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Caratteri intrecciati: la sinfonia di macchine da scrivere e stampa
tradizionale nella storia della comunicazione
Relatore Domenico Scarzello
- Direttore Museo della Scrittura Meccanica di Bra
- Presidente Associazione Italiana Collezionisti macchine per ufficio
Lettera Contessa Fantoni del 1802
Agostino Fantoni
La lapide commemorativa sulla facciata
della sede del Comune di Cilavegna.
La lapide commemorativa
sulla facciata della casa.
Il cembalo scrivano n. 10, conservato
presso il Museo Civico di Novara, con
caratteri in ottone inciso.
Una fotografia
ottocentesca
rimasta nella storia
della dattilografia:
una signorina
siede, piuttosto
che al solito
pianoforte, al
cembalo scrivano
Tastiera cembalo
?: ’. (space), K X Y
B C D F A E I G H J L
M N P Q R O U S T V Z
La tastiera QWERTY del 1874 su macchina
per scrivere Sholes & Glidden
La macchina per scrivere Sholes
& Glidden
2
Sholes fece incidere i suoi
caratteri da artigiani che in seguito utilizzò sui
vari modelli.
Per ogni grande invenzione deve esserci un punto di partenza
specifico, un "momento Eureka",che ha scatenato l'interesse per il
progetto e in qualche modo ha messo in moto tutto. Mi piace pensare
che la data specifica per iniziare la storia della Sholes & Glidden sia il
2 ottobre 1860. In questo giorno, il brevetto statunitense n. 30.259 fu
concesso a Samuel Soulé, l'inventore il cui nome compare anche
come co-inventore nei brevetti del 1868 delle prime "macchine per
scrivere" insieme a Christopher Latham Sholes e Carlos Glidden.
Samuel W. Soulé era un amico di Sholes e, prima di sviluppare la
macchina da scrivere, Sholes e Soulé avevano già lavorato insieme
allo sviluppo di una "macchina per numerare". Carlos Glidden
avrebbe suggerito a Sholes dirielaborare il suo dispositivo di
numerazione in una macchina da stampa per "lettere". Sholes fu
talmente attratto dall'idea che dedicò il resto della sua vita al
progetto.
E’ sorprendente che questa invenzione non sia mai stata collegata allo
sviluppo della macchina da scrivere. Questa "macchina per stampare
indirizzi sui giornali" del 1860 sembra essere il primo di una lunga
serie di brevetti che portarono alla produzione e alla vendita della
prima macchina da scrivere di successo, la Sholes & Glidden.
Già apprendista tipografo, C. L. Sholes si trasferì in Wisconsin nel
1837, dove inizialmente lavorò con i suoi fratelli maggiori che
pubblicavano un giornale a Green Bay, per poi diventare lui stesso
editore di un giornale, il [Madision] Wisconsin Enquirer. Poco dopo si
trasferì a Southport (poi rinominata Kenosha) per occuparsi di un
altro giornale e nel 1860 divenne infine direttore del Milwaukee News
e poi del Milwaukee Sentinel. Si dimise per accettare la nomina da
parte del presidente Abraham Lincoln di esattore della dogana del
porto di Milwaukee. Grazie al tempo libero concesso da questo lavoro
quotidiano meno impegnativo, Sholes decise di esercitare il suo
notevole genio inventivo. E non può essere una semplice coincidenza,
per un uomo che ha trascorso più di 20 anni nell'industria dei giornali,
che il primo brevetto di Sholes per una macchina numeratrice
sia stato depositato con un co-inventore che aveva precedentemente
brevettato, proprio nel 1860, una macchina meccanica per la stampa
di indirizzi sui giornali!
In Europa il primo incisore di caratteri fu Alfred Ransmayer. Nato a
Vienna nel 1872, frequentò le scuole serali come incisore. Nel 1901
assieme a Richard Krutz fondarono una società per la produzione di
caratteri con sede a Berlino.
Nel 1906 Albert Rodrian aprì una fabbrica di caratteri per macchine
per scrivere sempre a Berlino.
