4. L’impostura del PIL
Cosa c’ è nel PIL?
Consumi indotti dalla pubblicità
Sprechi
Consumi che non incrementano
il benessere
Nonsprecare.it
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5. L’impostura del PIL
Cosa c’è nel PIL?
Consumi che non incrementano il
benessere
Traffico automobilistico
Incidenti
Commercio di armi
Riciclaggio denaro sporco
Nonsprecare.it
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9. Perché la decrescita ?
• Mondo finito vs Crescita Infinita
• 2° Legge della termodinamica :
E’ impossibile realizzare una trasformazione il cui unico risultato preveda
che tutto il calore assorbito da una sorgente omogenea sia interamente
trasformato in lavoro
• Principio di entropia
ISOLATO
(G.Roegen)
CHIUSO
APERTO
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10. Perché la decrescita ?
•Spazio bioriproduttivo: 12 miliardi di ettari
procapite
•Consumo umano medio 2,2 ettari!
capacità di
biosfera
•Cittadino americano: 9,6 ettari
1,8 ettari
30% in più della
rigenerazione della
•Cittadino italiano: 3,8 ettari
•Modi di vita occidentali per tutti
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12. Perché la decrescita ?
“Non si tratta di rinunciare ai nostri modi di vita per evitare le
conseguenze negative di una cosa buona in sè, come se
dovessimo scegliere tra il piacere di una buona pietanza e i suoi
potenziali effetti collaterali. Il fatto è che questo cibo è
intrinsecamente dannoso e staremmo molto meglio se lo
evitassimo completamente”.
Ivan Illich
3 ragioni
Enormi disuguaglianze e ingiustizie
Benessere ampiamente illusorio
Non ci rende più felici, ma il contrario!
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14. Perché la decrescita ?
Calcoli del rapporto Stern :
La crescita non conviene
Costo dei cambiamenti climatici: 5-20% del PIL mondiale all’anno
Costo per ridurre le emissioni di Co :1% all’anno del PIL mondiale.
Il prezzo del non agire è quindi maggiore di quello
dell’azione!
«Stern Review Report on
the Economics of
Climate Change.
2006“
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16. Cos’é la decrescita :
Le radici
“La decrescita è il capovolgimento dell’assunto che la crescita
illimitata sia il fine delle attività economiche e produttive”
Maurizio Pallante
•Non è il contrario della crescita: sostituzione del segno + con
il -
•Implica l’introduzione di parametri qualitativi nella
valutazione del lavoro umano e dei suoi prodotti.
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17. Cos’é la decrescita :
Decrescita
Crescita
are sempre di + (+quantità)
Crescita pil + produttività
Fine ultimo
Esseri
umani
Fare bene (+ qualità)
Piena realizzazione degli esseri
umani
BioEconomia
Esseri
umani
Bisogni dell'economia
sistemi a confronto
BioEconomia
Fondamenti
- hybris
limite
Armonia
con la natura
Bisogni degli uomini
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18. Cos’é la decrescita :
• Merci che non sono beni
selettivo
• Beni che non sono merci
Merci e Beni
selettivo
Meno e Meglio!
• Uso e acquisto + consapevole dei Beni che si possono avere
solo sotto forma di merci
(+ locale, stagionale, duraturo, riutilizzo,
riparazione, senza imballaggi, etc.)
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19. Come attuare la decrescita?
www.maisoneco.com/
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20. Attuare la decrescita :
MDF
Secondo il nostro movimento l'azione si deve attuare su
tre livelli, come uno sgabello a 3 gambe :
Tecnologie
Tecnologie
Politica
Politica
Stili di
Stili di
vita
vita
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21. Attuare la decrescita :
Le tecnologie
Non si tratta di un ritorno al Medioevo!
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22. Attuare la decrescita :
Le tecnologie
Esempio di Tecnologie della Decrescita
20 m3 di metano al m2
archives-lepost.huffingtonpost.fr
7 m3 di metano al m2
pianetadonna.it/
Ristrutturazione eco-efficiente - 2/3 di risparmio energetico
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23. Attuare la decrescita :
Le tecnologie
Lo sforzo tecnologico, più saggiamente, dovrebbe mirare a:
1)consumare meno energia;
2)consumare meno materie prime;
3)produrre meno rifiuti.
