Le “Metamorfosi” di Ovidio (43 a.C. – 17 d.C.) è uno dei libri antichi che più ha influenzato la nostra poesia e letteratura, da Dante a D’Annunzio e Montale. Nel grande campionario di miti che in quindici libri si susseguono in una vasta e incalzante successione di racconti, Ovidio canta il mondo di numi, ninfe, deità fluviali, eroi, mortali, centauri: tutti protagonisti di centinaia di mutazioni rivelatrici delle passioni e delle infelicità umane
Le Metamorfosi di Ovidio - Al Complexity Literacy Meeting il libro presentato da Giuseppe Zollo
1. Giuseppe
Zollo
Università
di
Napoli
Federico
II
20
Novembre
2016
Metaforme
Le
Metamorfosi
di
Ovidio
e
la
grammaBca
del
divenire
Bernini, Apollo e Dafne, Galleria Borghese
8. Le
Metamorfosi
Tiziano, Danae, Museo Nazionale Capodimente, NA
quam clausam implevit fecundo Iupiter auro (IV, 168)
9. Publio Ovidio Nasone nasce a Sulmona nel
43 a.C. da agiata famiglia equestre.
Riceve una formazione retorica in vista di
una carriera forense e politica.
Per motivi ignoti (forse connessi con uno
scandalo riguardante Giulia, nipote di
Augusto) nell’8 d.C. viene relegato a Tomi
sul mar Nero.
Muore a Tomi nel 17 d.C.
Ovidio
10. OPERE
Ecco un prospetto della produzione di Ovidio:
OPERE cronologia
Amores dopo il 20 a.C.
Ars amatoria 1 a.C.-1 d.C.
Remedia amoris 1 a.C.-1 d.C.
Medicamina 1 a.C.-1 d.C.
Heroides 15 a.C.-8 d.C.
Metamorfosi 2-8 d.C.
Fasti 2-8 d.C.
Tristia 8-12 d.C.
Epistulae ex Ponto 8-12 d.C.
11. Le Metamorfosi
Le Metamorfosi sono un poemin 15 libri, interamente dedicato alla narrazione di
miti metamorfici, cioè implicanti una trasformazione.
La distribuzione dei contenuti può essere così sintetizzata:
libri nuclei tematici
libri I-X miti metamorfici di dèi ed eroi, esposti in ordine cronologico
partendo dalle origini del mondo
libro XI cerniera dal mito alla storia: con il racconto delle nozze di Peleo e
Teti si introducono alcuni personaggi coinvolti nella guerra di Troia
libri XII-XIII la guerra di Troia
libri XIV-XV il Lazio e Roma, fino all’apoteosi di Giulio Cesare e all’elogio di
Augusto
11.995 VERSI
Circa 250 MITI
12. Indice
• Dal
caos
alla
forma
• 4
metamorfosi
• La
grammaBca
del
divenire
• Il
gran
mar
dell’essere
• La
mente
aurorale
• Allenarsi
al
pensiero
complesso
14. DISCORDIA
SEMINA
RERUM
Ante
mare
et
terras
et
quod
tegit
omnia
caelum
unus
erat
toto
naturae
vultus
in
orbe,
quem
dixere
chaos:
rudis
indigestaque
moles
nec
quicquam
nisi
pondus
iners
congestaque
eodem
non
bene
iunctarum
discordia
semina
rerum.
(I,
5-‐8)
Prima del mare, della terra e del cielo, che tutto copre
unico era il volto della natura in tutto l'universo,
quello che è detto Caos, mole informe e confusa,
non più che materia inerte, una congerie
di germi differenti di cose mal combinate fra loro
15. ERAT
INSTABILIS
TELLUS
sic
erat
instabilis
tellus,
innabilis
unda,
lucis
egens
aer;
nulli
sua
forma
manebat,
obstabatque
aliis
aliud,
quia
corpore
in
uno
frigida
pugnabant
calidis,
umenBa
siccis,
mollia
cum
duris,
sine
pondere,
habenBa
pondus.
(I,
16-‐20)
E per quanto lì ci fossero terra, mare ed aria, malferma era la prima,
non navigabile l'onda, l'aria priva di luce: niente aveva forma stabile,
ogni cosa s'opponeva all'altra, perché in un corpo solo il freddo lottava col caldo,
l'umido col secco, il molle col duro, il peso con l'assenza di peso.
