3. Geografia della memoria:
La Shoah attraverso i secoli
Le persecuzioni contro gli ebrei nella Germania nazista iniziano non
appena Hitler ottiene il potere.
4. Ci sono alcuni «musei» sparsi per il
modo che raccontano attraverso
immagini ed oggetti della Shoah.
Eccoli :
• Holocaust memorial museum di Washington
• Il museo di Dachau
• Il museo statale di Auschwitz
• Lo Yad wa shem di Gerusalemme
• Il museo della shoah di Roma
• Il museo monumento al deportato di Capri
• Museo nazionale dell’ebraismo e della Shoah di Ferrara
• Centro Wiesenthal
5. Holocaust memorial
museum di Washington
E' stato inaugurato nell'aprile 1993, è
significativamente collocato nel centro di Washington,
tra i monumenti che celebrano la democrazia. Il
museo dedicato a tutte le vittime della persecuzione
nazista, propone un percorso davvero particolare: al
suo ingresso ogni visitatore viene associato ad un
perseguitato simile a lui per età , sesso e professione;
passo dopo passo è invitato a seguirne la storia di
deportazione fino all'epilogo: se il suo "compagno di
viaggio" è sopravvissuto , ascolterà la registrazione
della sua testimonianza; se invece ha trovato la morte
nel lager, udirà la voce dei suoi parenti o amici.
6. Il museo di Dachau
• Il Museo di Dachau: a seguito del progressivo
degrado in cui versa il primo lager del Reich, i
sopravvissuti del campo nel 1995 decidono di
ricostruire il comitato internazionale (che era
operativo mentre il campo funzionava) per
promuovere l'istituzione di un centro
commemorativo. Grazie anche all'appoggio dello
Stato di Baviera, il museo è stato inaugurato il 9
maggio 1965; accanto alle sale espositive sulla
storia del campo, ci sono un' aula per la proiezioni,
un archivio e una biblioteca specializzata. E'
possibile inoltre visitare ciò che resta delle
strutture del lager, debitamente ristrutturate.
7. Il museo statale di
Auschwitz
• Il Museo statale di Oswiecim: il campo
principale di Auschwitz è oggi un grande
museo dello sterminio che, accanto a una
mostra permanente sulla vita e la storia
del campo, offre esposizioni particolari,
realizzate nei blocks delle Nazioni cui
appartenevano i deportati. E' presente
anche il monumento internazionale in
memoria delle vittime del nazifascismo di
Auschwitz, inaugurato nel 1967. Nel 1979
l'UNESCO ha incluso il complesso nel
Patrimonio mondiale.
8. Lo Yad wa shem di
Gerusalemme
• Lo Yad wa Shem di Gerusalemme: nel
1953 il Parlamento israeliano approva
all'unanimità Shoah, denominato "un
posto e un nome". Scopo del museo,
infatti è quello di rintracciare e ricordare il
nome di tutti gli ebrei vittime del nazismo
e conferire loro la cittadinanza onoraria
postuma di Israele; inoltre sono ricordati
"i Giusti delle nazioni" che hanno aiutato e
salvato gli ebrei . Tra questi c'è l'italiano
Giorgio Perlasca che nel 1944 a Budapest
salvò migliaia di ebrei, fingendosi un
diplomatico spagnolo
9. Il museo della shoah di Roma
• Presto inizieranno i lavori per la realizzazione del Museo dedicato
all'Olocausto. Un enorme parallelepipedo sospeso, sulle sue cui pareti
brilleranno i nomi dei duemila Ebrei romani che furono deportati nei campi
di concentramento nazisti. Un enorme monolito nero, un peso sospeso
nelle nostre coscienze che per troppo tempo non hanno voluto fare i conti
con la storia. E' questa l'idea di fondo del progetto per il Museo della Shoah
di Roma. L'area scelta è quella di Villa Torlonia, sulla via Nomentana. Un
luogo particolarmente significativo per la storia e la cultura ebraica. Nel
parco si trova una delle cinque necropoli ebraiche, un complesso di
catacombe risalenti al terzo e quarto secolo, testimonianza della presenza a
Roma della più antica comunità ebraica d'Europa. Villa Torlonia, però è
stata anche la residenza del Duce, proprio di colui che emanò le leggi
razziali. La via d'accesso al Museo è pensata per ricordare i Giusti, coloro
che si opposero a fascismo e nazismo e riuscirono a salvare la vita a
numerosi Ebrei. L'ingresso condurrà in uno spazio le cui pareti saranno
costituite di filo spinato. Ad un grande testimone dell'Olocausto, Primo
Levi, è dedicata la prima sala dell'esposizione permanente. Proprio per
queste ragioni è stata scelta per l'apertura la data del 16 ottobre,
anniversario della deportazione, nel 1943, degli Ebrei romani nei campi di
concentramento tedeschi. Il Museo di Villa Torlonia conserverà ed esporrà
materiale relativo anche all'Olocausto di rom, disabili, omosessuali.
10. Il museo monumento al
deportato di Capri
• E' una struttura museale inaugurata nel
1973 e situata al piano terra del Palazzo
dei Pio, in pieno centro storico. Il museo
è composto da 13 sale di varia
grandezza, caratterizzate da particolari
luci ed elementi grafici che vogliono
creare un'atmosfera di impatto emotivo
per il visitatore basato su simboli e
graffiti, nonostante la sobrietà e
l'essenzialità degli oggetti in mostra.
