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Lo sport femminile
Differenze di prestazione
La capacità di resistenza
La capacità ossidativa
muscolare
La capacità di forza
La capacità di velocità
La capacità di mobilità articolare
e la coordinazione
Differenze antropometriche:
corporatura e composizione corporea
L’allenabilità delle capacità
Bibliografia
Le differenze
di genere
CAPITOLO 1
BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:46 Pagina 11
LO SPORT FEMMINILE
Negli ultimi tempi, insieme alla generale emancipazione della donna, si è assistito
da una parte alla crescita della partecipazione femminile alle attività fisiche (in par-
ticolare in una serie di sport e discipline sportive in passato non praticate dalle
donne come il lancio del martello, il salto triplo, il salto con l’asta, la lotta, il pugila-
to, il rugby, ecc.), dall’altra a un incremento delle conoscenze, assieme alla necessi-
tà di sviluppare una preparazione mirata a prevenire gli infortuni nel gentil sesso.
Entrambi i fattori hanno promosso l’interesse verso le specificità di genere per il
miglioramento delle prestazioni e della salute. C’è stata una grande crescita della
documentazione scientifica che esamina gli effetti dell’esercizio sulle donne, che
ha portato a studiare le differenze biologiche intrinseche tra i due sessi per facilita-
re la comprensione e la messa in pratica di programmi di allenamento idonei e
specifici (Ciuffetti, 2014).
DIFFERENZE DI PRESTAZIONE
Nel corso degli ultimi anni, sempre più donne si sono avvicinate alla pratica
sportiva, si è passati nei Giochi olimpici estivi (1948-2012) dal 9,5% al 44,2% di
partecipanti donne e nei Giochi olimpici invernali (1948-2014) dall’11,5% al
40,3%. Con l’inserimento di prove al femminile nei vari sport del programma
olimpico ai Giochi di Sydney nel 2000, la partecipazione femminile fu superiore
al 38% per raggiungere il 40% nell'edizione successiva ad Atene.
Una tendenza che si è ulteriormente sviluppata nei giochi di Pechino con il 42%
di atlete partecipanti, fino a Londra del 2012, dove su un totale di 10.519 parteci-
12
1
LE DIFFERENZE
DI GENERE
BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:46 Pagina 12
Introduzione
La classificazione delle fasi sensibili
dello sviluppo della motricità
La maturazione sessuale
Crescita muscolare e ossea
Maturazione e infortuni
Il menarca e il ciclo mestruale
Bibliografia
Le fasi
dello sviluppo e
dell’accrescimento
CAPITOLO 2
BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:46 Pagina 25
INTRODUZIONE
Prima di inoltrarci nella descrizione delle fasi dello sviluppo e dell’accrescimento
della giovane atleta, riteniamo utile approntare un piccolo glossario della termi-
nologia impiegata:
Crescita: aumento delle dimensioni corporee o di una specifica parte del corpo.
Sviluppo: progressione naturale dalla vita prenatale alla vita adulta.
Maturazione: culmine del processo di sviluppo in cui l’organismo diviene piena-
mente funzionale.
Pubertà: periodo nel quale i ragazzi sviluppano i caratteri sessuali secondari e si
trasformano in giovani adulti. In questa fase dello sviluppo si verificano dei cam-
biamenti nella composizione corporea e nel rendimento delle abilità fisiche. La
pubertà può essere compresa tra gli 8 e i 13 anni per le ragazze e i 9 e i 15 anni
per i ragazzi.
Pre-adolescenza: periodo della vita che precede lo sviluppo dei caratteri sessua-
li secondari, come l’ingrandimento degli organi riproduttivi nei maschi e la cre-
scita dei peli pubici nelle femmine.
Adolescenza: periodo compreso tra infanzia ed età adulta.
26
2
LE FASI DELLO SVILUPPO
E DELL’ACCRESCIMENTO
BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:46 Pagina 26
Introduzione
Gli infortuni e i fattori di rischio
Cos’è la prevenzione?
Che cos’è un protocollo
di prevenzione?
Un modello di prevenzione
dei traumi sportivi
I fattori di rischio di infortunio
negli sport di squadra
Cosa si può fare per
prevenire i traumi sportivi?
L’allenamento per
la prevenzione degli infortuni
I protocolli di prevenzione
degli infortuni agli arti inferiori:
un confronto tra i diversi studi
Conclusioni
Bibliografia
La prevenzione
degli infortuni
CAPITOLO 3
BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:46 Pagina 39
INTRODUZIONE
La Carta Europea dello Sport del 1992 definisce lo sport come “qualsiasi forma di
attività fisica che, attraverso una partecipazione organizzata o non organizzata,
abbia per obiettivo l’espressione o il miglioramento della condizione fisica e psi-
chica, lo sviluppo delle relazioni sociali o l’ottenimento di risultati in competizio-
ni di tutti i livelli”.
La pratica di attività sportive viene incoraggiata sin dall’età infantile perché
possa consolidarsi come sana abitudine di vita, in quanto l’attività fisica regolare
è uno dei principali fattori protettivi dalle malattie cardiovascolari e degenerati-
ve.
Sempre più atleti, indipendentemente dallo sport e dal livello, sono soggetti ad
infortuni e le ragioni sono molteplici: scarsa condizione fisica, disequilibri musco-
lari, incidenti precedenti, elevata velocità del gioco, differenza tra le superfici,
ecc.
Risulta allora importante occuparsi di prevenzione degli infortuni sportivi fin
dalla giovane età, con uno sviluppo multilaterale del corpo.
Le evidenze scientifiche ci mostrano che una routine sistematica di esercizi a
finalità preventiva riduce le possibilità di infortunio nello sportivo e ne migliora
l’efficienza fisica, senza dimenticare che il movimento stesso è la prima misura
preventiva.
40
3
LA PREVENZIONE
DEGLI INFORTUNI
BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:46 Pagina 40
CAPITOLO
I fattori da considerare
Cause endogene ed esogene
dei fattori di rischio
Alcuni principi fondamentali
che determinano il programma
di sviluppo delle pallavoliste
Conseguenze
sulla conservazione
delle capacità di carico
nelle giovani atlete
Bibliografia
Prevenzione
nei giovani atleti
4
BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:46 Pagina 75
I FATTORI DA CONSIDERARE
Al fine di allenare la prevention injury nei giovani atleti, è necessario analizzare
attentamente tutta una serie di fattori, quali l’età cronologica dell’atleta, gli anni
di allenamento, il livello, il sesso, gli infortuni presenti e passati, i disequilibri
muscolari e posturali, l’analisi dell’attività, le caratteristiche dello sport, la richie-
sta fisica, la scelta degli esercizi, i metodi d’allenamento, la pianificazione, il tipo
di materiale utilizzato, le installazioni sportive disponibili.
Nella preparazione fisica dei giovani, così come con i principianti di tutte le età,
si raccomanda la seguente progressione:
1. analisi posturale;
2. eventuale correzione rilevate nel punto 1;
3. stabilizzazione del corpo;
4. sviluppo di una“flessibilità funzionale”;
5. sviluppo della capacità di esprimere forza;
6. trasformare la forza in potenza.
Per poter prevenire gli infortuni nel settore giovanile, è opportuno inserire nella
programmazione esercizi utili al training delle strutture propriocettive articolari e
neuromuscolari. È importante porre l’accento sulla fase di riscaldamento, sul
miglioramento e sul consolidamento della mobilità articolare e della forza.
Tutto questo deve essere incastrato, come se fosse un puzzle, in una program-
mazione pluriennale che deve comprendere:
76
4
PREVENZIONE
NEI GIOVANI ATLETI
BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:46 Pagina 76
Partecipazione e pratica
sportiva
Incidenza degli infortuni
nelle atlete
(in generale e negli sport specifici)
Il quadro ormonale
e la localizzazione delle lesioni
Come si verificano le lesioni?
Qual è il costo degli infortuni?
Quali sono i fattori specifici di rischio
di infortunio per le atlete?
Fattori di rischio non
modificabili per le atlete
Fattori di rischio
modificabili per le atlete
La prevenzione specifica per le atlete
Sintesi delle strategie preventive
per le atlete praticanti sport
agonistico
Conclusioni
Bibliografia
Prevenzione
degli infortuni
per le atlete
CAPITOLO 5
BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:46 Pagina 81
Lo scopo di questo capitolo è di fornire una sintesi delle conoscenze ormai con-
solidate circa gli infortuni, i fattori di rischio e le strategie di prevenzione specifi-
che per le atlete.
Gli infortuni più caratterizzanti dei soggetti femminili nella pratica dello sport
possono essere previsti e potenzialmente evitati. Non si possono eliminare tutti
gli incidenti, ma la loro frequenza e la gravità possono essere ridotte attraverso
diverse strategie di prevenzione.
Dato il coinvolgimento di un numero sempre maggiore di atlete in diversi sport
a livelli d’élite, l’attenzione per gli infortuni di questa specifica categoria è in
costante crescita.
Ridurre il rischio di infortunio significa aumentare la partecipazione allo sport,
potenziare la performance e garantire una migliore qualità della vita futura, attra-
verso la promozione ed il mantenimento di uno stile di vita attivo. Ci sono evi-
denze che mostrano come il livello di fitness fisico sia un valido strumento per
predire le cause di mortalità, morbilità e disturbi specifici come cancro, eventi
cardiovascolari, diabete (Emery, Lebrun, 2015).
Gli infortuni, specialmente quelli al ginocchio e alla caviglia, possono portare allo
sviluppo di osteoartrite con l’avanzare l’età (Lohmander et al., 2004; 2007).
