] La ricerca relativa al Veneto non ha tenuto conto dei costi amministrativi; per questo, per comparare i costi abbiamo ipotizzato il costo medio regi- strato negli altri studi (22,80). **] La ricerca di Sebastiano et al. (2010) non ha tenuto conto degli ammortamenti, degli accantonamenti, della gestione straordinaria ed accessoria e delle imposte sul reddito. Fonte: Tanzi (2009); Irer-Cergas (2007); Cantù et al. (2010); Sebastiano et al. (2010); Brizioli, Masera (2011); Peruzzi (2011) Sedi delle RSA Costi socio-sanitari Costi alberghieri Costi amministrativi e generali Totale 1. Veneto 2008 56,4% 20,8% 22,8*% 100% 2. Lombardia 2005 57,9% 17,7% 24,4% 100% 3. Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna 2008 62,9% 19,0% 18,1**% 100% 4. Lombardia, Piemonte, Liguria,Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Marche 2010 48,6% 20,1% 30,5% 100% 5. Toscana 2009 60,0% 21,6% 18,4% 100%
  • 4. 80 ∙ 6|2013   STRUMENTI bile che l’esternalizzazione del la- voro socio-sanitario non sia tan- to determinata dalla convenien- za economica, quanto piuttosto dall’esigenza di rendere flessibile il processo produttivo e di trasfe- rire sul fornitore l’onere di sostitu- zione del personale in caso di as- senza e/o l’adeguamento dei livel- li assistenziali ai variabili profili so- cio-assistenziali degli ospiti accol- ti in struttura (Cantù et al., 2010). RSA pubbliche e RSA private I confronti fra i costi delle struttu- re pubbliche e quelle private so- no stati fatti solo nello studio rela- tivo alle strutture venete. In Veneto, non ci sono differenze fra struttu- re pubbliche e private per quel che riguarda i costi alberghieri mentre i costi socio-sanitari sono legger- mente più alti nelle strutture priva- te (+3,20 euro/die per ospite) (Tan- zi, 2009). Non si hanno invece in- formazioni sui costi amministrati- vi e generali. Costo in relazione all’intensità dell’as- sistenza L’intensità dell’assistenza incide sul livello dei costi delle RSA. Il da- to è confermato da due studi. In Veneto, nelle strutture a bas- sa intensità il costo socio-sanita- rio è di 52,60 euro/die e quello al- berghiero di 22,00 euro/die mentre nelle strutture ad alta complessità sono rispettivamente di 86,20 e di 20,80 euro (Tanzi, 2009). In Lombardia, le strutture ad alta intensità assistenziale hanno un costo che è superiore di 6 euro a giornata rispetto a quelle a bassa intensità, ma 3,70 euro sono dovu- ti a maggiori oneri amministrativi e generali (Irer-Cergas, 2007). Un recente studio della Regio- ne Lombardia sul costo standard delle RSA realizzato su 26 struttu- re campione non conferma invece quello che sembrava un corollario delle righe precedenti e cioè che la più elevata complessità dei ca- si trattati comporterebbe un loro costo giornaliero più elevato. Dal- lo studio risulta che i pazienti più gravi non comportano necessa- riamente costi proporzionalmente più alti per la struttura, il che si tra- duce in un grado di copertura del- la tariffa sul costo pieno a giornata erogata mediamente più alto per le strutture che ospitano pazienti più gravi (SOSIA 1-2) (Albonetti, 2012). Dimensione delle strutture Uno studio sulle RSA lombarde del 2012 ha rilevato che i costi per l’amministrazione generale soste- nuti dalle aziende con meno di 50 posti letto risultano circa il 15% più alti di quelli sopportati dalle RSA più grandi, con oltre 100 posti letto (Montemurro et al., 2012). La ricer- ca di Sebastiano et al. (2011) con- ferma che nel triennio 2007-2009 le performance peggiori dal pun- to di vista economico sono state registrate nelle strutture con me- no di 60 posti letto mentre quelle più soddisfacenti sono relative al- le RSA con più di 120 posti letto. Risultanze di segno opposto emer- gono invece da studi del decen- nio precedente realizzati sempre in Lombardia che hanno rilevato un minor costo complessivo (8,9 euro giornalieri) nelle strutture più picco- le (meno di 60 posti letto) dovuto so- prattutto ai costi di gestione ammi- nistrativi e generali (5,3 euro al gior- no) e in misura minore ai costi alber- ghieri (3,1 euro al giorno) (Irer-Cer- gas, 2007). Questo aspetto è con- fermato anche da Guaita (2005) che rileva le rette più elevate proprio nel- le strutture più grandi e da Guerri- ni (2011) che registra, sempre nelle strutture con