1. La genetica, (dal greco gennao γεννάω = dare
vita, generare) è la scienza che studia i geni,
l’ereditarietà e la variabilità genetica degli
esseri viventi. Pioniere della genetica fu Gregor
Johann Mendel, considerato per questo il padre
fondatore.
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2. Gregor Johann Mendel nacque il 20 luglio 1822 in
Hynčice, nel nord della Moravia (allora austriaca
Slesia) da genitori contadini. Nell’agosto del 1847
venne ordinato sacerdote e restò nel monastero
agostiniano di San Tommaso a Brunn (odierna Brno).
Ebbe molti interessi e oltre all’insegnamento nella
scuola secondaria, si occupò di meteorologia,
statistica, matematica e scienze naturali.
Mendel, coltivando l'orto
dell'abbazia,
scoprì i meccanismi di base
dell’ereditarietà ed eseguì
incroci controllati sulle piante di
piselli; soltanto molti anni dopo
rivelò i suoi lavori. Oggi è
considerato il precursore della http://www.mondoerr
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moderna genetica per le sue
3. Il lavoro paziente e
meticoloso di Mendel gli
consentì di Coltivare e
analizzare circa 28.000
piante di piselli (Pisum
Sativum). Alternando
incroci per
autoimpollinazione e per
impollinazione artificiale,
Mendel osservò lo sviluppo
http://www.pupi e le caratteristiche delle
a.tv piante e formulò tre leggi
fondamentali sull'eredità
dei caratteri che
segnarono la nascita della
genetica. Inoltre, Mendel
fu il primo ad usare
4. Mendel identificò 7 caratteri presenti in due forme
alternative e nettamente distinguibili senza
equivoci.
altezza colore colore
caratte della posizione del del forma colore forma
re pianta del fiore fiore baccello del del del
baccello seme seme
Do
mi
nan
te
Re
ces
si
vo
5. Mendel scelse alcune piante e le lasciò
autoimpollinare per molte generazioni, così facendo
ottenne diverse linee pure poiché conservavano
invariato uno specifico carattere, in termini genetici
rappresentano la “GENERAZIONE PARENTALE” o
dei genitori (P). Successivamente verificò l’ipotesi
dell’EREDITà PER MESCOLANZA e provò ad
incrociare quelle che differivano tra loro per un solo
carattere.
6. Avendo ripetuto più volte tali esperimenti, concluse
affermando: “Incrociando due individui che
differiscono per un solo carattere puro si ottengono
individui in cui si manifesta solo uno dei due caratteri
(detto dominante) mentre l'altro (detto recessivo)
rimane latente. Questo significa che, in ogni caso,
nella generazione successiva (o prima generazione)
uno dei caratteri antagonisti non si manifesta mai nel
fenotipo.”
7. Per confermare questi
risultati, Mendel fece
autoimpollinare gli individui
della F1, cioè gli ibridi con
fiore viola (Vb) e trovò
nella seconda generazione
(F2) che il rapporto tra
piante a fiore viola e
piante a fiore bianco era
di 3:1. Allora ipotizzò che
i fattori formassero coppie
VV Vb Vb bb e che, a
causa della dominanza di V
su b, le piante che
ereditavano le
configurazioni VV Vb Vb si
presentassero con fiore
8. Per distinguere gli eterozigoti
dagli omozigoti dominanti, egli li
incrociò con gli individui a
fenotipo recessivo; in circa 2/3
dei casi vennero generate anche
piantine a fenotipo recessivo, e
questo risultato confermò la sua
ipotesi. Quindi sintetizzò il tutto
come segue: “Ogni individuo ha
per una particolare
caratteristica due ALLELI,
provenienti ciascuno da uno dei
genitori, che si separano
(segregano) per la trasmissione
9. Mendel proseguì i suoi
esperimenti provando ad
associare più caratteri. Scelse
due linee parentali pure, una
pianta alta e con fiori viola e una
pianta bassa con fiori bianchi,
eseguì l’impollinazione artificiale
e ottenne una F1 mista, piante
eterozigote VbAt, ma
fenotipicamente tutta dominante.
Era possibile creare
“COMBINAZIONI NUOVE”, non
esistenti tra gli individui
parentali? Nella seconda
generazione la F2 compaiono
individui con caratteri variamente
associati: i genotipi della