Nel 1928 Alfred Ransmayer e Albert Rodrian
da concorrenti divennero soci e fondarono la Ransmayer & Rodrian
(RaRo), vendendo caratteri in tutto il mondo. Anche in Italia alla
Everest, alla Fidat, alla Fontana, all’Hesperia, all’Invicta, alla Minerva,
alla Montana, all’Antares ed alla Olivetti.
La Olivetti sulle macchine per scrivere M 1, M 20 e le prime M 40 e
MP 1 utilizzò i caratteri Ransmayer (R) e Rodrian (AR) in 4 versioni:
Pica (1AR) e (58R), Elite (7AR), Medio Romano (51AR) e Italico
(64AR).
Ai ‘20 pubbicità caratteri Iris
Rasayer e Rodrian
Solo dal 1932 creò una propria linea di produzione di caratteri, che vennero
poi anche venduti alle case produttrici di mps svizzere
Hermes, Patria e Swissa, alla francese Japy, all’americana Underwood ed
alle italiane Everest, SIM, Montana e Antares.
La Olivetti produsse centinaia di tipi di caratteri con forme e dimensioni
diverse, tastiere con caratteri latini, cirillici, arabi,
ebraici, greci, hindi, siamesi, bulgari e altri.
Ogni carattere aveva delle variabili:
La numerazione, il passo, l’altezza del carattere ed il trasporto.
Il numero al centro indicava il codice del carattere.
Il passo indicava la distanza in mm. tra il centro dei due caratteri stampati.
L’altezza dei caratteri era di 12,0 mm. Sulle manuali e 13,5 mm. sulle
elettriche.
Il trasporto definiva l’altezza tra la base del carattere minuscolo e la base
del carattere maiuscolo (6,6 mm. sulle manuali, 8,0 mm. sulle elettriche).
Museo della Scrittura Meccanica
(Mechanical Type Museum)
Corso Monviso, 25
12042 Bra (Cn)
Italy
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Tel: +39 0172 412507
Tel: +39 393 9108653
www.typewriterstory.com

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Caratteri Intrecciati - Domenico Scarzello - XVI CONGRESSO AIMSC

  • 1.
  • 2. Caratteri intrecciati: la sinfonia di macchine da scrivere e stampa tradizionale nella storia della comunicazione Relatore Domenico Scarzello - Direttore Museo della Scrittura Meccanica di Bra - Presidente Associazione Italiana Collezionisti macchine per ufficio
  • 5. La lapide commemorativa sulla facciata della sede del Comune di Cilavegna. La lapide commemorativa sulla facciata della casa.
  • 6. Il cembalo scrivano n. 10, conservato presso il Museo Civico di Novara, con caratteri in ottone inciso. Una fotografia ottocentesca rimasta nella storia della dattilografia: una signorina siede, piuttosto che al solito pianoforte, al cembalo scrivano
  • 7. Tastiera cembalo ?: ’. (space), K X Y B C D F A E I G H J L M N P Q R O U S T V Z
  • 8. La tastiera QWERTY del 1874 su macchina per scrivere Sholes & Glidden
  • 9. La macchina per scrivere Sholes & Glidden 2 Sholes fece incidere i suoi caratteri da artigiani che in seguito utilizzò sui vari modelli.
  • 10. Per ogni grande invenzione deve esserci un punto di partenza specifico, un "momento Eureka",che ha scatenato l'interesse per il progetto e in qualche modo ha messo in moto tutto. Mi piace pensare che la data specifica per iniziare la storia della Sholes & Glidden sia il 2 ottobre 1860. In questo giorno, il brevetto statunitense n. 30.259 fu concesso a Samuel Soulé, l'inventore il cui nome compare anche come co-inventore nei brevetti del 1868 delle prime "macchine per scrivere" insieme a Christopher Latham Sholes e Carlos Glidden. Samuel W. Soulé era un amico di Sholes e, prima di sviluppare la macchina da scrivere, Sholes e Soulé avevano già lavorato insieme allo sviluppo di una "macchina per numerare". Carlos Glidden avrebbe suggerito a Sholes dirielaborare il suo dispositivo di numerazione in una macchina da stampa per "lettere". Sholes fu talmente attratto dall'idea che dedicò il resto della sua vita al progetto.