oltre 60 posti letto un maggior tasso di disavanzo nel risul- tato di gestione. La mancata coerenza dei dati rac- colti richiede pertanto un ulterio- re approfondimento tenuto con- to che la letteratura internazionale in materia rafforza l’ipotesi di costi per giornata di degenza più bas- si nelle strutture più grandi (Pesa- resi, 2013). LE DIVERSE TIPOLOGIE DEI COSTI La letteratura è convergente nel ri- tenere che per interpretare la dina- mica e i determinanti dei costi oc- corra riclassificare i costi in tre aree gestionali (Cantù et al., 2010; Tan- zi, 2009): • i costi socio-sanitari: personale dipendente e non (medici, infer- mieri, terapisti, ASA/OSS/OTA, educatori e animatori); servi- zi sanitari; farmaci, prodotti per incontinenza e altri beni sanitari; • i costi alberghieri: personale di- pendente; acquisto beni per vit- to, lavanderia e pulizie, acquisto di servizi per vitto, altri servizi al- berghieri; • i costi amministrativi e generali: personale amministrativo; uten- ze, assicurazioni, ammortamen- ti e manutenzione degli stabili, ecc. I costi socio-sanitari La quota di gran lunga principale dei costi socio-sanitari è data dal personale dedicato all’assistenza socio-sanitaria. Qui una compa- razione dei costi è poco indicati- va perché è fortemente influenzata dai diversi standard assistenziali stabiliti dalle diverse regioni. Den- tro questa area di costi sono com- presi anche quelli per i medicinali. Il lavoro di Sebastiano (2010) rile- va un costo farmaceutico per gior-
  • 5.   6|2013 ∙ 81 STRUMENTI nata di degenza di 0,91 euro men- tre Brizioli e Masera (2011) un co- sto di 0,42 euro. C’è però da di- re che l’ampia differenza potreb- be essere giustificata dal diverso regime di fornitura e contabilizza- zione dei farmaci. In diverse regio- ni infatti i farmaci alle RSA, com- prese quelle private, sono forni- ti direttamente dalle ASL di com- petenza. Più ridotte sono le differenze che si registrano per i costi dei presi- di sanitari e del materiale di con- sumo sanitario. Il lavoro di Peruz- zi (2011) rileva un costo per gior- nata di degenza di 1,99 euro, Se- bastiano (2010) di 1,88 euro men- tre Brizioli e Masera (2011) un co- sto di 1,45 euro. I costi alberghieri L’area dei costi alberghieri rag- gruppa al suo interno tre distin- te categorie di costo: i costi di la- vanderia e stireria, i costi di puli- zia e sanificazione degli ambien- ti ed i costi di ristorazione. I servi- zi di questa area per il fatto di es- sere standardizzabili sono spesso esternalizzati in tutto o in parte. La metà circa dei costi alberghie- ri sono dovuti ai costi di ristora- zione. Colpisce che sia la ricer- ca di Sebastiano (2010) che quel- la di Brizioli e Masera (2011) arri- vino ad un valore medio dei co- sti di ristorazione per giornata di degenza addirittura identici (9,19 euro e 9,20 euro) anche se la va- riabilità all’interno delle varie strut- ture rimane ampia (del 30% nel- lo studio di Sebastiano, 2010, va- lore minimo 8,10, valore massi- mo 11,55). Un costo più eleva- to (12,69 euro) si registra invece in alcune RSA toscane gestite da cooperative (Peruzzi, 2011). I co- sti medi indicati nei vari studi non sono molto dissimili da quelli rile- vati in Francia per le EHPAD (assi- milabili alle RSA) che nel 2010 re- gistravano un costo medio per pa- sto esternalizzato pari a 4,69 euro (KPMG, 2012). La ricerca di Sebastiano (2010) cer- ca di comprendere quale sia la so- luzione più efficiente fra la gestio- ne diretta o l’esternalizzazione nel- la gestione del servizio di ristorazio- ne senza però giungere ad una con- clusione vuoi per il basso numero di strutture analizzate vuoi per la con- traddittorietà dei singoli risultati. È risultato infatti che delle 4 strutture che gestiscono internamente il ser- vizio di ristorazione con proprio per- sonale, due sono risultate più effi- cienti mentre le altre due hanno re- gistrato il costo maggiore. Differenze più ampie si registrano in- vece relativamente ai costi sostenu- ti per la pulizia e la sanificazione de- gli ambienti di lavoro; Peruzzi (2011) rileva una spesa media per giorna- ta di degenza di 5,39 euro mentre Brizioli & Masera (2011) di 3,56 eu- ro (cfr. tabella 4). Inoltre, molto am- pie sono anche le differenze fra una struttura e l’altra (min. 3,25 euro; max 7,25 