È utile, per esaminare la prevenzione degli infortuni in diverse popolazioni spor-
tive, un approccio in quattro punti così articolati:
82
5
PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI
PER LE ATLETE
BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:46 Pagina 82
Il recupero e la rigenerazione
Strategie nutrizionali ed idratazione
Ghiaccio e crioterapia
Recupero attivo
Stretching statico e dinamico
Massaggi
Indumenti compressivi
Strategie psicologiche
Riposo, sonno e jet-lag
Consigli pratici: il warm-up
Consigli pratici: il cool-down
Strategie pratiche di intervento
Conclusioni
Bibliografia
Strategie e metodi
di recupero:
come recuperare
al meglio
CAPITOLO 6
BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:47 Pagina 103
IL RECUPERO E LA RIGENERAZIONE
Quando si parla di prevenzione degli infortuni è inevitabile fare riferimento al
recupero dell’atleta, a quello che avviene dopo la fine dell’allenamento, tanto
più se si lavora con soggetti giovani e non professionisti, ovvero la maggior
parte delle persone che praticano sport.
Il recupero è una parte integrante dell’allenamento, la fase che permette la rea-
lizzazione degli adattamenti fisiologici e metabolici. È il periodo di scarico in cui
gli stimoli allenanti vengono trasformati in adattamenti fisiologici, il momento in
cui si verifica il fenomeno della supercompensazione. Si tratta di un processo di
reazioni fisiologiche all’allenamento o ad un periodo allenante, che porta al rag-
giungimento di un potenziale fisico superiore a quello di partenza (v. figura a
pagina 105).
Durante la fase della stagione agonistica, può capitare che le squadre si trovino a
dover affrontare più competizioni nell’arco di pochi giorni, specialmente i team di
104
6
STRATEGIE E METODI DI RECUPERO:
COME RECUPERARE AL MEGLIO1
1 L’Autore ha qui ripreso e rielaborato alcuni contenuti tratti dall’articolo di Calleja et al., 2009.
COSA È LA FATICA?
È l’incapacità di mantenere la forza o la potenza richieste o aspettate.
Si verifica durante esercizi intensi e si riflette in un declino della performance.
BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:47 Pagina 104
Cenni sulla postura
Principi di valutazione posturale
sportiva
Lo studio degli allineamenti statici
Lo studio della mobilità articolare
Lo studio delle oscillazioni posturali
Lo studio della dinamica
di movimento
Bibliografia
Postura e rischio
di infortunio
A cura di Luca Russo
CAPITOLO 7
BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:47 Pagina 119
CENNI SULLA POSTURA
La postura può essere interpretata in senso lato come la rappresentazione di noi
stessi in ogni nostro gesto quotidiano e in ogni istante della nostra vita. La
nostra postura ci caratterizza e noi, con il nostro“essere”, caratterizziamo la nostra
postura.
Siamo degli animali altamente evoluti, ma conserviamo ancora molti tratti pri-
mordiali, quindi siamo esseri rituali e ripetitivi: ognuno di noi ha un proprio e
caratteristico modo di muoversi, camminare, stare in piedi, stare seduto, esultare,
rattristarsi, gioire, soffrire, arrabbiarsi, concentrarsi. Questi modi di fare sono l’e-
strinsecazione del nostro“essere”interno e creano la nostra postura esterna.
Una definizione abbastanza completa e aggiornata rispetto alle recenti produ-
zioni scientifiche (Russo et al., 2016) cita: “La postura è la parte visibile di una serie
di adattamenti invisibili ed interni all’organismo che si riassumono come la posizione
istantanea del corpo nello spazio e la relazione spaziale tra i segmenti anatomici, su
cui influiscono fattori genetici, psico-emotivi, patologici, traumatici, neuro-fisiologici,
biomeccanici, esperienziali ed ambientali, modificando così il corretto funzionamen-
to dei recettori posturali con conseguente cambiamento degli equilibri dei sistemi
fasciale, muscolare e scheletrico. Il fine ultimo della postura è il mantenimento dell’e-
quilibrio in condizioni statiche e soprattutto dinamiche, con relativa influenza sull’er-
gonomia del movimento del corpo verso l’obiettivo prefisso.”
Come si può facilmente intuire, il concetto di postura interessa molte sfere del-
l’essere umano, da quelle genetiche ed anatomiche e quelle psico-socio-com-
portamentali, passando sempre attraverso la gestione biomeccanica del movi-
mento, che a sua volta può essere corretto o scorretto.
120
7
POSTURA
E RISCHIO DI INFORTUNIO
BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:47 Pagina 120
Uno screening
funzionale specifico
Valutazione chinesiologica
e funzionale
Strutturazione della routine
funzionale preventiva
(esempio per la pallavolo)
Bibliografia
La valutazione
chinesiologica
CAPITOLO 8
BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:47 Pagina 139
UNO SCREENING FUNZIONALE SPECIFICO
Bahr e altri autori suggeriscono come un piano efficace di prevenzione degli
infortuni debba essere orientato verso gli atleti a maggior rischio, dopo avere
valutato precedenti infortuni, caratteristiche fisiche, ruolo di gioco, anzianità, ecc.
Prima di intraprendere un programma, tutto lo staff (medico, fisioterapista, pre-
paratore fisico, allenatore) deve conoscere gli infortuni occorsi in carriera, even-
tuali interventi chirurgici e abitudini dell’atleta.
Effettuare uno screening posturale e chinesiologico-funzionale è, secondo gli
stessi autori, un metodo di prevenzione primaria (insieme alle altre strategie che
mirano a ridurre i fattori di rischio di infortunio). A questo scopo si possono
usare scale di giudizio, video e immagini, sia in situazioni statiche che dinamiche,
che ci consentono di notare sia da una visione frontale che laterale eventuali
difetti posturali.
A questo primo screening vanno poi aggiunti altri test per valutare in modo più
ampio e specifico le caratteristiche muscolari dell’atleta, come i test di forza o di
potenza muscolare (ad esempio, le curve della forza-velocità mono- e bi-podali-
che per vedere il carico ideale di allenamento per lo sviluppo della forza o per
evidenziare asimmetrie di spinta negli arti inferiori). I test propriocettivi con
pedane computerizzate forniscono indicazioni sulle strategie che il soggetto uti-
lizza per la ricerca della verticale o di deficit specifici, oltre che valutazioni sulla
condizione fisica e sulle condizioni generali di salute utili a tutti gli staff tecnici e
medici.
140
8
LA VALUTAZIONE
CHINESIOLOGICA
BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:47 Pagina 140
Modello fisiologico e prestativo
La preparazione fisica
nella pallavolo
Gli infortuni nella pallavolo
e le misure preventive
Fattori di rischio
di infortunio
Analisi dettagliata degli infortuni
più frequenti nella pallavolo
Programmi preventivi
per la spalla della pallavolista
L’instabilità di spalla
Bibliografia
La pallavolo
Con la collaborazione
di Francesca Devetag
CAPITOLO 9
BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:47 Pagina 169
Lo sport della pallavolo è riconosciuto come uno dei più popolari al mondo ed
il terzo più praticato tra la popolazione femminile in considerazione della sua
accessibilità a gruppi di tutte le età, dei minimi requisiti richiesti per l’attrezzatu-
ra e per la possibilità che offre di giocare sia indoor che outdoor.
Nasce alla fine dell’800 e prevede nella forma canonica due squadre contrap-
poste composte da sei giocatrici o giocatori. Il campo da gioco è di forma ret-
tangolare, dimensioni 18 x 9 metri e diviso da una rete in due quadrati di 9 x 9
metri che identificano le due metà campo nelle quali si dispongono le due
squadre. La partita si disputa in set con vittoria aggiudicata alla squadra che
raggiunge per prima i 25 punti o successivi con almeno due punti di vantag-
gio.
MODELLO FISIOLOGICO E PRESTATIVO
La pallavolo viene considerata sport di squadra e di situazione (Ivoilov et al.,
1967) e definita come sport di rimando, la cui caratteristica principale è rappre-
sentata dal fatto che un’azione non può essere in alcun modo interrotta durante
il suo svolgimento fino a che una squadra non ottenga il punto: direttamente,
per errore degli avversari o per irregolarità sanzionata dagli arbitri. Ogni squadra
presenta a referto dodici giocatori, sei dei quali in campo, suddivisi in quattro
ruoli specifici: palleggiatore, centrali, attaccanti e libero.
La pallavolo viene classificata tra le attività a impegno metabolico aerobico-
anaerobico alternato, la cui componente meccanico-muscolare fa riferimento
alla forza reattiva e all’esplosività muscolare (Bosco, 1994).
170
9
LA PALLAVOLO
BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:47 Pagina 170
Il modello fisiologico e prestativo
nella pallacanestro
Allenamento e periodizzazione
del lavoro fisico
nella pallacanestro
Gli infortuni
nella pallacanestro
La prevenzione
degli infortuni nella
pallacanestro femminile
Il programma in pratica
La prevenzione delle lesioni
del legamento crociato
anteriore (LCA) nelle atlete
Bibliografia
La pallacanestro
CAPITOLO 10
BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:47 Pagina 207
La federazione internazionale di basket comprende più di 200 nazioni e secondo
una statistica la pallacanestro è uno sport praticato, in qualche forma, dall’11%
della popolazione mondiale.
La pallacanestro si gioca fra due squadre formate da cinque giocatori su un
campo di 28 metri di lunghezza per 14 di larghezza; scopo di ciascuna squadra è
quello di realizzare il maggior numero di punti rispetto all’altra tirando la palla
nel canestro, un cerchio di ferro del diametro di 45 cm, posto ad un’altezza di
3,05 metri.