  • 11. E’ sorprendente che questa invenzione non sia mai stata collegata allo sviluppo della macchina da scrivere. Questa "macchina per stampare indirizzi sui giornali" del 1860 sembra essere il primo di una lunga serie di brevetti che portarono alla produzione e alla vendita della prima macchina da scrivere di successo, la Sholes & Glidden. Già apprendista tipografo, C. L. Sholes si trasferì in Wisconsin nel 1837, dove inizialmente lavorò con i suoi fratelli maggiori che pubblicavano un giornale a Green Bay, per poi diventare lui stesso editore di un giornale, il [Madision] Wisconsin Enquirer. Poco dopo si trasferì a Southport (poi rinominata Kenosha) per occuparsi di un altro giornale e nel 1860 divenne infine direttore del Milwaukee News e poi del Milwaukee Sentinel. Si dimise per accettare la nomina da parte del presidente Abraham Lincoln di esattore della dogana del porto di Milwaukee. Grazie al tempo libero concesso da questo lavoro quotidiano meno impegnativo, Sholes decise di esercitare il suo notevole genio inventivo. E non può essere una semplice coincidenza, per un uomo che ha trascorso più di 20 anni nell'industria dei giornali, che il primo brevetto di Sholes per una macchina numeratrice sia stato depositato con un co-inventore che aveva precedentemente brevettato, proprio nel 1860, una macchina meccanica per la stampa di indirizzi sui giornali!
  • 12. In Europa il primo incisore di caratteri fu Alfred Ransmayer. Nato a Vienna nel 1872, frequentò le scuole serali come incisore. Nel 1901 assieme a Richard Krutz fondarono una società per la produzione di caratteri con sede a Berlino. Nel 1906 Albert Rodrian aprì una fabbrica di caratteri per macchine per scrivere sempre a Berlino. Nel 1928 Alfred Ransmayer e Albert Rodrian da concorrenti divennero soci e fondarono la Ransmayer & Rodrian (RaRo), vendendo caratteri in tutto il mondo. Anche in Italia alla Everest, alla Fidat, alla Fontana, all’Hesperia, all’Invicta, alla Minerva, alla Montana, all’Antares ed alla Olivetti. La Olivetti sulle macchine per scrivere M 1, M 20 e le prime M 40 e MP 1 utilizzò i caratteri Ransmayer (R) e Rodrian (AR) in 4 versioni: Pica (1AR) e (58R), Elite (7AR), Medio Romano (51AR) e Italico (64AR). Ai ‘20 pubbicità caratteri Iris Rasayer e Rodrian
  • 13. Solo dal 1932 creò una propria linea di produzione di caratteri, che vennero poi anche venduti alle case produttrici di mps svizzere Hermes, Patria e Swissa, alla francese Japy, all’americana Underwood ed alle italiane Everest, SIM, Montana e Antares. La Olivetti produsse centinaia di tipi di caratteri con forme e dimensioni diverse, tastiere con caratteri latini, cirillici, arabi, ebraici, greci, hindi, siamesi, bulgari e altri. Ogni carattere aveva delle variabili: La numerazione, il passo, l’altezza del carattere ed il trasporto. Il numero al centro indicava il codice del carattere. Il passo indicava la distanza in mm. tra il centro dei due caratteri stampati. L’altezza dei caratteri era di 12,0 mm. Sulle manuali e 13,5 mm. sulle elettriche. Il trasporto definiva l’altezza tra la base del carattere minuscolo e la base del carattere maiuscolo (6,6 mm. sulle manuali, 8,0 mm. sulle elettriche).
  • 14. Museo della Scrittura Meccanica (Mechanical Type Museum) Corso Monviso, 25 12042 Bra (Cn) Italy museo@typewriterstory.com Tel: +39 0172 412507 Tel: +39 393 9108653 www.typewriterstory.com