euro) (Sebastiano, 2010), nonostante sia decisamente preva- lente l’esternalizzazione del servizio (tutte le strutture analizzate da Se- bastiano, 2010). Per quanto concerne le modalità di gestione del servizio di lavan- deria e stireria, prevale largamen- te l’esternalizzazione della lavan- deria piana e la gestione interna della lavanderia minuta. I costi per giornata di degenza variano mol- to anche in questo caso. Peruzzi (2011) ha rilevato un costo medio per giornata di degenza di 3,43 eu- ro mentre Brizioli & Masera (2011) di 2,40 euro nelle 50 RSA private. La variabilità rimane molto alta an- che fra le singole strutture; Seba- stiano (2010) ha rilevato costi mi- nimi a giornata di degenza di 2,38 euro in linea con quelli di Brizioli (2011) ma anche costi massimi di 4,50 euro (Pesaresi, 2013). I costi amministrativi e generali I valori dei costi amministrativi e generali sono quelli che presenta- Tabella 4 – Costi alberghieri in euro per giornata di degenza Fonte: Sebastiano et al., 2010; Brizioli e Masera, (2011); Peruzzi (2011) Valori medi in euro per giornata Elenco costi Sebastiano et al. Brizioli e Masera Peruzzi Anno di riferimento 2008 2010 2009 Costo lavanderia e stireria 3,29 2,40 3,43 Costo pulizia e sanificazione ambiente 5,00 3,56 5,39 Costo servizio ristorazione 9,19 9,20 12,69
  • 6. 82 ∙ 6|2013   STRUMENTI no la variabilità più ampia (cfr. ta- bella 5). Questo dipende soprattut- to dalle quote di locazione o am- mortamento che vengono conta- bilizzate dalle società di capitali e dalle cooperative ma non dalle ex Ipab e dagli enti religiosi che han- no ereditato dal passato la proprie- tà degli immobili. In Lombardia, per esempio, i cano- ni di locazione pesano in modo si- gnificativo sul costo della degen- za; costo che raggiunge i 13,6 euro al giorno in cooperativa e i 17,6 eu- ro al giorno nelle società di capita- li (Cantù et al., 2010). Conseguen- temente i costi di gestione ammi- nistrativa sono sensibilmente su- periori nelle strutture più orientate al modello imprenditoriale (società di capitali e cooperative sociali) ri- spetto ad altre forme giuridiche di proprietà e le rette più elevate fini- scono per coincidere con le strut- ture che hanno i costi amministra- tivi e generali più elevati della me- dia (Irer-Cergas, 2007). Il nodo principale dell’area dei co- sti amministrativi e generali è rap- presentato dalla valutazione o me- no dei costi relativi alla disponibili- tà dell’immobile. Le situazioni, co- me è noto, sono diverse. Per fare qualche esempio, ci sono strutture storiche che hanno patrimoni con origini antiche, che da tempo sono stati ammortizzati e non figurano più tra i costi del servizio. All’op- posto, molti gestori pagano degli affitti rilevanti o sostengono degli ammortamenti significativi per le dotazioni infrastrutturali, che ren- dono il confronto dei costi impari (Longo, 2010). In ognuna di queste situazioni i si- stemi di contabilizzazione posso- no essere molto diversi e questo rende molto difficile la possibilità di comparare e può rendere mol- to complessa anche la possibilità di definire una retta uguale per tut- ti (pubblici e privati). Occorre trovare un criterio applica- bile a tutti che senza soddisfare le necessità di ognuno permetta co- munque alle strutture di rinnovare il patrimonio edilizio senza appesan- tire eccessivamente le tariffe. Non sarebbe accettabile definire due tariffe una per il settore pubblico, Tabella 5 – Costi amministrativi e generali per giornata di degenza Note: La ricerca di Sebastiano et al. (2010) non ha valutato gli ammortamenti (salvo rare eccezioni) e gli accantonamenti, la gestione straordinaria ed accessoria e le imposte sul reddito. Fonte: Sebastiano et al., 2010; Brizioli, Masera (2011), Peruzzi (2011) Valori medi in euro per giornata Elenco costi Sebastiano et al. Brizioli e Masera Peruzzi Anno di riferimento 2008 2010 2009 Costo utenze 4,18 4,31 4,45 Costo smaltimento rifiuti 0,36 0,24 (rifiuti speciali) 0,14 Costi manutenzione e assistenza 3,26 1,80 0,37 Costi amministrativi 7,35 Altri costi del personale 0,28 Oneri finanziari 1,37 Ammortamento immobile/canone locazione 18,20 4,95 Ammortamento arredi attrezzature 3,21 Tasse locali 0,75 Assicurazioni 0,55 0,21 Formazione e aggiornamento personale 0,45 Gestione certificazione qualità 0,29 Rotazione arredi e attrezzi 0,37 Voci diverse 1,69