Il gioco è controllato da due arbitri e dagli ufficiali di campo. I tempi di gioco
sono quattro per un totale di 40’effettivi, con un intervallo di 15’tra il secondo e
terzo quarto di gioco.
IL MODELLO FISIOLOGICO E PRESTATIVO
NELLA PALLACANESTRO
La pallacanestro è uno sport in cui sforzi intensi di natura anaerobica, si alterna-
no a pause nelle quali il meccanismo aerobico consente di recuperare (McInnes
et al., 2003).
L’andamento di alcuni dei parametri fondamentali presenta le caratteristiche
seguenti:
• la percentuale di V
.
O2 misurata durante la partita indica la tipologia di substra-
ti coinvolti nella produzione di energia;
208
10
LA PALLACANESTRO
BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:47 Pagina 208
Modello fisiologico e prestativo
Allenamento e periodizzazione
del lavoro fisico nel calcio
Tasso di infortuni nel calcio
Localizzazione e tipologia
di infortuni
Tempo di assenza
dalla attività sportiva
Cronologia degli infortuni
Fattori di rischio
Eventi che provocano infortuni
N-M Neuromuscular training
Conclusioni
Bibliografia
Il calcio
Con la collaborazione
di Alessandro Gambaretto
CAPITOLO 11
BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:48 Pagina 239
Il calcio è senza ombra di dubbio lo sport più popolare al mondo, praticato da
uomini, donne e bambini con diversi livelli di esperienza e di abilità. Così come
per altri sport, anche nel calcio la prestazione multifattoriale dipende da fattori
tecnici, tattici, fisici, mentali e fisiologici.
Il calcio femminile trova origine nel 1933 a Milano, quando prese vita il primo
club di calcio organizzato, il Gruppo Femminile Calcistico. Successivamente, nel
1986, è stato istituito ad opera della FIGC il campionato di calcio femminile, cam-
pionato suddiviso in Serie A, B, lega Pro e serie D. La più importante competizio-
ne, oltre ai Campionati Europei, sono i Campionati Mondiali di calcio femminile,
disputati tra le nazioni femminili dei Paesi affiliati alla FIFA. Come per i mondiali
di calcio maschile, il torneo iridato femminile viene disputato con cadenza qua-
driennale dal 1991.
Il calcio è uno sport di squadra, che prevede l’utilizzo di abbigliamento adegua-
to e di un pallone; una partita di calcio regolamentare dura 90’, tempo intervalla-
to da un riposo di 15’; il match viene disputato da 2 squadre composte da 11
giocatori ciascuna, suddivisi in ruoli ben specifici: portiere, difensori, centrocam-
pisti ed attaccanti.
MODELLO FISIOLOGICO E PRESTATIVO
Il calcio si caratterizza come sport ad alta intensità, intermittente e non continuo.
La ricerca attuale suggerisce che le richieste del gioco per le donne sono simili a
quelle del calcio maschile.
240
11
IL CALCIO
BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:48 Pagina 240
Il movimento efficiente
La valutazione della capacità
di controllo degli arti inferiori
e del busto in situazioni dinamiche
Forza reattiva – Forza veloce
Definizione di asimmetria
Bibliografia
Test valutativi
per la prevenzione
di infortuni
agli arti inferiori
CAPITOLO 12
BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:48 Pagina 269
Ricerca e pratica sul campo hanno permesso di eleaborare test valutativi allo
scopo di prevenire il rischio di infortunio agli arti inferiori; alcuni di essi prevedo-
no l’utilizzo di attrezzature complesse, altri molto più semplici non richiedono il
ricorso ad un laboratorio e prevedono la misurazione di molti parametri e l’anali-
si dell’intero movimento di salto, piegamento, ecc. o solo di una parte di esso, ad
esempio l’atterraggio.
Negli ultimi anni molti studi hanno preso in considerazione e analizzato, a scopo
correttivo e preventivo, i fattori di rischio predisponenti ad infortuni agli arti infe-
riori primari o secondari.
Nell'ambito della prevenzione è stata inserita la cosiddetta valutazione funziona-
le, ovvero un insieme di test e misurazioni in grado di fornire informazioni sulle
condizioni fisiche del soggetto, tali da consentire all’atleta e al preparatore fisico
di adottare opportune strategie allenanti o riabilitative.
IL MOVIMENTO EFFICIENTE
La capacità di avere un corretto allineamento degli arti inferiori e del tronco
durante un gesto motorio risulta essere un aspetto fondamentale non solo
nella prevenzione, ma anche nella performance stessa, vedi un salto a muro
nella pallavolo o un cambio di direzione nel calcio o nel basket, dove perdendo
l’allineamento del tronco si compromette la performance stessa, senza conside-
rare il rischio di incorrere in infortuni significativi. Molti traumi vengono indotti
dall’errore comune di concentrarsi sulla quantità piuttosto che sulla qualità del
lavoro.
270
12
TEST VALUTATIVI PER
LA PREVENZIONE DI INFORTUNI
AGLI ARTI INFERIORI
BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:48 Pagina 270
La forza:
definizioni e classificazioni
Da cosa dipende la forza muscolare?
La forza nella donna:
aspetti cruciali multidisciplinari
L’allenabilità delle donne:
ipertrofia, forza e potenza
Cronobiologia.
Il ciclo mestruale: alleato o nemico?
Programmare attraverso
le fasi del ciclo mestruale
Rigenerazione e recupero
nel processo di allenamento costante.
L’importanza del tapering
nell’allenamento della donna atleta
Effetti delle differenze
maschi-femmine sull’allenamento
della forza delle giocatrici
Bibliografia
Il ruolo
e l’importanza
della forza e della
potenza muscolare
Con la collaborazione
di Stefano Zambelli
CAPITOLO 13
BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:48 Pagina 285
LA FORZA:
DEFINIZIONI E CLASSIFICAZIONI
Sono numerose le definizioni formulate dai vari ricercatori per classificare la
forza, da Vittori, secondo il quale:
“La forza muscolare si può definire come la capacità che i componenti intimi della
materia muscolare hanno di contrarsi, in pratica di accorciarsi”,
e anche:
“La forza è la capacità del muscolo scheletrico di produrre tensione nelle varie mani-
festazioni”,
a Verchosanskij che cita:
“Si può definire la forza dell’uomo come la capacità di vincere una resistenza esterna
o di opporvisi con un impegno muscolare”.
Semplificando le definizioni citate, si può affermare che la forza si identifica nella
capacità del muscolo di esprimere tensione.
Essendo molteplici le tensioni che un muscolo può esprimere, anche in diversifi-
cate condizioni, le varie espressioni di forza e le capacità annesse si possono
classificare e così sintetizzare:
1. forza massima;
2. forza esplosiva;
3. resistenza alla forza veloce;
4. resistenza muscolare.
Sono quindi necessarie alcune definizioni chiarificatrici:
286
13
IL RUOLO E L’IMPORTANZA
DELLA FORZA E DELLA POTENZA
MUSCOLARE
BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:48 Pagina 286
Il core
L’allenamento funzionale
Il balance training
Bibliografia
14Core, functional
e balance training
CAPITOLO 14
BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:48 Pagina 311
IL CORE
Le prime definizioni di core lo descrivevano come un “box cilindrico” composto
dai muscoli addominali anteriormente, glutei e paraspinali posteriormente, dia-
framma nella parte superiore, pavimento pelvico e articolazione dell’anca come
base inferiore (Richardson et al., 1999).
Altri ricercatori includono, arricchendo il complesso anatomico, tutte le parti del
corpo comprese tra lo sterno e le ginocchia, sempre ovviamente con focalizza-
zione sulla regione addominale, lombare e bacino.
Altri ancora sostengono che la muscolatura del core debba includere tutti i
muscoli della spalla e della pelvi, in quanto risulterebbero fondamentali per il
trasferimento dell’energia dal busto alle estremità distali (Stephenson et al., 2004;
Tse et al., 2005).
Il condizionamento fisico in generale non può comunque prescindere dall’alle-
namento del massimo punto di stabilità del corpo umano, ovvero dal comples-
so coxo-lombo-pelvico, il core per definizione.
Esso rappresenta il centro della catena cinetica dell’uomo da cui dipartono tutti i
meccanismi di movimento che vengono trasmessi agli arti inferiori e superiori.
Avere un core forte, risulta fondamentale per l’esecuzione di salti, cambi di dire-
zione, decelerazioni in forte spinta e di tutti quei movimenti dinamici, richiesti
nelle varie fasi di gioco, che prevedono una solida base di appoggio.
Grazie all’attivazione muscolare del core, si possono ottenere i corretti aggiusta-
menti posturali degli arti, utili a collocare il corpo in posizioni che consentano di
far fronte a squilibri derivanti da esecuzioni motorie non tecnicamente pertinen-
ti o causate dal disturbo degli avversari in contrasto di gioco.
312
14
CORE, FUNCTIONAL
E BALANCE TRAINING
BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:48 Pagina 312
MISURE PRELIMINARI ALL’ALLENAMENTO DELL’ATTERRAGGIO
Nell’allenare la capacità di atterraggio delle atlete pallavoliste si ha l’esigenza di
correlare tale azione alla performance, dal momento che nel volley il 70% dei
movimenti si concretizzano nel salto. Un’esigenza simile esiste anche nel basket,
dove le giocatrici effettuano salti a due piedi o ad un piede in situazione di dis-
equilibrio, come avviene ad esempio nel terzo tempo, o nel calcio per effettuare
un colpo di testa.
