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Facoltà di Comunicazione e Economia
Corso di Laurea Triennale in
Marketing e Organizzazione d’Impresa
Prova Finale di Laurea Triennale
MARKETING DEL VINO:
ANALISI DEL GREEN GUERRILLA MARKETING E
IL CASO STUDIO DELL’AZIENDA VINICOLA
“PODERE I SABBIONI”
Docente di riferimento: Candidato:
Prof. Paolo Di Toma Andrea
Severini
Anno Accademico 2017 – 2018
MARKETING DEL VINO:
ANALISI DEL GUERRILLA MARKETING E IL
CASO STUDIO DELL’AZIENDA VINICOLA
“PODERE I SABBIONI”
INDICE
INTRODUZIONE
1. MARKETING NON CONVENZIONALE
1.1. L’evoluzione del marketing 3
1.2. Introduzione del Green Marketing e del Guerrilla 6
1.3. Vantaggi derivanti dall’applicare la Guerrilla al Green Marketing 9
1.4. Il background del Green Marketing 12
1.5. Comunicare Green e le sue Azioni sostenibili 13
1.6. Le 5 “i” del Green Marketing 16
1.7. La matrice del Green Marketing di John Grant 18
1.8. Le certificazioni, standard e norme ISO 22
1.9. Criticità del Green Marketing 23
2. IL MERCATO DEL VINO
2.1. L’offerta di vini naturali, biologici e sostenibili 24
2.2. La domanda di vino nazionale e internazionale 30
2.2.1. 7 categorie di consumatori
2.2.2. Chi sono i consumatori green
2.3. Sostenibilità nel vino 37
2.3.1. Materiali sostenibili
2.3.2. Produzione sostenibile
2.3.3. Distribuzione green
2.4. Certificazioni 39
2.4.1. Biologico e naturali
2.4.2. Sostenibile : Progetto V.i.v.a.
2.5. Green marketing del vino 41
2.5.1. Wine Blog e Sito web aziendale
2.5.2. Fieri del green
2.5.3. Consorzi biologici
3. IL CASO PODERE I SABBIONI
3.1. Storia aziendale 44
3.2. La sostenibilità e i valori secondo Podere i Sabbioni 45
3.3. Il Vino “green” di Podere i Sabbioni 45
3.3.1. Territorio
3.4. Strategie di Green Marketing adottate 47
3.4.1 Comunicazione online
3.4.2 Certificazione e fiere
3.4.3 Enoturismo
3.4.4 Organizzazione di eventi
3.4.5 Tappo di canna da zucchero
CONCLUSIONE 51
BIBLIOGRAFIA
1
INTRODUZIONE
In questo elaborato mi sono posto l’obiettivo di analizzare il concetto di sostenibilità
ambientale nel settore vitivinicolo. In particolare nel caso pratico è stata analizzata
l’azienda marchigiana Podere I Sabbioni, la quale ha fatto della sostenibilità un
principio cardine su cui basare le sue attività.
Il presente lavoro è stato diviso in tre capitoli, nel primo dei quali viene approfondito
il tema del marketing non convenzionale dandone una definizione e viene analizzata
la sua evoluzione durante gli anni.
Successivamente introduco due approcci di questo nuovo marketing: il Guerrilla e il
Green Marketing, studiando i vantaggi e le tecniche derivanti dall’applicare il
Guerrilla al Green Marketing.
In seguito riassumo quali sono le principali strategie comunicative nel marketing
sostenibile con diversi riferimenti al libro di John Grant, “Green Marketing- The
Manifesto” come le 5”i” e la matrice ideata da questo autore. Introduco, con un
piccolo accenno, le principali certificazioni standard e norme ISO che devono essere
osservate. Concludo questo primo capitolo parlando delle criticità del Green
Marketing che emergono principalmente nella pratica del Greenwashing.
Nel secondo capitolo esamino il mercato del vino, sia quello tradizionale, che quello
eco-sostenibile diviso nelle sue varianti biologico, biodinamico e naturale.
Presento la classificazione del consumatore del vino sviluppata da Slawka G. Scarso
nel suo libro “Marketing del vino”. In seguito descrivo la viticoltura con le sue
certificazioni e progetti che promuovono l’agricoltura eco-compatibile come il
2
Progetto V.I.V.A. e le principali strategie del Green Marketing nel settore
vitivinicolo.
Nella parte finale viene trattato il caso aziendale Podere I Sabbioni, partendo da
racconto della storia della società e della sua visione di sostenibilità facendo
riferimento alle certificazioni ottenute e ai progetti di cui fa parte.
Dopo una breve introduzione dei vini prodotti dall’ azienda, si passa ad analizzare le
strategie di Green Marketing applicate che vanno, dall’inizio della produzione con la
scelta di abbassare al minimo il Carbon Footprint minimizzando l’utilizzo di prodotti
agrochimici, all’utilizzo alle scelte del packaging in particolare quella dei tappi
biodegradabili.
3
1. IL MARKETING NON CONVENZIONALE
1.1. L’evoluzione del marketing
Ci sono varie definizioni di marketing, il cui termine deriva dal verbo inglese to
market che significa “lanciare sul mercato, commercializzare”. Nel corso degli anni
sono emerse diverse definizioni, tra le quali ce ne è una in particolare che è stata
formulata da quello che è riconosciuto come il “padre” del marketing, Philip Kotler,
che afferma:
Il marketing è “il processo sociale e manageriale mediante il quale una
persona o un gruppo ottiene ciò che costituisce l’oggetto dei propri bisogni e desideri
creando, offrendo e scambiando prodotti e valore con altri.” 1
Un'altra autorevole definizione è data dall’American Marketing Association, nella
versione del 2007, secondo la quale:
Il marketing è “l’attività, l’insieme delle istituzioni e dei processi necessari a
creare, comunicare, consegnare e scambiare offerte che hanno un valore per i
consumatori, i clienti, i partner e la società più in generale.” 2
Il marketing è una disciplina che si evolve nel tempo, infatti si adatta ai grandi
cambiamenti che vanno dalle crisi finanziarie ai cambiamenti del contesto sociale e a
tutte le implicazioni che ciò comporta, come ad esempio l’incremento della
disoccupazione, quindi la diffusione di povertà oppure l’ampia adozione degli
smartphone che hanno cambiato radicalmente il metodo di comunicare.
1
Philp Kotler, Walter G.Scott, Marketing management, ISEDI Prentice Hall International, 1993
2
Marketing is the activity, set of institutions, and processes for creating, communicating, delivering,
and exchanging offerings that have value for customers, clients, partners, and society at large
4
Un’altra problematica, più recente, è la consapevolezza dei cambiamenti climatici e
l’aumento dell’inquinamento che sta portando sia i produttori che i consumatori a
modificare il loro modello di consumo perché non più sostenibile.
Queste variazioni hanno indotto una evoluzione del concetto di marketing, tale che
Philip Kotler insieme ad altri autori come Hermawan Kartajaya e Iwan Setiawan
hanno iniziato a classificarlo in 1.0, 2.0, 3.03
fino al piu recente 4.0.
Queste evoluzione della disciplina riformula il modello concettuale, cioè il focus del
marketing , suddividendolo in 4 fasi:
Il Marketing 1.0, incentrato sul prodotto, si è sviluppato durante l’era industriale
dove l’innovazione più rilevante era data dai macchinari e dalla produzione di massa.
In questo periodo l’obiettivo del marketing era vendere il prodotto standardizzato a
tutti coloro che erano già disposti a comprarlo, infatti in questa epoca siamo nel pieno
boom economico dove era il cliente a cercare il prodotto e il marketing si limitava a
facilitarne la vendita che si basava soprattutto sulla strategia di prezzo.
L’obiettivo dell’azienda era quello di standardizzare il più possibile il prodotto fino a
raggiungere il costo più basso di produzione, così che questi beni potessero essere
ancora più a buon mercato. Iconica è la frase di Henry Ford, che diceva: “ I clienti
possono acquistare l’auto di qualsiasi colore, purchè sia nero.4
”
Il Marketing 2.0, orientato al consumatore, è nato durante l’era dell’informazione
dove l’innovazione più importante è stata Internet, la cui nascita ha permesso
un’elevata e veloce diffusione delle informazioni. Infatti i clienti avevano a
disposizione una grande quantità di notizie riguardanti i prodotti, che generavano un
facile confronto tra offerte di articoli simili. Il valore del prodotto era definito dal
3
Kotler, P., Kartajaya, H., & Setiawan, I. (2010). Marketing 3.0. Dal prodotto al cliente all'anima (Vol.
161). Gruppo 24 ore.
4
Henry Ford, Samuel Crowther, My Life and Work, Doubleday, Page&Company, 1992
5
cliente anche se con propensioni all’acquisto differenti. Quindi, piano piano, si è
introdotta una nuova pratica della gestione del cliente (“customer management”), che
includeva tattiche di segmentazione dei consumatori e il posizionamento in un
determinato mercato obiettivo.
Il Marketing 3.0, orientato ai valori, detto anche umanistico, basato sulla seconda
ondata tecnologica, come la diffusione quasi totale degli smartphones. La più grande
differenza con il precedente periodo è che la clientela non viene più considerata
passiva, anzi, tutt’altro il consumatore è considerato un essere umano a tutti gli effetti
quindi con sentimenti, valori e ideali, i quali vengono anche espressi con il
comportamento di acquisto e utilizzo del prodotto. In tempi di crisi economica
acquisisce maggiore importanza nelle vite dei consumatori che sono condizionati da
veloci cambiamenti economici, sociali e ambientali. Le aziende con i loro prodotti e
mission, vision e valori aziendali volti a risolvere piccoli problemi quotidiani e a
migliorare la qualità della vita, trasmettono un messaggio di speranza e sicurezza
verso i clienti che, se li condividono, sostengono l’azienda acquistando i loro prodotti.
Il Marketing 4.05
, è la naturale evoluzione del 3.0; in questa era il marketing deve
essere in grado di accompagnare il cliente lungo tutte le tappe del viaggio che
traghetta i consumatori nell’economia digitale e di conseguenza all’acquisto. Si
suddivide in 5 fasi:
1) Scoperta (aware)
2) Attrattiva (appeal)
3) Ricerca (ask)
4) Azione (act)
5) Passaparola (advocate)
5
Kotler, P. (2017). Marketing 4.0: dal tradizionale al digitale. HOEPLI EDITORE.
6
Uno degli strumenti più potenti che può essere utilizzato é l’analisi dei big data, che
permette di creare prodotti ad hoc per il consumatore finale con un alto tasso di
precisione. Inoltre con l’analisi di questi dati si riesce a scoprire l’opinione del
cliente, che rimane il parametro più importante da valutare. Come si può vedere dalla
Figura 1, bisogna sapere che i precedenti stili di marketing non vengono dimenticati
anzi devono coesistere tutti per essere più efficienti possibile.
Figura 1: I ruoli complementari del marketing tradizionale e digitale
Fonte: Kotler, P., Kartajaya, H., & Setiawan, I. (2016). Marketing 4.0: Moving from traditional to
digital. John Wiley & Sons.
7
1.2 Introduzione del Guerrilla e del Green Marketing
Il Guerrilla Marketing
Il Guerrilla Marketing è nato nel 1984 da J.C. Levinson con il suo libro per “indicare
una forma di marketing non convenzionale e a basso costo ottenuta attraverso
l’utilizzo creativo di mezzi e strumenti aggressivi che fanno leva sull’immaginario e
sui meccanismi psicologici degli utenti finali.” 6
Il Guerrilla Marketing, dunque, è uno strumento indicato per le piccole e medie
imprese che vogliono fare una campagna di comunicazione al fine di raggiungere il
massimo numero di persone con il minimo impegno finanziario.
Il fulcro del Guerrilla si basa sul tempo, sull’energia ma soprattutto sulla creatività
finalizzata a sviluppare un’idea efficace.
Nel libro Levinson afferma alcuni principi che identificano questo tipo di marketing:
- Per misurare l’efficacia della campagna di comunicazione si valuta in termini
di profitti e non di vendite.
- Il Guerrilla utilizza le tecnologie esistenti e innovative come strumento per
amplificare il messaggio.
- Inoltre un altro strumento di valutazione, è il crescente numero di relazioni
instaurate ogni mese.
Un’azione di Guerrilla può essere, per esempio, una divulgazione virale di immagini
o video tatticamente diffusi in internet, in cui l’effetto sorpresa diventa elemento
fondamentale per il marketing.
6
Levinson, J. C. (2007). Guerrilla Marketing: Easy and Inexpensive Strategies for Making Big Profits
from Your SmallBusiness. Houghton Mifflin Harcourt.
8
Il Green Marketing
Il Green Marketing nasce circa negli anni ’90, successivamente al primo laboratorio
di “Ecological Marketing” nel 1975 dell’American Marketing Association (A.M.A.)
in cui si cerca di mettere in relazione la funzione aziendale con i bisogni del pianeta.
A.M.A. fornisce la seguente definizione:
Il Green Marketing “sono gli sforzi delle organizzazioni per produrre,
promuovere, impacchettare e reclamare i prodotti in modo sensibile o rispondente
alle preoccupazioni ecologiche.” 7
Quindi possiamo dire che è uno stile di marketing volto a sviluppare e promuovere
prodotti e servizi eco-sostenibili, ossia in grado di soddisfare i consumatori senza
avere impatti negativi sull’ambiente.
Le strategie di green marketing “sono sviluppate sulla spinta della sempre più
rilevante tendenza dei consumatori ad esprimere scelte di acquisto consapevoli,
finalizzate a premiare le aziende impegnate sul fronte dell’ ecologia e a preferire
prodotti e servizi più “sostenibili” sotto il profilo ambientale, etico e sociale.” 8
Apparentemente il concetto di ecologia e quello di marketing non hanno niente in
comune poichè il primo punta ad una riduzione dei consumi, invece il secondo
promuove l’acquisto. In realtà hanno un aspetto in comune che può rappresentare il
punto di conciliazione cioè la comunicazione.
Questa leva di marketing è fondamentale per gli ambientalisti senza la quale non sono
in grado di trasmettere un nuovo comportamento del consumo, rispettoso
dell’ambiente e più sostenibile. Per sostenibilità si intende, come afferma il
Dizionario di Economia e Finanza (2012) di Treccani, “la condizione di sviluppo in
7
https://www.ama.org/resources/Pages/Dictionary.aspx?dLetter=G
8
Iraldo, F., & Melis, M. (2012). Green marketing. Come evitare il greenwashing comunicando al
mercato il valore della sostenibilità. Gruppo 24 ore.
9
grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza
compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri.” 9
1.3 Vantaggi derivanti dall’applicare la Guerrilla al Green Marketing
Il Guerrilla Marketing ha diversi vantaggi rispetto al Green Marketing. Quest’ultimo
non è focalizzato solo sul profitto ma, più che altro, sulla diffusione di un nuovo
modello di consumo più sostenibile per l’ambiente, quindi con l’aiuto del Guerrilla
possiamo utilizzare tutte quelle strategie e tattiche che prima erano viste solo per
migliorare le vendite di un’azienda.
Entrambe le discipline mettono in primo piano la qualità e l’onesta verso il
consumatore in primo piano, ma differiscono quando si parla dell’impatto ambientale,
dato che il Guerrilla, solo in seguito, ha riconosciuto l’importanza della sostenibilità.
Infatti con la pubblicazione del libro Guerrilla Marketing diventa Green10
J.C.
Levinson nel 2010 afferma che al giorno d’oggi è indispensabile ragionare in termini
di sostenibilità e che sempre più persone sono disposte a far parte di questo
cambiamento che invece prima era formato solo da un nicchia di mercato, quindi
rilevante solo in certi contesti. Inoltre dal libro di Levinson si possono osservare i dai
risultati di un questionario:
- L’87% delle persone si sente in dovere di contribuire al progresso della società
e dell’ambiente in cui vive; di queste l’83% sarebbe disponibile a cambiare il
suo comportamento di consumo per partecipare alla creazione di un mondo
migliore.
- Il 76% predilige comprare da imprese impegnate in cause sociali.
9
http://www.treccani.it/enciclopedia/sostenibilita_%28Dizionario-di-Economia-e-Finanza%29/
10
Levinson, J. C., & Horowitz, S. (2010). Guerrilla marketing diventa green. Francesco Brioschi
Editore.
10
Quindi riassumendo il valore aggiunto del Guerrilla Marketing rispetto al Green si
può connotare in:
- Una comunicazione non convenzionale: capacità nota del Guerrilla è quella di
utilizzare canali di comunicazione alternativi in modo efficace. Utilizzando
questi nuovi canali si ha un maggiore contatto con il consumatore,
principalmente per due motivi, il primo è che le campagne pubblicitarie
vengono studiate e adottate in posti strategici dove c’è un'alta probabilità che
il consumatore tipo di quel prodotto le incontri. Il secondo motivo è che questi
nuovi canali sono per la maggior parte bidirezionali, come i blog e i social
network, quindi c’è una intensa interazione con l’utente finale che incuriosito
vuole far parte della brand community che si viene a creare. Un esempio è
quello di Mc Donald’s che ha decorato un passaggio pedonale a forma delle
sue patatine fritte11
, durante un festival in Svizzera.
Fonte: Ambient advertisement created by TBWA, Switzerland for McDonald's
https://www.adsoftheworld.com/media/ambient/mcdonalds_macfries_pedestrian_crossing
- Un riduzione delle spese di marketing: vengono utilizzati metodi alternativi
per comunicare che sono più economici perché non ritenuti efficaci come
quelli tradizionali dalla cultura mainstream, ma in realtà sono molto più
11
https://www.adsoftheworld.com/media/ambient/mcdonalds_macfries_pedestrian_crossing
11
efficaci per “colpire” gli utenti più affini al prodotto e quindi hanno un alto
tasso di conversione da utenti a consumatori. Inoltre questo risparmio di costi
commerciali è un vantaggio da sfruttare proprio per i prodotti ecologici che
sono tendenzialmente aggravati da un prezzo maggiore dovuto sia dal costo
delle certificazioni ma soprattutto dall’applicazione di soluzione innovative.
- Il grande valore delle informazioni raccolte: anche grazie ai canali alternativi
bidirezionali, siamo in grado di intuire, alle volte influenzare, i trends del
mercato e regolarci di conseguenza creando nuovi prodotti che soddisfano le
richieste dei consumatori.
L’impegno delle strategie di Guerrilla devono comunque rispettare i criteri e i valori
del Green Marketing come ci viene ricordato da J.C. Levinson a pagina 187 del suo
libro12
:
- Il marketing verde ed etico non si basa solo sulla sostenibilità, ma anche sulla
qualità, l'integrità e l'onestà: non solo si sente meglio, ma funziona meglio.
- Più persone hanno interesse verso il tuo successo, più è probabile che esso si
realizzi. Pertanto, il marketing che avvantaggia i tuoi clienti, dipendenti,
fornitori, canali di distribuzione / vendita al dettaglio e persino i concorrenti è
la chiave del successo.
- La cooperazione è una strategia estremamente efficace.
- Nel paradigma dell'abbondanza, c'è molto da fare. Ciò significa che la quota di
mercato è irrilevante.
- Quando hai impostato i giusti sistemi di marketing, la vendita diventa meno
preoccupante.
12
Levinson, J. C., & Horowitz, S. (2010). Guerrilla marketing goes green: winning strategies to
improve your profits and your planet. John Wiley & Sons.
12
- Per raggiungere i tuoi obiettivi, puoi seguire diversi percorsi; raramente c'è un
solo un modo di portare a termine i traguardi che ci si è proposti.
1.4 Il background del Green Marketing
Analizziamo le origini del Green Marketing che conosciamo oggi, sintetizzando
quanto detto da John Grant, l’autore di “Green Marketing – il Manifesto13
” del 2009.
Un principio cardine è che non si può “imporre” il fatto che acquistare prodotti
ecologici sia di moda, poiché diventerebbe solo una aleatoria tendenza del momento e
non si riuscirebbe a comprendere il vero e profondo motivo per cui si fa Green
Marketing.