  • 7.   6|2013 ∙ 83 STRUMENTI senza valutazione del patrimonio immobiliare utilizzato, ed una per il privato in cui tale valutazione vie- ne inserita. In Francia, l’ammortamento/affit- to dell’immobile pesa nella retta dell’assistito in modo molto varia- bile, si va da 4 a 13 euro al gior- no ma la media è di circa 9 euro al giorno (Branchu, 2009) mentre negli USA pesa per il 10-15% della tariffa complessiva (Grabowski, 2010). La variabilità può dipendere evidente- mente da molteplici aspetti: la lo- calizzazione geografica, l’esistenza o meno di un costo di acquisizione dell’area edificabile, dai costi di co- struzione, dalla data di costruzione, gli standard edilizi, ecc. A questo fine potrebbe essere uti- le applicare a tutte le strutture (im- mobili in proprietà o in affitto), tra i costi amministrativi e generali, una unica voce comprensiva di fit- ti e ammortamenti che si potreb- be chiamare “fitti figurativi” su cui calcolare un costo standard d’u- so dell’immobile applicabile a tut- te le realtà. Naturalmente, si tratta di trovare un valore intermedio in grado compensare in buona parte gli oneri sostenuti da chi gestisce le RSA e la necessità di non appe- santire eccessivamente le rette de- gli assistiti (Pesaresi, 2013). 1] Per comprendere appieno i dati della Regione Veneto occorre sapere che i minuti di assisten- za giornaliera sono in media pari a 162. Un dato piuttosto omogeneo nelle strutture. Il tasso di oc- cupazione dei posti letto è al 99%. 2] I risultati delle diverse RSA sono stati stan- dardizzati dagli autori assumendo come punto di riferimento una RSA di 60 posti letto che ero- ga 120 minuti di assistenza (33,3% infermieri; 66,7% OSS). 3] Gli standard assistenziali della Regione Tosca- na prevedono per una RSA di base (che abbiamo assunto come punto di riferimento) l’erogazione quotidiana di 177 minuti di assistenza (di cui 134 OSS/OSA/OTA e 27 infermieristici). I dati si riferi- scono ad una RSA tipo di 40 posti letto. Bibliografia Albonetti R., La riforma del welfare in regione Lombardia: le regole di siste- ma del 2013, comunicazione al convegno di Milano del 6 dicembre 2012. Si- to web: http://www.liuc.it/ricerca/ossrsa/cm/upload/ROBERTO_ALBONETTI_ PRIMA_PARTE.pdf Branchu C., Voisin J., Guedj J., Lacaze D., Paul S., Etat des lieux rela- tif à la composition des couts mis à la charge des résidents des établisse- ments d’hébergement pour personnes agées dépendantes (EHPAD), Inspec- tion générale des affaires sociale Republique Francaise, 2009. Cantù E., Sicilia M., Tanzi E., La misurazione delle performance economiche delle RSA lombarde, in Longo F., Tanzi E. (a cura di), I costi della vecchiaia, Egea, Milano, 2010. Grabowski D.C., Post-acute and long-term care: A primer on services, ex- penditures and payment methods, Office of disability aging and long-term ca- re policy, U.S. Department of health and human services, 2010. Guaita A., La residenzialità per anziani, in Gori C. (a cura di), Politiche sociali di centro-destra, Carocci, Roma, 2005. Guerrini G., I servizi residenziali, in Gori C. (a cura di), Come cambia il welfa- re lombardo, Maggioli, Rimini, 2011. Irer-Cergas Bocconi, I costi della lungoassistenza. Costruzione di un siste- ma di monitoraggio permanente dell’evoluzione dei costi delle RSA, Report di ricerca, sintesi, 2007. KPMG, Observatoire des Ehpad, Paris, 2012. Longo F., La rilevanza di conoscere i costi delle strutture residenziali per anzia- ni, in Longo F., Tanzi E. (a cura di), I costi della vecchiaia, Egea, Milano, 2010. Peruzzi P. (a cura di), Non autosufficienza e territorio, Maggioli, Rimini, 2011. Pesaresi F., RSA: Costi, tariffe e compartecipazione dell’utenza, Maggioli, Ri- mini, 2013. Sebastiano A., Pigni R., Porazzi E., Petrillo M., Il benchmarking economico tra RSA: evidenze empiriche da un progetto inter-regionale, in “Sanità pubbli- ca e privata”, n. 4/2010. Sebastiano A., Pigni R., Croce D., Petrillo M., Le performance economi- che delle RSA, in “Welfare Oggi”, n. 6/2011. Tanzi E., Le performance economiche dei venti CSA analizzati, in Tanzi E., Masiero N., Vallese P. (a cura di), Le strutture residenziali per anziani nel Ve- neto: un’indagine tra misure economiche e di qualità, Ires Veneto, 2009. LETTURE...