332
15
IL LANDING
E IL SUO ALLENAMENTO
Sedia al muro in isometriaCamminata sulle punte o sui talloni
BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:48 Pagina 332
La pliometria in età giovanile
Alcuni aspetti negativi
della pliometria
Indicazioni di utilizzo
delle esercitazioni pliometriche
Bibliografia
L’allenamento
pliometrico per
il condizionamento
fisico e
la prevenzione
CAPITOLO 16
BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:48 Pagina 343
Per pliometria (dal greco pléon ‘più’ e métros ‘misura’) si intende un'attività fisica
caratterizzata dal rapido susseguirsi di una contrazione muscolare eccentrica e
di una concentrica.
L’azione pliometrica è costituita da tre momenti fondamentali:
• fase eccentrica (di stiramento);
• fase isometrica (di inversione del movimento);
• fase concentrica (di accorciamento).
Un’immagine con cui facilmente si visualizza questi tipi di meccanismi musco-
lari è data dalla molla: nel caso del giocatore di pallavolo che salta a muro, il
rapido piegamento degli arti inferiori che precede il salto esercita una pressio-
ne sulle gambe, facendo comprimere le spirali della molla; l’energia contenuta
344
16
L’ALLENAMENTO PLIOMETRICO*
PER IL CONDIZIONAMENTO FISICO
E LA PREVENZIONE
* In questo capitolo, quando si parla di pliometria, bisogna far riferimento ad“esercizi a carat-
tere o regime pliometrico”. La classificazione, presa da Cometti (2010), comprende la plio-
metria nei metodi con pre-stiramento e si divide in:
- semplice: preatletismo, la funicella, i balzi e i salti in basso da non oltre 20 cm, ecc.;
- alta: salti in basso da un cubo alto, il cosiddetto“metodo d’urto”
- sovraccarico: eseguita con l’uso di pesi.
Nella stesura del capitolo si è fatto uso della teminologia di Chu et al. (1998).
BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:48 Pagina 344
I cambi di direzione:
proposta pratica per il calcio
Bibliografia
L’agility
nella prevenzione
degli infortuni
CAPITOLO 17
BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:48 Pagina 351
L’agility è una capacità complessa in cui gli aspetti fisici sono inscindibili da quel-
li cognitivi: “un rapido cambio di direzione o velocità in risposta ad uno stimolo”
(Sheppard et al., 2006) o in accordo ad un seconda definizione, rappresenta la
“capacità di accelerare, di sviluppare la massima velocità di corsa e l’abilità di
saper eseguire repentini cambi di direzione dosando momenti di spinta e di fre-
nata” (Little et al., 2005). Il lavoro sulla rapidità e l’agilità deve essere inserito nel-
l’allenamento delle giocatrici durante tutto l’anno agonistico.
Quando si voglia operare sui cambi di direzione, abbinando o facendo seguire
interventi per allenare la capacità di reiterare sprint, è utile sapere che (Gamba-
retto, 2016):
• il cambio di direzione presuppone abilità “complesse” che necessitano, per
essere perfezionate, di una certa frequenza nella loro esecuzione;
• lo stimolo deve essere progressivo: una velocità “controllata” permette di
gestire le forze in gioco con più facilità, affinando le coordinazioni.
Per costruire una progressione didattica logica, potrebbe essere conveniente
“scomporre”il movimento in accelerazione, decelerazione, cambio di direzione e
ripartenza (Markoff et al., 1995; Bloomfield et al., 2007).
I cambi di direzione rappresentano una forma di locomozione potenzialmente
favorente l’insorgenza d’infortuni, a causa della complessità della struttura delle
azioni stesse e delle forze reattive in gioco.
È stato osservato che la combinazione di forze di traslazione della tibia, momenti
in varo-valgo e momenti di rotazione interna-esterna aumentano lo stress arti-
colare, in particolare sul pivot centrale del basket (Markolf et al., 1995): da qui
l’importanza di questa fase per le giocatici di pallacanestro.
352
17
L’AGILITY NELLA PREVENZIONE
DEGLI INFORTUNI
BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:48 Pagina 352
La prevenzione in acqua
Vantaggi degli esercizi
praticati in acqua
La seduta di allenamento
Bibliografia
Esercizi
di prevenzione
e riabilitazione
in acqua
A cura di Nicola Gibellini
CAPITOLO 18
BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:49 Pagina 361
LA PREVENZIONE IN ACQUA
La possibilità di programmare alcune sedute della preparazione fisica di inizio
stagione in acqua, consente l’inserimento di esercizi specifici per la prevenzione
degli infortuni più frequenti nelle discipline praticate e risulta essere molto utile
ed efficace a questo scopo. Le sedute in acqua dovrebbero essere programmate
attentamente e in modo tale da essere sinergiche con il lavoro complessivo svol-
to in palestra. Quando si pianifica la seduta di allenamento in acqua, essa deve
costituire la parte centrale dell’intera sessione, in modo che le atlete non vi arrivi-
no stanche o“usurate”da altre attività.
Occorre puntualizzare che non si tratta di una attività finalizzata al recupero di
fine allenamento, ma di carichi di lavoro nella forma di esercitazioni in acqua,
una reale parte allenante della seduta.
L’acqua permette di eseguire esercizi di pre-atletismo e di riabilitazione in antici-
po sui tempi canonici, grazie al minor effetto della forza di gravità in proporzione
all’altezza della piscina e in ragione della relativa densità del liquido, che garanti-
sce sia assistenza che resistenza in tutti gli angoli dei range articolari (Roth et al.,
2006).
Le esercitazioni in acqua permettono inoltre all’atleta di anticipare il ritorno all’e-
secuzione di esercizi specifici e agli allenamenti sul campo dopo la pausa estiva
o al rientro da un infortunio, favorendo inoltre il mantenimento delle funzioni
cardiovascolari (Thein, Brody, 1998).
La letteratura mostra che gli esercizi in acqua si possono effettuare con o senza
carichi, consentendo il miglioramento del salto verticale (CMJ, countermovement
jump), della velocità sullo sprint di 40 metri, dell’equilibrio e dei salti in serie (Kim,
Choi, 2014).
362
18
ESERCIZI DI PREVENZIONE
E RIABILITAZIONE IN ACQUA
BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:49 Pagina 362
Le tecniche di stretching
Lo stretching statico
Lo stretching dinamico
La Proprioceptive Neuromuscular
Facilitation (PNF)
Lo stretching globale
attivo (SGA)
Fattori di rischio
per infortuni muscolari
Conclusioni
Bibliografia
Stretching
e prevenzione
degli infortuni
CAPITOLO 19
BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:49 Pagina 367
LE TECNICHE DI STRETCHING
Le tecniche di stretching maggiormente diffuse in ambito sportivo sono quattro:
1. lo stretching statico;
2. lo stretching dinamico;
3. lo stretching PNF (facilitazione propriocettiva neuromuscolare);
4. lo stretching globale attivo (SGA).
LO STRETCHING STATICO
È una metodica, semplice da utilizzare, che prevede di allungare progressiva-
mente il muscolo target per raggiungere la massima escursione possibile, senza
mai arrivare alla soglia del dolore. La posizione deve esser mantenuta per circa
20-30”, anche se talvolta può esser raggiunto anche il minuto di lavoro. Le linee
guida suggeriscono di ripetere la sequenza 2-3 volte, intervallando le serie con
un recupero di 20-30”.
Pur essendo ancora molto utilizzato nella fase di riscaldamento, sembra però
non essere la soluzione ideale, in particolare negli sport brevi e in quegli sport
che richiedono una prestazione di potenza. La sua collocazione ideale è nella
fase di defaticamento, nelle fasi di recupero o in sedute di allenamento dedicate
al“miglioramento della mobilità”.
368
19
STRETCHING
E PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI
BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:49 Pagina 368
Le patologie femoro-rotulee
Bibliografia
Le patologie
dell’arto inferiore
CAPITOLO 20
BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:49 Pagina 373
LE PATOLOGIE FEMORO-ROTULEE
La patologia femoro-rotulea, è tipica del sesso femminile (Fredericson e Yoon
2006), soprattutto l’iperpressione femoro-rotulea esterna o sindrome femoro-
rotulea e l’instabilità femoro-rotulea.
Il dolore, in sede peripatellare o retropatellare, incrementa in posizione di flessio-
ne prolungata del ginocchio o nella situazione di un carico che gravi sulla strut-
tura, del tipo atterraggio da un salto, discesa delle scale, ecc.
Gli infortuni all’articolazione patello-femorale sono comunemente attribuiti alle
differenze anatomiche fra atlete e atleti, in particolare anche e bacino più larghi,
aumentata anteroversione femorale e il Q-angle, cioè l’angolo formato fra la
linea che va dalla spina iliaca anteriore superiore fino al centro della patella, e
quella che va dal centro della patella fino alla tuberosità tibiale.
In letteratura si ipotizza che un mal allineamento rotuleo possa essere influenza-
to da una debolezza del muscolo vasto mediale e dalla rigidità della bandelletta
ileo-tibiale. Anche l’iperpronazione del piede, la patella alta e/o ipermobile e la
rigidità dei retinacoli patellari sono fattori che peggiorano la stabilità globale
dell’articolazione, rendendo più probabile squilibri muscolari o alterazioni dei
pattern di movimento.
Altri fattori alla base di un rischio biomeccanico di infortunio includono un’alte-
rata stabilità pelvica e la meccanica di salto e dell’atterraggio, in cui tanto più la
postura è eretta, tanto maggiori saranno l’escursione di flessione del ginocchio e
la velocità di flessione, più del ginocchio in valgo, con scarso contributo da parte
della caviglia nella dissipazione delle forze nell’atterraggio, e un deficit del con-
trollo neuromuscolare (Hewett et al., 2006).
