Once upon a time there was Bino, a little elephant who sold feathers. And Bino wanted to explore the world, and he ventured out to sea together with Ual, a whale who taught him to stay on a raft. But Bino wanted to meet many other animals, and learn about the world, and be able to be quick and efficient to sell as many feathers as possible, until he encountered a large ship full of promises and magic.
Kubernetes is a complex system and not at all obvious. It is almost impossible to explain its internal functioning to non-experts, but fairy tales allow us to use our imagination to transform usually complex concepts into something magical. In this talk I will tell you about the mechanisms of container orchestration as I intend to do it with my daughter in a few years, exploiting the magic of fairy tales.
C'era una volta Bino, un elefantino a cui piaceva vendere piume nella savana. E le sue giornate erano spensierate e piene di interazioni con altri animali
Un giorno, però, Bino, passeggiando lungo la spiaggia, si fermò ad osservare il mare, e iniziò a pensare che sarebbe stato bello poter incontrare nuovi animali, fare nuove amicizie e, soprattutto, vendere più piume a sempre più animali.
Mentre osservava il mare, Ual, una balena, vide Bino, e si avvicinò. Bino le raccontò il suo sogno, e Ual gli suggerì di viaggiare per mare, indicandogli un container caduto da una nave, che Bino avrebbe potuto usare per viaggiare per mare.
Bino salì quindi sul container, avventurandosi per mare.
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Mentre andava per mari all’interno del suo container, Bino vide una nave. Era bella, era con tanti livelli, sembrava sicura, robusta ed organizzata. Bino avvertì il desiderio di salire a bordo, e rimase a fissare la nave a lungo, finchè…
Non si sentì chiamare. Alzò gli occhi. “Hey, tu! Sono il Capitan Kube! Sali a bordo, ragazzo!”, si sentì dire da uno strano animale, che aveva tutta l’aria di essere il capitano e timoniere della nave. Bino era felice. Accettò di salire a bordo, e Capitan Kube lo accolse immediatamente.
Capitan Kube accompagnò allora Bino da Alberica. Alberica era una formica. Insieme alle sue sorelle, si preoccupava di far circolare le informazioni a bordo e di tenere tutto sempre in perfetto ordine. “Alberica, mia amica. Lui è Bino, sarà con noi da oggi in poi”, disse Capitan Kube. Alberica fece subito amicizia con Bino, passando del tempo a farsi raccontare i suoi hobby.
Unica fonte di verità
Alberica iniziò dunque a registrare Bino a bordo della nave. Capitan Kube le aveva assegnato il compito di essere ospitale, e lei si attivò subito. Corse da Edamante. Le regole del Capitano le erano chiare: prima di qualsiasi altra cosa, bisogna sempre raccontare tutto ad Edamante. E lui fu ben lieto di ascoltare. “Tranquilla Alberica, i registri son cosa mia. Del resto sono Edamante, sono io qui ad avere la memoria di un elefante!”
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Ripristino della situazione
Fu quindi il turno di Renato. Alberica gli chiese di assicurare a Bino un posto su uno dei ponti della nave. “Lo sai, Alberica. Ho bisogno di una foto segnaletica e di un nome”, le rispose Renato. Alberica gli fornì le informazioni. “Un posto, sempre, anche quando laviamo i ponti!”, si raccomandò con Renato.
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Sandra la aspettava sempre lì, come ogni volta. Alberica fu ben contenta di chiederle quale fosse il ponte verso cui mandare Bino. “Ssssi, certo. Il ponte numero ssssei ha possssti liberi”, le rispose. Era sempre precisa, Sandra. Pronta a smistare i nuovi ospiti sui ponti della nave del Capitan Kube.
Claretta era la civetta del ponte sei. Alberica la informò della situazione, accompagnando Bino da lei. E lei non se lo fece ripetere due volte! Del resto, era lei, ad essere stata posta a vedetta del ponte dal Capitan Kube. Bino corso verso il suo posto. Era bello, spazioso e pieno di nuove possibilità.
Alberica, infine, inviò Marcello da Bino. Marcello era un tipo che parlava tanto, proprio tanto. Ma Bino scoprì presto che Marcello non era affatto noioso! Anzi, stava diventando poco per volta il suo migliore amico. Gli permetteva di mettersi in contatto con tanti, tantissimi nuovi animali. Si stava, finalmente, avverando il sogno del nostro amico: vendere piume. A tutto il mondo. A tutti gli animali.
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