Nel 1989 si è verificato un esempio di fallimento di questo tipo di marketing e si
arrivati al bandwagon del consumatore verde, cioè alla propensione di acquistare un
prodotto verde solo per il semplice fatto che lo stanno comprando gli altri, lo si fa per
poi non sentirsi escluso. Il risultato è stato che molti prodotti sono stati un completo
insuccesso. Una lezione da rispettare per far sì che il successo del Green marketing
attuale non sia un disastro come quello del 1989 è che, inizialmente, non bisogna
porre il profitto come obiettivo primario ma è necessario implementare il rispetto dei
limiti posti per preservare l’ambiente.
Inoltre tutti i dipendenti dell’azienda devo credere fortemente nella mission e nella
vision aziendale: attraverso ciò si trasmette una forte volontà di raggiungere obiettivi
di sostenibilità.
Secondo John Grant (2009) a pagina 24 del suo libro “ il primo passo verso un Green
Marketing sostenibile è capire che i problemi ambientali esigono un salto di qualità ,
13
Grant, J. (2009). Green marketing. Il manifesto. Francesco Brioschi Editore.
13
una discontinuità, non bastano operazioni cosmetiche o ritocchi marginali. Qualsiasi
altra cosa è come mettersi a fischiettare mentre il pianeta va a fuoco”.
Pertanto le innovazioni tecnologiche e di manifattura in termini di sostenibilità
equivalgono ad un vantaggio competitivo, distinguendoci dalla concorrenza e
andando a servire una nicchia di mercato.
1.5 Comunicare Green e le sue Azioni sostenibili
La comunicazione è una parte fondamentale per il green marketing che viene
riassunta dalle “The Five W’s Marketing” di Steve Mckee14
tradotte in Chi,,Cosa,
Dove, Quando e Perché.
Quindi per pianificare una efficace comunicazione bisogna soddisfare queste 5
nozioni:
- “WHY” PERCHE’ COMUNICARE: si inizia con il Why perché, anche se è
difficile definire chiaramente i propri obiettivi commerciali e aziendali fin da
subito, è fondamentale per garantire che le fasi successive siano
finalizzate/funzionali al raggiungimento dello scopo.
Pertanto pianificare una buona campagna di comunicazione per il proprio
prodotto o servizio è indispensabile, potrebbe risolvere un problema non
pubblicitario che affligge il prodotto oppure ancor meglio anticipare la
concorrenza nel presentare un proprio prodotto. Valorizzare caratteristiche che
abbiamo capito e richieste dal mercato.
- “WHO” A CHI COMUNICARE: individuare quali sono i destinatari del
nostro messaggio. Essenziale è ricordare che i riceventi sono portatori di
14
Steve Mckee, The Five W's of Marketing; https://www.mckeewallwork.com/insights/the-five-ws-
of-marketing/
14
interessi e aspettative. Jacquelyn Ottman nel suo libro15
identica 5 categorie di
consumatore green:
- LOHAS (Lifestyles of Health and Sustainability) (19%) è il segmento più
attivo e sensibile per quanto riguarda l’ambiente. Sono i primi a compiere un
acquisto sostenibile, pertanto un segmento rilevante per quanto riguarda
“aggredire” un settore, perché la loro opinione influenza la prova d’acquisto
degli altri.
- NATURALITES (15%) sono più concentrati per la salute personale che del
pianeta, infatti compiono acquisti naturali per se stessi non per salvaguardare
il pianeta. Il reddito limita alcuni comportamenti d’acquisto, dunque il prezzo
ha un grande impatto sugli acquisti.
- DRIFTERS (24%) sono gli acquirenti appassionati del verde, seguono molto la
massa, infatti loro fanno degli acquisti per non sentirsi esclusi da quella parte
15
Ottman, J. (2010). The new rules of green marketing: Strategies, tools, and inspiration for
sustainable branding. Routledge.
15
di società. Si affidano a marchi premium e il brand condiziona molto la loro
scelta.
- CONVENTIONALS (18%) è un acquirente che mira al pratico e razionale,
pertanto è diffidente verso i prodotti ecologici. Il suo acquisto è guidato dagli
sconti sui prodotti e gli eco-benefici sono secondari.
- UNCONCERNEDS (17%) appaiono indifferenti per quanto riguarda le
proposte eco-sostenibili e non sentono la pressione della società.
Pertanto i Naturalites, Drifters e Conventionals sono descritti come la “Sustainable
Mainstream”. Per una piccola media impresa il target da “aggredire” saranno gli
Lohas e i Naturalites così limitandosi a queste due categorie non avrà una spesa di
marketing elevata.
- “WHAT” COSA COMUNICARE: il fulcro della comunicazione sta nel
contenuto che si vuole proporre al pubblico, in questo caso, consumatori
sensibili all’ impatto ambientale e alla sostenibilità. Il contenuto che cattura
più l’attenzione del cliente è in primis il prezzo, poi la qualità del prodotto e le
certificazione che dimostrano che le proprietà del prodotto dichiarate sono
state controllate e accertate da parte di un ente autorevole. Senza dimenticare
la Mission e Vision aziendali che in questo settore sono molto notate.
- “WHEN” QUANDO COMUNICARE: un altro aspetto molto importante da
pianificare nella comunicazione è il When perché la variabile temporale gioca
un importante ruolo per quanto riguarda la riuscita e l’efficacia della
campagna pubblicitaria che deve essere coordinata con le variabili esterne e
interne dell’azienda. Ad esempio quando all’esterno, ad esempio nei
Telegiornali, si divulga la notizia di un inquinamento ambientale che ha
causato delle morti, nell’immediato futuro il consumatore tipo ne rimarrà
16
colpito e nel suo successivo comportamento d’acquisto rifletterà anche
sull’impatto ambientale de prodotto che sta acquistando. Ma non bisogna
dimenticare che questo effetto è temporaneo ed è dovuto solo dal riflesso della
notizia appresa, quindi sta a noi con la nostra accurata comunicazione e un
ottimo prodotto trasformare il comportamento del consumatore da occasionale
( effetto della notizia) ad abituale.
- “WHERE” DOVE COMUNICARE: per completare il piano di comunicazione
dobbiamo scegliere quali mezzi e strumenti utilizzare per trasmettere il nostro
messaggio ai destinatari. Adotteremo gli strumenti del Guerrilla Marketing
che sono rispettosi dell’ambiente ma allo stesso tempo molto efficaci come:
o Social Network e Blog
o “Banner” nelle fiere green
o Siti e-commerce
1.6 Le 5 “i” del Green Marketing
Nel libro di John Grant “Green Marketing – il Manifesto” (2009) a pagine 92
vengono descritte le 5 “i” del Green Marketing:
1) INTUITIVO : cioè il marketing ecologico crea migliori alternative accessibili
e comprensibili facendo sembrare le innovazioni ecologiche come normali.
Difatti la maggior parte delle persone pensano che compiere attività eco-
sostenibili sia un’attività molto più complessa di quelle che facciamo
quotidianamente. Quindi il compito del Green Marketing è quello di riuscire
ad entrare a far parte della quotidianità valendosi di idee intuitive che
facilitano questi comportamenti.
17
2) INTEGRATIVO: abbina il commercio, la tecnologia, gli effetti sociali e
l’ecologia. La sostenibilità è quell’approccio che mira al miglioramento della
qualità di vita sia per il presente che per le generazioni future mettendo
insieme il progresso economico con quello sociale e dell’ambiente.
3) INNOVATIVO: perché genera nuovi prodotti/servizi e nuovi stili di vita.
Molti affermano che nei prossimi vent’anni l’innovazione e l’imprenditorialità
green saranno quello che l’IT è stato questi ultimi anni. Infatti molte persone
oggi parlano di g-commerce, cioè l’e-commerce di prodotti verdi.
4) INVITANTE: Oggi i prodotti green sono in parte una sfida di progettazione. I
prodotti sostenibili spesso sono migliori di quelli normali, sono più efficienti,
durevoli, sani e convenienti però per stimolare l’adozione di massa dovremmo
inventare nuovi miti e codici utopici che attirino l’attenzione e quindi
modificano i comportamenti di consumo odierni.
5) INFORMATIVO: come dice Grant, la mancanza di conoscenza è ciò che
distingue maggiormente il comportamento delle persone. Questo nuovo
marketing deve mirare all’educazione per generare un consumatore cosciente
riguardo quello che compra e fa.
18
1.7 La matrice del Green Marketing di John Grant
A pagina 103 del suo libro (2009), John Grant16
ha formulato una matrice che ci
permette di distinguere le diverse strategie attuabili nell’ambito del marketing green.
Attraverso l’utilizzo di questa matrice, ogni azienda potrà scegliere quale piano di
marketing utilizzare fra quelli classificati da Grant. La scelta del piano sarà stabilita,
in base agli obiettivi aziendali, in termini di sostenibilità e dalla tipologia dei
prodotti/servizi che vuole offrire.
Dunque ci sono tre colonne che corrispondono a tre obiettivi di Green Marketing:
A. Verde: Stabilire nuovi standard per i prodotti, servizi, marchi e aziende
responsabili.
Questo corrisponde al marketing classico applicato alle aziende che innovano i
loro prodotti fissando nuovi standard più sostenibili in modo da distinguersi
dai concorrenti. Questa impresa sta perseguendo solo il primo obietto del
Green Marketing cioè quello commerciale. In questo caso le azioni marketing
devono essere mirate sulla propria azienda e le sue attività, facendo notare che
16
Grant, J. (2009). Green marketing. Il manifesto. Francesco Brioschi Editore.
19
è sostenibile, potreste utilizzare delle etichette ecologiche, far provare il
prodotto come campione gratuito e questo porterà ai consumatori a
comprendere che la tua azienda è migliore della concorrenza.
B. Più Verde: Condividere la responsabilità con i clienti.
Qui si ha un approccio nuovo del marketing collaborativo e partecipativo con i
clienti e l’ambiente che circonda l’azienda. Riguarda le imprese eco-
sostenibili che perseguono i primi due obiettivi del green marketing cioè
quello commerciale e quello ecologico. Vengono adottati strumenti non
convenzionali per fare pubblicità come i social network, creare eventi
esperienziali del brand, la creazione di community e l’utilizzo del passaparola.
L’azienda applica un approccio con gli utenti più collaborativo, qui la
pubblicità sta cercando di costruire una relazione con il cliente e quindi
aumentare l’interesse nel suo settore, provando anche, a volte, a modificare il
modo di consumo di determinati prodotti.
C. Verdissimo: Sostenere l’innovazione: nuove abitudini, nuovi servizi,
nuovi business model.
Qui finalmente le aziende perseguono tutti e tre gli obiettivi del Green
Marketing cioè quello commerciale, ecologico e culturale.
L’azienda e il pubblico hanno raggiungo il massimo grado di inter-relazione,
infatti si tratta di un rivoluzione culturale iniziando dal comportamento di
consumo delle persone fino all’introduzione di prodotti e servizi innovativi
che cambiano le abitudini di consumo e utilizzo dell’utente.
Il compito del marketing è dimostrare nuovi stili di vita eco-sostenibili che
sono vantaggiosi per tutti, cosi da influenzare l’intera massa.
20
Invece, per quanto riguarda le righe della matrice, Grant definisce tre livelli che sono
parzialmente indipendenti tra loro, su cui opera simultaneamente la società e definisce
l’importanza delle caratteristiche di ciascun livello:
1) Aziende e Mercati: come quanto analizzato da Goodyear nella sua opera
“Devolution and the Brand – Is traditional branding an idea past its sell-by
date?” (1992), le aziende hanno perso molto potere di influenza sull’individuo
che ora è più informato riguardo uno specifico prodotto e dell’azienda che lo
produce. Quindi si è in un’epoca dove il potere del consumatore è più forte di
quello del brand.
2) Social Brand e Identità: Nell’era del marketing moderno, alle persone non
piace essere etichettate e la pubblicità ha perso molto potere, infatti se
esprime un messaggio diverso dalla realtà questo viene subito classificato
sbagliato danneggiando cosi l’immagine del brand. Quello che importa è
l’autenticità del brand che deve essere sostenuta dalla società.
3) Prodotti e abitudini personali: Al giorno d’oggi quasi tutti i comportamenti
di consumo sono dettati da abitudini, gusti e esperienze personali. Inoltre si è
notato che c’è la ricerca di un consumo più funzionale e meno “vistoso”,
contrastante a quello che avveniva anni fa che si basava più sui beni status
simbol,
Come risulta dalla matrice vengono, quindi, classificate nove categorie di strategie
dove per ogni delle quali, Grant dichiara che ci sono due approcci distinti, il che
porta ad un totale di 18 strategie di Green Marketing che un’azienda può adottare.
Non esiste una scelta in assoluto migliore ma essa è condizionata dagli obiettivi
aziendali, dal tipo di marchio e soprattutto dal tipo di prodotto che si vuole “lanciare”
sul mercato.
21
Quindi qui di seguito vi elenco le 18 alternative possibili proposte da Grant:
- A1: Dare l’esempio. Per far vedere che l’azienda ha fissato dei nuovi standard
ci sono due modi; il primo è comunicare i nuovi principi generali dell’azienda,
il secondo, invece, consiste nel presentare specifici esempi di prodotti che
adottano queste innovazioni.
- A2: Avare partner credibili. Questo è il modo più veloce per modificare
l’immagine aziendale perché grazie alle associazioni si beneficia della
credibilità e della community del nostro partner. Si possono ottenere delle
certificazioni ambientali da enti autorevoli oppure si può siglare un accordo
con un ente benefico o ONG.
- A3: Sottolineare i Vantaggi Collaterali. Si può puntare ad una strategia che
enfatizza l’essenzialità e la funzionalità dei prodotti oppure basata sul lusso.
- B1: Sviluppare il mercato: Qui si inizia ad avere una strategia che oltre
l’interesse del profitto ha quello della sostenibilità. L’azienda può dare inizio
ad un programma di educazione ambientale oppure incentivare l’acquisto con
promozioni sulle scelte ecosostenibili.
- B2: Creare Brand tribali. L’azienda vuole creare una sua community molto
unita chiamata “tribù” quindi può adottare la strategia che punta
sull’esclusività oppure mirare all’inclusione.
- B3: Cambiare le abitudini d’uso. L’azienda con la sua campagna di
marketing influenza il comportamento di consumo dei destinatari. Può
promuovere una riduzione di consumo oppure la conversione dei consumi.
- C1: Creare nuovi business concept. Con queste strategie a seguire punteranno
anche a modificare la cultura dei suoi destinatari. Infatti si vuole creare nuovi
concetti di business come il concetto di prosumer (producer + consumer) cioè
22
la massima collaborazione tra utenti e imprese. In alternativa c’è
implementazione web cioè un e-commerce.
- C2: Ideare “cavalli di troia”. Con questa strategia si vuole entrare
velocemente nella cultura sociale dei destinatari. Questo avviene dando vita a
idee e concetti facilmente accettabili: possono essere le idee confortevoli e
familiari che però sono centrate sulla sostenibilità. La precedente soluzione
richiede più creatività perché bisogna creare una nuova moda green.
- C3: Agire sugli stili di consumo. In questa ultima strategia si creano
alternative sostenibili con stili di vita migliori degli attuali prodotti non
sostenibili. La prima alternativa consiste nel convincere il consumatore ad
utilizzare il più a lungo possibile quel prodotto ed associargli un maggiore
valore. L’altro metodo consiste nel convincere la gente a comprare di meno e
condividere di più quello che già ha con gli altri anche affidandolo.
1.8 Le certificazioni, standard e norme ISO
Le certificazioni ricoprono un ruolo fondamentale nei prodotti eco-sostenibili perché
oltre alla “fama” dell’azienda che produce quel bene c’è anche un ente autorevole che
ne certifica la qualità.
I consumatori sono molto attenti nel verificare se un prodotto eco-sostenibile è anche
attestato tale, da un istituto autorevole e riconosciuto a livello globale.
Ci sono diverse certificazione in ambito ambientale ma le principali sono:
- Le norme ISO 1400017
- EMAS
17
http://www.isprambiente.gov.it/it/temi/sviluppo-sostenibile/strumenti-per-lo-sviluppo-sostenibile/le-
norme-della-serie-iso-14000
23
La prima certificazione identifica dei parametri internazionali della gestione
dell’ambiente da parte delle organizzazioni, è stabilita da “International Organization
for Standardization18
- ISO” (l’Organizzazione Internazionale di Standardizzazione).
Nella serie ISO 14000 vengono riportate norme tecniche e strumenti manageriali per
eseguire un gestione dell’azione che controlla i suoi impatti ambientali.
La più nota e recente è la ISO 14001 aggiornata il 15 settembre 2015.
La seconda certificazione è l’ EMAS19
(Eco-Management and Audit Scheme) sistema
comunitario di eco-gestione e audit. L’adozione di questo sistema e dell’ISO è
volontaria ed è destinata ad apportare migliorie nell’ambiente in cui l’azienda opera.
Va ad analizzare la gestione aziendale in termini ambientali come l’ emissione di
CO2, efficienza dei materiali utilizzati, utilizzo d’acqua e l’efficienza energetica del
processo produttivo.
1.9 Le criticità del Green Marketing
Le problematiche del green marketing possono essere ricondotte al fenomeno del
Greenwashing20
cioè utilizzo di strategie di Green Marketing per comunicare l’eco-
sostenibilità di prodotti che in realtà non lo sono o lo sono in parte. Si tratta di un
inganno verso i consumatori che hanno scelto quel prodotto per specifiche di
sostenibilità ambientale che in realtà non ha, la maggior parte delle volte vengono
considerate dai legislatori come truffe in piena regola.
Un esempio elementare di Greenwashing è quando un produttore di piumini
d’abbigliamento pubblicizza che la composizione dei suoi capi è diventata del 60%
più sostenibile di prima perché utilizza delle fibre riciclate.
18
https://www.iso.org/committee/54808.html
19
http://www.isprambiente.gov.it/it/certificazioni/emas
20
https://www.investopedia.com/terms/g/greenwashing.asp
24
Ma in realtà nel giubbetto la composizione di materiale riciclato è passato dal 10% al
16% che è ben diverso dall’impressione che si è fatto il consumatore. Questo è un
caso che rientra nei termini della legalità.
CAPITOLO 2 – IL MERCATO DEL VINO SOSTENIBILE
2.1 L’offerta di vini in Italia
Il mercato del vino ha peculiarità ben diverse dagli altri prodotti agroalimentari, anche
rispetto la birra ritenuta da molti come prodotto paragonabile con il vino.
La prima differenza la possiamo notare dall’offerta, che specialmente in Italia è
alquanto frammentata, infatti, come si evince dal 6° Censimento Generale
dell’Agricoltura21
poco meno della metà dei vigneti in Italia ha una estensione
inferiore a 5 ettari.
21
http://www.inumeridelvino.it/2012/12/superficie-coltivata-italian-per-classe-dimensionale-dati-
censimento-istat-2010.html
25
fonte www.inumeridelvino.it su dati ISTAT
Analizzando la tabella estrapolata dal sito web “I Numeri del Vino22
” si può notare
che il 48% dei vigneti è inferiore a 5 ettari, quindi sono gestiti da piccole imprese.
Inoltre è evidente che la produzione italiana nel periodo di osservazione in questione
( dal 2000 al 2010) si è contratta dell’ 11%, e addirittura per i piccoli vigneti (
inferiori a 1 ettaro) è diminuita circa del 50% passando da 161mila di ettari a 79 mila.
I possedimenti da 1 a 5 ettari sono diminuiti del 18%, in contro tendenza sono invece i
vigneti da oltre 5 ettari che sono aumentati del 17% . In questo periodo è avvenuto un
fenomeno di aggregazione dei vigneti, probabilmente per sfruttare al meglio le
economie di scala e adottare delle campagne di marketing che avendo una forte
produzione alle spalle riescono ad essere più efficienti, ma bisogna sottolineare che le
22
http://www.inumeridelvino.it/
26
piccole aziende per difendersi hanno creato delle cooperative e consorzi che hanno
azzerato la differenza di dimensione in senso assoluto.