374
20
LE PATOLOGIE
DELL’ARTO INFERIORE
BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:49 Pagina 374
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Prevenzione negli sport femminili di squadra, Roberto Benis

  • 1. Lo sport femminile Differenze di prestazione La capacità di resistenza La capacità ossidativa muscolare La capacità di forza La capacità di velocità La capacità di mobilità articolare e la coordinazione Differenze antropometriche: corporatura e composizione corporea L’allenabilità delle capacità Bibliografia Le differenze di genere CAPITOLO 1 BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:46 Pagina 11
  • 2. LO SPORT FEMMINILE Negli ultimi tempi, insieme alla generale emancipazione della donna, si è assistito da una parte alla crescita della partecipazione femminile alle attività fisiche (in par- ticolare in una serie di sport e discipline sportive in passato non praticate dalle donne come il lancio del martello, il salto triplo, il salto con l’asta, la lotta, il pugila- to, il rugby, ecc.), dall’altra a un incremento delle conoscenze, assieme alla necessi- tà di sviluppare una preparazione mirata a prevenire gli infortuni nel gentil sesso. Entrambi i fattori hanno promosso l’interesse verso le specificità di genere per il miglioramento delle prestazioni e della salute. C’è stata una grande crescita della documentazione scientifica che esamina gli effetti dell’esercizio sulle donne, che ha portato a studiare le differenze biologiche intrinseche tra i due sessi per facilita- re la comprensione e la messa in pratica di programmi di allenamento idonei e specifici (Ciuffetti, 2014). DIFFERENZE DI PRESTAZIONE Nel corso degli ultimi anni, sempre più donne si sono avvicinate alla pratica sportiva, si è passati nei Giochi olimpici estivi (1948-2012) dal 9,5% al 44,2% di partecipanti donne e nei Giochi olimpici invernali (1948-2014) dall’11,5% al 40,3%. Con l’inserimento di prove al femminile nei vari sport del programma olimpico ai Giochi di Sydney nel 2000, la partecipazione femminile fu superiore al 38% per raggiungere il 40% nell'edizione successiva ad Atene. Una tendenza che si è ulteriormente sviluppata nei giochi di Pechino con il 42% di atlete partecipanti, fino a Londra del 2012, dove su un totale di 10.519 parteci- 12 1 LE DIFFERENZE DI GENERE BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:46 Pagina 12
  • 3. Introduzione La classificazione delle fasi sensibili dello sviluppo della motricità La maturazione sessuale Crescita muscolare e ossea Maturazione e infortuni Il menarca e il ciclo mestruale Bibliografia Le fasi dello sviluppo e dell’accrescimento CAPITOLO 2 BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:46 Pagina 25
  • 4. INTRODUZIONE Prima di inoltrarci nella descrizione delle fasi dello sviluppo e dell’accrescimento della giovane atleta, riteniamo utile approntare un piccolo glossario della termi- nologia impiegata: Crescita: aumento delle dimensioni corporee o di una specifica parte del corpo. Sviluppo: progressione naturale dalla vita prenatale alla vita adulta. Maturazione: culmine del processo di sviluppo in cui l’organismo diviene piena- mente funzionale. Pubertà: periodo nel quale i ragazzi sviluppano i caratteri sessuali secondari e si trasformano in giovani adulti. In questa fase dello sviluppo si verificano dei cam- biamenti nella composizione corporea e nel rendimento delle abilità fisiche. La pubertà può essere compresa tra gli 8 e i 13 anni per le ragazze e i 9 e i 15 anni per i ragazzi. Pre-adolescenza: periodo della vita che precede lo sviluppo dei caratteri sessua- li secondari, come l’ingrandimento degli organi riproduttivi nei maschi e la cre- scita dei peli pubici nelle femmine. Adolescenza: periodo compreso tra infanzia ed età adulta. 26 2 LE FASI DELLO SVILUPPO E DELL’ACCRESCIMENTO BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:46 Pagina 26
  • 5. Introduzione Gli infortuni e i fattori di rischio Cos’è la prevenzione? Che cos’è un protocollo di prevenzione? Un modello di prevenzione dei traumi sportivi I fattori di rischio di infortunio negli sport di squadra Cosa si può fare per prevenire i traumi sportivi? L’allenamento per la prevenzione degli infortuni I protocolli di prevenzione degli infortuni agli arti inferiori: un confronto tra i diversi studi Conclusioni Bibliografia La prevenzione degli infortuni CAPITOLO 3 BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:46 Pagina 39
  • 6. INTRODUZIONE La Carta Europea dello Sport del 1992 definisce lo sport come “qualsiasi forma di attività fisica che, attraverso una partecipazione organizzata o non organizzata, abbia per obiettivo l’espressione o il miglioramento della condizione fisica e psi- chica, lo sviluppo delle relazioni sociali o l’ottenimento di risultati in competizio- ni di tutti i livelli”. La pratica di attività sportive viene incoraggiata sin dall’età infantile perché possa consolidarsi come sana abitudine di vita, in quanto l’attività fisica regolare è uno dei principali fattori protettivi dalle malattie cardiovascolari e degenerati- ve. Sempre più atleti, indipendentemente dallo sport e dal livello, sono soggetti ad infortuni e le ragioni sono molteplici: scarsa condizione fisica, disequilibri musco- lari, incidenti precedenti, elevata velocità del gioco, differenza tra le superfici, ecc. Risulta allora importante occuparsi di prevenzione degli infortuni sportivi fin dalla giovane età, con uno sviluppo multilaterale del corpo. Le evidenze scientifiche ci mostrano che una routine sistematica di esercizi a finalità preventiva riduce le possibilità di infortunio nello sportivo e ne migliora l’efficienza fisica, senza dimenticare che il movimento stesso è la prima misura preventiva. 40 3 LA PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:46 Pagina 40
  • 7. CAPITOLO I fattori da considerare Cause endogene ed esogene dei fattori di rischio Alcuni principi fondamentali che determinano il programma di sviluppo delle pallavoliste Conseguenze sulla conservazione delle capacità di carico nelle giovani atlete Bibliografia Prevenzione nei giovani atleti 4 BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:46 Pagina 75
  • 8. I FATTORI DA CONSIDERARE Al fine di allenare la prevention injury nei giovani atleti, è necessario analizzare attentamente tutta una serie di fattori, quali l’età cronologica dell’atleta, gli anni di allenamento, il livello, il sesso, gli infortuni presenti e passati, i disequilibri muscolari e posturali, l’analisi dell’attività, le caratteristiche dello sport, la richie- sta fisica, la scelta degli esercizi, i metodi d’allenamento, la pianificazione, il tipo di materiale utilizzato, le installazioni sportive disponibili. Nella preparazione fisica dei giovani, così come con i principianti di tutte le età, si raccomanda la seguente progressione: 1. analisi posturale; 2. eventuale correzione rilevate nel punto 1; 3. stabilizzazione del corpo; 4. sviluppo di una“flessibilità funzionale”; 5. sviluppo della capacità di esprimere forza; 6. trasformare la forza in potenza. Per poter prevenire gli infortuni nel settore giovanile, è opportuno inserire nella programmazione esercizi utili al training delle strutture propriocettive articolari e neuromuscolari. È importante porre l’accento sulla fase di riscaldamento, sul miglioramento e sul consolidamento della mobilità articolare e della forza. Tutto questo deve essere incastrato, come se fosse un puzzle, in una program- mazione pluriennale che deve comprendere: 76 4 PREVENZIONE NEI GIOVANI ATLETI BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:46 Pagina 76
  • 9. Partecipazione e pratica sportiva Incidenza degli infortuni nelle atlete (in generale e negli sport specifici) Il quadro ormonale e la localizzazione delle lesioni Come si verificano le lesioni? Qual è il costo degli infortuni? Quali sono i fattori specifici di rischio di infortunio per le atlete? Fattori di rischio non modificabili per le atlete Fattori di rischio modificabili per le atlete La prevenzione specifica per le atlete Sintesi delle strategie preventive per le atlete praticanti sport agonistico Conclusioni Bibliografia Prevenzione degli infortuni per le atlete CAPITOLO 5 BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:46 Pagina 81
  • 10. Lo scopo di questo capitolo è di fornire una sintesi delle conoscenze ormai con- solidate circa gli infortuni, i fattori di rischio e le strategie di prevenzione specifi- che per le atlete. Gli infortuni più caratterizzanti dei soggetti femminili nella pratica dello sport possono essere previsti e potenzialmente evitati. Non si possono eliminare tutti gli incidenti, ma la loro frequenza e la gravità possono essere ridotte attraverso diverse strategie di prevenzione. Dato il coinvolgimento di un numero sempre maggiore di atlete in diversi sport a livelli d’élite, l’attenzione per gli infortuni di questa specifica categoria è in costante crescita. Ridurre il rischio di infortunio significa aumentare la partecipazione allo sport, potenziare la performance e garantire una migliore qualità della vita futura, attra- verso la promozione ed il mantenimento di uno stile di vita attivo. Ci sono evi- denze che mostrano come il livello di fitness fisico sia un valido strumento per predire le cause di mortalità, morbilità e disturbi specifici come cancro, eventi cardiovascolari, diabete (Emery, Lebrun, 2015). Gli infortuni, specialmente quelli al ginocchio e alla caviglia, possono portare allo sviluppo di osteoartrite con l’avanzare l’età (Lohmander et al., 2004; 2007). È utile, per esaminare la prevenzione degli infortuni in diverse popolazioni spor- tive, un approccio in quattro punti così articolati: 82 5 PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI PER LE ATLETE BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:46 Pagina 82