E a parità di prestazione
- Impatto
ambientale
- Costi
- Rifiuti
+ Occupazione
utile
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25. Attuare la decrescita :
Stili di vita
Autoproduzione
aggior
ire la m
Sostitu
i merci
sibile d
tità pos
quan
ervizi
n beni/s
co
rodotti.
autop
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26. Attuare la decrescita :
Stili di vita
Aumento degli scambi non mercantili fondati sul dono e la
reciprocità
Beni
Servizi
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27. Attuare la decrescita :
Stili di vita
Un cambiamento che parte da noi stessi
•
Decolonizzazione del nostro
immaginario dall’ideologia della crescita
Nuovo paradigma culturale
•
Nuova visione del mondo/sistema di
valori
•
•
Diversa maniera di guardare il mondo
Valutazione delle cose in base alla loro
capacità di futuro
Essi vivono. J. Carpente
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28. Attuare la decrescita :
Stili di vita
Riduzione dell’orario lavorativo
+ produttività: = -tempo di lavoro
+ occupazione
+ produttività del lavoratore
+ sostenibilità ambientale
+ benessere individuale e sociale
Tempo per autoproduzione, relazioni e se
stessi
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29. Attuare la decrescita :
Politica
Stili di vita e
tecnologie
da soli
non sono
sufficienti!
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30. Attuare la decrescita :
Politica
Bisogna uscire dalla logica della crescita!
Quindi Favorire:
ee
arre lle e
allizz a gattive
a i z z ga i v
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IIntern ittà ne
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rrnalli iientalli e
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tte na b enta i
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(ccos occiia
(os so a
s
1.L’autosufficienza energetica
2.Tecnologie della decrescita
3. Assunzione di diversi stili vita
4.L’Autonomia economica e produttiva dei territori (Rilocalizzazione
dell’economia)
5.La sovranità alimentare
6.La de-globalizzazione
7.Redistribuzione (terra, reddito, lavoro)
8.Tutela dei beni comuni.
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31. Attuare la decrescita :
Politica
Una politica dal basso
Dal
basso
Cittadini
Piccoli comuni
Locale
Nazionale
ed
Internaziona
le
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32. Attuare la decrescita :
MDF - Cultura
Cultura
Cultura
Politica
Politica
Tecnologie
Tecnologie
Stili di vita
Stili di vita
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33. Attuare la decrescita :
Cultura
modo
• Diversoagire di pensare,
valutare,
• Nuovo sistema di valori per
interpretare la realtà
• Oltre due pregiudizi:
- Ricchezza = denaro
- Nuovo = migliore (Valorizzazione
dell’innovazione tecnologica o estetica
in sé)
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34. Attuare la decrescita :
Cultura
Un nuovo paradigma culturale
Cambiare noi stessi
Essere/fare
Essere/fare
Cambiare la nostra
società
Mondo intero
“Sii il
o
iament
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i
he vuo l
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ne
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ondo!”
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35. La vera utopia è la crescita
Ma ce la si può veramente fare?
più!
arce in lle
3 m tto a
rispe ideologie
cchie
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Insostenibilità sistema attuale
(Decrescita subita vs praticata)
Pensiero non dogmatico
Validità anche se praticata in
pochi!
Uno stile di vita sobrio e più
conviviale porta miglioramenti
della qualità di vita a prescindere
dal completo mutamento del
sistema!
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36. Un’ Utopia concreta
Un’utopia concreta
ssimismo della ragione
Ottimismo della volontà
“L'utopia è come l'orizzonte: cammino due passi, e si allontana di
due passi. Cammino dieci passi, e si allontana di dieci passi.
L'orizzonte è irraggiungibile. E allora, a cosa serve l'utopia? A
questo: serve per continuare a camminare."
Eduardo Hughes Galeano
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39. Letture Consigliate
La Decrescita Felice
Maurizio Pallante
Edizioni per la decrescita
La scommessa della decrescita
Serge Latouche
Feltrinelli
Meno e meglio
Maurizio Pallente
Bruno Mondadori
Breve trattato sulla decrescita
serena
Serge Latouche
Bollati Boringhieri
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Editor's Notes
G.Roegen “La legge dell’entropia ed il processo economico” 1971
Citato da J.-P. Dupuy, Ivan Illich ou la bonne nouvelle, "Le Monde", 27 Dicembre 2002, in S.Latouche, La scommessa della decrescita, Feltrinelli, Milano 2007, p. 36
N. Stern, "Summary of Conclusions", Executive summary. Stern Review Report on the Economics of Climate Change. HM Treasury, 2006. Traduzione in Italiano tratta da: l’Occidentale, Il rapporto Stern tra crescita economica e gli albori della Rivoluzione "climatica", Frederick Dooley, 2006 (http://www.loccidentale.it/node/295)
released for the British government on 30 October 2006 by economist Nicholas Stern, chair of the Grantham Research Institute on Climate Change and the Environment at the London School of Economics
Stefano Bartolini, Manifesto per la felicità: come passare dalla società del ben-avere a quella del benessere, Donzelli Editore, Roma 2010, p.68.