Di seguito inserisco il grafico relativo alle regioni con la presenza delle tenute enormi
da oltre 50 ettari che corrispondono solo al 7% delle aziende agricole italiane.
fonte www.inumeridelvino.it su dati ISTAT
2.1.1 Offerta dei vini biologici, naturali e biodinamici
Per quanto riguarda il trend del green marketing abbiamo anche nel mondo del vino
una conferma. Abbiamo visto che nelle viticulture tradizionali c’è stato un calo di
27
ettari di produzione del 11%, in controtendenza ci sono le produzioni di vini
sostenibili divisi in biologico, biodinamici e naturali, secondo le seguenti definizioni:
- I vini Biologici sono quelli che osservano le regole dell’agricoltura
biologica e sono regolamentati dalla direttiva europea 203/201223
, per
riconoscere i prodotti biologici hanno creato il logo BIO24
verde che va
posto sull’etichetta. La principale limitazione è posta sull’utilizzo di
prodotti chimici che vengono utilizzati quotidianamente nella vinificazione
tradizionale, tra cui l’aggiunta di solfiti nel vino che sono ridotti fino ad un
massimo di 150 mg/l per i bianchi e rosé e di 100 mg/l per i rossi.
Bollino verde che contraddistingue i vini biologici
- I vini Biodinamici sono ottenuti osservando i regolamenti dell’agricoltura
biodinamica inventata da Rudolf Steiner, che consiste nel rendere la vigna
autosufficiente rispettando i tempi della natura e l’utilizzo di composti
biodinamici in vigna. Non è riconosciuta a livello legale ma è certificata
dall’associazione Demeter25
.
Fonte: www.dementer.it
23
http://www.ccpb.it/wp-content/uploads/documenti/2012_203_Reg_CE.pdf
24
https://www.vino-bio.com/wp-content/uploads/2015/02/eurobio.jpg"
25
https://www.demeter.it/
28
- I vini Naturali sono caratterizzati da una produzione con il minor numero di
interventi in vigna e in cantina. Come nel caso dei vini Biodinamici anche
questo non viene riconosciuto a livello legale, nell’etichetta non ci si può
scrivere che un vino è naturale e oltretutto non ci sono associazioni che lo
certificano. La differenza principale con i precedenti è che nel vino non si
dovrebbero aggiungere solfiti oltre a quelli che si generano naturalmente
durante la fermentazione alcolica.
Secondo i dati emessi da SINAB26
, possiamo osservare l’importante trend di crescita
della viticoltura biologica che in 8 anni è crescita del 137,39%, arrivando ad un totale
del 17% -dati ISTAT- sull’intera superficie italiana. Questa improvvisa crescita
dell’offerta di vino biologico è dovuta alla crescente richiesta nel mercato che solo in
Italia nella GDO è cresciuta del 41% nel 2016, arrivando a 110% nel primo semestre
del 2017.
Possiamo vedere dal report di CBI27
che ha analizzato i dati di FIBL-IFOAM del
2015, che anche in Europa si è verificata la tendenza di convertire le vigne in
biologico; notiamo, infatti, che gli ettari in Europa sono passati da poco più di 150
mila a più di 250 mila nell’arco di soli 4 anni.
26
http://www.sinab.it/content/bio-statistiche
27
https://www.cbi.eu/
29
Fonte www.inumeridelvino.it su dati ISTAT
30
Fonte28
: Vino biologico in Italia con dati del 2016
2.2 La domanda di vino biologico nazionale e internazionale
Il consumo mondiale di vino tradizionale si è stabilizzato dal 2009 e si aggira a 243
milioni di ettolitri, da fonti OIV. Questo è dovuto anche dalla stagnazione dei primi 6
mercati mondiali cioè U.S.A., Francia, Italia, Germania, Cina e Regno Unito che
corrispondono a 133 milioni di hl su 243. Solo gli Stati Uniti e la Cina segnano una
crescita in media del 3%, anche se dobbiamo aspettare la convalida delle previsioni
per essere più oggettivi..
28
http://www.inumeridelvino.it/2018/02/i-numeri-della-viticoltura-biologica-in-italia-aggiornamento-
2016.html
31
fonte OIV- Aprile 201829
29
http://www.oiv.int/public/medias/5959/i-dati-della-congiuntura-mondiale-oiv-aprile-2018.pdf
32
Dopo aver analizzato l’evoluzione della domanda di vino, andiamo ad approfondire
più specificatamente quella riguardante il vino biologico. I dati Nielsen, elaborati da
Nomisma, evidenziano una crescita di questa domanda che solo in Italia ha registrato
un +184% rispetto al 2015 arrivando a 21.6 milioni di euro di valore solamente nella
GDO, è opportuno sottolinearlo, un +88% rispetto al febbraio 2017.
Dati considerevoli se si prende atto che la domanda di vini tradizionali, nello stesso
periodo è cresciuta solo del 3%.
Inoltre i dati Nielsen rivelano una sostanziale crescita sulle quote di mercato del vino
biologico che nel 2018 ha raggiunto il +1,2% rispetto ad un +0.7%, passando da 11,5
milioni agli attuali 21,6 milioni di euro.
Secondo i dati di Global Snapshot NIELSEN, anche nel Regno Unito le crescite di
vino bio sono notevoli rispetto l’anno precedente, registrando un +24%.
Per quanto riguarda i vini biologici italiani essi godono di un’ottima reputazione in
UK e in Germania, per il 42% dei consumatori inglesi e il 40% di quelli tedeschi
affermano che i nostri vini sono in media di qualità superiore a quelli di altri Paesi. A
sottolineare questo fatto è lo share dei vini bio in UK che hanno il primato del 25%
delle vendite, quindi 1 su 4 è italiano, e cresce a velocità elevate.
33
Fonte: Wine Monitor Nomisma su dati Global Snapshot Nielsen per ICE-Agenzia30
Fonte: Osservatorio Bio Nomisma su dati Nielsen31
30
http://www.nomisma.it/index.php/it/press-area/comunicati-stampa/item/1595-18-luglio-2017-vola-l-
export-dei-vini-bio-italiani/1595-18-luglio-2017-vola-l-export-dei-vini-bio-italiani
34
Bio Nomisma, ha analizzato attentamente i dati Nielsen fino a rivelare quali sono i
vini per regione di provenienza che vendono di più nella GDO.
L’Abruzzo copre la prima posizione in classifica con un totale di quasi 4 milioni di
vendite a valore con un tasso di crescita annuo del +38% rispetto al 2017.
Interessante notare la situazione del Piemonte che sta crescendo vertiginosamente con
un +415% rispetto il 2017, ma ricopre solo la sesta regione per valore di vendite.
Fonte: Osservatorio Bio Nomisma su dati Nielsen
2.2.1 7 categorie di consumatori
E’ molto importante saper segmentare i consumatori di vino per caratteristiche, così
da riuscire a capire quale è il target obiettivo per un’eventuale campagna
promozionale.
31
http://www.nomisma.it/index.php/it/press-area/comunicati-stampa/item/1715-16-aprile-2018-
nomisma-wine-monitor-e-bio-boom-anche-nel-vino-la-consumer-base-di-vino-bio-sale-al-41-degli-
italiani/1715-16-aprile-2018-nomisma-wine-monitor-e-bio-boom-anche-nel-vino-la-consumer-base-di-
vino-bio-sale-al-41-degli-italiani
35
La scrittrice Slawka G.Scarso di “Marketing del Vino32
” ci propone una
categorizzazione per diversi fattori:
- Fattori demografici: cioè età, occupazione, stato civile, genere e reddito
- Fattori geografici: Paese, regione, stato e città
- Fattori psicografici: Stile di vita, personalità e attitudini al consumo
- Fattori comportamentali: si riferiscono al settore specifico come l’intensità
d’uso, la fedeltà alla marca.
Ma se vogliamo suddividere i consumatori in modo più dinamico è molto interessante
il lavoro svolto da Marilena Colussi, nel 2° Rapporto di Filiera Vino Futuri Possibili
de Il Sole 24 ORE. Dal suo report il consumatore è declinato in 7 categorie:
1) L’ entusiasta: è un vero cultore del mondo del vino, beve un grande varietà di
vini, è disposto a spendere molto ed è curioso a provarne di nuovi.
2) L’equilibrato: E’ un amante del vino, che non si considera un esperto, chiede
consigli d’acquisto agli amici, non è disposto a spendere troppo.
3) L’aspirazionale: E’ curioso, vuole provare molti vini. Rispetto ai due
precedenti è il più cauto sulle cifre da spendere.
4) L’abitudinario: ha una forte ruotine d’acquisto, difficilmente prova nuovi
vini.
5) Il tradizionale: appassionato della tradizione, privilegia i vini della sua zona
d’origine.
6) Il follower: Quando è solo non ha l’iniziativa di comprare vino, infatti lo beve
solo in compagnia come ad esempio durante cene o aperitivi.
32
SCARSO, G. (2014). Marketing del vino. Dalle etichette ai social network, la guida completa per
promuovere il vino e il turismo enogastronomico, LWSR.
36
7) Il semplificatore: tra tutti è quello più restrittivo sui prezzi, infatti è sempre a
caccia del migliore rapporto qualità-prezzo. Si fida principalmente dei marchi
famosi.
2.2.2 Chi sono i consumatori green
Il consumatore dei vini biologici sia in Italia che nel mondo stanno crescendo sempre
di più, come nel più generale trend dell’ agricoltura biologica.
Ci sono sempre più motivi per preferire la scelta del biologico innanzi tutto il
“Benessere”. Un benessere duplice, il primo lo notiamo direttamente sul nostro corpo
sia a livello di benefici fisiologici, con una minore probabilità che si scateni un mal di
testa dovuto ai troppi solfiti, questi infatti nel biologico sono molto limitati, oppure a
tutti quei prodotti chimici utilizzati per proteggere i vigneti e, a volte, anche per
correggere il sapore del vino, sono nocivi per il nostro corpo.
L’altro motivo riguarda il benessere dell’ambiente in cui viviamo che è sempre più
sfruttato e maltrattato, invece con i prodotti biologici potremmo fare una scelta che
segue l’importanza dell’eco-sostenibilità rispettando dunque il patrimonio naturale in
cui noi viviamo e che lasceremo in eredità alle generazioni future.
Il successo di questa tendenza basata sulla sostenibilità ambientale è confermata da un
sondaggio condotto da Wine Monitor Nomisma nel 2018 in cui si chiede quali siano
gli attributi per i quali il consumatore sceglie un vino biologico.
Si é riscontrato che il 76% delle risposte scelgono il vino biologico perché è rispettoso
dell’ambiente, 61% notano come segno distintivo la salubrità.
Infine altri due aspetti sono che il 50% dei partecipanti denota l’autenticità del vino e
il 43% degli intervistati afferma che scelgono vini green per le loro qualità
organolettiche.
37
Font
e: Survey Wine Monitor Nomisma 2018
2.3 Sostenibilità nel vino
In risposta ad una tendenza in generale di prodotti green anche nel mondo del vino ci
sono stati diversi miglioramenti tenendo in considerazione la sostenibilità dei territori.
Per far ciò diverse associazioni dettano i metodi di produzione sostenibili studiando
l’effetto che ha la viticoltura sostenibile all’ambiente e quindi ai cambiamenti
climatici.
Vengono proposte delle limitazioni dell’utilizzo idrico per la gestione delle viti e
dell’emissione di gas a effetto serra, ma soprattutto l’utilizzo di agenti chimici che
sono dannosi sia all’ambiente che all’essere umano.
Un altro fattore molto importante da osservare in termini di sostenibilità è a quanto
ammonta il “carbon footprint” cioè la quantità di anidride carbonica (CO2) generata
dalla produzione e dal trasporto del vino.
38
Per ridurre queste emissioni ci sono diverse accortezze che bisogna osservare, in
primo luogo eliminare quando è possibile l’utilizzo di prodotti agrochimici. Utilizzare
i prodotti come botti di rovere rigenerato per la fermentazione e privilegiare quelle
locali e non quelle importate.
Migliorare le operazioni in cantina fino ad arrivare alla massima efficienza, utilizzare
l’energia elettrica proveniente da risorse rinnovabili come l’idroelettrico, il quale è
molto comune nelle piccole aziende agricole e utilizzare biocarburanti per i mezzi
agricoli.
Infine utilizzare packaging eco-sostenibile e privilegiare le spedizioni che non
prevedano l’utilizzo dell’aereo.
Un'altra piccola accortezza sarebbe quella di scegliere bottiglie di vetro con il minor
peso specifico perché riduce molto il carbon footprint della propria azienda, il più
famoso esempio sono le attuali bottiglie dello Champagne che sono arrivate a pesare
835 grammi33
rispetto a 1,3 kg delle bottiglie all’inizio del Novecento. Riducendo
così le emissioni di carbonio del 25% che si traduce in 50 mila tonnellate di meno
annualmente.
Altri tre elementi importanti da riprogettare per avere un’impronta ecologica sono
l’etichetta, la capsula e il tappo.
Per quanto riguarda l’etichetta si devono scegliere materiali eco-sostenibili come la
carta riciclata e le stampe grafiche costituite da colori con meno additivi chimici che
devono essere incollate con colle atossiche.
La capsula ricopre un ruolo importante del packaging, perché è sia utile a dare un
tocco di design ma serve anche a proteggere il tappo da sostanze danneggianti. Il
materiale con cui deve essere fatto deve essere riciclabile ed atossico a differenza di
33
https://www.corriere.it/economia/10_settembre_06/bottiglie-slanciate-francia-montefiori-
champagne_41ad7cb8-b97d-11df-90df-00144f02aabe.shtml
39
quello che si utilizzava un po’ di tempo fa era di stagnola e poteva essere nocivo
perché poteva trasmettere del piombo al tappo e quindi al vino.
Infine il tappo, l’elemento di maggiore importanza del packaging, deve avere sia
ottime qualità tecniche per preservare al meglio il vino ma deve essere anche eco-
sostenibile.
Gli ultimi anni ha anche acquisito implicazioni di marketing perché bisogna studiare
bene il consumatore a cui è destinata la bottiglia. Ad esempio in Italia, per un vino di
prezzo medio-alto, ci si aspetta un tappo di sughero che per il consumatore italiano
indica alta qualità ed eleganza. All’estero, invece, viene espressamente richiesto il
tappo a vite e si è diffidenti verso i tappi di sughero.
C’è da dire anche che il tappo a vite ha ottime proprietà tecniche, infatti consente un
invecchiamento più lento con il minor utilizzo di conservanti come i solfiti che a
molte persone spesso scatenano mal di testa.
2.4 Certificazioni nel vino sostenibile
Oltre alla già citate associazioni che certificano il vino biologico e biodinamico, in
Italia è nato un nuovo progetto V.I.V.A.34
“La Sostenibilità della Viticoltura in
Italia”, avviato nel 2011 su iniziativa del Ministro Dell’Ambiente, con l’obiettivo di
ottimizzare le prestazioni in ambito di sostenibilità nella filiera vitivinicola tramite
l’analisi di quattro fattori che sono Acqua, Aria, Territorio e Vigneto.
2.4.2 Sostenibile: Progetto V.I.V.A.
Con il Progetto V.I.V.A. si vogliono fissare dei punti di riferimento in termini di eco-
sostenibilità a cui le imprese italiane aderenti si devono adeguare. Inoltre questo
34
http://www.viticolturasostenibile.org
40
nuovo standard non può altro che elevare ancora di più la qualità dei vini marchiati
Made in Italy e del buon nome che si sono fatti i vini nazionali all’estero.
Ai produttori aderenti viene fornito uno strumento informatico in grado di calcolare le
prestazioni ambientali ottenute dalla gestione del vigneto.
E’ stato sviluppato un disciplinare proprio per l’analisi e la certificazioni dei 4
indicatori (Acqua, Aria, Territorio e Vigneto), il quale segue le evoluzioni delle
normative comunitarie e internazionali in termini di eco-sostenibilità.
Analizziamo perché sono stati scelti questi indicatori:
- L’indicatore dell’Aria quantifica l’impatto che la produzione del vino e le
attività aziendali affini hanno sui cambiamenti climatici. Gli standard che
vengono presi come riferimento sono UNI EN ISOTS 14067 per quantificare
il Carbon Footprint di un prodotto e la UNI EN ISO 14064-1 per quantificare
le emissioni di Gas Effetto Serra di un’impresa.
- L’indicatore dell’Acqua, si riferisce alla quantità d’acqua dolce che viene
consumata dall’impresa agricola per il conseguimento del prodotto finito.
L’impronta idrica si ricava dalla somma di tre elementi:
o Acqua Blu: la quantità di acqua dolce
o Acqua Verde: la quantità di acqua piovana
o Acqua Grigia: la quantità di acqua inquinata
Il principale riferimento è definito da Water Footprint Network.
- L’indicatore del Vigneto, analizza le pratiche e le manutenzioni che vengono
fatte alla vigna, in modo più specifico all’utilizzo degli elementi chimici come
gli agrofarmaci e all’ impatto che hanno sul territorio. Controlla la biodiversità
presente nel vigneto e il suo grado di fertilità. Gli standard di riferimento sono
41
quelli della Direttiva 2009/128/CE sull’utilizzo degli agrofarmaci e le linee
guida di O.I.V. CST 1-2008.
- L’indicatore del Territorio, si riferisce alla valutazione di sostenibilità del
paesaggio dove è inserita l’azienda, facendo anche un’analisi degli aspetti
economici e sociali, quindi il benessere che l’azienda trasmette al tessuto
sociale e territoriale. Gli standard di riferimento sono “Sustainability
Reporting Guidelines GRI G31”.
2.5 Green marketing nel vino
Comunicare il vino con strategie di green marketing è un’ottima idea per cavalcare
l’onda del trend dei vini biologici, biodinamici e naturali. Ci sono diversi modi su
come ideare tattiche di green marketing e di seguito ne vediamo alcune. Uno degli
aspetti che il green marketing influenza molto è il packaging perché è dove ancora
tutt’oggi non vengono prese delle accortezze in termini di eco-sostenibilità anche se è
l’oggetto materiale e visivo più forte in termini comunicativi perché è il più vicino al
cliente.
2.5.1 Wine blog, sito web aziendale e social network
Il principale metodo per comunicare in modo green è la creazione del sito web
aziendale; il quale è il punto di partenza per qualsiasi strategie che successivamente
verranno diffuse anche nei vari social network.
Poi ci sono altre realtà come i Wine Blog che funzionano molto bene anche se sono
stati superati dai più recenti e interattivi Social Network.
Infine ci sono gli e-commerce del vino che possono far parte del sito web aziendale
oppure implementati attraverso un sito esterno dedicato solo alla vendita di vini di più
42
aziende contemporaneamente. Questo può diventare un canale alternativo alla vendita
diretta, che è funzionale più in termini di presenza online che di fatturato
specialmente per le piccole imprese.
Un'altra possibilità è associarsi ad un Wine Club dove è possibile comprare vino
online come un semplice e-commerce, inoltre c’è una sezione di club cioè un
abbonamento mensile diviso per fasce di prezzo che consiste nel ricevere a casa delle
bottiglie consigliate dai sommelier del sito.
Un metodo per farsi conoscere è quello di organizzare eventi in collaborazione con
dei wineblogger e foodblogger , instaurando un rapporto molto più forte con gli utenti
del web, questo è il momento perfetto per far partire un passaparola tra gli invitati
incentivandoli a far conoscere la vostra cantina anche ai loro amici.
2.5.2 Consorzi e Fiere Green
Un altro metodo diretto per farsi conoscere è quello di partecipare a fiere incentrate
nel green e nel vino e far parte dei consorzi biologici, i quali spesso hanno i propri
stand nelle fiere internazionali più importanti.
Specialmente per le aziende piccole fare parte di un consorzio equivale ad avere
minori spese di partecipazione perché non si hanno i costi di allestimento dello stand
e probabilmente il consorzio avrà organizzato una conferenza promozionale per la
stampa e visitatori della fiera ; si può cogliere questa occasione per far conoscere la
propria azienda.