  • 11. Il recupero e la rigenerazione Strategie nutrizionali ed idratazione Ghiaccio e crioterapia Recupero attivo Stretching statico e dinamico Massaggi Indumenti compressivi Strategie psicologiche Riposo, sonno e jet-lag Consigli pratici: il warm-up Consigli pratici: il cool-down Strategie pratiche di intervento Conclusioni Bibliografia Strategie e metodi di recupero: come recuperare al meglio CAPITOLO 6 BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:47 Pagina 103
  • 12. IL RECUPERO E LA RIGENERAZIONE Quando si parla di prevenzione degli infortuni è inevitabile fare riferimento al recupero dell’atleta, a quello che avviene dopo la fine dell’allenamento, tanto più se si lavora con soggetti giovani e non professionisti, ovvero la maggior parte delle persone che praticano sport. Il recupero è una parte integrante dell’allenamento, la fase che permette la rea- lizzazione degli adattamenti fisiologici e metabolici. È il periodo di scarico in cui gli stimoli allenanti vengono trasformati in adattamenti fisiologici, il momento in cui si verifica il fenomeno della supercompensazione. Si tratta di un processo di reazioni fisiologiche all’allenamento o ad un periodo allenante, che porta al rag- giungimento di un potenziale fisico superiore a quello di partenza (v. figura a pagina 105). Durante la fase della stagione agonistica, può capitare che le squadre si trovino a dover affrontare più competizioni nell’arco di pochi giorni, specialmente i team di 104 6 STRATEGIE E METODI DI RECUPERO: COME RECUPERARE AL MEGLIO1 1 L’Autore ha qui ripreso e rielaborato alcuni contenuti tratti dall’articolo di Calleja et al., 2009. COSA È LA FATICA? È l’incapacità di mantenere la forza o la potenza richieste o aspettate. Si verifica durante esercizi intensi e si riflette in un declino della performance. BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:47 Pagina 104
  • 13. Cenni sulla postura Principi di valutazione posturale sportiva Lo studio degli allineamenti statici Lo studio della mobilità articolare Lo studio delle oscillazioni posturali Lo studio della dinamica di movimento Bibliografia Postura e rischio di infortunio A cura di Luca Russo CAPITOLO 7 BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:47 Pagina 119
  • 14. CENNI SULLA POSTURA La postura può essere interpretata in senso lato come la rappresentazione di noi stessi in ogni nostro gesto quotidiano e in ogni istante della nostra vita. La nostra postura ci caratterizza e noi, con il nostro“essere”, caratterizziamo la nostra postura. Siamo degli animali altamente evoluti, ma conserviamo ancora molti tratti pri- mordiali, quindi siamo esseri rituali e ripetitivi: ognuno di noi ha un proprio e caratteristico modo di muoversi, camminare, stare in piedi, stare seduto, esultare, rattristarsi, gioire, soffrire, arrabbiarsi, concentrarsi. Questi modi di fare sono l’e- strinsecazione del nostro“essere”interno e creano la nostra postura esterna. Una definizione abbastanza completa e aggiornata rispetto alle recenti produ- zioni scientifiche (Russo et al., 2016) cita: “La postura è la parte visibile di una serie di adattamenti invisibili ed interni all’organismo che si riassumono come la posizione istantanea del corpo nello spazio e la relazione spaziale tra i segmenti anatomici, su cui influiscono fattori genetici, psico-emotivi, patologici, traumatici, neuro-fisiologici, biomeccanici, esperienziali ed ambientali, modificando così il corretto funzionamen- to dei recettori posturali con conseguente cambiamento degli equilibri dei sistemi fasciale, muscolare e scheletrico. Il fine ultimo della postura è il mantenimento dell’e- quilibrio in condizioni statiche e soprattutto dinamiche, con relativa influenza sull’er- gonomia del movimento del corpo verso l’obiettivo prefisso.” Come si può facilmente intuire, il concetto di postura interessa molte sfere del- l’essere umano, da quelle genetiche ed anatomiche e quelle psico-socio-com- portamentali, passando sempre attraverso la gestione biomeccanica del movi- mento, che a sua volta può essere corretto o scorretto. 120 7 POSTURA E RISCHIO DI INFORTUNIO BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:47 Pagina 120
  • 15. Uno screening funzionale specifico Valutazione chinesiologica e funzionale Strutturazione della routine funzionale preventiva (esempio per la pallavolo) Bibliografia La valutazione chinesiologica CAPITOLO 8 BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:47 Pagina 139
  • 16. UNO SCREENING FUNZIONALE SPECIFICO Bahr e altri autori suggeriscono come un piano efficace di prevenzione degli infortuni debba essere orientato verso gli atleti a maggior rischio, dopo avere valutato precedenti infortuni, caratteristiche fisiche, ruolo di gioco, anzianità, ecc. Prima di intraprendere un programma, tutto lo staff (medico, fisioterapista, pre- paratore fisico, allenatore) deve conoscere gli infortuni occorsi in carriera, even- tuali interventi chirurgici e abitudini dell’atleta. Effettuare uno screening posturale e chinesiologico-funzionale è, secondo gli stessi autori, un metodo di prevenzione primaria (insieme alle altre strategie che mirano a ridurre i fattori di rischio di infortunio). A questo scopo si possono usare scale di giudizio, video e immagini, sia in situazioni statiche che dinamiche, che ci consentono di notare sia da una visione frontale che laterale eventuali difetti posturali. A questo primo screening vanno poi aggiunti altri test per valutare in modo più ampio e specifico le caratteristiche muscolari dell’atleta, come i test di forza o di potenza muscolare (ad esempio, le curve della forza-velocità mono- e bi-podali- che per vedere il carico ideale di allenamento per lo sviluppo della forza o per evidenziare asimmetrie di spinta negli arti inferiori). I test propriocettivi con pedane computerizzate forniscono indicazioni sulle strategie che il soggetto uti- lizza per la ricerca della verticale o di deficit specifici, oltre che valutazioni sulla condizione fisica e sulle condizioni generali di salute utili a tutti gli staff tecnici e medici. 140 8 LA VALUTAZIONE CHINESIOLOGICA BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:47 Pagina 140
  • 17. Modello fisiologico e prestativo La preparazione fisica nella pallavolo Gli infortuni nella pallavolo e le misure preventive Fattori di rischio di infortunio Analisi dettagliata degli infortuni più frequenti nella pallavolo Programmi preventivi per la spalla della pallavolista L’instabilità di spalla Bibliografia La pallavolo Con la collaborazione di Francesca Devetag CAPITOLO 9 BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:47 Pagina 169
  • 18. Lo sport della pallavolo è riconosciuto come uno dei più popolari al mondo ed il terzo più praticato tra la popolazione femminile in considerazione della sua accessibilità a gruppi di tutte le età, dei minimi requisiti richiesti per l’attrezzatu- ra e per la possibilità che offre di giocare sia indoor che outdoor. Nasce alla fine dell’800 e prevede nella forma canonica due squadre contrap- poste composte da sei giocatrici o giocatori. Il campo da gioco è di forma ret- tangolare, dimensioni 18 x 9 metri e diviso da una rete in due quadrati di 9 x 9 metri che identificano le due metà campo nelle quali si dispongono le due squadre. La partita si disputa in set con vittoria aggiudicata alla squadra che raggiunge per prima i 25 punti o successivi con almeno due punti di vantag- gio. MODELLO FISIOLOGICO E PRESTATIVO La pallavolo viene considerata sport di squadra e di situazione (Ivoilov et al., 1967) e definita come sport di rimando, la cui caratteristica principale è rappre- sentata dal fatto che un’azione non può essere in alcun modo interrotta durante il suo svolgimento fino a che una squadra non ottenga il punto: direttamente, per errore degli avversari o per irregolarità sanzionata dagli arbitri. Ogni squadra presenta a referto dodici giocatori, sei dei quali in campo, suddivisi in quattro ruoli specifici: palleggiatore, centrali, attaccanti e libero. La pallavolo viene classificata tra le attività a impegno metabolico aerobico- anaerobico alternato, la cui componente meccanico-muscolare fa riferimento alla forza reattiva e all’esplosività muscolare (Bosco, 1994). 170 9 LA PALLAVOLO BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:47 Pagina 170
  • 19. Il modello fisiologico e prestativo nella pallacanestro Allenamento e periodizzazione del lavoro fisico nella pallacanestro Gli infortuni nella pallacanestro La prevenzione degli infortuni nella pallacanestro femminile Il programma in pratica La prevenzione delle lesioni del legamento crociato anteriore (LCA) nelle atlete Bibliografia La pallacanestro CAPITOLO 10 BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:47 Pagina 207
  • 20. La federazione internazionale di basket comprende più di 200 nazioni e secondo una statistica la pallacanestro è uno sport praticato, in qualche forma, dall’11% della popolazione mondiale. La pallacanestro si gioca fra due squadre formate da cinque giocatori su un campo di 28 metri di lunghezza per 14 di larghezza; scopo di ciascuna squadra è quello di realizzare il maggior numero di punti rispetto all’altra tirando la palla nel canestro, un cerchio di ferro del diametro di 45 cm, posto ad un’altezza di 3,05 metri. Il gioco è controllato da due arbitri e dagli ufficiali di campo. I tempi di gioco sono quattro per un totale di 40’effettivi, con un intervallo di 15’tra il secondo e terzo quarto di gioco. IL MODELLO FISIOLOGICO E PRESTATIVO NELLA PALLACANESTRO La pallacanestro è uno sport in cui sforzi intensi di natura anaerobica, si alterna- no a pause nelle quali il meccanismo aerobico consente di recuperare (McInnes et al., 2003). L’andamento di alcuni dei parametri fondamentali presenta le caratteristiche seguenti: • la percentuale di V . O2 misurata durante la partita indica la tipologia di substra- ti coinvolti nella produzione di energia; 208 10 LA PALLACANESTRO BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:47 Pagina 208