Riguardo agli Stati Uniti dal 1946 al 1996 Stefano Bartolini documenta che: «a fronte di una forte tendenza crescente del reddito medio, la percentuale di individui che si dichiara molto felice presenta una tendenza alla diminuzione».
Stefano Bartolini, Manifesto per la felicità: come passare dalla società del ben-avere a quella del benessere, Donzelli Editore, Roma 2010, p.68.
Secondo i calcoli del rapporto di Sir Nicholas Stern i cambiamenti climatici costeranno da un minimo del 5% del PIL mondiale all’anno ad un massimo del 20% se viene ampliata la gamma dei rischi e dei relativi effetti. Al contrario il costo di ridurre le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera è valutato nell’ordine dell’1% all’anno. Il prezzo di non agire è quindi maggiore di quello dell’azione secondo l’economista britannico.
Definizione: è il capovolgimento dell’assunto che la crescita illimitata sia il fine delle attività economiche e produttive
Implica:
- l’introduzione di parametri qualitativi nella valutazione del lavoro umano e dei suoi prodotti.
- Cambiamento di paradigma culturale: da fare per fare sempre di più al fare bene teso alla contemplazione di ciò che si è fatto
Obiettivo. Riduzione di mercificazione e dei consumi di materia e energia per ridurre l’entropia derivante dai processi produttivi/ società in cui si vivrà meglio, lavorando e consumando di meno
L’autoproduzione è il fulcro della decrescita praticata nel quotidiano. È il momento più importante di un necessario processo di liberazione dalla schiavitù del PIL, dei consumi e delle merci.
È la proposta principale del Movimento per la Decrescita Felice per ridurre drasticamente i nostri consumi, senza peggiorare le nostra condizioni di vita. Anzi, migliorando di molto la qualità della vita.
Cambiare decolonizzando l’immaginario
Immagine tratta dal Film : «Essi Vivono» John Carpenter 1988
Sulla decolonizzazione dell’immaginario vedi : S.Latouche, La scommessa della decrescita, Feltrinelli, Milano 2007, p.102, 103, 117
21 hours, Why a shorter working week can help us all to flourish in the 21st century, NEw Economic Foundation,
http://www.neweconomics.org/publications/21-hours
S.Latouche, La scommessa della decrescita, Feltrinelli, Milano 2007, p. 150-154
A. Gorz, Capitalismo, socialismo, ecologia: orintamenti, disorientamenti, manisfesto libri, Roma, 1992, p. 141.
Non vi può essere un cambiamento globale senza l’intervento della politica1. l’autosufficienza energetica 2. le tecnologie della decrescita 3. l’attuazione degli stili di vita della decrescita 4. la sovranità alimentare 5. l’autonomia economica e produttiva dei territori (ovvero la rilocalizzazione dell’economia) 6. la de-globalizzazione
e esternalità negative si hanno quando il soggetto responsabile di impatti negativi non corrisponde al danneggiato un prezzo pari al danno/costo subito (ad esempio un agricoltore che utilizza pesticidi che si diffondono nell'ambiente).
Per internalizzare le esternalità negative si intende l'inclusione nel costo dei vari prodotti anche dei costi ambientali e sociali che la società deve/dovrà pagare(esternalità negative). Per esempio nei costi per la benzina si dovrebbero pagare anche i costi relativi all'inquinamento, all'effetto serra, alle guerre, etc.
Grandi cambiamenti non avverranno se il pensiero della decrescita non riuscirà a determinare una rivoluzione culturale in grado di contaminare la sfera politica! Per questo riteniamo importante elaborare una politica della decrescita a tutti i livelli, fermo restando la nostra equidistanza dai principali partiti odierni che, a nostro avviso, non rappresentano che maniere differenti del perseguire un medesimo obiettivo: la crescita economica. Siamo convinti che una politica diversa non possa, quindi, che partire dal basso, dai piccoli gesti che compiamo nella nostra quotidianità, dal nostro impegno di cittadini e dalle attività virtuose svolte nei piccoli comuni a livello locale, le quali potranno forse, in futuro non troppo lontano, andare a contaminare sfere sempre più alte.