43
Le fiere più importanti in Italia sono: il Vinitaly di Verona che è un’istituzione
nazionale ma ha anche un forte richiamo internazionale. Poi c’è la Fiera della FIVI35
che con il Salone del Gusto hanno luogo a Torino.
Invece nel panorama internazionale le più importanti sono: il Prowein a Düsseldorf, il
Vinexpo a Bordeaux che organizza anche una fiera indirizzata al mercato asiatico con
Vinexpo Asia Pacific e per concludere la Biofach a Norimberga, la quale è
specializzata sul biologico.
2.5.4 Packaging
Come abbiamo detto all’inizio del capitolo il packaging è uno strumento importante
per il Green Marketing perché con le scelte dei materiali e delle grafiche che vengono
utilizzate, si ha un grande impatto sul pubblico, trasmettendo i valori della propria
azienda in termini di eco-sostenibilità.
Come precedentemente affermato la bottiglia di vetro ha un forte impatto ambientale,
per risolvere questo problema si potrebbe utilizzare una bottiglia di carta
biodegradabile come quella inventata da Martin Myerscough con la sua start-up
Greenbottle36
.
Queste nuove bottiglie, costituite principalmente da carta riciclata, hanno al loro
interno un involucro di plastica biodegradabile per conservare il vino e pesano
singolarmente solo 50 grammi rispetto a quelle di vetro che possono arrivare fino a
800 grammi.
Utilizzando questa tecnologia si ridurrebbe drasticamente il Carbon Footprint ed
inoltre, l’introduzione di questa innovazione, ancora poco conosciuta, potrebbe
tradursi in un valido strumento per attrarre i consumatori fortemente green.
35
Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti
36
https://en.wikipedia.org/wiki/GreenBottle
44
Questa scelta radicale in un settore “tradizionalista” come quello del vino
costituirebbe un ottimo strumento mediatico per far parlare della propria azienda sia
sui media tradizionale che su quelli non convenzionali.
CAPITOLO 3 – IL CASO DI PODERE I SABBIONI
In questo capitolo finale prendo in esame il caso della azienda vinicola “Podere I
Sabbioni” che sta adottando tecniche di marketing non convenzionale con una
speciale analisi orientata sulla sostenibilità.
3.1 Storia aziendale
Podere I Sabbioni, è il marchio per la commercializzazione dei vini prodotti dalla
IMAC Società Agricola srl che è una società a conduzione familiare con sede a
Corridonia (MC). Gestisce terreni a seminativo per un totale di 72 ettari di cui 30 di
proprietà, e una vigna di 4 ettari certificata biologica. Questa azienda nasce nel 2011
dall’idea di Maria Grazia Sagretti con l’intendo di inserirsi nella nicchia di mercato
del vino biologico che è un trend in piena crescita e annualmente segna un incremento
a tre cifre su base annua.
Come già detto la IMAC Società agricola srl, è una società agricola a partecipazione
familiare il cui nome è preso in prestito da : Industria Molitoria Agricola Corridonia
(in sigla I.M.A.C. Srl), che rappresenta l’attività economica principale della famiglia
Sagretti da quasi tre generazioni. Il molino I.M.A.C. srl è presente sul mercato da
circa 70 anni, grazie all’intraprendenza di due fratelli, Carlo e Nazzareno Sagretti, che
decisero di iniziare questa attività, acquistando un’area agricola adiacente ad un
canale naturale del fiume Fiastra, costruendo in economia l’opificio industriale e
45
garantendosi l’autosufficienza energetica grazie a tre piccole turbine elettriche
posizionate a valle di questo canale naturale.
L’abbattimento dei costi energetici garantito dalla produzione di energia idroelettrica
ed una attenta conduzione familiare hanno garantito continuità di impresa nel corso di
oramai tre generazioni. La società agricola è stata costituita allo scopo di essere
sempre più integrati e di cooperare per lo sviluppo agricolo locale e per diversificare
gli investimenti della società principale rimanendo in settori affini dove hanno una
buona conoscenza ed esperienza non indifferente da sfruttare per portare al successo
questa nuova società.
3.2 La sostenibilità e I valori secondo Podere I Sabbioni
La loro Vision “Noi crediamo nella SOSTENIBILITA’ delle tecniche agrarie, nel
RISPETTO delle nostre tradizioni, nella IDENTITA’ delle nostra cultura e dei nostri
vitigni autoctoni, nell’ INCLUSIONE del lavoro e delle persone.”
3.3 Il Vino Green di Podere I Sabbioni
Attualmente l’azienda produce 2 tipologie di vino biologico il Marche Rosso I.G.P. e
Colli Maceratesi Bianco Ribona D.O.P. , inoltre è stata avviata la produzione di
bollicine che per ora è ancora in fase embrionale.
46
Il Ribona Bianco è il vino di punta dell’azienda perché è ottenuto dal raro vitigno
autoctono del Maceratino parente del più blasonato Verdicchio che è coltivato da
secoli esclusivamente nella provincia di Macerata nelle Marche. Solo nel corso degli
ultimi anni è stato “riscoperto” da alcuni produttori locali che hanno deciso di
investire nella sua crescita. Questo vitigno si è rivelato di alta qualità e produce vini di
pregiata fattura tanto da fargli vincere diversi riconoscimenti internazionali.
3.3.1 Territorio
I loro vigneti, tutti all’interno del perimetro della riserva naturale dell’Abbadia di
Fiastra, si estendono in situazioni pedologiche caratterizzate da terreni di natura
argilloso calcarea particolarmente adatte ad ottenere prodotti di estrema qualità e
sanità. Il bosco circostante, a prevalenza di cerri, è abitato da numerosi animali
selvatici tra cui il capriolo. Il laghetto “Le Vene” e i corsi d’acqua Entogge e Fiastra
sono importanti e suggestive zone umide ricche di vegetazione e fauna.
A partire dall’anno 2016 l’azienda produce uve in regime biologico e nel 2017 ha
aderito al programma V.I.V.A. – Programma del Ministero dell’ambiente, che
attraverso quattro indicatori di sostenibilità ambientale, Aria, Acqua, Vigneto,
47
Territorio, consente di rendere una informazione trasparente dell’impatto della sua
vitivinicoltura sull’ambiente. Quali custodi della terra l’azienda si identifica
culturalmente all’interno di un percorso di gestione e protezione dell’ambiente rurale
e del paesaggio agrario, associato alla sicurezza dei prodotti ed alla salute dei
consumatori.
I vitigni, quasi esclusivamente autoctoni, sono stati scelti tenendo in conto le
tradizioni del territorio marchigiano. Recentemente i titolari dell’azienda hanno
iniziato a studiare i documenti dei monaci conservati negli archivi del Museo del Vino
allestito nelle cantine dell’Abbazia di Fiastra ( Tolentino-MC)
3.4 Strategie di Green Marketing adottate
Essendo una piccola azienda e di recente costituzione sono state adottate strategie di
contenute dimensioni ispirate dalla teoria del Guerrilla Marketing ma con l’attenzione
alla sostenibilità ambientale, quindi Green Guerrilla Marketing.
3.4.1 Comunicazione online
Le loro comunicazioni si basano principalmente online nel loro sito web e nei social
network dove hanno una pagina sia su Facebook che su Instagram. La presenza su
queste piattaforme permette loro di far arrivare il messaggio a 2 categorie differenti di
consumatori. La prima categoria riguarda i followers che vanno contattati con
comunicazioni più formali perché si è notato che recentemente la media dell’età degli
utilizzatori di questa piattaforma (Facebook) si è alzata e va da 35 a 65 anni. Invece i
più giovani, minori di 35 anni, si sono spostati su Instagram, non è ancora ben chiaro
il motivo. Nel secondo social network comunicano con i loro followers effettuando
ripetute dirette streaming con la funzionalità delle “Storie” dove mostrano diversi
48
procedimenti di lavorazione del vino rispondendo alle domande dei followers così da
creare una brand community più interattiva. Queste tecniche, nel loro piccolo, hanno
creato una fan base forte che è molto interessata a tutti gli aggiornamenti che
riguardano l’azienda.
Un’altra tecnica di marketing è stata quella di inserire un QR CODE nel retro
dell’etichetta applicato in ogni singola bottiglia che con un link indirizza il
consumatore sul sito web aziendale.
3.4.2 Certificazioni e fiere
Nell’ambito della sostenibilità hanno aderito come già detto sia al Progetto VIVA che
al Biologico che permette loro di presentarsi in alcune fiere importanti come il
Vinitaly tramite lo stand del Progetto VIVA. Infatti quest’ultima, nel 2015 durante
Expo di Milano ha allestito un’esposizione permanente nel Padiglione Vino,
consentendo ai produttori aderenti di esporre i loro eccellenti vini che seguono un
percorso di sostenibilità.
Inoltre recentemente il ministero dell’ambiente ha organizzato un corso di
formazione incentrato sulla sostenibilità presso Tasca d’Almerita37
, che inoltre è
l’ideatrice e promotrice del progetto SOStain38
, per i detentori della certificazione
VIVA, permettendo ai produttori di rafforzare il network del ristretto numero di
aziende aderenti.
3.4.3 Enoturismo
37
http://www.tascadalmerita.it/
38
http://sostain.it/
49
Nel prossimo futuro Podere I Sabbioni, si sta organizzando per ospitare gli enoturisti,
attività che è caratterizzata da un significativo trend in crescita in Italia, anche in
considerazione del fatto che fino a pochi anni fa non era considerata uno strumento di
pubblicità. Oltretutto con l’enoturismo c’è la possibilità di vendere i propri prodotti
direttamente ai turisti che visitano l’azienda. Podere I Sabbioni anche se è un’azienda
giovane si sta muovendo per accogliere i turisti che amano il vino, ed essendo
localizzata a Corridonia in provincia di Macerata ha un alto potenziale di crescita
anche grazie ai bei paesaggi collinari, montani e marittimi racchiusi in non più di
un’ora di strada.
3.4.4 Organizzazioni di eventi
Nel marzo del 2018 Podere I Sabbioni ha organizzato un evento privato di
degustazione, a cui hanno partecipato produttori locali di vino, giornalisti del settore
ed enologhi della provincia di Macerata per promuovere il vino nel territorio di
produzione innescando un passaparola positivo riguardo la qualità del vino offerto e
presentando al pubblico la nascita di una nuova realtà aziendale nel territorio.
Nel 29 giugno 2018, Podere I Sabbioni hanno partecipato per la prima volta all‘
evento “Tutto il Ribona che vuoi39
” che è arrivato all’ottava edizione che propone
una cena di degustazione alla cieca di vino Ribona.
Questo evento, organizzato dalla Delegazione di Macerata dell’Associazione Italiana
Sommelier, consiste in una cena con degustazione di vino e rappresenta un’ ottima
occasione per far incontrare i produttori, per discutere del futuro di questo vitigno
unico al mondo che ha ottime qualità organolettiche e alte prospettive di crescita.
39
https://picchionews.it/varie/macerata-con-l-ais-tutto-il-ribona-che-vuoi
50
Alla fine della cena è stata redatta una classifica delle 29 etichette presenti, le quali
sono state divise in 5 fasce per punteggi ricevuti ed il Ribona prodotto da Podere I
Sabbioni è stato collocato nella prima fascia, più precisamente al secondo posto
dimostrando la sua elevata qualità.
3.4.5 Tappo di canna da zucchero
Ritornando a quanto detto nel precedente capitolo riguardo al packaging, Podere I
Sabbioni ha adottato una strategia analoga puntando sull’utilizzo di un Tappo
Biodegradabile prodotto dalla canna da zucchero. Si chiama Select Green40
è prodotto
da Nomacorc ed è un tappo di origine vegetale, rinnovabile al 100% che consente
l’ingresso costante dell’ossigeno nel processo post-imbottigliamento con un altissimo
grado di precisione. Le sue caratteristiche tecniche sono superiori a quelle del
tradizionale tappo di sughero che può essere colpito da funghi o peggio ancora
causare alterazioni dovute al passaggio eccessivo di ossigeno. Inoltre è un tappo con
Zero Carbon Footprint che consente il perseguimento dalla loro visione di una
produzione più sostenibile.
40
https://www.vinventions.com/it/nomacorc
51
CONCLUSIONE
Considerando quanto abbiamo analizzato e descritto in questo elaborato sono arrivato
alla conclusione che le aziende che hanno operato una scelta di produzione impostata
sulla sostenibilità ambientale possono contare su una ottima strategia di marketing
che va a colpire una nicchia di mercato che, da come abbiamo visto, è in costante
crescita, tale cioè da trasformare, tra pochi anni probabilmente, una nicchia in una
sostanziale fetta di mercato.
Inoltre è un buon modo per dare l’esempio ai consumatori che tutte le nostre scelte e
abitudini hanno un impatto sul mondo in cui viviamo; infatti se continuiamo con
questa voracità dei consumi danneggeremo le risorse future e il nostro pianeta non
sarà più in grado di generarne di nuove. Salvaguardare l’ambiente equivale a dare
una speranza alle future generazioni, un impegno che dobbiamo prendere tutti con
dovere e con onore.
Possiamo prendere come esempio Podere I Sabbioni, che nel suo piccolo sta portando
avanti una filosofia gestionale di ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente senza
andare a discapito della qualità dei prodotti offerti.
Secondo me dare una elevata importanza alla qualità dei vini offerti è importante
perché, in prima battuta, il consumatore che sta comprando il vino vuole soddisfare il
bisogno di bere quella bevanda e non di salvare l’ambiente, il quale è un bisogno
secondario per l’acquisto. Se il prodotto buono e di suo gradimento, successivamente
il consumatore apprezzerà anche la scelta aziendale di eco-sostenibilità, ma se il vino
non è buono lo proverà una sola volta, probabilmente incentivato all’acquisto solo
52
perché cosi oltre a soddisfare il bisogno di bere compie anche una scelta positiva in
termini ambientali.
Ma successivamente sceglierà il prodotto che lo appaga di più perché salvare il
pianeta è un bisogno secondario, infatti non è questo che lo ha portato nell’enoteca o
supermercato.
Per ciò che concerne la matrice sviluppata da John Grant, secondo la mia opinione
Podere I Sabbioni si colloca nella casella C3 – Verdissimo, in quanto offre una
alternativa di consumo sostenibile a parità di qualità di quella tradizionale. Cercando
di cambiare le abitudini di consumo del consumatore spiegandogli che con queste
scelte green migliora il suo stile di vita e inoltre gli trasmette la responsabilità
dell’impatto sull’ambiente che provoca.
Ritornando a parlare nel mercato del vino in generale abbiamo visto come il trend
dell’eco-sostenibilità è sempre più forte e quindi la scelta del green marketing sta
diventando quasi obbligatoria per le nuove aziende poichè se non si rivolgono ad una
crescente nicchia di mercato si ritroverebbero un mercato saturo e pieno di
concorrenza. Da ricordare è che non bisogna fare l’errore del Greenwashing, cioè far
finta di essere eco-sostenibili, perché il mondo d’oggi con questa alta velocità di
trasmissione delle informazioni porterebbe alla chiusura dell’attività dato che su
internet il più piccolo errore potrebbe diventare virale e inaccettabile per i
consumatori.
In conclusione, alla luce di quanto detto finora possiamo dire che la scelta del Green
Marketing è una delle migliori strategie che le aziende dovrebbe adottare perché in
primo luogo ci guadagnerebbero in termini di fatturato, ma soprattutto ci
guadagneremmo tutti noi cittadini.
53
Bibliografia
• Grant, J. (2009). Green marketing. Il manifesto. Francesco Brioschi Editore.
• Henry Ford, Samuel Crowther, My Life and Work, Doubleday, Page&Company,
1992
• Iraldo, F., & Melis, M. (2012). Green marketing. Come evitare il greenwashing
comunicando al mercato il valore della sostenibilità. Gruppo 24 ore.
• Kotler, P. (2017). Marketing 4.0: dal tradizionale al digitale. HOEPLI EDITORE.
• Kotler, P., Kartajaya, H., & Setiawan, I. (2010). Marketing 3.0. Dal prodotto al
cliente all'anima (Vol. 161). Gruppo 24 ore.
• Levinson, J. C. (2007). Guerrilla Marketing: Easy and Inexpensive Strategies for
Making Big Profits from Your SmallBusiness. Houghton Mifflin Harcourt.
• Levinson, J. C., & Horowitz, S. (2010). Guerrilla marketing diventa green.
Francesco Brioschi Editore.
• Levinson, J. C., & Horowitz, S. (2010). Guerrilla marketing goes green: winning
strategies to improve your profits and your planet. John Wiley & Sons.
• Ottman, J. (2010). The new rules of green marketing: Strategies, tools, and
inspiration for sustainable branding. Routledge.
• Philp Kotler, Walter G.Scott, Marketing management, ISEDI Prentice Hall
International, 1993
• SCARSO, G. (2014). Marketing del vino. Dalle etichette ai social network, la
guida completa per promuovere il vino e il turismo enogastronomico, LWSR.