16. NATURA
DIREMIT
Hanc
deus
et
melior
litem
natura
diremit.
nam
caelo
terras
et
terris
abscidit
undas
et
liquidum
spisso
secrevit
ab
aere
caelum.
quae
postquam
evolvit
caecoque
exemit
acervo,
dissociata
locis
concordi
pace
ligavit
(I,21-‐25)
Un dio, col favore di natura, sanò questi contrasti.
Dal cielo separò la terra, dalla terra il mare
e dall'aria densa distinse il cielo limpido.
E districati gli elementi fuori dall'ammasso informe,
riunì quelli dispersi nello spazio in concorde armonia
17. Qua_ro
metamorfosi
• III,
671,678
Marinai
!
Delfini
• VI,
379-‐380:
Contadini
licii
!
Rane
• I,
400-‐410:
pietre
!
uomini
• I,
547-‐552:
Dafne
!
alloro
18. III,
670-‐685
Marinai
!
Delfini
Medon
nigrescere
toto
corpore
…
spinae
curvamine
flecB
incipit
Lycabas
…
laB
rictus
et
panda
loquenB
naris
erat
squamamque
cuBs
durata
trahebat.
at
Libys
…
in
spaBum
resilire
manus
breve
vidit
et
illasiam
non
esse
manus,
iam
pinnas
posse
vocari.
…inque
chori
ludunt
speciem
lascivaque
iactant
Medone cominciò a diventare nero
La colonna spinale cominciò a incurvarsi
Licabante … la bocca gli divenne larga e il naso ricurvo
La pelle già indurita si ricopriva di squame
Libi vede le sue mani accorciarsi rapidamente
Ormai non più mani ma pinne
… intrecciano una specie di danza dimenandosi voluttuosamente
19. VI,
377-‐380:
Contadini
licii
!
Rane
Vox
quoque
iam
rauca
est
…
Terga
caput
tangunt
colla
intercepta
videntur
Spina
viret
Venter,
pars
maxima
corporis,
albet
Mentre le loro voci sono ancora roche …
l dorso tocca la testa
Il collo sembra eliminato
La spina dorsale è già verde
Il ventre, divenuta la parte più grossa del corpo, biancheggia
20. I,
400-‐410:
pietre
!
uomini
Saxa…ponere
duriBem
coepere
suumque
rigorem
mollirique
mora
mollitaque
ducere
formam.
…
quae
tamen
ex
illis
aliquo
pars
umida
suco
et
terrena
fuit,
versa
est
in
corporis
usum;
quod
solidum
est
flecBque
nequit,
mutatur
in
ossa,
quae
modo
vena
fuit,
sub
eodem
nomine
mansit,
A poco a poco le pietre cominciarono a perdere durezza e rigidità
E a ammorbidirsi, prendendo docilmente forma
… la parte liquida o terrosa di esse si muta in carne
La parte solida, che non era possibile piegare, diventa ossa
Quelle che erano state vene serbano il loro nome
21. I,
547-‐552:
Dafne
!
alloro
vix
prece
finita
torpor
gravis
occupat
artus
mollia
cinguntur
tenui
praecordia
libro,
in
frondem
crines,
in
ramos
bracchia
crescunt,
pes
modo
tam
velox
pigris
radicibus
haeret,
ora
cacumen
habet:
remanet
nitor
unus
in
illa.
Ha appena finito la preghiera che un pesante torpore le pervade le membra
Il tenero petto si fascia di una fibra sottile
I capelli si allungano in fronde, le braccia in rami
Il piede , poco prima così veloce, resta inchiodato da pigre radici
Il volto svanisce in una cima.
Conserva solo la lucentezza.
25. Il
mondo
delle
forme
DAFNE
Peneo
APOLLO
Natura
Mondo delle
forme
Le forme sono immerse in un campo di TENSIONI:
AMORE/ODIO
IRA/GELOSIA/RANCORE/INVIDIA
HYBRIS/TRACOTANZA
…
che minacciano l’ordine formale
26. I
trai
disBnBvi
delle
forme
Tratti distintivi
definiscono l’ordine formale
DAFNE
Peneo
APOLLO
Natura
Le forme sono sempre
immerse in un campo di TENSIONI
Corpo leggero
Petto tenero
Capelli lunghi
Piede velocePelle lucente
Mondo delle
forme
27. La
tensione
amorosa
di
Apollo
minaccia
“la
forma”
Dafne
APOLLO
Corpo leggero
Petto tenero
Capelli lunghi
Piede veloce
Pelle lucente
28.