11. Museo nazionale dell’ebraismo e
della Shoah di Ferrara
• L'ex carcere giudiziario di via Piangipane a Ferrara
diventerà Museo Nazionale dell'Ebraismo e della
Shoah. Il carcere fu costruito nel 1912, dismesso nel
1992, diventò un rifugio pericolante per senzatetto e
animali. L'ex carcere è drammaticamente legato alle
vicende che videro Ferrara segnata dalla violenza
fascista. Testimoni confermano l'incarcerazione di
antifascisti ed Ebrei, alcuni dei quali furono
barbaramente trucidati dai repubblichini o deportati
nei lager nazisti. L'apertura è prevista nel 2011, in
concomitanza con i festeggiamenti per i
centocinquanta anni dell'unificazione d'Italia. Il
Museo diverr&agrvae; luogo privilegiato in cui
conoscere la storia, il pensiero e la cultura dellà
ebraismo italiano e una sua sezione sarà dedicata alle
testimonianze delle persecuzioni razziali e della
Shoah in Italia.
12. Centro Wiesenthal
• Simon Wiesenthal (BuÄ•
aĕ
, 31 dicembre 1908
– Vienna, 20 settembre 2005) è stato un
sopravvissuto all'Olocausto e dedicò resto della
sua vita a raccogliere le informazioni sui
criminali nazisti e a rintracciarli per poterli
sottoporre a processo. Nel 1977 gli fu dedicata
l'agenzia per la memoria sull'Olocausto, il
Simon Wiesenthal Center. Il Simon Wiesenthal
Center promuove la consapevolezza
dell'antisemitismo, controlla i gruppi
neonazisti, gestisce i Musei della Tolleranza a
Los Angeles e Gerusalemme, e collabora ad
assicurare alla giustizia i criminali nazisti di
guerra sopravvissuti.
14. • Dal 2000, con una legge, la Repubblica
• italiana riconosce il giorno 27 gennaio come
• “Giorno della memoria”, al fine di ricordare :
• •la Shoah;
• •le leggi razziali;
• •la persecuzione italiana dei cittadini ebrei;
• •gli italiani che hanno subito la deportazione;
• •la prigionia;
• •la morte;
• •nonché coloro che, anche in campi e
• schieramenti diversi, si sono opposti al
• progetto di sterminio, e a rischio della
• propria vita hanno salvato altre vite e
• protetto i perseguitati …
Così, a partire dal nuovo millennio, si sono organizzati
cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione
dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni
ordine e grado …
15. UN PO’ DI STORIA….
• 1935: Le leggi razziali
• Una volta salito al potere, Hitler si preoccupò
subito di distinguere fra "ariani" e non
• "ariani", dando il via ad una serie di azioni
antisemite che portarono, in un crescendo di
• violenza e crudeltà, alla Shoah.
• Un primo atto di rilevante importanza fu
l'emanazione delle leggi di Norimberga (1935)
• con le quali gli ebrei tedeschi furono esclusi da
ogni àmbito della vita sociale: vennero
• licenziati dagli impieghi statali, furono costretti
a cedere le loro attività economiche e non
• poterono più praticare la professione medica o
l'avvocatura.
16. 1941
Il 18 Agosto 1941 fu stabilito che tutte le persone di razza
ebraica dovevano essere contrassegnate da una stella gialla
(la stella di David) appuntata sul petto, in modo che fossero
immediatamente riconoscibili dalla Gestapo, la polizia
nazista. Nell'autunno del 1941 iniziarono i rastrellamenti e le
grassazioni di massa nei campi di concentramento.
1941: LA SOLUZIONE FINALE
Nel frattempo venivano costruiti nuovi campi,
appositamente studiati per portare a termine il genocidio. Il
più tristemente famoso fu Auschwitz, dove per la prima volta
avvennero grassazioni su larga scala e dove venne messo a
punto lo Zyklon-B, un gas micidiale che, immesso in camere
apposite, poteva uccidere anche 650 persone alla volta.
17. LA CRUDELTÀ DEI CAMPI
DI CONCENTRAMENTO
I deportati venivano ammassati su treni-bestiame
senza finestrini, rinchiusi per giorni senza acqua né
cibo e trasportati prima al campo di smistamento e
poi ad Auschwitz. Chi non moriva durante il viaggio,
una volta giunto al campo, veniva selezionato dai
nazisti: coloro che potevano essere utili al Reich
venivano tatuati e quindi impiegati in lavori durissimi,
mentre coloro che non potevano lavorare perché
troppo piccoli, troppo anziani, deboli, malati, etc.,
venivano immediatamente avviati verso le camere a
gas. I sopravvissuti erano comunque periodicamente
selezionati ed eventualmente mandati a morte,
mentre altri restavano a disposizione dei medici e dei
biologi presenti ad Auschwitz per i loro esperimenti
medici.
18. La liberazione
Nei mesi finali della Seconda Guerra Mondiale i
prigionieri conobbero un ulteriore inasprimento
della loro già difficile condizione: l'avanzata sovietica
sul fronte orientale costrinse i nazisti a radere al
suolo molti campi di concentramento per evitare la
liberazione dei prigionieri. I detenuti vennero
costretti alle "marce della morte": lunghi e terribili
viaggi verso altri campi di sterminio; i deboli e i
malati, invece, venivano uccisi in esecuzioni
sommarie o abbandonati a sé stessi.
Le «marce della morte» continuarono fino al 7
maggio del 1945 quando l'esercito tedesco si arrese
incondizionatamente agli Alleati.
19. Il dopo Olocausto
Dopo l'Olocausto molti dei sopravvissuti
vennero trasferiti nei campi profughi gestiti
dalle forze alleate. Da qui vennero organizzati
i trasferimenti verso altri paesi o verso la terra
di origine. Tra il 1948 e il 1951 circa 700 mila
ebrei emigrarono in Israele, altri negli Stati
Uniti o in altre nazioni del mondo. L'ultimo
campo profughi chiuse nel 1957.
22. Primo Levi: Se questo è
un uomo
Se questo è un uomo
Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un
uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una
donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il
grembo
come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da
voi.