• Steve Mckee, The Five W's of Marketing;
54
SITOGRAFIA
• SOStain: http://sostain.it/
• I Numeri del Vino: http://www.inumeridelvino.it/
• ISPRA- Istituzione Superiore Per la Protezione e la Ricerca Ambientale:
http://www.isprambiente.gov.it/it/certificazioni/emas
http://www.isprambiente.gov.it/it/temi/sviluppo-sostenibile/strumenti-per-lo-
sviluppo-sostenibile/le-norme-della-serie-iso-14000
• Nomisma:
( 18/07/2017): http://www.nomisma.it/index.php/it/press-area/comunicati-
stampa/item/1595-18-luglio-2017-vola-l-export-dei-vini-bio-italiani/1595-18-
luglio-2017-vola-l-export-dei-vini-bio-italiani
• SINAB- Sistema d’Informazione Nazionale:
http://www.sinab.it/content/bio-statistiche
• Tasca D’Almerita: http://www.tascadalmerita.it/
• Treccani: http://www.treccani.it/enciclopedia/sostenibilita_%28Dizionario-di-
Economia-e-Finanza%29/
• Ministero Dell’Ambiente: http://www.viticolturasostenibile.org
• Wikipedia: https://en.wikipedia.org/wiki/GreenBottle
• American Marketing Association:
https://www.ama.org/resources/Pages/Dictionary.aspx?dLetter=G
• CBI – Ministero degli Affari Esteri dei Paesi Bassi: https://www.cbi.eu/
• Dementer: https://www.demeter.it/
55
• Investopedia Dizionario:
https://www.investopedia.com/terms/g/greenwashing.asp
• ISO- International Organization For Standardization:
https://www.iso.org/committee/54808.html
• Steve Mckee:https://www.mckeewallwork.com/insights/the-five-ws-of-
marketing/
• Vinventions: https://www.vinventions.com/it/nomacorc
• TBWA (03/08/2010 ):
https://www.adsoftheworld.com/media/ambient/mcdonalds_macfries_pedestr
ian_crossing
• Stefano Montefiori (06/09/2010):
https://www.corriere.it/economia/10_settembre_06/bottiglie-slanciate-
francia-montefiori-champagne_41ad7cb8-b97d-11df-90df-
00144f02aabe.shtml
• Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea (8/03/2012): http://www.ccpb.it/wp-
content/uploads/documenti/2012_203_Reg_CE.pdf
• M. Baccaglio (4/12/2012): http://www.inumeridelvino.it/2012/12/superficie-
coltivata-italian-per-classe-dimensionale-dati-censimento-istat-2010.html
• https://www.vino-bio.com/wp-content/uploads/2015/02/eurobio.jpg"
• M. Baccaglio (25/02/2018): http://www.inumeridelvino.it/2018/02/i-numeri-
della-viticoltura-biologica-in-italia-aggiornamento-2016.html
(16/04/2018): http://www.nomisma.it/index.php/it/press-area/comunicati-
stampa/item/1715-16-aprile-2018-nomisma-wine-monitor-e-bio-boom-anche-
nel-vino-la-consumer-base-di-vino-bio-sale-al-41-degli-italiani/1715-16-
56
aprile-2018-nomisma-wine-monitor-e-bio-boom-anche-nel-vino-la-consumer-
base-di-vino-bio-sale-al-41-degli-italiani
• OIV- Organisation Internatinoale de la Vigne et du Vin (Aprile 2018):
http://www.oiv.int/public/medias/5959/i-dati-della-congiuntura-mondiale-oiv-
aprile-2018.pdf
• Picchio News (22/06/2018): https://picchionews.it/varie/macerata-con-l-ais-
tutto-il-ribona-che-vuoi

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Wine Marketing - Green Guerrilla Marketing

  • 1. Facoltà di Comunicazione e Economia Corso di Laurea Triennale in Marketing e Organizzazione d’Impresa Prova Finale di Laurea Triennale MARKETING DEL VINO: ANALISI DEL GREEN GUERRILLA MARKETING E IL CASO STUDIO DELL’AZIENDA VINICOLA “PODERE I SABBIONI” Docente di riferimento: Candidato: Prof. Paolo Di Toma Andrea Severini Anno Accademico 2017 – 2018
  • 2. MARKETING DEL VINO: ANALISI DEL GUERRILLA MARKETING E IL CASO STUDIO DELL’AZIENDA VINICOLA “PODERE I SABBIONI” INDICE INTRODUZIONE 1. MARKETING NON CONVENZIONALE 1.1. L’evoluzione del marketing 3 1.2. Introduzione del Green Marketing e del Guerrilla 6 1.3. Vantaggi derivanti dall’applicare la Guerrilla al Green Marketing 9 1.4. Il background del Green Marketing 12 1.5. Comunicare Green e le sue Azioni sostenibili 13 1.6. Le 5 “i” del Green Marketing 16 1.7. La matrice del Green Marketing di John Grant 18 1.8. Le certificazioni, standard e norme ISO 22 1.9. Criticità del Green Marketing 23 2. IL MERCATO DEL VINO 2.1. L’offerta di vini naturali, biologici e sostenibili 24 2.2. La domanda di vino nazionale e internazionale 30 2.2.1. 7 categorie di consumatori 2.2.2. Chi sono i consumatori green 2.3. Sostenibilità nel vino 37 2.3.1. Materiali sostenibili 2.3.2. Produzione sostenibile 2.3.3. Distribuzione green
  • 3. 2.4. Certificazioni 39 2.4.1. Biologico e naturali 2.4.2. Sostenibile : Progetto V.i.v.a. 2.5. Green marketing del vino 41 2.5.1. Wine Blog e Sito web aziendale 2.5.2. Fieri del green 2.5.3. Consorzi biologici 3. IL CASO PODERE I SABBIONI 3.1. Storia aziendale 44 3.2. La sostenibilità e i valori secondo Podere i Sabbioni 45 3.3. Il Vino “green” di Podere i Sabbioni 45 3.3.1. Territorio 3.4. Strategie di Green Marketing adottate 47 3.4.1 Comunicazione online 3.4.2 Certificazione e fiere 3.4.3 Enoturismo 3.4.4 Organizzazione di eventi 3.4.5 Tappo di canna da zucchero CONCLUSIONE 51 BIBLIOGRAFIA
  • 4. 1 INTRODUZIONE In questo elaborato mi sono posto l’obiettivo di analizzare il concetto di sostenibilità ambientale nel settore vitivinicolo. In particolare nel caso pratico è stata analizzata l’azienda marchigiana Podere I Sabbioni, la quale ha fatto della sostenibilità un principio cardine su cui basare le sue attività. Il presente lavoro è stato diviso in tre capitoli, nel primo dei quali viene approfondito il tema del marketing non convenzionale dandone una definizione e viene analizzata la sua evoluzione durante gli anni. Successivamente introduco due approcci di questo nuovo marketing: il Guerrilla e il Green Marketing, studiando i vantaggi e le tecniche derivanti dall’applicare il Guerrilla al Green Marketing. In seguito riassumo quali sono le principali strategie comunicative nel marketing sostenibile con diversi riferimenti al libro di John Grant, “Green Marketing- The Manifesto” come le 5”i” e la matrice ideata da questo autore. Introduco, con un piccolo accenno, le principali certificazioni standard e norme ISO che devono essere osservate. Concludo questo primo capitolo parlando delle criticità del Green Marketing che emergono principalmente nella pratica del Greenwashing. Nel secondo capitolo esamino il mercato del vino, sia quello tradizionale, che quello eco-sostenibile diviso nelle sue varianti biologico, biodinamico e naturale. Presento la classificazione del consumatore del vino sviluppata da Slawka G. Scarso nel suo libro “Marketing del vino”. In seguito descrivo la viticoltura con le sue certificazioni e progetti che promuovono l’agricoltura eco-compatibile come il
  • 5. 2 Progetto V.I.V.A. e le principali strategie del Green Marketing nel settore vitivinicolo. Nella parte finale viene trattato il caso aziendale Podere I Sabbioni, partendo da racconto della storia della società e della sua visione di sostenibilità facendo riferimento alle certificazioni ottenute e ai progetti di cui fa parte. Dopo una breve introduzione dei vini prodotti dall’ azienda, si passa ad analizzare le strategie di Green Marketing applicate che vanno, dall’inizio della produzione con la scelta di abbassare al minimo il Carbon Footprint minimizzando l’utilizzo di prodotti agrochimici, all’utilizzo alle scelte del packaging in particolare quella dei tappi biodegradabili.
  • 6. 3 1. IL MARKETING NON CONVENZIONALE 1.1. L’evoluzione del marketing Ci sono varie definizioni di marketing, il cui termine deriva dal verbo inglese to market che significa “lanciare sul mercato, commercializzare”. Nel corso degli anni sono emerse diverse definizioni, tra le quali ce ne è una in particolare che è stata formulata da quello che è riconosciuto come il “padre” del marketing, Philip Kotler, che afferma: Il marketing è “il processo sociale e manageriale mediante il quale una persona o un gruppo ottiene ciò che costituisce l’oggetto dei propri bisogni e desideri creando, offrendo e scambiando prodotti e valore con altri.” 1 Un'altra autorevole definizione è data dall’American Marketing Association, nella versione del 2007, secondo la quale: Il marketing è “l’attività, l’insieme delle istituzioni e dei processi necessari a creare, comunicare, consegnare e scambiare offerte che hanno un valore per i consumatori, i clienti, i partner e la società più in generale.” 2 Il marketing è una disciplina che si evolve nel tempo, infatti si adatta ai grandi cambiamenti che vanno dalle crisi finanziarie ai cambiamenti del contesto sociale e a tutte le implicazioni che ciò comporta, come ad esempio l’incremento della disoccupazione, quindi la diffusione di povertà oppure l’ampia adozione degli smartphone che hanno cambiato radicalmente il metodo di comunicare. 1 Philp Kotler, Walter G.Scott, Marketing management, ISEDI Prentice Hall International, 1993 2 Marketing is the activity, set of institutions, and processes for creating, communicating, delivering, and exchanging offerings that have value for customers, clients, partners, and society at large
  • 7. 4 Un’altra problematica, più recente, è la consapevolezza dei cambiamenti climatici e l’aumento dell’inquinamento che sta portando sia i produttori che i consumatori a modificare il loro modello di consumo perché non più sostenibile. Queste variazioni hanno indotto una evoluzione del concetto di marketing, tale che Philip Kotler insieme ad altri autori come Hermawan Kartajaya e Iwan Setiawan hanno iniziato a classificarlo in 1.0, 2.0, 3.03 fino al piu recente 4.0. Queste evoluzione della disciplina riformula il modello concettuale, cioè il focus del marketing , suddividendolo in 4 fasi: Il Marketing 1.0, incentrato sul prodotto, si è sviluppato durante l’era industriale dove l’innovazione più rilevante era data dai macchinari e dalla produzione di massa. In questo periodo l’obiettivo del marketing era vendere il prodotto standardizzato a tutti coloro che erano già disposti a comprarlo, infatti in questa epoca siamo nel pieno boom economico dove era il cliente a cercare il prodotto e il marketing si limitava a facilitarne la vendita che si basava soprattutto sulla strategia di prezzo. L’obiettivo dell’azienda era quello di standardizzare il più possibile il prodotto fino a raggiungere il costo più basso di produzione, così che questi beni potessero essere ancora più a buon mercato. Iconica è la frase di Henry Ford, che diceva: “ I clienti possono acquistare l’auto di qualsiasi colore, purchè sia nero.4 ” Il Marketing 2.0, orientato al consumatore, è nato durante l’era dell’informazione dove l’innovazione più importante è stata Internet, la cui nascita ha permesso un’elevata e veloce diffusione delle informazioni. Infatti i clienti avevano a disposizione una grande quantità di notizie riguardanti i prodotti, che generavano un facile confronto tra offerte di articoli simili. Il valore del prodotto era definito dal 3 Kotler, P., Kartajaya, H., & Setiawan, I. (2010). Marketing 3.0. Dal prodotto al cliente all'anima (Vol. 161). Gruppo 24 ore. 4 Henry Ford, Samuel Crowther, My Life and Work, Doubleday, Page&Company, 1992
  • 8. 5 cliente anche se con propensioni all’acquisto differenti. Quindi, piano piano, si è introdotta una nuova pratica della gestione del cliente (“customer management”), che includeva tattiche di segmentazione dei consumatori e il posizionamento in un determinato mercato obiettivo. Il Marketing 3.0, orientato ai valori, detto anche umanistico, basato sulla seconda ondata tecnologica, come la diffusione quasi totale degli smartphones. La più grande differenza con il precedente periodo è che la clientela non viene più considerata passiva, anzi, tutt’altro il consumatore è considerato un essere umano a tutti gli effetti quindi con sentimenti, valori e ideali, i quali vengono anche espressi con il comportamento di acquisto e utilizzo del prodotto. In tempi di crisi economica acquisisce maggiore importanza nelle vite dei consumatori che sono condizionati da veloci cambiamenti economici, sociali e ambientali. Le aziende con i loro prodotti e mission, vision e valori aziendali volti a risolvere piccoli problemi quotidiani e a migliorare la qualità della vita, trasmettono un messaggio di speranza e sicurezza verso i clienti che, se li condividono, sostengono l’azienda acquistando i loro prodotti. Il Marketing 4.05 , è la naturale evoluzione del 3.0; in questa era il marketing deve essere in grado di accompagnare il cliente lungo tutte le tappe del viaggio che traghetta i consumatori nell’economia digitale e di conseguenza all’acquisto. Si suddivide in 5 fasi: 1) Scoperta (aware) 2) Attrattiva (appeal) 3) Ricerca (ask) 4) Azione (act) 5) Passaparola (advocate) 5 Kotler, P. (2017). Marketing 4.0: dal tradizionale al digitale. HOEPLI EDITORE.
  • 9. 6 Uno degli strumenti più potenti che può essere utilizzato é l’analisi dei big data, che permette di creare prodotti ad hoc per il consumatore finale con un alto tasso di precisione. Inoltre con l’analisi di questi dati si riesce a scoprire l’opinione del cliente, che rimane il parametro più importante da valutare. Come si può vedere dalla Figura 1, bisogna sapere che i precedenti stili di marketing non vengono dimenticati anzi devono coesistere tutti per essere più efficienti possibile. Figura 1: I ruoli complementari del marketing tradizionale e digitale Fonte: Kotler, P., Kartajaya, H., & Setiawan, I. (2016). Marketing 4.0: Moving from traditional to digital. John Wiley & Sons.
  • 10. 7 1.2 Introduzione del Guerrilla e del Green Marketing Il Guerrilla Marketing Il Guerrilla Marketing è nato nel 1984 da J.C. Levinson con il suo libro per “indicare una forma di marketing non convenzionale e a basso costo ottenuta attraverso l’utilizzo creativo di mezzi e strumenti aggressivi che fanno leva sull’immaginario e sui meccanismi psicologici degli utenti finali.” 6 Il Guerrilla Marketing, dunque, è uno strumento indicato per le piccole e medie imprese che vogliono fare una campagna di comunicazione al fine di raggiungere il massimo numero di persone con il minimo impegno finanziario. Il fulcro del Guerrilla si basa sul tempo, sull’energia ma soprattutto sulla creatività finalizzata a sviluppare un’idea efficace. Nel libro Levinson afferma alcuni principi che identificano questo tipo di marketing: - Per misurare l’efficacia della campagna di comunicazione si valuta in termini di profitti e non di vendite. - Il Guerrilla utilizza le tecnologie esistenti e innovative come strumento per amplificare il messaggio. - Inoltre un altro strumento di valutazione, è il crescente numero di relazioni instaurate ogni mese. Un’azione di Guerrilla può essere, per esempio, una divulgazione virale di immagini o video tatticamente diffusi in internet, in cui l’effetto sorpresa diventa elemento fondamentale per il marketing. 6 Levinson, J. C. (2007). Guerrilla Marketing: Easy and Inexpensive Strategies for Making Big Profits from Your SmallBusiness. Houghton Mifflin Harcourt.
  • 11. 8 Il Green Marketing Il Green Marketing nasce circa negli anni ’90, successivamente al primo laboratorio di “Ecological Marketing” nel 1975 dell’American Marketing Association (A.M.A.) in cui si cerca di mettere in relazione la funzione aziendale con i bisogni del pianeta. A.M.A. fornisce la seguente definizione: Il Green Marketing “sono gli sforzi delle organizzazioni per produrre, promuovere, impacchettare e reclamare i prodotti in modo sensibile o rispondente alle preoccupazioni ecologiche.” 7 Quindi possiamo dire che è uno stile di marketing volto a sviluppare e promuovere prodotti e servizi eco-sostenibili, ossia in grado di soddisfare i consumatori senza avere impatti negativi sull’ambiente. Le strategie di green marketing “sono sviluppate sulla spinta della sempre più rilevante tendenza dei consumatori ad esprimere scelte di acquisto consapevoli, finalizzate a premiare le aziende impegnate sul fronte dell’ ecologia e a preferire prodotti e servizi più “sostenibili” sotto il profilo ambientale, etico e sociale.” 8 Apparentemente il concetto di ecologia e quello di marketing non hanno niente in comune poichè il primo punta ad una riduzione dei consumi, invece il secondo promuove l’acquisto. In realtà hanno un aspetto in comune che può rappresentare il punto di conciliazione cioè la comunicazione. Questa leva di marketing è fondamentale per gli ambientalisti senza la quale non sono in grado di trasmettere un nuovo comportamento del consumo, rispettoso dell’ambiente e più sostenibile. Per sostenibilità si intende, come afferma il Dizionario di Economia e Finanza (2012) di Treccani, “la condizione di sviluppo in 7 https://www.ama.org/resources/Pages/Dictionary.aspx?dLetter=G 8 Iraldo, F., & Melis, M. (2012). Green marketing. Come evitare il greenwashing comunicando al mercato il valore della sostenibilità. Gruppo 24 ore.
  • 12. 9 grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri.” 9 1.3 Vantaggi derivanti dall’applicare la Guerrilla al Green Marketing Il Guerrilla Marketing ha diversi vantaggi rispetto al Green Marketing. Quest’ultimo non è focalizzato solo sul profitto ma, più che altro, sulla diffusione di un nuovo modello di consumo più sostenibile per l’ambiente, quindi con l’aiuto del Guerrilla possiamo utilizzare tutte quelle strategie e tattiche che prima erano viste solo per migliorare le vendite di un’azienda. Entrambe le discipline mettono in primo piano la qualità e l’onesta verso il consumatore in primo piano, ma differiscono quando si parla dell’impatto ambientale, dato che il Guerrilla, solo in seguito, ha riconosciuto l’importanza della sostenibilità. Infatti con la pubblicazione del libro Guerrilla Marketing diventa Green10 J.C. Levinson nel 2010 afferma che al giorno d’oggi è indispensabile ragionare in termini di sostenibilità e che sempre più persone sono disposte a far parte di questo cambiamento che invece prima era formato solo da un nicchia di mercato, quindi rilevante solo in certi contesti. Inoltre dal libro di Levinson si possono osservare i dai risultati di un questionario: - L’87% delle persone si sente in dovere di contribuire al progresso della società e dell’ambiente in cui vive; di queste l’83% sarebbe disponibile a cambiare il suo comportamento di consumo per partecipare alla creazione di un mondo migliore. - Il 76% predilige comprare da imprese impegnate in cause sociali. 9 http://www.treccani.it/enciclopedia/sostenibilita_%28Dizionario-di-Economia-e-Finanza%29/ 10 Levinson, J. C., & Horowitz, S. (2010). Guerrilla marketing diventa green. Francesco Brioschi Editore.
  • 13. 10 Quindi riassumendo il valore aggiunto del Guerrilla Marketing rispetto al Green si può connotare in: - Una comunicazione non convenzionale: capacità nota del Guerrilla è quella di utilizzare canali di comunicazione alternativi in modo efficace. Utilizzando questi nuovi canali si ha un maggiore contatto con il consumatore, principalmente per due motivi, il primo è che le campagne pubblicitarie vengono studiate e adottate in posti strategici dove c’è un'alta probabilità che il consumatore tipo di quel prodotto le incontri. Il secondo motivo è che questi nuovi canali sono per la maggior parte bidirezionali, come i blog e i social network, quindi c’è una intensa interazione con l’utente finale che incuriosito vuole far parte della brand community che si viene a creare. Un esempio è quello di Mc Donald’s che ha decorato un passaggio pedonale a forma delle sue patatine fritte11 , durante un festival in Svizzera. Fonte: Ambient advertisement created by TBWA, Switzerland for McDonald's https://www.adsoftheworld.com/media/ambient/mcdonalds_macfries_pedestrian_crossing - Un riduzione delle spese di marketing: vengono utilizzati metodi alternativi per comunicare che sono più economici perché non ritenuti efficaci come quelli tradizionali dalla cultura mainstream, ma in realtà sono molto più 11 https://www.adsoftheworld.com/media/ambient/mcdonalds_macfries_pedestrian_crossing
  • 14. 11 efficaci per “colpire” gli utenti più affini al prodotto e quindi hanno un alto tasso di conversione da utenti a consumatori. Inoltre questo risparmio di costi commerciali è un vantaggio da sfruttare proprio per i prodotti ecologici che sono tendenzialmente aggravati da un prezzo maggiore dovuto sia dal costo delle certificazioni ma soprattutto dall’applicazione di soluzione innovative. - Il grande valore delle informazioni raccolte: anche grazie ai canali alternativi bidirezionali, siamo in grado di intuire, alle volte influenzare, i trends del mercato e regolarci di conseguenza creando nuovi prodotti che soddisfano le richieste dei consumatori. L’impegno delle strategie di Guerrilla devono comunque rispettare i criteri e i valori del Green Marketing come ci viene ricordato da J.C. Levinson a pagina 187 del suo libro12 : - Il marketing verde ed etico non si basa solo sulla sostenibilità, ma anche sulla qualità, l'integrità e l'onestà: non solo si sente meglio, ma funziona meglio. - Più persone hanno interesse verso il tuo successo, più è probabile che esso si realizzi. Pertanto, il marketing che avvantaggia i tuoi clienti, dipendenti, fornitori, canali di distribuzione / vendita al dettaglio e persino i concorrenti è la chiave del successo. - La cooperazione è una strategia estremamente efficace. - Nel paradigma dell'abbondanza, c'è molto da fare. Ciò significa che la quota di mercato è irrilevante. - Quando hai impostato i giusti sistemi di marketing, la vendita diventa meno preoccupante. 12 Levinson, J. C., & Horowitz, S. (2010). Guerrilla marketing goes green: winning strategies to improve your profits and your planet. John Wiley & Sons.