  • 21. Modello fisiologico e prestativo Allenamento e periodizzazione del lavoro fisico nel calcio Tasso di infortuni nel calcio Localizzazione e tipologia di infortuni Tempo di assenza dalla attività sportiva Cronologia degli infortuni Fattori di rischio Eventi che provocano infortuni N-M Neuromuscular training Conclusioni Bibliografia Il calcio Con la collaborazione di Alessandro Gambaretto CAPITOLO 11 BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:48 Pagina 239
  • 22. Il calcio è senza ombra di dubbio lo sport più popolare al mondo, praticato da uomini, donne e bambini con diversi livelli di esperienza e di abilità. Così come per altri sport, anche nel calcio la prestazione multifattoriale dipende da fattori tecnici, tattici, fisici, mentali e fisiologici. Il calcio femminile trova origine nel 1933 a Milano, quando prese vita il primo club di calcio organizzato, il Gruppo Femminile Calcistico. Successivamente, nel 1986, è stato istituito ad opera della FIGC il campionato di calcio femminile, cam- pionato suddiviso in Serie A, B, lega Pro e serie D. La più importante competizio- ne, oltre ai Campionati Europei, sono i Campionati Mondiali di calcio femminile, disputati tra le nazioni femminili dei Paesi affiliati alla FIFA. Come per i mondiali di calcio maschile, il torneo iridato femminile viene disputato con cadenza qua- driennale dal 1991. Il calcio è uno sport di squadra, che prevede l’utilizzo di abbigliamento adegua- to e di un pallone; una partita di calcio regolamentare dura 90’, tempo intervalla- to da un riposo di 15’; il match viene disputato da 2 squadre composte da 11 giocatori ciascuna, suddivisi in ruoli ben specifici: portiere, difensori, centrocam- pisti ed attaccanti. MODELLO FISIOLOGICO E PRESTATIVO Il calcio si caratterizza come sport ad alta intensità, intermittente e non continuo. La ricerca attuale suggerisce che le richieste del gioco per le donne sono simili a quelle del calcio maschile. 240 11 IL CALCIO BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:48 Pagina 240
  • 23. Il movimento efficiente La valutazione della capacità di controllo degli arti inferiori e del busto in situazioni dinamiche Forza reattiva – Forza veloce Definizione di asimmetria Bibliografia Test valutativi per la prevenzione di infortuni agli arti inferiori CAPITOLO 12 BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:48 Pagina 269
  • 24. Ricerca e pratica sul campo hanno permesso di eleaborare test valutativi allo scopo di prevenire il rischio di infortunio agli arti inferiori; alcuni di essi prevedo- no l’utilizzo di attrezzature complesse, altri molto più semplici non richiedono il ricorso ad un laboratorio e prevedono la misurazione di molti parametri e l’anali- si dell’intero movimento di salto, piegamento, ecc. o solo di una parte di esso, ad esempio l’atterraggio. Negli ultimi anni molti studi hanno preso in considerazione e analizzato, a scopo correttivo e preventivo, i fattori di rischio predisponenti ad infortuni agli arti infe- riori primari o secondari. Nell'ambito della prevenzione è stata inserita la cosiddetta valutazione funziona- le, ovvero un insieme di test e misurazioni in grado di fornire informazioni sulle condizioni fisiche del soggetto, tali da consentire all’atleta e al preparatore fisico di adottare opportune strategie allenanti o riabilitative. IL MOVIMENTO EFFICIENTE La capacità di avere un corretto allineamento degli arti inferiori e del tronco durante un gesto motorio risulta essere un aspetto fondamentale non solo nella prevenzione, ma anche nella performance stessa, vedi un salto a muro nella pallavolo o un cambio di direzione nel calcio o nel basket, dove perdendo l’allineamento del tronco si compromette la performance stessa, senza conside- rare il rischio di incorrere in infortuni significativi. Molti traumi vengono indotti dall’errore comune di concentrarsi sulla quantità piuttosto che sulla qualità del lavoro. 270 12 TEST VALUTATIVI PER LA PREVENZIONE DI INFORTUNI AGLI ARTI INFERIORI BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:48 Pagina 270
  • 25. La forza: definizioni e classificazioni Da cosa dipende la forza muscolare? La forza nella donna: aspetti cruciali multidisciplinari L’allenabilità delle donne: ipertrofia, forza e potenza Cronobiologia. Il ciclo mestruale: alleato o nemico? Programmare attraverso le fasi del ciclo mestruale Rigenerazione e recupero nel processo di allenamento costante. L’importanza del tapering nell’allenamento della donna atleta Effetti delle differenze maschi-femmine sull’allenamento della forza delle giocatrici Bibliografia Il ruolo e l’importanza della forza e della potenza muscolare Con la collaborazione di Stefano Zambelli CAPITOLO 13 BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:48 Pagina 285
  • 26. LA FORZA: DEFINIZIONI E CLASSIFICAZIONI Sono numerose le definizioni formulate dai vari ricercatori per classificare la forza, da Vittori, secondo il quale: “La forza muscolare si può definire come la capacità che i componenti intimi della materia muscolare hanno di contrarsi, in pratica di accorciarsi”, e anche: “La forza è la capacità del muscolo scheletrico di produrre tensione nelle varie mani- festazioni”, a Verchosanskij che cita: “Si può definire la forza dell’uomo come la capacità di vincere una resistenza esterna o di opporvisi con un impegno muscolare”. Semplificando le definizioni citate, si può affermare che la forza si identifica nella capacità del muscolo di esprimere tensione. Essendo molteplici le tensioni che un muscolo può esprimere, anche in diversifi- cate condizioni, le varie espressioni di forza e le capacità annesse si possono classificare e così sintetizzare: 1. forza massima; 2. forza esplosiva; 3. resistenza alla forza veloce; 4. resistenza muscolare. Sono quindi necessarie alcune definizioni chiarificatrici: 286 13 IL RUOLO E L’IMPORTANZA DELLA FORZA E DELLA POTENZA MUSCOLARE BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:48 Pagina 286
  • 27. Il core L’allenamento funzionale Il balance training Bibliografia 14Core, functional e balance training CAPITOLO 14 BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:48 Pagina 311
  • 28. IL CORE Le prime definizioni di core lo descrivevano come un “box cilindrico” composto dai muscoli addominali anteriormente, glutei e paraspinali posteriormente, dia- framma nella parte superiore, pavimento pelvico e articolazione dell’anca come base inferiore (Richardson et al., 1999). Altri ricercatori includono, arricchendo il complesso anatomico, tutte le parti del corpo comprese tra lo sterno e le ginocchia, sempre ovviamente con focalizza- zione sulla regione addominale, lombare e bacino. Altri ancora sostengono che la muscolatura del core debba includere tutti i muscoli della spalla e della pelvi, in quanto risulterebbero fondamentali per il trasferimento dell’energia dal busto alle estremità distali (Stephenson et al., 2004; Tse et al., 2005). Il condizionamento fisico in generale non può comunque prescindere dall’alle- namento del massimo punto di stabilità del corpo umano, ovvero dal comples- so coxo-lombo-pelvico, il core per definizione. Esso rappresenta il centro della catena cinetica dell’uomo da cui dipartono tutti i meccanismi di movimento che vengono trasmessi agli arti inferiori e superiori. Avere un core forte, risulta fondamentale per l’esecuzione di salti, cambi di dire- zione, decelerazioni in forte spinta e di tutti quei movimenti dinamici, richiesti nelle varie fasi di gioco, che prevedono una solida base di appoggio. Grazie all’attivazione muscolare del core, si possono ottenere i corretti aggiusta- menti posturali degli arti, utili a collocare il corpo in posizioni che consentano di far fronte a squilibri derivanti da esecuzioni motorie non tecnicamente pertinen- ti o causate dal disturbo degli avversari in contrasto di gioco. 312 14 CORE, FUNCTIONAL E BALANCE TRAINING BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:48 Pagina 312
  • 29. MISURE PRELIMINARI ALL’ALLENAMENTO DELL’ATTERRAGGIO Nell’allenare la capacità di atterraggio delle atlete pallavoliste si ha l’esigenza di correlare tale azione alla performance, dal momento che nel volley il 70% dei movimenti si concretizzano nel salto. Un’esigenza simile esiste anche nel basket, dove le giocatrici effettuano salti a due piedi o ad un piede in situazione di dis- equilibrio, come avviene ad esempio nel terzo tempo, o nel calcio per effettuare un colpo di testa. 332 15 IL LANDING E IL SUO ALLENAMENTO Sedia al muro in isometriaCamminata sulle punte o sui talloni BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:48 Pagina 332
  • 30. La pliometria in età giovanile Alcuni aspetti negativi della pliometria Indicazioni di utilizzo delle esercitazioni pliometriche Bibliografia L’allenamento pliometrico per il condizionamento fisico e la prevenzione CAPITOLO 16 BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:48 Pagina 343