29.
30.
31.
32. La
tensione
rompe
la
forma
Dafne
APOLLO
Corpo leggero
Petto tenero
Capelli lunghi
Piede veloce
Pelle lucente
33.
34. I
trai
elementari
liberaB
dal
vincolo
formale
esplorano
nuove
possibilità
Corpo leggero
Petto tenero
Capelli lunghi
Piede veloce
Pelle lucente
Tronco pesante Radice ferma
Rami più lunghi
Scorza dura
??
??
??
??
35. PERSISTENZA
di
un
TRATTO
SINGOLARE
• I,410:..
quae
modo
vena
fuit,
sub
eodem
nomine
mansit
(pietre
!
uomini)
• I,
522:
..remanet
nitor
unus
in
illa
(Dafne
!
alloro)
• VI,
375:
vox
quoque
iam
rauca
est
(Contadini
!
rane)
• III,
685:
…speciem
lascivaque
iactant
• (Marinai
!
delfini)
36. IL
tra_o
SINGOLARE
immutato
agisce
come
a_ra_ore
della
nuova
forma
Pelle lucente
Tronco pesante
Radice ferma
Rami più lunghi
Scorza dura
La forma ALLORO
37. La
metamorfosi
IL MONDO
DELLE FORME
Il MONDO
LIQUIDO
dei
Tratti
distintivi
DAFNE
Peneo
APOLLO
Alloro
Le forme sono sempre
immerse in un campo di TENSIONI
Corpo leggero
Petto tenero
Capelli lunghi
Piede velocePelle lucente
Tronco pesante
Radice ferma
Rami più lunghi
Scorza dura
55. Il
pensiero
complesso
è
un
pensiero
fluido,
metaforico.
Esplora
e
conne_e
luoghi
lontani.
Ogni
porto
è
solo
una
tappa
provvisorio
di
una
navigazione
incessante
57. VIVERE
IN
UN
MONDO
DI
METAFORME
• Gli
a_ori
sociali
(persone,
gruppi,
organizzazioni,
isBtuzioni)
sono
metaforme:
le
proprietà
che
le
cara_erizzano
sono
in
perpetua
transizione.
• Gli
a_ori
sociali
sono
sempre
immerse
in
un
campo
di
tensioni
!
equilibrio
sempre
provvisorio
• Le
tensioni
salienB
possono
lacerare
in
qualsiasi
momento
l’equilibrio
e
innescare
una
dinamica
imprevedibile
• VI
E’
SEMPRE
UNA
SOLUZIONE
(UNA
NUOVA
FORMA
PIU’
APPROPRIATA)
• La
nuova
forma
emerge
intorno
a
punB
singolari
che
operano
come
elemenB
ordinatori
58. Le metaforme sono forme in transizione.
Vengono da un passato che hanno lasciato per sempre
Vanno verso un futuro che non vedranno mai.
Sono le forme del viandante,
del presente, delle circostanze, delle situazioni.
A guardarle con attenzione si scoprono qui e là
frammenti di un passato di splendori e successi
ormai definitivamente perso.
Si intravedono forze misteriose in azione
si percepisce indistinto l’eco di futuri possibili.
59. Sono un assemblaggio di relitti
che una tempesta ha disperso sulla spiaggia
della nostra coscienza.
Sono le uniche ricorse di cui disponiamo
per sopravvivere
nell’isola sconosciuta del nostro presente.
Non abbiamo né il tempo né la possibilità
di tornire forme nuove,
idonee e perfette alle sfide
che questa isola ci impone.
Possiamo solo smontare e rimontare continuamente
i frammenti di cui disponiamo.
60. Siamo condannati a vivere solo con metaforme.
È la condanna della complessità
dell’eterno mutamento
della provvisorietà eterna
dello spaesamento
della vigilanza perenne
perché tutto è insicuro, incerto, ambiguo.
Ma la condanna porta con sé il soffio della libertà,
la possibilità di sperimentare
di creare,
la consapevolezza di esserci.