  • 15. 12 - Per raggiungere i tuoi obiettivi, puoi seguire diversi percorsi; raramente c'è un solo un modo di portare a termine i traguardi che ci si è proposti. 1.4 Il background del Green Marketing Analizziamo le origini del Green Marketing che conosciamo oggi, sintetizzando quanto detto da John Grant, l’autore di “Green Marketing – il Manifesto13 ” del 2009. Un principio cardine è che non si può “imporre” il fatto che acquistare prodotti ecologici sia di moda, poiché diventerebbe solo una aleatoria tendenza del momento e non si riuscirebbe a comprendere il vero e profondo motivo per cui si fa Green Marketing. Nel 1989 si è verificato un esempio di fallimento di questo tipo di marketing e si arrivati al bandwagon del consumatore verde, cioè alla propensione di acquistare un prodotto verde solo per il semplice fatto che lo stanno comprando gli altri, lo si fa per poi non sentirsi escluso. Il risultato è stato che molti prodotti sono stati un completo insuccesso. Una lezione da rispettare per far sì che il successo del Green marketing attuale non sia un disastro come quello del 1989 è che, inizialmente, non bisogna porre il profitto come obiettivo primario ma è necessario implementare il rispetto dei limiti posti per preservare l’ambiente. Inoltre tutti i dipendenti dell’azienda devo credere fortemente nella mission e nella vision aziendale: attraverso ciò si trasmette una forte volontà di raggiungere obiettivi di sostenibilità. Secondo John Grant (2009) a pagina 24 del suo libro “ il primo passo verso un Green Marketing sostenibile è capire che i problemi ambientali esigono un salto di qualità , 13 Grant, J. (2009). Green marketing. Il manifesto. Francesco Brioschi Editore.
  • 16. 13 una discontinuità, non bastano operazioni cosmetiche o ritocchi marginali. Qualsiasi altra cosa è come mettersi a fischiettare mentre il pianeta va a fuoco”. Pertanto le innovazioni tecnologiche e di manifattura in termini di sostenibilità equivalgono ad un vantaggio competitivo, distinguendoci dalla concorrenza e andando a servire una nicchia di mercato. 1.5 Comunicare Green e le sue Azioni sostenibili La comunicazione è una parte fondamentale per il green marketing che viene riassunta dalle “The Five W’s Marketing” di Steve Mckee14 tradotte in Chi,,Cosa, Dove, Quando e Perché. Quindi per pianificare una efficace comunicazione bisogna soddisfare queste 5 nozioni: - “WHY” PERCHE’ COMUNICARE: si inizia con il Why perché, anche se è difficile definire chiaramente i propri obiettivi commerciali e aziendali fin da subito, è fondamentale per garantire che le fasi successive siano finalizzate/funzionali al raggiungimento dello scopo. Pertanto pianificare una buona campagna di comunicazione per il proprio prodotto o servizio è indispensabile, potrebbe risolvere un problema non pubblicitario che affligge il prodotto oppure ancor meglio anticipare la concorrenza nel presentare un proprio prodotto. Valorizzare caratteristiche che abbiamo capito e richieste dal mercato. - “WHO” A CHI COMUNICARE: individuare quali sono i destinatari del nostro messaggio. Essenziale è ricordare che i riceventi sono portatori di 14 Steve Mckee, The Five W's of Marketing; https://www.mckeewallwork.com/insights/the-five-ws- of-marketing/
  • 17. 14 interessi e aspettative. Jacquelyn Ottman nel suo libro15 identica 5 categorie di consumatore green: - LOHAS (Lifestyles of Health and Sustainability) (19%) è il segmento più attivo e sensibile per quanto riguarda l’ambiente. Sono i primi a compiere un acquisto sostenibile, pertanto un segmento rilevante per quanto riguarda “aggredire” un settore, perché la loro opinione influenza la prova d’acquisto degli altri. - NATURALITES (15%) sono più concentrati per la salute personale che del pianeta, infatti compiono acquisti naturali per se stessi non per salvaguardare il pianeta. Il reddito limita alcuni comportamenti d’acquisto, dunque il prezzo ha un grande impatto sugli acquisti. - DRIFTERS (24%) sono gli acquirenti appassionati del verde, seguono molto la massa, infatti loro fanno degli acquisti per non sentirsi esclusi da quella parte 15 Ottman, J. (2010). The new rules of green marketing: Strategies, tools, and inspiration for sustainable branding. Routledge.
  • 18. 15 di società. Si affidano a marchi premium e il brand condiziona molto la loro scelta. - CONVENTIONALS (18%) è un acquirente che mira al pratico e razionale, pertanto è diffidente verso i prodotti ecologici. Il suo acquisto è guidato dagli sconti sui prodotti e gli eco-benefici sono secondari. - UNCONCERNEDS (17%) appaiono indifferenti per quanto riguarda le proposte eco-sostenibili e non sentono la pressione della società. Pertanto i Naturalites, Drifters e Conventionals sono descritti come la “Sustainable Mainstream”. Per una piccola media impresa il target da “aggredire” saranno gli Lohas e i Naturalites così limitandosi a queste due categorie non avrà una spesa di marketing elevata. - “WHAT” COSA COMUNICARE: il fulcro della comunicazione sta nel contenuto che si vuole proporre al pubblico, in questo caso, consumatori sensibili all’ impatto ambientale e alla sostenibilità. Il contenuto che cattura più l’attenzione del cliente è in primis il prezzo, poi la qualità del prodotto e le certificazione che dimostrano che le proprietà del prodotto dichiarate sono state controllate e accertate da parte di un ente autorevole. Senza dimenticare la Mission e Vision aziendali che in questo settore sono molto notate. - “WHEN” QUANDO COMUNICARE: un altro aspetto molto importante da pianificare nella comunicazione è il When perché la variabile temporale gioca un importante ruolo per quanto riguarda la riuscita e l’efficacia della campagna pubblicitaria che deve essere coordinata con le variabili esterne e interne dell’azienda. Ad esempio quando all’esterno, ad esempio nei Telegiornali, si divulga la notizia di un inquinamento ambientale che ha causato delle morti, nell’immediato futuro il consumatore tipo ne rimarrà
  • 19. 16 colpito e nel suo successivo comportamento d’acquisto rifletterà anche sull’impatto ambientale de prodotto che sta acquistando. Ma non bisogna dimenticare che questo effetto è temporaneo ed è dovuto solo dal riflesso della notizia appresa, quindi sta a noi con la nostra accurata comunicazione e un ottimo prodotto trasformare il comportamento del consumatore da occasionale ( effetto della notizia) ad abituale. - “WHERE” DOVE COMUNICARE: per completare il piano di comunicazione dobbiamo scegliere quali mezzi e strumenti utilizzare per trasmettere il nostro messaggio ai destinatari. Adotteremo gli strumenti del Guerrilla Marketing che sono rispettosi dell’ambiente ma allo stesso tempo molto efficaci come: o Social Network e Blog o “Banner” nelle fiere green o Siti e-commerce 1.6 Le 5 “i” del Green Marketing Nel libro di John Grant “Green Marketing – il Manifesto” (2009) a pagine 92 vengono descritte le 5 “i” del Green Marketing: 1) INTUITIVO : cioè il marketing ecologico crea migliori alternative accessibili e comprensibili facendo sembrare le innovazioni ecologiche come normali. Difatti la maggior parte delle persone pensano che compiere attività eco- sostenibili sia un’attività molto più complessa di quelle che facciamo quotidianamente. Quindi il compito del Green Marketing è quello di riuscire ad entrare a far parte della quotidianità valendosi di idee intuitive che facilitano questi comportamenti.
  • 20. 17 2) INTEGRATIVO: abbina il commercio, la tecnologia, gli effetti sociali e l’ecologia. La sostenibilità è quell’approccio che mira al miglioramento della qualità di vita sia per il presente che per le generazioni future mettendo insieme il progresso economico con quello sociale e dell’ambiente. 3) INNOVATIVO: perché genera nuovi prodotti/servizi e nuovi stili di vita. Molti affermano che nei prossimi vent’anni l’innovazione e l’imprenditorialità green saranno quello che l’IT è stato questi ultimi anni. Infatti molte persone oggi parlano di g-commerce, cioè l’e-commerce di prodotti verdi. 4) INVITANTE: Oggi i prodotti green sono in parte una sfida di progettazione. I prodotti sostenibili spesso sono migliori di quelli normali, sono più efficienti, durevoli, sani e convenienti però per stimolare l’adozione di massa dovremmo inventare nuovi miti e codici utopici che attirino l’attenzione e quindi modificano i comportamenti di consumo odierni. 5) INFORMATIVO: come dice Grant, la mancanza di conoscenza è ciò che distingue maggiormente il comportamento delle persone. Questo nuovo marketing deve mirare all’educazione per generare un consumatore cosciente riguardo quello che compra e fa.
  • 21. 18 1.7 La matrice del Green Marketing di John Grant A pagina 103 del suo libro (2009), John Grant16 ha formulato una matrice che ci permette di distinguere le diverse strategie attuabili nell’ambito del marketing green. Attraverso l’utilizzo di questa matrice, ogni azienda potrà scegliere quale piano di marketing utilizzare fra quelli classificati da Grant. La scelta del piano sarà stabilita, in base agli obiettivi aziendali, in termini di sostenibilità e dalla tipologia dei prodotti/servizi che vuole offrire. Dunque ci sono tre colonne che corrispondono a tre obiettivi di Green Marketing: A. Verde: Stabilire nuovi standard per i prodotti, servizi, marchi e aziende responsabili. Questo corrisponde al marketing classico applicato alle aziende che innovano i loro prodotti fissando nuovi standard più sostenibili in modo da distinguersi dai concorrenti. Questa impresa sta perseguendo solo il primo obietto del Green Marketing cioè quello commerciale. In questo caso le azioni marketing devono essere mirate sulla propria azienda e le sue attività, facendo notare che 16 Grant, J. (2009). Green marketing. Il manifesto. Francesco Brioschi Editore.
  • 22. 19 è sostenibile, potreste utilizzare delle etichette ecologiche, far provare il prodotto come campione gratuito e questo porterà ai consumatori a comprendere che la tua azienda è migliore della concorrenza. B. Più Verde: Condividere la responsabilità con i clienti. Qui si ha un approccio nuovo del marketing collaborativo e partecipativo con i clienti e l’ambiente che circonda l’azienda. Riguarda le imprese eco- sostenibili che perseguono i primi due obiettivi del green marketing cioè quello commerciale e quello ecologico. Vengono adottati strumenti non convenzionali per fare pubblicità come i social network, creare eventi esperienziali del brand, la creazione di community e l’utilizzo del passaparola. L’azienda applica un approccio con gli utenti più collaborativo, qui la pubblicità sta cercando di costruire una relazione con il cliente e quindi aumentare l’interesse nel suo settore, provando anche, a volte, a modificare il modo di consumo di determinati prodotti. C. Verdissimo: Sostenere l’innovazione: nuove abitudini, nuovi servizi, nuovi business model. Qui finalmente le aziende perseguono tutti e tre gli obiettivi del Green Marketing cioè quello commerciale, ecologico e culturale. L’azienda e il pubblico hanno raggiungo il massimo grado di inter-relazione, infatti si tratta di un rivoluzione culturale iniziando dal comportamento di consumo delle persone fino all’introduzione di prodotti e servizi innovativi che cambiano le abitudini di consumo e utilizzo dell’utente. Il compito del marketing è dimostrare nuovi stili di vita eco-sostenibili che sono vantaggiosi per tutti, cosi da influenzare l’intera massa.
  • 23. 20 Invece, per quanto riguarda le righe della matrice, Grant definisce tre livelli che sono parzialmente indipendenti tra loro, su cui opera simultaneamente la società e definisce l’importanza delle caratteristiche di ciascun livello: 1) Aziende e Mercati: come quanto analizzato da Goodyear nella sua opera “Devolution and the Brand – Is traditional branding an idea past its sell-by date?” (1992), le aziende hanno perso molto potere di influenza sull’individuo che ora è più informato riguardo uno specifico prodotto e dell’azienda che lo produce. Quindi si è in un’epoca dove il potere del consumatore è più forte di quello del brand. 2) Social Brand e Identità: Nell’era del marketing moderno, alle persone non piace essere etichettate e la pubblicità ha perso molto potere, infatti se esprime un messaggio diverso dalla realtà questo viene subito classificato sbagliato danneggiando cosi l’immagine del brand. Quello che importa è l’autenticità del brand che deve essere sostenuta dalla società. 3) Prodotti e abitudini personali: Al giorno d’oggi quasi tutti i comportamenti di consumo sono dettati da abitudini, gusti e esperienze personali. Inoltre si è notato che c’è la ricerca di un consumo più funzionale e meno “vistoso”, contrastante a quello che avveniva anni fa che si basava più sui beni status simbol, Come risulta dalla matrice vengono, quindi, classificate nove categorie di strategie dove per ogni delle quali, Grant dichiara che ci sono due approcci distinti, il che porta ad un totale di 18 strategie di Green Marketing che un’azienda può adottare. Non esiste una scelta in assoluto migliore ma essa è condizionata dagli obiettivi aziendali, dal tipo di marchio e soprattutto dal tipo di prodotto che si vuole “lanciare” sul mercato.
  • 24. 21 Quindi qui di seguito vi elenco le 18 alternative possibili proposte da Grant: - A1: Dare l’esempio. Per far vedere che l’azienda ha fissato dei nuovi standard ci sono due modi; il primo è comunicare i nuovi principi generali dell’azienda, il secondo, invece, consiste nel presentare specifici esempi di prodotti che adottano queste innovazioni. - A2: Avare partner credibili. Questo è il modo più veloce per modificare l’immagine aziendale perché grazie alle associazioni si beneficia della credibilità e della community del nostro partner. Si possono ottenere delle certificazioni ambientali da enti autorevoli oppure si può siglare un accordo con un ente benefico o ONG. - A3: Sottolineare i Vantaggi Collaterali. Si può puntare ad una strategia che enfatizza l’essenzialità e la funzionalità dei prodotti oppure basata sul lusso. - B1: Sviluppare il mercato: Qui si inizia ad avere una strategia che oltre l’interesse del profitto ha quello della sostenibilità. L’azienda può dare inizio ad un programma di educazione ambientale oppure incentivare l’acquisto con promozioni sulle scelte ecosostenibili. - B2: Creare Brand tribali. L’azienda vuole creare una sua community molto unita chiamata “tribù” quindi può adottare la strategia che punta sull’esclusività oppure mirare all’inclusione. - B3: Cambiare le abitudini d’uso. L’azienda con la sua campagna di marketing influenza il comportamento di consumo dei destinatari. Può promuovere una riduzione di consumo oppure la conversione dei consumi. - C1: Creare nuovi business concept. Con queste strategie a seguire punteranno anche a modificare la cultura dei suoi destinatari. Infatti si vuole creare nuovi concetti di business come il concetto di prosumer (producer + consumer) cioè
  • 25. 22 la massima collaborazione tra utenti e imprese. In alternativa c’è implementazione web cioè un e-commerce. - C2: Ideare “cavalli di troia”. Con questa strategia si vuole entrare velocemente nella cultura sociale dei destinatari. Questo avviene dando vita a idee e concetti facilmente accettabili: possono essere le idee confortevoli e familiari che però sono centrate sulla sostenibilità. La precedente soluzione richiede più creatività perché bisogna creare una nuova moda green. - C3: Agire sugli stili di consumo. In questa ultima strategia si creano alternative sostenibili con stili di vita migliori degli attuali prodotti non sostenibili. La prima alternativa consiste nel convincere il consumatore ad utilizzare il più a lungo possibile quel prodotto ed associargli un maggiore valore. L’altro metodo consiste nel convincere la gente a comprare di meno e condividere di più quello che già ha con gli altri anche affidandolo. 1.8 Le certificazioni, standard e norme ISO Le certificazioni ricoprono un ruolo fondamentale nei prodotti eco-sostenibili perché oltre alla “fama” dell’azienda che produce quel bene c’è anche un ente autorevole che ne certifica la qualità. I consumatori sono molto attenti nel verificare se un prodotto eco-sostenibile è anche attestato tale, da un istituto autorevole e riconosciuto a livello globale. Ci sono diverse certificazione in ambito ambientale ma le principali sono: - Le norme ISO 1400017 - EMAS 17 http://www.isprambiente.gov.it/it/temi/sviluppo-sostenibile/strumenti-per-lo-sviluppo-sostenibile/le- norme-della-serie-iso-14000
  • 26. 23 La prima certificazione identifica dei parametri internazionali della gestione dell’ambiente da parte delle organizzazioni, è stabilita da “International Organization for Standardization18 - ISO” (l’Organizzazione Internazionale di Standardizzazione). Nella serie ISO 14000 vengono riportate norme tecniche e strumenti manageriali per eseguire un gestione dell’azione che controlla i suoi impatti ambientali. La più nota e recente è la ISO 14001 aggiornata il 15 settembre 2015. La seconda certificazione è l’ EMAS19 (Eco-Management and Audit Scheme) sistema comunitario di eco-gestione e audit. L’adozione di questo sistema e dell’ISO è volontaria ed è destinata ad apportare migliorie nell’ambiente in cui l’azienda opera. Va ad analizzare la gestione aziendale in termini ambientali come l’ emissione di CO2, efficienza dei materiali utilizzati, utilizzo d’acqua e l’efficienza energetica del processo produttivo. 1.9 Le criticità del Green Marketing Le problematiche del green marketing possono essere ricondotte al fenomeno del Greenwashing20 cioè utilizzo di strategie di Green Marketing per comunicare l’eco- sostenibilità di prodotti che in realtà non lo sono o lo sono in parte. Si tratta di un inganno verso i consumatori che hanno scelto quel prodotto per specifiche di sostenibilità ambientale che in realtà non ha, la maggior parte delle volte vengono considerate dai legislatori come truffe in piena regola. Un esempio elementare di Greenwashing è quando un produttore di piumini d’abbigliamento pubblicizza che la composizione dei suoi capi è diventata del 60% più sostenibile di prima perché utilizza delle fibre riciclate. 18 https://www.iso.org/committee/54808.html 19 http://www.isprambiente.gov.it/it/certificazioni/emas 20 https://www.investopedia.com/terms/g/greenwashing.asp
  • 27. 24 Ma in realtà nel giubbetto la composizione di materiale riciclato è passato dal 10% al 16% che è ben diverso dall’impressione che si è fatto il consumatore. Questo è un caso che rientra nei termini della legalità. CAPITOLO 2 – IL MERCATO DEL VINO SOSTENIBILE 2.1 L’offerta di vini in Italia Il mercato del vino ha peculiarità ben diverse dagli altri prodotti agroalimentari, anche rispetto la birra ritenuta da molti come prodotto paragonabile con il vino. La prima differenza la possiamo notare dall’offerta, che specialmente in Italia è alquanto frammentata, infatti, come si evince dal 6° Censimento Generale dell’Agricoltura21 poco meno della metà dei vigneti in Italia ha una estensione inferiore a 5 ettari. 21 http://www.inumeridelvino.it/2012/12/superficie-coltivata-italian-per-classe-dimensionale-dati- censimento-istat-2010.html
  • 28. 25 fonte www.inumeridelvino.it su dati ISTAT Analizzando la tabella estrapolata dal sito web “I Numeri del Vino22 ” si può notare che il 48% dei vigneti è inferiore a 5 ettari, quindi sono gestiti da piccole imprese. Inoltre è evidente che la produzione italiana nel periodo di osservazione in questione ( dal 2000 al 2010) si è contratta dell’ 11%, e addirittura per i piccoli vigneti ( inferiori a 1 ettaro) è diminuita circa del 50% passando da 161mila di ettari a 79 mila. I possedimenti da 1 a 5 ettari sono diminuiti del 18%, in contro tendenza sono invece i vigneti da oltre 5 ettari che sono aumentati del 17% . In questo periodo è avvenuto un fenomeno di aggregazione dei vigneti, probabilmente per sfruttare al meglio le economie di scala e adottare delle campagne di marketing che avendo una forte produzione alle spalle riescono ad essere più efficienti, ma bisogna sottolineare che le 22 http://www.inumeridelvino.it/
  • 29. 26 piccole aziende per difendersi hanno creato delle cooperative e consorzi che hanno azzerato la differenza di dimensione in senso assoluto. Di seguito inserisco il grafico relativo alle regioni con la presenza delle tenute enormi da oltre 50 ettari che corrispondono solo al 7% delle aziende agricole italiane. fonte www.inumeridelvino.it su dati ISTAT 2.1.1 Offerta dei vini biologici, naturali e biodinamici Per quanto riguarda il trend del green marketing abbiamo anche nel mondo del vino una conferma. Abbiamo visto che nelle viticulture tradizionali c’è stato un calo di
  • 30. 27 ettari di produzione del 11%, in controtendenza ci sono le produzioni di vini sostenibili divisi in biologico, biodinamici e naturali, secondo le seguenti definizioni: - I vini Biologici sono quelli che osservano le regole dell’agricoltura biologica e sono regolamentati dalla direttiva europea 203/201223 , per riconoscere i prodotti biologici hanno creato il logo BIO24 verde che va posto sull’etichetta. La principale limitazione è posta sull’utilizzo di prodotti chimici che vengono utilizzati quotidianamente nella vinificazione tradizionale, tra cui l’aggiunta di solfiti nel vino che sono ridotti fino ad un massimo di 150 mg/l per i bianchi e rosé e di 100 mg/l per i rossi. Bollino verde che contraddistingue i vini biologici - I vini Biodinamici sono ottenuti osservando i regolamenti dell’agricoltura biodinamica inventata da Rudolf Steiner, che consiste nel rendere la vigna autosufficiente rispettando i tempi della natura e l’utilizzo di composti biodinamici in vigna. Non è riconosciuta a livello legale ma è certificata dall’associazione Demeter25 . Fonte: www.dementer.it 23 http://www.ccpb.it/wp-content/uploads/documenti/2012_203_Reg_CE.pdf 24 https://www.vino-bio.com/wp-content/uploads/2015/02/eurobio.jpg" 25 https://www.demeter.it/
  • 31. 28 - I vini Naturali sono caratterizzati da una produzione con il minor numero di interventi in vigna e in cantina. Come nel caso dei vini Biodinamici anche questo non viene riconosciuto a livello legale, nell’etichetta non ci si può scrivere che un vino è naturale e oltretutto non ci sono associazioni che lo certificano. La differenza principale con i precedenti è che nel vino non si dovrebbero aggiungere solfiti oltre a quelli che si generano naturalmente durante la fermentazione alcolica. Secondo i dati emessi da SINAB26 , possiamo osservare l’importante trend di crescita della viticoltura biologica che in 8 anni è crescita del 137,39%, arrivando ad un totale del 17% -dati ISTAT- sull’intera superficie italiana. Questa improvvisa crescita dell’offerta di vino biologico è dovuta alla crescente richiesta nel mercato che solo in Italia nella GDO è cresciuta del 41% nel 2016, arrivando a 110% nel primo semestre del 2017. Possiamo vedere dal report di CBI27 che ha analizzato i dati di FIBL-IFOAM del 2015, che anche in Europa si è verificata la tendenza di convertire le vigne in biologico; notiamo, infatti, che gli ettari in Europa sono passati da poco più di 150 mila a più di 250 mila nell’arco di soli 4 anni. 26 http://www.sinab.it/content/bio-statistiche 27 https://www.cbi.eu/
  • 33. 30 Fonte28 : Vino biologico in Italia con dati del 2016 2.2 La domanda di vino biologico nazionale e internazionale Il consumo mondiale di vino tradizionale si è stabilizzato dal 2009 e si aggira a 243 milioni di ettolitri, da fonti OIV. Questo è dovuto anche dalla stagnazione dei primi 6 mercati mondiali cioè U.S.A., Francia, Italia, Germania, Cina e Regno Unito che corrispondono a 133 milioni di hl su 243. Solo gli Stati Uniti e la Cina segnano una crescita in media del 3%, anche se dobbiamo aspettare la convalida delle previsioni per essere più oggettivi.. 28 http://www.inumeridelvino.it/2018/02/i-numeri-della-viticoltura-biologica-in-italia-aggiornamento- 2016.html
  • 34. 31 fonte OIV- Aprile 201829 29 http://www.oiv.int/public/medias/5959/i-dati-della-congiuntura-mondiale-oiv-aprile-2018.pdf
  • 35. 32 Dopo aver analizzato l’evoluzione della domanda di vino, andiamo ad approfondire più specificatamente quella riguardante il vino biologico. I dati Nielsen, elaborati da Nomisma, evidenziano una crescita di questa domanda che solo in Italia ha registrato un +184% rispetto al 2015 arrivando a 21.6 milioni di euro di valore solamente nella GDO, è opportuno sottolinearlo, un +88% rispetto al febbraio 2017. Dati considerevoli se si prende atto che la domanda di vini tradizionali, nello stesso periodo è cresciuta solo del 3%. Inoltre i dati Nielsen rivelano una sostanziale crescita sulle quote di mercato del vino biologico che nel 2018 ha raggiunto il +1,2% rispetto ad un +0.7%, passando da 11,5 milioni agli attuali 21,6 milioni di euro. Secondo i dati di Global Snapshot NIELSEN, anche nel Regno Unito le crescite di vino bio sono notevoli rispetto l’anno precedente, registrando un +24%. Per quanto riguarda i vini biologici italiani essi godono di un’ottima reputazione in UK e in Germania, per il 42% dei consumatori inglesi e il 40% di quelli tedeschi affermano che i nostri vini sono in media di qualità superiore a quelli di altri Paesi. A sottolineare questo fatto è lo share dei vini bio in UK che hanno il primato del 25% delle vendite, quindi 1 su 4 è italiano, e cresce a velocità elevate.