  • 31. Per pliometria (dal greco pléon ‘più’ e métros ‘misura’) si intende un'attività fisica caratterizzata dal rapido susseguirsi di una contrazione muscolare eccentrica e di una concentrica. L’azione pliometrica è costituita da tre momenti fondamentali: • fase eccentrica (di stiramento); • fase isometrica (di inversione del movimento); • fase concentrica (di accorciamento). Un’immagine con cui facilmente si visualizza questi tipi di meccanismi musco- lari è data dalla molla: nel caso del giocatore di pallavolo che salta a muro, il rapido piegamento degli arti inferiori che precede il salto esercita una pressio- ne sulle gambe, facendo comprimere le spirali della molla; l’energia contenuta 344 16 L’ALLENAMENTO PLIOMETRICO* PER IL CONDIZIONAMENTO FISICO E LA PREVENZIONE * In questo capitolo, quando si parla di pliometria, bisogna far riferimento ad“esercizi a carat- tere o regime pliometrico”. La classificazione, presa da Cometti (2010), comprende la plio- metria nei metodi con pre-stiramento e si divide in: - semplice: preatletismo, la funicella, i balzi e i salti in basso da non oltre 20 cm, ecc.; - alta: salti in basso da un cubo alto, il cosiddetto“metodo d’urto” - sovraccarico: eseguita con l’uso di pesi. Nella stesura del capitolo si è fatto uso della teminologia di Chu et al. (1998). BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:48 Pagina 344
  • 32. I cambi di direzione: proposta pratica per il calcio Bibliografia L’agility nella prevenzione degli infortuni CAPITOLO 17 BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:48 Pagina 351
  • 33. L’agility è una capacità complessa in cui gli aspetti fisici sono inscindibili da quel- li cognitivi: “un rapido cambio di direzione o velocità in risposta ad uno stimolo” (Sheppard et al., 2006) o in accordo ad un seconda definizione, rappresenta la “capacità di accelerare, di sviluppare la massima velocità di corsa e l’abilità di saper eseguire repentini cambi di direzione dosando momenti di spinta e di fre- nata” (Little et al., 2005). Il lavoro sulla rapidità e l’agilità deve essere inserito nel- l’allenamento delle giocatrici durante tutto l’anno agonistico. Quando si voglia operare sui cambi di direzione, abbinando o facendo seguire interventi per allenare la capacità di reiterare sprint, è utile sapere che (Gamba- retto, 2016): • il cambio di direzione presuppone abilità “complesse” che necessitano, per essere perfezionate, di una certa frequenza nella loro esecuzione; • lo stimolo deve essere progressivo: una velocità “controllata” permette di gestire le forze in gioco con più facilità, affinando le coordinazioni. Per costruire una progressione didattica logica, potrebbe essere conveniente “scomporre”il movimento in accelerazione, decelerazione, cambio di direzione e ripartenza (Markoff et al., 1995; Bloomfield et al., 2007). I cambi di direzione rappresentano una forma di locomozione potenzialmente favorente l’insorgenza d’infortuni, a causa della complessità della struttura delle azioni stesse e delle forze reattive in gioco. È stato osservato che la combinazione di forze di traslazione della tibia, momenti in varo-valgo e momenti di rotazione interna-esterna aumentano lo stress arti- colare, in particolare sul pivot centrale del basket (Markolf et al., 1995): da qui l’importanza di questa fase per le giocatici di pallacanestro. 352 17 L’AGILITY NELLA PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:48 Pagina 352
  • 34. La prevenzione in acqua Vantaggi degli esercizi praticati in acqua La seduta di allenamento Bibliografia Esercizi di prevenzione e riabilitazione in acqua A cura di Nicola Gibellini CAPITOLO 18 BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:49 Pagina 361
  • 35. LA PREVENZIONE IN ACQUA La possibilità di programmare alcune sedute della preparazione fisica di inizio stagione in acqua, consente l’inserimento di esercizi specifici per la prevenzione degli infortuni più frequenti nelle discipline praticate e risulta essere molto utile ed efficace a questo scopo. Le sedute in acqua dovrebbero essere programmate attentamente e in modo tale da essere sinergiche con il lavoro complessivo svol- to in palestra. Quando si pianifica la seduta di allenamento in acqua, essa deve costituire la parte centrale dell’intera sessione, in modo che le atlete non vi arrivi- no stanche o“usurate”da altre attività. Occorre puntualizzare che non si tratta di una attività finalizzata al recupero di fine allenamento, ma di carichi di lavoro nella forma di esercitazioni in acqua, una reale parte allenante della seduta. L’acqua permette di eseguire esercizi di pre-atletismo e di riabilitazione in antici- po sui tempi canonici, grazie al minor effetto della forza di gravità in proporzione all’altezza della piscina e in ragione della relativa densità del liquido, che garanti- sce sia assistenza che resistenza in tutti gli angoli dei range articolari (Roth et al., 2006). Le esercitazioni in acqua permettono inoltre all’atleta di anticipare il ritorno all’e- secuzione di esercizi specifici e agli allenamenti sul campo dopo la pausa estiva o al rientro da un infortunio, favorendo inoltre il mantenimento delle funzioni cardiovascolari (Thein, Brody, 1998). La letteratura mostra che gli esercizi in acqua si possono effettuare con o senza carichi, consentendo il miglioramento del salto verticale (CMJ, countermovement jump), della velocità sullo sprint di 40 metri, dell’equilibrio e dei salti in serie (Kim, Choi, 2014). 362 18 ESERCIZI DI PREVENZIONE E RIABILITAZIONE IN ACQUA BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:49 Pagina 362
  • 36. Le tecniche di stretching Lo stretching statico Lo stretching dinamico La Proprioceptive Neuromuscular Facilitation (PNF) Lo stretching globale attivo (SGA) Fattori di rischio per infortuni muscolari Conclusioni Bibliografia Stretching e prevenzione degli infortuni CAPITOLO 19 BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:49 Pagina 367
  • 37. LE TECNICHE DI STRETCHING Le tecniche di stretching maggiormente diffuse in ambito sportivo sono quattro: 1. lo stretching statico; 2. lo stretching dinamico; 3. lo stretching PNF (facilitazione propriocettiva neuromuscolare); 4. lo stretching globale attivo (SGA). LO STRETCHING STATICO È una metodica, semplice da utilizzare, che prevede di allungare progressiva- mente il muscolo target per raggiungere la massima escursione possibile, senza mai arrivare alla soglia del dolore. La posizione deve esser mantenuta per circa 20-30”, anche se talvolta può esser raggiunto anche il minuto di lavoro. Le linee guida suggeriscono di ripetere la sequenza 2-3 volte, intervallando le serie con un recupero di 20-30”. Pur essendo ancora molto utilizzato nella fase di riscaldamento, sembra però non essere la soluzione ideale, in particolare negli sport brevi e in quegli sport che richiedono una prestazione di potenza. La sua collocazione ideale è nella fase di defaticamento, nelle fasi di recupero o in sedute di allenamento dedicate al“miglioramento della mobilità”. 368 19 STRETCHING E PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:49 Pagina 368
  • 38. Le patologie femoro-rotulee Bibliografia Le patologie dell’arto inferiore CAPITOLO 20 BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:49 Pagina 373
  • 39. LE PATOLOGIE FEMORO-ROTULEE La patologia femoro-rotulea, è tipica del sesso femminile (Fredericson e Yoon 2006), soprattutto l’iperpressione femoro-rotulea esterna o sindrome femoro- rotulea e l’instabilità femoro-rotulea. Il dolore, in sede peripatellare o retropatellare, incrementa in posizione di flessio- ne prolungata del ginocchio o nella situazione di un carico che gravi sulla strut- tura, del tipo atterraggio da un salto, discesa delle scale, ecc. Gli infortuni all’articolazione patello-femorale sono comunemente attribuiti alle differenze anatomiche fra atlete e atleti, in particolare anche e bacino più larghi, aumentata anteroversione femorale e il Q-angle, cioè l’angolo formato fra la linea che va dalla spina iliaca anteriore superiore fino al centro della patella, e quella che va dal centro della patella fino alla tuberosità tibiale. In letteratura si ipotizza che un mal allineamento rotuleo possa essere influenza- to da una debolezza del muscolo vasto mediale e dalla rigidità della bandelletta ileo-tibiale. Anche l’iperpronazione del piede, la patella alta e/o ipermobile e la rigidità dei retinacoli patellari sono fattori che peggiorano la stabilità globale dell’articolazione, rendendo più probabile squilibri muscolari o alterazioni dei pattern di movimento. Altri fattori alla base di un rischio biomeccanico di infortunio includono un’alte- rata stabilità pelvica e la meccanica di salto e dell’atterraggio, in cui tanto più la postura è eretta, tanto maggiori saranno l’escursione di flessione del ginocchio e la velocità di flessione, più del ginocchio in valgo, con scarso contributo da parte della caviglia nella dissipazione delle forze nell’atterraggio, e un deficit del con- trollo neuromuscolare (Hewett et al., 2006). 374 20 LE PATOLOGIE DELL’ARTO INFERIORE BENIS-femmine-BIB_Costill III edizione 17/09/19 08:49 Pagina 374
  • 40. www.calzetti-mariucci.it Visita il nostro sito Collegandoti al sito puoi visionare nel dettaglio e acquista- re gli articoli (libri, video, dvd, riviste), grazie ad un sistema di ricerca semplice ed intuitivo. CATALOGO ON LINE Inoltre il sito è sempre aggiornato con sezioni specifiche di approfon- dimento su tutti gli argomenti più interes- santi legati allo sport, come eventi, convegni e corsi di aggiornamento. APPROFONDIMENTI Iscrivendoti e dando la preferen- za alla disciplina sportiva che più ti interessa potrai ricevere tutte le news al tuo indiriz- zo e-mail. NEWSLETTER libri,videoerivisteperlosportlibri,videoerivisteperlosport