Nel corso del XVI Congresso AIMSC tenutosi a Mondovì il 21 ottobre 2023, Domenico Scarzello del Museo della Scrittura Meccanografica di Bra (Cn), esplora l'affascinante connessione tra le macchine per scrivere e la stampa tradizionale, evidenziando come questi due elementi apparentemente distinti siano intrecciati da caratteri comuni e storie parallele. Spiega come la tecnologia delle macchine da scrivere abbia prosperato in sincronia con lo sviluppo della stampa, formando un binomio solidale che ha plasmato la comunicazione scritta nel corso del tempo. Attraverso esempi storici e aneddoti affascinanti, esploreremo il modo in cui questi due mondi si sono influenzati reciprocamente, contribuendo alla ricca tapestry della storia della stampa.
Buone pratiche a favore dei mestieri d’arte - XIII Congresso AIMSC
Caratteri Intrecciati - Domenico Scarzello - XVI CONGRESSO AIMSC
1.
2. Caratteri intrecciati: la sinfonia di macchine da scrivere e stampa
tradizionale nella storia della comunicazione
Relatore Domenico Scarzello
- Direttore Museo della Scrittura Meccanica di Bra
- Presidente Associazione Italiana Collezionisti macchine per ufficio
5. La lapide commemorativa sulla facciata
della sede del Comune di Cilavegna.
La lapide commemorativa
sulla facciata della casa.
6. Il cembalo scrivano n. 10, conservato
presso il Museo Civico di Novara, con
caratteri in ottone inciso.
Una fotografia
ottocentesca
rimasta nella storia
della dattilografia:
una signorina
siede, piuttosto
che al solito
pianoforte, al
cembalo scrivano
9. La macchina per scrivere Sholes
& Glidden
2
Sholes fece incidere i suoi
caratteri da artigiani che in seguito utilizzò sui
vari modelli.
10. Per ogni grande invenzione deve esserci un punto di partenza
specifico, un "momento Eureka",che ha scatenato l'interesse per il
progetto e in qualche modo ha messo in moto tutto. Mi piace pensare
che la data specifica per iniziare la storia della Sholes & Glidden sia il
2 ottobre 1860. In questo giorno, il brevetto statunitense n. 30.259 fu
concesso a Samuel Soulé, l'inventore il cui nome compare anche
come co-inventore nei brevetti del 1868 delle prime "macchine per
scrivere" insieme a Christopher Latham Sholes e Carlos Glidden.
Samuel W. Soulé era un amico di Sholes e, prima di sviluppare la
macchina da scrivere, Sholes e Soulé avevano già lavorato insieme
allo sviluppo di una "macchina per numerare". Carlos Glidden
avrebbe suggerito a Sholes dirielaborare il suo dispositivo di
numerazione in una macchina da stampa per "lettere". Sholes fu
talmente attratto dall'idea che dedicò il resto della sua vita al
progetto.
11. E’ sorprendente che questa invenzione non sia mai stata collegata allo
sviluppo della macchina da scrivere. Questa "macchina per stampare
indirizzi sui giornali" del 1860 sembra essere il primo di una lunga
serie di brevetti che portarono alla produzione e alla vendita della
prima macchina da scrivere di successo, la Sholes & Glidden.
Già apprendista tipografo, C. L. Sholes si trasferì in Wisconsin nel
1837, dove inizialmente lavorò con i suoi fratelli maggiori che
pubblicavano un giornale a Green Bay, per poi diventare lui stesso
editore di un giornale, il [Madision] Wisconsin Enquirer. Poco dopo si
trasferì a Southport (poi rinominata Kenosha) per occuparsi di un
altro giornale e nel 1860 divenne infine direttore del Milwaukee News
e poi del Milwaukee Sentinel. Si dimise per accettare la nomina da
parte del presidente Abraham Lincoln di esattore della dogana del
porto di Milwaukee. Grazie al tempo libero concesso da questo lavoro
quotidiano meno impegnativo, Sholes decise di esercitare il suo
notevole genio inventivo. E non può essere una semplice coincidenza,
per un uomo che ha trascorso più di 20 anni nell'industria dei giornali,
che il primo brevetto di Sholes per una macchina numeratrice
sia stato depositato con un co-inventore che aveva precedentemente
brevettato, proprio nel 1860, una macchina meccanica per la stampa
di indirizzi sui giornali!
12. In Europa il primo incisore di caratteri fu Alfred Ransmayer. Nato a
Vienna nel 1872, frequentò le scuole serali come incisore. Nel 1901
assieme a Richard Krutz fondarono una società per la produzione di
caratteri con sede a Berlino.
Nel 1906 Albert Rodrian aprì una fabbrica di caratteri per macchine
per scrivere sempre a Berlino.
Nel 1928 Alfred Ransmayer e Albert Rodrian
da concorrenti divennero soci e fondarono la Ransmayer & Rodrian
(RaRo), vendendo caratteri in tutto il mondo. Anche in Italia alla
Everest, alla Fidat, alla Fontana, all’Hesperia, all’Invicta, alla Minerva,
alla Montana, all’Antares ed alla Olivetti.
La Olivetti sulle macchine per scrivere M 1, M 20 e le prime M 40 e
MP 1 utilizzò i caratteri Ransmayer (R) e Rodrian (AR) in 4 versioni:
Pica (1AR) e (58R), Elite (7AR), Medio Romano (51AR) e Italico
(64AR).
Ai ‘20 pubbicità caratteri Iris
Rasayer e Rodrian
13. Solo dal 1932 creò una propria linea di produzione di caratteri, che vennero
poi anche venduti alle case produttrici di mps svizzere
Hermes, Patria e Swissa, alla francese Japy, all’americana Underwood ed
alle italiane Everest, SIM, Montana e Antares.
La Olivetti produsse centinaia di tipi di caratteri con forme e dimensioni
diverse, tastiere con caratteri latini, cirillici, arabi,
ebraici, greci, hindi, siamesi, bulgari e altri.
Ogni carattere aveva delle variabili:
La numerazione, il passo, l’altezza del carattere ed il trasporto.
Il numero al centro indicava il codice del carattere.
Il passo indicava la distanza in mm. tra il centro dei due caratteri stampati.
L’altezza dei caratteri era di 12,0 mm. Sulle manuali e 13,5 mm. sulle
elettriche.
Il trasporto definiva l’altezza tra la base del carattere minuscolo e la base
del carattere maiuscolo (6,6 mm. sulle manuali, 8,0 mm. sulle elettriche).
14. Museo della Scrittura Meccanica
(Mechanical Type Museum)
Corso Monviso, 25
12042 Bra (Cn)
Italy
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