  • 36. 33 Fonte: Wine Monitor Nomisma su dati Global Snapshot Nielsen per ICE-Agenzia30 Fonte: Osservatorio Bio Nomisma su dati Nielsen31 30 http://www.nomisma.it/index.php/it/press-area/comunicati-stampa/item/1595-18-luglio-2017-vola-l- export-dei-vini-bio-italiani/1595-18-luglio-2017-vola-l-export-dei-vini-bio-italiani
  • 37. 34 Bio Nomisma, ha analizzato attentamente i dati Nielsen fino a rivelare quali sono i vini per regione di provenienza che vendono di più nella GDO. L’Abruzzo copre la prima posizione in classifica con un totale di quasi 4 milioni di vendite a valore con un tasso di crescita annuo del +38% rispetto al 2017. Interessante notare la situazione del Piemonte che sta crescendo vertiginosamente con un +415% rispetto il 2017, ma ricopre solo la sesta regione per valore di vendite. Fonte: Osservatorio Bio Nomisma su dati Nielsen 2.2.1 7 categorie di consumatori E’ molto importante saper segmentare i consumatori di vino per caratteristiche, così da riuscire a capire quale è il target obiettivo per un’eventuale campagna promozionale. 31 http://www.nomisma.it/index.php/it/press-area/comunicati-stampa/item/1715-16-aprile-2018- nomisma-wine-monitor-e-bio-boom-anche-nel-vino-la-consumer-base-di-vino-bio-sale-al-41-degli- italiani/1715-16-aprile-2018-nomisma-wine-monitor-e-bio-boom-anche-nel-vino-la-consumer-base-di- vino-bio-sale-al-41-degli-italiani
  • 38. 35 La scrittrice Slawka G.Scarso di “Marketing del Vino32 ” ci propone una categorizzazione per diversi fattori: - Fattori demografici: cioè età, occupazione, stato civile, genere e reddito - Fattori geografici: Paese, regione, stato e città - Fattori psicografici: Stile di vita, personalità e attitudini al consumo - Fattori comportamentali: si riferiscono al settore specifico come l’intensità d’uso, la fedeltà alla marca. Ma se vogliamo suddividere i consumatori in modo più dinamico è molto interessante il lavoro svolto da Marilena Colussi, nel 2° Rapporto di Filiera Vino Futuri Possibili de Il Sole 24 ORE. Dal suo report il consumatore è declinato in 7 categorie: 1) L’ entusiasta: è un vero cultore del mondo del vino, beve un grande varietà di vini, è disposto a spendere molto ed è curioso a provarne di nuovi. 2) L’equilibrato: E’ un amante del vino, che non si considera un esperto, chiede consigli d’acquisto agli amici, non è disposto a spendere troppo. 3) L’aspirazionale: E’ curioso, vuole provare molti vini. Rispetto ai due precedenti è il più cauto sulle cifre da spendere. 4) L’abitudinario: ha una forte ruotine d’acquisto, difficilmente prova nuovi vini. 5) Il tradizionale: appassionato della tradizione, privilegia i vini della sua zona d’origine. 6) Il follower: Quando è solo non ha l’iniziativa di comprare vino, infatti lo beve solo in compagnia come ad esempio durante cene o aperitivi. 32 SCARSO, G. (2014). Marketing del vino. Dalle etichette ai social network, la guida completa per promuovere il vino e il turismo enogastronomico, LWSR.
  • 39. 36 7) Il semplificatore: tra tutti è quello più restrittivo sui prezzi, infatti è sempre a caccia del migliore rapporto qualità-prezzo. Si fida principalmente dei marchi famosi. 2.2.2 Chi sono i consumatori green Il consumatore dei vini biologici sia in Italia che nel mondo stanno crescendo sempre di più, come nel più generale trend dell’ agricoltura biologica. Ci sono sempre più motivi per preferire la scelta del biologico innanzi tutto il “Benessere”. Un benessere duplice, il primo lo notiamo direttamente sul nostro corpo sia a livello di benefici fisiologici, con una minore probabilità che si scateni un mal di testa dovuto ai troppi solfiti, questi infatti nel biologico sono molto limitati, oppure a tutti quei prodotti chimici utilizzati per proteggere i vigneti e, a volte, anche per correggere il sapore del vino, sono nocivi per il nostro corpo. L’altro motivo riguarda il benessere dell’ambiente in cui viviamo che è sempre più sfruttato e maltrattato, invece con i prodotti biologici potremmo fare una scelta che segue l’importanza dell’eco-sostenibilità rispettando dunque il patrimonio naturale in cui noi viviamo e che lasceremo in eredità alle generazioni future. Il successo di questa tendenza basata sulla sostenibilità ambientale è confermata da un sondaggio condotto da Wine Monitor Nomisma nel 2018 in cui si chiede quali siano gli attributi per i quali il consumatore sceglie un vino biologico. Si é riscontrato che il 76% delle risposte scelgono il vino biologico perché è rispettoso dell’ambiente, 61% notano come segno distintivo la salubrità. Infine altri due aspetti sono che il 50% dei partecipanti denota l’autenticità del vino e il 43% degli intervistati afferma che scelgono vini green per le loro qualità organolettiche.
  • 40. 37 Font e: Survey Wine Monitor Nomisma 2018 2.3 Sostenibilità nel vino In risposta ad una tendenza in generale di prodotti green anche nel mondo del vino ci sono stati diversi miglioramenti tenendo in considerazione la sostenibilità dei territori. Per far ciò diverse associazioni dettano i metodi di produzione sostenibili studiando l’effetto che ha la viticoltura sostenibile all’ambiente e quindi ai cambiamenti climatici. Vengono proposte delle limitazioni dell’utilizzo idrico per la gestione delle viti e dell’emissione di gas a effetto serra, ma soprattutto l’utilizzo di agenti chimici che sono dannosi sia all’ambiente che all’essere umano. Un altro fattore molto importante da osservare in termini di sostenibilità è a quanto ammonta il “carbon footprint” cioè la quantità di anidride carbonica (CO2) generata dalla produzione e dal trasporto del vino.
  • 41. 38 Per ridurre queste emissioni ci sono diverse accortezze che bisogna osservare, in primo luogo eliminare quando è possibile l’utilizzo di prodotti agrochimici. Utilizzare i prodotti come botti di rovere rigenerato per la fermentazione e privilegiare quelle locali e non quelle importate. Migliorare le operazioni in cantina fino ad arrivare alla massima efficienza, utilizzare l’energia elettrica proveniente da risorse rinnovabili come l’idroelettrico, il quale è molto comune nelle piccole aziende agricole e utilizzare biocarburanti per i mezzi agricoli. Infine utilizzare packaging eco-sostenibile e privilegiare le spedizioni che non prevedano l’utilizzo dell’aereo. Un'altra piccola accortezza sarebbe quella di scegliere bottiglie di vetro con il minor peso specifico perché riduce molto il carbon footprint della propria azienda, il più famoso esempio sono le attuali bottiglie dello Champagne che sono arrivate a pesare 835 grammi33 rispetto a 1,3 kg delle bottiglie all’inizio del Novecento. Riducendo così le emissioni di carbonio del 25% che si traduce in 50 mila tonnellate di meno annualmente. Altri tre elementi importanti da riprogettare per avere un’impronta ecologica sono l’etichetta, la capsula e il tappo. Per quanto riguarda l’etichetta si devono scegliere materiali eco-sostenibili come la carta riciclata e le stampe grafiche costituite da colori con meno additivi chimici che devono essere incollate con colle atossiche. La capsula ricopre un ruolo importante del packaging, perché è sia utile a dare un tocco di design ma serve anche a proteggere il tappo da sostanze danneggianti. Il materiale con cui deve essere fatto deve essere riciclabile ed atossico a differenza di 33 https://www.corriere.it/economia/10_settembre_06/bottiglie-slanciate-francia-montefiori- champagne_41ad7cb8-b97d-11df-90df-00144f02aabe.shtml
  • 42. 39 quello che si utilizzava un po’ di tempo fa era di stagnola e poteva essere nocivo perché poteva trasmettere del piombo al tappo e quindi al vino. Infine il tappo, l’elemento di maggiore importanza del packaging, deve avere sia ottime qualità tecniche per preservare al meglio il vino ma deve essere anche eco- sostenibile. Gli ultimi anni ha anche acquisito implicazioni di marketing perché bisogna studiare bene il consumatore a cui è destinata la bottiglia. Ad esempio in Italia, per un vino di prezzo medio-alto, ci si aspetta un tappo di sughero che per il consumatore italiano indica alta qualità ed eleganza. All’estero, invece, viene espressamente richiesto il tappo a vite e si è diffidenti verso i tappi di sughero. C’è da dire anche che il tappo a vite ha ottime proprietà tecniche, infatti consente un invecchiamento più lento con il minor utilizzo di conservanti come i solfiti che a molte persone spesso scatenano mal di testa. 2.4 Certificazioni nel vino sostenibile Oltre alla già citate associazioni che certificano il vino biologico e biodinamico, in Italia è nato un nuovo progetto V.I.V.A.34 “La Sostenibilità della Viticoltura in Italia”, avviato nel 2011 su iniziativa del Ministro Dell’Ambiente, con l’obiettivo di ottimizzare le prestazioni in ambito di sostenibilità nella filiera vitivinicola tramite l’analisi di quattro fattori che sono Acqua, Aria, Territorio e Vigneto. 2.4.2 Sostenibile: Progetto V.I.V.A. Con il Progetto V.I.V.A. si vogliono fissare dei punti di riferimento in termini di eco- sostenibilità a cui le imprese italiane aderenti si devono adeguare. Inoltre questo 34 http://www.viticolturasostenibile.org
  • 43. 40 nuovo standard non può altro che elevare ancora di più la qualità dei vini marchiati Made in Italy e del buon nome che si sono fatti i vini nazionali all’estero. Ai produttori aderenti viene fornito uno strumento informatico in grado di calcolare le prestazioni ambientali ottenute dalla gestione del vigneto. E’ stato sviluppato un disciplinare proprio per l’analisi e la certificazioni dei 4 indicatori (Acqua, Aria, Territorio e Vigneto), il quale segue le evoluzioni delle normative comunitarie e internazionali in termini di eco-sostenibilità. Analizziamo perché sono stati scelti questi indicatori: - L’indicatore dell’Aria quantifica l’impatto che la produzione del vino e le attività aziendali affini hanno sui cambiamenti climatici. Gli standard che vengono presi come riferimento sono UNI EN ISOTS 14067 per quantificare il Carbon Footprint di un prodotto e la UNI EN ISO 14064-1 per quantificare le emissioni di Gas Effetto Serra di un’impresa. - L’indicatore dell’Acqua, si riferisce alla quantità d’acqua dolce che viene consumata dall’impresa agricola per il conseguimento del prodotto finito. L’impronta idrica si ricava dalla somma di tre elementi: o Acqua Blu: la quantità di acqua dolce o Acqua Verde: la quantità di acqua piovana o Acqua Grigia: la quantità di acqua inquinata Il principale riferimento è definito da Water Footprint Network. - L’indicatore del Vigneto, analizza le pratiche e le manutenzioni che vengono fatte alla vigna, in modo più specifico all’utilizzo degli elementi chimici come gli agrofarmaci e all’ impatto che hanno sul territorio. Controlla la biodiversità presente nel vigneto e il suo grado di fertilità. Gli standard di riferimento sono
  • 44. 41 quelli della Direttiva 2009/128/CE sull’utilizzo degli agrofarmaci e le linee guida di O.I.V. CST 1-2008. - L’indicatore del Territorio, si riferisce alla valutazione di sostenibilità del paesaggio dove è inserita l’azienda, facendo anche un’analisi degli aspetti economici e sociali, quindi il benessere che l’azienda trasmette al tessuto sociale e territoriale. Gli standard di riferimento sono “Sustainability Reporting Guidelines GRI G31”. 2.5 Green marketing nel vino Comunicare il vino con strategie di green marketing è un’ottima idea per cavalcare l’onda del trend dei vini biologici, biodinamici e naturali. Ci sono diversi modi su come ideare tattiche di green marketing e di seguito ne vediamo alcune. Uno degli aspetti che il green marketing influenza molto è il packaging perché è dove ancora tutt’oggi non vengono prese delle accortezze in termini di eco-sostenibilità anche se è l’oggetto materiale e visivo più forte in termini comunicativi perché è il più vicino al cliente. 2.5.1 Wine blog, sito web aziendale e social network Il principale metodo per comunicare in modo green è la creazione del sito web aziendale; il quale è il punto di partenza per qualsiasi strategie che successivamente verranno diffuse anche nei vari social network. Poi ci sono altre realtà come i Wine Blog che funzionano molto bene anche se sono stati superati dai più recenti e interattivi Social Network. Infine ci sono gli e-commerce del vino che possono far parte del sito web aziendale oppure implementati attraverso un sito esterno dedicato solo alla vendita di vini di più
  • 45. 42 aziende contemporaneamente. Questo può diventare un canale alternativo alla vendita diretta, che è funzionale più in termini di presenza online che di fatturato specialmente per le piccole imprese. Un'altra possibilità è associarsi ad un Wine Club dove è possibile comprare vino online come un semplice e-commerce, inoltre c’è una sezione di club cioè un abbonamento mensile diviso per fasce di prezzo che consiste nel ricevere a casa delle bottiglie consigliate dai sommelier del sito. Un metodo per farsi conoscere è quello di organizzare eventi in collaborazione con dei wineblogger e foodblogger , instaurando un rapporto molto più forte con gli utenti del web, questo è il momento perfetto per far partire un passaparola tra gli invitati incentivandoli a far conoscere la vostra cantina anche ai loro amici. 2.5.2 Consorzi e Fiere Green Un altro metodo diretto per farsi conoscere è quello di partecipare a fiere incentrate nel green e nel vino e far parte dei consorzi biologici, i quali spesso hanno i propri stand nelle fiere internazionali più importanti. Specialmente per le aziende piccole fare parte di un consorzio equivale ad avere minori spese di partecipazione perché non si hanno i costi di allestimento dello stand e probabilmente il consorzio avrà organizzato una conferenza promozionale per la stampa e visitatori della fiera ; si può cogliere questa occasione per far conoscere la propria azienda.
  • 46. 43 Le fiere più importanti in Italia sono: il Vinitaly di Verona che è un’istituzione nazionale ma ha anche un forte richiamo internazionale. Poi c’è la Fiera della FIVI35 che con il Salone del Gusto hanno luogo a Torino. Invece nel panorama internazionale le più importanti sono: il Prowein a Düsseldorf, il Vinexpo a Bordeaux che organizza anche una fiera indirizzata al mercato asiatico con Vinexpo Asia Pacific e per concludere la Biofach a Norimberga, la quale è specializzata sul biologico. 2.5.4 Packaging Come abbiamo detto all’inizio del capitolo il packaging è uno strumento importante per il Green Marketing perché con le scelte dei materiali e delle grafiche che vengono utilizzate, si ha un grande impatto sul pubblico, trasmettendo i valori della propria azienda in termini di eco-sostenibilità. Come precedentemente affermato la bottiglia di vetro ha un forte impatto ambientale, per risolvere questo problema si potrebbe utilizzare una bottiglia di carta biodegradabile come quella inventata da Martin Myerscough con la sua start-up Greenbottle36 . Queste nuove bottiglie, costituite principalmente da carta riciclata, hanno al loro interno un involucro di plastica biodegradabile per conservare il vino e pesano singolarmente solo 50 grammi rispetto a quelle di vetro che possono arrivare fino a 800 grammi. Utilizzando questa tecnologia si ridurrebbe drasticamente il Carbon Footprint ed inoltre, l’introduzione di questa innovazione, ancora poco conosciuta, potrebbe tradursi in un valido strumento per attrarre i consumatori fortemente green. 35 Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti 36 https://en.wikipedia.org/wiki/GreenBottle
  • 47. 44 Questa scelta radicale in un settore “tradizionalista” come quello del vino costituirebbe un ottimo strumento mediatico per far parlare della propria azienda sia sui media tradizionale che su quelli non convenzionali. CAPITOLO 3 – IL CASO DI PODERE I SABBIONI In questo capitolo finale prendo in esame il caso della azienda vinicola “Podere I Sabbioni” che sta adottando tecniche di marketing non convenzionale con una speciale analisi orientata sulla sostenibilità. 3.1 Storia aziendale Podere I Sabbioni, è il marchio per la commercializzazione dei vini prodotti dalla IMAC Società Agricola srl che è una società a conduzione familiare con sede a Corridonia (MC). Gestisce terreni a seminativo per un totale di 72 ettari di cui 30 di proprietà, e una vigna di 4 ettari certificata biologica. Questa azienda nasce nel 2011 dall’idea di Maria Grazia Sagretti con l’intendo di inserirsi nella nicchia di mercato del vino biologico che è un trend in piena crescita e annualmente segna un incremento a tre cifre su base annua. Come già detto la IMAC Società agricola srl, è una società agricola a partecipazione familiare il cui nome è preso in prestito da : Industria Molitoria Agricola Corridonia (in sigla I.M.A.C. Srl), che rappresenta l’attività economica principale della famiglia Sagretti da quasi tre generazioni. Il molino I.M.A.C. srl è presente sul mercato da circa 70 anni, grazie all’intraprendenza di due fratelli, Carlo e Nazzareno Sagretti, che decisero di iniziare questa attività, acquistando un’area agricola adiacente ad un canale naturale del fiume Fiastra, costruendo in economia l’opificio industriale e
  • 48. 45 garantendosi l’autosufficienza energetica grazie a tre piccole turbine elettriche posizionate a valle di questo canale naturale. L’abbattimento dei costi energetici garantito dalla produzione di energia idroelettrica ed una attenta conduzione familiare hanno garantito continuità di impresa nel corso di oramai tre generazioni. La società agricola è stata costituita allo scopo di essere sempre più integrati e di cooperare per lo sviluppo agricolo locale e per diversificare gli investimenti della società principale rimanendo in settori affini dove hanno una buona conoscenza ed esperienza non indifferente da sfruttare per portare al successo questa nuova società. 3.2 La sostenibilità e I valori secondo Podere I Sabbioni La loro Vision “Noi crediamo nella SOSTENIBILITA’ delle tecniche agrarie, nel RISPETTO delle nostre tradizioni, nella IDENTITA’ delle nostra cultura e dei nostri vitigni autoctoni, nell’ INCLUSIONE del lavoro e delle persone.” 3.3 Il Vino Green di Podere I Sabbioni Attualmente l’azienda produce 2 tipologie di vino biologico il Marche Rosso I.G.P. e Colli Maceratesi Bianco Ribona D.O.P. , inoltre è stata avviata la produzione di bollicine che per ora è ancora in fase embrionale.
  • 49. 46 Il Ribona Bianco è il vino di punta dell’azienda perché è ottenuto dal raro vitigno autoctono del Maceratino parente del più blasonato Verdicchio che è coltivato da secoli esclusivamente nella provincia di Macerata nelle Marche. Solo nel corso degli ultimi anni è stato “riscoperto” da alcuni produttori locali che hanno deciso di investire nella sua crescita. Questo vitigno si è rivelato di alta qualità e produce vini di pregiata fattura tanto da fargli vincere diversi riconoscimenti internazionali. 3.3.1 Territorio I loro vigneti, tutti all’interno del perimetro della riserva naturale dell’Abbadia di Fiastra, si estendono in situazioni pedologiche caratterizzate da terreni di natura argilloso calcarea particolarmente adatte ad ottenere prodotti di estrema qualità e sanità. Il bosco circostante, a prevalenza di cerri, è abitato da numerosi animali selvatici tra cui il capriolo. Il laghetto “Le Vene” e i corsi d’acqua Entogge e Fiastra sono importanti e suggestive zone umide ricche di vegetazione e fauna. A partire dall’anno 2016 l’azienda produce uve in regime biologico e nel 2017 ha aderito al programma V.I.V.A. – Programma del Ministero dell’ambiente, che attraverso quattro indicatori di sostenibilità ambientale, Aria, Acqua, Vigneto,
  • 50. 47 Territorio, consente di rendere una informazione trasparente dell’impatto della sua vitivinicoltura sull’ambiente. Quali custodi della terra l’azienda si identifica culturalmente all’interno di un percorso di gestione e protezione dell’ambiente rurale e del paesaggio agrario, associato alla sicurezza dei prodotti ed alla salute dei consumatori. I vitigni, quasi esclusivamente autoctoni, sono stati scelti tenendo in conto le tradizioni del territorio marchigiano. Recentemente i titolari dell’azienda hanno iniziato a studiare i documenti dei monaci conservati negli archivi del Museo del Vino allestito nelle cantine dell’Abbazia di Fiastra ( Tolentino-MC) 3.4 Strategie di Green Marketing adottate Essendo una piccola azienda e di recente costituzione sono state adottate strategie di contenute dimensioni ispirate dalla teoria del Guerrilla Marketing ma con l’attenzione alla sostenibilità ambientale, quindi Green Guerrilla Marketing. 3.4.1 Comunicazione online Le loro comunicazioni si basano principalmente online nel loro sito web e nei social network dove hanno una pagina sia su Facebook che su Instagram. La presenza su queste piattaforme permette loro di far arrivare il messaggio a 2 categorie differenti di consumatori. La prima categoria riguarda i followers che vanno contattati con comunicazioni più formali perché si è notato che recentemente la media dell’età degli utilizzatori di questa piattaforma (Facebook) si è alzata e va da 35 a 65 anni. Invece i più giovani, minori di 35 anni, si sono spostati su Instagram, non è ancora ben chiaro il motivo. Nel secondo social network comunicano con i loro followers effettuando ripetute dirette streaming con la funzionalità delle “Storie” dove mostrano diversi
  • 51. 48 procedimenti di lavorazione del vino rispondendo alle domande dei followers così da creare una brand community più interattiva. Queste tecniche, nel loro piccolo, hanno creato una fan base forte che è molto interessata a tutti gli aggiornamenti che riguardano l’azienda. Un’altra tecnica di marketing è stata quella di inserire un QR CODE nel retro dell’etichetta applicato in ogni singola bottiglia che con un link indirizza il consumatore sul sito web aziendale. 3.4.2 Certificazioni e fiere Nell’ambito della sostenibilità hanno aderito come già detto sia al Progetto VIVA che al Biologico che permette loro di presentarsi in alcune fiere importanti come il Vinitaly tramite lo stand del Progetto VIVA. Infatti quest’ultima, nel 2015 durante Expo di Milano ha allestito un’esposizione permanente nel Padiglione Vino, consentendo ai produttori aderenti di esporre i loro eccellenti vini che seguono un percorso di sostenibilità. Inoltre recentemente il ministero dell’ambiente ha organizzato un corso di formazione incentrato sulla sostenibilità presso Tasca d’Almerita37 , che inoltre è l’ideatrice e promotrice del progetto SOStain38 , per i detentori della certificazione VIVA, permettendo ai produttori di rafforzare il network del ristretto numero di aziende aderenti. 3.4.3 Enoturismo 37 http://www.tascadalmerita.it/ 38 http://sostain.it/
  • 52. 49 Nel prossimo futuro Podere I Sabbioni, si sta organizzando per ospitare gli enoturisti, attività che è caratterizzata da un significativo trend in crescita in Italia, anche in considerazione del fatto che fino a pochi anni fa non era considerata uno strumento di pubblicità. Oltretutto con l’enoturismo c’è la possibilità di vendere i propri prodotti direttamente ai turisti che visitano l’azienda. Podere I Sabbioni anche se è un’azienda giovane si sta muovendo per accogliere i turisti che amano il vino, ed essendo localizzata a Corridonia in provincia di Macerata ha un alto potenziale di crescita anche grazie ai bei paesaggi collinari, montani e marittimi racchiusi in non più di un’ora di strada. 3.4.4 Organizzazioni di eventi Nel marzo del 2018 Podere I Sabbioni ha organizzato un evento privato di degustazione, a cui hanno partecipato produttori locali di vino, giornalisti del settore ed enologhi della provincia di Macerata per promuovere il vino nel territorio di produzione innescando un passaparola positivo riguardo la qualità del vino offerto e presentando al pubblico la nascita di una nuova realtà aziendale nel territorio. Nel 29 giugno 2018, Podere I Sabbioni hanno partecipato per la prima volta all‘ evento “Tutto il Ribona che vuoi39 ” che è arrivato all’ottava edizione che propone una cena di degustazione alla cieca di vino Ribona. Questo evento, organizzato dalla Delegazione di Macerata dell’Associazione Italiana Sommelier, consiste in una cena con degustazione di vino e rappresenta un’ ottima occasione per far incontrare i produttori, per discutere del futuro di questo vitigno unico al mondo che ha ottime qualità organolettiche e alte prospettive di crescita. 39 https://picchionews.it/varie/macerata-con-l-ais-tutto-il-ribona-che-vuoi
  • 53. 50 Alla fine della cena è stata redatta una classifica delle 29 etichette presenti, le quali sono state divise in 5 fasce per punteggi ricevuti ed il Ribona prodotto da Podere I Sabbioni è stato collocato nella prima fascia, più precisamente al secondo posto dimostrando la sua elevata qualità. 3.4.5 Tappo di canna da zucchero Ritornando a quanto detto nel precedente capitolo riguardo al packaging, Podere I Sabbioni ha adottato una strategia analoga puntando sull’utilizzo di un Tappo Biodegradabile prodotto dalla canna da zucchero. Si chiama Select Green40 è prodotto da Nomacorc ed è un tappo di origine vegetale, rinnovabile al 100% che consente l’ingresso costante dell’ossigeno nel processo post-imbottigliamento con un altissimo grado di precisione. Le sue caratteristiche tecniche sono superiori a quelle del tradizionale tappo di sughero che può essere colpito da funghi o peggio ancora causare alterazioni dovute al passaggio eccessivo di ossigeno. Inoltre è un tappo con Zero Carbon Footprint che consente il perseguimento dalla loro visione di una produzione più sostenibile. 40 https://www.vinventions.com/it/nomacorc
  • 54. 51 CONCLUSIONE Considerando quanto abbiamo analizzato e descritto in questo elaborato sono arrivato alla conclusione che le aziende che hanno operato una scelta di produzione impostata sulla sostenibilità ambientale possono contare su una ottima strategia di marketing che va a colpire una nicchia di mercato che, da come abbiamo visto, è in costante crescita, tale cioè da trasformare, tra pochi anni probabilmente, una nicchia in una sostanziale fetta di mercato. Inoltre è un buon modo per dare l’esempio ai consumatori che tutte le nostre scelte e abitudini hanno un impatto sul mondo in cui viviamo; infatti se continuiamo con questa voracità dei consumi danneggeremo le risorse future e il nostro pianeta non sarà più in grado di generarne di nuove. Salvaguardare l’ambiente equivale a dare una speranza alle future generazioni, un impegno che dobbiamo prendere tutti con dovere e con onore. Possiamo prendere come esempio Podere I Sabbioni, che nel suo piccolo sta portando avanti una filosofia gestionale di ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente senza andare a discapito della qualità dei prodotti offerti. Secondo me dare una elevata importanza alla qualità dei vini offerti è importante perché, in prima battuta, il consumatore che sta comprando il vino vuole soddisfare il bisogno di bere quella bevanda e non di salvare l’ambiente, il quale è un bisogno secondario per l’acquisto. Se il prodotto buono e di suo gradimento, successivamente il consumatore apprezzerà anche la scelta aziendale di eco-sostenibilità, ma se il vino non è buono lo proverà una sola volta, probabilmente incentivato all’acquisto solo
  • 55. 52 perché cosi oltre a soddisfare il bisogno di bere compie anche una scelta positiva in termini ambientali. Ma successivamente sceglierà il prodotto che lo appaga di più perché salvare il pianeta è un bisogno secondario, infatti non è questo che lo ha portato nell’enoteca o supermercato. Per ciò che concerne la matrice sviluppata da John Grant, secondo la mia opinione Podere I Sabbioni si colloca nella casella C3 – Verdissimo, in quanto offre una alternativa di consumo sostenibile a parità di qualità di quella tradizionale. Cercando di cambiare le abitudini di consumo del consumatore spiegandogli che con queste scelte green migliora il suo stile di vita e inoltre gli trasmette la responsabilità dell’impatto sull’ambiente che provoca. Ritornando a parlare nel mercato del vino in generale abbiamo visto come il trend dell’eco-sostenibilità è sempre più forte e quindi la scelta del green marketing sta diventando quasi obbligatoria per le nuove aziende poichè se non si rivolgono ad una crescente nicchia di mercato si ritroverebbero un mercato saturo e pieno di concorrenza. Da ricordare è che non bisogna fare l’errore del Greenwashing, cioè far finta di essere eco-sostenibili, perché il mondo d’oggi con questa alta velocità di trasmissione delle informazioni porterebbe alla chiusura dell’attività dato che su internet il più piccolo errore potrebbe diventare virale e inaccettabile per i consumatori. In conclusione, alla luce di quanto detto finora possiamo dire che la scelta del Green Marketing è una delle migliori strategie che le aziende dovrebbe adottare perché in primo luogo ci guadagnerebbero in termini di fatturato, ma soprattutto ci guadagneremmo tutti noi cittadini.
  • 56. 53 Bibliografia • Grant, J. (2009). Green marketing. Il manifesto. Francesco Brioschi Editore. • Henry Ford, Samuel Crowther, My Life and Work, Doubleday, Page&Company, 1992 • Iraldo, F., & Melis, M. (2012). Green marketing. Come evitare il greenwashing comunicando al mercato il valore della sostenibilità. Gruppo 24 ore. • Kotler, P. (2017). Marketing 4.0: dal tradizionale al digitale. HOEPLI EDITORE. • Kotler, P., Kartajaya, H., & Setiawan, I. (2010). Marketing 3.0. Dal prodotto al cliente all'anima (Vol. 161). Gruppo 24 ore. • Levinson, J. C. (2007). Guerrilla Marketing: Easy and Inexpensive Strategies for Making Big Profits from Your SmallBusiness. Houghton Mifflin Harcourt. • Levinson, J. C., & Horowitz, S. (2010). Guerrilla marketing diventa green. Francesco Brioschi Editore. • Levinson, J. C., & Horowitz, S. (2010). Guerrilla marketing goes green: winning strategies to improve your profits and your planet. John Wiley & Sons. • Ottman, J. (2010). The new rules of green marketing: Strategies, tools, and inspiration for sustainable branding. Routledge. • Philp Kotler, Walter G.Scott, Marketing management, ISEDI Prentice Hall International, 1993 • SCARSO, G. (2014). Marketing del vino. Dalle etichette ai social network, la guida completa per promuovere il vino e il turismo enogastronomico, LWSR. • Steve Mckee, The Five W's of Marketing;
  • 57. 54 SITOGRAFIA • SOStain: http://sostain.it/ • I Numeri del Vino: http://www.inumeridelvino.it/ • ISPRA- Istituzione Superiore Per la Protezione e la Ricerca Ambientale: http://www.isprambiente.gov.it/it/certificazioni/emas http://www.isprambiente.gov.it/it/temi/sviluppo-sostenibile/strumenti-per-lo- sviluppo-sostenibile/le-norme-della-serie-iso-14000 • Nomisma: ( 18/07/2017): http://www.nomisma.it/index.php/it/press-area/comunicati- stampa/item/1595-18-luglio-2017-vola-l-export-dei-vini-bio-italiani/1595-18- luglio-2017-vola-l-export-dei-vini-bio-italiani • SINAB- Sistema d’Informazione Nazionale: http://www.sinab.it/content/bio-statistiche • Tasca D’Almerita: http://www.tascadalmerita.it/ • Treccani: http://www.treccani.it/enciclopedia/sostenibilita_%28Dizionario-di- Economia-e-Finanza%29/ • Ministero Dell’Ambiente: http://www.viticolturasostenibile.org • Wikipedia: https://en.wikipedia.org/wiki/GreenBottle • American Marketing Association: https://www.ama.org/resources/Pages/Dictionary.aspx?dLetter=G • CBI – Ministero degli Affari Esteri dei Paesi Bassi: https://www.cbi.eu/ • Dementer: https://www.demeter.it/
  • 58. 55 • Investopedia Dizionario: https://www.investopedia.com/terms/g/greenwashing.asp • ISO- International Organization For Standardization: https://www.iso.org/committee/54808.html • Steve Mckee:https://www.mckeewallwork.com/insights/the-five-ws-of- marketing/ • Vinventions: https://www.vinventions.com/it/nomacorc • TBWA (03/08/2010 ): https://www.adsoftheworld.com/media/ambient/mcdonalds_macfries_pedestr ian_crossing • Stefano Montefiori (06/09/2010): https://www.corriere.it/economia/10_settembre_06/bottiglie-slanciate- francia-montefiori-champagne_41ad7cb8-b97d-11df-90df- 00144f02aabe.shtml • Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea (8/03/2012): http://www.ccpb.it/wp- content/uploads/documenti/2012_203_Reg_CE.pdf • M. Baccaglio (4/12/2012): http://www.inumeridelvino.it/2012/12/superficie- coltivata-italian-per-classe-dimensionale-dati-censimento-istat-2010.html • https://www.vino-bio.com/wp-content/uploads/2015/02/eurobio.jpg" • M. Baccaglio (25/02/2018): http://www.inumeridelvino.it/2018/02/i-numeri- della-viticoltura-biologica-in-italia-aggiornamento-2016.html (16/04/2018): http://www.nomisma.it/index.php/it/press-area/comunicati- stampa/item/1715-16-aprile-2018-nomisma-wine-monitor-e-bio-boom-anche- nel-vino-la-consumer-base-di-vino-bio-sale-al-41-degli-italiani/1715-16-
  • 59. 56 aprile-2018-nomisma-wine-monitor-e-bio-boom-anche-nel-vino-la-consumer- base-di-vino-bio-sale-al-41-degli-italiani • OIV- Organisation Internatinoale de la Vigne et du Vin (Aprile 2018): http://www.oiv.int/public/medias/5959/i-dati-della-congiuntura-mondiale-oiv- aprile-2018.pdf • Picchio News (22/06/2018): https://picchionews.it/varie/macerata-con-l-ais- tutto-il-ribona-che-vuoi